Sommario Termodinamica (6x2h) • Temperatura e scale termometriche • Calore e calore specifico, equilibrio termico • Trasformazioni di stato, calore latente • Gas perfetti ed equazione di stato • Primo principio della termodinamica • Trasformazioni isoterme ed adiabatiche • Entalpia ed entropia • Significato probabilistico dell’entropia • Energia libera come forza per le reazioni biologiche Lezione (10) del 27/10/2015 La Termodinamica Temperatura, calore ed effetti sulla materia Temperatura e calore, grandezze diverse, concetti diversi, ma che sono intimamente legati tra loro Temperatura: Grandezza fondamentale associata alla sensazione caldo-freddo, è una proprietà di un corpo, che ne indica uno stato Calore: Forma di energia che fluisce da un corpo ad un’altro Quando un corpo perde calore la sua temperatura si abbassa Quando trasferisco calore a un corpo questo aumenta la sua temperatura Ma la temperatura di un corpo può aumentare/diminuire anche per altri motivi a parte i trasferimenti di calore! La temperatura Temperatura: proprietà per definire lo stato di un corpo Grandezza fondamentale associata alla sensazione caldo-freddo Quando c’è caldo i corpi si dilatano Ricordare la definizione del metro campione Come si misura: attraverso il volume, misura indiretta V(T)=V0(1+αT) h(T) = h0(1+αT) Termometro a mercurio o a lamina bimetallica Scale termometriche Scale Celsius, Kelvin e Fahrenheit • Scala Celsius: grado centigrado centesima parte tra due temperature 1. Ghiaccio fondente 0 oC alla pressione atmosferica 2. Acqua in ebollizione 100 oC alla pressione atmosferica • Scala Kelvin: il grado Kelvin corrisponde al grado Celsius Si chiama anche scala assoluta T(K)=T(oC)+273 Lo zero assoluto è una temperatura limite della materia • Scala Fahrenheit: scala usata nei paesi anglosassoni. Non c’è corrispondenza con il grado Celsius o assoluto T(oF)=9/5*T(oC)+32 Il Calore Calore: Forma di energia di scambio tra corpi, non una vera e propria energia Comunemente si parla di flusso di calore Il calore fluisce spontaneamente da un corpo a temperatura più alta a un corpo a temperatura più bassa. Storicamente si è assunto come unità la caloria, come l’energia per far passare 1 grammo di acqua da 14.5 a 15.5 gradi Celsius Esperimento di Joule: equivalente meccanico (lavoro) della caloria! 1 cal= 4.186 Joule Temperatura e calore e convenzioni Calore perso <0 Calore acquistato >0 Assorbimento di calore Sappiamo che se forniamo calore (per esempio con un fornello) a un corpo questo aumenta la sua temperatura, di quanto? Equazione fondamentale: Q=C*ΔT ΔT aumento di temperatura C è detta la capacità termica (j/K) Capacità termica: proprietà di un corpo di aumentare la sua temperatura quando gli viene fornita dell’energia (calore) La capacità termica si può esprimere come un prodotto: C=m*c m massa del corpo c calore specifico (j/(K*kg)) e l’equazione fondamentale diventa Q=m*c*ΔT Il calore specifico rappresenta la quantità di calore che dobbiamo dare a una massa unitaria per innalzare la temperatura di 1 grado Calore e temperatura Mentre la temperatura è un indice dell’energia media di un corpo (ricordate la definizione, energia cinetica media), l’energia assoluta di un corpo deve dipendere dalla sua massa!!! Due corpi alla stessa temperatura hanno la stessa energia? NO Quando si può dire che due corpi alla stessa temperatura hanno la stessa energia interna? 1. Quando hanno la stessa massa 2. Quando hanno lo stesso calore specifico 3. Quando hanno la stessa capacità termica Calore e temperatura L’alluminio (1 kg) scioglie più cera del piombo (4 kg), perché? Al: Cs=0.22 Pb: Cs=0.03 Il gelato fà dimagrire? Mangiate un ghiacciolo di 150 g sulla cui etichetta è riportato un contenuto energetico di 100 Calorie (grande caloria=1 kcal). Quando lo mangiate però il vostro corpo deve produrre energia per portare il ghiaccio da -13oC fino alla temperatura corporea di 37oC. È più grande l’energia che il ghiacciolo cede a voi, o quella che voi cedete al ghiacciolo? cal Q = 150 × 50C = 7500cal = 7.5kcal C Principio zero della termodinamica Equilibrio termico Se due corpi a diversa temperatura vengono messi in contatto raggiungono dopo un lasso di tempo la stessa temperatura T1 T2 T T tempo Vuol dire che del calore è fluito dal corpo più caldo a quello più freddo Q se T1>T2 T1 T2 Q=m1c1(T1-T)=m2c2(T-T2) Esempi Se due corpi a diversa temperatura vengono messi in contatto raggiungono dopo un lasso di tempo la stessa temperatura T1 T2 T T tempo Cosa succede quando mettiamo acqua calda dentro una tazzina fredda? Q=m1c1(T1-T)=m2c2(T-T2) m1c1T1- m1ccT= =m2c2T- m2c2T2 T(m2c2+m1c1)= m1c1T1+ m2c2T2 m1=200 g m2=150 g c1=1.0 c2=0.25 T2=25 oC T1=95 oC T=(200*1.0*95+150*0.25*25)/(200*1.0+150*0.25) oC ~ 84 oC La tazzina raffredda il tè! Sulla perturbazione delle misure • Esercizio temperatura con termometro via equilibrio termico Data una temperatura ambiente di 25 oC, voglio misurare la temperatura corporea con un termometro a mercurio. Se la mia temperatura è di 40 oC, massa 70 kg, cs=0.83 cal/(oCg) e il termometro ha massa di 50 g e cs=0.2 cal/(oCg), siamo sicuri che il termometro è capace di rivelare tale temperatura? Esempi Tc T2 T T tempo Abbiamo la febbre, vogliamo misurare la temperatura corporea. Usando un termometro abbiamo ancora un processo di equilibrio termico. Il termometro, alla fine della misura, è in equilibrio termico con il nostro corpo. Cosa segna esattamente il termometro? La nostra temperatura? T(m2c2+mccc)= mcccTc+ m2c2T2 mc=70 Kg m2=50 g cc=0.83 c2=0.2 T2=25 oC Tc=40 oC T=(70000*0.83*40+50*0.2*25)/(70000*0.83+50*0.2) oC =39.99 oC Non è proprio la temperatura del nostro corpo ma una via di mezzo! Processo misura L’esempio del termometro per misurare la temperatura mostra che nel processo di misura in questione viene alterato il valore della temperatura del corpo, quella che vogliamo misurare. Questo banale esempio mette luce su un problema ben più ampio nel processo di misura: la non perturbabilità di ciò che misuriamo. La misura ideale non deve assolutamente interferire in ciò che misuriamo o il processo di misura ideale non perturba il sistema in esame. La misura della temperatura con un termometro, cioè attraverso il raggiungimento dell’equilibrio termico, non è un processo di misura ideale, la temperatura del corpo viene alterata. Tc T2 T tempo T Calore specifico Perché ci si scotta se si mantiene una sbarra metallica in mano e si scalda dalla parte opposta? Cosa succede con il legno? Sostanza Alluminio Rame Vetro Ferro Piombo Marmo Mercurio Legno Acqua liq. Ghiaccio Corpo umano cal/goC 0.22 0.093 0.20 0.11 0.031 0.21 0.033 0.4 1.0 0.5 0.83 Una piccola quantità di calore provoca nei metalli un grande aumento di temperatura Il legno, il marmo e ancora di più l’acqua necessitano di tanto calore per essere scaldati (temperatura maggiore)! Si usa l’acqua quando vogliamo accumulare tanta energia. Viene usata per gli impianti di raffreddamento o riscaldamento. Usiamo i metalli quando vogliamo raggiungere alte temperature. Quando si mangia una torta di mele calda ci si scotta perché le mele ricche di acqua trasferiscono molto calore alla lingua! Esempi 1 kcal per 1 kg di ferro c(ferro)=0.11 cal/g oC ΔT=Q/mc=1 kcal/(1kg*0.11cal/g oC) = 9 oC 1 kcal per 1 kg di acqua ΔT=1 oC Perché ci si scotta se si mantiene una sbarra metallica in mano e si scalda dalla parte opposta? Perché è molto facile aumentare la temperatura di un metallo, ma non solo… vedere conduzione! Il mare è un grande serbatoio di energia, che la rilascia molto lentamente, i mesi invernali nelle regioni costiere sono meno rigidi Intensità ed energia Data un’energia E che viene assorbita/emessa da un corpo si definisce l’intensità I come l’energia E che passa attraverso una superficie A in un tempo t: I=E/(At) È simile al concetto di flusso attraverso una superficie! Poiché E/t=potenza I=potenza/superficie Oppure potenza=I*superficie e generalizzando r r W = ∫ I ⋅ n dS S Trasmissione calore Il calore si può trasmettere da un corpo a un altro Convezione: propagazione di calore con trasporto di materia Esempio: stufa che scalda l’aria. Dipende essenzialmente dalla differenza di temperatura e da una costante. I=Q/(At)=KconvΔT Correnti convettive scaldano tutta l’acqua della pentola o l’aria in una stanza Conduzione Conduzione: propagazione senza trasporto di materia (più veloce) ma in un mezzo. Esempio: i metalli. I=Q/(At)=K ΔT/d 10-2 kcal/(msoC) Calcolare il flusso di calore usando Kvetro e Karia Krame = 9.2 Kferro = 1.1 10-3 Kvetro = 2.0 10-4 Kacqua = 1.4 10-4 Kpelle = 0.6 10-4 Klegno = 0.3 10-4 Ksughero = 0.1 10-4 Karia = 5.5 10-6 Il calore viaggia velocemente nei metalli, caso della barretta metallica! Molto meno attraverso le finestre, e ancor meno le doppie/triple finestre! Irraggiamento Irraggiamento: ogni corpo caldo emette/assorbe calore verso/da un altro corpo sotto forma di radiazione termica Legge di Stefan-Boltzmann: Q Intensità di energia emessa E/(At) I= = σT 4 At Legge di Wien: λmax(cm)=0.2897/T Lunghezza d’onda della radiazione emessa (la cui probabilita è massima!) La superficie del sole irradia a circa 6000 K Noi irraggiamo energia, circa 100 Watt. Questa energia non viene completamente rimpiazzata da energia prodotta dal metabolismo. Gli indumenti sono necessari per ridurre la perdita di energia. I brividi sono un sistema tramite il quale il corpo aumenta il metabolismo Irraggiamento Irraggiamento: Se una persona alla temperatura T1 si trova a contatto con l’ambiente che ha una temperatura T2 si avrà scambio di calore. Se T1 > T2 (inverno) la persona perderà calore secondo T1 e lo assorbirà secondo T2, con una perdita netta uguale a: Q I= = σ e(T14 − T24 ) At dove il fattore e (emissività) vale tra 0 (corpi bianchi e lucidi) e 1 (corpi neri) ed è caratteristico della superficie. Questo fattore è lo stesso per emissione o assorbimento. Deve essere così altrimenti due oggetti alla stessa temperatura non sarebbero in equilibrio, perché emetterebbero e assorbirebbero energia con un fattore diverso. Misura Temperatura Irraggiamento: Poiché tutti i corpi a una data temperatura emettono calore sotto forma di radiazione possiamo misurare la temperatura indirettamente misurando la radiazione emessa. Se misuriamo la lunghezza d’onda per la quale l’emissione è massima possiamo ricavare la temperatura. È una misura di temperatura che non perturba la misura stessa! L’emissione avviene anche se non misuriamo la temperatura, contrariamente all’equilibrio termico! λmax(cm)=0.2897/T Nel caso di infiammazione o di un tumore i tessuti risultano più caldi a causa della diversa attività chimica!!! Esempio Atleta a riposo, A=1.5 m2, e=0.70, Tc=34 oC, Taria=15 oC σ=5.67 10-8 W/(m2K4) Q/t=A*σ*e*(TC4-Ta4)=(0.70*1.5*5.67*10-8*(3074-2884)=120 W Calore Assorbito dal sole Abbronzatura: occorre stimare il flusso di energia che investe la nostra persona inclinata di 30 gradi rispetto ai raggi del sole. Q/t=eA’I A=0.8 m2 e=0.70 cos(30)=0.866 I=1000 W/m2 Esempio L’angolo theta varia spostandosi da Nord a Sud. Le stagioni e le calotte polari non dipendono dalla distanza terra-sole ma dall’inclinazione dell’asse della terra rispetto alla direzione terra-sole (circa 23o). Nel nostro emisfero d’inverno siamo più vicini al sole!!! Conduzione, Convezione, Irraggiamento Perché sentiamo più freddo agli arti? Scambio controcorrente! Trasformazioni termodinamiche Uno stato termodinamico è definito dai parametri termodinamici P,V,T. Stato termodinamico di equilibrio: parametri costanti nel tempo Altrimenti il sistema subisce una trasformazione termodinamica Variazioni di struttura o stato: Solido Sublimazione Fusione Liquido Evaporazione Gas Condensazione Solidificazione Brinamento Esempio Mentre nei gas ideali i parametri termodinamici P, V e T sono legati da un’equazione di stato che li lega in maniera abbastanza semplice, nei gas reali e in altre sostanze si hanno delle trasformazioni di stato quando si cambiano le variabili. Durante i cambiamenti di stato la temperatura rimane costante Se parto da ghiaccio e fornisco calore si ha: Calore latente Grazie al fatto che la temperatura è costante durante i cambiamenti di stato è stato possibile definire la temperatura 0 oC e 100 oC come la temperatura a cui il ghiaccio si scioglie e l’acqua bolle. Il calore fornito anziché far aumentare la temperatura serve a far cambiare lo stato di aggregazione Q=Kfm Kf=calore latente di fusione o ebollizione Kf=80 cal/g per il ghiaccio che si scioglie (esempio del ghiacciolo!) Kf=539 cal/g per l’acqua che bolle Vapor saturo, evaporazione ed ebollizione Ebollizione: Pentola a pressione Calore latente di evaporazione: ke=606.5-0.695*t (t in oC) A ogni temperatura possiamo avere evaporazione, solo che avviene negli strati superficiali del liquido e interessa i primi strati di aria, che diventano saturi di vapore: equilibrio dinamico. La tensione di vapore è la pressione del vapor saturo a una data temperatura. Alla temperatura di ebollizione la pressione del vapor saturo è uguale alla pressione atmosferica Vapor saturo: Evaporazione: Panni che asciugano Effetto sole e vento sulla pelle Lezione (11) del 29/10/2015 Teoria cinetica La teoria cinetica dei gas ideali si occupa dei gas come un insieme di particelle puntiformi che non interagiscono tra loro se non con urti. La sola energia che possiedono queste particelle puntiformi è l’energia cinetica. Microscopico vs Macroscopico La teoria cinetica considera i gas come costituiti da un gran numero di particelle microscopiche in movimento (No=6.02*1023) e fa uso del calcolo statistico e probabilistico per ricavare le leggi macroscopiche dei gas, come la legge di stato dei gas ideali. Le stesse leggi possono essere ricavate dall’osservazione sperimentale in maniera empirica (via Macroscopica)! I gas ideali Le particelle all’interno di un contenitore sono sempre in movimento. Cosa succede quando queste si avvicinano alla parete? La loro velocità si inverte per l’urto contro la parete, cioè la molecola viene accelerata dalla parete, che applica una forza F. Per il terzo principio della dinamica la particella esercita una forza sulla parete, vediamo di valutare quanto vale la forza: vx (t + Δt) − (−vx (t)) 2mvx (t) F(t) = m = Δt Δt Siccome non conosciamo il tempo Δt, che è estremamente piccolo, cerchiamo di introdurre un nuovo tempo ΔT, sempre piccolo (stiamo ammettendo la nostra ignoranza sui dettagli!!!). I gas ideali Consideriamo il tempo che una particella impiega tra due urti successivi con la parete, se L è la lunghezza del contenitore e vx è la velocità media (ci accontentiamo!) allora: 2L ΔT = vx vx − (−vx ) 2mvx mvx2 F=m = = 2L ΔT L vx 2 x mv mv F/A= p= = AL V 2 x I gas ideali mvx2 p= V Questa è la pressione esercitata da una singola molecola, se abbiamo N molecole possiamo introdurre la velocità quadratica media e scrivere: mv p=N V 2 x Qui compare la componente lungo x della velocita. Però questa deve essere uguale a quella lungo y e lungo z, le tre direzioni non hanno niente che le distingue l’una dall’altra, quindi: 2 v v = v + v + v ⇒ v = 3v ⇒ v = 3 2 2 x 2 y 2 z 2 2 x 2 x Legge di Boyle 2 mv p=N 3V Possiamo riscrivere questa formula come: 2$ ! 2 # mv & pV = N # 3 " 2 &% Il prodotto della pressione per il volume dipende dall’energia cinetica media e dal numero di particelle!!! Se questa non cambia, pressione e volume sono inversamente proporzionali, questa è la legge di Boyle!!! Temperatura 2$ ! 2 # mv & pV = N # 3 " 2 &% Possiamo adesso definire la temperatura T rispetto all’energia cinetica media della particelle: 3 1 2 kBT = mv 2 2 Dove kB (1.38*10-23 j/K) è la costante di Boltzmann. A questo punto possiamo riscrivere la relazione di Boyle come: pV = NkBT Da notare: le grandezze sono energie!!! Legge di stato pV = NkBT Se riscriviamo questa relazione usando il numero di Avogadro N0: pV = nN 0 kBT Anziché considerare la costante di Boltzmann possiamo usare R=N0kB, la costante dei gas R=8.31 j/(mol*K) pV = nRT Questa è la legge di stato dei gas ideali!!! Legge di stato 1 P∝ V P ∝T P∝N Dal punto di vista fenomenologico sappiamo che la pressione: 1. è inversamente proporzionale al volume 2. aumenta con la temperatura 3. aumenta con il numero di particelle Condensando le tre espressioni possiamo scrivere: NT RT P=k =n V V Dove k è proprio la costante di Boltzmann definita prima! Microscopico: NT P=k V Macroscopico: RT P=n V Leggi dei gas (empiriche) PV = costan te V = V0 (1+ α t) P = P0 (1+ β t) 1 α=β= o 273 Legge di Boyle Prima e seconda legge di Gay-Lussac Il coefficiente di dilatazione è lo stesso per tutti i gas e vale per entrambe le leggi. V0 e P0 sono rispettivamente Volume e Pressione a t=0o Celsius Esempi PV=nRT R=8.314 J/(mol K)=0.0821 (L atm)/(mol K) Date due variabili si ricava la terza 1 mole di gas= numero di Avogadro di particelle 1 mole di gas alla temperatura di 273 K e alla pressione atmosferica si dice alla condizione standard V=nRT/P=1 mole*0.0821(L atm)/(mole K) * 273 K / 1 atm= 22.4 L I gas reali sono molto vicini, a temperature oltre i 273 K e a pressioni non troppo elevate, ai gas ideali. Per un gas che passa dallo stato 1 allo stato 2 si ha che (il numero di moli è costante) P1V1 P2V2 = T1 T2 Pressioni parziali Se anziché avere un solo gas si ha un miscuglio di gas (come l’aria che respiriamo) allora ogni singolo gas che compone il miscuglio esercita una pressione parziale uguale alla percentuale nel miscuglio nTOT=n1+n2+n3 PTOT=P1+P2+P3 nTOT=1 mole di aria n1=nTOT*80% azoto n2=nTOT*16 % ossigeno n3=nTOT*4 % CO2 PTOTV=nTOTRT PTOT=nTOTRT/V=(n1+n2+n3) RT/V PTOT=P1+P2+P3 P1=80 % 1 atm = 0.8 atm P2=16 % 1 atm = 0.16 atm P3=4 % 1 atm = 0.04 atm In base a questo principio sono possibili gli scambi gassosi nei polmoni e nei tessuti. Solo il gas che ha una diversa pressione parziale viene scambiato. Molecole in movimento Dal punto di vista microscopico la temperatura (macroscopica) è la misura dell’energia cinetica media delle molecole o particelle del corpo considerato. In un gas (fluido) l’energia cinetica media è per definizione proporzionale alla temperatura assoluta: 1/2 mv2=3/2 kBT kB = costante di Boltzmann Una evidenza che le molecole sono in continuo movimento è il moto browniano: un colorante che diffonde in acqua, un profumo che diffonde in una stanza 3kBT vqm = m Quanto vale l’energia cinetica media di una molecola di ossigeno? L’atomo di ossigeno ha massa di 16 uma, O2 ha massa doppia 3kBT vqm = m massa(1_ mole) 32g 32 ⋅10 −3 m(1_ molecola) = = = 23 N0 6.02 *10 6.02 *10 23 3⋅1.38⋅10 −23 ⋅ 300 ⋅ 6.02 ⋅10 23 m m v= = 483 −3 32 ⋅10 s s Velocità e diffusione La velocità quadratica media delle particelle è molto alta. Per un gas monoatomico si parla di velocità quadratiche medie di 500 m/s. Ma le particelle non procedono di moto rettilineo uniforme perché subiscono urti con le altre particelle. Il moto di una particelle risulta una spezzata, la cui velocità effettiva è 1 milione di volte più piccola della velocità molecolare media. Alla base c’è l’equazione di diffusione di Einstein e il moto Browniano D=kBT/6πηR r2=6Dt => la distanza percorsa non è più proporzionale al tempo come nel moto rettilineo uniforme (v=r/t => r=vt) ma alla radice del tempo: r = 6Dt Energia interna In generale l’energia interna di un sistema comprende diversi termini. Possiamo pensare all’energia cinetica, l’energia di legame, come l’energia elettrostatica e quella di van der Walls, ma anche all’energia nucleare e quella della massa (E=mc2). Nello studio della termodinamica si considerano solo l’energia cinetica e quella di legame, detta anche energia potenziale. L’energia interna aumenta o diminuisce se viene somministrato calore, secondo la massa e il calore specifico del materiale. Per un gas ideale, ove le molecole sono considerate puntiformi e non interagenti tra loro se non con urti, l’energia interna consiste della sola energia cinetica. Funzioni di stato: una funzione si dice di stato quando NON dipende da come ci si arriva ma solo dai valori iniziali e finali (En. potenziale)! Calore e lavoro Se forniamo calore a un gas questo aumenta la sua pressione interna e il pistone, tenuto dalla pressione esterna in equilibrio, sale e compie lavoro verso l’esterno. Abbiamo già detto che solo quando si ha una variazione di volume il lavoro è diverso da zero. Per definizione se forniamo calore a un sistema Q>0, se il sistema lo cede all’esterno Q<0. Anche qui per definizione se il lavoro viene fatto dal corpo verso l’esterno L>0, altrimenti L<0. Principi termodinamica I principi della termodinamica quantificano le relazioni tra calore, lavoro e temperatura in un sistema 1. Principio di conservazione dell’energia: in un sistema chiuso (senza dispersione) si ha che la variazione di energia interna è uguale al calore scambiato dal sistema meno il lavoro fatto dal sistema all’esterno. ΔE=Q-L, dove mentre ΔE è una funzione di stato, Q e L no! 2. Il calore fluisce spontaneamente da un oggetto caldo a uno freddo Come funziona il frigorifero? Trasferisce calore dall’interno all’esterno, cioè da un corpo freddo a uno più caldo. Viene violato il secondo principio della termodinamica? Stessa cosa per i condizionatori? Il lavoro per le trasformazioni isoterme La differenza di energia interna (funzione di stato) La relazione di Meyer Trasformazioni Termodinamiche Abbiamo detto che le trasformazioni termodinamiche sono controllate dalle variazioni dei parametri termodinamici P,V,T. Una trasformazione si dice Chiusa se ritorna ai valori iniziali dei parametri termodinamici, altrimenti si dice Aperta. Si dice Reversibile se passa attraverso stati di equilibrio e può quindi essere ripercorsa al contrario, altrimenti si dice Irreversibile. Tutte le trasformazioni reali sono da considerarsi Irreversibili, a meno che non vengano condotte molto lentamente passando attraverso stati di equilibrio vicini l’uno all’altro. A seconda di quale parametro è mantenuto costante si dice Isotermica (T=costante), Isobarica (P=costante), Isometrica o Isocora (V=costante) e infine Adiabatica se non si hanno scambi di calore. Alcuni chiarimenti In quello che segue utilizzeremo come riferimento i gas ideali: è un modello molto semplice, le particelle hanno SOLO energia cinetica, e possiamo utilizzare la loro legge di stato di cui esiste la forma analitica, ovvero una relazione quantitativa tra i parametri termodinamici. A questo aggiungiamo l’uso delle trasformazioni reversibili: trasformazioni che avvengono molto lentamente, passando per vari stati intermedi di equilibrio per ognuno dei quali sono UNICAMENTE definiti i parametri termodinamici. Come i gas ideali “NON sono reali”, anche le trasformazioni reversibili NON fanno parte della realtà, ma se eseguiamo delle trasformazioni MOLTO lentamente ci avviciniamo molto a queste. Le trasformazioni che avvengono in natura sono essenzialmente irreversibili! Trasformazioni dei gas ideali Durante una trasformazione isoterma (legge di Boyle), la temperatura rimane costante: pV=nRT=costante È facile calcolare il lavoro lungo una isoterma, infatti si ha: V2 L= V2 ∫ p dV = nRT ∫ V1 V2 L = nRT ln V1 V1 V1 V2 dV V2 = nRT [ lnV ]V = nRT[lnV2 − lnV1 ] 1 V Il lavoro è legato a una variazione di volume. Se V2=V1 si ha che ln(1)=0, cioé lavoro nullo! Trasformazioni dei gas ideali L’energia interna dei gas ideali dipende solo dalla temperatura, ovvero dall’energia cinetica media delle particelle. Quindi per una trasformazione isoterma, siccome T = costante, dal primo principio della termodinamica ΔΕ=Q-L abbiamo ΔE=0 e quindi Q=L. In questo caso poiché V2>V1, il lavoro è positivo e quindi anche Q>0, il sistema acquista calore dall’esterno e fa lavoro verso l’esterno. Q>0 V1 V2 L>0 Lezione (12) del 2/11/2015 Energia interna dei gas ideali L’energia interna dei gas ideali è anch’essa, come la temperatura, una funzione di stato. La sua differenza tra due stati non dipende dal tipo di trasformazione ma solo dallo stato iniziale e finale. Qualsiasi trasformazione può essere decomposta in trasformazioni ove un parametro rimane costante, utilizzando quelle che fanno più comodo a noi. ΔE12=E2-E1=? Per andare da 1 a 2 nella figura a lato possiamo per comodità seguire prima una isoterma (T=costante) e poi una isocora (V=costante). Energia interna dei gas ideali Poiché sull’isoterma la variazione di energia interna è nulla e lungo l’isocora il lavoro è nullo posso scrivere, utilizzando il primo principio della termodinamica: ΔE12=ΔE11’+ΔE1’2=Q1’2-L1’2 Utilizzando l’equazione fondamentale del calore (M=massa di una mole): 1’ m Q = mc(T2 − T1 ) = Mc(T2 − T1 ) = nMcΔT = ncv ΔT M Dove cv è il calore specifico molare a volume costante. ΔE12=ncvΔT Questo risultato è generalizzabile, la differenza di energia interna dipende solo dalla differenza di temperatura: ΔE=ncvΔT Relazione di Meyer Se invece considero un’isobara (p=costante) cambio isoterma e utilizzando il primo principio posso scrivere: Q12=ΔE12+L12 Come visto prima la variazione di energia interna NON dipende dal cammino: Q12=ncvΔT+pΔV 2’ 1 T=cost 2 Poiché p=costante, ricavo dall’equazione di stato pΔV=nRΔT e ottengo: Q=ncvΔT+nRΔT=n(cv+R)ΔT In analogia con il caso a volume costante posso definire un calore specifico, ma questa volta “a pressione costante”: Q=ncpΔT da cui cp=cv+R è cp-cv=R Relazione di Meyer Questa relazione ci dice che se vogliamo far cambiare temperatura a un gas è più difficile farlo a pressione costante, in quanto parte del calore se ne va per fare lavoro! 1=>2’, L=0 Cambio isoterma T1 => T2 cp=cv+R 2’ T2 T1 1=>2’ acquistando calore il sistema aumenta la temperatura e la pressione 1=>2 acquistando calore(++) il sistema aumenta la temperatura e compie lavoro verso l’esterno, cioè perde parte dell’energia assorbita. Calore non è variabile stato! 2 1 1=>2, L>0 Trasformazioni dei gas ideali L’energia interna dei gas ideali dipende solo dalla temperatura, ovvero dall’energia cinetica media delle particelle. Quindi per una trasformazione isoterma, siccome T = costante, dal primo principio della termodinamica ΔΕ=Q-L abbiamo ΔE=0 e quindi Q=L. In questo caso poiché V2>V1, il lavoro è positivo e quindi anche Q>0, il sistema acquista calore dall’esterno e fa lavoro verso l’esterno. Q>0 V1 V2 L>0 Trasformazioni Adiabatiche In una trasformazione adiabatica il calore scambiato con l’esterno è nullo, quindi dal primo principio della termodinamica abbiamo: ΔE+L=0. Se consideriamo un gas che si espande, questo compie lavoro. Se l’espansione avviene a T=costante l’energia (calore) viene presa dall’ambiente circostante e la curva segue l’isoterma. Poiché abbiamo supposto che non ci sia scambio di calore, l’energia viene presa dall’interno: anziché seguire l’isoterma dello stato iniziale, scenderà su una isoterma più bassa, in quanto l’energia persa per il lavoro fatto verso l’esterno (L>0) non è stata rimpiazzata da calore preso dall’esterno, quindi l’energia interna DEVE diminuire. Trasformazioni Adiabatiche Con qualche passaggio algebrico e la nozione di differenziale si può ricavare che durante le trasformazioni adiabatiche il gas non segue la curva delle isoterme, l’iperbole PV=costante, ma una curva simile, PVγ=costante, dove γ=cp/cv>1. Questa funzione è un iperbole che va a zero (e cresce) più facilmente (maggiore inclinazione). Trasformazioni Adiabatiche Vediamo come ci si arriva. Bisogna capire perché, partendo dall’equazione di stato dei gas, possiamo scrivere: pΔV+VΔp=nRΔT Il termine a primo membro è il differenziale di pV, cioe come cambia il prodotto pV cambiando sia p che V. Consideriamo l’area di un rettangolo A=XY Vediamo come possiamo scrivere come varia l’area A se facciamo variare sia il lato X che quello Y delle quantità ΔX e ΔY. y ΔY Y X ΔX x Trasformazioni Adiabatiche La variazione di area ΔA è uguale all’area grigia (XΔY) + l’area blu (YΔX) + l’area rossa (ΔXΔY). Come si vede anche dalla figura, l’area rossa è molto piccola rispetto all’area grigia e blu, è il prodotto di due numeri piccoli, le due variazioni lungo X e Y. Quindi possiamo scrivere che: ΔA=YΔX+XΔY. Ritornando all’equazione di stati dei gas si ha che: Δ(pV)= pΔV+VΔp = nRΔT y ΔY Y X ΔX x Trasformazioni Adiabatiche DIFFERENZIALE: è pΔV+VΔp=nRΔT La seconda relazione è invece Q=0: è ΔE+L=0=ncvΔT+pΔV Ricaviamo nΔT dalla seconda relazione ncvΔT+pΔV=0 nΔT=-pΔV/cv e sostituiamo nella prima pΔV+VΔp=-RpΔV/cv Raccogliamo i termini in pΔV: pΔV(1+R/cv)+VΔp=0 Utilizzando la relazione di Meyer (cp=cv+R) abbiamo: γ=cp/cv=(cv+R)/cv=1+R/cv γpΔV+VΔp=0 Trasformazioni Adiabatiche γpΔV+VΔp=0 Se dividiamo per pV entrambi i membri abbiamo: γΔV/V+Δp/p=0 Integrando entrambi i membri: γln(V)+ln(p)=costante Per le proprieta dei logartimi: ln(V)γ+ln(p)=costante ln(V)γp=costante Ovvero pVγ=costante Calori specifici dei gas Scriviamo l’energia interna di un gas ideale per 1 mole di gas: E=N0*1/2 mv2 in quanto trattasi solo di energia cinetica. Se utilizziamo la relazione di Boltzmann 3 1 2 kBT = mv 2 2 Abbiamo: E=3/2*N0*kBT=3/2*RT Ovvero il calore specifico molare dE/dT=cv=3/2*R Questo valore va bene per descrivere i gas monoatomici, cv=3/2R Sperimentalmente per i gas biatomici abbiamo cv=5/2R mentre per quelli poliatomici abbiamo cv=6/2R 1/2*RT è l’energia cinetica per ciascun grado di libertà. 3 gradi di libertà di movimento, la traslazione lungo gli assi X,Y e Z. 5 quando aggiungiamo 2 rotazioni, 6 se ci sono 3 rotazioni!!! Entropia • • • • • • • • • • Secondo principio della termodinamica Le macchine termiche Calore e lavoro Rendimento macchine termine Definizione entropia Sistemi isolati Equilibrio termico Trasformazioni spontanee Entropia e lavoro delle macchine termiche Entropia e disordine Secondo principio Esistono diversi enunciati del secondo principio della termodinamica, tutti equivalenti tra loro. Enunciato di Lord Kelvin: non può esistere una macchina termica che trasformi in lavoro il calore sottratto a un unico termostato. Mentre è possibile trasformare tutto il lavoro in calore!!! Postulato di Clausius: non è possibile una trasformazione in cui il calore passi spontaneamente da un termostato più freddo ad un termostato più caldo, cioè senza che si compia lavoro dall’esterno. O detta al contrario, il calore spontaneamente passa da un corpo più caldo a un corpo più freddo. La vostra idea di entropia? a. Una forma di energia b. Una funzione di stato c. Una variabile termodinamica d. Misura del disordine e. Misura dell’ordine f. Calore scambiato diviso la temperatura: Q/T Macchine termiche Le macchine termiche usano calore per produrre lavoro passando attraverso trasformazioni termodinamiche. Sono dei sistemi ciclici, ovvero partono da uno stato iniziale e periodicamente tornano a quello stato. L’analisi viene fatta su un singolo ciclo. Secondo principio L’enunciato di Kelvin sembra in contrasto con quanto visto prima per le trasformazioni isoterme, se il gas si espande a temperatura costante il calore assorbito viene trasformato TUTTO in lavoro: Q=L perchè ΔE=0 V1 V2 L = nRT ln V1 V2 L>0 Cosa stiamo sbagliando? Q>0 Calore e lavoro Come esempio possiamo considerare un gas ideale a contatto con due termostati, come in figura. In un ciclo lo stato iniziale e finale sono determinati dagli stessi valori dei parametri termodinamici. In un ciclo quindi non c’è variazione di energia interna, ΔE=0 Dal primo principio della termodinamica, ΔE=Q-L ricaviamo che QTOT=LTOT, dove con Q si intende la variazione di calore totale del nostro gas. Ma quanto calore viene scambiato con i termostati? Q1 è il calore preso dal termostato a temperatura T1 (positivo) e -Q2 è il calore ceduto al termostato T2 (deve essere negativo). Q1-Q2=LTOT Macchine e rendimento È interessante studiare il rapporto tra quello che produciamo (lavoro) e quello che abbiamo usato per produrlo (calore): questo rapporto si chiama il rendimento (concetto simile all’opposto della resistenza). LTOT Q1 − Q2 Q2 η= = = 1− ≤1 Q1 Q1 Q1 Data una macchina termica che prende calore da un termostato caldo, solo parte di quel calore viene usata per compiere lavoro, il rendimento è sempre minore di 1, o al più uguale a 1. Lezione (13) del 3/11/2015 Macchine di Carnot Calore e temperatura Carnot fu il primo (1824) a notare che il rendimento di una macchina termica REVERSIBILE dipendeva dalle temperature dei due termostati. Infatti è possibile dimostrare, utilizzando come modello quello dei gas ideali e la loro equazione di stato, che: Q2 T2 η = 1− = 1− ≤ 1 Q1 T1 Ovvero: Q2 T2 Q1 Q2 = ⇒ = Q1 T1 T1 T2 Inoltre, per le trasformazioni irreversibili abbiamo che: PERCHÉ? ηirr < ηrev ≤ 1 Entropia Reintroducendo la regola del segno del calore, possiamo usare questa formula per introdurre l’entropia S come rapporto tra calore scambiato e temperatura, S=Q/T: Q1 Q2 + =0 T1 T2 S1 + S2 = 0 Generalizziamo a una reazione in cui passiamo attraverso tanti termostati a temperature leggermente diverse. Se il nostro gas compie un ciclo chiuso passando da tutti i termostati e scambiando piccole quantità di calore in maniera reversibile, possiamo scrivere: ΔQ1 ΔQ2 ΔQ3 ΔQ4 ΔQn + + + +…+ =0 T1 T2 T3 T4 Tn Entropia Mandando il numero n a infinito abbiamo che ciascun ΔQ~0, ovvero possiamo usare il differenziale e integrare sul ciclo chiuso: ∫ dQ =0 T dove l’integrale è lungo una trasformazione reversibile chiusa. Se l’integrale su un cammino chiuso vale zero allora posso prendere due punti qualsiasi A e B e scrivere: B % B A% ∫ A dQ + T ∫ B% B dQ =0 T ∫ A A dQ = T B ∫ A% dQ T L’integrale tra A e B non dipende dal cammino ma solo dagli estremi!!! Entropia come funzione di stato Quindi esiste una funzione (di stato) S tale che: S(B) B ∫ A dQ = S(B) − S(A) T S(A) La funzione S è detta l’entropia e si misura in J/K, cioè S*T=energia. L’entropia per come l’abbiamo introdotta è una funzione di stato, dipende solo dagli estremi (stato termodinamico) e non dal cammino fatto. Disuguaglianza di Clausius S(B) B ∫ A dQ = S(B) − S(A) T S(A) Questo vale quando la trasformazione tra A e B è reversibile. Siccome per le trasformazioni irreversibili il rendimento è minore (Qrev>Qirr), allora abbiamo anche che: B ∫ A dQ < T irr B ∫ A dQ = S(B) − S(A) T rev Disuguaglianza di Clausius Sistemi isolati La disuguaglianza di Clausius si può anche scrivere come: B S(B) − S(A) ≥ ∫ A dQ T dove il segno uguale vale solo per le trasformazioni reversibili. Se il sistema è isolato non vi è scambio di calore (o trasformazioni adiabatiche), abbiamo: S(B) − S(A) ≥ 0 E anche qui il segno uguale vale solo per trasformazioni reversibili. Questo risultato è molto importante perché ci dice che per i sistemi isolati l’entropia aumenta sempre, o al massimo non diminuisce!!! ΔS = S finale − Siniziale ≥ 0 Equilibrio termico Dimostriamo cosa succede durante l’equilibrio termico. Se Q1 è il calore che fluisce reversibilmente dal corpo 1 e Q2 quello che arriva al corpo 2, Q1=-Q2. Se calcoliamo la variazione di entropia del corpo 1 e del corpo 2: #1 1& Q1 Q2 Q2 Q2 ΔS = ΔS1 + ΔS2 = + =− + = Q2 % − ( T1 T2 T1 T2 $ T2 T1 ' Ma ogni trasformazione spontanea è per definizione irreversibile, perché non può tornare indietro. Quindi per far passare calore da 1 a 2 abbiamo una trasformazione irreversibile, quindi la variazione di entropia deve essere positiva: # T1 − T2 & ΔS = Q2 % (> 0 $ T1T2 ' Direzione spontaneità # T1 − T2 & ΔS = Q2 % (> 0 $ T1T2 ' Non sappiano quale è il corpo più caldo, ma sappiamo solo che se la reazione è spontanea è irreversibile e vale la formula sopra. 1) Se T1>T2 allora Q2>0, cioè il corpo 2 deve assorbire calore, ovvero il calore fluisce dal corpo più caldo a quello più freddo!!! 2) Se T2>T1 allora Q2<0, cioè il corpo 2 perde calore e 1 deve assorbire questo calore, ovvero il calore fluisce ancora dal corpo più caldo a quello più freddo!!! IN ENTRAMBI I CASI SE ΔS>0 IL CALORE FLUISCE DAL CORPO CALDO A QUELLO FREDDO!!! DEVE ESSERE UNA REGOLA GENERALE! Entropia=direzione # T1 − T2 & ΔS = Q2 % (> 0 $ T1T2 ' Abbiamo dimostrato che il secondo principio della termodinamica si può anche enunciare dicendo che ΔS≥0, dove il segno uguale vale solo per le reazioni reversibili. La condizione che l’entropia deve sempre aumentare nelle trasformazioni spontanee, o irreversibili, determina la direzione del flusso di calore. Esistono altri esempi dove qualcosa accade perché cosi aumenta l’entropia. Succede nelle reazioni chimiche. Molto spesso nelle reazioni chimiche cambia anche lo stato di aggregazione, e questo è legato a un cambiamento di entropia. Qualche numero # T1 − T2 & ΔS = Q2 % (> 0 $ T1T2 ' Calcoliamo di quanto aumenta l’entropia quando 1050 J di calore passano da una sorgente a temperatura 576 K a un’altra alla temperatura di 305 K. ΔS=ΔS1+ΔS2=-1050/576 J/K+1050/305 J/K=-1.82J+3.44J=1.62 J/K L’entropia del sistema a T maggiore diminuisce ma l’entropia del sistema a T minore aumenta di più, l’entropia totale aumenta. Questo perché la stessa quantità di calore viene persa da un corpo più caldo (entropia negativa) e acquistata da quello più freddo (entropia positiva). Qualche numero Ammettiamo invece che la stessa quantità di calore venga utilizzata da una macchina termica per produrre lavoro, con le stesse due sorgenti a 576 e 305 K. Cosa succede? Se il ciclo è reversibile, l’aumento di entropia è nullo: ΔS1+ΔS2=0 ovvero ΔS1=-ΔS2 Poiché il sistema a T maggiore cede lo stesso calore, ΔS1 rimane come prima. Per avere l’uguaglianza vuol dire che la variazione di entropia del sistema a T minore è meno di prima, cioè meno calore va al termostato 2 e questa parte del calore va in lavoro. Qualche numero Dobbiamo trovare la quantità di calore X presa dal termostato 2 tale da annullare l’entropia: ΔS=0=ΔS1+ΔS2=-1050/576 J/K + X/305 J/Kè X=556 J è il calore scambiato con il termostato 2. Q2=556 J Per il primo principio della termodinamica (ricordarsi che essendo un ciclo ΔE=0): ΔQ=L Q1-Q2=1050 J - 556 J = 494 J= Lavoro Ma questo lavoro corrisponde alla variazione di entropia di prima x la temperatura più bassa: L= 1.62 J/K * 305K=ΔS*T2 Quello che prima era andato in aumento di entropia adesso è diventato lavoro: l’entropia compete con il lavoro fatto!!! In formula Calcoliamo la variazione di entropia per il sistema 1 che perde calore a T1 e il sistema 2 che acquista lo stesso calore a T2: ΔS=ΔS1+ΔS2=-Q1/T1+Q1/T2 Moltiplichiamo per T2 ΔS*T2=Q1*(1/T2-1/T1)*T2=Q1-Q1*T2/T1 Imponiamo che la reazione sia reversibile: Q1/T1=Q2/T2 => ΔS*T2=Q1-Q2=L Imponendo la reversibilità, il calore scambiato NON può essere lo stesso e quindi si trova che quello che prima era differenza di entropia adesso è differenza di calore, ovvero lavoro dal primo principio della termodinamica, come trovato numericamente. Qualche numero 576K Se anziché produrre 494J di lavoro ne produce solo 455J, cosa succede all’entropia? Per il primo principio della termodinamica il calore ceduto aumenterà, Q1 - Q2 =L Q2 = Q1 - L = 1050 J – 455 J= 595 J Calcoliamo la variazione di entropia: ΔS=ΔS1+ΔS2=-1050/576 J/K + 595/305 J/K =0.128 J/K 305K ΔS>0, la variazione di entropia non è più nulla e il lavoro fatto è diminuito, la variazione di lavoro è esattamente: 494 J – 455 J= 39 J = ΔL ΔS*T2 = 0.128 J/K * 305 K = 39.04 J Commenti ΔL=ΔS*T2 Non posso mai trasformare tutto il calore in lavoro perché l’entropia NON può diminuire, al più è 0. Nelle macchine reversibili ho il miglior rendimento, cioè quando ΔS=0. L’entropia va a competere con il lavoro fatto, a ogni aumento di entropia corrisponde una diminuzione della quantità di lavoro che può essere compiuta. L’attrito, che corrisponde a calore perso, provoca un aumento di entropia, o diminuzione del lavoro utile! La vostra idea di entropia? a. Una forma di energia b. Una funzione di stato c. Una variabile termodinamica d. Misura del disordine e. Misura dell’ordine f. Calore scambiato diviso la temperatura Q/T Lezione (14) del 5/11/2015 Entropia e statistica La vostra idea di entropia? a. Una forma di energia b. Una funzione di stato c. Una variabile termodinamica d. Calore scambiato diviso la temperatura Q/T e. Misura del disordine f. Misura dell’ordine g. Forza che spinge verso l’omogeneità Entropia e disordine Esempio: il ghiaccio che fonde. Se mettiamo un cubetto di ghiaccio su un termostato alla temperatura di 273 K (0 oC) si ha una trasformazione a temperatura costante, in cui del calore fa sciogliere il ghiaccio. Di quanto cambia l’entropia? In questo caso è facile calcolare la differenza di entropia perché abbiamo una reazione a T costante: Q 80cal / g ΔS = S(acqua) − S(ghiaccio) = = = 1.23 j / (K ⋅ g) T 273K Entropia e disordine Q 80cal / g ΔS = S(acqua) − S(ghiaccio) = = = 1.23 j / (K ⋅ g) T 273K L’entropia aumenta passando dal ghiaccio all’acqua. Nel ghiaccio le molecole d’acqua sono più ordinate che nella fase liquida, l’aumento di entropia è accompagnato da un aumento di disordine!!! ORDINE DISORDINE Entropia e disordine In qualche maniera l’entropia misura il grado di disordine microscopico di un sistema termodinamico. Il secondo principio si può anche enunciare dicendo che le trasformazioni spontanee sono sempre quelle che tendono ad aumentare il disordine (microscopico) del sistema. Cosa intendiamo per disordine microscopico del sistema? Vogliamo dimostrare che quando c’è equilibrio termico tra due sistemi si ha un aumento di disordine. Per capire meglio questo concetto occorre introdurre il significato probabilistico dell’entropia. S = kB ln(w) Entropia e probabilità Iniziamo con un’analogia: abbiamo una classe di 8 bambini, 4 agitati e 4 calmi. Voglio mettere i bambini agitati nella prima fila e quelli calmi dietro. Quante possibilità ho? Ci sono più possibilità di metterli alternati? Ammettiamo che arrivi una maestra che NON conosce i bambini. Li fa sedere a caso, che possibilità ho che si arrivi ad avere tutti gli agitati davanti e quelli calmi dietro? Meno che averli mischiati. Cosa intendiamo qui per microstato? Mettere i bambini seduti, 1bambino=1sedia L’ordine corrisponde a meno (micro)stati, il disordine a più (micro)stati e avendo tutti i microstati la stessa probabilità il sistema ha una probabilità maggiore di essere disordinato. Microstati e Macrostati In teoria cinetica il macrostato è determinato dai parametri termodinamici, P,V,T e S. Invece il microstato è l’insieme delle velocità e posizioni di tutte le particelle. Più microstati corrispondono a uno stesso macrostato. Vediamo per l’esempio dei bambini quanti microstati e macrostati abbiamo. Un macrostato è avere tutti i bambini agitati davanti e gli altri dietro, indipendentemente da chi occupa una data sedia. Un macrostato diverso è avere 2 bambini agitati per fila Vediamo in dettaglio i microstati. Microstati e Macrostati Macrostato 1, tutti i bambini agitati davanti. Poiché i bambini sono individuabili per il nome, possono disporsi sulle 4 sedie in tante combinazioni. 1234; 1243; 1324; 1342; 1423; 1432 2134; 2143; 2314; 2341; 2413; 2431 abbiamo scambiato 1 con 2 3 Si scambia 1 con 3 4 Si scambia 1 con 4 O anche 4!=4*3*2*1=24 microstati La stessa cosa per i bambini della seconda fila. In tutto gli stati possibili sono il prodotto dei microstati della prima fila per quelli della seconda fila: 4*3*2*1*4*3*2*1=24*24 Microstati e Macrostati Macrostato 2: 2+2 bambini agitati e calmi nella stessa fila Se usiamo la stessa regola di prima, sulla prima sedia posso scegliere tra 8 bambini, sulla seconda (siccome deve essere diverso) tra 4, sulla terza tra 6 e sulla quarta tra 3. Sulla quinta tra 4, sulla sesta tra 2 sulla settima tra 2 sull’ottava tra 1 8*4*6*3*4*2*2*1=> macrostato 2 4*4*3*3*2*2*1*1=> macrostato 1 (come ottenuto prima) Il rapporto tra i due microstati è 16=24 S2-S1=kB*[ln(24*24*16)-ln(24*24)]=kBln(24)=4kBln(2) Il risultato è generalizzabile a ΔS=NkBln2, con N numero di particelle Microstati e Macrostati Perché il Macrostato 1 ha meno microstati? Scelgo tutti gli agitati prima, esaurendo il gruppo, e gli altri sono automaticamente assegnati Macrostato 2: ne scelgo uno da una fila e uno dall’altra, ho più possibilità di scelta! Ogni bambino può scegliere tra prima e seconda fila, il numero di stati raddoppia! 1 1 1 1 2 2 2 2 1 2 1 2 2 1 2 1 Stati e logaritmo S = kB ln(w) L’entropia ha una dipendenza dal logaritmo del numero di stati, perché? Se abbiamo un sistema con w1 stati e un sistema con w2 stati, i due sistemi insieme hanno w1*w2 stati, quindi S1=kBln(w1) S2=kBln(w2) S12=S1+S2=kBln(w1)+kBln(w2)=kBln(w1*w2) La funzione logaritmo ha questa proprietà, che la somma di due logaritmi è uguale al logaritmo del prodotto, quindi è omogenea con la definizione di entropia basata sul logaritmo del numero di stati! Gas ed entropia Pensate a due contenitori di gas, uno contenente ossigeno, l’altro azoto. Se li mettete in contatto che probabilità c’è che i gas restino separati? Prima o poi si avrà una distribuzione uniforme dei due gas. È lo stesso caso dei bambini agitati e calmi, spontaneamente (quando la loro maestra viene sostituita da un estraneo) verranno mischiati, in ogni compartimento avrò 1 molecola di ossigeno per una di azoto Espansione di un gas N particelle di gas si trovano relegate in un volume V. A un certo punto si apre una parete e il volume a disposizione è 2V. Come cambia l’entropia? Espansione di un gas Scriviamo la variazione di entropia per un gas ideale nel caso più generale. Le due variabili da cui dipende l’entropia sono la temperatura e il volume: dQ dE + dL ncv dT + pdV dS = = = T T T Se per il secondo membro a numeratore usiamo p=nRT/V: ncv dT dV ncv dT dV dS = + nRT = + nR T TV T V Espansione di un gas Se integriamo abbiamo: 2 ΔS = ∫ 1 ncv dT 2 dV + ∫ nR T V 1 Per una trasformazione isocora (V=cost): T2 ΔS = ∫ T1 ncv dT T2 = ncv ln T T1 Per una trasformazione isoterma (T=cost): V2 ΔS = ∫ V1 nRdV V2 V2 = nR ln = NkB ln V V1 V1 Espansione di un gas V2 ΔS = ∫ V1 nRdV V2 V2 = nR ln = NkB ln V V1 V1 Se il gas si espande cambia solo il suo volume e avremo: 2V ΔS = ∫ V nRdV 2V = NkB ln = NkB ln 2 V V La stessa formula trovata prima. Vuol dire che per ogni particella il numero di stati è raddoppiato, ogni particella si può posizionare o nella prima metà o nella seconda metà del volume. La stesso ragionamento vale per la miscela di due gas, ogni particella ha a disposizione il doppio dei microstati. Entropia e statistica: 4 particelle Per un gas le particelle sono distinguibili ma non si considera la posizione (no scambi) e il numero di configurazioni risulta: N = n1 + n2 N! N! W= = n1 !(N − n1 )! n1 !n2 ! S = kB lnW Conf n1 n2 Stati Entropia 10-23 J/K I 4 0 1 0 II 3 1 4 1.91 III 2 2 6 2.47 IV 1 3 4 1.91 V 0 4 1 0 Totale 16=24 Entropia e statistica: 6 particelle Per un gas le particelle sono distinguibili ma non si considera la posizione e il numero di configurazioni, dal calcolo combinatorio, risulta: N! N! W= n!(N − n)! = n1 !n2 ! S = kB lnW Conf n1 n2 Stati Entropia 10-23 J/K I 6 0 1 0 II 5 1 6 2.47 III 4 2 15 3.74 IV 3 3 20 4.13 V 2 4 15 3.74 VI 1 5 6 2.47 VII 0 6 1 0 Totale 64=26 Entropia e statistica Il numero di microstati con particelle distribuite cresce velocemente, mentre lo stato “singolo” rimane tale. Conf n1 Stati Conf n1 Stati Conf n1 Stati Conf n1 Stati I 4 1 I 6 1 I 8 1 I 10 1 II 3 4 II 5 6 II 7 8 II 9 10 III 2 6 III 4 15 III 6 28 III 8 45 IV 1 4 IV 3 20 IV 5 56 IV 7 120 V 0 1 V 2 15 V 4 70 V 6 210 16=24 VI 1 6 VI 3 56 VI 5 252 VII 0 1 VII 2 28 VII 4 210 64=26 VIII 1 8 VIII 3 120 0 1 IX 2 45 256=28 X 1 10 XI 0 1 Totale N! W= N N ! ! 2 2 Totale IX Totale Numero di stati con particelle equidistribuite Totale 1024=210 Entropia e statistica N! W= N N ! ! 2 2 Entropia e statistica La probabilità di trovare 6 particelle a sx (o a dx) è 1/64=1.6%, piccola ma non zero. Se però il numero di particelle diventa molto grande abbiamo che la configurazione con tutte le particelle da una parte continua ad essere unica, mentre quelle con le particelle distribuite diventa molto grande. Per 10 particelle P=1/252=0.4%! 100! W (50, 50) = = 1.01⋅10 29 50!50! Questo con sole 100 particelle!!! Immaginate con un numero di Avogadro di particelle!!! Energia ed entropia Nei gas abbiamo omogeneità, perché nei gas c’è solo agitazione (termica), non interazione tra particelle. Però esistono anche fluidi non miscibili, l’ordine rimane perché l’attrazione tra simili (repulsione tra dissimili) è molto più grande del guadagno di entropia. Cosa succede se aumento la temperatura? Di solito arrivati a una certa temperatura i fluidi si mischiano, quando l’attrazione è meno dell’agitazione termica (pensate allo zucchero che NON si scioglie in acqua, a meno che non riscaldate il tutto). Lo stato verso il quale si tende è allora dovuto al bilanciamento di energia di attrazione e di entropia, l’entropia può essere vista come una forza dovuta all’agitazione termica, per quello si moltiplica per T!!! Vediamo un esempio. L’entropia come forza Tra loro le particelle non hanno interazioni. Verso quale sistema si tende spontaneamente? Cercate di capire quale dei due sistemi ha entropia maggiore. Quale ha maggior disordine? Quale ha più stati? Il ripiegamento delle proteine Le proteine spontaneamente passano da una conformazione lineare a una conformazione raccolta (forma nativa), quella funzionale. La reazione “ripiegamento” Il processo di “ripiegamento” può essere visto come una reazione chimica molto complessa. Studiare il processo di folding o ripiegamento è molto importante per capire le patologie legate al misfolding delle proteine. Un esempio è la forma “scrapie” del prione!!! Native vs Scrapie Il ripiegamento delle proteine Con le simulazioni al (super)computer possiamo “modellare” il processo di ripiegamento alla scala microscopica. Questo video presenta una simulazione del ripiegamento (folding) della proteina villin headpiece, una piccola proteina di qualche decina di aa Il ripiegamento delle proteine Con le simulazioni al (super)computer possiamo “modellare” il processo di ripiegamento alla scala microscopica. Questo video presenta una simulazione del ripiegamento (folding) della proteina villin headpiece, una piccola proteina di qualche decina di aa Il ripiegamento delle proteine Per una simulazione di questo tipo (qualche microsecondo) ci vogliono diversi mesi di calcolo su computer di ultima generazione!!! In figura il computer più potente al mondo (Livermore, California) che ha più di 1.500.000 processori!!! (7° Fermi-Bologna, 164.000 CPU). Lezione (15) del 6/11/2015 Potenziali Termodinamici Potenziali termodinamici Abbiamo detto che l’entropia determina la direzione di certi processi, come il calore che fluisce spontaneamente dai corpi caldi a quelli freddi. In chimica vengono introdotti i potenziali termodinamici per capire come le reazioni evolvono spontaneamente. Questi potenziali termodinamici tengono conto anche dell’entropia, anzi del prodotto T*S, è questo prodotto che ha le dimensioni di un’energia! L’entropia (moltiplicata per T) è anch’essa una forma di energia, ma mentre spontaneamente l’energia nei sistemi tende a un valore minimo, l’entropia tende ad aumentare. Esistono anche processi dove l’entropia NON ha un ruolo, ad esempio quando si studiano i solidi. L’entropia invece caratterizza la biologia. Definizioni In meccanica l’energia potenziale tende verso un minimo mentre abbiamo visto che in termodinamica nei sistemi isolati (equilibrio termico) si tende verso un massimo dell’entropia, deve aumentare! In biologia di solito si lavora a T=costante e ci possono essere reazioni 1. a volume costante 2. a pressione costante Per le prime si introduce il potenziale A=E-TS (energia libera di Helmoltz) e per le seconde il potenziale G=H-TS (energia libera di Gibbs). In ciò che segue con lavoro NON si intende solo il lavoro pΔV, ma deve essere visto come l’energia che rimane per compiere un lavoro generico (come visto per la macchina termica)!!! Helmoltz Potenziale di Helmoltz: A=E-TS, VOLUME COSTANTE Dobbiamo valutare tra cambiamenti di energia interna ed entropia. Dalla meccanica sappiamo che L=-ΔE, ovvero se faccio lavoro verso l’esterno (L>0) l’energia interna (cinetica) deve diminuire (lancio di un oggetto verso l’alto). Invece dal primo principio della termodinamica, ΔE=Q-L, abbiamo: L=-ΔE+Q, cioè il lavoro dipende anche da quanto calore viene assorbito. Abbiamo visto che a temperatura costante (isoterma) il lavoro è massimo quando il calore scambiato è massimo, ovvero quando la reazione è reversibile (ΔQ=TΔS) e non ho perdite. Quindi: L=-ΔE+TΔS Poiché con T=cost ΔA=ΔE-TΔS => L=-ΔA Helmoltz -L=ΔA=ΔE-TΔS T=cost Se faccio lavoro verso l’esterno (L>0) l’energia di Helmoltz DEVE diminuire (ΔA<0). Primo caso (ΔE<0, ΔS<0): l’energia interna diminuisce per produrre lavoro ma l’entropia diminuisce. Poiché l’entropia totale AUMENTA, vuol dire che il sistema deve perdere calore verso l’esterno perché solo cosi l’entropia totale aumenta. Il calore perduto (misurato come entropia diminuita) diminuisce il lavoro effettivo. Dobbiamo valutare tra cambiamenti di energia interna ed entropia. Secondo caso (ΔE<0, ΔS>0): l’energia interna diminuisce per produrre lavoro ma l’entropia aumenta. Vuol dire che del calore è entrato nel sistema e quindi il lavoro effettivo è aumentato. È meglio fare lavoro aumentando l’entropia del sistema!!! Helmoltz Se consideriamo una trasformazione irreversibile, o spontanea, allora il lavoro prodotto è meno di quello teorico di una trasformazione reversibile, quindi l’uguaglianza vale solo per le reazioni reversibili: –ΔA=Lmax e per le altre abbiamo –ΔA=Lmax>L. Se durante la trasformazione il lavoro prodotto è nullo, -ΔA>0, ovvero ΔA<0, cioè l’energia libera diminuisce. I sistemi chimici/biologici a T=cost (e V=cost) tendono spontaneamente verso un minimo dell’energia libera di Helmoltz! Entalpia Per le reazioni a pressione costante, ove L=p(V2-V1), dal primo principio ricaviamo: ΔE=Q-L E2-E1=Q-p(V2-V1) => (E2+pV2)-(E1+pV1)=Q E+pV=H=entalpia, la variazione di entalpia misura il calore della reazione a pressione costante H2-H1=Q Se il calore entra (Q>0, endotermica) l’entalpia aumenta Se il calore esce (Q<0, esotermica), l’entalpia diminuisce Di solito le reazioni chimiche sono esotermiche, cioè si produce calore durante la reazione e questo viene ceduto all’ambiente (l’entropia della reazione diminuisce). GIBBS G=H-TS=E+PV-TS Il calore Q>0 o Q<0, ovvero ΔH>0 o ΔH<0, da solo non determina il verso della reazione. Anche se le reazioni spontanee di solito rilasciano calore (esotermiche), anche le reazioni endotermiche possono essere spontanee, se succede che ΔG<0, ovvero se l’aumento di entalpia è più che compensato da un aumento di entropia. GIBBS G=H-TS=E+PV-TS L’energia libera di Gibbs funziona come quella di Helmoltz solo che in aggiunta si considera anche la variazione di lavoro dovuta alla variazione di volume, infatti aggiungiamo all’energia interna il termine che esprime il lavoro dovuto all’espansione. Se ΔG <0 il sistema perde energia libera per produrre lavoro verso l’esterno (-ΔG=L). Se questo si accompagna a un aumento di entropia (ΔS>0) allora il lavoro effettivo è maggiore che nel caso in cui ΔS<0. A T=cost, p=cost le reazioni spontanee sono quelle che tendono a diminuire l’energia libera, ΔG<0, esoergoniche. In biologia (T,p=cost) si hanno molte reazioni di questo tipo. SPONTANEITÀ (reazioni irreversibili) SISTEMI ISOLATI (Q=0): -ΔS<0, si tende a un massimo di S SISTEMI ISOTERMI E dinamicamente ISOLATI (V=cost => L=0): ΔA<0, si tende a un minimo di A SISTEMI ISOTERMI E ISOBARI: ΔG<0, si tende a un minimo di G Energia libera e folding ΔG = G f − Gu = ΔH − TΔS = H 2 − TS2 − (H1 − TS1 ) < 0 L’energia interna è diminuita insieme all’entropia (ma segni opposti), qui ΔH<0 e ΔS<0, ma ΔG=-271+286=15 kcal/mol >0 ERRORE STAT.