E lettronica DISPOSITIVI RF Polarizzazione di FET LDMOS in amplificatori di potenza RF Terry Millward Field Applications Director Signal Processing & Conversion Business Unit Maxim Integrated Products Inc., Sunnyvale, CA - USA Massimo Caprioli Field Applications Engineer Maxim Integrated Products Inc., Agrate Brianza, Mi - Italia a struttura dei FET LDMOS (Laterally Diffused Metal-OxideSemiconductor), indicata in figura 1, è caratterizzata, in un dispositivo a 3 terminali, dalle regioni “n+” di source e drain realizzate su substrato di tipo “p+” e da un’area diffusa lateralmente a bassa resistenza (p+ “sinker”) che connette la regione di Source e il substrato “p+”. Tale configurazione permette la connessione diretta del substrato alla massa RF e quindi di minimizzare l’effetto parassita del cablaggio. Inoltre, la regione di gate è isolata dal canale conduttivo tramite un sottile strato di SiO2. L’applicazione di una tensione gatesource positiva permetterà alla corrente di fluire tra le regioni di drain e source formando un canale tra le due regioni di tipo n. L La tecnologia FET LDMOS si sta imponendo quale elemento determinante in applicazioni “amplificazione di potenza RF” in particolar modo nelle base station per telefonia cellulare. Tensioni di breakdown pari a 65 volt permettono ai FET LDMOS di garantire robustezza e affidabilità quando operano in sistemi alimentati a 28 volt. Questo articolo delinea le caratteristiche di tali transistor e descrive svariati metodi di polarizzazione al fine di ottenere i migliori risultati applicativi Fig. 1 – Struttura base di un FET LDMOS 144 ELETTRONICA OGGI 356 - MAGGIO 2006 E lettronica DISPOSITIVI RF Fig. 2 – Andamento di “Id” e “Vgs” al variare della temperatura Fig. 3 – Variazione della tensione di polarizzazione rispetto alla temperatura (con tensione normalizzata rispetto al tipico valore di Vgate) I FET LDMOS operano in “enhancement mode” e pertanto la corrente drain-source non potrà circolare finché una tensione di gate positiva verrà applicata per accrescere il canale “p-well”. Viceversa, dispositivi RF quali FET GaAs e MESFET necessitano di una polarizzazione negativa dell’area gate-source (Vgs). Quando un FET è usato come amplificatore, la corrente di canale viene modulata, sulla tensione positiva di gate, da un segnale in AC. La figura 2 mostra la tipica relazione tra la corrente di drain (Id) e la tensione di gate (Vgs) al variare del valore di temperatura. Elementi di polarizzazione Con l’aumentare della temperatura la soglia di lavoro del gate tenderà a spostarsi, la sua transconduttanza (gm) a diminuire così come la sua RdsOn. Questo effetto viene normalmente mostrato nei data sheet in forma grafica (Fig. 3) ove i valori di polarizzazione di gate sono normalizzati a 1V per temperatura di 25°C mentre le curve rappresentano la variazione della polarizzazione necessaria per mantenere un preciELETTRONICA OGGI 356 - MAGGIO 2006 so valore di Id al mutare della temperatura. I FET LDMOS presentano un coefficiente positivo per bassi valori di Id mentre esso diviene negativo per valori di Id “operativi” fornendo una (intrinseca) protezione all’instabilità termica. Le prestazioni del FET in un amplificatore di potenza sono un compromesso tra linearità, efficienza e guadagno; tale compromesso deve condurre alla regolazione ottimale del valore di Id che dovrà essere mantenuta rispetto alle variazioni di temperatura, della alimentazione, del punto di polarizzazione e dell’invecchiamento. Metodi tradizionali di polarizzazione La figura 4 illustra due metodi analogici per il controllo della polarizzazione di gate. Il circuito più semplice (a), utilizzante un partitore e un diodo (la cui variazione di Vf è pari a -2mV/°C) per ridurre le variazioni della corrente di 145 E lettronica DISPOSITIVI RF Fig. 4 – Metodi per il controllo della polarizzazione di gate riposo rispetto alle variazioni di temperatura, presenterà la difficoltà d’accoppiamento della compensazione del FET e del diodo. Il circuito (b), utilizza un preciso sensore di temperatura (max6605) al fine di eliminare le variazioni dovute al diodo nel circuito (a). L’amplificatore opera- zionale fornirà il guadagno adeguato al fine di adattare la curva termica caratteristica del FET LDMOS utilizzato mentre un potenziometro –tradizionale oppure digitale- permetterà di regolare l’offset iniziale. Sebbene il circuito (b) permetta una migliore regolazione rispetto al circuito (a) entrambi suppon- gono che una semplice compensazione lineare della tensione di gate rispetto alle variazioni di temperatura sia sufficiente per mantenere una tensione di drain costante. Tuttavia, non è propriamente così, in modo particolare nella progettazione di amplificatori di potenza dove una più accurata compensazio- Fig. 5 – Approccio Maxim: controllo continuo 146 ELETTRONICA OGGI 356 - MAGGIO 2006 E lettronica DISPOSITIVI RF TABELLA 1 - DESCRIZIONE DEI DISPOSITIVI MAXIM IN APPLICAZIONI “AMPLIFICAZIONE DI POTENZA RF” Dispositivo MAX1350-7 MAX1020–2, MAX1043, MAX1057/8, MAX1221, MAX1223, MAX1257/8, MAX1343 MAX1385/6 MAX11008 MAX11010-11 Funzione B A A+B A+B+C A+C ne richiede una regolazione di tipo non lineare. Inoltre, la regolazione lineare della compensazione non permette di migliorare l’efficienza del sistema in presenza di variazioni della tensione di drain. Quindi, la miglior compensazione si ottiene utilizzando tecniche “mixedsignal” che combinano sia un approccio analogico che quello digitale. Approccio Maxim: nuovi dispositivi Maxim ha sviluppato svariati dispositivi dedicati al controllo della polarizzazione dei FET LDMOS in applicazioni “amplificazione di potenza RF”. Essi provvedono la funzione di compensazione termica per amplificatori di potenza sia in classe A che in classe AB; inoltre, essi permettono il controllo automatico della potenza attraverso la regolazione di Vgs per ottimizzare il valore di Id rispetto alla variazione della potenza RF e della tensione di drain. Le funzioni integrate in tali dispositivi sono: - amplificatore per la misura della corrente di drain (Id); - ADC per convertire in digitale il valore della corrente di drain durante la calibrazione e in funzione della temperatura; - DAC per fornire la tensione di polarizzazione al gate; - una E2PROM per memorizzare la look- 148 Descrizione Dispositivo duale integrante: Driver per LDMOS e sensore di corrente Dispositivi multi canale integranti: - ADC 10/12-bit e DAC 10/12-bit - Sensori di temperatura - General purpose IO configurabili Controllore di polarità FET-LDMOS dDuale (RF) integrante : ADC e DAC, driver per LDMOS, sensori di corrente e sensori di temperatura Controllore di polarità FET-LDMOS duale (RF) “stand alone” integrante: ADC e DAC, driver per LDMOS, sensori di corrente, sensori di temperatura ed E2PROM per memorizzare i parametri di calibrazione Controllore di polarità FET-LDMOS duale (RF) integrante: ADC e DAC, sensori di temperatura ed E2PROM per memorizzare i parametri di calibrazione up table (che conterrà la curva temperatura/tensione di gate); - un circuito relativo alle segnalazione di allarme; - un circuito di limitazione della tensione di gate. L’approccio Maxim (controllo continuo) offre svariati vantaggi. Esso riduce i costi di produzione permettendo la regolazione automatica del punto di lavoro dell’amplificatore di potenza migliorandone l’accuratezza, permette la compensazione non-lineare, permette la polarizzazione dinamica per una miglior gestione della potenza d’uscita durante i periodi di quiescenza dell’amplificatore ed estende la gamma dei FET-LDMOS durante la fase di selezione. Lo schema di principio è mostrato in figura 5. Una schematica descrizione dei dispositivi Maxim utilizzabili in tale applicazione è illustrata in tabella 1. Il “front-end” (MAX1350-MAX1357) integra le funzioni di amplificatore per la misura della corrente di drain (Id) e il circuito pilota del FET. L’amplificatore per la misura della corrente di drain (Id) opera in una gamma di valori da 20mA a 5A attraverso un resistore di “sense” esterno scelto in funzione della corrente da misurare. Il dispositivo permette di impostare due valori di guadagno (2 o 10) per due valori di offset d’ingresso (0V o 3mV, quest’ultimo in quelle applicazioni che richiedono la funzione di annullamento dell’offset). L’uscita di tale Amplificatore è riferita a massa e può raggiungere un valore massimo di 5 volt. Il circuito pilota del FET prevede un’uscita limitata in corrente e provvede una veloce chiusura a massa tramite opportuno circuito logico. Tale caratteristica opera in modo indipendente dall’interfaccia seriale, quindi dalla rilevazione di guasti da parte del controllore di sistema, permettendo una veloce protezione del FET. L’amplificatore è configurato per fornire un guadagno di 2 o 4 in modo da adattarsi alle caratteristiche di Vgs di vari LDMOS FET in commercio. Inoltre, all’accensione e allo spegnimento, un opportuno circuito limita a ±100mV i transienti sull’uscita. All’accensione il dispositivo viene posto in modalità di quiescenza (shutdown) mentre le uscite dei due amplificatori (“sense” e “drive”) vengono collegate a massa attraverso reti resistive così da limitare il consumo a soli 100µA. Agendo sul pin SHDN (con una transizione basso-alto) verrà controllata l’accensione del dispositivo in modo da proteggere il FET. Il dispositivo duale MAX1385-86 integra ELETTRONICA OGGI 356 - MAGGIO 2006 E lettronica DISPOSITIVI RF Fig. 6 – Maxim MAX 11008, schema di principio il circuito di “sense” della corrente e quello “pilota” descritti precedentemente e implementa le funzioni di impostazione e controllo della polarizzazione dei due FET LDMOS. La regoELETTRONICA OGGI 356 - MAGGIO 2006 lazione del guadagno del circuito di “sense” è stata migliorata e resa programmabile attraverso un PGA caratterizzato da una funzione di auto calibrazione trasparente all’utente che permet- te di ottenere un’elevata accuratezza su tutta la gamma di temperature operative e nel tempo. Due transistor (connessi a diodo) possono essere usati esternamente per 149 E lettronica DISPOSITIVI RF Fig. 7 – Algoritmo e parametri immagazzinati in memoria (LUT) controllare la temperatura dei due FET mentre un diodo è stato integrato nel dispositivo per misurarne la temperatura. Queste temperature, così come le correnti di drain dei FET e ulteriori due ingressi (che possono essere usati per misurare qualsiasi altro parametro della sezione PA) vengono “multiplexate” verso l’ingresso di un ADC a 12 bit. La funzione di acquisizione permette di leggere un singolo canale oppure di scandire tutti i canali e immagazzinarne i risultati nella FIFO interna. Due DAC (un 8 bit per la regolazione “grossolana” e un 10 bit per la regolazione “fine”) sono previsti per la generazione della tensione di polarizzazione fornita al circuito pilota del FET. Tali buffer sono limitati in corrente e, come nel MAX1350-1357, integrano la protezione veloce del FET indipendente dall’interfaccia seriale. Al fine di attuare il controllo del dispositivo, il microprocessore accederà all’ADC, al DAC e ai registri interni tramite l’interfaccia dati SPI o I2C (in funzione dello stato del pin 150 “Interface Select”). La tipica applicazione è rappresentata da un amplificatore a FET LDMOS in classe AB con anello di controllo aperto. Il controllo avverrà in modo digitale attraverso un processore che, utilizzando le curve memorizzate in LUT e gli algoritmi definiti dal progettista, imposterà nel DAC il valore di Vgs applicata al FET LDMOS. Tale approccio viene implementato nelle seguenti tre 3 fasi : - Caratterizzazione: alcuni LDMOS sono caratterizzati in temperatura per determinare (come curva di calibrazione) una gamma di valori di tensione di gate (fornita dal DAC) che mantengano costante la corrente di drain. Pur assumendo che tali curve siano consistenti, parte di tali FET potranno mostrare una variazione di offset. Tale variazione non avrà particolare effetto rispetto alle curve di calibrazione e i valori succitati verranno quindi registrati nelle relative LUT (Look Up Table) all’interno della memoria di sistema. Inoltre ulteriori LUT potranno memorizzare altri parametri come, ad esempio, le curve che pongono in relazione la tensione di drain e la potenza erogata in uscita. - Calibrazione: durante la fase produttiva, la corrente di riposo del PA viene misurata alla temperatura di calibrazione (abitualmente T.ambiente) e i valori di Vgate forniti dal DAC vengono regolati per generare una Idrain nei limiti specificati per quella temperatura. Tali valori di Vgs vengono quindi memorizzati come “valori iniziali” e, nel caso di calibrazione a singolo valore di temperatura, vengono confrontati con i “valori ideali” (a quella temperatura) contenuti nella LUT. La differenza tra i due valori verrà quindi memorizzata come offset di quel particolare FET per essere poi sommata per ogni valore contenuto nella LUT relativa alla temperatura. Nel caso di calibrazione a doppio valore di temperatura, sarà possibile ottenere una primaria correzione del guadagno per un particolare FET attraverso la moltiplicazione di ogni valore contenuto ELETTRONICA OGGI 35è - MAGGIO 2006 E lettronica DISPOSITIVI RF TABELLA 2 - ESEMPI DI CONFIGURAZIONE MEMORIA Indirizzo (Word) 0x00 0x10 Configurazione 1 Configurazione 2 Configurazione 4 Memoria dati (dedicati) utente Dati di configurazione 0x40 0x60 APC LUT1 32x16 bit APC LUT2 32x16 bit APC LUT unificata 64 x 16 bit 0x80 0xA0 LUT1temperatura 64 x 16-bit LUT1temperatura 64 x 16-bit LUT temperatura unificata 64 x 16 bit APC LUT unificata 128 x 16 bit La0xC0 0xE0 Configurazione 3 LUT2 temperatura 64 x 16-bit APC LUT unificata 192 x 16 bit LUT2 temperatura 64 x 16-bit 0xFF nella LUT per il coefficiente della curva precedentemente calcolato. - Operatività: periodicamente, la temperatura del FET verrà misurata e confrontata con il valore della precedente lettura. In caso di variazione, il processore - dopo aver letto il dato di caratterizzazione memorizzato in LUT – aggiornerà l’uscita del DAC al fine di correggere il valore di Idrain. Siccome il MAX1385-1386 utilizza un microcontrollore per correggere le variazioni di temperatura così come quelli di altri fattori (tramite offset e curve memorizzate nelle LUT), sarà anche possibile controllare l’effetto dell’ “invecchiamento” inserendo i relativi parametri nell’algoritmo di controllo. Il MAX11008, oltre a fornire le stesse funzionalità del MAX1385-86, integra una memoria E2PROM ove implementare le LUT con interpolazione (Fig. 6) per il controllo della Vgs tramite le funzioni di compensazione della temperatura e controllo automatico della potenza. La presenza della memoria non-volatile contenente le LUT permette di “impostare e dimenticare” i parametri di lavoro e svincola dall’uso di un microcon- 152 trollore esterno per controllare la Polarizzazione del FET. Tale circuito di Bias elimina ogni connessione digitale (µC) col mondo RF e permette di posizionare il MAX11008 nelle vicinanze del dispositivo LDMOS senza incorrere nel rischio di generare alcuna disturbanza nello spettro RF. I due DAC indipendenti svolgono le seguenti funzioni: VGATE = VSET + LUTTEMP{Temp} + + LUTAPC{APC} dove VGATE rappresenta l’effettiva tensione di gate amplificata, VSET è il valore della tensione di gate (Tcal °C) programmato in fabbrica, LUTTEMP{Temp} è il valore interpolato memorizzato nella LookUpTable relativo alla temperatura campionata mentre LUTAPC{APC} è il valore interpolato contenuto nella LUTAPC per i parametri del controllo automatico di potenza. L’utente ha un controllo totale della configurazione potendo definire sino a quattro LUT indipendenti (una per ciascuna variabile dei due canali); inoltre, egli potrà variarne le dimensioni in funzione della risoluzione richiesta per ogni sin- gola variabile. Nel caso in cui l’uscita del DAC fosse funzione di una sola variabile, l’utente potrà definire sia due LUT (una per ciascun canale) oppure una sola LUT di risoluzione maggiorata comune a entrambi i canali. Inoltre, 32 byte di memoria sono disponibili per immagazzinare dati utente come, per esempio, il numero identificativo di scheda o di PA e i dati di calibrazione. Nel caso in cui si configurassero delle LUT di piccole dimensioni l’utente avrà a disposizione ulteriore spazio in memoria. Il diagramma di figura 7 descrive i tipi di algoritmo e gli indirizzi di memoria delle LUT. I coefficienti di temperatura sono immagazzinati in 64 locazioni di memoria. L’utente potrà selezionare granularità, offset e interpolazione (1:2, 1:4 or 1:8) così da ottenere valori di Vgate particolarmente accurati (sino a variazioni di temperatura = 0,25°C). I parametri di APC (o altri) vengono immagazzinati in 32, 64, 128 o 192 locazioni di memoria in funzione della configurazione della memoria non-volatile ivi integrata. Come già visto, l’utente potrà selezionare granularità, offset e interpoELETTRONICA OGGI 356 - MAGGIO 2006 E """ lettronica DISPOSITIVI RF lazione (1:2, 1:4 or 1:8) così da ottenere variazioni di Vgate molto fini (per passi di 18mV quando il drain è collegato a 28V). L’implementazione di più recenti ed efficienti schemi, quale il controllo automatico di potenza (APC) si basano sul principio che la potenza d’uscita del PA varia nel tempo in funzione della distanza tra l’utilizzatore del cellulare e la base station permanente. L’APC permette d’ottenere una miglior efficienza di sistema gestendo la tensione di gate (o corrente di drain) attraverso il continuo controllo della potenza d’uscita e della tensione applicata al drain. Anche l’uso del MAX11008 è regolato dalla caratterizzazione del dispositivo LDMOS per definire i valori da memorizzare in LUT. Alla temperatura di calibrazione, il progettista definisce i valori da applicare al DAC e li memorizzerà nel registro “non-volatile” Vgateset. Nella fase operativa, il DAC controlla la temperatura e un altro parametro dell’APC. Se entrambi variano il MAX11008 manterrà la corrente di drain del LDMOS al suo valore ideale selezionando, per mezzo dell’interpolazione dei valori contenuti nella LUT, un altro valore d’uscita del DAC ottenendo un’elevata accuratezza. Ad esempio, con una Id = 1A e una Rsense = 75mΩ l’errore tipico sarà inferiore del 0,9% mentre con una Id = 250mA e una Rsense = 300 mΩ l’errore tipico sarà inferiore del 1,75%. Inoltre, alcuni dei dispositivi succitati possono anche essere usati per controllare le funzioni in un anello di linearizzazione del PA e ulteriori applicazioni RF. I dispositivi MAX11010 e MAX11011 sono equivalenti al MAX11008 ma non prevedono il controllo della Idrain e il circuito pilota del LDMOS. Per ottenere una maggior flessibilità di progetto è preferibile considerare l’uso dei dispositivi: MAX1020/22, MAX1043, MAX1057/58, MAX1221/23, MAX1257/58 e MAX1343, che integrano ADC multicanale con FIFO, circuiti di auto scansione, circuiti di “data averaging”, svariati DAC e molti pin di I/O nonché un sensore di temperatura con accuratezza di ±1°C. Tali DAC e ADC forniscono una risoluzione di 10 o 12 bit. Infine, i dispositivi MAX11014/15 provvedono un circuito pilota del gate avente una uscita a tensione negativa (piuttosto che positiva) che li rende ideali per applicazioni con MESFET o GaAsFET. In caso di guasto, al fine di proteggere tali FET, il circuito Pilota forzerà l’uscita al valore di una Tensione esternamente applicata. I circuiti integrati sopra descritti permettono al progettista di amplificatori per base station di realizzare la polarizzazione del LDMOS col minimo dei componenti richiesti ottenendo il massimo della flessibilità di sistema. Questi dispositivi possono essere anche usati in applicazioni industriali e automotive per realizzare il controllo della corrente e la compensazione di temperatura. Al fine di permettere una più veloce verifica del componente, Maxim è in grado di fornire schede di valutazione complete del software di calibrazione da usare in ambiente PC. ✍ /DVROX]LRQHSLDYDQ]DWD SHULOQXRYRVWDQGDUGGL FRPXQLFD]LRQHZLUHOOHVV ORZFRVW (PEHUQHW3ODWIRUP ,&KLS(PEHUSHUPHWWRQR GLFRVWUXLUHVHQVRUL LQWHOOLJHQWLFRQFXLFUHDUH UHWLDGDOWDDIÀGDELOLWj 3(56$3(51(',3,8· ZZZHPEHUFRP Maxim Integrated Products readerservice.it n. 58 ELETTRONICA OGGI 356- MAGGIO 2006 153 81352'2772',675,%8,72'$ (6&2,7$/,$1$6S$ YLD*%6WXFFKL0RQ]D0, 7HO)D[ ZZZHVFRLWDOLDQDLW LQIRPLODQR#HVFRLWDOLDQDLW readerservice.it n.08594