Tecniche di esplorazione funzionale in vivo del cervello Ing. Lorenzo Sani E-mail: [email protected] Laboratorio di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica Facoltà di Medicina, Università di Pisa Materiale didattico: www.bioclinica.unipi.it/lezioni/bioingegneria [email protected] www.ing.unipi.it “Prenotazione Esami” Esplorazione funzionale in vivo del cervello • • • • I metodi di neuroimaging attualmente sviluppati non solo forniscono informazioni sulla struttura e sull’anatomia cerebrale, ma consentono anche di investigare lo stato funzionale in vivo del cervello umano Distinzione generale tra le metodiche di esplorazione funzionale in vivo del cervello: Tecniche elettriche - magnetiche: rilevano direttamente la funzionalità cerebrale attraverso la misurazione dei correlati elettrici o magnetici dell’attività neuronale (EEG; MEG) Metodiche emodinamiche - metaboliciche: rilevano indirettamente la funzionalità cerebrale attraverso la misurazione degli eventi vascolari o metabolicici che accompagnano l’attività neuronale (PET, fMRI) Tecniche di esplorazione funzionale in vivo del cervello La risonanza magnetica funzionale fMRI • Principi fisici dell'imaging funzionale mediante risonanza magnetica • Segnale BOLD e suo legame con l'attività neurale • Tecniche di analisi dei dati fMRI • Principi fisici dell'imaging funzionale mediante risonanza magnetica • Segnale BOLD e suo legame con l'attività neurale • Tecniche di analisi dei dati fMRI Atomo di idrogeno 1H - ELETTRONE PROTONE + NUCLEO Proprietà di una particella subatomica • Massa • Spin • Carica elettrica Rapporto giromagnetico γ 1H = 42.58 MHz/T N S µ γ = p Momento magnetico (dovuto alla rotazione di una carica elettrica) Momento angolare (dovuto alla rotazione di una massa) Orientazione degli spin In assenza di B0 In presenza di B0 B0 µ può assumere 2I+1 orientamenti in un campo magnetico esterno, corrispondenti a 2I+1 livelli energetici permessi Atomo di idrogeno 1H: spin I=1/2 → 2 orientamenti possibili → µ può allinearsi al campo magnetico esterno B0 in posizione parallela (livello basso di energia) o antiparallela (livello alto di energia) Frequenza di precessione B0 B0 Equazione di Larmor: Frequenza di precessione ω = γ Βο Campo magnetico statico Rapporto giromagnetico ω = 42.58 x 1.5 = 63.87 MHz : siamo nella banda delle radiofrequenze (RF) Risonanza Magnetica Se i protoni posti nel campo magnetico statico B0 vengono eccitati con un impulso e.m. a frequenza ω (frequenza di precessione) si ha il fenomeno della risonanza magnetica nucleare U U U U U U U U U U Impulso di eccitazione Risonanza U U Risonanza Magnetica: l’impulso di l’ eccitazione a radiofrequenza (RF) B0 Impulso di eccitazione RF EX. 90° Antenna (bobina) RF Risonanza Magnetica: l’impulso di l’ eccitazione a radiofrequenza (RF) Impulso di eccitazione RF B0 Spettro elettromagnetico (EM) RX TAC fMRI B0 (ω = 0) B1 NON ionizzanti Gli Ultrasuoni NON sono onde EM!!! PET ionizzanti Risonanza Magnetica: il segnale B0 Bobina RF ricevente Segnale RF ricevuto Segnale FID: Free Induction Decay B0 Bobina RF ricevente Segnale RF ricevuto (FID) Magnetizzazione netta M E’ la somma vettoriale di tutti gli spins coinvolti nel fenomeno … … z B 0 x y mn z M … m3 m2 m1 Parametri relativi ai tessuti Tempo di rilassamento trasversale T2 Tempo di rilassamento longitudinale T1 Densità Protonica PD Rilassamento T2 Rilassamento T2, tempo di rilassamento trasversale, effetto spin-spin : scambio di energia tra uno spin e l’altro I momenti magnetici dei singoli spin precessano a velocità differenti e quindi si sfasano tra loro La componente trasversale MXY perpendicolare al campo B0 tende ad annullarsi Tempo di rilassamento T2 T2 = costante di tempo del rilassamento trasversale B0 Mxy(t) ∝ exp(-t/T2) T2 = tempo che impiegano i protoni a defasare tra loro (e quindi ad attenuare il segnale), cioè tempo necessario affinché lo sfasamento dei nuclei determini la riduzione della componente trasversale Mxy del 63% Tempo di rilassamento T2 Segnale Sangue (T2≈362ms.) Rene (T2≈124ms.) grasso (T2≈108ms.) 1 2 Tempo 3 4 5 Pseudo – rilassamento, tempo T2* • La presenza di disomogeneità del campo magnetico statico B0 all’interno del campione causa inevitabilmente un ulteriore defasamento relativo dei nuclei tra loro • Si definisce un altro tempo di rilassamento, T2*, esprimendo la velocità di decadimento trasversale osservata, 1/T2*, come la somma di due contributi: 1) il contributo del rilassamento dovuto all’effetto spin-spin: 1/T2 2) il contributo del rilassamento dovuto alle disomogeneità del campo magnetico statico: 1/T2disom 1 1 1 = + disom * T2 T2 T2 1 disom 2 T = γ ∆ B0 T2disom = costante di tempo di rilassamento dovuto alle disomogeneità del campo magnetico statico B0 ΔB0: ampiezza della variazione (disomogeneità) del campo magnetico statico B0 nella regione considerata Mxy(t) ∝ exp(-t / T2*) Rilassamento T1 Rilassamento T1, rilassamento longitudinale, effetto spin-lattice: scambio di energia tra uno spin e l’ambiente circostante M M I momenti magnetici dei singoli spin tendono gradualmente a riallinearsi con B0 La componente longitudinale MZ lungo il campo B0 torna verso il suo valore iniziale M0 Tempo di rilassamento T1 T1 = costante di tempo del rilassamento longitudinale B0 T1 = tempo che impiega il vettore M a riallinearsi lungo la direzione di B0 (e quindi ad attenuare il segnale), cioè tempo necessario affinché la componente longitudinale Mz riacquisti il 63% del valore di equilibrio M0 parallelo a B0 Densità protonica PD numero di protoni presenti nella zona di interesse B0 Segnale RF ricevuto (FID) M0 B0 My Segnale RF ricevuto (FID) M0 Maggiore densità protonica -> più grande M0 -> più alto segnale (FID) Perché T2, T1, PD? Immagini “pesate” T2W T1W PDW Parametri di acquisizione: FA TR TE ⇒FA - Flip angle: angolo tra B0 e M; è proporzionale alla durata ed all’intensità dell’impulso RF ⇒TR - Tempo di ripetizione: tempo tra un impulso RF ed il successivo ⇒TE - Tempo di Eco: tempo tra l’emissione di un impulso RF e la ricezione del segnale Variando opportunamente i valori dei parametri di acquisizione FA, TR e TE si possono ottenere immagini pesate T2, T2*, T1 o PD I gradienti di campo magnetico Cosa sono? Campi magnetici che si sommano a B0 e le cui intensità variano linearmente con la posizione lungo i tre assi (direzioni dello spazio): x, y, z B0 Gradiente -2 -1 ω = γB 0 1 2 3 4 x, y, z A cosa servono? Per selezionare una regione di interesse e codificare la zona sorgente del segnale ricevuto Gradiente di selezione fetta Gradiente lungo B0 – z (Gz: eccitazione selettiva) ω = γB Gradiente attivo durante la trasmissione dell’Impulso di eccitazione a radiofrequenza (RF) Z Bz(z) B0 Bz = B0 + z·Gz Bz = B0 Bz < B0 0 Bz > B0 1 z Gradiente di selezione fetta Gradiente lungo B0 – z (Gz: eccitazione selettiva) ωz = γBz Bz = B0 + z·Gz ωz = γBz = γ (B0 + z·Gz) ωz(z) B0 ωz = γ (B0 + z·Gz) ωz = ω0 ωz < ω0 0 ωz > ω0 1 z Gradiente di fase Codifica di fase GRADIENTE ATTIVO: gli spin si defasano man mano che il gradiente è attivo GRADIENTE SPENTO: gli spin tornano a precedere tutti alla stessa frequenza ω, ma rimangono sfasati tra loro La fase delle componenti del segnale ricevuto è funzione della posizione lungo la direzione del gradiente di fase Gradiente di lettura Codifica di frequenza Gradiente attivo durante la fase di acquisizione del segnale RM La frequenza delle componenti del segnale ricevuto è funzione della posizione lungo la direzione del gradiente di lettura I tre gradienti Z Y X Y X Le sequenze di acquisizione Successione temporale di attivazione disattivazione: • di impulsi di eccitazione a radiofrequenza RF • di gradienti di campo magnetico • di acquisizione (ricezione e memorizzazione) del segnale FID Le sequenze di acquisizione Gradiente di selezione fetta: attivo durante la trasmissione dell’Impulso di eccitazione a radiofrequenza (RF) Gradiente di fase: attivo dopo lo spegnimento del gradiente di selezione fetta e prima dell’accensione del gradiente di lettura Gradiente di lettura: attivo durante la fase di acquisizione del segnale RM Il K-spazio Memorizzazione dei segnali acquisiti dopo l’attivazione dei tre gradienti La sequenza di acquisizione viene ripetuta più volte, ogni volta con una diversa ampiezza del gradiente di fase: vengono acquisiti molti segnali RM K sta per: n. d’onda = ω/c i valori lungo gli assi sono frequenze SIAMO NEL PIANO DI FOURIER Come “riempire” il k-spazio Sequenza EPI Y GX GZ GY Sequenza Spiral I metodi di riempimento dipendono dal disegno della sequenza Dal K-spazio all’immagine K-spazio Spazio reale Trasformata di Fourier (IFFT) bidimensionale Immagini 2D Selezione fetta Codifica di Fase y Fette 2D z x Codifica di lettura Immagini 2D “multipiano” 1 2 3 4 5 Acquisizione MultiPlanare Tutte le 5 fette sono acquisite durante lo stesso TR Più fette sono acquisite durante un singolo intervallo TR • Principi fisici dell'imaging funzionale mediante risonanza magnetica • Segnale BOLD e suo legame con l'attività neurale • Tecniche di analisi dei dati fMRI Esplorazione funzionale in vivo dei correlati neurometabolici dell’attività cerebrale Riposo mV +50 Blood Flow 0 = Hb Hemoglobin -70 EEG 1 2 MEG attività neuronale sinaptica 3 attività della pompa Na+/K+ Attivazione Oxygen 15 H O-PET msec 2 fMRI richiesta di ATP richiesta di ossigeno e glucosio = HbO2 FDG-PET sMRI flusso ematico cerebrale metabolismo ossidativo del glucosio e produzione di ATP fMRI - Segnale BOLD BOLD: Blood Oxygenation Level Dependent Segnale BOLD: la sua intensità dipende dal livello di ossigenazione del sangue • Negli studi fMRI il segnale BOLD viene registrato utilizzando opportune sequenze chiamate EPI (echo planar imaging) che permettono di acquisire immagini funzionali del cervello T2*-pesate • L’accurata interpretazione del segnale BOLD dipende dalla completa caratterizzazione dell’attività neuronale che dà origine alla risposta emodinamica: “neurovascular coupling” Fisiologia della Correlazione: Attività Neuronale - Flusso Ematico - Metabolismo Cerebrale • Nonostante i numerosi sforzi per risolvere il quesito del “neurovascular coupling”, non è ancora chiaro il meccanismo fisiologico legato al controllo della richiesta, da parte dei neuroni, di un maggiore flusso sanguigno. Sono stati suggeriti differenti modelli di regolazione dinamica cerebrovascolare e le ipotesi più probabili sono: • il rilascio, da parte dei neuroni, di vari fattori chimici che agiscono come mediatori di tipo biometabolico come per esempio l’ossido nitrico, l’adenosina, gli ioni idrogeno o potassio; • il rilascio, da parte dei neuroni, di opportuni neurotrasmettitori; • una innervazione diretta che parte dai neuroni e raggiunge la muscolatura vascolare fMRI - Segnale BOLD fMRI: functional Magnetic Resonance Imaging Tecnica che utilizza il segnale BOLD per visualizzare il metabolismo cerebrale mediante MRI • Il segnale BOLD permette l’individuazione dei cambiamenti locali cerebrali di ossigenazione ematica durante una stimolazione fisiologica • Il segnale BOLD si basa sui cambiamenti fisiologici delle proprietà magnetiche del sangue, in particolare dell’emoglobina: OSSIEMOGLOBINA DIAMAGNETICA DEOSSIEMOGLOBINA PARAMAGNETICA PROPRIETA’ MAGNETICHE DEI MATERIALI Se immersi in un campo magnetico B0: • FERROMAGNETICI: interazione violenta (attrattiva o repulsiva) con B0 • DIAMAGNETICI: interazione debole repulsiva con B0 • PARAMAGNETICI: interazione debole attrattiva con B0 Il nostro corpo è prevalentemente diamagnetico PROPRIETA’ MAGNETICHE DEI MATERIALI Se un materiale si trasforma da diamagnetico a paramagnetico (es. ossiemoglobina-deossiemoglobina) si ha una variazione della sua suscettività magnetica ∆χ (grandezza che misura il grado di magnetizzazione di un materiale immerso in un campo magnetico), cioè si ha una variazione dell’interazione del materiale stesso con il campo magnetico statico B0. In particolare: • le sostanze diamagnetiche tendono a ridurre le disomogeneità di B0, cioè ad aumentarne l’uniformità • le sostanze paramagnetiche tendono ad aumentare le disomogeneità di B0, cioè a ridurne l’uniformità variazione di suscettività magnetica ∆χ Variazione del tempo di rilassamento T2* ∆T2* PROPRIETA’ MAGNETICHE DELL’EMOGLOBINA • Emoglobina: proteina globulare solubile di colore rosso presente nei globuli rossi del sangue, responsabile del trasporto dell'ossigeno molecolare • Il gruppo emoglobinico che influenza il rilassamento protonico è il gruppo eme: ospita uno ione ferroso Fe2+ che è il diretto responsabile delle interazioni paramagnetiche con i protoni acquosi (nonostante si trovi in una tasca idrofobica apolare proteica) ANDAMENTO TEMPORALE DEL SEGNALE BOLD Segnale BOLD e potenziale d’azione mV +50 • Il segnale BOLD (risposta emodinamica) ha una durata temporale dell’ordine dei secondi 0 -70 1 2 3 msec • Il potenziale d’azione dei singoli neuroni ha una durata temporale dell’ordine dei millisecondi Segnale BOLD e potenziale d’azione • Uguali unità di misura sui due assi delle ascisse (tempi misurati in secondi) • Il potenziale d’azione dei singoli neuroni è un evento estremamente più rapido (istantaneo) del segnale BOLD (risposta emodinamica) CAUSE di VARIAZIONE del SEGNALE BOLD • • • • • Variazione, rispetto ai livelli basali, dei parametri metabolici e di risonanza magnetica causati da un aumento dell’attivazione corticale in una determinata regione del cervello rispetto alla condizione di riposo: aumento dell’attività neuronale sinaptica aumento della richiesta di ossigeno e glucosio aumento del flusso ematico cerebrale aumento della concentrazione di ossiemoglobina aumento dell’uniformità del campo magnetico statico B0 • diminuzione della disomogeneità del campo magnetico statico B0 • diminuzione della dispersione di fase degli spin • decadimento trasversale più lento della magnetizzazione • diminuzione della velocità di decadimento trasversale dovuta alle disomogeneità del campo magnetico statico: 1/T2disom • diminuzione della velocità di decadimento trasversale complessiva: 1/T2* • aumento del tempo di rilassamento trasversale complessivo: T2* • aumento dell’intensità del segnale BOLD (cioè dell’intensità delle immagini T2* pesate), ricevuto dalla macchina di RM: ∝ Mxy(t) = M0 exp (-t / T2*) CAUSE di VARIAZIONE del SEGNALE BOLD Acquisizione delle immagini funzionali e strutturali del cervello • Il segnale BOLD non fornisce una misurazione diretta dell’attività neurale perché misura un effetto indiretto (la risposta emodinamica) di tale attività • Durante una sessione fMRI vengono acquisite immagini funzionali in assenza di stimoli, che serviranno come immagini di controllo (livello basale, di riposo del segnale BOLD) • Durante il periodo di acquisizione, vengono presentati degli stimoli che possono essere: sensoriali, task motori o cognitivi • Lo stesso task viene ripetuto periodicamente in modo da poter fare una media statistica di tutti i valori delle immagini relativi all’attivazione • L’immagine finale si ottiene facendo una sottrazione mediata tra l’immagine acquisita durante la presentazione dello stimolo e l’immagine acquisita durante l’assenza di stimoli in modo da ottenere un’immagine statistica parametrica, che viene poi sovrapposta all’immagine anatomica Acquisizione delle immagini funzionali e strutturali del cervello Acquisizione delle immagini funzionali e strutturali del cervello • Negli studi fMRI le immagini funzionali del cervello (T2*-pesate) vengono acquisite usando sequenze gradient echo, del tipo echo planar (EPI) • Ogni TR vengono acquisite tutte le immagini tomografiche 2D (fette) relative ad un intero volume cerebrale: immagini funzionali a bassa risoluzione spaziale • Per avere una dettagliata anatomia del cervello: acquisite immagini strutturali ad alta risoluzione spaziale T1-pesate del tipo spoiled gradient recall (SPGR) • La struttura dati fondamentale (dataset): insieme di array 3D di valori numerici; ciascun array 3D: un volume cerebrale. Tutti i volumi cerebrali funzionali vengono acquisiti in successione temporale in un intero run di scansione • Ogni elemento di un array 3D: un voxel del volume cerebrale, con le sue coordinate di posizione (x,y,z); il suo valore numerico: intensità del segnale BOLD nel voxel corrispondente • I valori di uno stesso voxel in tutti i volumi cerebrali costituiscono una serie temporale (time series) • I dataset che si riferiscono alle immagini anatomiche di localizzazione sono formati da un unico volume cerebrale reconstruction registration Interpretazione dei risultati, correlazione con dati comportamentali e verifica dell’ipotesi smoothing Analisi dei dati: postprocessing Organizzazione degli esperimenti fMRI Rationale: ipotesi sperimentale Selezione, screening, test psicologici e comportamentali Preprocessing e sessione sperimentale Paradigma sperimentale