Guida per esercitazione su Interconnessioni

ELETTRONICA DELLE TELECOMUNICAZIONI 2
AA 2003-04
ESERCITAZIONE DI LABORATORIO
LINEE DI TRASMISSIONE
Scopo dell’esercitazione
Scopo di questa esercitazione è verificare il comportamento di spezzoni di linea in diverse
condizioni di pilotaggio e di terminazione.
Strumenti e componenti richiesti
L'esecuzione delle misure richiede l'allestimento di un banco riflettometrico con strumenti
standard.
Strumentazione e componenti richiesti:
• Generatore di segnali con impedenza di uscita 50 Ω. Per l’esperienza sulla difonia è
preferibile un generatore che permette di variare i tempi di salita e discesa
• Oscilloscopio con banda passante di almeno 60 MHz, con sonde ad alta impedenza;
• Matassa di cavo con impedenza caratteristica Z0 = 100 Ω (UTP –Unshielded Twisted Pair
- classe 5: cavo per rete locale), oppure Z0 = 50 Ω (RG58), con lunghezza di almeno 2025 m. Lunghezze inferiori richiedono oscilloscopi con banda (e risoluzione temporale) più
alta.
• Altro spezzone di cavo di almeno 3-5 m, dello stesso tipo della matassa principale;
• Adattatori e terminazione (resistenza di 100 Ω per UTP, 50 Ω per il coassiale);
• Altre resistenze per realizzare terminazioni non adattate e disadattamento al generatore
(15, 22, 120, 220 Ω)
• Condensatori per terminazione RC: 1 nF, 10 nF, 100 nF
• Circuiti logici di varie famiglie (LS, HC, BCT, ACT, ...)
• Alimentatore per i circuiti logici.
I collegamenti con il cavo e la terminazione richiedono adattatori BNC-coccodrilli se viene
usato il coassiale; per UTP possono essere usate le normali basette per montaggi senza
saldature.
Avvertenze
Nella parte finale, quando vengono usate porte logiche, ricordare le solite avvertenze per il
loro corretto impiego:
• nei circuiti CMOS tutti gli ingressi devono essere collegati a una tensione corrispondente
a uno stato logico ben definito,
• a un circuito integrato non deve mai essere applicata una tensione esterna all’intervallo
tra le alimentazioni.
• Regolare e verificare i livelli dei segnali di stimolo PRIMA di collegare il generatore al
circuito integrato.
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Progetto
In questa esercitazione la parte di progetto comprende esclusivamente il calcolo delle forme
d'onda previste per le diverse situazioni in cui vengono effettuate delle misure.
Il calcolo può essere eseguito con la tecnica del diagramma a traliccio o con diagramma di
Bergeron, e verificato con simulazioni PSPICE.
Collegamento degli strumenti
La disposizione degli strumenti da usare per tutte le misure è indicata nella figura 1.
Il generatore pilota la matassa di cavo. L'oscilloscopio rileva i segnali ai due estremi del cavo
in diverse condizioni di pilotaggio e di terminazione.
Per collegare elementi circuitali in serie o in parallelo al cavo, lato genratore o
allaterminazione, sfruttare la basetta con le morsettiere riportate dai BNC (per il coassiale). La
basetta va collocata, a seconda della misura in atto, dal lato generatore o dal lato
terminazione. Per le misure con UTP collegare i tratti di cavo e i componenti direttamente alle
basette.
Il generatore va predisposto per generare onde quadre di ampiezza 2 V con frequenza 200
kHz circa (dati indicativi, per ottenere una comoda visualizzazione sull'oscilloscopio).
B
C
B
C
PULSE
GENERATOR
RO
B
VB
Z 0 , tP , l
C
VC
RT
Eventuali componenti lato driver e
lato terminazione, da collocare sulle
basette per montaggi
Fig 1
Banco di misura: lo spezzone di linea è la matassa di coassiale o UTP.
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Misure
Le misure da eseguire sono nell'ordine:
A)
B)
C)
D)
E)
F)
G)
H)
I)
Misura dei parametri del generatore;
Misura dei parametri del cavo;
Effetti del disadattamento lato remoto;
Effetti del disadattamento lato generatore
Effetti del disadattamento lato generatore e lato remoto;
Effetti del carico capacitivo;
Riflettometria nel dominio del tempo;
Diafonia
Linea pilotata da circuiti logici.
La lunghezza del cavo determina il tempo di trasmissione tP, e di conseguenza la scala dei tempi per
tutte le misure e le caratteristiche degli strumenti. Con 10 m di cavo è possibile esguire le misure con
un oscilloscopio da 100 MHz; aumentando la lunghezza o ampliando la banda il fenomeni da
analizzare sono più evidenti. I componenti agli estremi del cavo possono essere collegati con
adattatori del tipo mostrato in figura 2a
Fig 2a Cavo e adattatori usati per l’esperienza – cavo coassiale
Fig 2b Cavo UTP (Unshielded Twisted Pair – Doppino intrecciato non schermato)
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A) Misura dei parametri del generatore
1) Verificare l’ampiezza VB dell’uscita del generatore a vuoto (Figura 5.3 a).
2) Collegare al generatore un carico RL noto (ad esempio. 100 Ω), e misurare il nuovo valore di VB;
dalle due misure calcolare l’impedenza di uscita RO del generatore (Figura 3 b). Il valore ottenuto
deve essere prossimo a 50 Ω.
P PULSE
GENERATOR
PULSE
GENERATOR
RO
RO
VB
VB
a)
RL
b)
Fig 3 Misura dell’impedenza di uscita del generatore.
Esperienze con cavo coassiale o con UTP
Le istruzioni per le esperienze successive valgono per il cavo a 50 Ω . Nel caso di UTP (con
impedenza caratteristica di 100 Ω ), la situazione di adattamento si ha per terminazione (e
generatore a 100 Ω ). I valori di resistenza da inserire vanno modificati di conseguenza.
L’uso di UTP è preferibile rispetto al coassiale, perchè permette di impostare facilmente la situazione
RO < Z0 (50 Ω con 100 Ω ), e di eseguire le misure di diafonia.
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B) Misura dei parametri del cavo
1) Collegare il generatore al cavo, con estremo aperto, e verificare le forme d’onda ai due estremi.
(Figura 4); confrontare con il risultato ricavato con diagramma a traliccio.
Fig. 4 La traccia superiore corrisponde al segnale lato
generatore; i due gradini corrispondono rispettivamente
all’onda incidente e all’onda riflessa. Dato che il generatore è
adattato, non vi sono ulteriori riflessioni.
Dalla forma d’onda rilevata all’estremo vicino (lato generatore) e dalla lunghezza (misurata) del cavo,
calcolare la velocità di propagazione U.
Per il cavo RG58 si dovrà ottenere un valore prossimo a 0,7 c.
2) Collegare una resistenza di terminazione da 50 Ω e verificare l’assenza di riflessioni.
P PULSE
GENERATOR
RO
B
Z0 , tP , l
VB
Fig. 5
C
VC
RT
Misura della velocità di propagazione nel cavo.
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C) Disadattamento lato terminazione
Vedi punto E
D) Disadattamento lato generatore
Vedi punto E
E) Disadattamento lato driver e lato terminazione
1) Collegare una resistenza RS (220 Ω) in serie tra generatore e linea, lasciando la linea aperta
all’estrem remoto (ΓT = 1).
2) Dalle forme d’onda ai due estremi calcolare il coefficente di riflessione ΓG (generatore), e
confrontare con il valore calcolato.
P PULSE
GENERATOR
RO
RS
B
Z0 , tP , l
VB
C
VC
Fig. 6
Resistenza di terminazione serie per RO < Z0, linea aperta all’estremo remoto.
Fig. 7
Segnali per RO > Z0, e linea aperta all’estremo remoto.
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Ripetere la misura con resistenza equivalente del generatore più bassa della impedenza
caratteristica (collocare una resistenza da 22 Ω in parallelo sull’uscita del generatore). Dato che il
coefficente di riflessione lato generatore è negativo, saranno presenti delle oscillazioni. Verificare le
forme d’onda con quelle previste mediante il diagramma a traliccio, e il valore misurato di ΓG con
quello calcolato.
P PULSE
GENERATOR
RO
B
RS
Z0 , tP , l
VB
Fig. 8
Resistenza RG < Z0, linea aperta all’estremo remoto.
Fig. 9
Segnali per RO < Z0, e linea aperta all’estremo remoto.
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C
VC
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F) Carico capacitivo
1) Collegare un condensatore da 1 nF (CT) all’estremo remoto del cavo.
2) Verificare le forme d’onda agli estremi del cavo.
Per una analisi di prima approssimazione, quando il gradino raggiunge l’estremo remoto, il
condensatore può essere considerato un corto circuito (ΓT = -1), mentre a transitorio esaurito diventa
un circuito aperto (ΓT = 1). Quindi le forme d’onda corrispondo a quelle di un corto circuito per t = tP
all’estremo remoto, e per t = 2 tP per l’estremo vicino.
P PULSE
GENERATOR
RO
B
Z0 , tP , l
VB
C
VC
CT
Fig. 10
Verifica delle forme d’onda con carico capacitivo.
Fig. 11
Forme d’onda nella linea di trasmissione con carico capacitivo.
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G) Riflettometria nel dominio del tempo
La disposizione di generatore di impulsi e oscilloscopio usata nei punti precedenti forma un banco
riflettometometrico (TDR, Time Domain Reflectometer), che permette di analizzare lo stato di un
collegamento operando da un solo estremo.
Le forme d’onda ai due estremi per un cavo aperto con driver (generatore) adattato sono in figura
12. La lunghezza del cavo può essere misurata dalla larghezza del gradino intermedio all’estremo
vicino (che corrisponde a 2tP – circa 100 ns in questo esperimento). Il segnale all’estremo remoto ha
un unico gradino, perchè onda incidente e onda riflessa sono presenti in questo punto nello stesso
istante.
Fig. 12
Segnali all’estremo vicino (alto) e lontano per una line aperta con driver adattato.
Se aggiungiamo un altro spezzone di cavo oltre il punto C, il tempo di propagazione complessivo
aumenta (gradino intermedio più ampio all’estremo vicino). Il punto C diventa ora il punto intermedio
di una linea, ove la tensione presenta un livello intermedio, di larghezza corrispondente al doppio del
tempo di propagazione dal punto C al nuovo estremo della linea.
P PULSE
GENERATOR
RO
B
Z 0 , tP , l
VB
Fig. 13
C
VC
Prolungamento del cavo con un altro spezzone.
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La lunghezza totale del cavo è ancora misurata dalla larghezza del gradino intermedio al lato vicino
(circa 150 ns in questo esempio). La lunghezza dellospezzone aggiunto può essere misurata dalla
larghezza del gradino intermedio nel punto C (50 ns in questa esperienza).
Fig. 14 Segnali all’estremo vicino (alto) e in un punto
intermedio per una line aperta con driver adattato
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H) Diafonia
Questa misura può essere eseguita solo con UTP.
Utilizzando i doppini (Segnale-Massa) predisposti nel cavo, la diafonia è molto bassa e difficilmente
misurabile.
Può esser resa evidente costruendo due connessioni che utilizzano conduttori di doppini diversi.
Cavo originale
Doppino1
Doppino2
Uso dei conduttori per la misura
Segnale 1
Segnale 1
Massa 1
Segnale 2
Segnale 2
Massa 1
Massa 2
Massa 2
I due conduttori di uno stesso doppino hanno forte accoppiamento capacitivo, e questo genera
diafonia ben rilevabile.
Terminare entrambi i doppini 1 e 2 su 100 Ω (collegare il lato pilotato dal generatore con una
resistenza da 47 Ω in serie al generatore).
E’ preferibile utilizzare un generatore in cui sia possibile variare la pendenza delle transizioni.
Applicare il segnale a un estremo del doppino 1, e osservare i segnali (far end e near end) sul
doppino 2.
Verificare che la durata del disturbo di diafonia diretta (rilevabile all’estremo remoto) è pari al tempo
di transizione del segnale disturbante.
Verificare che la durata del disturbo di diafonia inversa (rilevabile al near end) è pari a 2tP.
Variare la pendenza della transizione e verificare l’effetto sulla ampiezza del disturbi.
Nota:
Questa misura è più delicata delle altre proposte, perchè i segnali da rilevare possono essere di
livello molto basso. Verificare che con il generatore a disposizione il disturbo è ben visibile; se troppo
basso scegliere un altro generatore, con fronti più ripidi, oppore usare porte logiche HC per pilotare i
cavi (vedi anche punto successivo).
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Fig. 15 Segnali sulla linea disturbata, lato driver (alto, durata
2 tp) e lato remoto (basso, durata tr/tf).
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F) Linea pilotata da dispositivi logici
Nei componenti della famiglia LS la resistenza equivalente di uscita è leggermente più alta
dell’impedenza caratterisitca del cavo, e il fronte di salita presenta gradini multipli (come
nell’esperimento C). La diversa ampiezza del primo gradino mette in evidenza la diversa resistenza
equivalente di uscita per le transizioni L-H (blu) e H-L (rosso). Questo comportamento asimmetrico è
comune a tutte le famiglie logiche bipolari, (TTL and simili), che hanno IOL > IOH.
Fig. 15
Linea aperta pilotata da un dispositivo della famiglia 74LS.
Con driver della famiglia HC la resistenza equivalente di uscita è prossima a 50 Ω, e praticamente
non vi sono riflessioni al lato driver. (Figure 16, analoga al precedente esperimento B). Le transizioni
in salita e discesa sono simmetriche.
Fig. 16
Linea aperta pilotata da un dispositivo della famiglia 74HC.
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Nella famiglia AC la resistenza di uscita è più bassa dell’impedenza caratteristica, e questo
determina riflessioni con inversione di segno e conseguenti oscillazioni (Figura 17, e seconda parte
dell’esperienza C).
Fig. 17
Linea aperta pilotata da un dispositivo della famiglia 74AC.
Collegare all’estremo remoto diodi di clamp verso massa e alimentazione, oppure l’ingresso di una
porta della stessa famiglia (il circuito di ingresso comprende diodi di clamp). Verificare l’effetto sulle
oscillazioni (figura 14). In queste ultime due situazioni il sistema lavora in condizioni di
commutazione sull’onda incidente (Incident Wave Switching: IWS).
Fig. 14
Linea pilotata da un dispositivo della famiglia 74AC con diodi di clamp..
A conclusione delle verifiche effettuate con linea pilotata da circuiti logici, mettere in relazione
le differenze di cui sopra con la struttura circuitale dei vari tipi di driver.
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