1 Esercitazione del 03/11/2010 Indichiamo con D il disco unitario in C, ovvero l’insieme {z ∈ C : |z| < 1} e con Da il disco di raggio a > 0, ovvero {z ∈ C : |z| < a}. Ricordiamo alcuni risultati classici della teoria di una variabile complessa. Thm 1.1 (Liouville) Per ogni r > 0, Hol(C, Dr ) = Dr . Cor 1.2 Sia f ∈ Hol(C, C). Se f (C) ha complementare a parte interna non vuota, allora f è costante. Dim: Sia z0 nella parte interna del complementare di f (C); si consideri la funzione 1 g(z) = f (z) − z0 Essa è olomorfa e vale |g(z)| ≤ 1 < +∞ dist(z0 , f (C)) dunque, per Liouville, f è costante. ! Thm 1.3 (Casorati-Weierstrass) Sia U ⊆ C un aperto e sia z0 ∈ U un suo punto. Se f ∈ Hol(U \ {z0 }, C) ha una singolarità essenziale in z0 , allora per ogni V intorno di z0 in U l’immagine f (V \ {z0 }) è densa in C. Prp 1.4 (Schwarz) Sia f ∈ Hol(D, D) con f (0) = 0. Allora |f (z)| ≤ |z| ∀z∈D e |f ! (0)| ≤ 1. Se inoltre esiste z ∈ D per cui vale l’uguaglianza |f (z)| = |z| o se |f ! (0)| = 1, allora f (z) = az con a ∈ S1 . Il lemma di Schwarz è il primo passo verso la classificazione degli automorfismi del disco, infatti porta in maniera naturale alla seguente proposizione. Prp 1.5 Se f ∈ Aut(D) è tale che f (0) = 0, allora f (z) = az con a ∈ §1 . Dim: Ovviamente, f (z) = az è un automorfismo del disco e fissa l’origine. D’altra parte, se f ∈ Aut(D), anche f −1 ∈ Aut(D) e se f (0) = 0, anche f −1 (0) = 0, quindi, per il lemma di Schwarz, si ha |f (z)| ≤ |z| |z| = |f −1 (f (z))| ≤ |f (z)| da cui |f (z)| = |z| per ogni z e dunque, sempre per il lemma di Schwarz, f (z) = az.! Con la notazione Autp (X) si indica il sottogruppo di Aut(X) fatto da quegli elementi che fissano p. Il risultato precedente può allora essere riformulato dicendo che Aut0 (D) = {f (z) = az : a ∈ §1 } Rem 1.1 Se J è un sottogruppo di Aut(X) che sia transitivo su X e che contenga Autp per un qualche punto p ∈ X, allora J = Aut(X). 1 Thm 1.6 Si ha " az + b 2 2 | a, b ∈ C, |a| − |b| = 1 Aut(D) = z '→ bz + a ! " iφ z − w = z '→ e | w ∈ D, 0 ≤ φ < 2π wz − 1 ! Dim: Usando la proposizione precedente, è facile vedere che entrambi questi gruppi contengono Aut0 (D). Inoltre, la transitività è ovvia. L’unica verifica da fare (facile, ma noiosa) è che entrambi questi gruppi siano effettivamente composti da automorfismi del disco. ! Generalizziamo ora il lemma di Schwarz nel caso di una generica mappa dal disco in sè. Prp 1.7 (Schwar-Pick) Sia f ∈ Hol(D, D), allora |f (z) − f (w)| |f (w)f (z) − 1| ≤ |z − w| wz − 1| ∀ z, w ∈ D Se esistono z, w per cui vale l’uguaglianza, allora f ∈ Aut(D). Dim: Sia z−w wz − 1 gw (z) = Allora h = gf (w) ◦ f ◦ gw sta in Hol(D, D) e fissa l’origine e dunque, per Schwarz, si ha |h(ξ)| ≤ |ξ|, da cui |f (z) − f (w)| |f (w)f (z) − 1| −1 ≤ |gw (z)| −1 Notiamo che gw = gw e dunque |f (z) − f (w)| |f (w)f (z) − 1| |z − w| |wz − 1| ≤ Il caso di uguaglianza segue sempre dal lemma di Schwarz. ! Questi risultati possono essere trasportati dal disco al sempipiano H = {z ∈ C : Im(z) > 0} tramite il biolomorfismo z '→ i 1+z 1−z z '→ z−i z+i e il suo inverso Quindi, ad esempio Aut(H) = ! αz + β z '→ : γz + δ 2 # α γ β δ $ " ∈ SL(2, R) e, per ogni f ∈ Hol(H, H), vale |f (z) − f (w)| |f (z) − f (w)| ≤ |z − w| |z − w| Esercizio Dimostrare che per f ∈ Hol(D, D) si ha |f ! (z)| 1 ≤ 2 1 − |f (z)| 1 − |z|2 ∀z∈D Esercizio Sia f ∈ Hol(D, D) con f (0) = 0. Sia n ≥ 1 e ζ = e2iπ/n . Allora |f (ζz) + f (ζ 2 z) + . . . + f (ζ n z)| ≤ n|z|n ∀z∈D e se vale l’uguaglianza per un valore di z, si ha f (z) = az n . 1.1 Teorema della mappa di Riemann Da quanto detto, è evidente che, dal punto di vista dell’analisi complessa, il disco e il piano complesso sono abbastanza dissimili. Infatti, pur essendo omeomorfi, non sono biolomorfi (facile corollario di Liouville); d’altra parte, il disco e il semipiano superiore sono invece biolomorfi. Thm 1.8 (Riemann) Sia G ! C un dominio semplicemente connesso, allora G è biolomorfo a D. Dim: In G, ogni unità di O(G) ha una radice quadrata, in quanto G è semplicemente connesso; supponiamo 0 ∈ G e sia a ∈ C \ G. Allora w(z) = z − a è olomorfa su G e non nulla, quindi esiste v(z) ∈ O(G) tale che v 2 (z) = z − a. Notiamo che v : G → C è iniettiva, in quanto lo è il suo quadrato, ed inoltre v(G) ∩ (−v(G)) = ∅. Quindi esiste un disco B = B(c, r) tale che v(G) ⊂ C \ B. Poniamo # $ 1 1 1 g(z) = r − 2 z − c v(0) − c Allora la funzione f (z) = g ◦ v(z) manda G in D, è iniettiva e f (0) = 0. Definiamo dunque la famiglia F = {f ∈ Hol(G, D) | f iniett., f (0) = 0, f ! (0) > 0} Per quanto appena detto, F non è vuota. Sia B = sup{f ! (0) | f ∈ F}. Allora esiste {gn } ⊂ F tale che gn! (0) → B. Poiché gli elementi di F sono limitati da una stessa costante, per il teorema di Montel F è una famiglia normale e dunque esiste gnk che converge ad f sui compatti di G. Ovviamente |f (z)| ≤ 1, f (0) = 0 e f ! (0) = B. Inoltre, per il teorema di Hurwitz, il limite di funzioni iniettive è iniettivo o costante ed f , non essendo costante, è dunque iniettiva. Per cui f ∈ F. Ora, mostriamo che f è anche surgettiva. Supponiamo quindi che f (z) .= w0 per ogni z ∈ G. Allora % f (z) − w0 F (z) = 1 − w0 f (z) 3 è ben definita e G(z) = sta in F, ma G! (0) = |F ! (0)| F (z) − F (0) F ! (0) 1 − F (0)F (z) |F ! (0)| 1 + |w0 | = & B>B 1 − |F (0)|2 2 |w0 | che è assurdo. Quindi f è surgettiva. f è iniettiva e surgettiva tra G e D e dunque è un biolomorfismo. ! 1.2 Teorema di Picard Lo scopo di questa sezione è, per l’appunto, di dimostrare il Grande Teorema di Picard, che afferma che tutti i valori eccetto al più uno vengono assunti infinite volte nell’intorno di una singolarità isolata. A tale scopo, analizziamo nel dettaglio il comportamento delle mappe olomorfe limitate. Prp 1.9 (Landau - Bloch) Sia f ∈ Hol(D, C) con f (0) = 0, f ! (0) = 1 e |f (z)| ≤ M per ogni z ∈ D. Allora esiste B = B(M ) tale che f (D) contiene un disco di raggio B attorno all’orgine. Dim: Osserviamo che, se |f (z)| ≥ a > 0 per ogni z ∈ bDr , allora per ogni w0 ∈ Da si ha che f (z) − w0 e f (z) hanno lo stesso numero di zeri in Dr per il teorema di Rouché. In particolare, questo significa che f (z) assume almeno una volta ogni valore appartenente a Da , mentre z varia in Dr . Ora, f (z) = z + a2 z 2 + . . . e |f (z)| ≤ M , quindi in particolare |an | ≤ M . Se |z| = r < 1, si ha |f (z)| = |z + (f (z) − z)| ≥ |z| − max |f (z) − z| ≥ r − M (r2 + . . . + rn + . . .) |z|=r M r2 1 ≥ >0 1−r 6M non appena r = 1/4M . Quindi f (D) contiene D1/6M . ! =r− Thm 1.10 (Schottky) Sia f : Dr → C olomorfa su Dr e tale che f (z) .= 0, 1 per ogni z. Allora per ogni t ∈ (0, 1) si ha |f (z)| ≤ Ω(a0 , t) ∀ z ∈ Dtr con a0 = f (0). Dim: Sia H(z) = log '( log f (z) − 2iπ ( log f (z) −1 2iπ ) Tale funzione è olomofa per |z| ≤ r e non assume i valori √ √ log( n ± n + 1) + 2imπ per n > 0, m interi. Quindi esiste una costante C tale che H(z) non copre una palla di raggio C. 4 Sia poi H1 = H(z) − H(ξ) H ! (ξ) con ξ ∈ Dr e H ! (ξ) .= 0. Tale funzione è olomorfa in |z − ξ| < r − |ξ|, quindi H1 riempie un disco di raggio B(r − |ξ|) per la proposizione precedente e H riempie un disco di raggio B(r − |ξ|)H ! (ξ) ≤ C. Dunque C H ! (ξ) ≤ B(r − |ξ|) per |ξ| < r. Allora C |H(ξ)| ≤ |H(0)| + B * 1 C r ds = |H(0)| + log r−s B r − |ξ| 1 C log 1−t . quindi se |z| ≤ tR, |H(z)| ≤ |H(0)| + B Sostituendo l’espressione di H, si ricava una stima in termini di f : 1 |f (z)| = | exp πi (exp 2H(z) + exp(−2H(z))) ≤ exp π(exp 2|H(z)|) 2 quindi |f (z)| ≤ exp A (1 − t)k + dove A = π exp 2|H(0)| dipende solo da f (0) = a0 e k = 2C/B. ! Non è difficile estendere questo risultato, provando che, se |f (0)| < a0 , allora esiste una costante Ω∗ (a0 , t) tale che |f (z)| < Ω∗ (a0 , t) per ogni z ∈ Dtr . Thm 1.11 (Grande Picard) Se 0 è una singolarità essenziale per la funzione f (z), allora in ogni intorno della forma {0 < |z| < t} la funzione f assume ogni valore finito infinite volte, eccettuato al più uno. Dim: Supponiamo che f non assuma i valori 0 e 1 se non un numero finito di volte. Definiamo fn (z) = f (2n z) Queste funzioni, sull’anello G = {1/2 < |z| < 2}, per n abbastanza grande sono olomorfe e non assumono i valori 0 e 1. Sia z0 un punto di tale anello e sia r abbastanza piccolo di modo che B(z0 , r) e B(z0 , 2r) siano entrambe contenute in G; supponiamo che esista una sottosuccessione tale che |fnk (z0 )| < β per ogni k. Allora |fnk (z)| < Ω∗ (β, 1/2) per z ∈ B(z0 , r), applicando il teorema di Schottky su B(z0 , 2r) e dunque la sottosuccessione fnk è limitata, quindi equicontinua, quindi convergente in B(z0 , r). Se invece fn (z0 ) → ∞, allora le funzioni gn = 1/fn rispettano le stesse ipotesi e gn (z0 ) → 0, quindi esiste gnk convergente assolutamente sui compatti, ma lim gnk (z0 ) = 0 e dunque, se lim gnk .≡ 0, da un certo indice k0 in poi, 5 tutte le gnk devono avere almeno una radice in B(z0 , r) che è assurdo. Dunque gnk → 0 e fnk → ∞ uniformemente sui compatti di B(z0 , r). Dunque la famiglia fn è localmente normale in G, ma dunque è normale e questo è assurdo. Se infatti fnk → F , allora f è limitata in un intorno di 0 e dunque è estendibile ad una funzione olomorfa in 0; se invece fnk → ∞, allora g = 1/f è olomorfa in 0 e vale 0, ma allora f avrebbe al più un polo 1/g in 0. ! 6