n. 2 - 16 maggio 2012 EMERGENZA CASA E SOCIAL HOUSING. UNA RIFLESSIONE Il censimento della popolazione dell’Istat del 1991 a Torino rilevava 33 mila alloggi privati sfitti. Erano gli anni delle commissioni prefettizie che ogni mese si riunivano e graduavano gli sfratti; concedevano cioè fino a 14, 16 proroghe, segno di un’emergenza abitativa già allora assai acuta. Il censimento successivo, anno 2001, confermò il numero degli alloggi privati sfitti: 33 mila e 400 unità. Questa cifra cominciò a suonare alle orecchie dei più attenti come un campanello d’allarme: la legge 431 del ’98, che aveva l’obiettivo di far incontrare la domanda di alloggi con l’offerta tramite incentivi alla proprietà e sostegno alla locazione, non era più sufficiente. Nelle nostre città, nelle nostre aree metropolitane, gli alloggi non mancano. In Italia ci sono più alloggi che nuclei famigliari. A rendere sempre più grave l’emergenza abitativa è stata la differenza crescente tra l’aspettativa economica della proprietà e la disponibilità effettiva delle famiglie che cercano casa in affitto e poi faticano sempre di più ad arrivare alla fine del mese. Siamo arrivati al punto in cui anche la più modesta delle abitazioni richiede che in un nucleo familiare siano almeno due le persone che lavorano. Continua a pag 2 MANUTENZIONE, AD APRILE QUASI 600 INTERVENTI Inquilini soddisfatti: i lavori sono stati fatti in tempo Buoni risultati per la customer satisfaction, l’indagine sulla soddisfazione degli utenti, del mese di aprile. Il 70,8% degli inquilini che hanno richiesto un intervento di manutenzione urgente al numero verde Atc 800.3010981 si dice soddisfatto del lavoro eseguito. Per il 17,2 % il giudizio è comunque sufficiente mentre per il 12% è negativo. Bene anche i tempi: per il 67% l’intervento è stato svolto in tempi rapidi, soprattutto per quanto riguarda le manutenzioni edilizie. Lavori tempestivi ma anche ben eseguiti: l’88% dei residenti dichiara che l’intervento richiesto ha risolto definitivamente il guasto. Nel complesso, si registra un leggero calo del livello di soddisfazione rispetto al mese precedente (dove era del 78%) dovuto forse anche al gran numero di interventi in programma, ben 582. SOMMARIO Palazzo Siccardi torna all’antico splendore pag. 2 L’approfondimento: ospitalità temporanea pag. 3 Ci vediamo in via Arquata pag. 4 2 PALAZZO SICCARDI TORNA ALL’ANTICO SPLENDORE Nello storico edificio di via Barbaroux 13 nuovi alloggi Le sue origini sono antichissime, risalgono addirittura al periodo medievale. Nel secolo scorso ospitava la casa editrice Viglongo, famosa per aver pubblicato i romanzi di Salgari e lo storico almanacco piemontese. Oggi Palazzo Siccardi, di proprietà del Comune di Torino, sta per tornare all’antico splendore. I lavori di riqualificazione, iniziati nel 2008, sono affidati ad Atc. In tutto, per il restauro conservativo dell’edificio, Regione Piemonte, Città di Torino e Compagnia di San Paolo hanno stanziato circa 5 milioni di euro. Nello storico palazzo, nel cuore del quadrilatero romano, troveranno posto 13 appartamenti di edilizia sociale di piccola metratura. Ma dato il suo grande valore storico e culturale, Palazzo Siccardi ospiterà anche una biblioteca di quartiere con sala lettura e una sala polivalente per l’Archivio Storico comunale. Il progetto non trascura neppure le sue origini: uno spazio ad hoc sarà dedicato all’Archivio dell’editore de La Tigre della Malesia. Va da sé che si tratta di un intervento lungo e complesso, supervisionato dalle Sovraintendenze artistica, architettonica ed archeologica. «Per la chiusura del cantiere, in fase progettuale, eravamo stati più ottimisti sui tempi -spiega Luigina Carere, direttore tecnico di Atc - ma l’edificio era praticamente scoperchiato per via del cedimento del tetto e sono stati necessari ulteriori e massicci interventi di riconsolidamento. Il suo grande valore artistico naturalmente è stato preservato, con un attento restauro dei soffitti a cassettonato e dei dipinti ancora visibili su alcune pareti». La fine dei lavori ora è prevista per il mese di settembre. A quel punto, i 13 alloggi saranno pronti continua da pag 1 Un reddito è necessario per pagare l’affitto (o il mutuo) cui va aggiunto il costo delle utenze (acqua, luce, gas, spese condominiali). Con l’altro reddito, se va bene, si mangia, ci si cura, si mandano i figli a scuola. Insomma, si vive. Ciò significa che in tutte quelle famiglie dove il reddito è solo uno non ci si può permettere un alloggio. E’ facile intuire a questo punto che l’emergenza casa oggi riguarda tutti i nuclei monoparentali: i pensionati, i precari, i cassaintegrati, i giovani, i disoccupati. In sostanza, la maggioranza della popolazione. Abbiamo dunque molte migliaia di alloggi inutilizzati e molte migliaia di famiglie che non possono permettersi una casa ai prezzi di mercato. Abbiamo un numero largamente insufficiente di alloggi di edilizia pubblica. I soli che con un canone sociale queste famiglie potrebbero permettersi. Ciascuno capisce dunque che se si ammette la necessità di dare un tetto alle famiglie meno abbienti occorrono alloggi a costi com- per essere assegnati ad altrettante famiglie in attesa di una casa. Palazzo Siccardi non è l’unico esempio di abitazioni sociali nel centro storico cittadino: Atc gestisce alloggi di edilizia pubblica anche in via Santa Chiara, in via San Massimo e in via Porte Palatine. VIA BARBAROUX 27, PALAZZO SICCARDI Finanziamento complessivo euro 5.585.658,83 Regione Piemonte: 2.762.184,57 (LR 457/78) Città di Torino: 1.323.474,26 Compagnia di San Paolo: 1.500.000 (opere di restauro) Proprietà: Città di Torino Direzione lavori: Atc Torino Inizio lavori: luglio 2008 Fine lavori: settembre 2012 L’edificio si suddivide in: • 13 alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata • Biblioteca di quartiere • Sala polivalente per l’Archivio Storico • Archivio Editoriale – editore Viglongo patibili, paragonabili cioè all’edilizia sovvenzionata. Non si capisce dunque che utilità abbia il dibattito che tanto appassiona in questi anni amministratori e costruttori circa il cosiddetto housing sociale, posto che per loro esplicita ammissione tra oneri vari, redditività da garantire ecc…porterà a canoni di locazione vicini e talvolta superiori a 400 euro al mese. Per farla breve, alloggi a 300 euro al mese sul mercato privato oggi esistono già. Quello che non c’è, che serve e va costruito sono alloggi a meno di 100 euro e questo lo può fare solo l’edilizia sovvenzionata. Il resto non serve a chi cerca casa ed è povero, al massimo serve a chi costruisce. Legittimo, per carità. Ma, parlandoci francamente, è un’altra cosa! Andrea Parvopasso consigliere di amministrazione Atc Torino e Provincia 3 OSPITALITA’ TEMPORANEA Se volete ospitare qualcuno a casa vostra, ricordatevi di segnalarlo ad Atc Un ospite non dichiarato può farvi perdere i requisiti per la permanenza nell’alloggio! Capita spesso di dover ospitare una persona nella propria casa. Un figlio, un nipote, la nonna anziana. Familiari che per esigenze di cura o lavoro devono restare per un periodo di tempo a casa nostra. Che fare se si vive in una casa popolare? Bisogna richiedere ad Atc l’autorizzazione per l’ospitalità temporanea. QUANDO FARE RICHIESTA La richiesta deve essere fatta dall’assegnatario dell’alloggio. La legge regionale prevede che l’ospitalità temporanea venga autorizzata a persone legate all’assegnatario da vincoli di parentela o convivenza per motivi di studio, lavoro o salute (in questo caso ci vuole la documentazione medica). Se viene autorizzato, l’ospite ha diritto a vivere in quell’alloggio per il periodo di un anno. IL CANONE A questo punto l’ospite entra a far parte del nucleo familiare. Dal momento che il canone d’affitto viene calcolato in base al reddito della famiglia, se l’ospite ha un reddito sarà conteggiato anche questo e il vostro canone sarà ricalcolato. OSPITI O BADANTI? Le badanti e tutte le persone che prestano assistenza, purchè assunte con un regolare contratto, non entrano invece a far parte del nucleo familiare. Bisogna però richiedere comunque ad Atc l’autorizzazione. In questo caso l’ospitalità viene concessa senza limiti di tempo. DIRITTI DELL’OSPITE Durante la sua permanenza, l’ospite temporaneo non acquisisce mai il diritto ad avere il cambio dell’intestazione del contratto di locazione. Se l’assegnatario nel frattempo muore o si trasferisce altrove, l’ospite deve lasciare l’alloggio. QUANDO NON E’ CONCESSO Se l’ingresso dell’ospite comporta la perdita dei requisiti per l’assegnatario, ad esempio perché ha un reddito molto alto, Atc può non concedere l’autorizzazione all’ospitalità. Attenzione: un ospite non autorizzato o non dichiarato è considerato una grave violazione del contratto di locazione e può farvi perdere il diritto a restare in quell’alloggio! COSA SERVE Il modulo per la domanda potete scaricarlo sul sito internet di Atc, nella sezione modulistica oppure ritirarlo in sede, allo Sportello Unico o all’Ufficio Relazioni Pubbliche di corso Dante 14 a Torino. Va compilato e riconsegnato (oppure spedito in busta chiusa) insieme ai seguenti documenti: • Documento d’identità dell’assegnatario; • Marca da bollo da € 14,62; • Attestazione dell’ INDICATORE SITUAZIONE ECONOMICA EQUIVALENTE: ISEE (comprensivo dell’ospite); • Attestazione dei redditi lordi di tutti i componenti del nucleo famigliare e dell’ospite. Tutti i dati richiesti possono essere autocertificati (D.P.R n.445 del 28/12/2000). METTERE UNA TENDA SUL BALCONE L’installazione di una tenda sul balcone, per non danneggiare l’estetica dell’edificio, deve essere uguale nella forma e nel colore a quelle già presenti. Per questo, dove non sia già stato predisposto, si deve approvare un piano tende. Nel caso di un condominio, spetta all’assemblea indicare tassativamente le caratteristiche estetiche delle tende da sole che si possono istallare. Per gli edifici abitati da inquilini, si invita a far pervenire ad Atc la scelta del modello di tenda (forma e colore) accompagnata dal 51 per cento delle firme dei residenti. Il modello di richiesta è presente sul sito Atc www.atc.torino.it, alla voce piano tende. In alternativa, si possono chiedere informazioni al numero verde gratuito 800.30.10.81. Le relative decisioni assunte dalla maggioranza, con le modalità spiegate, sono successivamente vincolanti anche per coloro che non hanno partecipato alla decisione. Ogni residente è libero di acquistare una tenda della marca che preferisce, ma l’importante è che sia omogenea a quelle già installate. 4 CI VEDIAMO IN VIA ARQUATA Nella circoscrizione 1 un’associazione aiuta gli inquilini a sentirsi meno soli. E a risolvere i problemi di tutti i giorni Aiutano gli inquilini delle case popolari ad allacciare rapporti di buon vicinato e a districarsi tra le piccole difficoltà di tutti i giorni. Grazie a loro, gli stranieri riescono più facilmente ad integrarsi e gli anziani si sentono meno soli. Stiamo parlando delle tante associazioni di volontariato attive nei quartieri delle case popolari, per cui rappresentano un aiuto preziosissimo. Una di queste è sicuramente l’associazione Spazio Nuova Arquata che nel quartiere di via Arquata, a due passi dalla sede dell’Atc, è diventata un punto di riferimento per i tutti gli abitanti. Nata nei primi anni duemila nell’ambito dei lavori di riqualificazione previsti dal Contratto di Quartiere, col tempo ha cambiato nome ma non la sua mission. Al suo interno convivono più realtà associative che insieme mettono gratuitamente a disposizione delle famiglie tutta una serie di servizi: dalle attività di aiuto e assistenza nelle pratiche burocratiche fino a sport e tempo libero. Nei locali di via Arquata 2, messi a disposizione da Atc, non ci si ferma un attimo: «L’attività di sportello è sicuramente una di quelle più gradite e non soltanto dagli abitanti della zona» spiega Maria Teresa Nesta, presidente dell’associazione. «Arrivano persone anche da Santa Rita e Barriera di Milano. I volontari li aiutano con la compilazione del censimento o con la compilazione di moduli o domande. Qualche volta si trovano anche a doverli aiutare a risolvere piccoli problemi di vicinato, raccolgono lamentele, segnalazioni. Spiegano loro come fare, a quali uffici rivolgersi. E loro vanno via più tranquilli». Gettonatissimo anche il corso di ginnastica per adulti, in programma il martedì sera, che quest’anno sta vivendo la sua stagione d’oro. «Per i bambini, invece, organizziamo laboratori creativi sul riciclo dei materiali mentre per promuovere la socializzazione ogni mese c’è una piccola gita in programma: la visita al Museo Egizio o un semplice gelato in centro». Piccole cose, che per una persona sola e senza una rete familiare spesso, però, possono fare molto. Quest’anno poi ci sono due novità: la consulenza legale gratuita, possibile una volta al mese grazie alla disponibilità di un avvocato, e “il parrucco” gratuito. Una parrucchiera disoccupata, infatti, ha deciso di mettere la sua esperienza a disposizione di chi, magari, vorrebbe un nuovo taglio Periodico d’informazione dell’Agenzia Territoriale per la Casa di Torino e Provincia di capelli ma fatica ad arrivare a fine mese. Taglio e piega li offre gratis lei, una volta a settimana, sempre nei locali dell’associazione. E poi c’è il tg ComunicArquata, un vero e proprio telegiornale in cui due ragazze dell’associazione riuniscono tutte le notizie utili a chi vive nel quartiere. Lo si può vedere in diretta durante le manifestazioni in zona, come la Festa dei Vicini, o su un dvd, disponibile in sede. «Il bilancio di questi anni è sicuramente positivo – spiega ancora la Nesta – e l’obiettivo è quello di allargare ancora il cerchio». La prossima sfida è l’apertura di una stireria, un’attività commerciale aperta a tutti che darà lavoro a donne svantaggiate. Sorgerà nei locali dell’associazione, accanto ad uno spazio dove verranno trasferite le altre attività. «Le associazioni dovranno “stringersi un po’ ” – aggiunge - ma il clima è di collaborazione dal momento che si tratta di un progetto in cui crediamo molto». La signora Maddalena di via Frugarolo prepara TROCCOLI CON SUGO DI SEPPIE RIPIENE. Un piatto tipico della Puglia, la regione di cui è originaria. Ecco la sua ricetta. INGREDIENTI per 4 persone: 400 gr di troccoli freschi 4 seppie di media grandezza già pulite 300 gr pane raffermo 100 gr pecorino pugliese 2 uova 2 spicchi d’aglio prezzemolo latte sale, pepe 500 gr di pomodori pelati olio extravergine d’oliva Buo n ap petit o! Tritate la mollica di pane, il pecorino grattugiato, 1 spicchio d’aglio, il prezzemolo, un pizzico di sale e pepe. Mettete il composto tritato in una ciotola e aggiungete le uova, un filo d’olio e un goccio di latte, mescolando fino ad ottenere un impasto piuttosto denso. Riempite le seppie con il composto, e richiudetele con un paio di stuzzicadenti. Preparate il sugo rosolando l’altro spicchio d’aglio intero a cui poi aggiungete i pomodori pelati, un pizzico di sale e un ciuffo di prezzemolo tritato. Cuocete il sugo a fuoco moderato per circa 15 minuti. Aggiungete delicatamente le seppie e cuocete a fuoco lento per un’altra mezz’ora. Cuocete i troccoli in abbondante acqua salata. Scolateli al dente e conditeli con il sugo. Registrazione del Tribunale di Torino numero 17 del 2012 direttore responsabile: Carola Quaglia redazione: corso Dante 14 – 10134 Torino. Tel. 011.3130362 [email protected] in redazione: Giuseppina Vigliotti, Carola Quaglia, Daniele Darchini hanno collaborato: associazione Spazio Nuova Arquata