A MILANO più occasioni per l`igienista dentale

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A MILANO più
occasioni per
l’igienista dentale
Il corso universitario di igiene dentale dell’Università di Milano
si fa più grande, arriva a 70 studenti e si convenziona con il
Pio Albergo Trivulzio per l’attività pratica: a dieci anni dalla
sua istituzione, il corso è ormai una certezza
Servizio a cura di Andrea Bagatta
È
stata inaugurata il 7 maggio
scorso alla presenza delle autorità cittadine l’area odontoiatrica del
Pio Albergo Trivulzio: frutto della totale ristrutturazione di un padiglione
dell’Ente, possibile grazie alla donazione di 500 mila euro in testamento
da parte delle signore “Clelia ed Elsa
Sala”, è una struttura del tutto innovativa, composta da un totale di 7 postazioni odontoiatriche fisse e 22 po-
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stazioni mobili per i 1200 ospiti anziani dell’Azienda di Servizi, di cui 12
ultra centenari.
La nuova area ha grandi possibilità di
diventare un punto di riferimento per
Milano e per l’intera Regione Lombardia. Sarà, in primis, l’aiuto che il
Pio Albergo Trivulzio rivolge agli anziani che autonomamente non possono
accedere alla cura della bocca, o perché allettati o perché indigenti, un
area in cui potranno trovare la risoluzione a questi problemi. Ma la sua
attività non sarà preclusa al territorio
e verranno, infatti, fornite le cure primarie a tutti i cittadini con accoglienza, efficacia, professionalità e disponibilità.
Questa area, poi, ospita proprio a
partire da questo settembre il corso
di laurea in Igiene Dentale dell’Università degli Studi di Milano, e sarà
frequentato ogni anno da poco meno
di un centinaio di studenti.
Questo progetto è stato sostenuto
con forza dal Presidente e dal Consiglio di Amministrazione dell’Ente:
“Sono orgoglioso di poter inaugurare
l’area odontoiatrica – afferma il Presidente, Prof. Emilio Trabucchi – perché ci sta molto a cuore, l’attenzione per la cura e l’igiene dentale degli
anziani, persone particolarmente delicate e fragili, che qui vengono curate e accudite a 360 gradi».
Un corso potenziato
È proprio dalla nuova convenzione
con il Pio Albergo Trivulzio che parte l’analisi del successo del corso di
Laurea in Igiene Dentale dell’Università di Milano. A più di 10 anni dalla sua attivazione, il corso diventa
più grande ed entra in una fase matura. «A più dieci anni dall’attivazione del Corso di Laurea in Igiene Dentale presso l’Università Statale di Milano, il bilancio è sicuramente positivo sia dal punto di vista didattico che
in relazione all’attività clinico-pratica
che permette ai neolaureati di inserirsi facilmente nell’ambito lavorativo –
dice il professor Giampietro Farronato, coordinatore del corso di Laurea
-. Studenti e corpo docenti risultano
pienamente soddisfatti dei risultati
raggiunti, sebbene l’ampliamento dei
posti disponibili non sia coinciso con
un parallelo incremento del corpo docente e a tutt’oggi la figura professionale dell’Igienista Dentale non abbia
ancora trovato la giusta collocazione
anche a livello pubblico».
Proprio questo è il dato saliente del
2010: i posti disponibili sono saliti a
70 e le attività di tirocinio pratico po-
La professione
vista dalla professionista
A colloquio con la dottoressa Marialice Boldi, presidente
dell’Associazione Igienisti Dentali Italiani, che ci svela
segreti e prospettive della professione
Dottoressa Boldi, quali sono i temi caldi della professione?
Possiamo dire che al momento i temi caldi riguardano sia problematiche cliniche
sia istituzionali. Sul fronte clinico il goal che l’igienista dentale spera di realizzare riguarda la possibilità di eseguire l’anestesia e a tal fine, a nome dell’AIDI, ho presentato richiesta di parere al Ministero della salute. L’istanza, supportata dalle motivazioni giuridiche dell’avvocato Silvia Stefanelli, trova tra l’altro la sua giustificazione nel fatto che, ovviamente su prescrizione medica, così come l’infermiere è autorizzato alla somministrazione di farmaci, dovrebbe esserlo anche l’igienista dentale che fa comunque parte delle professioni sanitarie avendo conseguito una laurea
triennale abilitante all’esercizio della professione; il corso di anestesiologia è contemplato nel percorso formativo universitario, così come l’acquisizione del patentino per la rianimazione.
Altro punto… direi però “tiepido” riguarda l’utilizzo del laser: purché l’igienista dentale lo utilizzi nei limiti delle sue competenze, e cioè desensibilizzazione, detossificazione delle tasche, sbiancamento dentale, non vedo quale sia il problema.
Il laser è uno strumento tecnologico avanzato e non è pensabile che per l’utilizzo di
ogni innovazione tecnologica si debba chiedere il permesso! Ripeto, nei limiti delle proprie competenze, tutti i mezzi e gli strumenti giudicati idonei possono/devono essere ammessi. Non ricordo bene…..ma nel profilo dell’odontoiatra c’è scritto
specificamente che può utilizzare il laser?
E dal punto di vista istituzionale?
L’igienista dentale sta cercando di ottenere specifici spazi occupazionali all’interno
delle strutture pubbliche: qualcosa a tal proposito si sta muovendo e alcune ASL
hanno pubblicato bandi di concorso per l’assunzione di igienisti dentali. Certo, la
speranza è di vedere quanto prima l’igienista dentale negli organici ospedalieri! Infine, e questo è un punto “bollente”, contiamo che veda finalmente la luce la legge
sugli ordini e gli albi professionali che, assieme alle altre professioni sanitarie, rincorriamo da oltre 10 anni. Voglio dar credito alle parole rassicuranti del Ministro Fazio che ha promesso in più occasioni e si è impegnato a risolvere il tutto entro breve
tempo (sei mesi… ha detto!) Però sino a che non vedo… incrocio le dita.
Quale ruolo gioca l’igienista nella prevenzione?
Direi che nel team odontoiatrico l’igienista dentale è la figura che riveste un ruolo di
primaria importanza per quanto riguarda la prevenzione. Si sa da tempo che l’igiene
orale è la “conditio sine qua non” per il mantenimento nel tempo della salute orale e l’igienista dentale è il professionista che, oltre ad eseguire scaler e rootplaning,
motiva e istruisce il paziente, esegue i test per determinare il rischio di carie ed individuare la presenza dei batteri patogeni maggiormente responsabili delle parodontopatie, esegue fluoro profilassi topica e sigillature, dà consigli per un’alimentazione corretta per mantenere sani denti e gengive…. Ben inteso, l’azione dell’igienista
dentale deve essere assolutamente promossa ed esaltata dall’odontoiatra che, per
primo, deve credere nella prevenzione e nell’importanza del lavoro svolto dall’igienista dentale così da operare in sinergia per ottenere il miglior risultato.
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Il tumore del cavo orale è una patologia sotto la lente d’ingrandimento: quanto può fare l’igienista?
Naturalmente non è compito dell’igienista dentale far diagnosi di tumore ma è certamente suo competenza, sua responsabilità e suo assoluto dovere saper riconoscere una lesione sospetta all’interno del cavo orale così da segnalarla prontamente
all’odontoiatra che saprà prendere le opportune decisioni in merito. Molto è, inoltre, quello che l’igienista dentale può fare per alleviare i disagi e la sintomatologia
conseguenti a radio e chemioterapia come del resto ben descritto in letteratura
e, ancora una volta in tema di prevenzione, proprio recentemente specificato nelle “Linee guida per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie orali negli individui in età evolutiva che devono essere sottoposti a terapia chemio e/o radio” promosse dal Ministero della Salute . Al gruppo di lavoro, coordinato dal Professor Enrico Gherlone, abbiamo partecipato come igienisti dentali la
dottoressa Elisabetta Polizzi ed io, a testimonianza del riconoscimento della valenza professionale della nostra figura.
Come è evoluta la professione rispetto a 10 anni fa?
I progressi e i riconoscimenti ci sono indubbiamente stati: penso alla possibilità
di lavorare in autonomia, come stabilito dalla legge 251 del 2000, non più su prescrizione ma su indicazione dell’odontoiatra; penso alla conoscenza che hanno di
noi i pazienti (finalmente in numero sempre maggiore sanno distinguere l’igienista
dentale dall’assistente alla poltrona!); penso alla qualità della formazione universitaria assolutamente allineata e spesso superiore a quella di paesi con una tradizione e
cultura in tema di igiene orale e prevenzione ben più radicate delle nostre.
Come presidente dell’AIDI, che è stata la prima Associazione di Igienisti Dentali accreditata in Italia e che da 29 anni lotta per l’affermazione della nostra figura professionale , mi piacerebbe che i progressi fossero più rapidi, vorrei che tutti gli odontoiatri percepissero l’igienista dentale come un collaboratore indispensabile, vorrei
vedere l’igienista dentale nelle strutture pubbliche: ospedali, ASL, scuole…..
Quale rapporto si instaura con il paziente?
Il ruolo e l’efficacia dell’igienista dentale emerge proprio quando viene preso in
considerazione il rapporto con il paziente. Ancora oggi molte sono le persone che
si avvicinano con timore alla poltrona del dentista cui associano spesso l’idea di dolore; invece si percepisce l’igienista dentale come persona “amica” vuoi per il maggior tempo che può dedicare all’ascolto dei pazienti, vuoi per il fatto che interviene in situazioni in cui normalmente non è presente il dolore, vuoi perché i pazienti ne hanno meno soggezione e interagiscono più liberamente, vuoi perché la seduta di igiene orale diventa una consuetudine, un appuntamento che dà al paziente
la sensazione di fare qualcosa per se stesso….Insomma i rapporti coi pazienti sono in genere ottimi!
Ci indichi tre motivi per un giovane per intraprendere questa carriera.
I motivi sarebbero molti di più, ma provo a sintetizzare. Prima di tutto perché è una
professione in crescita, che ancora per diversi anni sarà in espansione a causa del
numero ancora esiguo di professionisti rispetto alle esigenze della popolazione e
quindi può assicurare lavoro certo e un discreto ritorno economico. Poi perché l’attenzione del sistema sanitario sarà sempre più orientata a privilegiare la prevenzione anche in campo odontoiatrico, specialmente in funzione della necessità di contenere i costi. Infine perché è straordinario il rapporto che si stabilisce coi pazienti
ed è molto gratificante prendersi cura degli altri. Certo, l’igienista dentale non salva tutti i giorni delle vite, ma spesso contribuisce al benessere delle persone e un
sorriso può essere molto appagante.
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tranno avvalersi della nuova collaborazione anche con il Pio Albergo Trivulzio. «Quest’ultimo anno il Corso di
Laurea è stato ulteriormente potenziato portando a 70 i posti disponibili per l’accesso programmato ed aggiungendo il rinomato Pio Albergo Trivulzio alla Clinica Odontoiatrica della
Fondazione Ca’Granda Ospedale Policlinico e al polo didattico San Paolo-Galeazzi che accolgono gli studenti
assicurandone la formazione clinico
pratica… - continua il professor Farronato -. Il progetto sarà potenziato con
l’inserimento dell’igienista dentale
nei reparti di lungodegenza per l’assistenza del paziente anziano».
Del resto la professione di igienista
ha ancora bisogno di una preparazione clinico-pratica di grande intensità
per fornire quella completezza di formazione necessaria a licenziare professionisti seri e preparati. «La professione dell’igienista dentale necessita oltre che di un’appropriata preparazione teorica, indispensabile per
qualsiasi professione sanitaria, soprattutto di una preparazione clinicopratica assicurata dall’obbligo di frequenza nei vari reparti ospedalieri in
cui lo studente fin dal primo anno si
interfaccia con i pazienti imparando
le mansioni fondamentali sotto la guida dei tutors – prosegue Farronato Il corso di laurea in igiene dentale può
essere definito residenziale: gli studenti svolgono un’intensa attività di
tirocinio pratico, a partire dal secondo semestre del primo anno. La frequenza è giornaliera, suddivisa in lezioni frontali e tirocinio pratico su paziente all’interno delle strutture ospedaliere, preceduto da corsi di pratica
clinica simulata su manichini».
Scopi e obiettivi
Lo scopo del corso universitario di
tre anni, o laurea breve, è quello di
formare figure professionali di igienista dentale assicurando loro una preparazione a tutto tondo rispetto alla
disciplina e al contesto odontoiatrico all’interno del quale si muoveranno gli allievi una volta laureati. Così
i principali obiettivi formativi indivi-
conoscere le anomalie di posizione e numero dei
denti, dei rapporti intermascellari,
le problematiche
del loro trattamento, l’aumentato rischio di contrarre
malattie dentoparodontali e le modalità di prevenzione di queste, e parimenti conoscere eziopatogenesi,
diagnosi, profilassi
e prevenzione delle malattie dentoparodontali nel paLa dottoressa Marialice Boldi, presidente
dell’Associazione Igienisti Dentali Italiani
ziente in età pediatrica, possedere adeguate coduano con grande precisione i comnoscenze di etipopatogenesi e diapiti precipui della figura dell’igienista
gnostica delle malattie infiammatorie
dentale all’interno dell’equipe medidei tessuti di supporto dei denti (genca dello studio dentale. Intanto, il corgiviti e parodontiti) e sapere descriso fornisce gli elementi per conoscevere ed eseguire le tecniche di igiere i principi dell’epidemiologia, delle
ne orale domiciliare e professionale.
modalità di trasmissione, delle comCi sono poi una serie di competenze
plicanze della carie, nonché tutte le
generali a corredo della preparaziomodalità di prevenzione e profilassi
ne professionale, dall’essere in grado
della malattia cariosa. Quindi l’alliedi prestare un primo soccorso all’invo saprà descrivere i principali quaterno e all’esterno della struttura neldri delle malattie delle mucose orale,
la quale lavorano all’utilizzo della linconoscere le modalità di trasmissiogua inglese nell’ambito specifico di
ne della patologia infettiva e di precompetenza e per lo scambio di invenzione della infezione crociata. Ovformazioni generali, fino a possedere
viamente alla base della professione
gli strumenti cognitivi utili alla comc’è la capacità di descrivere i quadri
prensione della letteratura scientifidelle prevalenti malattie nell’adulto
ca ed all’utilizzo dele nel bambino, delle deformità conle tecnologie informagenite, correlando i principi di teratiche per la comunicapia farmacologia con i quadri osserzione, la gestione e la
vati e parimenti di conoscere il serprogrammazione provizio pubblico sanitario di riferimenfessionale.
to, le norme di radioprotezione ed i
Tra mercato
principi giuridici correlati. Tra le parti
e paure
più interessanti della professione, gli
Un potenziamento nuallievi apprenderanno le modalità più
merico, quello del coradeguate per instaurare un corretto
so di laurea, che tuttarapporto terapeuta-paziente, inquavia non è ancora suffidrandolo nell’ambito delle tecniche
ciente, almeno rispetto
attuali di analisi del comportamenalle richieste che arrito, di comunicazione e di pedagogia
vano dal territorio deldell’informazione sanitaria. La prepala regione Lombadia.
razione tecnica non sarà da meno:
«Il numero attuale degli studenti che
accedono al corso di laurea in igiene dentale risulta al momento ancora inferiore all’effettiva richiesta del
mercato sul territorio sanitario della
Regione Lombardia – prosegue Farronato -. Si auspica, nei prossimi anni, la possibilità di un ampliamento di
questa figura sanitaria professionale. adeguando il numero degli iscritti al corso di laurea in base alle reali esigenze del mercato territoriale.
La prospettiva futura è quella dell’inserimento della figura professionale
dell’igienista dentale in ogni studio
odontoiatrico (5 mila nella sola Regione Lombardia), per poter offrire al
pubblico un servizio sanitario multidisciplinare».
E ciononostante, però, in molti studi
dentistici la figura dell’igienista dentale non è presente, e non sembra
essere universalmente ancora riconosciuto il suo ruolo rilevante all’interno
dell’equipe medica. «Ma le ragioni sono secondo me principalmente economiche - prova a dare una risposta
Marialice Boldi, Presidente Nazionale AIDI l’associazione delle igieniste
dentali italiane -. L’igienista dentale è
spesso percepita dall’odontoiatra come un antagonista che gli sottrae lavoro e reddito se lavora in uno studio
autonomo ed è considerata un costo
aggiuntivo se lavora in collaborazione. Non è così».
Del resto, conti alla mano, l’igienista
dentale che lavora come libero pro-
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fessionista o collaboratore è pagato
solo per il lavoro che effettivamente
fa: niente ferie pagate, niente malattia, o maternità se donna, niente trattamento di fine rapporto, niente contributi previdenziali,niente pagamento se il paziente non viene all’appuntamento, niente tredicesima e quattordicesima… «A fine mese viene
emessa fattura, naturalmente detraibile, e allora, dov’è il costo in più rispetto all’assistente? – si domanda
Marialice Boldi –. L’ ASO (le cui mansioni sono tutte comunque importanti per il buon andamento dello studio), non ha certamente, in materia
di igiene orale, la preparazione professionale e le competenze dell’igienista dentale, per cui può mettere
a rischio la salute del paziente. Voglio sottolineare inoltre che commette un’infrazione penale (articolo 348
del codice penale per abuso di professione) per la quale è imputabile lo
stesso odontoiatra».
Ma forse c’è anche una questione di
leadership: spesso i medici dentisti
e gli odontoiatri vecchia maniera non
sono abituati al lavoro d’equipe, alla collaborazione ed alla condivisione. «È proprio così – conferma Marialice Boldi –. Temono forse di perdere autorità agli occhi degli altri dipendenti e degli stessi pazienti; chissà, magari sono anche per così dire
gelosi dei propri pazienti. Ma c’è ancora un aspetto che spero sia l’evenienza meno frequente, ma purtroppo temo non sia così: non tutti gli
odontoiatri credono davvero nei benefici dell’igiene orale né domiciliare né professionale, e in questo modo, oltre a non fare il bene dei loro pazienti, rinunciano anche ad un
discreto introito economico. Infatti l’igienista dentale sa fidelizzare e
motivare il paziente, oltre che alle
sedute regolari di igiene orale professionale, ai controlli periodici e spesso a prendersi cura di sé anche dal
punto di vista estetico. Il discorso è
davvero molto ampio: mi piacerebbe
avere in merito un confronto diretto e
aperto con gli odontoiatri che fanno
resistenza…».
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La parola
agli studenti
Docenti e professionisti, ma alla
fine i protagonisti sono loro, gli
studenti: ecco il corso di laurea
di Igiene Dentale visto con gli
occhi di un’allieva
Camilla Carrieri, 20 anni, milanese,
ha scelto questa strada per stare nel
solco della carriera del padre, medico dentista con studio professionale a Milano, ma al tempo stesso trovare una propria via.
«La scelta del corso di laurea in igiene dentale deriva soprattutto dal bisogno o dalla volontà di essere
pronti per il mercato del lavoro molto presto – spiega Camilla –. A 22
anni sei laureato, pronto a cominciare a lavorare in un settore che riesce ad assorbire abbastanza bene
per il momento i giovani. L’ingresso nel corso è tutt’altro che scontato, e la selezione avviene prima,
con un test d’ingresso molto difficile, pochi posti disponibili e molti aspiranti. Di certo la preparazione liceale da sola non è sufficiente
per superare il test, e ci vuole molto
impegno e preparazione specialistica, soprattutto nelle materie scientifiche».
Un corso di laurea che regala molte soddisfazioni, che ti prepara sul
campo, ma che costringe anche a
un tour de force notevole. «L’aspetto più bello e interessante è il tirocinio formativo: al secondo mese sei
già a contatto con i pazienti e devi imparare a cavartela in fretta, e
questo è molto positivo perché capisci come devi trattare con la gente, come organizzare l’agenda e soprattutto come usare gli strumenti
– continua Camilla –. Poi nel nostro
polo, il tirocinio è molto impegnativo perché alla fine quattro mattine su cinque si lavora sul campo,
più un paio di pomeriggi la settimana. Ma poi c’è tutta la parte teorica,
molto interessante, e la preparazione degli esami. Non è una passeggiata, e forse ogni tanto si avrebbe
bisogno di un po’ di respiro!»
Ma questa è una laurea breve che
si porta dietro tante prospettive. In
termini lavorativi i giovani laureati
finora non hanno faticato ad essere assorbiti dal mercato del lavoro, soprattutto studi professionali, in termini di prosecuzione dello studio, il corso è un’ottima base
per ulteriori specializzazioni. «Personalmente voglio proseguire dopo la laurea breve con un master
all’estero oppure con la laurea in
odontoiatria – conclude Camilla
–. Lo studio professionale di famiglia già avviato è utilissimo per poter rivedere in pratica gli insegnamenti teorici imparati a scuola, e
un domani può essere un appoggio lavorativo, ma io voglio cercare anche la mia strada. In generale,
credo che gli studi professionali rimangano la soluzione più praticata
dai neolaureati, anche se la gente
ancora fatica a riconoscere la figura professionale dell’igienista, che
esiste ancora da pochi anni. Eppure è parte importante nel team
odontoiatrico e sono convinta che
in futuro emergerà sempre più».
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