Signor Sindaco, mi permetta, innanzitutto, di salutarLa con i

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Signor Sindaco,
mi permetta, innanzitutto, di salutarLa con i sentimenti di stima e di fiducia dei
tantissimi elettori che, con un grande consenso, hanno tributato favore verso
la Sua persona e verso tutto il centrosinistra. Le auguro, pertanto, un buon
lavoro nella certezza che rappresenterà per il centrosinistra lagonegrese un
sicuro punto di riferimento morale e politico.
Signori Assessori,
anche a Loro vanno i migliori auguri di buon lavoro. Siete stati nominati per le
indiscusse doti umane e politiche, per la professionalità e le capacità
amministrative dimostrate negli anni. Sono sicuro che saprete interpretare al
meglio l’importante e delicato ruolo che oggi rivestite.
Stimatissimi colleghi,
nel momento in cui assumo l'importante incarico di Presidente del Consiglio
Comunale, ottimamente svolto nella scorsa consiliatura da Giuseppe Basile a
cui va il mio saluto, desidero in primo luogo ringraziare coloro che mi hanno
proposto e votato, e cioè i Consiglieri della lista “Centrosinistra per Lagonegro”.
Sono uomo di parte, fiero della mia identità politica, ma consapevole che
esistono problemi la cui risoluzione richiede la massima collaborazione di ogni
parte politica.
Credo che il nostro obiettivo debba essere quello di distinguere tra le grandi e
forti passioni politiche ed il comune tessuto istituzionale.
Si può e ci si deve battere con vigore per le proprie convinzioni, ma si deve
anche cercare e trovare sempre un punto di incontro nel quale maggioranza e
opposizione possano parlarsi, dialogare, confrontarsi.
Soprattutto in questo momento in cui si avverte un fattore di crisi profonda
nella coscienza e nella cultura politiche. Oggi più che mai c’è l’esigenza di
guardare con molta attenzione alla nascita della Repubblica Italiana, quando ne
ricorre il 60° anno della nascita. Edotti dell’alto significato dell’evento come del
particolare rilievo storico, civile, ed istituzionale della ricorrenza. Nel 60° anno
della Repubblica, l’Italia celebra uno straordinario periodo storico, ricco di
speranze ed animato dal coraggio e dal generoso impegno di uomini e di donne
che indicarono la via maestra per l’affermazione degli ideali di progresso e di
libertà. Sento l’esigenza, sperando che sia comune a tutti, di riaffermare il
valore dell’unità e dell’indivisibilità dell’Italia libera e democratica e che l’unità
del Paese si sostanzi nella coesione economica e sociale, secondo i principi
della solidarietà. Come sento l’esigenza di riaffermare il ruolo ed il valore
insopprimibile delle assemblee elettive come luogo della sovranità popolare.
La consiliatura che si apre dovrà affrontare questioni importanti.
Occorre dar voce alla realizzazione dei progetti intorno ai bisogni delle persone.
Ansietà, conflitti, divisioni, incertezza sul futuro dominano gli animi, soprattutto
dei giovani.
Non saremo passivi. Non saremo reticenti sui problemi importanti e sentiti. Il
proposito è quello di modificare la qualità dell’offerta programmatica, con l’
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intento di governare gli eventi in un’epoca in cui la globalizzazione pone
l’accento sull’esigenza di dover coniugare il rispetto dei diritti con la modernità.
Occorre dare nuovo vigore alla politica affinché si connoti come processo di
qualità per soddisfare le richieste e le aspettative della gente. Sono sicuro che
ci avvieremo verso questo sentiero dentro uno scenario più ampio, come quello
nazionale ed europeo, perché la dimensione locale non è alternativa alla
prospettiva globale quanto piuttosto connaturata ad essa, in un processo di
costante valorizzazione per ciò che è diverso, unico, ricercato proprio come le
risorse che il nostro territorio offre.
Ed in questo contesto ci viene in aiuto la nostra ispirazione, che rimane quella
cristiana.
Sono tra quanti credono che vi sia una radice cristiana nella nostra identità
nazionale. In essa vedo quei valori di solidarietà e di attenzione al prossimo,
che sono parte fondamentale del carattere lucano.
A questo proposito un deferente saluto va alla Conferenza Episcopale della
Basilicata e, quindi, a tutti i vescovi il cui insegnamento è testimonianza di fede
e di amore verso il prossimo.
Essere cristiani vuol dire testimoniare che un altro mondo è possibile, che c’è
un primato della persona ed una scelta per gli ultimi cui debbono adeguarsi le
regole dell’economia. Quando La Pira traduceva Keynes in metafore
evangeliche non era semplicemente un visionario ma un amministratore che si
sforzava di non spezzare il filo che lega la politica alla profezia.
Insomma la persona e i cittadini,la democrazia ed il bene comune a partire da
dove ci troviamo, sul territorio e in mezzo alle relazioni ed alle istituzioni che vi
sono, contro le esclusioni delle nuove e vecchie povertà.
Seguendo questa impostazione, non distaccandoci dalla tradizione riformista da
cui proveniamo, daremo un contributo importante alla politica e, dunque, allo
sviluppo delle nostre comunità.
Il voto degli elettori, che è educazione alla democrazia, ha fissato precisi doveri
e responsabilità.
C'è un diritto della maggioranza a governare. C'è un diritto dell'opposizione a
controllare. E ci sono doveri a cui nessuno di noi si può sottrarre. Il primo che
abbiamo è quello di non tradire mai il mandato che abbiamo chiesto ed
ottenuto.
Il secondo è quello di dimostrare quotidianamente che la politica, intesa come
servizio alla comunità, possa essere uno strumento per cambiare le cose, per
migliorare la qualità della vita, per creare un futuro ai giovani.
Il terzo, se vogliamo, è quello di considerare la Basilicata secondo i paradigmi
della spesa virtuosa, della gestione oculata e lungimirante delle risorse,
dell’elaborazione di azioni positive per sviluppo ed occupazione.
L’intuizione sta nel conciliare l’autenticità delle nostre tradizioni con la
creazione di opportunità di lavoro. Numeri, processi, indirizzi, scelte,
nascono da questa intuizione secondo un lavoro condiviso e aperto al
contributo di tutti e, credo, recuperando anche gli aspetti più attuali del
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meridionalismo (quello laico e quello di matrice cattolica) che, ancora oggi,
produce stimoli e suggerimenti positivi.
Seguendo questi principi si possono difendere le ragioni della libertà. Solo così
si potrà essere non super partes ma super servos. E di questo i nostri
interlocutori ci dovranno essere grati anche quando il dissenso dalle nostre tesi
sarà il più netto possibile.
Una prima considerazione è legata al quadro normativo riguardante l’intero
sistema Stato-Autonomie. Esso è stato in questi anni, ed è destinato ad esserlo
ancora, particolarmente mutevole. Agli Enti locali sono state conferite, a vario
titolo, funzioni amministrative sempre più corpose ed importanti. Pur tuttavia a
questo trasferimento amministrativo non ha fatto seguito un compiuto ed
adeguato trasferimento di personale e di risorse effettive.
Questa situazione determina non poca incertezza.
Il quadro mutevole ed incerto, però, deve essere superato, sfruttando al
meglio il principio di leale cooperazione tra i vari livelli istituzionali, sancito
nella Costituzione e ribadito dalle leggi di riforma del Titolo V della nostra Carta
Fondamentale. Occorre cogliere, in altri termini, le opportunità del federalismo
cooperativo, che si realizzerà attraverso la legislazione concorrente e le leggi
quadro e che dovrà rispettare principi fondamentali, quali la sussidiarietà,
l’efficienza e l’economicità, la cooperazione istituzionale. Come pure
l’opportunità concessa dalle leggi Bassanini deve essere pienamente colta nel
segno dell’attuazione di una maggiore snellezza ed efficacia dell’attività
amministrativa, per ridurre sempre di più le distanze tra P. A. e cittadini.
Tutto ciò, come è ovvio, ispirando l’azione amministrativa alla virtuosità nella
gestione del bilancio.
Concludendo
Come tutti i lagonegresi, mi affido anche io alla protezione della Vergine
Santissima della Neve del Monte Sirino, confidando nel suo aiuto per svolgere
serenamente e con rigore il mio mandato.
Concludo.
La storia ci insegna che si costruisce giorno per giorno, non è una macchina e
non ha un andamento prevedibile. Il futuro si costruisce, non è
predeterminato. Ed ora tocca a noi contribuire allo sviluppo dell’intera
comunità locale per i prossimi anni.
Grazie e Buon Lavoro a tutti.
Dott. Vito Di Lascio
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