L’UNIONE MONREGALESE - MONDOVÌ, 10 GIUGNO 2015 - N. 23 mondovisioni Mondovisioni 13 - 14 giugno 2015 Due giorni di musica e cultura a Mondovì RENGASUBSONICAALE FRANzAUGIastravag liocazzullozibbacha ntymaxpezzalielio Calabresiozpetekva ndesfroospupiavati mercallimarchinocec ilialitiogadlernerco ronaodifreddicrepet SABATO 13 e DOMENICA 14 giugno INAUGURAZIONE STAGIONE ESTIVA E TA N T À NOVIT TOP BRANDS N U OV I ARRIVI -50% -70% -80% VIA CORONA BOREALE, 2 PRATO NEVOSO [CN] - 0174.334156 - WWW.PRATONEVOSOOUTLET.COM 23 24 mondovisioni MONDOVÌ, 10 GIUGNO 2015 - N. 23 in queste pagine Francesco Renga intervista Subsonica Gad Lerner intervista Torna il Premio Fracchia Ferzan Ozpetek Pupi Avati intervista Elio e i Fiati associati Ale & Franz Max Pezzali Zibba Chanty e il palco giovani Van De Sfroos Programma, info e mappa MARCO TURCO Era estate, luglio 2014, quando qualcuno scoccò la prima freccia: e se Mondovì si legasse a Collisioni? Una scintilla, gettata forse senza davvero la speranza che divampasse in fuoco. Invece è successo: quella scintilla è diventata “Mondovisioni”. Per due giorni Mondovì si trasformerà in una piccola capitale della cultura e della musica nazionale, con nomi di primissimo piano. Stelle vere: Renga, Subsonica, Augias, Lerner, Pezzali, Elio. Il 13 e 14 giugno, in piazza della Repubblica, la città vivrà qualcosa di grosso. Una botta, come si dice oggi. Che poi è la parola giusta, per un evento che si chiama “Collisioni”. Non era facile crederci, non era scontato che succedesse. In un anno, Collisioni ha saputo tirar su un evento che in città non si era mai visto, e che per una volta tanto non è un’esagerazione descrivere come “di caratura nazionale”. L’annuncio dei primi nomi, Francesco Renga e i Subsonica – i due big che chiuderanno coi loro live le due giornate – è stata la classica pag 26 pag 27 pag 28 pag 28 pag 29 pag 29 pag 30 pag 30 pag 31 pag 31 pag 32 pag 32 pag 34 Collisioni ad alto impatto A Mondovì visioni d’autore e big della musica fulminata a ciel sereno. Da quel momento, è stato un crescere continuo di colpacci: Elio con l’orchestra di fiati, il duo Ale & Franz, tutto il cartellone letterario, giornalistico e culturale (Travaglio, Lerner, Cazzullo, Avati… il programma lo trovate in questo inserto speciale) e via dicendo, hanno dimostrato che qua si stava “facendo sul serio”. Che Collisioni aveva tutte le intenzioni di portare un Evento con la E maiuscola, di far vedere alla città che la cultura esiste ed è accessibile. Anche come prezzo: 15 euro di biglietto, pochissimo per un giorno con incontri e live show di questo calibro. “L’Unione”: una redazione dentro l’evento, veniteci a trovare! Ci sono tanti modi per raccontare un evento. Ma un giornale locale, che oggi più che mai è punto di riferimento per la città e per ciò che vi accade, non può limitarsi a farlo da una scrivania dentro la redazione. Così “L’Unione” ha deciso di… portare la redazione dentro Mondovisioni. Esserci davvero, dentro l’evento. Cosa significa? “L’Unione”, partner e sponsor di Mondovisioni-Collisioni a Mondovì, sarà presente con un proprio stand dentro il festival. Siete tutti invitati a cercarci, trovarci, parlare con noi: al nostro stand troverete una vera “succursale” della redazione che seguirà il festival in tempo reale, pubblicherà contenuti in diretta su tutti i nostri spazi web (sito Internet, Facebook, Twitter), condurrà interviste e... avrà qualche sorpresa tutta speciale. Vi aspettiamo. Il saluto del sindaco Stefano Viglione: «A Mondovì arriveranno nomi di spicco del giornalismo e della letteratura. Insieme a Mondovisioni la nostra città salirà alla ribalta: due giorni di musica e cultura che porta il marchio Collisioni anche a Mondovì. Un evento da tutto esaurito per la nostra città che si prepara ad accogliere un pubblico numeroso di giovani e non solo. E con questo evento torna anche il “Premio Giornalistico Fracchia”, e lo fa in grande stile con un festival culturale di portata nazionale». intervista dj “marchino” «Vi racconto come è nato Mondovisioni» Facebook? No: una poltrona MARCO TURCO «Come è nata Mondovisioni? Beh, direi su una poltrona». Su una poltrona? «Per essere precisi, una poltrona riciclata». Una chiacchierata che riepiloga tutto. Se c’è una persona che ha lavorato incessantemente affinché Mondovisioni da sogno diventasse realtà, è “Marchino” Maccagno. Ed è quasi simbolico che sia proprio lui, che ha lavorato al festival fin dalla sua nascita, a chiuderne la prima edizione. Lo farà domenica sera, dalla consolle, assieme ai dj Mario Scalambrin e Luca Sgarro. In pratica, tu hai lavorato a Mondovisioni dalla A e ci lavorerai fino alla Z. Come è nata l’idea del terzetto finale di dj? «Ci conosciamo da tempo, Scalambrin è un amico e un grande professionista. La sua presenza era già in cartellone, poi mi ha chiamato e mi ha detto: o si fa assieme a te, o non se ne fa nulla. E ho accettato». Collisioni è un evento che unisce aspetti diversi, ma che ha sempre avuto un forte sostrato culturale spesso a base di letteratura. Come vedi l’accostamento con il tuo genere musicale? «La formula di Collisioni è vincente, sai perché? Perché è il modo giusto per coinvolgere un largo numero di persone. Il singolo concerto Sabato 13 e domenica 14 giugno ti aspettiamo per conoscere le fragranze di Profumi ambiente e acqua di profumo Piazza Cesare Battisti, 1 Tel. 0174 330756 - Mondovì Orario: tutti i giorni ore 8,30 - 12,30 / 15-19,30 chiuso lunedì mattina e domenica farmaci senza obbligo di ricetta, omeopatia, fitoterapia, cosmesi, infanzia, igiene, dietetici, sanitari mondovisioni L’UNIONE MONREGALESE - MONDOVÌ, 10 GIUGNO 2015 - N. 23 intervista 25 Parla Filippo Taricco to gli artisti, né tantomeno gli organizzatori, a far crescere questo seme: è la città, il territorio, che deve decidere cosa ne sarà». Vi siete legati al “Premio Fracchia” facendolo diventare un evento con grandi nomi del giornalismo. Ci sarà una continuità? «Collisioni a Mondovì un seme che deve crescere» Un seme, lo chiama così. «Un seme bello grande – ammette Filippo Taricco, mente e anima di tutto quello che va sotto il nome Collisioni –, con alcuni “pezzi grossi”… ma sempre un seme. Sarà la città a decidere come farlo crescere». Taricco è l’uomo che ha fatto di Barolo la sede di uno dei più grossi festival musicali e culturali di tutta Italia. Ha preso un paesino di collina nelle Langhe, a cui tutti associavano “solo” il vino, e l’ha proiettato fra le stelle. Quest’anno, le stelle si chiamano Mark Knopfler, richiama pubblico ma è fine a sé stesso, invece Collisioni è una formula che funziona perché propone un programma completo. Compresa la musica elettronica, che non è certo fuori posto: siamo musicisti accomunati da diverse esperienze e situazioni, tra cui una collaborazione con un artista italiano per un progetto di remix...». Tu hai seguito il festival fin dalla sua nascita, da quando appariva solo un’idea impossibile. C’è stato un momento in cui hai capito che non erano più solo idee, ma sarebbero diventate realtà? «Sì: una riunione, che ricordo molto bene, con l’Amministrazione comunale e lo staff di Collisioni. Mi ricordo il momento in cui si disse: ok, si può fare. Il momento più emozionante di questi mesi? Il giorno dell’annuncio ufficiale». MARCO TURCO Sting, J-Ax, Carboni e Cremonini. E Mondovì, Taricco? Potrà seguire quella scia? «Beh, Collisioni a Barolo oggi è un festival avviato ormai a diversi anni. Ha una storia lunga, cominciata in un certo modo e costruita nel suo territorio. Collisioni a Mondovì è un festival che nasce quest’anno: progetti come questi non si possono inventare “già grandi”, bisogna farli nascere e crescere. Noi abbiamo gettato un seme». Pezzali, Renga, Avati, Lerner… questo seme I dj Scalambrin e Sgarro chiuderanno il festival con Marchino (ride) «Questo è vero. Allora diciamo che abbiamo piantato un seme grosso, di un certo valore. Questa è una manifestazione con un importante cartello culturale, del resto il nostro obiettivo è sempre stato questo: portare cultura. Ma non bastano cer- «Io spero proprio di sì, ce ne sarebbe un gran bisogno. Oggi siamo circondati da notizie che ci testimoniano lo squallore e il malaffare di una certa classe dirigente, a livello nazionale. In tempi come questi è importante ricordare una figura come quella di Cesare Augusto Fracchia, che col suo lascito testamentario pensò ai giovani, ai giornalisti del futuro. Si dice spesso che viviamo in tempi difficili, di grossa crisi… Fracchia visse nell’epoca del fascismo, direi che non si è passato anni fe- Sei soddisfatto? «Assolutamente sì. Lo staff di Collisioni ha lavorato benissimo, avrei fatto esattamente quello che hanno fatto loro. La programmazione è eccezionale, non si può non darne atto». Questo festival è cominciato grazie a una lunga serie di chiacchiere nate su Facebook, come post sulla pagina “Caffeina” che tu hai fatto nascere. Ti aspettavi di riuscire a raggiungere questo risultato? «Se devo essere sincero, no. E se non fosse stato per il continuo supporto che ho avuto, in particolare dal vicesindaco D’Agostino, non so se si sarebbe fatto. Gli ostacoli erano tanti. In questi mesi mi sono reso conto di quanta gente, parlo di monregalesi e non solo di “addetti ai lavori”, sia entusiasta per questo festival. Sono stati venduti biglietti nel non è mica tanto piccolo lici, eppure ha lasciato qualcosa. Questi sono gli esempi a cui oggi si deve guardare, sia da parte del mondo politico che di quello imprenditoriale». A Mondovì, sul palco “verde”, troveranno spazio molti musicisti esordienti. Quale consiglio darebbe a chi si affaccia su un palco del genere? «A un musicista esordiente, così come a uno scrittore o a un giornalista, dico di non vedere questo evento solo come un’opportunità commerciale ma come un’occasione per dire qualcosa di originale. Non scimmiottate ciò che è venuto prima, ma dimostrate di avere qualcosa di vostro, qualcosa che magari racconti appunto il territorio da cui venite. Del resto, anche la mia generazione ha da imparare da quelle più giovani». Torinese, Milanese... sarà un grande evento». E sarebbe stato possibile senza quella pagina Facebook? «“Caffeina” è stata un amplificatore e ha avuto l’effetto di “fare massa”. Ma per la verità l’idea non è nata su Facebook ma... su una poltrona riciclata». Una poltrona cosa? «Una vecchia poltrona, recuperata da una discarica. È il mio “pensatoio”. Mondovisioni è nata lì». Abbigliamento Calzature Uomo - Donna Piazza Santa Maria Maggiore 9/c Mondovì Tel. 0174 554475 26 mondovisioni MONDOVÌ, 10 GIUGNO 2015 - N. 23 francesco renga sabato ORE 21.30 PALCO rosso «Mondovì vedrai, sarà una serata fantastica» VITER LUNA - MARCO TURCO Ciao Francesco, ti diamo fin da ora il benvenuto a Mondovì. Avrai il compito di inaugurare il palco di Mondovisioni, un evento tutto nuovo. Cosa ti aspetti da Mondovì e da questo festival? Hai in serbo qualche chicca per il nostro pubblico? «Sono Sono stato qualche giorno fa in Piemonte per l’incontro con Ernesto Assante e ho trovato un pubblico fantastico… quindi non vedo l’ora di tornare per il concerto. Ci saranno le mie canzoni e sarò accompagnato dai miei musicisti, una band fantastica. Vedrete, sarà una bella serata!» Collisioni è da sempre un marchio associato non solo alla musica, ma a un contesto culturale più ampio e marcato. Come si concilia il pop con l’idea di un evento culturale, troppo spesso dipin- ti come elementi che non sono capaci di parlare l’uno all’altro? «Credo che anche la musica pop sia cultura, e sono felice che ci sia un festival organizzato in questo modo, con vari elementi che dialogano tra loro». Nella due-giorni di Mondovisioni si esibiranno sui palchi minori anche una serie di giovani band e artisti locali agli esordi. Quale consiglio dai a chi oggi si butta sulla scena musicale? Su quali elementi deve puntare? «Consiglio di crederci, la spinta principale viene da se stessi, dalla voglia di mettersi in gioco, di studiare». Oggi tu hai quasi 20 anni di carriera solista (sono 20 anni esatti da “2020 speedball”): cos’è rimasto del Renga che si è lasciato alle spalle la scena rock italiana, all’epoca in piena espansione? «Sono rimasti ricordi bellissimi, l’esperienza di quel periodo sicuramente è stata preziosa per quello che sono oggi». Hai anche un ruolo nei panni di giurato in “Amici”: da artista di ormai di lunga data, secondo te oggi quanto pesano i talent nella scena pop rispetto agli anni ’90? Sono un’opportunità o chiudono più porte di quante ne aprano? E tu, se fossi nei panni di un esordiente, li sceglieresti? «In questi anni è cambiato tutto. I “talent” oggi sono una realtà e un’opportunità, poi, come dicevo prima, arrivare o meno al successo dipende anche da se stessi. Quando ho iniziato, la scena musicale era completamente diversa, oggi i talent fanno scouting e per questo li sceglierei. Ad “Amici” poi c’è un team davvero fantastico, sicuramente una buona palestra!» Una voce stellare, dal rock al pop Francesco Renga entrò nella formazione dei Timoria (allora Precious Time) nel 1986. La band pubblica il suo primo album ufficiale nel 1990, “Colori che esplodono”, in cui già inizia a spiccare prepotentemente il talento vocale di Renga. Il sound dei Timoria si appesantisce, dal rock fin quasi a sonorità metallare, nei due grandi capolavori della band che arrivano nel 1992, “Viaggio senza vento”, e nel 1995, “2020 Speedball”. Renga lascia la band nel 1998 e inizia la sua carriera solista, tutta in ascesa: nel 2001 esordisce al Festival di Sanremo (Premio della Critica), dove tornerà fra i big nel 2002 e nel 2005, vincendo la 55ª edizione col brano “Angelo”. Nel 2007 pubblica un album-libro, allegando al disco un mini romanzo (“Ferro e cartone”) e da qui è tutto un susseguirsi di successi, partecipazioni a progetti assieme ad altri cantanti e altri due ritorni al Festival nazionale. Il suo ultimo disco, “Tempo reale”, viene pubblicato nel marzo 2014. Dall’aprile 2015 viene scelto come giudice fisso alla 14ª edizione del talent show “Amici” di Maria De Filippi. mondovisioni L’UNIONE MONREGALESE - MONDOVÌ, 10 GIUGNO 2015 - N. 23 27 domenica ORE 21 PALCO rosso Dal Cielo su Torino, a una Nave in una foresta VITER LUNA Difficile che qualcuno non conosca, almeno per sentito dire, i Subsonica, una delle band che meglio in Piemonte ha saputo sfruttare i cambiamenti di metà anni ‘90, cavalcare l’onda al momento giusto e soprattutto, a differenza di tante altre, rimanerci per almeno 15 anni senza variare (se non in minima parte) il suo blocco originario. Le storie che si sono narrate attorno a questa band sono numerose, alcune relegabili tra i gossip, altre con qualche fondamento di verità in più. La mente e l’amalgama dei Subsonica è stato Max Casacci all’epoca ex chitarrista, produttore artistico e tecnico del suono in studio di tante realtà (di varia fortuna) del Torinese; uno che conosceva molto bene e in profondità il mondo della musica del capoluogo regionale e che aveva la possibilità di trovare la strada giusta per un nuovo progetto musicale. Nel 1996 Casacci contatta l’amico tastierista (negli Amici di Roland) Davide Dileo e il cantante (nella band con Boosta) Samuel Romano; a loro si aggiungeranno Pierfunk (con cui Romano continuerà nei Motel Connection), poi sostituito da Luca “Vicio” Vicini, e il batterista Enrico Matta (detto Ninja); da lì parte la storia. Quello dei Subsonica è forse uno dei migliori “prodotti musicali” studiati a tavolino negli ultimi 20 anni: rappresentano in modo preciso uno spaccato della musica e del febbrile giovanilismo che in quegli anni brulica nella capitale sabauda, che a sua volta comincia a scrollarsi di dosso il grigiore da città post-industriale. La loro grande capacità sta nel mettere insieme pubblici di diverso genere: nazionalpopolari nell’arrivare alle masse, ma altrettanto capaci di distinguersi dai classici prodotti mainstream a cui è generalmente abituato il pop Dalla prima colazione al dopo-cena, passando per il PRANZO VELOCE AD euro 7 comprensivo di Buffet delle insalate + Scelta tra 2 primi + Scelta tra 2 secondi + Dessert o dolce (e con caratteristiche del tutto peculiari in Italia); hanno connotazioni che li potrebbe- ro assimilare a una boyband (anche se solo in teoria) e al tempo stesso si costruiscono un percorso capace di dialogare con alcune delle principali e più influenti realtà del mondo della musica “alternativa”. I Subsonica possono fare politica diffusa (partecipano attivamente, e con un concerto, al progetto Torino Sistema Solare), andare a Sanremo per lanciare il terzo album tra i “Big”, imporre il prezzo dei biglietti dei propri live, o ancora litigare con la principale etichetta indipendente (all’epoca, la Mescal) per fondare e lanciare il progetto indipendente di CasaSonica (prima di loro ci arrivò solo il CPI) o lasciare ai propri fan la possibilità di creare il titolo dell’ultimo disco. Venti anni di musica sghemba ad attraversare le mode e i consumi, dalle ambientazioni poliziesco/metropolitane del primo SubsOnicA (1997) alle sonorità più elettroniche di Amorematico, fino alla definitiva consacrazione su scala nazionale. Passano le mode, i dischi, i progetti paralleli, ma i Subsonica sono sempre lì, e se le cose stanno così qualcosa vorrà pur significare. e l’APERITIVO A BUFFET NEL DEHOR a soli 100 Mt. da MONDOVISIONI Piazzetta Besio, 8 - Mondovì - tel. 0174 43550 28 mondovisioni MONDOVÌ, 10 GIUGNO 2015 - N. 23 GIORNALISMO Riservato ai giornalisti under 35 – I fondi derivati da un lascito Torna il Premio alla memoria di Fracchia MONDOVÌ Un giornalista dal passato illustre, un’eredità da valorizzare. L’evento di Collisioni a Mondovì si svolge in connubio con la terza edizione del Premio giornalistico “Cesare Augusto Fracchia”, che torna in una veste tutta nuova all’interno del festival. Il Premio è intitolato alla memoria del padre di Enrico Fracchia, storico giornalista della nostra città. Tipografo, editore e giornalista nato a Mondovì all’alba del nuovo secolo, Enrico assunse a 20 anni la direzione della tipografia fondata dal nonno Agostino e quella della “Gazzetta di Mondovì” (oggi “Provincia Granda”). Guidò il giornale anche attraverso gli anni bui del regime fascista durante i quali la pubblicazione fu sospesa per le sue propensioni troppo liberali. Fracchia morì nel 1984 e lo fece lasciando un segno concreto: un patrimonio immobiliare dalla cui cessione, per sua precisa volontà testamentaria, si doveva ricavare un fondo destinato a un Premio per i futuri giornalisti. Così nacque il “Premio giornalistico Fracchia” intitolato alla memoria del padre Cesare Augusto. È anche grazie a quel lascito che l’evento Mondovisioni ha potuto portare in città ospiti del grande giornalismo nazionale: Gad Lerner, Marco Travaglio, Corrado Augias. Il Premio è riservato ai giornalisti under 35. «Il Premio dedicato alla memoria di Cesare Augusto Fracchia – ha detto l’assessore alla Cultura del Comune di Mondovì, Mariangela Schellino – rappresenta un dovuto riconoscimento al ruolo importante nella storia della nostra Città nei settori della cultura e del giornalismo da parte della famiglia Fracchia: c’è grande soddisfazione per aver potuto realizzare un evento di alto profilo». La piazza domenica ORE 10,30 PALCO blu GAD LERNER «L’Isis è una minaccia, ma c’è anche chi sta soffiando sul fuoco» MARCO TURCO sabato ORE 20 PALCO blu «Le posso dare dieci minuti…» dice, e poi ne passa venti a rispondere alle domande. Il vento elettorale della Lega, l’escalation di violenza targata Isis… e l’importanza del giornalismo locale. Dal tema del giorno al tema del decennio: a tu per tu con un disponibilissimo Gad Lerner. Lerner, ci fa un commento alle ultime elezioni regionali? «Queste elezioni sono state per Renzi un campanello di allarme. Lui si aspettava di perdere voti a sinistra ma di guadagnarne fra i moderati, e invece così non è stato. I grillini hanno tenuto e ovviamente c’è l’ascesa di consensi della frangia estremista, che io chiamo senza esitazione “fascio leghista”. Renzi l’ha sottovalutata, a me invece preoccupa molto». Le fa paura? «Sì. La storia, italiana ed europea, è piena di questi personaggi, diciamo folkloristici, che poi hanno avuto una carriera sfociata in qualcosa di drammatico». Quanto influisce l’apprensione per la scena internazionale in questo fenomeno? «Moltissimo. In periodo di grande instabilità, i movimenti estremisti, nazionalistici e antieuropeisti prosperano». L’estremismo che cresce a sud del Mediterraneo, l’Isis sarà il tema del suo intervento a Mondovì. Secondo lei quanto è reale, per l’Italia, questa minaccia? «Io credo sia fondata. Non voglio nascondermi dietro a un dito: il fatto che ci siano demagoghi, imprenditori politici della paura, che soffiano sul fuoco non vuol dire che questo incendio non ci sia e che non possa lambirci. Mi piacerebbe dire che non ci riguarda, ma non è così: il nemico c’è e sta occupando territori a noi sempre più vicini». Lei non crede che le forze occidentali abbiano avuto un atteggiamento un po’ contraddittorio? «E come no! È un dato di fatto che le cosiddette “petromonarchie” hanno costruito i propri insediamenti in occidente». Di recente papa Francesco ha di fatto riconosciuto ufficialmente lo Stato di Palestina. Secondo lei questo migliora le cose o le peggiora? «Io credo che le migliori. Il Governo israeliano ha bisogno di una forte pressione internazionale per non adagiarsi nella convinzione che la sua supremazia militare sia sufficiente. La destra di Netanyahu è un governo che mira solo a prendere tempo: una posizione irresponsabile e pericolosa, con la polveriera siriana a pochi chilometri di distanza». Lei sarà a Mondovì per un evento che includerà anche il “Premio Fracchia”, destinato al giornalismo che si occupa delle tematiche locali. Lei crede che il giornalismo locale abbia un futuro? «La mia esperienza personale mi dimostra che la stampa locale ha oggi una penetrazione molto superiore a quella nazionale. Sì, sono sicuro che avrà un futuro e che resisterà alla crisi anche meglio di quanto sta facendo il giornalismo nazionale». sarà a MONDOVISIONI con CENTRIFUGATI, FRUTTA FRESCA - DOLCE e SALATO senza gluƟne senza laƩosio, senza saccarosio, senza grassi idrogenaƟ e saturi mondovisioni L’UNIONE MONREGALESE - MONDOVÌ, 10 GIUGNO 2015 - N. 23 letteratura PUPI AVATI «Credo che i miracoli succedano anche oggi» FABRIZIO GASCO Uno dei maestri del cinema italiano. Pupi Avati, bolognese di nascita classe ‘38, è uno dei migliori registi che il nostro Paese può ancora vantare. Con una lunghissima carriera alle spalle (“Regalo di Natale”, “Gli amici del Bar Margherita”, “Il papà di Giovanna”), un talento jazzista coltivato fin da giovane e mille progetti ancora in testa, Giuseppe Avati detto Pupi sarà protagonista a Mondovì. Ci ha concesso una lunga e interessantissima chiacchierata: parole sempre lucide e vibranti che mettono in mostra una cultura sopraffina. Maestro, lei si presente- rà a Mondovì soprattutto in veste di scrittore, visto che è appena uscito il suo primo romanzo, “Il ragazzo in soffitta”. Come mai questa scelta? Ho sempre scritto sceneggiature nella mia vita, ma a 76 anni ho fatto questa scelta, spinto anche dall’incoraggiamento del mio editore, perché avevo maturato l’idea che la forma del romanzo sia la migliore per descrivere certe dinamiche psicologiche, per approfondire certi personaggi e il loro background. Il film non va mai oltre i 120 minuti di narrazione e spesso non può essere esaustivo e lascia sempre qualcosa di inespresso. È stato difficile “esordire” alla sua età? Beh, mi sono tuffato un po’ nell’ignoto. Arrivo come un neofita in questo mondo e sono visto da scrittori affermati magari con supponenza, ma è il giusto prezzo da pagare per chi è esordiente. Quali sono i suoi scrittori preferiti? Senza dubbio William Faulkner: racconta il suo mondo contadino con una sacralità e una profondità incredibili. Tra gli italiani, scelgo Anna Maria Ortese. Tanti suoi film descrivono piccoli mondi provinciali come il nostro. Che cosa lo affascina della provincia? FERZAN OZPETEK Dalla regia alla scrittura, il passo è breve per Ozpetek MARCO VOLPE Turco in Italia e italiano in Turchia. Si definisce così Ferzan Ozpetek, ma il regista di Istanbul (trapiantato a Roma) si divide anche nel mondo dell’arte. Da pittore a regista, da regista a scrittore: cambia il mezzo, ma non il fine. Narrare una storia. E i racconti di Ozpetek, qualunque sia il supporto, non sono mai banali. Dominano il tema del viaggio, della ricerca di qualcuno o qualcosa (o semplicemente si sé stessi) in contesti mai banali ed immersi in problemi e fenomeni controversi della società contemporanea. Nelle sue opere, biografia e fantasia si fondono alla perfezione e dai semplici rapporti umani quotidiani si passa a situazioni molto speciali e profonde, in cui è l’amore (in tutte le sue sfaccettature) a farla da padrone. «Non sappiamo per quale motivo amiamo. L’amore non sa né leggere né scrivere, è ignorante», scrive Ozpetek, così come sono ignoranti le “Fate” del suo primo grande successo cinematografico, che ha fatto da apripista ad altre grandi pellicole come sabato ORE 18,30 PALCO blu “La finestra di fronte”, “Saturno contro”, “Mine vaganti” o “Magnifica presenza”. Sceneggiature cesellate come fossero libri, e alla fine il passaggio alla scrittura è stato quasi normale. Con “Rosso Instanbul” è tornato alla sua terra e al suo passato, attraverso la figura di sua madre, mentre è da poco uscito con Mondadori “Sei la mia vita”. Un romanzo in cui è l’Italia, soprattutto Roma, a fare da sfondo alle vicende del solito mondo di personaggi indimenticabili e bizzarri, e a volte improbabili, tanto cari a Ozpetek. Innanzitutto è l’universo in cui sono nato e cresciuto. Questi mondi sono realtà solo apparentemente piccole. Sono rappresentative dell’essere umano. Vivo da 40 anni a Roma e sarebbe difficile per me raccontarla perché non ha un nucleo. Per esempio, Mondovì è un microcosmo che contiene tutte le sfaccettature, tutte le diversità delle umanità che racconto. Cosa pensa dei blog di critica cinematografica che spuntano come funghi in rete? Sono diffidente e anche immune perché non li leggo. Per me esprimono solo la frustrazione di chi non ha legittimità e vuole giudicare avendo solo il mezzo, essendoselo procurati da soli. Non sappiamo chi siano e, in maniera che definirei parassitaria, danno giudizi sommari. Ma è preoccupato del fatto che chi legge certe recensioni possa essere influenzato e non vada a vedere i film? Forse dovrei esserlo, ma non lo sono. Non sono questi blog a mandare in crisi il cinema: quest’anno si parla di un -26% di pubblico. La situazione è difficile di suo e temo peggiorerà. Uno dei suoi film di culto è “La casa dalle finestre che ridono” che fu criticato assai... Sì, appunto. Le assicuro che all’inizio venni stroncato, poi con il tempo i giudizi sono cambiati e alcuni si possono ravvedere su certe scelte. Ma i registi hanno la memoria lunga... Ora lei sta girando un film che si intitola “Le nozze di Laura”. Ci dà qualche anticipazione? Sto girando in Calabria. È un film ispirato al Vangelo, e in particolare alle Nozze di Cana. Ho voluto introdurre il concetto di miracolo in una storia al giorno d’oggi. Oggi miracolo è sinonimo di impossibile, ma resta sempre un’ultima occasione alla quale aggrapparsi in qualsiasi situazione disperata nelle nostre vite quotidiane. La razionalità ha perimetrato il nostro territorio e io vorrei andare oltre. Chi viene da una cultura contadina frequenta spesso l’improbabile. Insomma, un film che dà speranza a tutti. www.gioielleria-gerbino.it shop.gioielleria-gerbino.it Corso Statuto 28 – Tel. 0174 42548 29 ECCO I BIG DEL PALCO “BLU” MARCO TRAVAGLIO sabato 13 giugno, ore 14 Il celebre editorialista de “Il Fatto Quotidiano” presenterà il suo nuovo libro “Slurp” (Chiarelettere), nel quale racconta come i giornalisti, gli intellettuali e gli opinionisti italiani hanno beatificato, osannato, magnificato, propagandato la peggior classe dirigente d’Europa. PAOLO CREPET sabato 13 giugno, ore 15,30 Psichiatra reso famosissimo dalla tv, per essersi occupato di grandi casi di cronaca, Crepet presenterà “Il caso della donna che smise di mangiare”, il nuovo libro edito da Einaudi sulla vita di Fausta e la lotta quotidiana che deve condurre per essere sé stessa. MARIO CALABRESI sabato 13 giugno, ore 17 Direttore del quotidiano “La Stampa”, Calabresi racconterà al pubblico storie di ragazzi italiani che non hanno avuto paura di diventare grandi e che dicono “Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa”. Questo, infatti, il titolo del suo nuovo libro edito da Mondadori, che ripercorre la storia degli zii Gigi e Mirella. LUCA MERCALLI E NORBERT LANTSCHNER domenica 14 giugno, ore 12 Il celebre meteorologo Luca Mercalli dialogherà con il prof. Norbert Lantschner, presidente della Fondazione ClimAbita, in un incontro che ha lo scopo di far riflettere sulle incombenti variazioni climatiche intercorse negli ultimi decenni e sensibilizzare il grande pubblico PIERGIORGIO ODIFREDDI domenica 14 giugno, ore 14 Una lezione anticonvenzionale del matematico intitolata “Gli angeli dei giorni d’oggi”, nella quale cercherà di spiegare quali sono le strategie e le tattiche che ha usato e usa ancora per divulgare la più ostica delle scienze: la matematica. MAURO CORONA E DAVIDE VAN DE SFROOS domenica 14 giugno, ore 15,30 Uno stravagante dialogo tra lo scrittore e il musicista, in tipico stile Collisioni. Un binomio artistico versatile: linguaggi artistici differenti, un’unica storia da raccontare. Il primo è un artista poliedrico e scrittore tra i più letti e amati in Italia. Il secondo, musicista di fama internazionale, racconta storie autobiografiche raccolte nelle osterie tra i pescatori e contrabbandieri; un collage di anime che hanno, in qualche modo, contribuito a arricchire il suo viaggio artistico. CORRADO AUGIAS domenica 14 giugno, ore 17 Giornalista e conduttore, uno dei volti più noti di Rai 3 nei programmi di informazione e approfondimento culturale, politico e scientifico, parlerà delle donne protagoniste del suo libro “Il lato oscuro del cuore” (Einaudi). ALDO CAZZULLO domenica 14 giugno, ore 18,30 Inviato ed editorialista del “Corriere della Sera”, racconterà la Grande Guerra nelle vite comuni di uomini e donne: “La Guerra dei Nostri Nonni” è il titolo del suo libro edito da Mondadori. 30 mondovisioni MONDOVÌ, 10 GIUGNO 2015 - N. 23 ELIO E I FIATI ASSOCIATI La parabola di un artista colto PAOLO ROGGERO Quando si parla di Elio viene spontaneo aspettarsi di trovare anche “e le storie tese”, ovvero quel vulcanico gruppo di musicisti che mettono al servizio la tecnica più raffinata all’umorismo perché, come scriveva Eco, “Scherzare sì, ma seriamente”. Eppure Elio, al secolo Stefano Belisari, è un musicista colto e raffinato che ha saputo costruirsi una carriera solista di tutto rispetto. Diplomato in flauto traverso al Conservatorio Verdi di Milano, dalla nascita delle storie tese, nel lontano 1979, si trovò a essere il frontman della band senza avere troppe nozioni che potessero aiutarlo nel canto, a parte le tecniche respiratorie sviluppate appunto negli anni di studio del flauto e la cultura musicale. Nel corso della sua trentennale carriera, Elio ha approfondito lo strumento voce, costruendosi una solidissima tecnica e partecipando a diversi progetti di musica teatrale o lirica. Ha cantato nell’opera “Isabella” di Azio Corghi, nell’”Opera da tre soldi” di Brecht e nelle “Storie d’amore e d’anarchia” con Lina Wertmuller, senza dimenticare la recentissima esperienza nel musical “La famiglia Addams”. Sempre con Lina Wertmuller alla regia, nel 2011 debuttò in “Gian Burrasca” uno spettacolo teatrale in cui il cantante ripercorreva la storia del Giornalino di sabato ORE 20 PALCO rosso Gian Burrasca di Vamba e, con un ensemble di musicisti in scena, cantava le canzoni scritte da Nino Rota per lo sceneggiato televisivo del 1964. L’esperienza di Gian Burrasca è proseguita in altri spettacoli, in cui Elio ha mantenuto invariato lo schema e lo spirito, ovvero lui solo in scena, accompagnato da un piccolo ensemble, per divulgare parti importanti del patrimonio musicale. Sono venuti così il Barbiere di Siviglia (trasmesso recentemente anche da Rai 5), Mozart alias Rossini e lo spettacolo con cui si esibirà a Mondovisioni accompagnato dai Fiati associati (un ensemble di solisti di fama internazionale: Massimo Mercelli al flauto, Fabio Bagnoli all’oboe, Riccardo Crocilla al clarinetto, Paolo Faggi al corno e Paolo Carlini al fagotto) in cui ripercorrerà la produzione operistica di Kurt Weill e del librettista Bertold Brecht. Un viaggio nei fumosi bassifondi di Londra messi in scena nell’Opera da tre soldi, nella Chicago degli anni del Jazz, raccontati dalla commedia musicale Happy End e nel capolavoro di Weill e Brecht: L’ascesa e caduta della città di Mahagonny. La voce di Elio anima i vari personaggi e dà vita alla passione civile e al vivido ritratto della società contenute nelle pagine dei due autori. I fiati associati interpretano la musicalità di Weill con vivacità ed estro, proponendo continui spunti e citazioni dalla tradizione classica. ALE&FRANZ Buongiorno, mi stava aspettando? Storia di due comici, diventati famosi seduti su una panchina MATTIA CLERICO sabato ORE 17 PALCO verde Piazza Vittorio Veneto,9 CEVA Piazza Ellero 13, Mondovi 0174 704544 Si apre la scena e l’occhio di bue illumina a giorno una panchina sulla quale un distinto, e un po’ scorbutico, signore di mezza età (Ale) si sta godendo la tranquillità del parco, seduto comodamente, in compagnia del suo giornale. A turbare la quiete del momento, come quasi tutti i giorni, arriva Franz, perdigiorno sconclusionato, “tristemente” noto per le sue domande ovvie e ripetitive. Franz scruta Ale con aria interrogativa ed esordisce con un timoroso ed educato: «Buongiorno, mi aspettava?». Franz pigramente distoglie lo sguardo dal giornale e, rassegnato, con aria decisamente seccata, risponde: «Si, certo che la aspettavo, come si aspetta un infarto». Tra le risate generali della platea, si apriva spesso in questa maniera uno degli spettacoli più riusciti e divertenti di Ale e Franz, che compongono un duo comico decisamente particolare e per certi versi innovativo, capace di portare sulla scena un modo alternativo di fare cabaret. Alessandro Basentini e Francesco Villa sono diventati famosi nei primi anni 2000 con le loro celebri apparizioni televisive a Zelig, ma la carriera della coppia inizia nel 1992, quando entrambi frequentano il Centro Teatro Attivo di Milano e sperano, un giorno, di potersi guadagnare da vivere facendo divertire la gente. A Mondovì Ale e Franz saranno protagonisti di un incontro “interattivo”, durante il quale dialogheranno con il pubblico e ripercorreranno le fasi più importanti e divertenti della loro carriera, riprendendo vecchi sketch, sospesi a metà tra il surreale e l’incredibile, che hanno fatto ridere intere generazioni di italiani. Dal 1995, anno in cui nasce ufficialmente il nome “Ale e Franz”, i due non si sono mai separati ed hanno partecipato a numerosissimi spettacoli, sia a teatro che in televisione, debuttando in “Dalla A alla Z” e passando poi appunto per le prestigiose passerelle di “Zelig” e di “Mai dire gol”. La carriera di Ale e Franz comunque non è solo composta da spettacoli di cabaret, anzi, negli ultimi anni i due si sono maggiormente concentrati sul cinema, partendo da “Buona la prima!”, un programma tv tutto loro, ed arrivando a recitare da protagonisti in film come “La terza stella” e “Mi fido di te”. Cresce l’attesa per vedere Ale e Franz sul palco di Mondovì; chissà che anche all’ombra del Belvedere l’incontro non si possa aprire con quel distinto signore che legge il giornale, seduto su una panchina. L’UNIONE MONREGALESE - MONDOVÌ, 10 GIUGNO 2015 - N. 23 mondovisioni MAX PEZZALI Maître à penser per una generazione di musicisti JACOPO TOMATIS Se siete nati fra la fine degli anni Settanta e la metà degli Ottanta, avete sicuramente avuto un amico che vi costringeva ad ascoltare gli 883. E se non lo avete avuto, allora probabilmente quell’amico siete voi. Al loro debutto nel 1992 con una canzoncina solo in apparenza insulsa – “Hanno ucciso l’uomo ragno”, lanciata da Claudio Cecchetto per la sua etichetta indipendente FRI – gli 883 hanno subito scavato un solco nella storia del pop italiano, diventando uno dei fenomeni giovanili di maggior successo degli ultimi vent’anni. Dopo il primo album (quello dell’uomo ragno, appunto) e un seguito di ancor maggiore successo (Nord (Nord Sud Ovest Est Est,, 1 milione e 600mila copie in pochi mesi), a portare avanti la sigla è rimasto il solo Max Pezzali, orfano del suo coautore e migliore amico Mauro Repetto (ricordato soprattutto per le sue mosse da ballerino sullo sfondo: un’icona degli anni Novanta più kitsch, divenuto poi solista di culto). Nonostante la defezione, le canzoni degli 883 – ora più mature, nostalgiche verso la giovinezza e verso quegli “anni d’oro del grande Real” – hanno continuato ad andare in classifica. Più sorprendente è il destino recente di Pezzali: nessuno, neanche quell’amico che vi costringeva ad ascoltarlo, avrebbe mai immaginato che quel goffo ragazzotto di Pavia sarebbe diventato vent’anni dopo uno dei più rispettati autori italiani, e maître à penser per una generazione di giovani musicisti. Non è un caso che il “ritorno” di Pezzali (ma se ne era mai andato?) coincida con l’anniversario di “Hanno ucciso l’uomo ragno” nel 2012, e con due dischi di tributo. Uno – con lo stesso Pezzali – cantato insieme ai pesi massimi del rap italiano. L’altro (più sorprendente) dedicatogli dal portale Rockit, mettendo insieme una rosa dei migliori musicisti indie di oggi (fra cui I Cani, Colapesce, Amor Fou). La sua biografia I cowboy non mollano mai mai,, obbligata per tutti i fan, è uscita per un editore di culto (sebbene appena fallito) dell’editoria indipendente italiana, ISBN… E intanto, le canzoni nuove non mancano: Astronave Max è uscito quest’anno, e la carriera di Pezzali continua. Potete ammettere di amarlo perché siete degli inguaribili nostalgici, o seguirlo solo per gusto del trash. Vale, comunque, la pena di sentirlo raccontare la sua storia sabato 13 giugno ***. sabato ORE 18,30 PALCO verde ZIBBA Il ritorno a casa A Mondovisioni per parlare del nuovo disco VITER LUNA Se la storia dei Subsonica è modello di successo, va ricordato che la musica non è fatta prevalentemente di episodi di questo tipo e così fortunati. Chi si lancia in questo mondo è spesso costretto, in attesa di trovare un pubblico o se va molto bene il successo, a una vita di grande fatica, di compromessi e sacrifici. Grande rispetto va riconosciuto a chi negli anni, un passo alla volta, si ritaglia un proprio spazio all’interno di questo mondo, riuscendo a far sentire la propria voce. Se c’è un artista che incarna a pieno questo secondo esempio e che ha un cordone stretto con il territorio monregalese è Sergio Vallarino da Varazze, meglio noto con il nome di Zibba. E non ci poteva essere una manifestazione musicale a Mondovì che non coinvolgesse il cantautore ligure, che proprio qui negli anni zero ha mosso i primi passi di quella che si sarebbe trasformata una professione artistica. Qui si è fatto conoscere e apprezzare, e con la perseveranza e la dedizione al lavoro è riuscito a raggiungere il palco di Sanremo per ben due volte, in occasione del Premio Tenco nel 2012 (vincitore nella categoria Album dell’Anno, ex equo con gli Afterhours) e due anni più tardi per il ben più conosciuto Festival, dove si è aggiudicato il Premio della Critica tra le Nuove Proposte. A distanza di quasi 20 anni dagli esordi, Zibba è considerato uno dei nuovi esponenti del cantautorato italiano e, sul suo ritorno a Mondovì, il cantautore ha dichiarato: «A Mondovì è nato il primo fanclub, tanti anni fa. Mondovì ci ha regalato serate e amicizie magnifiche che porteremo nel cuore per sempre. È come tornare a casa». La sua viene spesso definita come la musica “del cuore”, un cantautorato che sebbene negli anni si sia costruito attorno a sé una struttura orchestrale fatta di violino (lunga la collaborazione in passato con Fabio Viale), chitarre elettriche (Stefano Ronchi è considerato una delle migliori novità del blues nostrano) e sassofono (oltre a Stefano Riggi, fanno anche parte degli Almalibre l’amico e compagno da una vita Andrea Balestrieri alla batteria, Stefano Cecchi al basso e Caldero alle percussioni), mantiene la propria immediatezza grazie a una voce calda e profonda ed accordi per chitarra acustica. Zibba è un cantautore romantico, nel suo modo “a cuore aperto” di affrontare certi temi, i suoi testi non hanno fronzoli, arrivano in modo spontaneo e diretto, e in questo modo si è guadagnato la stima e la simpatia di questo territorio. Per lui Mondovisioni sarà un bentornato! domenica ORE 17,30 PALCO verde 31 32 mondovisioni MONDOVÌ, 10 GIUGNO 2015 - N. 23 PALCHI OFF Chanty sabato e domenica PALCO verde Nuove vedette e quote rosa VITER LUNA L’opportunità di una vetrina per la musica emergente è imprescindibile all’interno di una manifestazione come Mondovisioni. Per una band alle prime armi, è molto importante potersi confrontare con un pubblico. L’aspetto caratterizzante della programmazione in questo senso sta nel guardare alle proposte femminili. Di donne la musica è ricca (si potrebbe pensare), in realtà il discorso è valido soprattutto se si parla di certe schiere. La prima a salire sul Palco Verde di Mondovì sarà una giovane torinese che cresce con la passione per la musica e per uno strumento “insolito” come l’arpa. Cecilia Lasagno si applica, si diploma al Conservatorio e poco alla volta mostra di avere potenzialità: il suo è un mix di contaminazione, la classica a braccetto col pop, passione per la musica e grande talento, come musicista, cantante e infine da autrice. Quello della savonese Chantal Saroldi (insieme a Cecilia sabato pomeriggio) per chi frequenta la musica locale non è nome sconosciuto, avendo calcato numerosi palchi in band dall’animo soul e perfezionandosi in canto jazz al Conservatorio di Cuneo; ma il 2015 per quella che poi artisticamente è diventata Chanty sarà sicuramente un anno da incorniciare grazie alla partecipazione a Sanremo Giovani. La voce tecni- ca e robusta, precisa e cristallina della romana Elisa Viola sarà probabilmente il nome più da scoprire della domenica pomeriggio. A lei si aggiungerà il blues della cuneese Elisa Erriu, meglio conosciuta in abbinamento coi fidi the Grey Cats; il nome di Valentina Tioli arriva invece dal mondo emergente dei talent show e che cerca un confronto diretto con il pubblico e la piazza. A questo stuolo di belle speranze al femminile si aggiungeranno gli Eugenio In Via Di Gioia (sì, sono una band): la vena ironica traspare dal nome, formato dall’incastro di 3 dei 4 nomi della band (sarà per questo che il loro primo Lp prende il nome dell’unico membro della band, Lorenzo Federici, ad essere stato escluso inizialmente), un gioco in cui le canzoni oscillano tra leggerezza e intento di non prendersi mai troppo Litio sul serio, all’interno di una cornice sonora che sta a metà tra il pop e il folk. A loro si aggiungeranno poi le band locali: a fare gli onori di casa il post rock de La Teiera di Russel, il post punk elettronica e dai visual suggestivi di Deb e i Mostri ed i Litio (quest’ultimi, gli unici tra i locali ad esibirsi sabato); i Nikelodeon invece sono una band che unisce esperienze di vario genere, sparpagliate per il Cuneese e con età altrettanto differenti, a testimonianza che la musica può accomunare, far parlare e confrontarsi tra generazioni e mondi differenti. FOLKLORE Il “contrabbandiere” del Ticino NICOLA DUBERTI domenica ORE 15,30 PALCO blu www.birracerea.it Davide Van de Sfroos non è olandese, come farebbe pensare il cognome d’arte, bensì lombardo. Il suo vero cognome infatti è Bernasconi, tipico cognome dell’Alta Lombardia e del Canton Ticino. In realtà, l’artista è nato nel 1965 a Monza, quindi in Brianza; ma la sua identità linguistica e culturale non è brianzola, bensì laghée: infatti è cresciuto sulle sponde del Lago di Como e utilizza per le sue poesie e per i suoi testi musicali la varietà laghée del lombardo occidentale, quella cioè parlata a nord di Como e nella parte più meridionale del Canton Ticino svizzero. Van de Sfroos vuol dire “vanno di frodo” (in piemontese sarebbe Van dë Sfreus) e rievoca la condizione dei contrabbandieri e dei “migranti” che senza autorizzazione governativa attraversavano le acque del lago e i confini sta- tali. Per la precisione il suo è il dialetto di Tremezzo, ma in generale il suo mondo artistico è strettamente connaturato alla particolarità linguistica e antropologica dell’area lacustre. Non a caso una delle sue canzoni più note è Breva e Tivan, nomi di due venti che soffiano sul lago e ne influenzano il carattere instabile. Identificarlo tout court con la rievocazione di antichi mondi scomparsi, però, sarebbe fargli un torto. Van de Sfroos nelle sue canzoni parla anche d’altro: come in Yanez, brano con cui nel 2011 rischiò di vincere il Festival di Sanremo descrivendo attraverso un personaggio di Salgari la piccola/media borghesia lombarda in vacanza sulle rive dell’Adriatico. La sua carriera è costellata di successi. Breva e Tivan non è solo il titolo d’una canzone, ma di un intero album con cui nel 1999 vinse il Premio Tenco come miglior autore emergente; e la Targa Tenco gli è stata assegnata nel 2002 per E semm partìi, a cui hanno fatto seguito Akuadulza (2005) Pica! (2008, Targa Tenco), Yanez (2011) Goga e Magoga (2014). Per il pubblico piemontese, e in particolare per quello dell’area monregalese, i suoi testi appaiono abbastanza facilmente comprensibili – anche perché Van de Sfroos, che non è mosso da intenti puristici, non esita a inserire frasi in italiano regionale che illuminano gli eventuali punti oscuri del discorso. SAN MICHELE MONDOVÌ mondovisioni L’UNIONE MONREGALESE - MONDOVÌ, 10 GIUGNO 2015 - N. 23 A MONDOVISIONI Proiettata nel… Kent NELL’EVENTO A Mondovicino voli vincolati La Fassoneria-Compral Birra Cerea, varca La Manica sforna hamburger Una birra locale in cui c’è l’ingrediente un po’ unico del grano saraceno tipico delle nostre parti. Il nome è noto, ovvero quello di “Cerea”, che porta con sé anche il simpatico saluto in piemontese che sa di accoglienza e di amicizia. A Mondovisioni sarà ben presente per farsi conoscere ed apprezzare. Ci dice Roberto Rivarossa, uno dei tre soci della Cooperativa che porta avanti il progetto appunto di birra ‘Cerea’, nato oltre tre anni fa a San Michele M.vì: “Ora la nostra produzione di birra artigianale, con la specificità del grano saraceno (autentico prodotto tipico delle nostre terre) e con il richiamo simpati- co al saluto piemontese “Cerea”, sta dando buoni risultati. E’ di questi giorni lo… sbarco della nostra birra in Inghilterra e precisamente nel Kent a sud di Londra, ove la torinese Stefania Mignemi con il suo ristorante ‘Pasta madre’ valorizza la cucina italiana ed i prodotti tipici del nostro Paese. E così, dopo aver assaggiato la birra ‘Cerea’, ha deciso di inserirla nel circuito di prodotti italiani che offre e porta in distribuzione in terra inglese (ove peraltro vanno piuttosto forte le birre artigianali e in particolare quelle italiane appunto)”. “Questo passo verso l’estero che ci incoraggia – conclude Roberto Rivarossa – vogliamo un po’ dedicarlo a colui che si impegnò generosamente ed intelligentemente a dare corpo al progetto di birra ‘Cerea’ cioè a mio nipote Alberto Rivarossa, che purtroppo ci lasciò troppo presto, proprio tre anni fa, vittima di un incidente stradale a poca distanza da S. Michele M.vì”. per la sfida del panino CUNEO VIA TORRE ROÀ 13 MADONNA DELL’OLMO Tel. 0174 410800 Fax 0171 413863 www.compral.it [email protected] 33 Compral carni – main sponsor di Collisioni – dopo aver messo in vendita con successo i biglietti per gli spettacoli nello spaccio del laboratorio al Miac di Cuneo, sarà presente all’evento monregalese con il brand Fassoneria, la linea in franchising che ha rivoluzionato il modello dei locali di tendenza a Torino, aggiungendo alla ristorazione i servizi di take away, catering e delivery. Spiega Fabrizio Bocca, partner di Compral carni nel franchising: «Con Mondovì si apre la grande stagione di Collisioni. La Fassoneria avrà un ruolo centrale per la parte gastronomica, sfornando migliaia di hamburger realizzati con sola carne di Fassona e pane fresco del nostro fornaio. Poi andremo a San Daniele del Friuli, alla manifestazione Aria di festa in programma dal 26 al 29 giugno, dove Collisioni cura la parte letteraria e musicale che culminerà nel concerto di Bob Dylan. E a luglio – ricorda Bocca – torneremo a Barolo per il clou dell’evento che porterà in scena artisti del calibro di Mark Knopfler lunedì 20 e Sting martedì 21». E per chi vuole mettersi alla prova... sabato 13 giugno, alle 20, “La Sfida” a base di hamburger di fassone da 1,7 kg! A Mondovicino sabato 13 e domenica 14 giugno si potrà provare l’emozione di un volo vincolato in mongolfiera. L’iniziativa, gratuita ed aperta a tutti, si svolgerà in occasione di Mondovisioni. La mongolfiera dell’Outlet si alzerà in volo dalla nuova area verde – più di 5.000 metri quadrati per momenti di relax, piacevoli passeggiate e tanti nuovi appuntamenti di Mondovicino Outlet Village – e permetterà di ammirare dall’alto il bellissimo panorama monregalese. In caso di maltempo, l’iniziativa verrà annullata. Per tutte le informazioni, rivolgersi all’Infopoint: tel 0174 553035. M I M A S O 0174 552926 via piandellavalle 9/a, mondovì on facebook: mimosa mondovì TORINO P.ZZA EMANUELE FILIBERTO 4 TORINO info/prenotazioni: 393 8584005 34 mondovisioni MONDOVÌ, 10 GIUGNO 2015 - N. 23 Programma e info Domenica 14 giugno Palco rosso - concerti Subsonica,, ore 21 Subsonica Palco blu - Piazza letteratura Elio e i fiati associati, associati, ore 20 Francesco Renga Renga,, ore 21,30 Palco blu - Piazza letteratura Marco Travaglio Travaglio,, ore 14, presenta il libro “Slurp” Paolo Crepet, Crepet, ore 15,30, “Il caso della donna che smise di mangiare” Mario Calabresi, Calabresi, ore 17, “Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa” Ferzan Ozpetek, ore 18.30, “Sei la mia vita”, il suo nuovo romanzo Gad Lerner, Lerner, ore 20, “La ferocia della guerra in corso sulle sponde meridionali del Mediterraneo non ci lascia immuni” Veneto Fontana dei bambini < Gherbian a Dj Gabriele Giudici Via Dur and o supermercato A partire dalle 14: Litio, Cecilia, Chanty Ale e Franz, ore 17 Intervista a Max Pezzali, ore 18,30 “La sfida” a base di hamburger di fassone, ore 20 Chiusura: dj set Gabriele Giudici Giudici,, ore 23,30 Costo dei biglietti per ciascuna delle due giornate: 15 euro (gratis per i bambini sotto i 10 anni), compresa prevendita. I biglietti saranno in vendita alle casse del festival e ancora disponibili su ticketone.it, in tutti i punti vendita Ticketone, Piemonte ticket (ticket.it) e presso la biglietteria degli uffici di Collisioni a Barolo. Per info: www.collisioni.it - www.mondovisioni.it. Monumento ai Caduti ingressi Palco verde palco off e artisti emergenti Biglietti Ponte Nazionale Corso Statuto Palco rosso - concerti vecchia stazione Torrente Ellero Sabato 13 giugno area stand A partire dalle 14: La Teiera di Russel, Nikelodeon, Deb e i Mostri, Eugenio in via di Gioia, Ilaria Viola, Elisa & The Grey Cats e Valentina Tioli Incontro con Max e Samuel dei Subsonica, Subsonica, ore 16,30 Incontro con Zibba sul suo ultimo inedito “Muoviti Svelto”, 17,30 Chiusura: dj set col progetto “Mario Scalambrin & Luca Sgarro” affiancato dal dj monregalese Marchino Marchino,, ore 23,30 Via Vittorio Palco verde palco off e artisti emergenti i Viale Einaud Pupi Avati, Avati, ore 10.30 , presenta “Il ragazzo in soffitta”, il suo primo romanzo Luca Mercalli e Norbert Lantschner, Lantschner, ore 12, variazioni climatiche negli ultimi decenni Piergiorgio Odifreddi Odifreddi,, ore 14, lezione anticonvenzionale di matematica, “Gli angeli dei giorni d’oggi” Mauro Corona e Davide Van De Sfroos, Sfroos, ore 15,30, dialogo e dibattito Corrado Augias, Augias, ore 17, “Il lato oscuro del cuore” Aldo Cazzullo, Cazzullo, ore 18,30, “La Guerra dei Nostri Nonni” Ztl straordinaria e negozi aperti per “Mondovisioni” In occasione di Mondovisioni, nelle strade interne del centro storico di Breo verrà istituita la ZTL straordinaria sia sabato 13 giugno (dalle 16 alle 24) sia domenica 14 giugno (dalle 10 alle 24). Il direttivo dell’Associazione commercianti “La Funicolare” ha chiesto ai propri associati l’apertura straordinaria delle attività negli stessi orari. Roberto Ganzinelli SS 28 Sud, Loc. Sciolli - Mondovì - Tel. e fax 0174 551328 - [email protected] LAVORAZIONE E ISCRIZIONE MARMI PIETRE GRANITI - ARTE FUNERARIA