A Vincenzo Calò Bio–Organica Copyright © MMXIV ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Raffaele Garofalo, /A–B Roma () ---- I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: febbraio Indice Introduzione Capitolo I I sistemi enzimatici .. Fattori che influenzano una reazione: entropia, prossimità, stati di transizione e loro stabilizzazione, . Capitolo II Le funzioni dell’adenosina trifosfato (ATP) .. Sintesi di peptidi ed esteri, – .. Meccanismi di trasferimento del fosfato: fosfochinasi. Alcuni esempi di trasferimento del fosfato, . Capitolo III Metallo proteinasi e trasferimento di gruppi acilici Capitolo IV La tautomeria cheto–enolica .. La tautomeria cheto-enolica e sua implicazione nella sintesi e metabolismo dei carboidrati. Catalisi bifunzionale nella sintesi di enedioli, . Capitolo V Formazione di immine e catalisi da aldolasi Capitolo VI Decarbossilazioni non dipendenti dalla vitamina B .. Acetoacetato decarbossilasi, – .. Istidina decarbossilasi, – .. S– Adenosilmetionina decarbossilasi, – .. Fosfatidilserina decarbossilasi, – .. Aspartato decarbossilasi, . Indice Capitolo VII Glucosidi .. Trasferimento di gruppi glucosidici, – .. I glucosidi e loro funzione biologica, . Capitolo VIII Enzimi e vitamine: enzimi dipendenti dalla tiamina pirofosfato (vitamina B ) .. Decarbossilazione ossidativa del piruvato in acetil coenzima A e NADH, – .. La decarbossilazione ossidativa dell’α-chetoglutarato, – .. Transchetolasi, – .. Il ciclo di Calvin, . Capitolo IX La vitamina B .. Decarbossilazione del glutammato e di L–DOPA, – .. Sintesi dell’acido amminolevulinico., – .. Reazioni catalizzate dal piridossal fosfato interessanti il carbonio β, – .. Reazioni catalizzate dal piridossal fosfato interessanti il carbonio γ , – .. Enzimi glutatione dipendenti, . Capitolo X Reazioni di ossido–riduzione .. I nucleotidi piridinici, . Capitolo XI Ossido–riduzioni catalizzate da enzimi flavinici .. Monoammino ossidasi, – .. Acil coenzima A deidrogenasi, – .. Succinico deidrogenasi, – .. Ossidazione di tioli, – .. NADH e NADPH deidrogenasi, – .. Glutatione riduttasi, – .. Monoossigenasi, – .. Fenol ossidasi, – .. Fenilalanina ossidasi, – .. Luciferasi, – .. Ossigenasi di chetoni ciclici, . Capitolo XII Ossido–riduzione della coppia flavina–ubichinone Capitolo XIII Complessi multi-enzimatici: sintasi eucariotica degli acidi grassi .. Introduzione, – .. Carbossilazione della Biotina mediante Indice ATP, – .. β–chetoacil riduttasi, – .. Deidrasi, – .. Enoil riduttasi, . Bibliografia Introduzione Questo breve libro vuol portare un contributo nel proporre un punto di vista più moderno su come possono verificarsi i meccanismi di ossido–riduzione catalizzati dagli enzimi. Questo deriva dalle ultime acquisizioni su alcuni meccanismi di reazione in chimica organica, meccanismi che prevedono reazioni di trasferimento mono–elettronico. I riducenti biologici quali le flavine, NADH–NADPH, il coenzima Q, la vitamina C, l’amminolo derivante dalla decarbossilazione ossidativa del piruvato, ed in alcuni casi, gli enedioli degli zuccheri, agiscono mediante trasferimento mono–elettronico attraverso la formazione di una coppia radical–anione e radical–catione come intermedi della reazione. Solo così, per esempio, si può giustificare la reazione tra la flavina allo stato di singoletto con l’ossigeno tripletto per dare la flavina idroperossido. È difficile capire come faccia l’NADH a trasferire uno ione idruro, una base e nucleofilo molto forti, a pH fisiologico, e per giunta con un gruppo ammidico primario acido in orto nell’anello piridinico. Oltretutto, solo un trasferimento mono–elettronico giustifica la riduzione dei metalli come il ferro trivalente nella catena respiratoria. Per molto tempo si è creduto che l’energia di attivazione nei processi biologici fornita dall’ATP derivasse dalla sua idrolisi. In realtà, dal punto di vista termodinamico l’idrolisi produce circa chilocalorie per mole, del tutto insufficiente nell’attivare una reazione di esterificazione o di formazione di ammidi partendo da sali di acidi carbossilici. Capitolo I I sistemi enzimatici Gli enzimi sono proteine che catalizzano le reazioni biologiche. Nella catalisi enzimatica si osservano due effetti determinanti quali il riconoscimento del substrato e l’aumento della velocità di reazione. Essi possiedono siti attivi nei quali avvengono le reazioni di rottura e formazione di legami del substrato ed al loro interno possono trovarsi ioni metallici oppure vitamine. L’aumento della velocità di reazione può essere enorme se confrontato con un’analoga non enzimatica. Il riconoscimento del substrato è determinato sia dalla forma che dalla cosiddetta complementarità elettrica della superficie dell’enzima verso il substrato. In questo capitolo sono riportati alcuni fattori che possono influenzare la velocità di reazione tra due reagenti. .. Fattori che influenzano una reazione: entropia, prossimità, stati di transizione e loro stabilizzazione ... Entropia e Prossimità Quando due molecole si avvicinano l’una all’altra, il processo è accompagnato da una variazione negativa di entropia dovuta alla riduzione di spazio per i reagenti. Questa diminuzione di entropia è conseguenza della perdita di entropia traslazionale e rotazionale. Pertanto, più geometricamente vicini sono i reagenti, maggiore risulta la diminuzione di entropia. In sintesi, se in una reazione bimolecolare si ha un calo di entropia, la reazione è termodinamicamente sfavorita. Bio–Organica ... Stati di transizione e loro stabilizzazione in catalisi enzimatica Gli enzimi aumentano la velocità delle reazioni chimiche perché hanno siti attivi che sono complementari più alle strutture degli stati di transizione che a quelle dei substrati non reagiti. Se E è l’enzima, S il substrato e P il prodotto, Kc è la costante di formazione del complesso enzima–substrato, mentre kp la costante di velocità che porta al rilascio del prodotto dall’enzima (equazione .). Kc kp E + S ES −→ E + P (.) Come si evince dall’equazione ., l’energia che si ottiene dalla formazione del complesso enzima–substrato (ES) viene impiegata per abbassare l’energia libera dello stato di transizione, mentre kp è determinata dalla differenza dei livelli energetici tra il complesso ES ed ES* dello stato di transizione (fig. .). Figura .. Rappresentazione schematica dell’energia libera di Gibbs per una catalisi enzimatica. [S, substrato; E, enzima; ES, complesso enzima substrato; ES* , stato di transizione. La costante di dissociazione Kc è proporzionale a ∆Gs e kp proporzionale a ∆G* . . P, L., Chem. Eng. News, , , . . I sistemi enzimatici L’energia associata alla formazione del complesso ES influenza quella dello stato di transizione ES* , nel senso che tanto maggiore è l’energia associata alla formazione di ES, tanto minore sarà l’energia di attivazione ES* con conseguente aumento della velocità di formazione del prodotto P. L’importanza della formazione del complesso ES aiuta a comprendere perché una proteina enzimatica abbia un elevato peso molecolare. I residui presenti sulle catene laterali, infatti, permettono un’interazione elettrostatica, idrofila o idrofobica col substrato favorendo la formazione del complesso. Inoltre, alla stabilizzazione del complesso contribuisce la configurazione spaziale tridimensionale della proteina. Un fattore spesso trascurato che può spiegare la differente velocità tra reazioni catalizzate da enzimi e le analoghe promosse da catalizzatori non biologici, risiede nella maggior forza che uno stesso nucleofilo manifesta nella reazione enzimatica rispetto alla reazione in vitro. Le reazioni chimiche avvengono, infatti, in solventi o tra reagenti allo stato gassoso. Se, per esempio, consideriamo una semplice addizione nucleofila al carbonile che avviene in un solvente (figura .), perché il nucleofilo possa interagire con il substrato elettrofilico è necessaria una sua desolvatazione preliminare. Essendo questo un processo endotermico, all’energia di attivazione propria del processo si deve sommare anche quella di desolvatazione. Figura .. Capitolo II Le funzioni dell’adenosina trifosfato (ATP) .. Sintesi di peptidi ed esteri Una delle funzioni dell’ATP consiste nell’abbassare l’energia di attivazione nella formazione di legami ammidici ed esterei per reazione di ammine o alcooli con acidi carbossilici. In assenza di ATP queste reazioni non avvengono. Infatti, a pH fisiologico, essendo gli acidi organici in forma di sali, non è possibile una loro reazione con gli alcooli e le ammine per dare esteri o ammidi (figura .). Figura .. Queste reazioni non avvengono perché richiedono un’elevata energia di attivazione o, in altri termini, il carbonile degli acidi è poco elettrofilo per reagire con nucleofili relativamente deboli quali ammine ed alcooli. Ora la funzione dell’ATP consiste proprio nel rendere più elettrofilo il carbonile in modo che possa reagire anche con nucleofili deboli quali gli alcooli, o con i gruppi amminici degli amminoacidi per dare le proteine. Nell’ATP il fosforo è elettrofilo per la presenza del legame fosforilico P=O. Il doppio legame del fosforile è in risonanza con la forma polarizzata. ⊕ P = O ←→ P − O