DIALISI: RIFLESSIONI 9 febbraio 2012 LE EMERGENZE IN EMODIALISI Dott.ssa Paola David Nefrologia e Dialisi AOU Maggiore della carità Novara LE EMERGENZE IN EMODIALISI EMERGENZE CLINICHE FREQUENTI RARE EMERGENZE TECNICHE EMERGENZE CLINICHE SINTOMO: DISPNEA EDEMA POLMONARE ACUTO IPOTENSIONE ARTERIOSA FLUTTER-FIBRILLAZIONE ATRIALE ALLERGIA A MATERIALE DIALITICO EMBOLIA GASSOSA ARRESTO CARDIACO EMERGENZE CLINICHE SINTOMO: IPOTENSIONE IPOTENSIONE INTRADIALITICA TAMPONAMENTO CARDIACO SHOCK EMORRAGICO EMBOLIA GASSOSA ARRESTO CARDIACO EMERGENZE CLINICHE SINTOMO: DOLORE TORACICO INFARTO MIOCARDICO EMBOLIA GASSOSA FIBRILLAZIONE VENTRICOLARE ARRESTO CARDIACO EMERGENZE CLINICHE SINTOMI: DOLORE LOMBARE, CEFALEA, VOMITO EMOLISI SINDROME DA DISEQUILIBRIO REAZIONE ALLERGICA ARRESTO CARDIACO EMERGENZE CLINICHE EMERGENZE TECNICHE BLACK OUT ELETTRICO INTERRUZIONE ACQUA COAGULAZIONE CIRCUITO ROTTURA FILTRO EMERGENZE CLINICHE ARITMIE CARDIACHE EMBOLIA GASSOSA EMOLISI CASO CLINICO Donna di 72 anni ipertesa, diabetica in trattamento insulinico con scarso controllo dei valori glicemici, affetta da IRC su base diabetica in trattamento emodialitico dal 2007. Anamnesi cardiologica muta fino al 23/3/2009 quando seduta in attesa di iniziare ciclo emodialitico si accascia in arresto cardiocircolatorio CASO CLINICO Pz in arresto cardiocircolatorio: si avvia BLS. Evidenza al monitor di tachicardia ventricolare sostenuta (freq di 150 bpm). Viene trattata con plurimi DC-Shock a 200 J e con infusione di bicarbonato di sodio 8,4%, ottenendo ripristino del ritmo sinusale e recupero della coscienza. Gli ematochimici effettuati in urgenza evidenziavano iperkaliemia:7,9 mEq/L CASO CLINICO Trasferita nella Ns Divisione, si è proseguita correzione dell’iperkaliemia e, nell’ipotesi di una concomitante genesi ischemica dell’aritmia,eseguiva ecocardiogramma che evidenziava una FE conservata, ipocinesia a carico del setto posteriore basale, stenosi mitralica moderata. Lo studio coronarografico escludeva la presenza di lesioni ateromasiche emodinamicamente significative. ARITMIE CARDIACHE I pazienti in trattamento emodialitico sono particolarmente a rischio di morte improvvisa e di aritmie maligne , data la coesistenza di patologie strutturali cardiache come l’ipertrofia, la fibrosi inter-miocardiocitica,la grave coronarosclerosi e il susseguirsi di una serie di stimoli aritmogeni legati alle variazioni cicliche del pH,della temperatura, del potassio e del calcio che profondamente influenzano lo stato elettrico del tessuto miocardico Le aritmie nascono prevalentemente da anomalie delle diverse proprietà bioelettriche del cuore, in particolare, dalle alterazioni dell’automatismo e formazione dello stimolo e dalle aberrazioni nella conduzione dello stimolo. Naturalmente fattori predisponenti sono tutti quelli responsabili della sofferenza delle cellule miocardiche come coronaropatie, aree infartuali e disturbi elettrolitici. Tutti fattori che sono ampiamente presenti nei pazienti con insufficienza renale e che spesso si combinano fra loro. Bleyer AJ, Hartman J, Brannon PC, et al. Characteristics of sudden death in hemodialysis patients. Kidney Int 2006; 69:2268-73. ARITMIE CARDIACHE La procedura dialitica di per sé è un agente aritmogeno in quanto capace di indurre modificazioni delle caratteristiche chimico fisiche dei liquidi corporei sia all’esterno che all’interno delle cellule. Nella popolazione dialitica, infatti,l’incidenza di aritmie è riportata con un tasso variabile dal 17 al 76% a seconda della popolazione selezionata o del tipo di fenomeno aritmico analizzato, con un aumento della frequenza di aritmie in corso di trattamento, così come nelle 6-12 ore successive L’instabilità cardiaca è prevalentemente secondaria ad alterazioni idroelettrolitiche tipiche di questi pazienti come l’espansione del volume extracellulare, l’iperpotassiemia, le alterazioni del bilancio calcio-fosforo. ARITMIE CARDIACHE L’iperpotassiemia è in grado di innescare riduzioni del potenziale di riposo, che, in condizioni estreme, può portarsi al di sotto del potenziale di soglia, impedendo la normale ripolarizzazione cellulare dopo ogni singola depolarizzazione. L’espansione del volume cellulare, prevalentemente dovuta a ritenzione di acqua e sodio, e la sua rimozione durante il trattamento dialitico, rappresentano un altro meccanismo di instabilità cardiovascolare. La rapida rimozione di liquidi, infatti, porta a stimolazione barocettoriale, attivazione dell’efferenza adrenergica e conseguente eccitazione dell’automatismo delle cellule pacemaker a livello del nodo del seno e di altri distretti del sistema di conduzione. ARITMIE CARDIACHE L’ipercalcemia è un fattore prognostico negativo nei riguardi dell’insorgenza di aritmie pericolose. Il meccanismo patogenetico che ne è alla base è sempre riconducibile alla possibile formazione di focus ectopici con depolarizzazione diastolica e soprattutto alla possibile insorgenza di DADs (delayed after depolarizations) secondaria all’aumento di calcio cellulare. L’ipercalcemia facilita, infatti, i flussi transmembranana del calcio e questo, in presenza di fattori scatenanti come attivazione simpatica o intossicazione digitalica, determina la possibile incidenza di gravi aritmie quali tachicardie ventricolari o torsioni di punta. ARITMIE CARDIACHE Un altro importante fattore pro-aritmico è rappresentato dalla rapida rimozione di potassio in corso di trattamento dialitico. Durante la dialisi, soprattutto nelle prime fasi di trattamento, l’alto gradiente di concentrazione di potassio tra sangue e dialisato, dipendente dall’utilizzo di bagni di dialisi con concentrazione bassa e costante di potassio, genera elevati flussi diffusivi attraverso le membrane dialitiche che si ripercuotono sui flussi diffusivi attraverso le membrane cellulari, portando ad una anomalia del rapporto potassio intraextracellulare. Ciò si riflette sul comportamento elettrofisiologico delle membrane, alterandone le fisiologiche condizioni di eccitabilità ARITMIE CARDIACHE DIAGNOSI: ECG Holter,ecocardiogramma, studi elettrofisiologici, test ergometrici, coronarografia. Uno degli elementi più utilizzati per la valutazione del rischio aritmico e morte cardiaca nei pazienti uremici è rappresentato dallo studio dell’intervallo Q-T e dall’incremento della sua dispersione (Q-Td), definita come la differenza tra il massimo ed il minimo intervallo Q-T in una derivazione. ARITMIE CARDIACHE TERAPIA:Sul piano della prevenzione farmacologica vera e propria non vi sono molti studi condotti su pazienti in dialisi circa la validità dell’impiego di farmaci antiaritmici. L’uso dei betabloccanti in pazienti con cardiopatia ischemica ed insufficienza cardiaca è stato visto associato ad un minor rischio di morte improvvisa. MERIT-HF Study group. Effect of metoprolol CR/XL in chronic heart failure. Lancet 1999; 353: 1001-7. TERAPIA:in pazienti con frazione di eiezione inferiore al 35% è stato dimostrato un effetto profilattico dei defibrillatori impiantabili. Herzog CA, Muster HA, Li S, Collins AJ. Impact of congestive heart failure, chronic kidney disease, and anemia on survival in the Medicare population. J Card Fall 2004; 10: 467-72. ARITMIE CARDIACHE L’alternativa terapeutica all’aumentato rischio aritmogeno dovuto a rapida rimozione intradialitica di potassio, come documentato da Severi et al. e da Santoro et al. è rappresentata da un modello di rimozione del potassio con profiling variabile realizzato in Biofiltrazione senza acetato. Questo modello prevede una certa variabilità nella concentrazione del potassio con possibilità di impostare valori iniziali e finali di concentrazioni del potassio nel bagno di dialisi in modo da determinare, soprattutto nelle prime ore di trattamento, un minore gradiente di concentrazione sangue-dialisato e quindi una rimozione più “morbida” dell’elettrolita. La dialisi convenzionale a potassio costante e a bassa concentrazione nel bagno di dialisi genera, infatti, maggiori incrementi sia nella durata del Q-T che nella sua dispersione. Santoro A, Mancini E, Gaggi R, et al. Electrophysiological response to dialysis: the role of dialysate potassium content and profiling. Contrib Nephrol 2005; 149: 295-305. EMERGENZE CLINICHE EMBOLIA GASSOSA EMOLISI EMBOLIA GASSOSA L'embolia gassosa si verifica quando un grosso quantitativo d'aria entrato nel circuito extracoporeo, rientra col sangue nel sistema circolatorio del paziente, arrivando fino ad un polmone, dove può chiudere uno dei piccoli vasi sanguigni impedendo che il sangue continui a circolarvi. La trasfusione di una grande quantità di aria nelle vene puo’ provocare la formazione di bolle anche nelle cavità cardiache, con conseguente deficit di pompa e, quindi, insufficienza cardiaca. EMBOLIA GASSOSA CAUSE L'entrata dell'aria può essere causata da un difetto nel collegamento tra la linea arteriosa e l'ago, da una rottura nella parete della linea, o dallo svuotamento di un’infusione collegata al circuito. Questi incidenti accadono soprattutto nel tratto arterioso del circuito, poiché su di questo agisce la pressione della pompa sangue, che tende a "risucchiarlo“ verso il dializzatore. E' un problema rarissimo oggi, da conoscere,non solo per una prospettiva "storica" della dialisi, ma anche perché, sebbene gli allarmi attuali blocchino la dialisi in presenza di bolle d'aria, quelle piccole, o una minima quantità d'aria, possono essere introdotte per errore, al termine della seduta e le emergenze rare sono proprio quelle più difficili da gestire in quanto non note. EMBOLIA GASSOSA SINTOMI La posizione del paziente determinerà i sintomi. Se è seduto, l'aria andrà direttamente nel sistema venoso all'interno del Sistema nervoso centrale.Il paziente può perdere coscienza e può sviluppare epilessia. Un paziente supino potrà sviluppare oppressione o dolore toracico, dispnea o tosse. E' stato descritto il rilievo di un rumore di crepitii all'ascoltazione cardiaca. I principali segnali dell'embolia gassosa sono: • ansia • dolore improvviso al petto • tosse secca, stizzosa • difficoltà a respirare • cianosi (le labbra, le mani e il volto diventano di colore bluastro) • collasso, nei casi più gravi. EMBOLIA GASSOSA TRATTAMENTO Qualsiasi linea aperta all'aria deve essere clampata e si deve interrompere la Dialisi. Classicamente, ci è stato insegnato di posizionare immediatamente il paziente in decubito laterale sinistro, in lieve Trendelemburg, nel tentativo di intrappolare l'aria all'interno dell'apice del ventricolo destro. Ciononostante, in un articolo intitolato "Gas Embolism" pubblicato sul New England Journal of Medicine, si raccomanda di distendere il paziente in posizione supina dal momento che "la leggerezza delle bolle di gas non è sufficiente a contrastare la forza del flusso ematico che spinge le bolle verso il cuore" . I loro commenti si basano su un workshop panel che nel 1990 prese in esame gli incidenti in immersione. La somministrazione di ossigeno attraverso una maschera a circuito chiuso può fornire una FIO2 fino all'80%. La somministrazione di ossigeno in camera iperbarica può accelerare la rimozione delle bolle EMBOLISMO GASSOSO: VALUTAZIONE DEL DANNO TAVOLA DI SEVERITA’ CLINICA E SOGLIE DI ESPOSIZIONE Volume di aria iniettato in circolo 0-0.05 ml/Kg 0.05-0,1 ml/kg <0.03 ml/Kg*min 0.1-0.2 ml/Kg 0.03-0.06 ml/Kg*min >0.2 ml/Kg >0.06 ml/Kg*min TRASCURABILE (no sintomi) MARGINALE (sintomi generici) MAGGIORE (sintomi e segni) CRITICA (sintomi, segni e intervento medico specifico) CATASTROFICA (morte) No sintomi e no effetti Tosse, dispnea leggera Tutti i precedenti + dolore toracico, cianosi, caduta gettata cardiaca, ischemia tissutale, ipertensione polmonare, calo della saturazione venosa di ossigeno. Intervento medico generico con posizionamento in Trendelemburg e ripegamento sul lato sx + O2 terapia Tutti i precedenti + collasso cardiovascolare, perdita di conoscenza, convulsioni. Morte Inervento medico specifico include O2 terapia iperbarica, ventilazione meccanica, aspirazione intracardiaca EMERGENZE CLINICHE EMOLISI EMOLISI Emolisi: rottura della parete dei globuli rossi presenti nel sangue, con fuoriuscita di emoglobina libera dallo stroma cellulare. Questo provoca direttamente: • anemizzazione • iperKaliemia (aumento della concentrazione di potassio nel sangue, causata dalla fuoriuscita di questo elemento dai globuli rossi rotti, che ne sono molto ricchi). Le cause dell'emolisi possono essere di tre tipi: • chimiche • fisiche • meccaniche. EMOLISI CAUSE CHIMICHE Contaminazione delle tubature dell'acqua potabile con sostanze capaci di provocare emolisi (rame, nitrati, ecc.) o con il cloro residuo dalla disinfezione dell'acqua. Anche questo era un problema frequente nell'età "antica" della dialisi, mentre oggi può verificarsi solo se non si esegue correttamente la manutenzione del sistema di trattamento delle acque (filtro, addolcitore), o in caso di catastrofi naturali (alluvioni, ecc.) se la rete dell'acquedotto non è stata controllata. Per quanto riguarda i residui di disinfettante utilizzato per la macchina di dialisi (ipoclorito di sodio, perossido di sodio,ecc.),causati da un risciacquo insufficiente della macchina, anche se non esistono allarmi che segnalino la presenza di disinfettante nel circuito, questo rischio è ridotto al minimo dal ciclo di disinfezione automatico della macchina. Errori nella composizione del bagno :l'attuale sistema di controlli multipli rende questo problema ormai teorico; l'incidente non era raro, invece, in epoca di preparazione "manuale" del bagno: a) bagno ipertonico b)bagno ipotonico EMOLISI CAUSE FISICHE Passaggio di corrente elettrica nel bagno di dialisi: pericolo totalmente tenuto sotto controllo dai monitor oggi in uso. Temperatura troppo elevata del bagno di dialisi (superiore a 40°C): rischio annullato degli attuali sistemi di controllo della macchina. CAUSE MECCANICHE Cattivo funzionamento della pompa sangue, causato dallo scorretto posizionamento della linea arteriosa o, più raramente, presenza di un difetto della linea arteriosa o venosa (es. una piegatura) EMOLISI SINTOMI: • dolore lombare • malessere generale • ipotensione • crampi all'addome In ogni caso sintomi "strani", come: • dolore al braccio della fistola, lungo il percorso della vena • mal di testa e vomito • formicolii diffusi a varie parti del corpo • confusione mentale • cambiamento di colore del sangue nelle linee EMOLISI DIAGNOSI Prelevare una provetta di sangue e centrifugarla. Se il siero, la parte liquida che si separa dal sangue, restando in superficie, è di colore rosato, significa che si è verificata emolisi all'interno del circuito. -emocromo, LDH, aptoglobina PREVENZIONE E TERAPIA -Assicurarsi che la temperatura del bagno sia tra i 36 e i 37°C. -Controllare che non ci siano piegature sulle linee sangue L’intervento medico specifico include l’interruzione del trattamento, il supporto farmacologico, plasmaferesi e trasfusioni EMOLISI: VALUTAZIONE DEL DANNO TAVOLA DI SEVERITA’ CLINICA E SOGLIE DI ESPOSIZIONE Volume di eritrociti che vanno incontro ad emolisi 0 ÷ 0.05 % p.c. 0.05 ÷ 0.25% p.c. 0.25 ÷ 0.50% p.c. > 0.50% p.c. TRASCURABILE (no sintomi) MARGINALE (sintomi generici) MAGGIORE (sintomi e segni) CRITICA (sintomi, segni e intervento medico specifico) CATASTROFICA (morte) No sintomi Dolore alla schiena, irrequietezza,dispnea Dolore alla schiena,discomfort, cefalea, vomito, agitazione, scotomi, ipo-ipertensione, tachicardia, dispnea, parametri biochimici alterati Tutti i precedentio + anemia acuta, perdita di conoscenza e/o sintomi neurologici Morte L’intervento medico specifico include l’interruzione del trattamento, il supporto farmacologico, plasmaferesi e transfusioni TAKE HOME MESSAGE RICONOSCERE UN PROBLEMA PRIMA CHE DIVENTI EMERGENZA "Conoscendo gli altri e conoscendo se stessi, in cento battaglie, non si correranno rischi; non conoscendo gli altri, ma conoscendo se stessi una volta si vincerà e una volta si perderà; non conoscendo né gli altri né se stessi, si sarà inevitabilmente in pericolo ad ogni scontro" Sunzi “L’arte della guerra” GRAZIE PER L’ATTENZIONE