Rappresentazioni sociali - Dipartimento di Comunicazione e

Il Costruttivismo Sociale Europeo
La Teoria delle Rappresentazioni Sociali
Moscovici
Psicologia Sociale e della Comunicazione
dalla dimensione individuale a quella sociale
L’approccio delle rappresentazioni sociali (RS) si situa all’interno di una psicologia
sociale “europea”, contrapposta per semplicità a quella di mainstream
“statunitense”.
In questo caso non ci si rivolge esclusivamente allo studio di caratteristiche individuali
(disposizioni, tratti) ma si riconosce la specificità del gruppo come unità
caratterizzata da processi e dinamiche peculiari.
Tuttavia, a differenza di altri approcci (culturali, discorsivi) l’approccio RS non esclude
la presenza di strutture cognitive e di processi individuali.
Può essere perciò definito socio-costruttivista
Se gli approcci di mainstream si concentrano sui processi (cioè sul come), gli studiosi di
RS si pongono due altre domande: Quando e perché certi processi hanno luogo?
(Lorenzi Cioldi, 2001)
In altri termini, la ricerca in ambito RS è volta a descrivere ed interpretare come le
persone guardino alla propria realtà sociale.
Infine, così come per altri approcci (cfr. Teoria dell’Identità Sociale) la ricerca sulle RS
non è condotta nel vuoto sociale ma è sempre inserita in un contesto specifico, da
cui trae risorse per il proprio sforzo interpretativo.
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dalle rappresentazioni collettive…
La teoria delle RS trae spunto e si differenzia dal costrutto di Rappresentazioni
Collettive, proposto da Durkheim.
Le rappresentazioni collettive sono un insieme di forme intellettuali su temi di
ampia portata quali religione, diritto, morale, scienza…
Sono collettive per:
Origini: nascono nella società
Oggetto: riguardano temi centrali per la società
Comuni: sono condivise da tutti i membri della società
Le rappresentazioni collettive sono sedimentate nel tempo, riguardano fenomeni
particolarmente vasti e sono fortemente strutturate.
Esse sono, per Durkheim, l’oggetto di studio della sociologia
Sono diverse dalle rappresentazioni individuali, di cui dovrebbe occuparsi la
psicologia.
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…alle rappresentazioni sociali
Con Rappresentazioni Sociali ci si riferisce ad una nozione specifica, diversa dalle
rappresentazioni collettive: sono rappresentazioni elaborate da un insieme di
persone di fronte ad un oggetto socialmente rilevante, assumono forma di
teorie del senso comune.
In altri termini, sono delle conoscenze condivise, esse possono riguardare un
qualsiasi oggetto specifico, a patto esso che sia rilevante per il gruppo stesso e
per le relazioni (anche conflittuali) che esso ha con altri gruppi. Non è necessario
che siano condivise dalla società intera.
Sono connotate da stabilità e flessibilità: non sono entità date e statiche ma flussi in
continuo movimento, entità dinamiche, continuamente rielaborate nel confronto
interpersonale .
Sono tipiche delle società detradizionalizzate: cioè delle società, come la nostra, in cui
minore è la strutturazione in status, ed in cui anche chi non ha competenze ufficiali
può contribuire al discorso presente nella sfera pubblica (Jovchelovitch, 2007).
Ad. esempio, ognuno di noi si è fatto una idea degli esperimenti di fisica nucleare del CERN, anche
se non siamo esperti…
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Universi reificati e consensuali
Il primo interesse dell’approccio delle RS è indagare come le teorie scientifiche
siano recepite dalle teorie del senso comune non come impoverimento ma
trasformazione.
In questo quadro, Moscovici (1961) introduce il concetto di RS nel suo studio
fondativo sulla diffusione della Psicoanalisi nella Francia anni ’50.
Egli evidenzia come essa sia trasformata in una “confessione laica”, ma anche che
alcuni gruppi (marxisti) la vedono come una scienza borghese. Infine, alcuni temi
(scabrosi) vengono come cancellati dalla teoria del senso comune (ad es. la libido)
Con uno studio etnografico, Jodelet (1986) esplora la rappresentazione della
Malattia Mentale in una comunità rurale francese.
Ella evidenzia come, benché ospitati in casa (come forma di assistenza), i malati
mentali venissero sottoposti a pratiche discriminatorie, ad esempio le stoviglie
erano lavate separatamente (prima i “sani” e poi i “malati”).
Anche queste pratiche sono interpretabili come una forma di gestione del
“diverso”.
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Universi reificati e consensuali
In termini più formali il rapporto tra scienza e senso comune si propone come
differenza tra universi reificati e universi consensuali.
Sono i secondi quelli in cui si producono le rappresentazioni sociali.
Universi reificati
Universi consensuali
Società: sistema solido di status e
ruoli
Società: insieme di individui
competenti
Conoscenza: empirica e razionale
Conoscenza: condivisa
Pensiero: volto alla precisione
intellettuale e all’evidenza empirica
Pensiero: attività pubblica legata agli
scopi del gruppo
(scienza)
(RS)
Nota. Sviluppi recenti, più che considerare i due come universi distinti, propongono di
considerarli come processi diversi di formazione della conoscenza.
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Definizioni di Rappresentazioni Sociali
Possiamo dunque comprendere alcune definizioni chiave.
Le RS sono:
“elaborazione di un oggetto da parte di una comunità che permette ai suoi membri di
comportarsi e comunicare in modo comprensibile” (Moscovici, 1963)
“Equivalente di miti e credenze…versione odierna del senso comune”(Moscovici,
1981)
“Forma di conoscenza, socialmente elaborata e condivisa avente un fine
pratico e concorrente alla costruzione di una realtà comune ad un insieme
sociale” (Jodelet, 1992).
Circa l’ultima definizione, tra le più usate, occorre sottolineare che le RS sono una
forma di conoscenza, con un fine pratico (ad es. vedi le pratiche discriminatorie
messe in atto), e con un ruolo attivo nel costruire la realtà.
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Componenti delle Rappresentazioni Sociali
(le Bouedec, 1984)
Nelle RS si distinguono tre componenti fondamentali:
Informazione: insieme delle nozioni connesse ad un dato oggetto di
rappresentazione. Si tratta dei contenuti della rappresentazione.
Ad es. il corpus testuale evocato in un compito di associazioni libere
Campo: è il modo in cui le nozioni sono organizzate. Rappresenta l’unità
gerarchica degli elementi.
Ad es. Gli studenti sono opposti al comitato
Atteggiamento: è l’orientamento verso l’oggetto.
Ad es. Gli studenti sono inefficaci è una interpretazione che potrebbe essere
indagata lungo le dimensioni classiche del differenziale semantico: valutazione,
potenza, attività.
Nota. Gli atteggiamenti, in questa prospettiva, sono una componente delle RS
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Processi fondamentali
I processi fondamentali nella generazione delle RS sono due, per semplicità si
propongono in serie, anche se hanno un rapporto ricorsivo :
Ancoraggio: consente di inserire il nuovo oggetto di interesse nel sistema di
pensiero preesistente. Diventa così “comunicabile”.
Ad. es. utilizzare il riferimento alla ‘confessione’, come luogo in cui si
raccontano ad un estraneo fatti e pensieri privati, per comprendere l’analisi.
Oggettivazione: consente di riassorbire un eccesso di significati, e quindi di
gestirli materializzandoli. Rende la rappresentazione la “realtà oggettiva”
Attraverso i due processi si manifesta il decalage dell’informazione: alcuni temi
(come ad es. la libido nella Francia anni ’50) vengono eliminati, altri aspetti
distorti e cambiati. Quindi la rappresentazione sociale si differenzia dal
proprio punto di partenza, e via via continua a cambiare.
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Processo di Ancoraggio
L’ancoraggio mette in relazione la novità con i sistemi di pensiero preesistenti
Funzioni dell’ancoraggio sono
Assegnazione di senso: dotare di senso e coerenza lo sconosciuto e il nuovo,
situarlo rispetto ai valori sociali;
Strumentalizzazione del sapere: rendere le conoscenze funzionali per interpretare
e gestire l’ambiente;
Radicamento nel sistema di pensiero: inserire il nuovo nel sistema preesistente di
significati.
Inserire delle novità comporta delle continue modifiche nel sistema di
pensiero, se queste modifiche sono troppo radicali si arriverà ad un
cambio traumatico del sistema di pensiero.
Ad es. possiamo ipotizzare che la rappresentazione eroica della guerra al fronte
proposta dal fascismo muti drammaticamente dopo la II guerra mondiale.
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Processo di Oggettivazione
Fasi
Costruzione selettiva: scelta (vincolata alla propria appartenenza sociale) degli
elementi che costituiscono la rappresentazione
Schematizzazione strutturante: sistemazione e strutturazione dei concetti.
Naturalizzazione: la rappresentazione diventa la “realtà obiettiva” (ad es. esistono
“i depressi” gli “ansiosi”, o, nella ricerca di Di Giacomo i “dirigenti” sono diversi
dai “lavoratori”)
La prima fase consiste nella estrazione di un nucleo figurativo: cioè nel crearsi una
immagine che riproduce visivamente il concetto (ad esempio, nella psicoanalisi,
l’immagine di un iceberg che rappresenta il conscio spinto dall’enorme subconscio)
Reificazione del concetto: al termine del processo di oggettivazione, un oggetto, un
concetto, un tema…è reificato, cioè diviene agli occhi delle persone “reale” ed è a
questa realtà che le persone si rapportano.
Tale realtà consensuale potrà corrispondere più o meno al dato iniziale (es. la
psicoanalisi) e potrà essere più o meno condivisa o dibattuta.
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Funzioni delle Rappresentazioni Sociali
La principale funzione è quella di Cognitive coping: cioè, rendere familiare
quanto è estraneo, aiutando a gestirlo ed inserendolo nell’insieme di conoscenze
pregresse.
In quanto prodotti sociali, frutto dell’interazione comunicativa, le RS sono, inoltre,
sia strumenti di conoscenza che strumenti di comunicazione.
- esse definiscono universi consensuali, sulla base dei quali le persone possono
confrontarsi e comunicare
- e definiscono al tempo stesso i confini del gruppo, di quanti “la pensano come
noi” e di quanti “sono diversi da noi” (es. gli altri studenti o il comitato)
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Struttura – Scuola di Aix
Nella rappresentazione sociale, secondo alcuni studiosi, si distinguono due zone:
Nucleo: è la zona centrale della rappresentazione, la rende Stabile, Genera il significato
dell’intera rappresentazione, Organizza tutto il contenuto della rappresentazione.
Il nucleo costituisce la parte “dura” della rappresentazione, una volta intaccato, cambia
l’intero significato.
Periferia: è la zona di frontiera della rappresentazione. È mutevole, cioè è la parte della
rappresentazione sociale che cambia più in fretta. Ha la funzione di assorbire le novità.
Sarebbe difficile dover riorganizzare quotidianamente il nostro sistema di pensiero di fronte
alle novità. La periferia svolge una funzione di paraurti, dove le novità sono assorbite e
organizzate in modo coerente rispetto ai contenuti del nucleo.
Esempio sulla guerra: dopo la II guerra mondiale possiamo supporre che i contenuti del nucleo siano stati
intaccati.
Dopo le manifestazioni pacifiste contro la guerra in Iraq si osserva un cambiamento nella periferia della
rappresentazione della Pace: i contenuti proposti dalla minoranza pacifista hanno fatto breccia nella
“gente comune”e sono stati inseriti nella periferia della rappresentazione. Tuttavia, non sembra abbiano
(ancora) intaccato il nucleo centrale.
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Ancoraggio nel sociale – Scuola di Ginevra
L’aspetto più propriamente sociale delle rappresentazioni è sottolineato dall’
Approccio Sociodinamico.
Tale sviluppo parte dall’analisi del rapporto tra Sistema (processi cognitivi) e
Metasistema (controllo di natura sociale): il metasisema segue dei principi
organizzatori normativi in base ai quali regola e rielabora i processi cognitivi, i
principi variano a seconda della situazione in cui le persone si trovano ma anche
in base al contesto sociale cui appartengono.
Queste variazioni non sono casuali:
1) Le rappresentazioni sociali si organizzano secondo dimensioni di varia natura
(nell’esempio iniziale: è rilevante la dimensione di potere e non quella di piacere)
2) All’interno di una conoscenza condivisa, le differenti posizioni dei singoli
(individui o gruppi) sono organizzate
3) Le differenze sono ancorate in base a variabili psicologiche (credenze, sistemi di
valori individuali), psico-sociali (appartenenzaa gruppi), sociologiche (classe
sociale, componenti strutturali della società).
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Altre scuole
Dialogica – Markova
Toblerone Model e Wind Rose Model
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Riferimenti bibliografici
La ricerca sul movimento studentesco è tratta da:
Di Giacomo J. P. (1980), Intergroup alliances and rejections within a protest movement. Analysis of the social
representations. European Journal of Social Psychology, 10, 329-344.
Di Giacomo, J.P. (1985). Rappresentazioni Sociali e movimenti collettivi. (Cap.4). Napoli: Liguori.
Per una introduzione al tema delle rappresentazioni sociali si veda
Palmonari A., Cavazza N. e Rubini M. (2002). Psicologia sociale (Cap. 3).Bologna: Il Mulino.
Amerio, P. (2007). Fondamenti di Psicologia Sociale (Cap. 9). Bologna: Il Mulino.
Per un approfondimento si veda
Jodelet, D. (1992) (Ed.). Le rappresentazioni sociali. Napoli: Liguori.
Altri testi citati
Jodelet, D. (1986). Folies et représentations sociales. Paris: PUF
Jovchelovitch, S. (2007). Knowledge in Context: Representation, community and culture. London: Routledge.
Le Bouedec, G. ( 1984 ). Contribution à la méthodologie d’étude des. représentations sociales. Chaiers de
Psychologie Cognitive, 4(3), 245-272.
Lorenzi-Cioldi, F. (2001). The when and the why of how: From mental representations to social
representations. In K. Deaux & G. Philogène (Eds), Representations of the social: Bridging theoretical
traditions. (pp. 217-227). Oxford : Blackwell.
Moscovici, S. (1961). La psychanalyse, son image et son public. Paris: PUF.
Moscovici, S. (1963). Attitudes and opinions. Annual Review of Psychology, 14, 231-260.
Moscovici S. (1981). Le rappresentazioni sociali. In V. Ugazio (Ed.), La costruzione della conoscenza. L'approccio
europeo alla cognizione del sociale (pp. 255-284). Milano: Franco Angeli.
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