Rassegna del 29/05/2013 INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna del 29/05/2013 MONDO UNIVERSITARIO Qn 29/05/13 P. 28 La Parola più antica del mondo Scoperto il "Rotolo 2" della Torah Avvenire 29/05/13 P. 8 I rettori universitari al governo: rischio default Cesare Sughi 1 3 Corriere Della Sera 29/05/13 P. 29 I rischi di non volere insegnare in lingua inglese 4 Italia Oggi 29/05/13 P. 24 Ricerca, valutazione al restyling Benedetta Pacelli Messaggero 29/05/13 P. 23 Premiata ditta cuore & cervello Carla Massi 6 Sole 24 Ore 29/05/13 P. 19 Quel premio che sa di rivincita Fernanda Roggero 8 Stampa 29/05/13 P. 15 Vienna: troppi studenti tedeschi E un'annessione Alessandro Alviani 10 Corriere Toscana 29/05/13 P. 26 Inaugurato a Careggi il nuovo Centro di ricerca sui tumori 11 Repubblica Firenze 29/05/13 P. VII Tumori, c'è il centro ricerca 13 5 SANITÀ Indice Rassegna Stampa Pagina I 1- sc ` trovato Cesare Sughi BOLOGNA EI metri di lunghezza per sessantaquattro centimetri di altezza; 56 parti in pelle ovina morbidissima, vergate con inchiostro di galla; cuciture eseguite con nervetti, anch'essi di animale puro. Ecco, presentato ieri su un tavolo della fiabesca aula magna della Biblioteca Universitaria, il più antico rotolo al mondo con il testo ebraico integrale della Torah. «Era mescolato agli altri manoscritti del nostro fondo orientale», rivela Biancastella Antonino, direttrice della biblioteca. «Quando poi si è deciso di affidare al professor Mauro Perani, ebraista dell'Alma Mater, la risistemazione del loro catalogo è arrivata una scoperta che lancia la Biblioteca Universitaria all'attenzione del mondo intero». Perani, appassionato, non smetterebbe mai di raccontare. « M I S ON O TROVATO subito di fronte - dice - a una scrittura di prim'ordine e a una maniera raffinata di disporre il testo. La tesi di Leonello Modena, che nella seconda metà dell'8O0 parlava di una compilazione sciatta e risalente al XVII secolo, non poteva reggere». L'indagine, pienamente appoggiata dalla Antonino, non si è fatta mancare nulla: perizie grafiche e paleografiche, consultazione degli specialisti internazionali più accreditati e una duplice prova al Carbonio 14, l'isotopo che consente l'esatta dazione dei campioni organici (in questo caso la pella ovina, sulla quale hanno operato le università del Salento e dell'Illinois). «Un paio di mesi fa», esclama la Antonino, «mi è arrivata un telefonata del professor Perani. Mi diceva venga, venga subito vedere, era emozionatissimo». Veniva raggiunta una meta superiore alle aspettative: quello era il primo, il più antico rotolo della Torah, i primi cinque libri della Bibbia (il cosiddetto Pentateuco, le leggi sacre impartite da Dio a Mosè per ilsuo popolo), e risaliva agli anni tra la seconda metà del Millecento e i primi venticinque del Mille- Mondo Universitario ' G V/ sG ® dG Bologna n*s e al XII se olo ] j 7 ] ] due. «Ci ha aiutato anche Maimonide, il filosofo e rabbino che dettò le norme per la redazione del Pentateuco. Ebbene, egli morì nel 1204 e nessuna di quelle regole è presente nel nostro testo. Dunque, si tratta di una scrittura precedente». COM E SAR EBBE giunto il rotolo a Bologna? Non lo sappiamo, così come non sappiamo ancora quando esso sarà in mostra per il pubblico. Sono entrambi temi di lavoro per gli specialisti e per i vertici della biblioteca. Nel fervore della sua ricostruzione, Perani ha sottolineato il legame tra la nostra città e la cultura ebraica. A Bologna, nella tipografia dell'ebreo Abramo de' Tintori da Pesaro, veniva prodotta la prima edizione a stampa della Torah; successivamente, nel 1546, quando ancora gli ebrei non erano stati rinchiusi nel ghetto (avvenne nel 1556), gli statuti di una Confraternita ebraica appena costituita, traslitteravano il celebre versetto di Isaia "Poiché da Sion uscirà la Torah" nel più domestico "Poiché da Bologna uscirà la Torah". E infine la Bulaggna del dialetto ci riconduce, nella pronuncia, all'ebraico Bo-lan-yah, ovvero: "In essa alloggia il Signore". c It tesoro emerso II prezioso documento, ora disponibile per gli studiosi di tutto il mondo, era mescolato ad altri manoscritti del fondo orientale dell'Università La scoperta casuate durante t'opera di ricatatogazione Andata e ritorno Il Pentateuco della Torah (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio): nel 1482 fu stampata a Bologna la prima edizione e, oggi, sempre a Bologna si scopre il più antico rotolo che si conosca al mondo Ora aspettiamo, come s'è detto, che tutti possano gustare l'opera (il cui valore va, se mai fosse commercializzabile, a centinaia di migliaia di euro) in una mostra per tutti, con il corredo dei codici dove il Pentateuco si legge in pergamene squisitamente miniate. Come le carte di Franco Bolognese cantato da Dante nel Purgatorio. Pagina 1 ' " if<'!.;;'%:' . " 7.:i:;:.,,..: Mondo Universitario Pagina 2 al governo: rischio default I reltori universi situazione di default. Servono, dicono i rettori, soluzioni definitive. II finanziamento dei diritto allo studio per il 2014 è a percentuali ridicole e la copertura dei "capaci e meritevoli" per l'anno in corso è attorno a una media nazionale dei 60%.A ciò si deve aggiungere che manca una qualunque politica seria della residenzialità universitaria. Secondo i rettori «appare indispensabile un provvedimento di ordine finanziario che porti ad almeno 150 milioni di euro il contributo dello Stato al diritto allo studio per il prossimo triennio; ciò consentirebbe di raggiungere un totale di circa 450 min di euro di contributi a livello nazionale (comprensivi di tasse e quota regionale) senza necessariamente elevare la tassa minima». Serve una ROMA . Gli atenei non possono vivere alla giornata, la situazione del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) per il 2013 è insostenibile, serve una soluzione definitiva e con respiro pluriennale. La Conferenza dei rettori (Crui) lancia l'allarme risorse al nuovo governo. E chiede il recupero di un'autonomia costituzionalmente garantita, auspica la semplificazione delle procedure amministrative e sollecita interventi per favorire il diritto allo studio, sui dottorati, sul turn-over e per risolvere le problematiche del Servizio sanitario nazionale. Rispetto al 2009 (circa 7,450 min di euro), l'Ffo 2013 è di 6,690 min di euro con una decurtazione cumulata che sfiora Vi 1%. Il decremento porterà la metà degli atenei nella soluzione delle questioni che concernono il turnover, il cui blocco ha determinato un invecchiamento degli organici che, fa notare la Crui, non ha paragoni al mondo. «La burocrazia sta soffocando ogni sforzo di innovazione», denunciano i rettori che segnalano pure una «criticità grave» sulle scuole di specializzazione di Medicina. Per queste, oltre a una revisione della normativa di accesso e di distribuzione sul territorio nazionale, deve essere previsto dicono - un rifinanziamento di 80 min di euro circa per mantenere il numero dei contratti dello scorso anno (circa 5.000). Nel 2014, a finanziamento attuale, le borse non potranno essere infatti più di 2.000. I possono vivere alla giornata Serve soluzione pluriennale» Prohi;iii. accuse tedesche ala'hilia Mondo Universitario Pagina 3 I rischi di non volere insegnare ïn lingua inglese Caro Severgnini, le scrivo dopo la sentenza del Tar che blocca il progetto del Politecnico di Milano d'istituire dal 2014 corsi magistrali esclusivamente in lingua inglese. Il ricorso, come sa, era stato presentato da un centinaio di docenti. Io sono ricercatore al PoliMi, parlo a titolo personale, con alle spalle solo 15 anni di carriera universitaria post dottorato, di cui due in Germania, uno in Spagna. Prima, la laurea in Francia. Potrei insegnare in inglese, all'estero lo facevo. Son sicuro che se lo facessi qui, la qualità della didattica diminuirebbe. I concetti che esprimo devono arrivare direttamente alla mente dello studente, se invece passano attraverso il filtro della traduzione, chissà cosa arriva. E ci impiegherei il doppio. Mi pongo le seguenti domande: 1) ai miei studenti devo insegnare la fisica o l'inglese? Se formo ingegneri che invece della fisica sanno l'inglese, saranno davvero più avvantaggiati rispetto a chi saprà la fisica come o meglio di loro, ed è magari inglese madrelingua? Se all'esame uno conosce la mia materia, ma non sa esprimersi in inglese, lo boccio? Conosco di persona studenti che scelgono il corso in italiano «perché a quello in inglese ti insegnano metà delle cose». Hanno capito che l'inglese si impara ovunque, le materie tecniche no. Per alcune lauree, tipo ingegneria civile e architettura, la seconda lingua di lavoro è nell'ordine: bergamasco, arabo, lingue slave. Cosa se ne fanno dell'inglese se in cantiere non sanno i termini tecnici? Lucio Araneo Mondo Universitario Caro Araneo, tutti gli studenti del Politecnico che conosco sono in grado di seguire un corso magistrale in inglese (per fortuna). E tutti i docenti - a quel livello - dovrebbero essere in grado di insegnarlo. Altrimenti mi chiederei: dove avete pubblicato, cosa avete letto, in quali congressi siete intervenuti per tanti anni? Le vostre materie funzionano in inglese: finalmente una lingua comune, per competere ad armi pari nel mondo. E voi volete rinunciare? Auguri. A me sembra un modo sicuro per restare nella periferia delle cose, ma posso sbagliarmi. I termini tecnici in italiano, i ragazzi li hanno imparati nel triennio, si spera. Il bergamasco - fondamentale nell'edilizia, vero! - lo impareranno in cantiere, ammesso e non concesso che ne trovino uno aperto per loro in Italia. Non solo: uno dei grandi problemi dell'università italiana è non riuscire ad attrarre studenti stranieri. Una laurea magistrale in inglese - al Politecnico, non a lettere classiche andava in questa direzione: ma l'avete bloccata. E la storia d'Italia: un passo avanti, un gruppo si spaventa e fa muro, un passo indietro. In quanto al timore di perdere identità: infondato. Ne ho parlato con Gian Luigi Beccarla durante «Biennale Democrazia» a Torino, in aprile. Ho provato a spiegargli che gli studenti del corso magistrale al Politecnico non sbagliano un congiuntivo, parlano italiano tutto il giorno, sono ragazzi svegli e intelligenti. Non hanno alcuna difficoltà a studiare un paio d'anni in inglese e vivere in italiano. L'ansia è vostra, caro Lucio. Non loro. Dei docenti, non degli studenti. Claudio Magris ha detto bene, tempo fa, qui sul Corriere: «L'idea di fare, nell'università italiana, dell'inglese la lingua unica e obbligatoria dell'insegnamento» sarebbe degna del personaggio di Alberto Sordi, che voleva fare l'americano ma era «nato in Italy». Nessuno, però, l'ha proposto. Al Politecnico non insegnate letteratura, e la novità introdotta del rettore Giovanni Azzone ripetiamolo - riguarda solo le lauree magistrali. I ragazzi studiano già su testi inglesi (troppo complicato e costoso tradurli) e, appena andranno nel mondo a lavorare, lavoreranno in inglese. Se durante un progetto in Brasile gli italiani parlassero italiano, i tedeschi in tedesco, i coreani in coreano e i locali in portoghese, il gruppo non riuscirebbe mai a costruire un ponte. Al massimo, la torre di Babele. Che però, alla fine, casca giù. Beppe ever nani Pagina 4 DECRETO Ricerca, valutazione al restyling DI BENEDETTA PACELLI Via libera ai nuovi criteri di accesso al Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (First). Tutte le modalità di utilizzo e le nuove procedure per la concessione delle agevolazioni a valere sul Fondo (approvate con decreto del 19 febbraio 2013) infatti, sono state pubblicate nella Gazzetta Ufficiale n. 122 di lunedì. Dopo 13 anni dall'emanazione della normativa sulla gestione del First ( decreto 593 del 2000), quindi si cambia. Le modifiche, effettuate per mano dell'ex ministro dell'università Francesco Profumo, hanno l'obiettivo di semplificare le procedure di erogazione dei fondi e rinnovare gli strumenti normativi e finanziari esistenti a favore dell'attività di ricerca in Italia. Ma una delle rivoluzioni più significative contenute nel decreto ministeriale è quella della valutazione e selezione dei progetti: con il nuovo provvedimento, infatti, viene definitivamente archiviato lo strumento del Comitato tecnico scientifico, a favore della peer review. Il Miur quindi d'ora in poi si avvarrà di esperti, Mondo Universitario nazionali e internazionali, una parte dei quali sarà individuata dal Comitato nazionale dei garanti della ricerca (Cngr) nell'ambito di un apposito elenco ministeriale, mentre altri saranno esperti contenuti in elenchi della Commissione europea. Questo comporterà l'eliminazione di tutti gli attuali comitati e commissioni, e la valorizzazione del ruolo del comitato nazionale, a cui saranno affidati compiti di garanzia come la scelta degli esperti e la raccolta di risultati, pareri e indirizzi sugli interventi in fase di definizione. Si introduce così un altro importante strumento di semplificazione, che garantirà una tempistica più celere rispetto al passato. Sempre in tema di valutazione, il decreto prevede che nel caso di progetti cofinanziati dall'Unione europea e dall'Italia il giudizio positivo della prima renda superflua una seconda valutazione a livello nazionale. Il prossimo passo del restyling dovrebbe coinvolgere la fase del monitoraggio dei progetti selezionati e soprattutto quello della loro valutazione ex post, ancora assente nel sistema italiano. Pagina 5 da Premi ata ditta cuore L RICERCA 1 mio cuore dice una cosa, il mio cervello ne dice un'altra, sai. Non è facile, no, mettere d'accordo cuore e cervello... per <1 me... cuore e cervello... i miei non si danno neanche del tu». Parole di Woody Allen che in "Crimini e misfatti" veste i panni di Cliff Stern, un documentarista deluso della sua vita e di un rapporto coniugale. Spiega bene la sua confusione Cliff ma non ha ragione a dire che cuore cervello si ignorano. Visto che i due organi "protagonisti" del nostro organismo si muovo all'unisono, si inviano rimandi, sono legati nella buona e nella cattiva sorte. Proprio le ultime ricerche hanno dimostrato quanto cervello c'è nel cuore (una rete intricata di diversi tipi di neuroni, neurotrasmettitori, proteine e cellule molto simili a quelli che abbiamo in testa) e quanto cuore c'è nel cervello (un danno di certe aree cerebrali può comportare la morte per arresto cardiaco). Ecco perché sta nascendo, sempre con maggiore forza scientifica, una nuova branca di ricerca: la neurocardiologia. Che si concentra proprio su come e quanto i due organi si influenzano e decidono l'equilibrio dell'organismo. Ecco perché, per oggi pomeriggio nella Sala Giulio Cesare in Campidoglio, è stato organizzato un convegno dal titolo "Brain and heart - Cuore e cervello: l'importanza di mantenere sempre sani e giovani gli organi essenziali per la vita". La firma è dell'associazione Atena onlus dedicata alla ricerca sul cervello. Una tavola rotonda e la consegna dei premi Atena, realizzati dall'artista Mario Ceroli, a Enrico Garaci presidente del Consiglio superiore di sanità, Linda Liau professore di Neurochirurgia e direttore del Brain tumor Mondo Universitario programm dell'università della California a Los Angeles e Attilio Maseri presidente della Fondazione per il tuo cuore. I COLLEGAMENTI Verrà, così, sciolto, annodato e poi di nuovo sciolto quel sottile filo, non solo d'amore, che collega il cuore e il cervello. Un filo che si traduce in impulsi neurologici che dal sistema nervoso del cuore viaggiano fino alla testa attraverso differenti vie: per gli stessi canali passano anche i segnali del dolore e le sensazioni. «E il cervello che fa battere il cuore - spiega Giulio Maira fondatore e presidente di Atena e docente di neurochirurgia alla Cattolica di Roma - Quando, durante un'operazione, lavoriamo sul tronco cerebrale l'attività cardiaca può anche rallentare in modo significativo. Abbiamo assistito ad interventi d'urgenza nei campi sportivi quando un atleta perde coscienza: qualche volta anche il cuore si ferma per tempi brevissimi. Il massaggio consente al muscolo cardiaco di rimanere attivo per tutto il tempo in cui i centri cerebrali che lo regolano sono fuori funzione. In attesa che le aree del cervello riprendano a funzionare e il cuore a battere». Questo significa che una qualsiasi alterazione cardiaca può scatenare una malattia cerebrale e viceversa. Ictus e infarto viaggiano parallelamente. E minacciano, allo stesso modo, chi usa stupefacenti, chi è sovrappeso e chi è iperteso. le-VA 09 a reduci da infarto o comunque sofferenti di disturbi cardiaci e ha notato che in loro l'incidenza dei sintomi legati alla memoria o alla demenza senile erano il doppio rispetto a quelli che non avevano problemi al cuore. Il risultato di questo studio permetterà di lavorare meglio sulle cause e l'evoluzione della demenza senile e di altre malattie degenerative del cervello. E, quindi, prevenirle e curarle puntando su una maggiore cura del cuore. O sarà possibile mettere in relazione le patologie del cuore partendo da uno studio sul cervello. «Potremmo arrivare a parlare di un unico organo - aggiunge Maira - con due poli. Che dialogano continuamente attraverso onde e segnali di tipo meccanico che percorrono i vasi arteriosi. Una recente corrente di pensiero e di ricerca vorrebbe, inoltre, vedere un legame ancora più stretto tra cuore e cervello e afferma che sarebbe l'integrazione tra gli organi a generare le emozioni . Sì, anche l'innamoramento. Mix eccelso di fantasia, passione, battiti e stordimento». Carla Massi Ç RIPRODUZIONE RISERVATA LO STUDIO Uno studio, condotto all'università di East Anglia in Inghilterra, ha esaminato un campione di 46mila persone sui 70 anni, tutti Pagina 6 «;,'l.ALOGO CONT INUO LI ATTRAVERSO MECCANICI !EI VASI fu Mondo Universitario I I» Pagina 7 115a1e240re M er oledì 29 Maggio 2013- N.145 Innovazione EUROPEAN Ii@IMMi OR AWA6'a 2013 Polegb({oro)elosmrsoanno membridelleg úrvadel Fremlo Il carrier. La molecola scoperta dai due studiosi è capace di trasportare farmaci antitumorali e di colpire selettivamente Quel premio che sa di rivincita Respinti in Italia, i ricercatori Luigi Cattel e Barbara Stella hanno trovato sostegno in Francia di Fernanda Roggero -0 ualcuno potrebbe leggerla come una rivincita. Ma Luigi Cattel, chioma candida e occhi che ridono dieatro gli occhiali dalla grossa montatura, non ha tempo rié voglia per le recriminazioni. Questo è il momento dell'emozione e dell'orgoglio. tsul palco del Beurs van Berlage, l'antica borsa del grano di Amsterdam, sudi sé lo sguardo curioso e benevolo di Beatrice d'Olanda, appena retrocessa a principessa dopo la recente abdicazione. E, insieme con la giovane collega dell'università di Torino Barbara Stella, ha appena ricevuto il premio per la categoria Ricerca all'European Inventor Award organizzato ogni anno dall'Ufficio europeo dei brevetti. Un riconoscimento prezioso, per il quale erano gli unici italiani finalisti. Ma sul palco non sono soli. Condividono il premio con il nanotecnologo Patrick Couvreur e la sua équipe dell'università di Parigi Sud. Anzi, a dirla tutta, nei comunicati diffusi dagli organizzatori il primo nome che compare èproprio quello dello scienziato di origine belga, così come nel video introduttivo si vede la torre Eiffel, e non la Mole. Nonostante la scoperta delle nano-capsule anticancro (Cattel le chiama "magic bullet" per la precisione balistica con cui mirano e colpiscono solo le cellule malate) sia avvenuta a Torino. La vicenda inizia una decina di anni fa. Cattel e il suo gruppo riescono a sintetizzare una molecola rivoluzionaria, un "carrier" capace di trasportare farmaci antitumorali e colpire selettivamente, risparmiando itessuti sani. « È realizzato in squalene, estratto dall'olio di squalo - spiega Cattel - si tratta di un precursore del colesterolo, una molecola probiotica datata un miliardo di anni fa». Il professore torinese si rende subito conto di avere tra le mani una scoperta importante. «Avevamo a disposizione un carrier con utilizzi a36o gradi-aggiunge-può trasportare farmaci, ma anche díagnosticí e perchè no, cosmetici». A quel punto si rendeva necessario brevettare la scoperta ed è iniziata la sconfortante viacrúcis a caccia di un com- Mondo Universitario pagno di viaggio: «Il brevetto europeo costa caro, almeno centomila euro per completare il percorso e l'università non ha risorse. Abbiamo cominciato a bussare a qualche porta, mi sono rivolto alla Abc, società torinese produttrice di farmaci generici e a altri, ma la risposta era sempre la stessa. Una domanda in realtà: ma ci sono soldi? Quando si può rientrare dall'investimento? Una domanda che in ricerca non può avere risposta, almeno non peri primi dieci anni». Così, approfittando del dottorato che Barbara Stella stava effettuando a Parigi con il professor Couvreur è iniziata una stretta collaborazione con il gruppo francese e il brevetto è arrivato grazie all'intervento del loro Cnr che ha messo sul tavolo 5 milioni di euro. Pretendendo in cambio - correttamente- 1 Euro Tutta la procedura per ottenere e validare nei vari Paesi un brevetto costa attorno ai 100mila euro Magic bullet eLe magic bullet, o nano-farmaci , agiscono come droni mirando dritti il bersaglio. In medicina sono carrier, cioè trasportano il farmaco selettivamente nelle cellule, ad alte concentrazioni, senza danneggiare i tessuti sani. Una particella di circa 100 nanometri è infatti in grado di entrare nella cellula (che ha un diametro fra i 10.000 ai 20.000 nm) e di interagire con il Dna e le proteine . Si stanno sperimentando nella terapia del cancro e dell'ictus. la proprietà del brevetto. A Torino arriveranno leroyalties ma se, come pare probabile, andrà in porto una vendita a Sanofi, interessataad avviarela sperimentazione suipazienti, il ricavato entrerà nelle casse parigine. Cattel è rammaricato, mavede il lato positivo: «Continuiamo a collaborare con loro anche su altri progetti e grazie all'università diParigiSudpossiamo avere dei dottorandi, noi non abbiamo nemmeno i soldi per comperare i reagenti!». Il rapporto con aziende e istituzioni non è sempre facile. «Tutti dicono che bisogna investire in ricerca, adesso abbiamo un ministro certamente sensibile all'argomento, ma alla fine i soldi non si trovano mai». E anche quando ci sono, poi manca il coraggio direinvestire. Cattel ricordaun episodio che risale agli anni Novanta. «Con Menarini e Istituto dei tumori di Milano avevamo vinto un premio nazionale per lo sviluppo degli anticorpi monoclonali: con i io miliardi di lire ricevuti Menarini aprì un impianto pilota, chiamando i migliori ricercatori dall'estero. Ma non è andata avanti, mentre la Roche, con un anticorpo quasi uguale, ha sviluppato un farmaco miracoloso per il tumore della mammella. Un farmaco importante e un mercato da ioo miliardi di dollari». La ricerca costa e non dà certezze: nel caso in cui Sanofi sviluppasse il farmaco derivante dalla scoperta torinese dovrà comunque investire almeno un miliardo di dollari. Mase ilprofessore torinese si abbandona per un attimo allo sconforto («ormai inItalia abbiamo perso il treno delle biotecnologie e dei farmaci biologici») l'imprenditore non può permetterselo. Come ricordaMarioMorettiPolegato, l'inventore della suola che respira, lo scorso anno tra i finalisti del premio alla carriera e quest'anno traimembri della giuria: «Bisogna creare le condizioni per sostenere chi ha le idee e il coraggio di mettersi in gioco». 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 8 I vincitori. Luigi Cattel e Barbera Stella, i ricercatori che si sono aggiudicati il premio come miglior inventore dell'anno perla sezione Ricerca. Un premio che corona anni di sforzi da cui è scaturita una nano-capsula 70 volte più piccola dei globuli rossi, in grado di colpire in maniera selettiva le cellule cancerose. Potenzialmente molto efficace per il tumore al pancreas. Una vittoria che i due ricercatori hanno dovuto condividere con i colleghi dell'Università di Parigi Sud. - Mondo Universitario Pagina 9 Vienna: troppi studenti tedeschi E un'annessione ALESSANDRO ALVIANI BERLINO Li chiamano «profughi del numero chiuso» «o rifugiati dell'istruzione»: sono i ragazzi tedeschi che ogni anno vanno a studiare nella vicina Austria, dove spesso gli atenei non hanno il numero chiuso e in diversi casi non richiedono neanche il pagamento delle tasse universitarie. Il fenomeno Negli atenei austriaci non c'è il numero chiuso e sono presi d'assalto dagli stranieri è in crescita da anni, al punto che nel 2012 quasi il 13% delle matricole nelle università austriache arrivava dalla Germania (pari a 5.724 ragazzi; nel 2002 erano 1.508, cioè il 5% del totale) e in alcune facoltà, come psicologia a Salisburgo e a Innsbruck, i tedeschi sono oltre l'80% dei neoiscritti. Un trend che provo- ca polemiche, con Vienna che ha già tentato invano di convincere Berlino a contribuire alle spese per la formazione dei suoi studenti al di là del confine ed è arrivata a fissare una «quota» per medicina (il 75% dei posti è riservato ai ragazzi austriaci). Ora lo scontro si arricchisce di un nuovo capitolo: l'Austria vuole arginare la «Deutschenschwemme» - l'invasione dei tedeschi - attraverso un'iniziativa a livello europeo. Il ministro della Scienza e della Ricerca, Karlheinz Töchterle, pensa a una soluzione che punti di fatto a favorire gli studenti austriaci. Le nuove regole «distingueranno tra studenti nazionali e stranieri», ha detto al quotidiano Kurier: si tratta di fare in modo che «gli austriaci non abbiano l'impressione di non poter studiare in Austria; la mobilità degli studenti è importante, ma nessuno vuole che attraverso tali asimmetrie si produca un'atmosfera anti-europea», ha aggiunto il ministro, che vorrebbe far fronte comune con altri Stati. «Ci sono molti Paesi che hanno un problema simile», come per esempio Svezia, Olanda e Belgio. «Si tratta di rafforzare nella Commissione europea la consapevolezza che gli Stati interessati possano adottare delle misure». A riaccendere il dibattito è stata una sentenza della Corte suprema di Vienna, che la scorsa settimana ha condannato l'Austria a risarcire un ex studente di Graz. Il giovane, diventato nel frattempo medico, è stato costretto a frequentare la facoltà di Medicina più a lungo del previsto, perché non era riuscito a iscriversi ad alcuni seminari già pieni, e ha chiesto dunque i danni per i mancati guadagni. Fino % a Psicologia Salisburgo e Innsbruck sono le mete preferite dagli studenti tedeschi Mondo Universitario Pagina 10 Testa, cuore, cervello del sistema toscano di prevenzione e cura del cancro è una moderna palazzina progettata dall'architetto Romano Del Nord FIRENZE Nel 2009 Enrico Rossi era assessore regionale alla Sanità e di fatto assisteva alla posa, della "prima pietra", ieri e toccato a lui inaugurare a Gareggi il nuovo Centro di ricerca sui tumori. Testa, cuore, cervello del sistema toscano di prevenzione e cura dei tumori, è una moderna palazzina progettata dall'architetto Romano Del Nord e si ospiterà le attività cliniche e di ricerca nella cura del cancro. A realizzarle sarà un pool di cervelli rientrati in Italia dopo una. fuga" all'estero, giovani ricercatori italiani provenienti da New York, Cambridge. Ginevra, Boston, Genova e Napoli e selezionati grazie ad avvisi sulla rivista Nature, ai quali hanno risposto in più di cento da tutto il mondo. Scelti in base al merito, ai risultati scientifici già ottenuti e alla capacità di guidare un gruppo di ricerca è affidato il compito di coordinare le sei unità in cui è articolato il Crl (Core research laboratory). Si tratta dell'unità di Genetica che ha pubblicato studi sulle basi molecolari del cancro della prostata e segnato progressi nel misurare variazioni individuali nelle mutazioni somatiche. L'Unità oncogenesi invece sta esplorando nuovi meccanismi che generano mutazioni che possono portare a tumori. L'Unità Trasduzione del segnale ha dimostrato rapporti intimi tra la crescita tumorale e il fenomeno dell'autofagia.. L'Unità biologia della cellula turno- Sanità rale sta identificando le celluloe sterminali del melanoma come bersagli di nuove terapie. L'Unità oncogenomica ha avviato un'indagine sistematica sul ruolo dei inicro Rna, che negli ultimi anni si sono rivelati come un sistema coordinato di regolazione del funzionamento e della riproduzione cellulare, talvolta compromesso in modo critico nei tumori. Il Centro di Coordinamento Sperimentazione Clinica ha come strategia, l'integrazione più stretta possibile tra ricerca di base e ricerca clinica. "Inauguriamo ufficialmente una delle eccellenze della ricerca nella sanitàtoscana - ha detto il presidente Rossi - una scelta che è la diretta conseguenza della nostra, volontà di potenziare la rete oncologica regionale che ha i suoi terminali nelle aziende territoriali e in quelle universitarie". 1 Pagina 11 MMOMM~Mil~iii Sanità Pagina 12 Inaugurato a Careggi, sarà la sede di un pool di giovani rientrati dall'estero Tumori, c' è il centro ricerca L'ISTITUTO tumori toscano ha un nuovo centro di ricerca , il "Core research laboratory ", inaugurato ieri a Careggi. Ci lavorerà un pool di giovani rientrati in Italia dopo una "finga" all'estero , a New York, Cambridge, Ginevra, Boston ma anche in Italia, Genova e Napoli. Il centro dell'Itt, i cui direttori sono Lucio Luzzatto e Gianni Amunni , è costato 13 milioni ed è diviso in sei settori : quello di genetica, l'unità oncogenesi , che esplora i nuovi meccanismi che possono portare ai tumori; l' unitàtrasduzione del segnale , che indaga i rapporti tra crescita tumorale e degradazione delle cellule; l'unità biologica della cellula tumorale e l'unità oncogenomica, che indaga sui meccanismi di riproduzione cellulare. Infine, il centro di coordinamento di sperimentazione clinica, che ha come obiettivo l'integrazione tra la ricerca di base e quella clinica. «Inauguriamo una delle eccellenze dellaricerca nella sanità toscana- afferma il presidente della Regione Enrico Rossi - Una scelta che è la diretta conseguenza dellanos tra volontà di potenziare la rete oncologica regionale. Da oggi il nucleo centrale di questo sistema arete è qui, dove lavoreranno i suoi ricercatori ai quali abbiamo garantito un finanziamento di 6 milioni di euro in quattro anni». L'assessore alla salute Luigi Marroni ha aggiunto: «Faremo di tutto perché non manchino mai le risorse economiche alla ricerca». IL TAGLIO DEL NASTRO Rossi con Luzzatto eAmunni inaugurano il centro di ricerca sui tumori a Careggi Sanità Pagina 13