Indici ecocardiografici correlati con l`anatomia coronarica in fase

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Articolo originale
Recenti Prog Med 2011; 102: 432-437
Indici ecocardiografici correlati con l’anatomia coronarica
in fase acuta di infarto miocardico:
la nostra esperienza
Fabio Belluzzi, Anna Ciocca, Lucia Grosso Di Palma, Mattia Cattaneo, Caterina Conti, Fabio Magrini
Riassunto. L’infarto miocardico acuto della parete inferiore (IMAI) è spesso associato a quello del ventricolo destro (IMAVD). All’ecocardiografia l’ischemia acuta del ventricolo destro (VD) non si manifesta unicamente con alterazioni della cinetica segmentaria (ACSVD), come avviene
per il ventricolo sinistro (VS), ma mostra un’iniziale dilatazione ventricolare. Importante per la diagnosi è la valutazione della motilità del setto interatriale (SIA), che presenta normalmente in sistole una incurvatura verso l’atrio
destro. In molti infarti che coinvolgono il VD avviene il contrario, cioè una inversione della normale convessità del SIA
(ISIA). Per verificare l’importanza diagnostica e prognostica dell’ISIA abbiamo studiato 53 pazienti (pz) con IMAI valutati con ECG, ECO Doppler all’ingresso in PS, monitoraggio emodinamico (ME) con catetere di Swan Ganz e coronarografia. I pazienti sono stati suddivisi per caratteristiche ECO in tre gruppi: A) n. 12 pz. con IMAI ed ACSVD e/o
con dilatazione del ventricolo destro (DVD), con presenza
di ISIA; B) n. 8 pz. con IMAI ed ACSVD e/o DVD, con assenza di ISIA; C) n. 33 pz. con IMAI assenza di ACSVD e/o DVD
e/o ISIA. All’elettrocardiogramma si è riscontrato solo nei
gruppi A e B il coinvolgimento ischemico del VD. La pressione proto diastolica del VD ricavata con ECO Doppler in
onda continua e il ME non hanno mostrato differenze statisticamente significative tra i gruppi. Le complicanze sono state così ripartite: gruppo A: 6 pz (50%); gruppo B: 2 pz
(24%); gruppo C: 4 pz (12%) con differenza statisticamente significativa (p <0,03). La coronarografia ha evidenziato:
nel gruppo A lesioni emodinamicamente significative nel
tratto prossimale della coronaria destra (CD) e/o nel tratto prossimale della circonflessa (CX); non sono state rilevate lesioni nei tratti medi o distali; nei gruppi B e C le lesioni emodinamicamente significative su CD e CX si sono
invece rese evidenti nei tratti mediani e distali (mai in
quelli prossimali). La mortalità a sei mesi è risultata: gruppo A del 41,6%; gruppo B del 20%; gruppo C: del 6% (p
<0,01). L’ECO a sei mesi ha rilevato che i pazienti con ISIA
hanno presentato complicanze. In conclusione l’ISIA nei
pazienti con IMAI+IMAVD identifica un gruppo di pazienti con prognosi più sfavorevole.
Ecocardiographic indices related with acute coronary anatomy
in acute phase of myocardial infarction: our experience.
Parole chiave. Ecocardiografia, infarto miocardico acuto
della parete inferiore, inversione della convessità del setto
interatriale.
Key words. Echocardiography, inferior acute myocardial infarction, interatrial septum convexity, right ventricle.
Summary. Inferior acute myocardial infarction (IAMI) is often associated with right ventricle involvement (RVAMI).
Echocardiogram (Echo) shows the ischemic involvement of
the right ventricle with an initial dilatation (RVD) and segmental cinetic abnormalities (RVSCS). During RVAMI the
normal convexity of the interatrial septum (IAS) toward
right atrium is inverted (IASI). 53 patients with IAMI were
studied with ECG, echo and hemodinamic monitoring by a
Swan-Ganz catheter. Echo was early performed and patients were subdivided into three groups: 1. IAMI with
RVSCS and/or RVD with IASI (12 patients); 2. IAMI with
RVSCS and/or RVD without IASI (8 patients); 3. IAMI without
VSCS, RVD IASI (33 patients). ECG showed RV involvement
only in A and B groups (ST-T segment elevation more than
2 mm in V3 r – V5 r). Echo-Doppler showed no statistically
differences between the two groups on RV protodiastolic
pression; no hemodinamic differences between the two
groups (p = n.s.); no statistically differences in central venous pressure, right ventricular pressure, cardiac output,
wedge pressure. Complications (arrhytmias, heart failure,
ipotension, pericarditis, 3rd A-V block) were so subdivided:
group A: 6 patients (50%); group B: 2 patients (24%); group
C: 4 patients (12%) with statistical significance (p<0.03) between all three groups. Coronarography showed that in
group A significative lesions were localized in the proximal
tract of the right coronary and/or in the proximal tract of
the circumflex coronary; on the contrary in B and C groups
the lesions were localized in medium and distal tract of the
two vessels. Mortality at six months was 41 % in group A (5
patients); 20 % in group B (2 patients); 6 % in group C (2 patients), with p<0.01 between all three groups. Echo after six
months showed IASI only in two patients of group A. Patients with IASI revealed complications (residual angina,
ventricular ipercinetic arrytmias). In conclusion: IASI in patients with IAMI and RVAMI seems to identify a group with
higher risk in developing complications and with a more
adverse prognosis.
Dipartimento Toraco Polmonare e Cardiocircolatorio, UO Medicina ad indirizzo Cardiovascolare, Fondazione IRCCS Ca’ Granda,
Ospedale Maggiore-Policlinico, Università degli Studi di Milano.
Pervenuto il 26 luglio 2011.
F. Belluzzi et al.: Indici ecocardiografici correlati con l’anatomia coronarica in fase acuta di infarto miocardico: la nostra esperienza
Introduzione
Un dato ecocardiografico scarsamente rilevato,
ma a nostro avviso molto importante, è la valutazione della motilità del setto interatriale (SIA). In condizioni fisiologiche il SIA mostra una leggera convessità verso l’atrio destro soprattutto durante la sistole1,2. L’inversione di questo atteggiamento del setto interatriale (ISIA), e cioè lo spostamento paradosso della convessità stessa (figura 1), è stata già
descritta in pazienti con anormale aumento della
pressione atriale destra, con sovraccarico di volume
da rigurgito tricuspidale1-3, con anomalia di Ebstein13
o con ipertensione polmonare1-3. In passato è stato
anche descritto come un aumento della pressione
atriale destra sia spesso associato al coinvolgimento
ischemico del ventricolo destro4. Alcune alterazioni
della morfologia del setto interatriale in corso di infarto miocardico acuto sono inoltre riportate in letteratura; tali alterazioni sono state viste anche in
corso di tamponamento cardiaco da rottura di parete libera ventricolare ed il significato non è ancora
completamente definito5-8.
Figura 1. Proiezione Eco, 4 camere apicali.
L’infarto miocardico acuto isolato del ventricolo
destro è raro; è noto tuttavia che l’infarto miocardico acuto della parete inferiore (IMAI), oltre ad alterazioni di cinetica segmentaria del ventricolo sinistro in sede inferiore (ACSVS), è frequentemente associato a compromissione ischemica del ventricolo
destro. Questo fenomeno è stato rilevato nel 30% circa degli IMAI4,9-13.
Dal punto di vista ecocardiografico, il coinvolgimento ischemico del ventricolo destro (VD) non si
manifesta unicamente con alterazioni della cinetica segmentaria (ACSVD), come avviene nel ven-
tricolo sinistro (VS) e cioè con dissinergie della parete libera o con movimento apicale paradosso, ma
si presenta spesso come iniziale dilatazione del
ventricolo destro (DVD) o con aumento del rapporto tra le dimensioni telediastoliche tra VD e VS con
rapporto VD/VS maggiore di 0,53,14,15.
Lo scopo del nostro studio è stato quello di valutare il significato clinico e prognostico dell’ISIA in
corso di infarto miocardico acuto inferiore (IMAI)
associato a compromissione ischemica del VD, con
metodica ecocardiografia, monitoraggio emodinamico con catetere di Swan-Ganz e coronarografia.
Casistica e metodica
Lo studio è stato condotto in 53 pazienti consecutivi al
primo episodio di infarto miocardico acuto (31 maschi, 22
femmine, con età media 65 anni ±10) ricoverati presso il
nostro Ospedale. L’ecocardiogramma è stato effettuato in
urgenza e precocemente (entro 1 ora dall’ingresso) direttamente in Pronto Soccorso (PS) (nel Dipartimento di
Emergenza Urgenza. I pazienti, prima di essere inclusi
nello studio, venivano valutati anamnesticamente e con
elettrocardiogramma. La diagnosi di IMA si basava sulla presenza di almeno due dei seguenti criteri: 1) dolore
stenocardico durato più di 30 minuti; 2) alterazioni elettrocardiografiche persistenti indicative di ischemia miocardica trans murale (STEMI); 3) alterazioni persistenti
della cinetica segmentaria all’ECO. In tutti i pazienti è
stato verificato l’aumento significativo delle creatininfosfochinasi (CPK) di almeno due volte il valore massimo
normale (v.n. 38-174 UI/L) e Troponina T oltre gli 0,03
ng/ml (valore normale <0,03 ng/ml). Sono stati inclusi gli
IMAI, perché nel 30% dei casi si riscontra coinvolgimento del VD5-8-16. Sono invece stati esclusi dallo studio i pazienti con precedenti ischemici cardiaci o che presentavano, oltre a ischemia acuta inferiore, ischemia associata di altri territori del ventricolo sinistro (infero-laterali,
postero-laterali, infero-postero-laterali, infero-anteriori)
ed i soggetti molto sofferenti, agitati, non collaboranti, in
iperventilazione o con aritmia cardiaca all’esordio. Sono
stati inoltre esclusi pazienti con valvulopatia, difetti congeniti cardiaci, portatori di broncopneumopatia cronica
ostruttiva e di ipertensione polmonare (questi ultimi sono stati esclusi poiché primitive pressioni destre elevate
avrebbero potuto provocare DVD e ISIA da sovraccarico
pressorio destro). Tutti i casi arruolati sono stati monitorati dal punto di vista clinico durante la fase acuta e sono stati sottoposti ad esame coronarografico precoce entro 90 minuti dall’insorgenza dei sintomi. Tutti i pazienti sono stati rivalutati mediante follow-up a sei mesi.
ELETTROCARDIOGRAMMA
Sono stati inclusi solo i pazienti con sopraslivellamento del tratto ST in D2-D3 aVf di almeno 2 mm e successiva comparsa di onda Q rilevato durante l’esecuzione di un ECG standard a dodici derivazioni. In tutti i pazienti l’ECG è stato effettuato anche sulle derivazioni
destre (V3R-V4R-V5R).
ECOCARDIOGRAMMA
È stato utilizzato ecografo Acuson 128 XP con sonda
2.5-3.5 MHz.
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Tutti i pazienti sono stati sottoposti all’indagine ECO
Le alterazioni della cinesi parietale all’ECO effetin urgenza all’arrivo in PS prima dell’inizio della teratuato in PS hanno così permesso di suddividere il campia, durante la degenza, prima della dimissione e dopo
pione di pazienti con IMAI in 3 gruppi differenti:
sei mesi dall’evento.
A) pazienti con IMAI e con ACSVD e/o DVD e con ISIA;
Il cuore è stato esaminato secondo metodiche stanB) pazienti con IMAI e con ACSVD e/o DVD;
dard, per l’analisi della cinetica parietale abbiamo utiC) pazienti con IMAI e non interessamento del VD
lizzato lo schema dell’American Society of Echocardioe/o ISIA.
graphy17 ed il VD veniva valutato in particolar modo nelle proiezioni parasternale, 2 camere destra (che consenEMODINAMICA
te di esaminare apice e la parete inferiore o diaframmatica), apicale 4 camere (che consente di esaminare apice
Tutti i pz sono stati sottoposti a monitoraggio emoe parete libera o antero-laterale) e sottocostale asse cordinamico tramite catetere di Swan-Ganz a triplo lume,
to ed asse lungo (che consentono di esaminare apice, painserito con metodica percutanea in sede vena femorale
rete libera e quella diaframmatica)4-16.
destra. È stato effettuato il rilevamento della pressione
Le proiezioni effettuate per valutare la presenza delatriale destra (PAD), della pressione ventricolare destra
l’ISIA sono state l’apicale 4 camere e la sottocostale 4 ca(effettuata al passaggio nella cavità ventricolare), della
mere. Lo studio della dinamica settale veniva effettuato
pressione polmonare, della pressione capillare polmonaconfrontando il movimento settale con una retta immare. La gittata cardiaca è stata eseguita con metodica delginaria che partendo dal punto di giunzione dei piani valla termodiluizione. Sono stati presi in considerazione per
volari della tricuspide e della mitrale giungeva al punto
l’analisi statistica i dati emodinamici ottenuti in concopiù basso dell’atrio. La morfologia del setto è stata conmitanza con l’esame ECG. La PAD veniva utilizzata ansiderata anomala quando la sua convessità era chiarache come valore per la stima della PAP.
mente diretta verso l’atrio sinistro durante la sistole, con
spostamento settale maggiore di 3 mm (figura 1).
CORONAROGRAFIA
Le immagini sono state ritenute adeguate per l’analisi della cinetica parietale e settale atriale quando era
Veniva effettuata in urgenza, entro 90 minuti dalpossibile evidenziare il contorno dell’endocardio per all’insorgenza dei sintomi. Veniva valutata complessivameno l’80% dell’immagine totale e quando era ben visimente l’anatomia coronarica, ma in particolare per il nobile ed “in asse” il setto interatriale. La valutazione è
stro studio venivano valutate le alterazioni coinvolgenti
stata eseguita da due operatori diversi che non erano a
il ramo coronarico destro (CD) ed il ramo circonflesso
conoscenza della sede ECG dell’infarto miocardico.
(CX). Veniva valutata la sede delle alterazioni osservaQuando le condizioni cliniche lo hanno permesso (cioè
te suddividendo il ramo coronarico destro in: prossimain 42 pazienti) è stato anche effettuato dalla proiezione 4
le, fino all’emergenza della principale diramazione decamere apicale uno studio Doppler ad onda continua (CW)
stra (RVD2); tratto medio, da RVD2 al ramo marginale
al fine di rilevare eventuale insufficienza tricuspidale (Itr)
acuto (MA), e tratto distale, a valle del MA. Il ramo co16,18,19. La morfologia del
e stimare la pressione polmonare
ronarico circonflesso veniva suddiviso in tre tratti: prosflusso è composta da un primo picco, che rappresenta il
simale, dopo la suddivisione del tronco comune della coriempimento diastolico rapido del ventricolo destro ed il
ronaria di sinistra nei due rami principali coronaria disecondo picco che rappresenta la contrazione atriale; enscendente anteriore (DA) e circonflessa (CX) fino all’oritrambe le velocità hanno direzione positiva diastolica. Una
gine del primo marginale ottuso (MO1); tratto medio, da
eventuale velocità sistolica negativa è presente nell’insufMO1 fino all’origine del primo ramo postero laterale
ficienza tricuspidale. Infatti il CW può rilevare un segna(PL); tratto distale a valle dell’origine di PL. Le lesioni
le sistolico invertito con apice arrotondato e velocità corvenivano considerate significative se vi era una riduziorelata al gradiente pressorio tra ventricolo ed atrio dene del calibro del vaso maggiore od uguale al 50%; se vi
stro18. L’estensione e la direzione del flusso retrogrado in
era una riduzione complessiva della coronaria, questa
atrio destro costituiscono un accettabile parametro di graveniva definita ipoplasica (figura 2).
vità del rigurgito tricuspidale.
L’entità del jet di rigurgito tricuspidale stima la pressione sistolica polmonare (PAP) derivata secondo la formula P = 4V2 +
PAD (pressione atriale destra)16,18,19.
Oltre alla presenza di
ACSVS17, veniva rilevato o meno il coinvolgimento del VD valutando:
1) presenza di ACSVD o alterazioni cinetiche dell’apice,
della parete inferiore o diaframmatica o della parete libera o antero-laterale del VD;
2) dilatazione del VD (DVD)
valutando l’eventuale aumento
del rapporto tra le dimensioni
telediastoliche tra VD e VS con
rapporto VD/VS maggiore di 0,5;
3) presenza di ISIA associaFigura 2. Valutazione anatomica particolare delle alterazioni coinvolgenti il ramo coronarico destro
ta o meno alle precedenti alte(CD) ed il ramo circonflesso (CX).
razioni (ACSVD e/o DVD).
F. Belluzzi et al.: Indici ecocardiografici correlati con l’anatomia coronarica in fase acuta di infarto miocardico: la nostra esperienza
ANALISI STATISTICA
La pressione atriale dx, ventricolare destra, polmonare, capillare polmonare, la portata cardiaca e l’indice
cardiaco nei tre gruppi sono stati analizzati con test di
Mann-Whitney; mentre i dati discontinui sono stati analizzati con il test chi-quadrato.
Risultati
DURANTE LA DEGENZA
Sono stati studiati 53 pazienti giunti nel Pronto Soccorso (PS) del nostro Ospedale con IMAI. Lo
studio ECO effettuato all’ingresso in PS confermava la corrispondenza tra le alterazioni della motilità segmentaria in sede inferiore e la sede elettrocardiografica dell’infarto. Le alterazioni della cinesi parietale del VS venivano rilevate rispettivamente in:
a) segmenti parete inferiore nel 46 % dei casi;
b) segmenti parete inferiore e setto inferiore nel
29 % dei casi;
c) segmenti parete inferiore, setto inferiore ed
apice nel 25 % dei casi.
Per quanto riguardava l’interessamento del VD,
il campione veniva suddiviso in tre gruppi (descritti in precedenza) con la seguente distribuzione:
• gruppo A n°12 pz (22,6 %) in cui vi era coinvolgimento ischemico del VD (ACSVD e/o DVD) associato a movimento anomalo del setto interatriale (ISIA) (figura 3);
• gruppo B n° 8 pz (15%) in cui vi era coinvolgimento ischemico del VD (ACSVD e/o DVD) in assenza di movimento anomalo del setto interatriale;
• gruppo C n° 33 pz (62.2 %) in cui non era presente coinvolgimento ischemico del VD e/o ISIA.
Lo studio ECO Doppler (CW) non ha rilevato
differenze statisticamente significative nei valori
pressori dell’arteria polmonare nei tre gruppi:
gruppo A: PAP =20 ± 4 mmHg; gruppo B: PAP =19
± 4 mmHg; gruppo C: PAP = 20 ± 2 mmHg (P = ns).
L’ECG nei gruppi A e B rilevava sopraslivellamento significativo del tratto ST nelle derivazioni
inferiori e nelle derivazioni destre; nel gruppo C
veniva rilevato sopraslivellamento del tratto ST solo nelle derivazioni inferiori.
Il monitoraggio emodinamico ha dimostrato un
incremento della pressione venosa centrale (10
mmHg), in tutti i casi analizzati senza tuttavia mostrare differenze significative tra i tre gruppi
(gruppo A 14 ± 4 mmHg, gruppi B e C 16 ± 4
mmHg P = ns). La morfologia dell’onda sfigmica sistolica atriale era lievemente diminuita nel gruppo A (1,7 cm in media), mentre normale o modestamente prevalente era nei gruppi B e C. Non abbiamo rilevato differenze statisticamente significative nei tre gruppi per quanto riguarda la pressione ventricolare destra (22 ± 2 mmHg), la portata cardiaca (3,2 ± 0,8 l/min), l’indice cardiaco (da
1,8 ±0,5 a 2,4 ± 0,5 l/min/m2), la pressione arteriosa polmonare (sistolica 22 ± 3 mmHg e diastolica 6
Figura 3. I primi due pazienti del gruppo A con ISIA presentavano,
dal punto di vista clinico-strumentale, rispettivamente complicanze (angina residua e aritmie ipercinetiche ventricolari).
± 3 mmHg) e la pressione capillare polmonare (10
± 3 mmHg).
Le complicanze intraospedaliere (aritmie, scompenso, ipotensioni, pericardite, BAV di III°) sono
state così ripartite: gruppo A n°6 pazienti (50%),
gruppo B n° 2 pazienti (24%), gruppo C n° 4 pazienti (12%), con differenza statisticamente significativa confrontando tutti e tre i gruppi (p<0,03).
La coronarografia effettuata in 50 pazienti entro 90 minuti dall’insorgenza dei sintomi rilevava:
1) gruppo A n° 12 pz, con presenza di tre sottogruppi:
a) n° 4 pz con lesioni emodinamicamente significative nel tratto prossimale, a livello ostiale di CD;
b) n° 4 pz con lesioni significative nel tratto prossimale, non ostiale di CD, a monte della diramazione dell’arteria del nodo seno atriale (NSA) di CD;
c) n° 4 pz con lesioni nel tratto prossimale di
CX, a monte dell’arteria del nodo del seno atriale
(NSA) di CX;
In questo gruppo non venivano rilevate lesioni
nei tratti medi o distali di CD o CX.
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2) Gruppi B n° 10 pz con presenza di tre sottogruppi:
a) n° 4 pz con severa ipoplasia con diffuse irregolarità in toto di CD;
b) n° 3 pz con lesioni emodinamicamente significative nel tratto medio su CD subito dopo l’emergenza del ramo atriale (RA);
c) n° 3 pz con ipoplasia e tortuosità di CX ed associata irregolarità diffusa del vaso.
3) Gruppo C n° 28 pz con presenza di tre sottogruppi:
a) n° 6 pz con CD ipoplasica ed associate lesioni diffuse del vaso;
b) n° 7 pz con CX ipoplasica ed associate irregolarità diffuse del vaso;
c) n° 15 pz con lesioni emodinamicamente significative a livello del tratto medio e distale in
particolare su CD distalmente l’emergenza di RA
(n°7 pz) e su CX distalmente ( n°3 pz) e su MO1
(n°5 pz).
In questi gruppi (Gruppo B e C) le lesioni erano
sempre dei tratti medi e/o distali.
Non si sono mai rilevate lesioni emodinamicamente significative prossimali.
FOLLOW-UP
La mortalità a sei mesi totale risultava del 16,9
% ( n 9 pz) e rispettivamente era: gruppo A n° 5 pazienti (41,6 %), gruppo B n° 2 pazienti (20%), gruppo C n° 2 pazienti (6%), con una differenza statisticamente significativa (p<0,01) riscontrata nel
confonto tra tutti e tre i gruppi.
L’ECO a sei mesi rilevava una netta diminuzione delle ACSVS rispetto all’esame effettuato in
PS; infatti permaneva dissinergia nei:
a) segmenti parete inferiore nel 25% dei casi;
b) segmenti parete inferiore e setto inferiore nel
12 % dei casi;
c) segmenti della parete inferiore, setto inferiore ed apice nel 10% dei casi.
Riguardo al VD veniva rilevato:
1) presenza di ISIA solo in 2 pazienti del gruppo A;
2) scomparsa di ACSVD, DVD ed ISIA nei rimanenti 5 pazienti del gruppo A.
I primi 2 pz del gruppo A con ISIA presentavano dal punto di vista clinico strumentale rispettivamente complicanze (angina residua e aritmie
ipercinetiche ventricolari), mentre i rimanenti 5
non presentavano complicanze.
Conclusioni
Nel nostro studio la monitorizzazione emodinamica con catetere di Swan Ganz e con ECO
Doppler CW è stata effettuata per valutare nel
modo più preciso possibile la compromissione
emodinamica durante IMAI coinvolgente il VD. I
dati in nostro possesso sembrano mostrare come
l’ISIA sia dovuta ad una maggior estensione
ischemica alle camere cardiache destre piuttosto
che ad un incremento pressorio a carico delle cavità stesse5-7. Nella nostra casistica non abbiamo
infatti rilevato un aumento significativo della
pressione atriale destra nel gruppo con ISIA, com’è stato rilevato da altri autori8. Oltre al riscontro di pressioni destre non aumentate, la documentazione angiografica di lesioni a carico dei
rami arteriosi prossimali su CD e CX che vascolarizzano il SIA, sembra rafforzare ulteriormente l’ipotesi di una patogenesi prevalentemente
ischemica dell’ISIA. Dal punto di vista clinico
l’ISIA sembra dunque aggiungere ulteriori elementi sull’estensione dell’infarto al VD e sembra
inoltre identificare un gruppo di pazienti con
maggiore compromissione della funzione ventricolare destra e con decorso ospedaliero più complicato (come confermato dalla più alta incidenza
di complicanze intraospedaliere)21. Anche la prognosi tardiva nei pazienti portatori dell’ISIA è risultata essere più sfavorevole. Nel controllo a sei
mesi, infatti, complicanze clinico-strumentali
erano presenti solo nel gruppo in cui era ancora
evidente l’ISIA, mentre i pazienti in cui l’ECO
aveva evidenziato la scomparsa dell’ISIA non
erano andati incontro ad alcuna complicanza.
Quest’ultimo dato pone dunque in primo piano
come l’eventuale normalizzazione dell’ISIA possa essere interpretata come fattore prognostico
positivo.
Per concludere, a nostro avviso, un’attenta
valutazione della motilità del setto deve essere
effettuata routinariamente nell’ECO condotto
su pazienti con IMA, ma diviene indispensabile
negli IMAI. Alla luce della nostra esperienza riteniamo necessaria una particolare attenzione
nel follow-up post-dimissione nei casi di IMAI
con interessamento del VD con ISIA, eseguendo,
soprattutto, controlli clinici ed ECO più frequenti.
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Indirizzo per la corrispondenza:
Prof. Fabio Belluzzi
Fondazione IRCCS Ca’ Granda
Ospedale Maggiore – Policlinico
Centro Ipertensione
Università degli Studi
Via Francesco Sforza, 35
20122 Milano
E-mail: [email protected]
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