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Specie protette dalla Direttiva Uccelli
PICCIONE SELVATICO
Specie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
NOME SCIENTIFICO: Columba livia
Ordine: Columbiformes Famiglia: Columbidae
Di dimensioni intermedie tra Colombaccio e Colombella, la specie è dotata di un’apertura alare di 63-70 centimetri, per
30-35 centimetri di lunghezza, e può pesare fino a 370 grammi. È riconoscibile per la livrea grigio-blu su testa, collo e
petto, per le barre nere sulle ali nonché da groppone e dal sottoala bianchi. Se nelle popolazioni selvatiche il colore è
stabile, in quelle rinselvatichite varia sensibilmente: si possono trovare individui totalmente bianchi, neri o pezzati. La
coda è bordata di bianco. Gli occhi sono arancioni e possono essere circondati da anelli grigio-bianco. Le zampe sono
rossastre.
Sedentario e diffuso in tutti i continenti – la sottospecie nominale C. livia è presente dall’Europa alla Russia europea,
dall’Iraq alle Canarie – il Piccione selvatico presenta un areale molto ampio che comprende sia le popolazioni selvatiche
sia quelle “rinselvatichite” (altrimenti conosciute come “piccioni torraioli”). Le popolazioni selvatiche nidificano
prevalentemente nelle zone costiere e interne, poco accessibili, ricche di grotte e anfratti; quelle rinselvatichite
frequentano centri urbani, cascinali e costruzioni isolate.
Presente in Italia come nidificante soprattutto nell’Appennino centro-meridionale e sulle due isole maggiori, il Piccione
selvatico si ciba per lo più di semi. Predilige pareti rocciose, spesso ubicate in aree con presenza di ambienti aperti
coltivati o parzialmente coltivati, con ampia disponibilità di semi e acqua. Vive tipicamente in colonie, dove nidifica in
qualsiasi mese dell’anno.
Durante la fase dell’accoppiamento, il maschio e la femmina compiono un preciso “rituale”, prendendosi per il becco e
piegando il collo vicendevolmente, più e più volte. La femmina depone così in un anfratto naturale o artificiale – anche
lungo nelle cavità dei viadotti – 2 uova per ogni covata, di colore candido, per 5 covate l’anno o anche più.
All’incubazione provvedono entrambi i genitori, per circa 2 settimane. I pulcini saranno alimentati dalla coppia per i
primi 5 giorni di vita con una sorta di “bolo” rigurgitato dal gozzo dei genitori e, per i giorni successivi, l’alimentazione
sarà composta da un mix tra questa sostanza, semi di grano, mais, ecc. Entro un mese dalla schiusa i pulcini abbandonano
il nido e sono in grado di volare autonomamente.
Prospettive
La specie in Italia è poco studiata. È dunque necessario implementare studi volti ad indagare distribuzione effettiva,
dimensione delle popolazioni ed ecologia, biologia riproduttiva e – soprattutto – interazioni con individui e popolazioni
rinselvatichite da parte dei nuclei selvatici superstiti.
Rispetto alla determinazione di un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la specie, possono essere distinti due
principali areali, uno sardo e uno continentale. Quest’ultimo areale è probabilmente frammentato in sub-areali, almeno in
parte discontinui e di difficile individuazione sulla base delle poche informazioni disponibili.
Si propongono pertanto due distinte analisi. Per la popolazione sarda – che conta verosimilmente più di 2.500 coppie –
risulta impossibile proporre un FRV, non essendo noti i valori di densità. Per quelle continentali – tutte costituite
verosimilmente da un numero inferiore di coppie nidificanti, anche se le scarse conoscenze impediscono una stima
accurata – è possibile formulare un FRV basato su PVA, utilizzando i dati su età della pima riproduzione (1 anno),
mortalità nota dei giovani (circa 43%) ed età massima (7 anni): in base a questi valori – e considerando anche il fatto che
le popolazioni mediterranee depongono in media due covate all’anno – si può ipotizzare una produttività pari a 0,75
giovani per coppia per covata, quindi 1,5 giovani per coppia all’anno, ottenendo una MVP pari a circa 500 coppie e
assumendo questo valore come FRV per le principali popolazioni continentali della specie.
Per il futuro, è necessario definire con maggior precisione localizzazione ed entità delle popolazioni selvatiche e
analizzarne ecologia, biologia riproduttiva, interazioni con individui domestici rinselvatichiti. Da quest’ultimo punto di
vista, è necessario favorire condizioni di isolamento delle popolazioni selvatiche ancora esistenti. Altre misure utili alla
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specie consistono nella limitazione del disturbo antropico presso i siti riproduttivi delle principali popolazioni selvatiche e
nel mantenere sotto stretto monitoraggio la consistenza delle popolazioni inferiori a 500 coppie, evitando disturbo e
possibili alterazioni ambientali presso i siti riproduttivi.
Minacce
La principale minaccia per questa specie deriva dalla perdita delle caratteristiche originarie causata dall’ibridazione con
colombi domestici rinselvatichiti. Da questo punto di vista, il quadro su scala nazionale – dopo i dati del Rapporto
Birdlife (2004) che indicavano un trend stabile – è in recente peggioramento, con decrementi più marcati nelle aree
interne ove appare marcato il rischio di estinzione genetica della sottospecie nominale dovuto proprio all’ibridazione.
Rispetto a questa minaccia, la principale forma di tutela è forse rappresentata dal ricreare condizioni di isolamento
geografico per le popolazioni selvatiche rispetto a quelle rinselvatichite. Sfortunatamente, su scala locale il quadro appare
ancora più preoccupante con intere aree – ad esempio alcune isole della Sicilia ma con un quadro probabilmente
estendibile ad altre zone dell’isola – occupate oramai da popolazioni nella sola forma domestica.
Altro fattore di potenziale minaccia è costituito dal disturbo antropico arrecato lungo le coste, specialmente in periodo
estivo. Principali fattori all’origine della perdita delle covate sono invece predazione (18,7%), abbandono (9,2%),
infertilità delle uova (5,3%). Tra le cause di mortalità dei giovani vanno ancora individuate la predazione (8,1%) e la
morte nel nido (20,9%).
Per l’Italia, non si dispone al momento di informazioni specifiche sul successo riproduttivo della specie. Su 812 uova
deposte nell’Humberside, nel Regno Unito, 541 (circa due terzi) si sono schiuse e 384 giovani (poco meno della metà)
sono giunti all’involo.
Stato di salute
Attualmente classificato come sicuro nell’Unione europea, il Piccione selvatico presenta uno stato di conservazione
favorevole anche a livello continentale. Nel complesso, si registra un moderato incremento della popolazione nidificante
nei territori dell’Europa “comunitaria” nel periodo 1970-1990, e trend sconosciuto nel successivo periodo 1990-2000.
La popolazione dell’Unione europea è ad oggi stimata in 4.200.000-6.300.000 coppie, quella italiana in 3.000-7.000
coppie, con andamento stabile. Poco meno della metà (41-45%) della popolazione continentale e una frazione compresa
tra il 5 e il 24% della popolazione globale della specie nidifica entro i territori dell’Ue, mentre il contingente italiano non
appare significativo a livello europeo.
Il trend reale delle popolazioni selvatiche è difficilmente identificabile a causa dell’incertezza generata dalle popolazioni
“addomesticate” di colombo, conteggiate nelle stime sopra riportate. Sarebbe quindi auspicabile uno “scorporo” sia per la
popolazione italiana sia per quella europea.
Ad oggi, non è stato redatto un Piano d’Azione Internazionale o Nazionale sulla specie. Il Piccione selvatico è inserito
nell’Allegato II/1 della Direttiva Uccelli ed è considerata specie vulnerabile nella Lista Rossa Nazionale. Risulta, inoltre,
specie non cacciabile in Italia ai sensi della legislazione venatoria (157/92).
Semaforo
Il Piccione selvatico appare fortemente minacciato dalla presenza massiccia di individui e popolazioni rinselvatichite di
colombo domestico, che ne stanno causando la progressiva scomparsa a livello genetico. La popolazione continentale
potrebbe essere inoltre piuttosto ridotta – con le varie unità disgiunte quasi sicuramente inferiori all’FRV – e
frammentata in nuclei tra loro più o meno isolati. Verosimilmente stabile l’habitat della specie.
Fattore
Stato di salute
Stato di conservazione
Range*
Variazioni poco conosciute
Sconosciuto
Popolazione
In calo, rischio estinzione
Cattivo
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genetica
Habitat della specie
Stabile
Complessivo
Favorevole
Cattivo
*Variazione della popolazione negli anni
Canto
Durante la fase riproduttiva, quando il maschio si accinge a corteggiare la femmina gonfia il collo, girando più volte su
se stesso in una bizzarra danza ed emettendo un suono inconfondibile, che suona all’orecchio come un suadente “trr”.
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