SEZIONE SCIENTIFICA - Patologia in pillole PATOLOGIA IN PILLOLE Nr. 51 L. Mazzucchelli, L. Ceriani 1A Storia clinica Uomo di 35 anni HIV positivo conosciuto per esiti di linfoma di Hodgkin trattato con radio- e chemioterapia, in remissione completa da tre anni. Il paziente consulta il medico per l’improvvisa comparsa di linfoadenopatie nucali, ascellari ed inguinali non dolorose. L’esame obiettivo non rileva ulteriori particolarità. Gli esami di laboratorio sono nella norma. Un’indagine PET mostra aumento dell’attività glucoossidativa a livello delle stazioni linfonodali sopra citate (Figura 1A). Clinicamente si sospetta una recidiva del noto linfoma e si procede pertanto a biopsia di un linfonodo ascellare di 3 cm di diametro per esame anatomopatologico. Le analisi istologiche mostrano numerosi follicoli linfatici in parte deformati che si estendono nella zona corticale e paracorticale del linfonodo (Figure 1B e 1C). A forte ingrandimento i follicoli linfatici sono caratterizzati da centro germinativo prominente ben demarcato dalla zona mantellare che appare polarizzata (Figura 1D). Nel centro germinativo si notano elementi linfoidi di taglia medio-grande e numerosi macrofagi con fagocitosi di detrito nucleare (Figura 1E). 1B 1C 1D 1E Indica la diagnosi corretta: a b c d e 75 LUGLIO/AGOSTO 2010 Mononucleosi Iperplasia follicolare reattiva Recidiva di linfoma di Hodgkin Linfoma follicolare di grado 3 Toxoplasmosi TRIBUNA MEDICA TICINESE 273 SEZIONE SCIENTIFICA - Patologia in pillole Diagnosi Iperplasia follicolare reattiva Commento L’aumento di volume di un linfonodo oppure di tessuto linforeticolare di altri organi può essere secondario ad iperplasia di linfociti, plasmacellule oppure istiociti a seguito di stimolazione da parte di una grande varietà di antigeni. Si tratta di una condizione benigna e reversibile che istologicamente può essere suddivisa in iperplasia follicolare reattiva, iperplasia paracorticale diffusa ed istiocitosi dei seni. L’iperplasia follicolare viene comunemente associata ad infezioni virali oppure batteriche. Viene spesso osservata in bambini ed adolescenti mentre è più rara negli adulti. Istologicamente è caratterizzata dalla presenza di follicoli linfatici prominenti che non si limitano ad occupare la zona corticale del linfonodo ma si estendono anche alla zona paracorticale e midollare assumendo spesso forme distorte. I follicoli linfatici sono costituiti da centro germinativo espanso contenente elementi linfoidi prevalentemente immaturi, nettamente demarcato dalla zona mantellare. Quest’ultima è immediatamente adiacente, circonda il centro germinativo ed è costituita da linfociti di aspetto maturo. I processi immunologici che avvengono nei follicoli linfatici sono principalmente coinvolti nei meccanismi di difesa umorale. All’interno del centro germinativo vengono infatti selezionati linfociti della linea B che dimostrano forte affinità per un particolare antigene e che quindi possono differenziarsi in plasmacellule in grado di produrre anticorpi specifici. I linfociti non idonei in quanto non in grado di sviluppare un forte legame con l’antigene vengono per contro eliminati tramite apoptosi. Questi processi di maturazione cellulare necessitano energia e 274 TRIBUNA MEDICA TICINESE questo si riflette in un aumento dell’attività gluco-ossiditava che può essere rilevata da un esame PET. Tra le diagnosi differenziali dell’iperplasia follicolare bisogna considerare anche l’eventualità di un’infezione HIV (human immunodeficiency virus). Infatti nella fase acuta dell’infezione si osserva tipicamente una forte espansione dei follicoli linfatici che può perdurare per lungo tempo. Se non viene appropriatamente trattata, l’infezione progredisce con graduale scomparsa dei follicoli linfatici per terminare con quadri di aplasia linfocitica. La presenza di HIV in un linfonodo può essere dimostrata con analisi immunoistochimiche tramite anticorpi diretti contro la proteina virale p24. Questa proteina è infatti evidenziabile nei centri germinativi principalmente in corrispondenza di cellule dendritiche follicolari che a loro volta sono identificabili con anticorpi anti-CD21 (Figura 2) e che, a livelllo funzionale, sono coinvolte nella presentazione di antigeni virali a linfociti. In pazienti non trattati, l’espressione di p24 in cellule dendritiche follicolari oppure in linfociti e macrofagi è presente dalla fase acuta subito dopo l’inizio dell’infezione fino alle fasi terminali della malattia quando le cellule dedritiche vengono progressivamente distrutte. Per questo motivo le analisi immunoistochimiche rappresentano un test molto robusto ed utile per rilevare la presenza d’infezione HIV in linfonodi, tessuto linforeticolare extranodale oppure follicoli linfatici reattivi nel contesto di processi flogistici di qualsiasi tessuto. Evidentemente, in un contesto clinico usuale, la diagnosi d’infezione HIV viene confermata da test sierologici. Tuttavia alcuni pazienti si presentano con la comparsa improvvisa di linfoadenopatie diffuse senza lamentare sintomi sospetti d’infezione HIV e vengono pertanto indagati con biopsie per escludere tra l’altro un processo neoplastico. In pazienti HIV+ in trattamento con antiretrovirali l’espressione di HIV p24 resta documentabile per diversi mesi e non è correlata al tasso di viremia. Alla luce dell’alta specificità e sensitività delle analisi immunoistochimiche, l’espressione di HIV p24 andrebbe ricercata in tutti i casi di linfoadenopatia con iperplasia follicolare oppure in presenza di follicoli linfatici iperplastici del tessuto linforeticolare extranodale. L’espressione di HIV p24 negli ultimi anni è stata infatti documentata in diversi tessuti di pazienti HIV+ quali tonsille, timo, ghiandole salivari, encefalo e midollo spinale, retina, muscolatura striata, stomaco, intestino, fegato, placenta ecc. Ciononostante persiste ancora tra A B Fig 2: Espressione di p24 in un centro germinativo, principalmente in cellule dendritiche follicolari (A). Quest’ultime possono essere evidenziate tramite anticorpi anti-CD21 (B) 75 LUGLIO/AGOSTO 2010 SEZIONE SCIENTIFICA - Patologia in pillole anatomo-patologi una certa riluttanza ad impiegare questo test in contesti di iperplasia follicolare. Questa situazione è sicuramente dovuta al timore di trovarsi in difficoltà medicolegali per aver eseguito un test per HIV senza aver ottenuto il permesso del paziente. Si tratta di una situazione unica in patologia dal momento che l’essenza di un esame istopatologico è proprio quella di diagnosticare una malattia. Una situazione che peraltro non è giustificata da nessuna restrizione etica o medico-legale ma piuttosto riflette falsi pregiudizi a fronte di un’infezione HIV. Nessun patologo si potrebbe infatti immaginare di non diagnosticare un cancro per paura di ledere il diritto del paziente di essere informato su una malattia potenzialmente pericolosa. Il patologo, d’altronde, diagnostica già senza nessuna riserva altre malattie infettive che tra l’altro si trasmettono per via sessuale come ad esempio infezioni HBV, oppure infezioni legate a HPV o Trichomonas. Non bisogna inoltre dimenticare che la diagnosi precoce d’infezione HIV va a beneficio del paziente in quanto permette di iniziare un trattamento antiretrovirale riducendo tra l’altro le possibilità di contagio di terzi. Infine è anche importante sottolineare che la diagnosi anatomo-patologica non viene comunicata direttamente al paziente ma al medico curante che dovrà poi informare in maniera appropriata il paziente. che e virali, devono essere considerati nella diagnosi differenziale di linfomi o altri processi neoplastici linfonodali agli esami PET. L. Mazzucchelli Istituto cantonale di patologia, Locarno L. Ceriani Servizio di medicina nucleare, OSG Bellinzona Bibliografia Moonim MT et al. Identifying HIV infection in diagnostic histopathology tissue samples – the role of HIV-1 p24 immunohistochemistry in identifying clinically unsuspected HIV infection: a 3-year analysis. Histopathology, 2010, 56:530-541 Mahadeva U et al. P24 immunohistochemistry on lymphoid tissue: the histopathologist’s role in HIV diagnosis. Histopathology, 2010, 56: 542-547 In conclusione, le analisi immunoistochimiche per p24 rappresentano un metodo valido per diagnosticare un’infezione HIV e devono essere utilizzate di routine e senza riserva dall’anatomo-patologo ogni volta che è confrontato con un quadro di iperplasia follicolare del tessuto linforeticolare senza cause conosciute. Per contro il clinico deve ricordare che quadri di iperplasia follicolare, principalmente dovuti a infezioni batteri- 75 LUGLIO/AGOSTO 2010 TRIBUNA MEDICA TICINESE 275