Unicità, a meno di isomorfismo, del campo ordinato e completo dei reali Stefano Baratella 0 Introduzione Queste note non presuppongono familiarità con la costruzione dei reali come tagli (o sezioni) di Dedekind del campo dei razionali presentata a lezione, costruzione che segue piuttosto fedelmente Rudin–Principles of Mathematical Analysis. È sufficiente sapere che i reali, comunque siano definiti, formano un campo ordinato e (Dedekind) completo. Scopo di queste note è provare che, a meno di isomorfismo di campi ordinati, esiste un unico campo ordinato e completo. (Vedremo che ogni campo ordinato e completo è archimedeo.) Quindi, ogni altra maniera di costruire un campo ordinato e completo, ad esempio come classi di equivalenza di successioni di Cauchy di razionali (si veda Hewitt & Stromberg - Real and Abstract Analysis) produce essenzialmente la stessa struttura ottenuta con i tagli di Dedekind. 1 Preliminari Molte delle definizioni che daremo hanno senso anche in strutture “meno ricche” di un campo. Ci concentriamo però sui campi, visto l’obiettivo di queste note. Definizione 1. campo ordinato è una struttura (F, +, −, ·, 0, 1, <), dove (F, +, −, ·, 0, 1) è un campo e < è una relazione di ordine totale su F che soddisfa le proprietà seguenti: per ogni a, b, c ∈ F 1. se a < b allora a + c < b + c; 2. se a < b e 0 < c allora a · c < b · c. Osserviamo che (F, +, −, 0) è un gruppo abeliano. Con il simbolo “−” denotiamo quindi l’operazione di opposto. Non mettiamo tra le operazioni di campo quella di inverso moltiplicativo, semplicemente perché non è definita su 0. Come al solito, se 0 6= a ∈ F, scriviamo a−1 per l’inverso di a. Quando non ci sono ambiguità, scriveremo F per (F, +, −, ·, 0, 1, <). 1 Esercizio 2. Sia F un campo ordinato. Provare che: 1. ogni quadrato è non negativo; 2. la caratteristica di F è zero; 3. F contiene una copia isomorfa del campo ordinato Q dei razionali. Convenzione. In virtù di quanto affermato nell’Esercizio 2.3, converremo che Q sia sottocampo di ogni campo ordinato. Dunque, in un campo ordinato, l’elemento neutro additivo e quello moltiplicativo sono i razionali 0 e 1, rispettivamente; la restrizione di < ai razionali è la relazione d’ordine standard su Q e considerazioni analoghe valgono per le operazioni. Definizione 3. Un campo ordinato F è (Dedekind) completo se ogni suo sottoinsieme non vuoto e superiormente limitato ha estremo superiore in F. Il campo Q non è completo. Per questa ragione se ne costruisce “il” completamento R. La completezza di R è stata provata a lezione. Esercizio 4. Sia F un campo ordinato e completo. Provare che ogni sottoinsieme non vuoto e inferiormente limitato di F ha estremo inferiore in F. Suggerimento. Sia ∅ = 6 A ⊂ F inferiormente limitato. Sia B = {b ∈ F : b è un minorante di A}. Verificare che B è non vuoto e superiormente limitato. Provare infine che inf A = sup B. Definizione 5. Un campo ordinato F è archimedeo se per ogni a, b ∈ F tali che 0 < a < b esiste n ∈ N per cui b < na. Nella definizione precedente, na è una abbreviazione per |a + .{z . . + a} . n volte Esempio. Il campo Q è archimedeo. Non-esempio. Diamo anzitutto un esempio di anello ordinato non archimedeo. (La definizione di anello ordinato si ottiene sostituendo ovunque la parola “campo” con “anello commutativo” nella definizione di campo ordinato.) Consideriamo l’anello dei polinomi Q[x], in cui l’ordine usuale su Q viene esteso ponendo r < x per ogni r ∈ Q. L’ordine esteso si descrive meglio se si identifica un polinomio a0 + a1 x + . . . + an xn 2 con la successione definitivamente nulla (a0 , a1 , . . . , an , 0, 0 . . .) Notiamo che un Algebrista obietterebbe, con ragione, che non c’è nessuna identificazione da fare: il polinomio è la successione! Si definisce poi sull’insieme delle successioni di razionale quasi ovunque nulle l’ordine antilessicografico (le successioni si “leggono” da destra a sinistra). Lasciamo come esercizio la definizione formale di tale ordine. Il campo delle frazioni Q(x) di Q[x] è allora un esempio di campo ordinato non archimedeo. Infatti, l’ordine su Q[x] si estende in maniera naturale al campo delle frazioni (nello stesso modo in cui l’ordine standard su Z si estende a Q: verificarlo!). Esercizio 6. Sia F un campo ordinato non archimedeo. Provere che, in F, ci sono infinitesimi non banali (cioè elementi non nulli il cui valore assoluto è minore del reciproco di ogni naturale positivo) e infiniti (cioè elementi il cui valore assoluto è maggiore di ogni naturale positivo). Il fatto che i tagli di Dedekind siano un campo archimedeo segue dalla prossima proposizione. Proposizione 7. Ogni campo ordinato e completo è archimedeo. Dimostrazione. Per assurdo, sia F un campo ordinato e completo e siano a, b ∈ F tali che 0 < a < b e na < b per ogni n ∈ N. L’insieme {na : n ∈ N} è non vuoto e superiormente limitato (ad esempio da b). Sia s = sup{na : n ∈ N}. Per definizione di sup, esiste k ∈ N tale che s − a/2 < ka, da cui s < (k + 1)a: contraddizione. Osserviamo che, nella proposizione precedente, la divisione per 2 è lecita perché F non è di caratteristica 2. Vogliamo ora provare che il campo dei razionali è denso in ogni campo ordinato e archimedeo, in particolare in ogni campo ordinato e completo. Proposizione 8. Sia F un campo ordinato e archimedeo. Per ogni a, b ∈ F tali che a < b esiste r ∈ Q tale che a < r < b. Dimostrazione. Trattiamo il caso 0 < a < b. Il lettore è invitato a trattare gli altri casi. Supponiamo anzitutto 1 < b − a. Per la proprietà archimedea, l’insieme {k ∈ N : a < k} è non vuoto. Ne sia n il minimo. Allora a < n e n − a ≤ 1, da cui n < b. Se b − a ≤ 1, sia m ∈ N tale che 1 < m(b − a). Per il caso precedente, k esiste k ∈ N tale che a < m < b. Esercizio 9. Provare che, nella Proposizione 8, la proprietà archimedea è un’ipotesi necessaria. (Usare il non-esempio sopra proposto.) 3 2 Unicità dei reali In questa sezione proviamo che, a meno di isomorfismo di campi ordinati, i reali sono l’unico campo ordinato e completo. Cominciamo ricordando la definizione di isomorfismo di campi ordinati. Definizione 10. Siano (E, +E , −E , ·E , 0, 1, <E ) e (F, +F , −F , ·F , 0, 1, <F ) campi ordinati. Un isomorfismo di campi ordinati è una funzione j : E → F con le proprietà che, per ogni a, b ∈ E, 1. j(a +E b) = j(a) +F j(b); 2. j(a ·E b) = j(a) ·F j(b); 3. se a <E b allora j(a) <F j(b); 4. j è suriettiva. La proprietà 3 implica l’iniettività di j. Inoltre, da 3, si ricava facilmente che a <E b se e soltanto se j(a) <F j(b), per ogni a, b ∈ F. Osservazione 11. Si possono senz’altro togliere tutti gli indici e denotare operazioni corrispondenti nei due campi della Definizione 10 con lo stesso simbolo e, anche, usare lo stesso simbolo per le due relazioni d’ordine. Abbiamo preferito non farlo da subito, a costo di una certa pesantezza nella notazione, per tenere sotto controllo il contesto in cui operazioni e relazioni agiscono. Abbiamo bisogno anche di ricordare alcune proprietà dell’estremo superiore. Esercizio 12. Sia F un campo ordinato e completo e siano A, B ⊂ F sottoinsiemi non vuoti e superiormente limitati. Definiamo A + B = {a + b : a ∈ A, b ∈ B} e A · B = {a · b : a ∈ A, b ∈ B} Provare che: 1. A + B è superiormente limitato e sup(A + B) = sup A + sup B; 2. se nè A nè B contengono elementi negativi, l’insieme A · B è superiormente limitato e sup(A · B) = sup A · sup B; 3. al punto precedente, l’ipotesi che nè A nè B contengano elementi negativi è sufficiente, ma non necessaria, affinché A · B sia superiormente limitato. Siamo ora pronti per il risultato principale. 4 Teorema 13. Siano (E, +E , −E , ·E , 0, 1, <E ) e (F, +F , −F , ·F , 0, 1, <F ) campi ordinati e completi. Allora E e F sono isomorfi. Dimostrazione. Ricordiamo che, ragionando a meno di isomorfismo, abbiamo convenuto che Q sia sottocampo di ogni campo ordinato. Sia a ∈ E. Definiamo Qa = {r ∈ Q : r <E a}. Se c ∈ F, definiamo Qc in maniera analoga. L’insieme Qa è non vuoto e superiormente limitato anche in F. (Perché?) Definiamo h: E → F a 7→ supF Qa Osserviamo che h(r) = r, per ogni r ∈ Q. Inoltre, dato che le relazioni <E e <F coincidono con la relazione d’ordine standard < sui razionali, ometteremo gli indici quando in disuguaglianze sono coinvolti razionali. Adotteremo la stessa convenzione quando le operazioni di campo hanno argomenti razionali. a. Verifichiamo 3 della Definizione 10. Siano a, b ∈ E tali che a <E b. Per la Proposizione 8, esistono s, t ∈ Q tale che a <E s < t <E b, da cui supF Qa ≤F s. Poiché t ∈ Qb , è s <F supF Qb . Quindi h(a) = sup Qa <F sup Qb = hb). F F b. Verifichiamo 4 della Definizione 10. Sia c ∈ F. L’insieme Qc è superiormente limitato in E. Sia a = supE Qc . Ci proponiamo di concludere che h(a) = c, provando che non valgono nè h(a) <F c nè c <F ha). Supponiamo c <F h(a) e sia r ∈ Q tale che c <F r <F h(a). Da h(r) = r e dal punto precedente ricaviamo r <E a. Per ogni s ∈ Qc è s <F c <F r, quindi anche s < r. Dunque r è un maggiorante di Qc in E e pertanto a ≤E r, contraddicendo r <E a. La dimostrazione che h(a) 6<F c è lasciata al lettore. c. Verifichiamo 1 della Definizione 10. Siano a, b ∈ E e sia c = a +E b. Poniamo Qa + Qb = {r + s : r ∈ Qa e s ∈ Qb }. Proviamo che Qa + Qb = Qc . L’inclusione da sinistra a destra segue dalle proprietà di campo ordinato. Per l’altra inclusione, sia p ∈ Q tale che p <E c. Sia r ∈ Q tale che p−E b <E r <E a. Allora p = r +(p−r), con r ∈ Qa e (p − r) ∈ Qb . Abbiamo quindi h(a)+F h(b) = sup Qa +F sup Qb = sup(Qa +Qb ) = sup Qc = h(a+E b), F F F dove l’uguaglianza centrale segue dall’Esercizio 12. 5 F d. Verifichiamo 2 della Definizione 10. Siano a, b ∈ E e sia c = a ·E b. Per + cominciare, supponiamo 0 <E a e 0 <E b. Poniamo Q+ a = Qa ∩ Q e + definiamo Q+ b e Qc in modo analogo. + + + + Proviamo che Q+ a · Qb = Qc . Se r ∈ Qa e s ∈ Qb , allora, per le proprietà di campo ordinato, 0 ≤ r · s <E a ·E b. Quindi r · s ∈ Q+ c . −1 < b. Sia t ∈ Q+ tale Per l’altra inclusione, sia r ∈ Q+ E c . Allora r ·E a b + −1 −1 che r ·E a <E t <E b. Allora r = (rt )t, con (rt−1 ) ∈ Q+ a e t ∈ Qb . Abbiamo quindi: + + + + h(a) ·F h(b) = sup Q+ a ·F sup Qb = sup(Qa · Qb ) = sup Qc = h(a ·E b), F F F F dove l’uguaglianza centrale segue dall’Esercizio 12. Rimangono da esaminare altri casi. Prima di cominciare osserviamo che, dal punto c., ricaviamo h(−E a) = −F h(a), per ogni a ∈ E. Quindi, se eliminiamo del tutto gli indici (finalmente!) e se, ad esempio, a, b ∈ E sono tali che a < 0 e 0 < b, abbiamo −h(a · b) = h(−(a · b)) = h(−a) · h(b) = (−h(a)) · h(b) = −(h(a) · j(b)), da cui la conclusione. (Giustificare ogni passaggio.) I casi rimanenti sono lasciati al lettore. Il prossimo corollario è conseguenza immediata del Teorema 13 e del fatto che i tagli di Dedekind un campo ordinato e completo. Corollario 14. A meno di isomorfismo di campi ordinati, i tagli di Dedekind sono l’unico campo ordinato e completo. D’ora in poi diremo che i tagli di Dedekind “sono” il campo R dei reali. Esercizio 15. Provare che l’unico automorfismo del campo ordinato R è l’identità. In ogni campo ordinato ha senso dare, nel modo usuale, la definizione di successione di Cauchy. La Dedekind-completezza di R ha la seguente formulazione equivalente: Cauchy-completezza. Ogni successione di Cauchy di reali è convergente. Esercizio 16. Provare che la Dedekind-completezza implica la Cauchy-completezza dei reali. Suggerimento. Ricordare anzitutto che ogni successione di reali ammette una sottosuccessione monotona. La dimostrazione che la Cauchy-completezza implica la Dedekind-completezza non è altrettanto immediata. Si veda, ad esempio, E Hewitt e K. Stromberg– Real and Abstract Analysis, Springer. 6