Infarto del miocardio: sintomi e terapia Quando si parla di infarto, ci si riferisce solitamente all’infarto del miocardio (muscolo del cuore). Tuttavia, un infarto può toccare qualunque organo vascolarizzato del corpo, quando la circolazione sanguigna che alimenta le cellule del cuore viene interrotta. 1. Tipi di infarto 1. Infarto celebrale 2. Infarto mesenterico 3. Infarto polmonare 4. Infarto osseo 2. Fattori di rischio 3. Sintomi d'infarto 4. Diagnosi 5. Terapia 6. Cosa fare in caso di infarto 7. Complicazioni Tipi di infarto L’infarto del miocardio (più comunemente detto attacco di cuore o crisi cardiaca) è rappresentata dalla morte delle cellule del cuore a causa di un problema di vascolarizzazione e ossigenazione delle cellule. Generalmente, un infarto del miocardio è causato da un coagulo o un deposito bloccante la parete che blocca l’arteria coronaria, che pompa il sangue in tutto l’organismo. In caso d’infarto, alcuni rami principali delle arterie, le coronarie, si bloccano non lasciando ben circolare il sangue e provocando la morte delle cellule del tessuto muscolare cardiaco. Con il termine infarto, possiamo affermare, che vengono indicati vari tipi di blocchi del normale decorso del sangue a vari organi: Infarto celebrale Si parla di infarto celebrale o ischemia (ictus ischemico) quando viene bloccata un’arteria che porta al cervello. Infarto mesenterico A livello intestinale, che provoca l’occlusione, totale, parziale, acuta o cronica, delle vene mesenteriche a livello dell’intestino tenue. Infarto polmonare Inerente ai polmoni e conseguente ad un’embolia polmonare. Infarto osseo Sito a livello del tessuto osseo e causato da un’otturazione di un’arteria che assicura la sua irrigazione. Fattori di rischio L’infarto è una patologia molto rischiosa, che se non presa in tempo, rischia di portare alla morte. Il periodo di diagnosi di un infarto viene effettuato durante un elettrocardiogramma e il suo trattamento dura circa 90 minuti. Chi è soggetto a rischio di infarto, presenta un dolore al torace, che poi si espande verso il petto, il collo, la mascella, le spalle, le braccia e la schiena, in maniera improvvisa. Questi dolori non tendono a scomparire a riposo e si alleviano solo dopo qualche minuto o addirittura qualche ora. Questa sensazione si somiglia a un pizzico o una pressione sita a livello del petto, e può presentare intensità lieve o moderata. Sintomi d'infarto Difficoltà respiratoria, nausea e vomito, sudori, sensazioni d’angoscia e oppressione, temperatura elevata accompagnata da dolore al torace sono i primi sintomi di un infarto del miocardio. Nel 10% le situazioni di infarto del miocardio non presentano manifestazioni caratteristiche, infatti, oltre alle manifestazioni tipiche, alcuni soggetti possono presentare sintomi diversi. Le manifestazioni atipiche che possono sopraggiungere mettono più a rischio le persone anziane e diabetiche, che possono presentare assenza di dolore, dolore isolato, presente in un solo braccio; sensazione di pesantezza a livello del petto, malessere, accidente neurologico, manifestazioni digestive, come dolori addominali violenti, ecc. Diagnosi Un elettrocardiogramma e un dosaggio sanguigno degli enzimi cardiaci sono i primi esami praticati in urgenza, in caso si sospetti un infarto del miocardio. Tra gli altri esami, effettuati dopo un attacco di cuore, ricordiamo un'angiografia coronarica (coronarografia), che mira a ricercare l’arteria chiamata in causa, ma anche elettrocardiogramma che mira a ricercare problemi del ritmo cardiaco e a mostrare i segni di sequele dell’infarto del miocardio; un’ecografia cardiaca per monitorare l’evoluzione delle capacità del cuore. Terapia Il trattamento dopo un infarto del miocardio (dopo il trattamento della fase acuta con l’intento di rivascolarizzazione) inizia con un controllo dei fattori di rischio, quali smettere di fumare, diminuzione del sovrappeso e del colesterolo, tenuta in equilibrio della tensione arteriosa o del diabete. In parallelo, i farmaci vengono somministrati in modo sistematico con dei betabloccanti, aspirina, una statine per abbassare il colesterolo, un inibitore dell’enzima di conversione, un diuretico per diminuire l’edema e un derivato di nitrato da prendere in caso sopraggiungano nuovi sintomi: l’educazione medica del paziente è primordiale, in questi casi. Cosa fare in caso di infarto Per evitare un nuovo infarto del miocardio, bisogna diminuire i fattori di rischio: alimentazione equilibrata, pratica di sport, evitare il fumo e non essere in sovrappeso. Complicazioni Le complicazioni che interessano un infarto del miocardio sono di due ordini: quelle manifestatisi durante l’infarto e quelle a distanza, conseguenti la morte cellulare di una parte del muscolo cardiaco. Al momento dell’infarto, il rischio più grave è il decesso del soggetto. In parallelo possono manifestarsi anche problemi del ritmo cardiaco, shock cardiogeno, patologie delle valvole cardiache, rottura di una parete del cuore o una pericardite. Tra le complicazioni a distanza dal momento in cui sopraggiunge l’infarto, ritroviamo problemi del ritmo cardiaco, aneurisma, sindrome spalla-mano, rischio di recidiva dell’infarto stesso, ma soprattutto insufficienza cardiaca cronica, complicazione principale e di risonanza sull’intera vita del paziente. 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