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DONNE CHE VIVONO NEI PICCOLI COMUNI:
STORIE DI DIFFICOLTA’ QUOTIDIANE
Il tema su cui si vuole attirare l’attenzione è quello delle difficoltà che vivono le donne in realtà
isolate ed emarginanti come quelle dei tanti piccoli comuni d’Italia.
Vivere in un piccolo comune costituisce per molti versi un arricchimento umano e sociale, ma per
molti altri aspetti comporta una marginalizzazione che, se aggiunta a quella legata alle difficoltà di
genere, rappresenta una doppia discriminante posta a carico delle donne.
La realtà dei piccoli comuni è fatta di tanti problemi, di cui si citano alcuni legati in particolare al
mondo femminile:
- dover affrontare una mentalità in alcuni casi ancora molto chiusa, che impedisce alle donne
di lavorare in ambienti frequentati prevalentemente da uomini, per motivi di gelosia dei
partner;
- avere una scarsa o molto più spesso inesistente indipendenza economica, che rende le donne
ricattabili dai propri mariti, ai quali non si possono ribellare non avendo possibilità di vivere
la propria vita in modo autonomo garantendo una sicurezza anche ai propri figli;
- affrontare le difficoltà di crescita e di arricchimento culturale, legate alla possibilità di vivere
eventi e partecipare ad iniziative che generalmente si tengono in posti distanti almeno 40-50
km dalla propria comunità, e che quindi richiedono necessariamente il possesso di
un’automobile e il conseguimento della patente di guida. Questo isolamento finisce sempre
più spesso per relegare le donne a vivere la propria vita attraverso le chat e i social network,
che diventano una dipendenza costante e quotidiana, creando non poco scompiglio
nell’equilibrio familiare;
- fronteggiare in modo responsabile la difficile situazione economica in cui si trovano a vivere
le famiglie. La crisi che ha colpito l’Italia e molta parte dell’Europa ha creato una
disoccupazione sempre più forte e, purtroppo, un senso di scoraggiamento sempre più
crescente negli uomini, che molto spesso rinunciano semplicemente a cercarsi un lavoro per
sostenere la propria famiglia, finendo per passare le proprie giornate al bar accusando il
sistema di non fare nulla per aiutarli. In questo scenario sono le donne quelle che,
silenziosamente, con sacrificio e dedizione, cercano di affrontare le difficoltà del periodo,
accettando di svolgere qualunque tipo di lavoro, anche a nero e sottopagato (come quello
delle badanti) pur di assicurare un sostentamento minimo alla propria famiglia.
- incontrare ancora rifiuti e pregiudizi nell’accettazione del ruolo delle donne nella politica,
considerate non abbastanza rappresentative e non facilmente “standardizzabili”rispetto al
ruolo tipico ricoperto dagli uomini.
PROPOSTE
In un sistema, come quello attuale, in cui, in base alla logica dei numeri e dell’economia, si sta
tentando di far scomparire i piccoli comuni, si chiede invece di porre particolare attenzione a queste
realtà che da sempre sono state la forza e il baluardo dell’Italia, e in particolare di sostenere, con
forme diverse, le difficoltà che le donne di queste comunità affrontano nel loro vivere quotidiano
(ad esempio si dovrebbe investire maggiormente nelle incentivazioni alla creazione di nuovo lavoro
da parte delle donne, in maniera più incisiva e significativa di quanto avvenuto finora con la legge
sull’imprenditoria femminile; in secondo luogo si potrebbero prevedere benefici come, ad esempio,
la concessione di voucher per la partecipazione ad eventi culturali - così come previsto nella
proposta della Buona scuola per gli insegnanti - oppure per il conseguimento della patente di guida,
ecc).
IVANA DAMELIO
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