Scandalo fiscale nel calcio italiano. Ma va?

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Scandalo fiscale nel calcio italiano. Ma va?
Author : Mariano Leone
Date : gen 27, 2016
Una notizia da brivido alla quale non crederò mai. Dagli accertamenti della Guardia di Finanza,
sembra che nelle operazioni di mercato, calciatori, presidenti di squadre di calcio e procuratori
abbiano attivato un sistema di elusione fiscale.
Sono stati notificati 62 provvedimenti di sequestro e 64 comunicazioni di conclusione di indagini.
Le notizie che riguardano il calcio non mi causano reazioni stizzite. Ho assorbito come tutti il
calcio scommesse, il calcio drogato. Ho anche assorbito il conflitto di interesse che coinvolge
allenatori di nazionali, i loro figli, i presidenti di società calcistiche, i loro figli e le loro
cointeressenze nel mercato dei calciatori.
Ho anche assorbito le implicazioni fraudolente con banche e sponsorizzazioni. Ho assorbito
tutto, senza indignazione. Ho anche assorbito la fase della sopravvalutazione dei calciatori.
Forse la ho anche descritta in qualche pagina. Anzi la ribadisco perché qualcuno me lo ha
chiesto. Si tratta della mossa del cavallo.
Ad una calciatore che nel mercato valeva 10, un presidente di squadra proponeva un prezzo di
acquisto diciamo 100 in modo ufficiale e strombazzato dai media. In realtà vi era un sottostante
accordo che vedeva pervenire al calciatore solo 50 e le altre 50 ritornavano all’acquirente in
forme diverse, possibilmente con operazioni estero su estero. Il calciatore era contento di avere
avuto comunque 50 (40 più del suo valore di mercato). L’acquirente vedeva tornare sul suo
conto personale 50.
In più si aggiungeva un altro risultato. Per effetto della supervalutazione coeva estesa a molti
calciatori, il mercato veniva drogato dalla supervalutazione. Le altre squadre che non
applicavano la formula del ritorno del compenso o del cavallo nelle tasche private
dell’acquirente, erano costrette a misurasi su prezzi drogati. Il mercato dei calciatori tutti si
adeguava alle sopravvalutazioni con gioia dei calciatori e dei loro procuratori, un po’ meno
allegra la situazione dei bilanci delle squadre.
Dai bilanci disastrati delle squadre di calcio si intuiva la realizzazione del paradosso
conventuale. Il convento risultava poverissimo ed i monaci ricchissimi. Tutto questo non mi ha
mai indignato. Non mi hanno indignato gli arbitri rinchiusi nel cesso, i conflitti fra interessi che in
realtà non erano conflitti di interesse ma armonie di interessi alimentate anche al di fuori dei
ruoli come nel calcio scommesse. Anzi mi commuoveva l’ipotesi che vedeva calciatori che
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scommettevano contro se stessi e contro la propria squadra.
Quello che mi irrita, mi indigna è sentire nei dibattiti televisivi ripetere la formula più imbecille del
secolo: QUESTO NON E’ IL VERO CALCIO.
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