A PROPOSITO DI: IL MEDICO E LA SICUREZZA STRADALE Tutti pensavano, medici in testa, che l’abolizione del certificato anamnestico, redatto dal medico di famiglia, per il rilascio o rinnovo della patente di guida, apportasse dei miglioramenti nella tutela sanitaria dei cittadini. Così non è stato. Le norme sanitarie in materia di rilascio o rinnovo della patente di guida erano e restano inadeguate. Veicolo, strada, uomo: di questi tre fattori, quello umano, maggiormente, non tiene il passo coi tempi e il legislatore ha dimenticato ancora una volta quanto l’automobile e i motoveicoli costino ogni anno alla comunità in morti e feriti della strada. Ma se egli non ci ha pensato, a mio avviso, è compito morale del medico non trascurare la prevenzione, specie se fatta in una sorta di fiduciosa collaborazione con i cittadini. I medici, quindi, sono in grado , e devono farlo, di sconsigliare la guida di un autoveicolo a chi, per malattia subentrata o preesistente, presenti alto rischio alla guida che è rischio grave per la propria ed altrui incolumità. Le norme sanitarie vigenti nel nostro Paese in materia di rilascio o rinnovo di patente di guida sono generiche e non tengono conto di alcune malattie che possono essere causa di gravi incidenti stradali e di cui, molte volte, gli stessi cittadini che ne sono affetti sono inconsapevoli. Le malattie più direttamente in causa sono quelle cardiache ed è di queste che mi occuperò in una breve rassegna e per le quali mi limiterò a dare solo un mio parere. Esaminiamo tre gruppi di cardiopatie: CARDIOPATIA ISCHEMICA, ARITMIE E TURBE DELLA CONDUZIONE . CARDIOPATIA ISCHEMICA. La cardiopatia ischemica è espressa da due condizioni, infarto e angina, che possono sfuggire al solo controllo clinico o perché volutamente nascoste da chi ne ha interesse (es. camionista che lavora in proprio) o perché non riconoscibile (angina) anche con un elettrocardiogramma. In queste malattie svolge un ruolo importante lo stress da guida ( vedi soprattutto gli autisti di mezzi pubblici ) che può essere fattore scatenante una crisi anginosa. Bisogna anche dire, però, che, nei casi di angina stabile o da sforzo, è meno vantaggioso per il paziente raggiungere il posto di lavoro a piedi o con i mezzi pubblici, a causa di uno sforzo costantemente maggiore rispetto alla guida. Purtroppo anche un buon numero di pazienti operati di by-pass va incontro a problemi più o meno tardivi per la chiusura del by-pass stesso. Per tale motivo in questi pazienti si consigliano controlli periodici (trimestrali) mediante prova da sforzo per il mantenimento della patente di guida. ARITMIE. In queste malattie il rischio è legato alla possibilità del verificarsi di fugaci perdite di conoscenza fino alla morte improvvisa. E’ importante riconoscere con un elettrocardiogramma una condizione cosiddetta di Q-T lungo. Si tratta di una condizione che può essere all’origine di una aritmia chiamata torsione di punta che porta a perdita di conoscenza, caduta, pallore, assenza di polso. Il Q-T lungo può essere acquisito o congenito. Il primo può verificarsi più frequentemente in soggetti che assumono alcuni farmaci come la chinidina o alcuni diuretici in grosse quantità. In questi casi il rilascio della patente dovrebbe essere controindicato solo momentaneamente. Diversa è la condizione di Q-T lungo congenito perché si associa a sordità, che rappresenta di per sé controindicazione al rilascio di patente. Alcune aritmie, che si presentano ad attacchi acuti (tachicardia parossistica sopraventricolare, flutter e fibrillazione atriale), possono sfuggire ad un elettrocardiogramma di base. In questi casi per la diagnosi sarebbe utile un ECG di 24 ore (Holter). Un caso particolare è quello di una fibrillazione atriale che complica una sindrome di Wolff-Parkinson-White perché può intervenire in qualsiasi momento per la notevole instabilità elettrica di questa condizione. Per la sua diagnosi basta un ECG di base (onda delta e P-R corto). Personalmente mi sono capitati due casi: Uno, giunse alla mia osservazione in piena crisi di fibrillazione atriale, faceva il camionista e non aveva mai avuto problemi di rinnovo di patente; L’altro era un paziente giovane che praticava attività sportiva agonistica. Comunque nei pazienti affetti da sindrome di W-P-W si dovrebbe effettuare un ECG da sforzo: solo quelli che presentano una crisi aritmica con complessi ventricolari larghi (possibilità di alta frequenza ventricolare) non dovrebbero essere ammessi alla guida di autoveicoli. TURBE DELLA CONDUZIONE. In questi casi si va da blocchi di 1° grado di nessun significato clinico (vanno solo seguiti periodicamente con ECG) a blocchi di 3° grado che compromettono seriamente la funzione cardiovascolare. I blocchi più avanzati, per il fatto che danno perdite di conoscenza, controindicano la guida, ma essi, trattati con l’impianto di uno stimolatore artificiale (pacemaker), possono consentirla con qualche precauzione: annotazione, sulla patente o su un cartellino allegato, del tipo di stimolatore, della malattia che lo ha richiesto, della data dell’ultimo controllo del funzionamento del pacemaker da farsi ogni tre mesi. Un cenno a parte meritano, infine, i pazienti che assumono continuamente farmaci anticoagulanti (portatori di valvole artificiali). Si tratta di una terapia rischiosa per le emorragie difficilmente controllabili che si possono verificare in seguito a traumi per incidente stradale. Sarebbe utile che questi soggetti portassero con sé un documento da cui risulti il gruppo sanguigno, il tipo e la quantità di anticoagulante che assumono, il valore del P.T. aggiornato a intervalli non superiori a 10 giorni e il risultato di un ecocardiogramma, che mostri il buon funzionamento della valvola, da eseguire ogni tre mesi. Non dimentichiamo che le malattie possono intervenire anche durante il periodo di validità della patente. Tale periodo (5 anni per autisti di mezzi pubblici e 10 per quelli di mezzi privati) è troppo lungo. Comunque è buona norma non tacere questi eventi, ma non si deve nemmeno incorrere nell’errore (da parte del medico) di vietare la guida a chi da essa ne trae un beneficio psicologico e a chi, per malattia malvalutata o sopravvalutata, lo fa per mestiere con conseguente danno anche economico. Dott. Antonio Mosca Specialista Cardiologo Medico di Medicina Generale Distretto 67 ASL NA 3