la gestione delle esotiche nell`ambito forestale e nelle aree protette

LA GESTIONE DELLE ESOTICHE
NELL’AMBITO FORESTALE E NELLE
AREE PROTETTE
Piante esotiche invasive: dalla prevenzione alla gestione
Torino 14 aprile 2015
Andrea Ebone, Luca Cristaldi, Sandra Buzio, Pier Mario Chiarabaglio
LE SPECIE PIÙ PROBLEMATICHE
•Ciliegio tardivo (Prunus serotina Ehrh.)
•Ailanto (Ailanthus altissima Mill.)
•Poligono del giappone (Reynoutria japonica
Houtt.)
•Zucca matta (Sicyos angulatus L.)
•Quercia rossa (Quercus rubra L.)
•Acero americano (Acer negundo L.)
•Robinia (Robinia pseudoacacia L.)
CILIEGIO TARDIVO: PARCHI NATURALI BOSCO
DELLA PARTECIPANZA DI TRINO, LA MANDRIA E
TICINO
Originario degli Stati Uniti orientali
Specie di climi continentali, si adatta a
diversi suoli, eccetto quelli paludosi o
troppo asciutti
Coltivato in Inghilterra già nel 1629;
diffuso in Europa a scopo ornamentale e
per produzione di legname ed introdotto in
Italia nei primi del ‘900
In ambiti planiziali fluviali e di
alti terrazzi (700 ha tot); si
diffonde per seme (vitali fino a
3-5 anni) e polloni radicali
Specie concorrenziale i quercocarpineti, robinieti e aree aperte di
prateria e brughiera.
Specie degradante la flora, ridotta a
6-7 specie
Curvature di fusti e schianti
Assenza di competitori naturali
INTERVENTI DI CONTENIMENTO
1. Cercinatura portaseme
2. Trattamenti chimici
3. Contenimento dei semenzali e di
ricacci
4. Mantenimento della copertura
specie autoctone
5. Monitoraggio
ULTERIORI STRATEGIE
Impianti e rinfoltimenti con specie autoctone ombreggianti
(nocciolo, carpino, tiglio, ecc)
Rimozione delle ceppaie, pacciamatura
Lotta biologica con Chondrostereum purpureum?
AILANTHUS ALTISSIMA: L’ESEMPIO DEL SIC/ZPS
ISOLOTTO DEL RITANO
Originario Centro e Nord Cina
Predilige climi continentali in ambito
planiziale e collinare
Importato in Europa nella metà del ‘700
per giardini e allevamento della sfinge
dell'ailanto (Phylosamia cynthia)
Costituisce popolamenti monospecifici,
colonizzando anche i boschi radi, con
abbondante produzione di semi, diffusione
per polloni radicali, rapida crescita e
produzione di sostanze allelopatiche
Habitat prioritari praterie
xeriche con orchidee e Boschi
misti ripari dei grandi fiumi.
Presenza diffusa di portaseme in
zone facilmente colonizzabili.
INTERVENTI PROGETTO LIFE+
ECO-RICE
Taglio e incisione al colletto in periodo
vegetativo e spennellatura con Picloram
Trattamento dei semenzali localizzato
con glyphosate
Creazione di fascia arboreo-arbustiva
a contenimento della colonizzazione
delle radure
Intervento efficace per eradicare
gli esemplari presenti
Necessità di periodico monitoraggio.
Esigenza di nuovi interventi sui
semenzali che hanno ricolonizzato
l'area
REYNOUTRIA JAPONICA:
RISERVA NATURALE SPECIALE DI CARISIO
Originario Asia orientale
Introdotta in Italia a metà ‘800 per
scopi ornamentali
Zone ripariali e incolti
Specie erbacea perenne
Diffusione attraverso frammenti di
rizomi o porzioni di fusto
Costituisce popolamenti
monospecifici a densità così
fitta da bloccare lo sviluppo di
qualsiasi altra specie
REYNOUTRIA JAPONICA:
RISERVA NATURALE SPECIALE DI CARISIO
Impianto fitto (4 x 4 m) di specie pioniere (Populus nigra e Populus
alba) con pioppelle di un anno di età in grado di svettare oltre
Reynoutria entro il primo anno e di garantire in pochi anni una
copertura elevata del suolo al fine di limitare la possibilità di crescita
all’esotica.
Manutenzione: 2 trinciature nel primo e nel secondo anno di impianto
e decespugliamento intorno alla pianta
SICYOS ANGULATUS IN IMPIANTI DI
RECUPERO AMBIENTALE IN ZONA GOLENALE
Originario Nord America
Diffuso lungo i corsi d’acqua
Specie annuale
Diffusione per seme
Una pianta può produrre 80.000 semi
e pesare 90 kg e provocare danni negli impianti
arborei e coltivi agrari
Sito di indagine:
Valenza Po AL
Imboschimento di 15 anni (4,5 ha)
Attività svolta:
VERBANIA
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BIELLA
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NOVARA
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#
VERCELLI
Bosco Musolino
Valenza AL
TORINO
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sB
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M
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ASTI
#
#
ALESSANDRIA
CUNEO
0
20 km
#
pianura
collina
montagna
Rilievi fitosociologici
Fotografie zenitali
Analisi tessitura, pH e S.O. nel suolo
Valutazione compattazione suolo
Prove di germinazione
SICYOS ANGULATUS IN IMPIANTI DI
RECUPERO AMBIENTALE IN ZONA GOLENALE
S. angulatus è presente:
-nelle tipologie “Pioppo nero”, “Salice
bianco” e “Pioppo bianco + Frassino”
-in siti con elevata luminosità al suolo
-in siti con scarsa compattazione del
suolo
S. angulatus non è presente:
-In presenza di suolo compattato
- Nessuna correlazione con tessitura,
pH e sostanza organica del suolo o
con
associazioni
vegetali
del
sottobosco
- Ha una germinazione scalare
SICYOS ANGULATUS IN IMPIANTI DI
RECUPERO AMBIENTALE IN ZONA GOLENALE
Tecniche di contenimento:
-Favorire l’ombreggiamento con densità
di impianto fitte e con specie arbustive
di
sottochioma
caratterizzate
da
fogliame molto denso (ad es. nocciolo)
-Inerbimento nei primi anni di impianto
con specie precoci a grande sviluppo
vegetativo o tappezzanti
Inibire la diffusione
Realizzando un mantello di vegetazione
perimetrale fitto e ombreggiante o una
fascia di vegetazione palustre
QUERCIA ROSSA: PARCO NATURALE DEL BOSCO
DELLLA PARTECIPANZA DI TRINO
Originaria del Nord Stati Uniti – centro
orientale; importata nel ‘700 come
ornamentale
In Piemonte dalla prima metà del 1900 per
rimboschimenti e arboricoltura da legno
Specie stabile del bosco maturo (circa 300
ha in Piemonte); prevalentemente in pianura
su suoli acidi anche argillosi con buona
dotazione idrica
Rapida crescita, resistenza allo stress
idrico e tolleranza all’ombra
Foglie e lettiera di lenta decomposizione,
con degrado della flora nemorale
Sostituzione e degradazione
del querco-carpineto
planiziale
Apparato radicale superficiale,
suscettibilità ai marciumi radicali, ridotta
stabilità con possibili danni al bosco e rischi Presente in quasi tutte le
aree protette di pianura
per l'incolumità pubblica
INTERVENTI DI CONTENIMENTO ED ERADICAZIONE
(PROGETTO LIFE ECORICE)
Eliminazione portaseme con pianificazione
pluriennale
Contenimento manuale e meccanizzato dei
semenzali
Taglio ricacci da ceppaie
Rinfoltimento e semina per gruppi
con specie stabili e pioniere (pioppo
tremolo, betulla) nelle aree a minore
copertura
Lavorazione del terreno e impianto
di specie autoctone
ACER NEGUNDO: SIC/ZPS Confluenza Dora Baltea Po
- Baraccone
Originario Nord America
Prevalentemente diffuso lungo i corsi d'acqua
planiziali.
Importato in Italia a fine ‘700 per scopi
ornamentali.
Sostituisce cenosi spontanee, per seme e per via
vegetativa, prevalentemente in ambienti soggetti
a disturbo naturale greti e fasce fluviali
Boschi misti ripari dei grandi fiumi minacciati da
invasione di Acer negundo.
Presenza diffusa di portaseme in zone facilmente
colonizzabili.
INTERVENTI: PROGRAMMA SVILUPPO
RURALE MISURA 323
Taglio e incisione al colletto in periodo
vegetativo e spennellatura con glyphosate
Intervento efficace nell'eradicare gli
esemplari presenti
Necessità di periodico monitoraggio
Esigenza di nuovi interventi sui semenzali
che hanno ricolonizzato l'area assecondando
lo sviluppo di specie autoctone
In caso di compresenza di altre
esotiche invasive è ipotizzabile
l'eliminazione dei soli
portaseme per mantenere la
copertura del suolo
ROBINIA
Ecologia e stazioni
•Specie pioniera, eliofila, a
rapida crescita, non stabile
•Fasce altimetriche: Pianura,
collina e piano montano (fino
a 1000 m)
•Sviluppo limitato su suoli
eccessivamente asciutti,
idromorfi o con calcare attivo
Modalità di propagazione
Polloni da ceppaia e radicali; facilitata da tagli ripetuti e frequenti; semi
resistenti attivati da stress igro-termici
Diffusione
È la terza categoria forestale in Piemonte con circa 110.000 ha di cui
circa il 60% in variante con latifoglie mesofile; minaccia la conservazione
dei Querco-carpineti
LA GESTIONE DIPENDE DALL’OBIETTIVO
Eradicazione localizzata
In aree protette per il recupero e conservazione di habitat naturali:
tagli intercalari favorendo le specie autoctone, sottoimpianti di specie
sciafile
Contenimento
In aree soggette a fruizione per il miglioramento dell’accessibilità
mediante tagli selettivi per favorire specie autoctone e i soggetti stabili a
chioma libera
Valorizzazione
Naturalistica
In aree protette; conservazione delle Garzaie con ceduazione per fasce
con turni di 15-20 anni e rilascio di 200 riserve/ha giovani stabili
(copertura residua di circa il 30%)
Protezione dei versanti
In aree a destinazione protettiva e lungo infrastrutture lineari
mantenimento del ceduo, a turni brevi su fasce o tratte definite
Economica
In aree a destinazione non naturalistica per produrre anche assortimenti
di pregio; gestione a governo misto, ceduo e fustaia in mosaico
GRAZIE PER L’ATTENZIONE