Il mondo intero è stato da voi Romani trasformato in un

197
L’impero romano da Tiberio agli Antonini (I-II sec. d.C.)
198
Commodo
(180-192 d.C.)
Commodo (180-192 d.C.)
Commodo,
imperatore a 19
anni, sovrano
dispotico, amante
dei giochi
gladiatori, con il
suo
comportamento
suscitò una
congiura che pose
fine al suo regno
nel 192.
Commodo, imperatore a 19 anni,
pattuì la pace con i Germani, e
ritornò a Roma governando in
modo dispotico e stravagante.
Lasciò il governo effettivo ai
cortigiani, occupandosi di
giochi offerti alla plebe di
Roma, e ai quali partecipava
nelle vesti di Ercole. Pretese
inoltre di essere lui stesso una
divinità in terra.
Da Il gladiatore (2000) di Ridley Scott
199
L’impero romano da Tiberio agli Antonini (I-II sec. d.C.)
200
L’impero romano da Tiberio agli Antonini (I-II sec. d.C.)
Elio Aristide
Questa fu
probabilmente
l’epoca nella
quale ebbe il
massimo sviluppo
la cattura e il
commercio di
animali destinati
ai giochi. Le varie
fasi di questa
attività ci sono
testimoniate dai
mosaici della villa
di Piazza
Armerina in
Sicilia.
Nel 143 d.C., sotto l’imperatore Antonino
Pio, forse durante le feste per i 900 anni
dalla fondazione di Roma, il retore Elio
Aristide pronunciò un famoso “Elogio di
Roma”.
Dal documentario SuperQuark - Il Colosseo (2001)
<<Il mondo intero è stato da voi Romani
trasformato in un delizioso giardino…
Prima del vostro governo la vita doveva
essere dura, selvaggia, come ancora
adesso sulle montagne…
Ma ora le coste del mare e le regioni
dell’interno sono gremite da una
moltitudine di città magnifiche, splendenti
di luminosa bellezza…>>.
201
L’impero romano da Tiberio agli Antonini (I-II sec. d.C.)
<<Le campagne sono ora sicure; i mari
sono solcati da navi mercantili invece che da
triremi da guerra…
Ovunque sorgono ginnasi, fontane, templi,
manifatture, scuole…
Voi avete diviso i popoli dell’impero in due
gruppi distinti, ed avete trasformato in
cittadini romani i più colti, abili e capaci,
mentre gli altri sono stati resi sudditi…
Dovunque si distende la pace, e sono stati
eliminati tutti i motivi di contrasto…
Prima del vostro impero, ogni cosa era
confusa e caotica, ma da quando voi
governate, regna un’armonia universale, le
leggi sono rispettate, ed è ritornata la fede
negli dèi…>>.
203
L’impero romano da Tiberio agli Antonini (I-II sec. d.C.)
La luminosa civiltà romana dell’epoca
degli Antonini ha affascinato numerosi
studiosi del mondo antico.
E’ nata così una domanda
fondamentale: perché questa civiltà non
seppe svilupparsi in una direzione
diversa, moderna, non seppe mettere in
moto un decollo industriale mondiale e
uno sviluppo che evitasse il medioevo
per giungere in continuità ai nostri
giorni?
Questa domanda è stata posta da Aldo
Schiavone.
202
L’impero romano da Tiberio agli Antonini (I-II sec. d.C.)
<<Qui a Roma affluisce da ogni parte
della terra e del mare tutto quello che si
produce, nelle diverse stagioni, in ogni
provincia, merci di Greci e di barbari, Per
vedere tutto questo insieme, basta vivere
in città…
Così numerose vi approdano le navi da
trasporto, cariche di ogni specie di merci,
che Roma si può paragonare ad un grande
mercato di tutta la terra…
Partenze ed arrivi si succedono senza
sosta, e c’è da meravigliarsi che non nel
porto, ma nel mare vi sia posto per tante
navi…
Per merito di Roma, la celebrazione delle
feste non si interrompe mai, ma passando
da un popolo all’altro, appartiene a
tutti…>>.
204
L’impero romano da Tiberio agli Antonini (I-II sec. d.C.)
Il motivo di questo mancato
sviluppo, secondo Schiavone, va
cercato soprattutto in tre
elementi, inestricabilmente
connessi, tipici delle società
antiche.
1) rifiuto antico, aristocratico,
del lavoro manuale e sua
svalutazione;
2) presenza massiccia della
schiavitù-merce e di una
economia schiavistica;
3) carenza di macchine e di
fonti di energia nella
produzione.
205
L’impero romano da Tiberio agli Antonini (I-II sec. d.C.)
206
L’impero romano da Tiberio agli Antonini (I-II sec. d.C.)
Apuleio
Dietro la facciata raffinata del II
sec., scorgiamo l’inquietudine,
l’incertezza, la crisi spirituale.
Lo stesso Aristide è alla ricerca di
una via per la salvezza della sua
anima, e scrive i “Discorsi sacri”, ove
si immerge in personali esperienze
religiose, alla ricerca di Asclepio e di
guarigioni magiche.
207
La stessa crisi spirituale porterà
Lucio, il protagonista delle
“Metamorfosi” di Apuleio, a farsi
iniziare ai misteri di Iside.
Il periodo d’oro degli Antonini
era anche, dal lato opposto della
medaglia, “un’epoca di
angoscia”.
208
L’Impero romano
dai Severi a Giustiniano
(III-VI sec. d.C.)
209
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
1. La crisi del III secolo e le riforme di Diocleziano (193-305 d.C.)
La crisi del III secolo
La dinastia dei Severi (da Settimio Severo a Severo Alessandro, 193-235)
L’anarchia militare (235-284)
Gli imperatori illirici (249-284)
Diocleziano (284-305)
210
1. La fine dell’Impero Romano d’Occidente (395-476 d.C.)
Romani e barbari
La fine dell’Impero Romano d’Occidente (476)
Le cause della caduta
2. I regni romano-barbarici (476-526 d.C.)
Teoderico in Italia (488-526)
I regni romano-barbarici
La cultura
L’economia
2. Da Costantino a Teodosio Magno: la tarda antichità e la
cristianizzazione dell’Impero (306-395)
Un’età di rinnovamento
Costantino (312-337)
Costanzo II (337-361)
Giuliano l’Apostata (361-363)
Da Giuliano a Teodosio Magno (364-395)
Paganesimo e cristianesimo
La “tarda antichità”
Crisi economica e sociale
211
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
La crisi del III secolo
Gli elementi di crisi furono:
- La forte spinta del barbari
all’esterno.
- L’esercito, i cui bisogni crescenti per
la difesa dei confini non potevano
essere trascurati.
- La svalutazione della moneta, che
impoverì i ceti medi e portò alla
decadenza economica.
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
3. Giustiniano sul trono di Bisanzio (527-565 d.C.)
L’Impero d’Oriente e Giustiniano
La fine del mondo antico
212
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
La crisi del III secolo
- La crisi morale e spirituale, per la
sfiducia nei valori tradizionali, e la
ricerca di valori interiori, perenni,
nelle nuove religioni, e in
particolare nel cristianesimo.
- La trasformazione del potere
imperiale in monarchia assoluta:
l’imperatore non è più il princeps
del senato, ma si appoggia
all’esercito e adotta nella corte
cerimoniali che lo pongono su un
piano divino (dominus et deus).
213
214
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
La dinastia dei Severi
(193-235 d.C.)
I SEVERI E FILOSTRATO
Filostrato scrive in greco, alla corte
di Settimio Severo, nel “circolo”
dell’imperatrice Giulia Domna, e fa
opera di propaganda per una nuova
concezione dell’impero romano.
Con Settimio Severo (193-211),
generale africano (di Leptis
Magna in Libia), ebbe inizio la
cosiddetta “monarchia
militare”: l’autorità
dell’imperatore si fonda sulla
forza dell’esercito.
215
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
Apollonio di Tiana, nel romanzo, è
una specie di “santo” e di “filosofo”
insieme, che si oppone alla tirannia di
Nerone, e poi dà consigli a Vespasiano
su come regnare, in modo saggio, ma
senza abbandonare il potere.
216
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
Vita militare
quotidiana: i
ritrovamenti lungo
il Vallo di Adriano.
Dal documentario “La macchina da guerra romana”
- DVD Cinehollywood 1-4 (2004)
Vita militare ed
espansione della
civiltà romana.
Dal documentario “La macchina da guerra romana”
- DVD Cinehollywood 1-4 (2004)
217
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
CARACALLA
Nel 212 Caracalla, con la
Constitutio Antoniniana,
decretò la concessione della
cittadinanza romana a tutti
gli abitanti dell’Impero (ad
eccezione dei barbari non
ancora romanizzati).
219
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
218
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
L’editto di Caracalla equiparò
a fini umanitari e di giustizia tutti
i sudditi dell’impero, nei diritti e
nei doveri.
Per il cristiano Agostino, fu
un provvedimento umanissimo e
degno della più alta
riconoscenza.
220
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
Caracalla
promosse a
Roma la
costruzione delle
grandiose terme
che portano il
suo nome, un
condensato delle
conoscenze
ingegneristiche e
tecnologiche dei
Romani.
Con Caracalla il diritto
romano diventava veramente
universale, e fu esteso a tutto
l’impero, grazie all’opera di
valenti giuristi e di apposite
scuole.
In seguito, attraverso le
raccolte di Teodosio II e di
Giustiniano, il diritto romano
passerà all’Europa moderna.
Dal documentario I grandi imperatori di Roma
Cinehollywood, 2006
221
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
LA LETTERATURA
CRISTIANA
Nella confusione di idee
degli intellettuali pagani, si
affermò il cristianesimo,
offrendo una salvezza dalla
schiavitù morale.
L’uomo si misura ora non
con un principe, ma con dio
padre, e sottolinea la sua libertà
interiore, la libertà di coscienza,
che si sottrae ad ogni
ingerenza esterna, anche da
parte del principe.
223
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
L’anarchia
militare
(235-284 d.C.)
Con la fine dei
Severi inizia un
periodo confuso
definito “anarchia
militare”, durante il
quale l’esercito
acclama una ventina
di imperatori, tra
legittimi e illegittimi,
e in mezzo alle
pressioni dei barbari
alle frontiere
222
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
L’intellettuale cristiano
procedeva verso la costruzione
di un mondo e una civiltà
nuova, radicata nel mondo
antico, ma spiritualmente
superiore, con il saldo
riconoscimento della libertà di
coscienza e del valore infinito
della persona umana. In questa
nuova libertà, l’intellettuale
antico ritrovava se stesso.
224
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
Gli imperatori illirici
(249-284 d.C.)
Decio (249-251) è
ricordato per una
violenta persecuzione
contro i cristiani e
contro chiunque non
accettava di sacrificare
agli dèi e al genio
dell’imperatore. Il
sacrificio fu imposto
per legge, e dopo
veniva autenticata dai
commissari una
“autocertificazione”.
225
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
Valeriano (253-260)
fu fatto prigioniero
dai Persiani
227
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
226
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
Aureliano (270275), a causa del
pericolo rappresentato
dalle prime invasioni
barbariche in Italia,
circonda Roma con
muraglie colossali (le
famose mura
Aureliane).
228
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
Diocleziano (284-305 d.C.)
Con Diocleziano finisce il periodo di
crisi e inizia una nuova fase
dell’Impero, di rinnovamento,
definità “tarda antichità”.
Il potere imperiale da “principato” è
ormai pienamente “dominato”,
anche nel cerimoniale: l’imperatore è
“signore e dio”, dominus et deus.
Per evitare ulteriori guerre civili, al
vertice del potere fu posta una
tetrarchia di quattro monarchi, due
“augusti” e due “cesari” destinati a
succedere agli augusti.
Il sistema economico fu
riorganizzato con
nuove monete d’oro e
d’argento, e con un
“editto dei prezzi”,
un calmiere che
fissava il prezzo
massimo per ogni
prodotto o
prestazione.
229
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
230
Costantino (312-337)
Costantino nel 312 vince Massenzio nella
battaglia di Ponte Milvio e si impadronisce
di Roma: la vittoria fu dichiaratamente
attribuita da Costantino a Cristo.
La conversione di Costantino al
cristianesimo fu un evento rivoluzionario,
che inserì le strutture della chiesa in quelle
dello stato.
Nel 313 emanò l’Editto di Milano, stabilendo
la libertà di culto per tutte le religioni.
Costantino fondò nel 330 come sua capitale
Costantinopoli, la “nuova Roma”, nel sito
dell’antica Bisanzio, in una posizione
strategicamente importante per la difesa
dell’impero.
231
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
Costanzo II (337-361)
Giuliano l’Apostata (361-363)
In quest’epoca un interessante trattato
tecnico, anonimo, conosciuto col nome
“De rebus bellicis”, è dedicato
all’imperatore Costanzo II.
Il trattato propone “macchine” belliche
particolari per soccorrere l’impero,
rafforzare l’esercito ed avere la meglio
sui barbari: carri falcati, balliste
automatiche, navi semoventi a ruote…
Un codice medioevale ci ha tramandato
alcune illustrazioni.
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
EUSEBIO
Eusebio fu il teologo di corte di
Costantino.
Per Eusebio ed altri scrittori cristiani la
pace di Augusto creò le condizioni ottimali
per il diffondersi della religione cristiana.
Quindi, Augusto e l’impero furono opera di
Dio.
Inoltre, il monoteismo cristiano aveva
favorito l’idea monarchica e il potere unico
degli imperatori.
Costantino, l’imperatore cristiano,
riproduce il potere divino con il suo potere
terreno.
232
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
233
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
Secondo un recente studio, fu la
sconfitta dell’imperatore
Valente ad Adrianopoli, nel
378, ad avviare il processo
che portò alla caduta
dell’Impero d’Occidente: le
popolazioni barbare da quel
momento in poi entrarono
nell’Impero non sconfitte e
sottomesse, ma vincitrici,
e in grado di opporsi
validamente agli eserciti
imperiali.
234
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
TEODOSIO (378-395)
Con l’Editto di Tessalonica del 380
Teodosio proclamò il cristianesimo
religione ufficiale dell’Impero.
Con Teodosio il cristianesimo diventa
“religione di stato”:
<<E’ nostra volontà che tutti i popoli sui
quali regna la nostra benevolenza vivano
nella religione che l’apostolo Pietro ha
insegnato (…). Quanti seguono questa
legge possono prendere il nome di cristiani
cattolici; gli altri, li giudichiamo pazzi e
dementi...>>.
Teodosio nel 392 proibì ogni culto pagano
nell’impero.
235
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
La “tarda antichità”
Il termine “tarda antichità”,
rispetto a quello precedente
di “basso impero”, riflette
un’epoca non di decadenza,
ma ricca di mutamenti e
anche di valori positivi.
La tarda antichità si fa
terminare con la fine del
regno di Giustiniano (565) e
con l’invasione longobarda
(568).
236
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
La società tardo-antica vede quali sue
classi sociali da una parte gli
honestiores, i ceti ricchi e privilegiati,
e dall’altra gli humiliores, cittadini
liberi ma deboli, poveri e soggetti
spesso a un trattamento più aspro.
La crisi economica e le incursioni
barbariche riducono i circuiti
commerciali mediterranei, limitandoli in
aree più ristrette.
I coloni nelle campagne sono una figura
nuova; sono coltivatori liberi, ma di
fatto vincolati alla sede dove lavorano,
e assimilabili per molti aspetti agli
schiavi.
237
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
24
238
La fine dell’Impero Romano d’Occidente e Bisanzio
Dopo Teodosio
Teodosio lasciò l’impero ai suoi due
figli: ad Onorio (395-423) toccò
l’Occidente, ad Arcadio l’Oriente.
Essi furono affidati alla tutela del
grande generale di origine
vandalica Stilicone.
L’uccisione di Stilicone lasciò l’Italia
nelle mani del barbari: i Visigoti di
Alarico nel 410 saccheggiarono
Roma, suscitando una grande
impressione in tutto l’impero.
239
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
240
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
AGOSTINO
Di fronte alla presa di Roma ed
al suo saccheggio da parte di Alarico
nel 410, venne meno un punto di
riferimento ideale, sia per i pagani,
ora in minoranza, che per i cristiani.
Nell’opera “La città di Dio”,
Agostino affermò che la chiesa
cristiana, sulla terra, si trova in una
condizione di “pellegrina”, e deve
essere considerata una famiglia, non
uno stato.
Dal film Agostino d’Ippona,
di Roberto Rossellini, 1973
Per Agostino
ogni forma assunta
sulla terra è
provvisoria,
dunque è
provvisoria anche
Roma, e il suo
impero.
Da questo
punto di vista,
Roma e la sua
storia sono
soltanto un
momento del
percorso terreno
della città di Dio.
241
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
Dal film Attila l’unno,
di Dick Lowry, 2000
243
242
Mentre in tutto
l’Occidente si
formavano regni
autonomi
barbarici, divenne
imperatore un
bambino,
Valentiniano III
(425-455), sotto
la tutela della
madre Placidia e
del generale di
origine germanica
Ezio, che
affronterà con
successo gli Unni
di Attila.
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
<<Ascolta, regina bellissima
Di un mondo che hai fatto tuo,
O Roma, salita
Nei cieli stellati, ascolta, madre
Di uomini e di dèi. Non lontani
Dal cielo siamo noi, sostando
Nei tuoi templi… Ovunque
Spargi i tuoi doni,
Come raggi di sole.
Non ti fermarono
Le sabbie infuocate della Libia,
E neppure ti respinsero
Le lontane terre ghiacciate…
Facesti una patria sola di genti diverse,
Chi era senza leggi
Volle essere tuo suddito,
Perché mutasti gli uomini in cittadini
E rendesti una città sola
Ciò che prima era un globo>>.
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
RUTILIO NAMAZIANO
Il poeta (ed ex-prefetto di Roma)
Rutilio Namaziano, nell’operetta
“De reditu”, ossia “Il ritorno”,
raccontando il suo viaggio da Roma
verso la Gallia, verso il 415 d.C., è
preso dall’angoscia vedendo le
distruzioni operate dai Visigoti di
Alarico, che avevano saccheggiato
Roma nel 410.
244
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
La fine dell’Impero Romano
d’Occidente (476)
Sul trono dell’impero d’Occidente si
avvicendarono diversi imperatorifantoccio, in realtà dominati da
generali barbari come Ricimero ed
Oreste.
Rutilio Namaziano è anche
l’ultimo cantore della grandezza di
Roma, della sua civiltà e della sua
cultura.
Infine l’ultimo capo barbarico,
Odoacre re degli Eruli, nel 476
depose l’ultimo imperatore, il
fanciullo Romolo Augustolo, e
mandò le insegne imperiali
all’imperatore d’Oriente,
accontentandosi del titolo di
Patrizio.
45
245
I regni romano-barbarici (476-526 d.C.)
246
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
Romani e barbari
Piuttosto che parlare di “invasioni barbariche”,
bisognerebbe invece parlare più
correttamente di “migrazioni di popoli”.
I germani non erano più così “barbari” come
prima, i loro capi erano in qualche modo
acculturati e romanizzati, ed avevano
ricevuto incarichi governativi.
I regni romano-barbarici
247
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
Si cominciò a scrivere in latino la
storia e le consuetudini o leggi
dei nuovi popoli, e i barbari
rimodellarono la loro identità
assorbendo la civiltà romana.
I nuovi sovrani in un primo
tempo assegnarono ai goti
compiti militari, e ai romani
l’amministrazione civile. Ma
dalla separazione iniziale si
arrivò ad un continuo
processo di fusione, sia per le
classi dirigenti che per le
classi umili.
L’Impero d’Occidente, invaso e governato dai
barbari, era ancora profondamente romano,
e i barbari al potere potevano immaginare
se stessi solo come successori di Roma, né
avevano altri programmi.
248
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
Teoderico e i Goti
in Italia (488-526)
In seguito il re degli Ostrogoti Teoderico,
nel 488, con il consenso dell’imperatore
d’Oriente Zenone, scende in Italia e
sconfigge Odoacre.
Durante il suo regno, Teoderico favorisce la
collaborazione e l’integrazione tra
Romani e Goti, attraverso apposite leggi.
249
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
La cultura
Boezio e Cassiodoro in Italia,
quest’ultimo ministro di
Teoderico, promuoveranno
l’integrazione culturale dei Goti,
nel segno della continuità con
l’Impero romano.
251
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
Le idee di Cassiodoro
furono riprese dal
contemporaneo San
Benedetto per la
sua regola
monastica, e i
monasteri
diventarono un
mezzo importante
per la trasmissione
del sapere nel
medioevo.
250
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
Cassiodoro in seguito si ritirò a vita
monastica, e per far fronte alla
carenza di istruzione, organizzò
un centro culturale ed educativo
nel monastero di Vivarium a
Squillace.
Qui, con una ricca biblioteca e con il
lavoro dei maestri e dei copisti, i
monaci erano tenuti ad avere una
larga preparazione religiosa e
culturale.
252
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
L’impero d’Oriente
e Giustiniano
A partire da Arcadio figlio di
Teodosio, nel 395, la storia
dell’Impero d’Oriente si separa
dalla storia dell’Impero
d’Occidente.
La “storia bizantina”, iniziata con
la fondazione di Costantinopoli
nel 330, terminerà nel 1453
quando i Turchi prenderanno la
città.
253
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
Importante fu il regno di Teodosio II,
che nel 438 pubblicò una raccolta di
leggi imperiali chiamata Codice
Teodosiano.
254
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
Giustiniano concepì il progetto
di riunificare l’impero, e i suoi
generali, Belisario e Narsete,
riconquistarono l’Africa e
l’Italia.
Giustiniano (527-565) a sua volta
pubblicò diverse raccolte di leggi.
Tutte insieme formarono il Corpus
Iuris Civilis, che fu fondamentale
per la sopravvivenza della
giurisprudenza romana fino a noi.
Questa guerra, detta grecogotica (533-554), portò lutti
e devastazioni in Italia. Le
sue vicende furono narrate
dallo storico Procopio.
49
255
256
I regni romano-barbarici (476-526 d.C.)
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
Il governo
bizantino in Italia
ha sede a
Ravenna,
arricchita con
monumenti e
splendidi mosaici,
dopo la riconquista
di Giustiniano.
Dal documentario “Santi Banchieri Re - Ravenna e Classe
nel VI secolo” - di Tina Lepri e Edek Osser
Fondazione Ravenna Antica, 2006
257
L’Impero romano dai Severi a Giustiniano
La riconquista di Giustiniano
portò l’Italia sotto il dominio
bizantino, ma poco dopo vi fu
l’arrivo dei Longobardi, a
partire dal 568. Iniziava una
nuova epoca.
258