Le Blatte
I Blattoidei (Blattodea) sono un ordine di insetti comunemente noti come blatte o scarafaggi o
faluche. L'ordine comprende oltre 4000 specie, divise in 6 famiglie. Sono insetti cosmopoliti,
diffusi ovunque, tranne ai poli e alle altitudini superiori ai 2.000 metri.
Nell'immaginario collettivo, le blatte sono percepite come insetti immondi che incutono ribrezzo
e disagio. Gli stessi media enfatizzano questa percezione associando la figura dello scarafaggio
alla sporcizia e agli ambienti malsani. Va precisato che, in generale, i Blattoidei sono insetti
poco dannosi: delle oltre 4000 specie conosciute, quasi tutte hanno abitudini che interferiscono
con le attività dell'Uomo in modo marginale. Le stesse specie fitofaghe, potenzialmente
dannose alle coltivazioni, sono responsabili di danni irrilevanti sotto l'aspetto economico.
Diversa è invece l'importanza delle specie commensali dell'Uomo. A queste si attribuiscono due
tipologie di dannosità:
Danni economici causati alle derrate alimentari, rese inservibili dal punto di vista commerciale.
Danni alla salute per la trasmissione di organismi patogeni.
Blattella germanica, il fuochista, frequentatore delle cucine degli esercizi di ristoro
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È riconoscibile per le due bande scure sul pronoto.Sul primo aspetto va detto che il danno
materiale diretto è limitato in quanto i livelli di infestazione non sono tali da provocare ingenti
distruzioni delle derrate attaccate. Sotto questo aspetto le blatte sono tra gli insetti meno
dannosi. Va tuttavia specificato che il danno indiretto è di rilevante entità: gli scarafaggi
commensali dell'uomo visitano ambienti malsani, come ad esempio fognature e discariche, per
spostarsi in ambienti domestici; a causa dell'abitudine di rigurgitare parte del cibo ingerito
precedentemente sul substrato e di defecare durante l'alimentazione, anche un basso livello di
infestazione può rendere inservibile una partita a causa dei cattivi odori trasmessi e, soprattutto,
dei rischi igienici derivanti dall'infestazione. Gli ambienti che possono essere frequentati sono
tutti quelli che possono contenere derrate alimentari di qualsiasi natura, perciò sono suscettibili
di infestazioni da scarafaggi e, di conseguenza, di contaminazioni, le abitazioni civili, i
magazzini di derrate, le aziende agrarie, le industrie e i laboratori artigianali di trasformazione
agroalimentare, gli esercizi di ristorazione (alberghi, ristoranti, bar, mense, ecc.), gli ospedali, le
scuole, gli uffici, gli istituti di detenzione, ecc..
I rischi alla salute sono di notevole entità. Le specie che rappresentano una vera e propria
emergenza sarebbero meno di una decina, ma le stesse sono responsabili della trasmissione di
alcune fra le più importanti malattie del mondo. I Blattodei sono infatti possibili vettori di virus,
batteri, protozoi, nematodi, cestodi, a loro volta responsabili di affezioni più o meno gravi. Fra le
possibili affezioni trasmesse attraverso la contaminazione degli alimenti sono citate la
dissenteria, la salmonellosi, l'epatite A, la poliomielite, la malattia del legionario. Gli scarafaggi,
inoltre, trasmettono antigeni che causano l'insorgenza dell'asma.
Anatomia
L'apparato digerente ha un discreto grado di differenziazione, con specializzazioni tipiche della
funzione masticatoria e, in alcuni casi, adattate a specifici regimi dietetici: in particolare mostra
un marcato sviluppo dell'ingluvie e del ventriglio e diversi diverticoli ciechi, in numero di 8-10.
Nelle specie xilofaghe del genere Cryptocercus e della sottofamiglia delle Panesthiinae sono
presenti Protozoi Flagellati e batteri simbionti nel proctodeo, permettendo la digestione della
cellulosa. Questo carattere avvicina questo genere agli Isotteri, insetti xilofagi per eccellenza.
L'apparato escretore comprende 60-70 tubi malpighiani riuniti in più gruppi distinti.
L'apparato respiratorio comprende 8 paia di stigmi, di cui due nel torace e sei nell'addome.
Il funzionamento dell'sistema nervoso centrale e di quello respiratorio evidenziano la natura
metamerica del corpo degli Insetti soprattutto nel caso di un ordine sostanzialmente primitivo
come quello dei Blattoidei. È stato riscontrato che la Periplaneta americana decapitata, può
essere mantenuta in vita per alcune settimane ricorrendo ad alcuni accorgimenti. Ciò è
un'evidente conseguenza della decentralizzazione di alcune funzioni vitali, come, ad esempio,
la respirazione tracheale e il controllo neurovegetativo e motorio affidato, in buona parte, ai
gangli ventrali.
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L'apparato riproduttore comprende gonadi composte da 30-40 testicoliti nei testicoli (maschio) e
da 8 ovarioli negli ovari. Nelle femmine, la vagina è in connessione con una camera genitale e
con la spermateca.
Biologia
Riproduzione
Femmina di Blattella germanica con ooteca.
La riproduzione avviene ordinariamente per anfigonia, mentre la partenogenesi interessa
pochissime specie e in contesti particolari Ad esempio, nella specie Nauphoeta cinerea, la
partenogenesi è occasionale e si verifica in alcune femmine e se isolate dai maschi. Un tipico
caso di partenogenesi geografica è invece riscontrato nello Scarafaggio del Suriname
(Pycnoscelus surinamensis): questa specie, diffusa in diverse regioni tropicali e temperate, è
tipicamente anfigonica, ma negli USA sono presenti solo popolazioni partenogenetiche a causa
dell'assenza dei maschi.
La generalità dell'ordine è rappresentata da specie ovipare, ma si riscontrano anche casi di
ovoviviparità o di oviparità. Le femmine depongono le uova, in numero variabile secondo la
specie, dell'ordine di diverse decine, all'interno di ooteche. L'ooteca è una capsula formata con
il secreto delle ghiandole colleteriche ed è suddivisa in cellette verticali, ciascuna contenente un
uovo, disposte su due serie allineate. Ogni femmina può produrre più ooteche nel corso della
sua vita e a seguito di un unico atto riproduttivo. L'ooteca viene trattenuta dalla femmina
nell'estremità dell'addome e depositata un po' prima della schiusa in un ambiente adatto, in
genere rappresentato da un luogo riparato, umido e oscuro. Nelle specie ovovivipare e vivipare,
l'ooteca viene riassorbita oppure trattenuta all'interno dell'apparato genitale e l'incubazione si
svolge perciò all'interno del corpo della madre.
Ciclo
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Alimentazione
Il regime dietetico della maggior parte dei Blattoidei è fitofago, con una spiccata tendenza, in
molte specie, all'onnivoria e alla saprofagia. La base alimentare dei Blattoidei è rappresentata
da materiali amilacei o zuccherini, perciò sono di particolare importanza le specie domestiche
per le infestazioni a carico delle derrate alimentari. Non mancano casi di predazione vera e
propria e nella stessa P. americana si è osservata l'alimentazione a spese di cimici dei letti.
Occasionalmente si può verificare anche il cannibalismo.
Un regime dietetico particolare è quello degli scarafaggi xilofagi, che fanno capo alle
sottofamiglie Panesthiinae e Cryptocerciinae. La simbiosi con microrganismi cellulosolitici
permette a questi blattoidei di alimentarsi a spese del legno morto.
Habitat
Le blatte colonizzano svariati ambienti, ma in generale prediliggono i luoghi umidi e poco
illuminati. Vivono all'aperto, nelle foreste e nelle campagne, riparandosi nella lettiera o sotto i
sassi o in anfratti vari, oppure all'interno di edifici. Pur essendo una ristretta minoranza, le
specie domestiche, vere e proprie commensali dell'Uomo, sono quelle che riscuotono il maggior
interesse.
Altre specie hanno habitat particolari, alcune sono acquatiche o semiacquatiche, altre, infine,
vivono come commensali nei nidi di formiche e termiti.
Etologia
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Le aggregazioni sono un aspetto etologico ricorrente in questo ordine.Sull'etologia dei Blattoidei
sono stati condotti molti studi, ma le informazioni sono tuttavia ancora limitate. Due sono gli
aspetti di maggior interesse: le cure parentali e la vita di relazione.
Le cure parentali sono state documentate in molte occasioni e in generale riguardano diverse
specie ovipare. Le femmine rivolgono attenzioni verso le ooteche proprie e, talvolta, depositate
da altre femmine, saggiandole con i palpi e le antenne e aiutando le preneanidi a fuoriuscire. In
generale le neanidi delle specie vivipare e ovovivipare tendono a disperdersi alla nascita, ma in
diverse specie ovipare è stata riscontrata una protezione da parte della madre nei confronti
delle neonate. In particolare, in alcune specie, le giovani neanidi sono accolte sul corpo della
madre, che provvede anche al loro trasporto oltre che a dare rifugio.
La vita relazionale è in generale evidenziata da una tendenza al gregarismo e comportamenti
basati sui segnali chimici, come la marcatura dei passaggi per la ricerca del cibo, attraverso le
deiezioni, oppure il richiamo sessuale dei maschi verso le femmine, con il secreto delle
ghiandole odorifere. Altri studi hanno messo in evidenza una forma di autoregolazione dei
rapporti tra cooperazione e competizione finalizzati allo sfruttamento ottimale delle risorse
ambientali.
In merito ai comportamenti etologici individuali, i Blattoidei sono generalmente insetti con
abitudini notturne e piuttosto schivi. Sono cattivi volatori ma, in compenso, eccezionali corridori,
dotati di una notevole velocità di movimento. Hanno uno spiccato senso di orientamento e in
caso di pericolo raggiungono rapidamente il loro rifugio. Alcune specie sono in grado di volare,
ma in modo grossolano e per brevi tragitti.
Un altro aspetto comportamentale di notevole importanza, sotto l'aspetto pratico, è l'abitudine
degli scarafaggi a defecare e rigurgitare durante l'alimentazione sullo stesso substrato.
Nemici naturali
Fra i nemici naturali più attivi si citano gli Imenotteri della famiglia Evaniidae. Si tratta di
parassitoidi-predatori oofagi le cui larve, poco conosciute, si sviluppano a spese delle ooteche
dei Blattoidei. Nella regione paleartica le specie più attive sono Evania appendigaster,
cosmopolita e piuttosto comune negli ambienti frequentati dagli scarafaggi domestici, e
Brachygaster minuta. Altro parassitoide oofago di scarafaggi domestici, citato in letteratura, è il
Calcidoideo Tetrastichus hagenowi (Hymenoptera: Eulophidae).
Fra i predatori si citano invece gli Imenotteri della sottofamiglia Ampulacinae (Hymenoptera:
Sphecidae), che predano piccoli Blattoidei silvestri, in particolare del genere Ectobius e i
Miriapodi Chilopodi del genere Scolopendra, comunemente noti come centopiedi.
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Storia e filogenesi
I più antichi resti fossili di blattoidei risalgono al Carbonifero, tra 354 e 295 milioni di anni fa. Le
principali differenze morfologiche riguardano la lunghezza dell'ovopositore, che è andata
riducendosi nel corso dell'evoluzione. La comparsa delle forme moderne risalirebbe al primo
Cretaceo.
Alcune specie di blatte:
A) Blattella Germanica, B) Periplaneta Americana, C) Periplaneta Australasiae, D) Blattella
orientalis femmina E) Blattella orientalis maschio
Le specie nostrane di maggior interesse, in quanto commensali dell'uomo, sono le seguenti:
Blatta orientalis, fam. Blattidae. Nomi comuni: blatta nera, scarafaggio nero, blatta comune,
blatta orientale.
Periplaneta americana, fam. Blattidae. Nomi comuni: blatta rossa, blatta americana,
scarafaggio americano, scarafaggio delle navi.
Blattella germanica, fam. Blatellidae. Nomi comuni: blatta grigia, fuochista.
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Supella longipalpa, fam. Blatellidae. Nomi comuni: blatta dei mobili, scarafaggio dalla banda
marrone.
Fra le specie domestiche di grande importanza in varie regioni del mondo si ricordano inoltre
Periplaneta australasiae (noto come scarafaggio australiano), Periplaneta fuliginosa, Polyphaga
aegyptiaca (nota come blatta egiziana), Blatta lateralis e Blattella vaga. La Polyphaga
aegyptiaca è presente anche nell'Italia meridionale, ma è considerata un'infestante secondaria
perché meno frequente delle quattro specie citate in precedenza.
Metodi di lotta
La difesa dagli scarafaggi si indirizza esclusivamente contro le specie "domestiche" e si attua
attraverso tre tipi di intervento:
Prevenzione
La prevenzione è l'intervento di maggiore rilievo, in quanto elimina alla fonte la possibilità di
infestazioni. Gli scarafaggi sono infatti attirati da ogni possibile fonte alimentare e favoriti da
condizioni che ne permettono l'ingresso e l'insediamento e il rifugio. In generale vanno adottate
tutte le ordinarie misure d'igiene, quali la pulizia dei locali e degli arredi, lo stoccaggio
temporaneo dei rifiuti organici in adatti contenitori a chiusura, la conservazione degli alimenti in
contenitori chiusi e in ambienti puliti. La manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici è un
altro fattore di prevenzione, in quanto vanno sistematicamente rimosse le fessure nel pavimento
e nella muratura, gli interstizi fra muratura e tubazioni e, in generale, tutti quelli che favoriscono
l'ingresso, il passaggio o il rifugio degli insetti. La scelta degli arredi deve essere finalizzata a
favorire il più possibile la pulizia degli angoli più remoti, l'ispezione e l'eventuale intervento. I
punti più critici sono le cucine, i servizi igienico-sanitari, le tubazioni di scarico, gli impianti
elettrici, gli scantinati e, in generale tutti gli ambienti in cui si può accumulare un certo grado di
umidità.
Scopi preventivi ha anche l'irrorazione degli esterni con insetticidi per usi civili. Si tratta di
prodotti attivi per contatto e ad alto potere abbattente, a base perciò di piretroidi di sintesi,
eventualmente miscelati con clorpirifos; per il loro ampio spettro d'azione sono efficaci per il
controllo di una vasta gamma di artropodi associati all'uomo (mosche, zanzare, formiche,
zecche, scarafaggi, ecc.).
Trattamento con esche
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Il trattamento con esche consiste nella disposizione di trappole, innescate con attrattivi
alimentari, di varia natura (trappole meccaniche, a vischio, esche avvelenate). Vanno disposte e
ricambiate periodicamente nei possibili punti di passaggio quando si sospetta o si ritiene
probabile l'ingresso di scarafaggi. Questa soluzione si presta generalmente per gli usi
domestici.
Disinfestazione
La disinfestazione è l'intervento curativo più drastico e consiste nell'irrorazione per mezzo di
nebulizzatori e atomizzatori di insetticidi, spesso combinati con un attrattivo, oppure con la
fumigazione. Queste operazioni, poiché sono eseguite all'interno dei locali e richiedono la
conoscenza dell'etologia e della biologia delle specie interessate, sono riservate ad operatori
qualificati e ditte specializzate nel settore delle disinfestazioni di ambienti civili. Fondamentale è
l'adozione degli accorgimenti necessari a prevenire rischi di intossicazione di persone e animali,
per quanto i prodotti impiegati siano a bassa tossicità. In genere un intervento di disinfestazione
si attua in più fasi che prevedono l'ispezione, il trattamento, il successivo monitoraggio (con
l'uso di trappole) e, infine, un secondo trattamento eradicante, a distanza di 3 settimane, per
colpire le neanidi nate dalle ovature.
I principi attivi generalmente usati, sia per il trattamento degli esterni sia per le disinfestazioni,
oppure come formulati per le esche, sono diversi piretroidi di sintesi (deltametrina, cipermetrina,
ciflutrin, cifenotrin, ecc.), alcuni fosforganici (clorpirifos, diclorvos), altri prodotti (imidacloprid,
acido borico). In generale un insetticida da usarsi contro gli scarafaggi, deve presentare le
seguenti caratteristiche:
- Classificazione come presidio medico-chirurgico: non sono ammessi i prodotti concepiti
per uso agricolo, bensì quelli autorizzati per usi civili e industriali.
- Bassa tossicità: l'uso all'interno di locali ad uso civile richiede necessariamente il ricorso a
principi attivi che hanno una tossicità acuta o cronica relativamente bassa. Naturalmente anche
il ricorso a questi prodotti presuppone l'adozione di tutte le norme in materia di sicurezza.
- Lunga persistenza, alto potere abbattente, duplice azione per contatto e per ingestione:
fatta qualche eccezione, l'insetticida ha effetto sugli scarafaggi che transitano nei siti irrorati,
perciò l'insetticida deve persistere per tempi relativamente lunghi (alcune settimane), agire
anche con il semplice contatto dei tarsi e dell'addome con le molecole disperse sulla superficie,
agire in tempi rapidi, data la velocità con cui si muovono questi insetti (potere abbattente).
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