Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Toscana GESTIONE DEL PAZIENTE COLONIZZATO - INFETTO La trasmissione dei microrganismi nelle strutture sanitarie rappresenta un rischio sia per i pazienti/utenti che per gli operatori sanitari. Quindi, l'adozione di precauzioni atte a ridurre il rischio infettivo e basate su prove di evidenza e di efficacia, applicate nella cura di tutti i pazienti, costituisce la strategia primaria per un efficace programma di controllo delle infezioni. Tali precauzioni consentono di tutelare allo stesso tempo la salute dei pazienti/utenti, degli operatori sanitari e dei visitatori, evitando inoltre oneri aggiuntivi sul piano umano (la sofferenza per i pazienti/utenti), economico (l’aumento dei costi causati dal prolungamento dei tempi di degenza, l’incremento del consumo di farmaci e di presidi, ecc.) e giuridico. In letteratura viene documentato che le infezioni correlate alle pratiche assistenziali incidono per il 5-10% negli ospedali, per il 5% nelle strutture per anziani e per l'1% a domicilio. Anche i veicoli di trasporto sanitario (ambulanza, automedica, elisoccorso) e gli equipaggi possono essere sorgente di contaminazione per il paziente e viceversa. Pertanto tali veicoli vanno considerati veri e propri ambienti di cura. Le localizzazioni più frequenti di infezione sono: il tratto urinario, la ferita chirurgica, l’apparato respiratorio e quello circolatorio. L’insorgenza di una complicanza infettiva può comportare il decesso dell’1% dei pazienti infetti. La trasmissione degli agenti infettivi in ambito assistenziale è determinata da svariati fattori, quali: • una sorgente (o rèservoir) che offre le condizioni ottimali per la riproduzione e la trasmissione degli agenti infettivi; • un ospite suscettibile alla penetrazione di un microrganismo; • la via di trasmissione dell’agente infettivo. La sorgente di infezione può essere di origine umana (pazienti, operatori sanitari, visitatori), affetti da malattia infettiva o portatori (sani, asintomatici, precoci), oppure di origine ambientale, attraverso oggetti inanimati contaminati dai microrganismi patogeni. Alcuni fattori di rischio correlati alla possibilità di contrarre un’infezione sono riconducibili a: • caratteristiche del paziente, quali l’età avanzata e la presenza di patologie (ad es. diabete, HIV/AIDS, malattie neoplastiche), il trapianto di organi, l'utilizzo di farmaci che possono alterare la flora batterica saprofita (ad es. agenti antimicrobici, corticosteroidi, terapia antirigetto, chemioterapici e farmaci immunosoppressori). • trattamento sanitario: le procedure terapeutiche, come la chirurgia e la terapia radiante, danneggiano le difese della cute, degli organi e dei sistemi colpiti. I dispositivi medici a permanenza, quali cateteri vescicali, tubi endotracheali, cateteri venosi/arteriosi, impianti protesici, agevolano i potenziali patogeni nel superare le difese dell’organismo, fornendo sia una superficie per lo sviluppo di un biofilm, che, allo stesso tempo, favorendo l’aderenza dei microrganismi ed impedendo un’efficace attività antimicrobica. Non meno importante è il ruolo esercitato dalle procedure invasive e dalla flora endogena del paziente. La trasmissione dei microrganismi può avvenire per: - contatto diretto; - contatto indiretto; - droplet; - airborne o via aerea. CONTATTO DIRETTO Il passaggio dei microrganismi dalla sorgente all'individuo ricevente avviene per contatto diretto o per estrema vicinanza. La sorgente di infezione si identifica solitamente nell’uomo e negli animali, 1 Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Toscana talvolta nell’ambiente (ad es. scabbia, pediculosi, gastroenterite da Clostridium difficile, ulcere da decubito infette, infezioni o colonizzazioni sostenute da microrganismi multiresistenti). CONTATTO INDIRETTO La trasmissione per contatto indiretto o mediata interessa i microrganismi capaci di sopravvivere per periodi più o meno lunghi nell’ambiente. Il contatto indiretto avviene attraverso la partecipazione di un intermediario, veicolo (oggetto o materiale) e/o vettore (organismo vivente), coinvolto in modo passivo nel processo di trasmissione dell’agente infettivo dalla sorgente all’ospite. Il veicolo è costituito dai dispositivi medici, dagli strumenti e dalle attrezzature contaminate (ad es. aghi, abiti, lenzuola, materassi, sponde del letto, maniglie delle porte, guanti non sostituiti, cibo, acqua). Il vettore è costituito da artropodi o altri invertebrati, che possono rivestire nella trasmissione sia un ruolo indifferente (quando si limitano alla sola e semplice azione di trasferimento dell’agente, ad esempio le mosche), che uno attivo (in quanto sede di moltiplicazione o tappa obbligata nel ciclo biologico dei microrganismi) nella diffusione della malattia. Costituiscono esempi di vettori: • la Zanzara Tigre infetta, che trasmette l’infezione da Chikungunya; • la Zanzara Culex, per la malattia da West Nile Virus. DROPLET Droplets o goccioline sono generati dalla persona durante la tosse, gli starnuti, la fonazione e/o l’esecuzione di procedure mediche che generano aerosol (ad es. la broncoscopia, l’aspirazione tracheobronchiale). Le goccioline contenenti i microrganismi, con un diametro >5 micron, vengono espulse a breve distanza, in un’area ristretta (circa un metro). A causa della loro dimensione, non rimangono sospese nell’aria, ma tendono a cadere. Possono depositarsi sulla congiuntiva, sulla mucosa nasale o sulla bocca dell’ospite (e così colonizzarlo e/o infettarlo), oppure possono depositarsi sulle superfici ambientali. Esempi di malattie trasmesse attraverso droplets sono: • la meningite batterica da meningococco; • la difterite; • la pertosse; • le infezioni streptococciche; • l’influenza. VIA AEREA O AIRBORNE La trasmissione per via aerea avviene attraverso la disseminazione di goccioline o di particelle di polveri contenenti l’agente infettivo, di diametro <5 micron. Queste si differenziano dai droplets, perché rimangono sospese nell’aria per molto tempo e possono percorrere lunghe distanze (oltre 1-2 metri), consentendo ai microrganismi di essere trasportati dalle correnti d’aria ed essere inalati anche lontano dalla sorgente dell’infezione. Ne costituiscono un esempio: • il morbillo; • la varicella; • la tubercolosi. STRATEGIE DI SORVEGLIANZA E CONTROLLO Per ridurre il rischio di trasmissione di microrganismi da un serbatoio ad un paziente suscettibile, è necessario interrompere la catena di trasmissione attraverso l’adozione di: • precauzioni standard, da utilizzare nell’assistenza a tutti i pazienti; 2 Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Toscana • precauzioni basate sulla via di trasmissione, da adottare nell’assistenza a pazienti in cui si sospetti o si accerti una specifica infezione, della quale sia nota la modalità di trasmissione. PRECAUZIONI STANDARD Sono le misure in grado di prevenire il rischio di trasmissione di agenti infettivi tra pazienti, personale sanitario e visitatori. In funzione dell’entità dell’esposizione ai materiali di derivazione biologica e tenendo in considerazione il paziente e la tipologia di prestazione sanitaria/assistenziale da eseguire, si applicano a tutti i: • pazienti/utenti in ogni contesto di cura (ospedale-territorio), indipendentemente dal sospetto o dalla diagnosi di infezione; • materiali di derivazione biologica, quali sangue, liquidi corporei, secrezioni, escrezioni (ad eccezione del sudore), cute non integra e mucose. Le Precauzioni standard comprendono: 1. igiene delle mani; 2. igiene respiratoria/cough etichette; 3. accoglienza del paziente; 4. uso dei dispositivi di protezione, quali guanti, sovracamice, dispositivi di protezione per occhi, naso e bocca (mascherina, protezioni oculari); 5. corretta gestione dei dispositivi medici e delle attrezzature sanitarie; 6. pratiche sicure per le iniezioni e le procedure speciali a livello lombare; 7. igiene ambientale; 8. gestione della biancheria/teleria e degli effetti letterecci in genere; 9. gestione delle stoviglie; 10. educazione sanitaria del paziente e formazione degli operatori; 11. corretta gestione di aghi e taglienti; 12. corretto smaltimento dei rifiuti. 1. Igiene delle mani Lavarsi le mani con acqua e sapone o sapone antisettico quando le mani sono visibilmente sporche o contaminate con materiale proteico o visibilmente imbrattate di sangue o altri liquidi organici. Utilizzare preferibilmente la frizione delle mani con un prodotto a base alcolica per l’antisepsi in tutte le altre situazioni cliniche descritte di seguito (le salviette antisettiche impregnate possono essere considerate un’alternativa al lavaggio delle mani con acqua e sapone. Tuttavia, poiché non sono efficaci come lo sfregamento delle mani con soluzione alcolica o il lavaggio con sapone antisettico ed acqua nel ridurre la carica batterica, non possono essere sostitutive della soluzione idroalcolica o del sapone antisettico). Eseguire l’igiene delle mani: • prima e dopo il contatto diretto con i pazienti; • dopo avere rimosso i guanti; • prima di utilizzare un dispositivo invasivo per l’assistenza al paziente, indipendentemente dall’uso o meno di guanti; • dopo il contatto con fluidi od escrezioni corporee, mucose o cute non integra o medicazioni della ferita; • in caso di passaggio da una sede corporea contaminata ad una pulita durante l’assistenza allo stesso paziente; 3 Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Toscana dopo il contatto con oggetti inanimati (compresa l’attrezzatura medica) nelle immediate vicinanze del paziente; • prima di manipolare farmaci; • durante la preparazione, la manipolazione o la somministrazione di alimenti; • dopo avere utilizzato la toilette. Durante l’assistenza, evitare di toccare le superfici nelle immediate vicinanze del paziente, per prevenire sia la contaminazione delle mani pulite da parte delle superfici ambientali, che la trasmissione di patogeni dalle mani contaminate alle superfici. Per la decontaminazione delle mani con soluzione alcolica, applicare una quantità di prodotto sufficiente a ricoprirne tutta la superficie e sfregarle insieme, dita comprese, fino a che non siano asciutte. Quando si utilizzano acqua e sapone, bagnare prima le mani con l’acqua. Applicare la quantità di prodotto sufficiente a ricoprirne tutta la superficie. Strofinare energicamente il palmo e il dorso con un movimento rotatorio e quindi intrecciare le dita tra di loro. Risciacquare con acqua ed asciugare accuratamente con un asciugamano monouso, utilizzando quindi l’asciugamano stesso per chiudere il rubinetto. • 2. Igiene respiratoria (cough etiquette) Educare il personale all’importanza delle misure di controllo della fonte per contenere le secrezioni respiratorie, allo scopo di prevenire la trasmissione di patogeni respiratori tramite droplet o fomiti, soprattutto durante le epidemie stagionali di infezioni respiratorie virali nelle comunità (ad es. influenza, RSV [Virus Respiratorio Sinciziale], Adenovirus, virus parainfluenzali). Parimenti, per contenere il rischio infettivo da secrezioni respiratorie di pazienti ed accompagnatori con segni e sintomi di infezione respiratoria, fin dal primo momento di accesso nella struttura (ad es. triage, sale di attesa dell’accettazione e del pronto soccorso, ambulatori e studi medici) mettere in atto le seguenti misure: • informare sulla necessità dell’igiene delle mani, fornendo le risorse necessarie (collocare in luoghi adeguati distributori di gel/soluzione idroalcolica e, dove sono disponibili lavandini, prodotti per il lavaggio delle mani); • nei periodi di maggiore prevalenza di infezioni respiratorie in comunità, fornire mascherine sia ai pazienti con tosse che ad altre persone con sintomi (accompagnatori dei pazienti); • incoraggiarli a mantenere una distanza di sicurezza (idealmente almeno 1 metro) da altre persone presenti in ambienti comuni. 3. Dispositivi di Protezione Individuale Utilizzare Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) quando è previsto il contatto con sangue o altri liquidi corporei del paziente, rimuovendoli, dopo aver svolto le idonee pratiche assistenziali, prima di lasciare la stanza o il box del paziente stesso. 4. Guanti I guanti sono una misura aggiuntiva e mai sostitutiva del lavaggio o della frizione delle mani con prodotti a base alcolica. Devono essere indossati quando si prevede il contatto con sangue o altri materiali potenzialmente infetti, mucose, cute non integra o potenzialmente 4 Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Toscana contaminata (ad es. pazienti con incontinenza fecale o urinaria). Devono essere rimossi dopo avere assistito un paziente o dopo avere toccato le superfici ambientali nelle sue immediate vicinanze, inclusa l’attrezzatura sanitaria. Non utilizzare lo stesso paio di guanti per assistere più di un paziente. Indossare guanti adatti al tipo di attività: • guanti monouso per l’assistenza al paziente; • guanti monouso o di gomma riutilizzabili per la pulizia dell’ambiente o di attrezzature sanitarie. 5. Sovracamice Indossare un sovracamice in grado di proteggere la cute e prevenire la contaminazione degli abiti durante procedure invasive e pratiche assistenziali che possono provocare contatto con sangue, liquidi biologici, secrezioni o escrezioni. Rimuovere il sovracamice ed effettuare l’igiene delle mani prima di lasciare l’ambiente in cui si trova il paziente. 6. Dispositivi di protezione per occhi naso e bocca Utilizzare maschere, schermi facciali, protezioni per gli occhi o combinazioni di questi per proteggere le mucose di occhi, naso e bocca durante procedure ed attività di assistenza al paziente che possono comportare schizzi di sangue, liquidi corporei, secrezioni o escrezioni. Durante lo svolgimento di procedure che possono generare aerosol (broncoscopia, intubazione endotracheale, ecc.) e quando non ci sia il sospetto di un’infezione aerea che richieda una protezione respiratoria, indossare uno dei seguenti DPI: schermo facciale che copra completamente la parte anteriore e laterale del volto; maschera con annessa visiera o mascherina con occhiali di protezione (oltre a guanti e sovracamice). 7. Accoglienza del paziente Nelle scelta di dove collocare il paziente, tenere in considerazione la potenziale trasmissione di agenti infettivi. Sistemare in camera singola (quando disponibile) i pazienti che possono trasmettere ad altri un’infezione (ad es. in caso di ecrezioni profuse, escrezioni o drenaggio da ferita chirurgica, neonati con sospetta infezione virale respiratoria o gastrointestinale). 8. Pratiche sicure per le iniezioni Per evitare la contaminazione dei presidi sterili per iniezione: • adottare tecniche asettiche; • non utilizzare la stessa siringa per somministrare farmaci a pazienti diversi, anche quando l’ago o la cannula siano stati sostituiti; • aghi, cannule e siringhe sono sterili e monouso: non devono essere utilizzati né su pazienti diversi, né per prelevare sostanze da preparazioni multiuso; • utilizzare set per infusione e somministrazione di fluidi per un solo paziente e smaltirli adeguatamente dopo l’uso. Considerare contaminati la siringa o l’ago/la cannula una volta che siano stati utilizzati per la somministrazione o la connessione 5 Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Toscana • • • • • ad una sacca di infusione; utilizzare, quando possibile, fiale monodose per preparati parenterali; non somministrare a pazienti diversi soluzioni prelevate da una fiala monouso e non mescolare le soluzioni rimaste per usi successivi; per prelevare soluzioni da preparazioni multidose, utilizzare siringhe ed aghi/cannule sterili; non conservare le preparazioni multidose nelle aree in cui sono trattati i pazienti. Conservarle secondo le indicazioni del produttore. Eliminarle se la sterilità viene meno o è dubbia; non usare sacche o flaconi di soluzione endovenosa per più di un paziente. Misure per procedure speciali a livello lombare Indossare una mascherina chirurgica per inserire un catetere o infondere sostanze nel canale midollare o nello spazio subdurale (ad es. durante puntura lombare ed anestesia spinale o epidurale). Dispositivi medici ed attrezzature sanitarie I dispositivi medici ed i vari materiali sanitari presenti in ambito ospedaliero possono essere coinvolti in vario grado nella trasmissione delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria, divenendo veicoli di infezione se non adeguatamente trattati. Su questa considerazione si basa la classificazione di Spaulding, che suddivide i dispositivi ed i materiali vari, a seconda della loro specifica natura e/o delle indicazioni d’impiego, in tre categorie: • Articoli critici. Sono oggetti e dispositivi il cui utilizzo prevede un contatto diretto o indiretto con tessuti normalmente sterili o mucose lesionate (per es. teleria e strumenti per campi operatori, aghi e siringhe, ecc.). Questi dispositivi devono avere come requisito fondamentale la sterilità; • Articoli semicritici. Sono gli oggetti destinati al contatto con mucose integre, che sono una efficace barriera per le spore batteriche (per es. endoscopi, aspiratori, dispositivi per inalazione, ecc.). Per questa categoria intermedia di dispositivi è preferibile la sterilità; • Articoli non critici. Sono materiali per i quali si prevede solo un contatto con la cute integra, che presenta buone proprietà di barriera (per es. padelle, termometri, sfigmomanometro e fonendoscopio, ecc.). La detersione, per questi dispositivi, garantisce un adeguato livello igienico. La disinfezione o la sterilizzazione devono essere eseguite solo se necessario, ad esempio in presenza di pazienti affetti da patologie infettive. Il dispositivo medico dichiarato monouso non deve essere assolutamente riutilizzato e dopo l’uso deve essere smaltito negli appositi contenitori. I dispositivi medici ed i materiali sanitari pluriuso dopo l’utilizzo devono essere ricondizionati (raccolta/trasporto, decontaminazione, pulizia, lavaggio manuale e meccanico, risciacquo, asciugatura). E’ quindi raccomandato: • definire politiche e procedure per il contenimento, il trasporto e la manipolazione di attrezzature destinate all’assistenza del paziente e strumenti/presidi potenzialmente contaminati con sangue o liquidi biologici; 6 Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Toscana • • • • • • • • • • • • sottoporre dopo l’uso gli strumenti critici e semicritici ad un intervento di detersione, da effettuare con prodotti raccomandati, prima dei trattamenti di disinfezione ad alto livello o di sterilizzazione, poiché residui di materiale proteico ne riducono l'efficacia; indossare DPI adeguati al livello di contaminazione atteso, quando si maneggiano strumenti e dispositivi visibilmente sporchi o che possono essere stati contaminati da sangue o liquidi biologici; sottoporre i dispositivi medici riutilizzabili ad una pulizia accurata con acqua e detergente o con acqua e detergente enzimatico prima del trattamento di disinfezione di alto livello o di sterilizzazione; rimuovere i residui organici (per es. sangue e tessuti) ed inorganici visibili, utilizzando idonei agenti detergenti; pulire i dispositivi medici il prima possibile dopo il loro impiego (ad es. sul luogo di utilizzo), in quanto il materiale contaminante depositatovi sopra si può indurire o essiccare, rendendo più difficoltoso il processo di rimozione e meno efficace (o addirittura inefficace) il successivo intervento di disinfezione o sterilizzazione; effettuare la detersione manualmente (con sfregamento) o con mezzi meccanici (ad es. lavaggio ad ultrasuoni, lavastrumenti); utilizzare il sistema di lavaggio automatico, rispettando le raccomandazioni del produttore; risciacquare ed asciugare adeguatamente dopo la detersione (e prima della disinfezione o della sterilizzazione) i dispositivi riutilizzabili, ed asciugarli prima di riporli per la conservazione; sterilizzare i dispositivi medici e chirurgici critici prima del loro utilizzo; trattare le attrezzature semicritiche per l’assistenza al paziente con un processo, come minimo, di disinfezione di alto livello; elaborare e formalizzare procedure per raccogliere, trasportare e maneggiare strumenti e dispositivi per l’assistenza che possano essere contaminati con sangue o fluidi corporei; utilizzare per il trattamento di dispositivi non critici un disinfettante con livello di attività intermedia o bassa alle concentrazioni consigliate. 9. Igiene ambientale Le strutture sanitarie e socio-sanitarie devono: • definire politiche per la pulizia (frequenza, metodologia utilizzata) che includano l’individuazione di un referente tecnico; • definire un programma per la pulizia ed il mantenimento di condutture, ventilatori e sistemi di condizionamento dell’aria. Inoltre: • le superfici ambientali e l’attrezzatura medica devono essere pulite e disinfettate a fondo con regolarità e con disinfettanti appropriati, in accordo con le raccomandazioni del produttore. La pulizia accurata delle superfici ambientali è efficace nel rimuovere molti contaminanti; • per disinfettare le superfici, utilizzare disinfettanti appropriati a seconda del livello di disinfezione richiesto, che risultino efficaci nei confronti dei patogeni che con maggiore probabilità contaminano l’ambiente ove è assistito il paziente. Per ridurre il rischio di contaminazione dei disinfettanti, porre in atto le seguenti misure di 7 Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Toscana controllo: • preparare in modo corretto la soluzione di disinfettante per ottenere la concentrazione consigliata dal produttore; • prevenire le più comuni fonti di contaminazione estrinseca (ad es. contaminazione di contenitori o delle superfici dell’ambiente in cui il disinfettante viene preparato o utilizzato); • preparare soluzioni disinfettanti o detergenti secondo necessità e ripristinarle frequentemente con soluzioni fresche; • non utilizzare disinfettanti di alto livello o sterilizzanti liquidi per la disinfezione di superfici; • porre molta attenzione nella pulizia e nella disinfezione delle superfici a frequente contatto nelle aree di cura dei pazienti (ad es. testata, pediera e sponde del letto, carrelli, comodini, maniglie delle porte, manopole dei rubinetti). Queste superfici devono essere pulite e disinfettate con una frequenza superiore in confronto ad altre (ad es. superfici orizzontali nelle sale d’attesa); • prestare molta attenzione nella pulizia e nella disinfezione delle superfici a frequente contatto nelle aree di cura dei pazienti (es. testata, pediera e sponde del letto, carrelli, comodini, maniglie delle porte, manopole dei rubinetti) . Queste superfici devono essere pulite e disinfettate con una frequenza superiore in confronto ad altre superfici (es. superfici orizzontali nelle sale d’attesa); • includere nei protocolli e nelle procedure di pulizia e disinfezione indicazioni per le apparecchiature elettroniche riutilizzabili portate frequentemente dentro e fuori le stanze dei pazienti; • qualora si utilizzi un aspirapolvere professionale ospedaliero in aree con pazienti a rischio, curarne la manutenzione e dotarlo di filtri HEPA; • evitare metodi di pulizia delle superfici che producano nebulizzazioni, aerosol o dispersione di polvere nelle aree di cura dei pazienti. Non effettuare nebulizzazioni di disinfettanti nelle aree di assistenza ai pazienti; • evitare l’utilizzo di moquette nelle zone molto frequentate, nelle aree di assistenza o dove sono possibili spandimenti di sangue o altri liquidi biologici (es. unità di terapia ustionati, sale operatorie, laboratori, unità di terapia intensiva); • asciugare accuratamente i tappeti bagnati, per prevenire la crescita di muffa e funghi. Sostituire i tappeti ancora umidi dopo 72 ore; • assicurarsi che lo staff addetto alle pulizie aderisca effettivamente alle procedure di pulizia e disinfezione; • utilizzare protocolli standard di pulizia e di disinfezione, per controllare la contaminazione ambientale con cocchi gram positivi antibioticoresistenti (per es. S. aureus meticillina-resistenti, S. aureus con resistenza intermedia a glicopeptidi, Enterococchi resistenti a glicopeptidi); • quando sono indicate precauzioni da contatto per la cura del paziente, utilizzare ogni volta che sia possibile dispositivi monouso o dedicati al paziente; • escludere operatori sanitari con dermatiti essudative delle mani dal diretto contatto con l’attrezzatura per la cura del paziente; • al termine dell’attività chirurgica quotidiana, pulire i pavimenti delle sale operatorie a umido e/o con aspirapolveri professionali; disinfettare quindi con un disinfettante appropriato ed un panno monouso; • non utilizzare tappetini adesivi all’entrata delle sale operatorie o delle stanze. 8 Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Toscana • • • • • • • nelle aree di cura destinate ai pazienti immunocompromessi, utilizzare metodi appropriati per la rimozione dello sporco/polvere. Chiudere le porte delle camere dei pazienti immunocompromessi quando si spolvera o si incera, utilizzando, per minimizzare l’esposizione alla polvere per via aerea, un panno monouso sui pavimenti dei corridoi. Evitare metodi di pulizia che determinino la dispersione della polvere (ad es. “piumini”). Rimuovere giornalmente la polvere dalle superfici orizzontali, inumidendo un panno con una piccola quantità di detergente/disinfettante appropriato; negli spogliatoi, nelle camere e nelle aree dove sono ospitati pazienti immunocompromessi, non utilizzare tappeti o moquette; nelle aree con pazienti immunocompromessi, informare il personale dell’impresa edile ed il personale di assistenza del rischio di infezioni per via aerea associato a lavori edilizi, della possibilità del verificarsi di una dispersione di spore fungine durante tali attività e delle modalità di controllo della dispersione delle spore stesse; nelle strutture che prestano assistenza pediatrica o nelle quali vi siano sale d’attesa con giochi per bambini (ad es. ambulatori e cliniche ostetriche/ginecologiche), definire politiche e procedure per la pulizia e la disinfezione dei giochi ad intervalli regolari; nelle nursery e nelle unità di patologia neonatale, evitare l’esposizione non necessaria dei neonati a residui di disinfettante impiegato nel trattamento delle superfici ambientali. Usare disinfettanti appropriati, di livello intermedio o basso, in accordo con le indicazioni del produttore e rispettando le misure di sicurezza. Non utilizzare fenoli o altri germicidi chimici per disinfettare le culle e gli incubatori durante la permanenza dei neonati. Risciacquare con acqua le superfici trattate con disinfettante, soprattutto se fenoli, prima del riutilizzo. pulire e disinfettare tempestivamente gli spandimenti di sangue o di altro materiale potenzialmente infettivo; per la decontaminazione di spandimenti di sangue è da preferire un disinfettante a base di cloro (es. ipoclorito di sodio). Per il trattamento di una superficie non porosa, contaminata da uno spandimento di piccolo volume (schizzo) di sangue o altro materiale potenzialmente infetto, utilizzare una soluzione preparata di recente alla concentrazione di 500-600 ppm di cloro. Se lo spandimento è consistente (provetta) o è costituito da una coltura in laboratorio, utilizzare per la decontaminazione un prodotto a base di cloro alla concentrazione di 5.000 - 6.000 ppm prima di procedere alla detersione. Dopo la detersione, effettuare una disinfezione finale con una soluzione di ipoclorito 500 - 600 ppm. 10. Gestione biancheria/teleria ed effetti letterecci • tutta la biancheria sporca delle strutture assistenziali deve essere gestita nello stesso modo per tutti i pazienti; • dove sia richiesta la sterilità, utilizzare tessuti, teli chirurgici e camici sterili; • utilizzare tessuti puliti (lavati, ma non sterilizzati) nelle unità di terapia intensiva neonatale; • mantenere i materassi asciutti. Eliminare quelli bagnati o macchiati, in modo particolare nelle unità ustionati; • pulire e disinfettare i coprimaterasso lavabili, utilizzando un disinfettante adeguato, ogni volta che il letto viene occupato da un nuovo paziente; 9 Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Toscana • • • • • se si utilizza un coprimaterasso in tessuto, cambiarlo e lavarlo ogni volta che il letto viene occupato da un nuovo paziente; lavare i copricuscini ed i cuscini lavabili con cicli ad acqua calda ogni volta che il letto viene occupato da un nuovo paziente o quando vengono contaminati da materiali biologici; pulire e disinfettare a fondo la biancheria in materiale sintetico ogni volta che il letto viene occupato da un nuovo paziente, utilizzando un prodotto disinfettante adeguato; qualora si utilizzino scivoli/ascensori/montacarichi per la biancheria sporca, assicurarsi che siano adeguatamente progettati, sottoposti a manutenzione ed usati in modo da minimizzare la dispersione di aerosol dalla biancheria contaminata; nel maneggiare, trasportare e trattare la biancheria usata, evitare la contaminazione di aria, superfici e persone. 11. Stoviglie In letteratura, non vi sono evidenze riportate relative alla tipologia di stoviglie da utilizzare, pluriuso o monouso. Per gli operatori, è necessario che indossino adeguati DPI e che adottino buone pratiche per espletare quelle attività che prevedono il contatto con i pazienti. 12. Smaltimento dei rifiuti Attenersi ai protocolli ed alle procedure previste. Gli aghi e gli altri taglienti devono essere maneggiati con cura per evitare lesioni e devono essere smaltiti negli appositi contenitori, posizionati nelle aree dove questi strumenti sono utilizzati. PRECAUZIONI BASATE SULLA VIA DI TRASMISSIONE Le precauzioni aggiuntive, basate sulla via di trasmissione, si riferiscono alle modalità di trasmissione del microorganismo (contatto, droplet, airborne o via aerea), si integrano a quelle standard e sono indicate per tutti quei pazienti affetti da patologia infettiva diffusiva (o sospettati di esserlo). Sono classificate in 3 categorie: 1. contatto; 2. droplet; 3. airborne o via aerea. Devono essere: • integrate con le precauzioni standard; • applicate in combinazione con una o più precauzioni, se i microrganismi si trasmettono attraverso più vie (ad es. Herpes Zoster/Varicella, si trasmette per via airborne, per droplet e per contatto). Pertanto, oltre alle precauzioni standard, dovranno essere applicate le precauzioni aggiuntive da contatto, droplet ed airborne. Quando la malattia si trasmette sia per via aerea che per droplet, deve essere applicata la precauzione aggiuntiva di più alto grado Airborne. Nei rimanenti casi, applicare tutte le precauzioni citate (ad es. standard-droplet-contatto). Si descrivono, di seguito, le precauzioni aggiuntive, suddivise per via di trasmissione. 10 Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Toscana 1. PRECAUZIONI DA CONTATTO Da utilizzare in aggiunta a quelle standard nell’assistenza a pazienti/utenti con infezione nota o sospetta, trasmissibile per contatto (ad es. gastroenterite da Clostridium Difficile, da Rotavirus, infezioni o colonizzazioni da microrganismi multiresistenti (MRSA,VRE), Pediculosi, Scabbia, ulcere da decubito infette). Accoglienza del paziente • negli ospedali per acuti, sistemare il paziente che richiede precauzioni da contatto in una stanza singola, se disponibile. Se la stanza singola non è disponibile, collocare nella stessa stanza pazienti infetti o colonizzati dagli stessi patogeni; • se fosse necessario collocare nella stessa stanza un paziente che richiede precauzioni da contatto e uno che NON sia infetto o colonizzato con lo stesso patogeno, nel passaggio da un paziente all’altro cambiare l’abbigliamento protettivo e procedere all’igiene delle mani; • indossare i guanti ogni volta che si viene a contatto con la cute integra del paziente o con le superfici e gli oggetti posti a stretto contatto con lo stesso (ad es. apparecchiature, protezioni del letto). Indossare i guanti al momento di entrare nella stanza o nel box in cui si trova il paziente. Dispositivi di protezione Guanti • indossare i guanti ogni volta che si viene a contatto con la cute integra del paziente o con superfici ed oggetti in prossimità dello stesso (ad es. apparecchiature e protezioni del letto). Indossare i guanti appena entrati nella camera di degenza; • togliere i guanti prima di lasciare la stanza del paziente o allontanandosi dallo spazio intorno al letto. Sovracamice • indossare il sovracamice quando è probabile che gli abiti vengano a diretto contatto con il paziente o con le superfici o gli oggetti potenzialmente contaminati nelle strette vicinanze dello stesso. Indossarlo al momento di entrare nella stanza o nel box in cui si trova il paziente e rimuoverlo e procedere all’igiene delle mani prima di uscire. Dispositivi medici ed attrezzature sanitarie • manipolare le attrezzature per la cura del paziente e gli strumenti/attrezzature secondo le precauzioni standard indicate precedentemente; • negli ospedali per acuti, nelle strutture per lungodegenti ed in altre strutture assistenziali, utilizzare attrezzature non critiche (ad es. sfigmomanometro) monouso o dedicate per singolo paziente. Se non è possibile, pulire e disinfettare gli strumenti fra un paziente e l’altro. Igiene ambientale • assicurarsi che le stanze dei pazienti che richiedono precauzioni da contatto siano pulite e disinfettate di frequente (almeno una volta al giorno), con particolare attenzione alle superfici toccate più frequentemente (sbarre del letto, tavolino, comodino, superfici del bagno, maniglie) ed agli oggetti a più stretto contatto col paziente. 11 Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Toscana Interrompere le Precauzioni da Contatto dopo la risoluzione dei segni e dei sintomi o in conformità con le raccomandazioni per specifici microrganismi. 2. PRECAUZIONI DROPLET Da utilizzare in aggiunta a quelle standard per tutti i pazienti/utenti con sospetta o accertata infezione da microrganismi trasmissibili per droplets (>5 micron di diametro), che possono essere generate dal paziente con la tosse, gli starnuti, la fonazione. Accoglienza del paziente • collocare nella stessa stanza i pazienti che hanno un’infezione sostenuta dallo stesso microrganismo; • se fosse necessario mettere nella stessa stanza un paziente che richiede precauzioni per droplets e uno che NON ha la stessa infezione, assicurarsi che siano posti ad una distanza superiore ad 1 metro l’uno dall’altro. Separare con una tenda un letto dall’altro, in modo da ridurre al minimo le probabilità di contatto stretto. Dispositivi di protezione individuale Mascherina • indossare la mascherina all’ingresso della stanza o del box del paziente se ci si avvicina a meno di 1 metro. Per l’assistenza a pazienti con rosolia o parotite, la mascherina non è necessaria, se il personale è immune; gli operatori non immuni devono entrare nella stanza solo se indispensabile e devono indossare la mascherina; • cambiare l’abbigliamento protettivo e procedere all’igiene delle mani nel passare da un paziente ad un altro collocato nella stessa stanza, indipendentemente dal fatto che uno o entrambi richiedano precauzioni per droplets. Trasporto del paziente • se è necessario trasportare o spostare il paziente, insegnargli ad indossare la mascherina e ad osservare le norme di igiene respiratoria che riducono la trasmissione. Interrompere le precauzioni Droplet dopo la risoluzione dei segni e sintomi o in conformità con le raccomandazioni per specifici microrganismi. 3. PRECAUZIONI AIRBORNE Utilizzare le precauzioni airborne per i pazienti con infezione sospetta o accertata da patogeni trasmessi per via aerea (ad es. M. tuberculosis, morbillo, varicella ed Herpes zoster disseminato). Accoglienza del paziente Strutture per lungodegenza: • i pazienti ai quali venga diagnosticata una tubercolosi contagiosa dovrebbero essere gestiti adottando le stesse precauzioni dei pazienti assistiti negli ospedali per acuti; • nelle strutture di lungodegenza, in presenza di un caso di varicella o di Herpes zoster disseminato, deve essere verificata la condizione immunitaria dei compagni di stanza e degli altri contatti; se sono suscettibili, adottare le precauzioni per malattie a trasmissione per via aerea da 8 giorni dopo la prima probabile esposizione fino a 21 12 Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Toscana giorni dopo l’ultima esposizione. Le immunoglobuline varicella zoster sono raccomandate per i contatti suscettibili a rischio di malattia grave e le precauzioni dovrebbero essere mantenute per 28 giorni dopo l’esposizione. Sistemare i contatti suscettibili esposti in stanze singole o in gruppo, fino alla fine del periodo di incubazione. Le porte devono essere tenute chiuse; • in presenza di un caso di morbillo, deve essere verificato lo stato immunitario dei compagni di stanza e degli altri contatti; i contatti suscettibili devono ricevere la profilassi con vaccino o immunoglobuline. Adottare precauzioni per i contatti suscettibili esposti da 5 giorni dopo la prima probabile esposizione fino a 21 giorni dopo l’ultima esposizione. Sistemare contatti suscettibili in stanze singole o in gruppo fino alla fine del periodo di incubazione. Le porte devono essere tenute chiuse. Strutture per acuti/lungodegenza: • sistemare i pazienti per i quali sono necessarie le precauzioni per via aerea in una stanza per l’isolamento respiratorio: prevedere almeno 6-12 ricambi di aria all’ora. Eliminare l’aria direttamente all’esterno oppure, se questo non è possibile e se il sistema di aerazione prevede il ricircolo, filtrarla attraverso filtri HEPA. Monitorare quotidianamente la pressione della stanza con indicatori visivi, se non sono disponibili altri strumenti di rilevazione. Le porte devono essere tenute chiuse, anche dopo la dimissione, per il tempo necessario alla rimozione dei microrganismi; • il paziente deve rimanere confinato nella propria stanza, che deve disporre di bagno proprio. Ambulatori: • adottare sistemi appropriati (triage, ecc.) per identificare i pazienti con infezione accertata o sospetta che richieda precauzioni per via aerea; • sistemare quanto prima il paziente in una stanza per l’isolamento respiratorio. Se non è disponibile, fargli indossare una mascherina chirurgica ed ospitarlo in una sala visite. Dopo che il paziente ha lasciato la stanza, mantenerla vuota per il tempo sufficiente a consentire un completo ricambio dell’aria (circa 1 ora); • insegnare ai pazienti con infezione accertata o sospetta a trasmissione per via aerea ad indossare la mascherina e ad osservare le norme che riducono la trasmissione respiratoria fuori dalla stanza di isolamento respiratorio. Restrizioni per il personale • nelle strutture per acuti, il personale suscettibile a morbillo, varicella, zoster diffuso o vaiolo non dovrebbe mai entrare nella stanza di un paziente con una di queste infezioni, se è disponibile personale immune. Tutto il personale dovrebbe essere immune per il morbillo. Dispositivi di protezione individuali Filtranti Facciali • utilizzare filtranti facciali FFP2 o FFP3 quando si entra nella stanza o in casa di pazienti con tubercolosi in isolamento, quando le procedure da attuare possono determinare la produzione di aerosol (irrigazione, incisioni, drenaggi..), quando persone non immuni debbano necessariamente entrare nella stanza di pazienti con varicella o zoster disseminato. 13 Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Toscana Trasporto del paziente • nei pazienti con lesioni cutanee da varicella, vaiolo o da Mycobacterium tuberculosis, coprire le aree colpite in modo da prevenire la produzione di aerosol o il contatto delle lesioni con l’agente infettivo. Gestione dell’esposizione • vaccinare o somministrare immunoglobuline ai soggetti suscettibili immediatamente dopo un contatto non protetto con pazienti affetti da morbillo, varicella o vaiolo. Interrompere le precauzioni airborne dopo la risoluzione di segni e sintomi o in conformità con le raccomandazioni per specifici microrganismi. Ambiente Protettivo Le raccomandazioni contenute nelle “Guideline for Isolation Precautions: Preventing Trasmission of Infectious Agents in Healthcare Setting” indicano per il paziente sottoposto a trapianto allogenico di cellule staminali un “Ambiente Protettivo”, allo scopo di ridurre il contenuto di spore fungine nell’aria, per prevenire il rischio di infezioni fungine invasive di origine ambientale. Nello specifico: • sistemare il paziente sottoposto a trapianto allogenico di midollo in un ambiente per isolamento protettivo, al fine di ridurre la possibile esposizione a miceti ambientali (ad es. Aspergillo); • assicurare che l’ambiente per l’isolamento protettivo sia progettato in modo da mantenere una pressione positiva. Utilizzare un’anticamera per garantire un appropriato bilanciamento della pressione fra l’ambiente isolato ed il corridoio. Sigillare la stanza in modo da prevenire l’ingresso di aria dall’esterno. Filtrare l’aria in entrata con filtri HEPA, capaci di rimuovere il 99,97% delle particelle di diametro uguale o superiore a 0,3 micron. L’aria di mandata deve entrare da un lato della stanza ed uscire dal lato opposto, passando attraverso la postazione del paziente. Prevedere almeno 12 ricambi di aria all’ora; • monitorare quotidianamente la pressione con indicatori visivi; • evitare moquette e tappeti nei corridoi e nelle stanze dei pazienti; • per il paziente che necessita di un ambiente protetto, minimizzare il più possibile il tempo trascorso fuori dalla stanza per visite, procedure ed altre attività; • mettere in atto le precauzioni standard raccomandate per l’assistenza di qualunque paziente; • in caso di pazienti immunocompromessi con infezioni virali, data la prolungata eliminazione del virus, debbono essere applicate più a lungo le precauzioni specifiche; • mettere in atto le precauzioni airborne per i pazienti affetti da una patologia a trasmissione per via aerea (tubercolosi, varicella zoster): a) assicurarsi che l’ambiente per isolamento protettivo sia strutturato in modo da mantenere all’interno una pressione positiva; b) utilizzare un’antistanza per garantire un appropriato bilanciamento dell’aria tra il corridoio e l’ambiente di isolamento protettivo; c) garantire un’uscita separata dell’aria contaminata all’esterno, oppure collocare un filtro HEPA nel condotto di uscita, se è previsto il ricircolo dell'aria. Non esistono evidenze che prevedano l’Ambiente Protettivo per i pazienti che hanno subito 14 Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Toscana altri tipi di trapianti d’organo o che hanno un immunocompromissione di diversa eziologia. Visitatori I visitatori (familiari, consulenti, volontari, manutentori), sono stati identificati come fonti di diversi tipi di infezioni, quali la pertosse, la tubercolosi, l’influenza ed altri virus respiratori. Tuttavia, non sono ancora stati studiati efficaci metodi per monitorare le visite nell’ambiente ospedaliero. Il monitoraggio dei visitatori è importante, soprattutto, durante le epidemie stagionali di malattie infettive e nelle unità con pazienti ad alto rischio. Nella letteratura scientifica, l’uso di camici, guanti o maschere da parte dei visitatori, non è stato analizzato in maniera specifica. I visitatori che hanno contatti stretti con il paziente nell’accudirlo, se non usano correttamente i dispositivi, potrebbero contaminarsi e/o, al seguito di contatti con altri pazienti, contribuire alla trasmissione degli agenti infettivi. Pertanto, riveste particolare importanza la loro educazione/istruzione da parte del personale sanitario, per l’applicazione di corrette norme comportamentali inerenti: • l’igienizzazione delle mani; • l’utilizzo dei dispositivi di protezione e dei dispositivi medici; • il corretto smaltimento dei dispositivi utilizzati nella visita al paziente. 15 Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Toscana TRASPORTO SU VEICOLO SANITARIO PAZIENTE COLONIZZATO INFETTO Finalità • prevenire la trasmissione di malattie infettive, tutelare l'utente, l'operatore sanitario ed il volontario durante le operazioni di trasporto e di soccorso di pazienti con sospetta o accertata patologia infettiva; rendere omogeneo il comportamento, in caso di patologia infettiva, degli operatori sanitari e del personale volontario che opera sui mezzi di soccorso; dare indicazioni sulle modalità di comunicazione delle malattie infettive; • • tutto il personale sanitario del 118; tutto il personale dei mezzi BLS e ALS. • • Applicabilità PRECAUZIONI STANDARD DA ADOTTARE SEMPRE PER TUTTI I PAZIENTI, INDIPENDENTEMENTE DALLA PRESENZA DI UNO STATO INFETTIVO. IGIENE DELLE MANI GUANTI Le raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità prevedono il lavaggio delle mani con acqua e sapone solo quando sono visibilmente sporche di sangue o di altro materiale biologico, oppure dopo l'uso della toilette. Per l'igiene di routine, considerano la frizione con gel alcolico il gold standard. • eseguire l'igiene delle mani con gel alcolico: 1. prima e dopo l'assistenza diretta al malato; 2. al termine dell'assistenza prestata ai pazienti, anche se si sono usati i guanti, prima di risalire sul mezzo di soccorso c dopo la rimozione dei guanti; 3. quando l'operatore rimuove o sostituisce i guanti anche durante la solita manovra assistenziale, se possibile. • lavare le mani con acqua e detergente/disinfettante una volta rientrati in sede e/o dopo aver lasciato il paziente al Pronto Soccorso. • prevenire e curare screpolature, abrasioni e piccole ferite della cute. • mantenere le unghie corte, pulite e prive di smalto. • non indossare bracciali, orologi ed altri monili quando si presta assistenza al paziente. • • • • • • • • MASCHERINE CON O SENZA VISIERA OCCHIALI PROTETTIVI • • 16 indossare guanti della misura adeguata e del tipo idoneo alla prestazione da effettuare; indossare i guanti prima di venire in contatto con: sangue, fluidi corporei, secreti, escreti, mucose, cute non intatta dei pazienti ed oggetti contaminati; non rispondere al telefono, toccare maniglie, ecc. con i guanti, se possibile, e non effettuare qualunque altra azione non direttamente correlata allo specifico atto assistenziale; sostituire i guanti tra un paziente e l'altro, in caso di soccorso di più pazienti; sostituire i guanti durante l'assistenza sullo stesso paziente, se si passa da una zona contaminata ad un'altra parte del corpo, se possibile; rimuovere i guanti quando si rompono o si verifica una puntura o una lacerazione; rimuovere prontamente i guanti dopo l'uso ed eseguire l'igiene delle mani con gel alcolico; eliminare i guanti visibilmente contaminati nel contenitore dei rifiuti infetti. utilizzare sempre la mascherina, la mascherina con visiera e/o gli occhiali protettivi, per proteggere le mucose di occhi, naso e bocca durante l'esecuzione di manovre invasive; utilizzare la mascherina con o senza visiera una sola volta (monouso); Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Toscana indossare la mascherina sulla bocca e sul naso e non abbassarla mai; legare la mascherina correttamente dietro la testa e tenerla ben adesa al volto; usare la mascherina una sola volta e poi gettarla, se contaminata, nel contenitore dei rifiuti infetti; eseguire l'igiene delle mani dopo la rimozione; in caso di manovre invasive, indossare sempre la visiera o gli occhiali protettivi. • • • • • CAMICI ED INDUMENTI In situazioni particolari (come l'assistenza a pazienti con patologia infettiva nota): PROTETTIVI • indossare il camice per proteggere la cute e prevenire l'imbrattamento degli abiti, durante l'esecuzione di procedure che possono determinare schizzi di sangue o di altri liquidi biologici; • rimuovere il camice (facendo attenzione a non inquinare la divisa) o ogni volta che è necessario interrompere lo specifico atto assistenziale; • smaltirlo, se visibilmente contaminato, nei contenitori per rifiuti potenzialmente infetti; • eseguire l'igiene delle mani dopo aver tolto il camice e/o gli indumenti protettivi. "Il GALATEO RESPIRATORIO" IGIENE RESPIRATORIA/ETI CHETTA DELLA TOSSE • • • • effettuare misure di controllo delle fonti d'infezione (ad es. coprire naso/bocca con un fazzoletto di carta quando si tossisce e smaltire immediatamente il fazzoletto usato, impiegare mascherine chirurgiche per il paziente che tossisce, se tollerate e appropriate); effettuare l'igiene delle mani dopo il contatto con secrezioni respiratorie; rispettare, quando possibile, una separazione spaziale, idealmente superiore al metro, delle persone con infezioni respiratorie rispetto alle altre, nelle aree di attesa dei DEA; adottare le misure di contenimento della tosse fin dal primo approccio, fornendo indicazioni comportamentali anche al paziente. MANOVRE RIANIMATORIE Indossare, durante le manovre rianimatorie: • guanti; • mascherine di tipo chirurgico con elastici; • occhiali protettivi o visiera; • se il paziente ha una patologia infettiva accertata e nota, indossare anche il camice monouso. Qualora non sia utilizzato materiale monouso, decontaminare, sanificare, disinfettare e/o sterilizzare palloni Ambu (utilizzare comunque sempre il filtro antibatterico monouso), sonde del saturimetro, bracciali della pressione, ecc. MANIPOLAZIONE DI STRUMENTI/OGGETTI TAGLIENTI Adottare le misure necessarie a prevenire incidenti, causati da aghi, bisturi ed altri dispositivi taglienti o pungenti durante il loro utilizzo, nelle fasi di decontaminazione, di sanificazione e di smaltimento. • non indirizzare aghi e taglienti verso parti del corpo; • non prendere "al volo" strumenti taglienti e/o pungenti se stanno cadendo; • non raccogliere con le mani gli strumenti taglienti e/o pungenti caduti; • non portare strumenti taglienti e/o pungenti in tasca; • non piegare o rompere lame, aghi e altri oggetti taglienti e/o pungenti; • non incappucciare gli aghi dopo l'uso, non disconnetterli manualmente dalla siringa; • smaltire tutti gli strumenti taglienti e pungenti negli appositi contenitori, che devono essere in posizione comoda, sicura e vicinaal posto di utilizzo. SICUREZZA NELLA PRATICA INIETTIVA • • • 17 adottare tecniche asettiche per evitare la contaminazione delle attrezzature; considerare tutto il materiale e tutti i set d'infusione mono-paziente e monouso; utilizzare tutte le volte che è possibile farmaci monodose per le soluzioni Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Toscana • • • SMALTIMENTO RIFIUTI • • • • • TRASPORTO DEI PAZIENTI parenterali; non utilizzare residui di fiale monodose su altri pazienti; usare aghi, siringhe e cannule sterili ogni volta che si accede ad una fiala pluridose; conservare i flaconi pluridose in modo approprialo e scartarli se la sterilità viene compromessa. effettuare la raccolta e la relativa differenziazione dei rifiuti sanitari seguendo le disposizioni/indicazioni previste; utilizzare per lo smaltimento dei rifiuti potenzialmente infetti gli appositi contenitori; sistemare i contenitori in posizione comoda, sicura e vicina al posto di utilizzo; non prelevare materiale dai contenitori per rifiuti; evitare di trascinare i contenitori dei rifiuti, di appoggiarli al corpo e di effettuare qualsiasi altra manovra che possa pregiudicare la propria e l'altrui sicurezza. Durante il trasporto di un paziente con patologia infettiva o colonizzato, è importante: • porre in atto e fare indossare al paziente appropriate misure di barriera, per ridurre la possibilità di contaminazione dell'ambiente e di trasmissione di microrganismi ad altri pazienti, personale sanitario o volontari; • avvertire del suo arrivo imminente il personale del servizio in cui il paziente deve essere condotto ed indicare le precauzioni da adottare per ridurre il rischio di trasmissione del microrganismo infettivo; • informare il personale addetto al trasporto del paziente delle precauzioni da adottare; • informare, se possibile, i pazienti circa i modi in cui possono aiutare a prevenire la trasmissione ad altri dei loro agenti patogeni; • smaltire correttamente la biancheria utilizzata e sanificare la barella una volta effettuato il trasporto del paziente con patologia infettiva. PRECAUZIONI AGGIUNTIVE BASATE SULLE MODALITÀ DI TRASMISSIONE TRASMISSIONE PER CONTATTO ISOLAMENTO DA CONTATTO • • precauzioni da adottare in aggiunta alle Precauzioni Standard. da adottare nei confronti di pazienti con sospetta o diagnosticata infezione o colonizzazione da patogeni trasmissibili tramite contatto diretto ed indiretto. IGIENE DELLE MANI • lavare le mani con gel antisettico immediatamente dopo ogni contatto con il paziente; dopo l'igiene delle mani, non toccare superfici ambientali od oggetti utilizzati per l'assistenza potenzialmente contaminati, per evitare di trasferire microrganismi ad altri pazienti o all'ambiente circostante. • GUANTI • • • CAMICI ED INDUMENTI PROTETTIVI • • 18 indossare guanti puliti (non sterili) quando si entra in contatto con il paziente; sostituire i guanti impiegati per l'assistenza al paziente se si danneggiano o subito dopo il contatto con materiali che possono contenere alte concentrazioni di microrganismi (drenaggi, ferite, lenzuola, ecc.); rimuovere i guanti ed effettuare immediatamente il lavaggio antisettico delle mani prima di lasciare il Pronto Soccorso. indossare un camice pulito (non sterile) ogni volta che si prevede un contatto dei propri indumenti con il degente, con l'ambiente circostante il paziente, con strumenti o superfici contaminate, oppure quando il paziente presenta ferite o drenaggi non protetti da medicazione; rimuovere il camice una volta effettuato il servizio, ponendo la massima attenzione Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Toscana a non contaminare la divisa; rimuovere i DPI nella giusta sequenza: prima i guanti sporchi, poi il camice utilizzato (v. KIT DI BIO-PROTEZIONE, PROCEDURA, RIMOZIONE DPI); fare la massima affinché la divisa non venga in contatto con superfici potenzialmente contaminale; sostituire la divisa contaminata con una pulita. • • • ATTREZZATURA PER L'ASSISTENZA AL PAZIENTE • • utilizzare preferibilmente materiale monouso; detergere e disinfettare adeguatamente qualsiasi presidio prima di utilizzarlo su un altro paziente. TRASPORTO DEL PAZIENTE • quando alla Centrale 118 giunge un servizio per il trasporto di un paziente con sospetta o accertata patologia infettiva trasmissibile per contatto, agire come segue: 1. la Centrale 118 deve trasmettere all'equipaggio l'informazione; 2. chi riceve la chiamata deve: • informare tutto il personale addetto al trasporto (volontari, soccorritori) delle precauzioni da adottare; • porre in atto e fare indossare appropriate misure di barriera agli operatori (DPI) ed al paziente (pannoloni, medicazioni impermeabili, ecc.), per ridurre la possibilità di contaminazione dell'ambiente e di trasmissione di microrganismi; • assicurarsi che vengano mantenute tutte le precauzioni necessarie ad evitare la trasmissione di microrganismi e la contaminazione ambientale e delle attrezzature del mezzo di soccorso; • smaltire correttamente la biancheria utilizzata; • sanificare la barella una volta effettuato il trasporto del paziente con patologia infettiva. EDUCAZIONE SANITARIA • qualora sul mezzo di soccorso venga trasportato un parente del paziente (ad es. un minore), informarlo sulle norme igieniche da osservare (uso di DPI, lavaggio antisettico delle mani dopo il contatto con il paziente, ecc.). TRASMISSIONE PER DROPLET ISOLAMENTO DA DROPLETS • • precauzioni da adottare in aggiunta alle Precauzioni Standard e da Contatto; da adottare nei confronti di pazienti con sospetta o diagnosticata infezione o colonizzazione da patogeni trasmissibili tramite contatto droplet. PROTEZIONE RESPIRATORIA • indossare la mascherina chirurgica quando ci si avvicina a meno di un metro dal paziente con infezione trasmissibile mediante droplets; indossare la maschera facciale filtrante di classe FFP3, per lo svolgimento di procedure che inducono tosse o generano aerosol (broncoaspirazione, ecc.). • ATTREZZATURA PER L' ASSISTENZA AL PAZIENTE • • • EDUCAZIONE SANITARIA • utilizzare preferibilmente materiale monouso; detergere e disinfettare adeguatamente qualsiasi presidio pluriuso prima di utilizzarlo su un altro paziente; assicurarsi che le attrezzature nelle immediate vicinanze del paziente e gli strumenti impiegati per l'assistenza e frequentemente toccati, siano detersi e disinfettati. quando possibile, durante il trasporto, fare indossare al paziente la mascherina chirurgica o coprirgli il naso o la bocca durante eventuali accessi di tosse (v. Precauzioni Standard “Galateo respiratorio Igiene Respiratoria etichetta della tosse”). DIAGNOSI CERTA O RAGIONEVOLE SOSPETTO DI MENINGITE La trasmissione avviene per contatto diretto ed attraverso le goccioline nasali e faringee (droplets) espulse da persone infette con la fonazione, la tosse e gli starnuti. Nelle forme ad eziologia virale, la trasmissione può avvenire attraverso le feci. La meningite da Meningococco 19 Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Toscana (Neisseria Meningidis) è l'unica che può rappresentare un rischio reale per gli operatori sanitari. Nel caso si debba procedere al trasporto di un paziente con diagnosi certa, o qualora la richiesta contenga elementi suggestivi di un sospetto diagnostico: 1. far indossare al paziente, durante gli spostamenti, una mascherina chirurgica; 2. far indossare alla equipe di soccorso un facciale filtrante FFP3; il facciale deve essere eliminato, immediatamente dopo l'uso, in un contenitore per rifiuti sanitari a rischio infettivo. Sono da ritenersi CONTATTI A RISCHIO solo quelli ravvicinati e ripetuti, che abbiano esposto l'operatore a secrezioni orali del paziente, ovvero: 1. conviventi; 2. amici o familiari con contatti intimi o con condivisione dello stesso ambiente per 4 ore al giorno per almeno 5 dei 7 giorni che hanno preceduto l'insorgenza dei sintomi; 3. persone che abbiano eseguito manovre rianimatorie (ventilazione bocca a bocca, intubazione endotracheale, gestione di cannula endotracheale). TRASMISSIONE PER VIA AEREA ISOLAMENTO RESPIRATORIO • • precauzioni da adottare in aggiunta alle Precauzioni Standard e da Contatto; da adottare nei confronti di pazienti con sospetta o diagnosticata infezione o colonizzazione da patogeni trasmissibili per via aerea. TRASPORTO DEL PAZIENTE • considerare l'epidemiologia del microrganismo e la tipologia dei pazienti, prima di procedere al loro trasporto. aerare il mezzo di soccorso tutte le volte che è possibile, per favorire i ricambi d'aria; in caso di sospetta o accertata TBC polmonare, far indossare al paziente una mascherina chirurgica. • • ASSISTENZA AL PAZIENTE • • • • PROTEZIONE RESPIRATORIA • • EDUCAZIONE SANITARIA • • il personale di assistenza al paziente deve essere circoscritto nel numero; utilizzare preferibilmente materiale monouso; assicurarsi che le attrezzature nelle immediate vicinanze del paziente e gli strumenti impiegati per l'assistenza e frequentemente toccati, siano regolarmente detersi e disinfettati; sterilizzare obbligatoriamente tutto il materiale pluriuso utilizzato sulle vie aeree di pazienti affetti da sospetta o accertata TBC polmonare. indossare la mascherina chirurgica ogni volta che si entra in contatto con un caso sospetto o accertato di meningite, morbillo, varicella, ecc.; indossare la maschera facciale filtrante di classe FFP3 per le normali attività assistenziali, in caso di sospetta o accertata TBC polmonare o di altra patologia infettiva emergente trasmissibile per via aerea, oppure per lo svolgimento di procedure che inducono tosse o generano aerosol. durante il trasporto, fare indossare al paziente la mascherina chirurgica o coprirgli il naso o la bocca durante eventuali accessi di tosse; in caso di sospetta accertata TBC polmonare, è fatto divieto trasportare il familiare sul mezzo di soccorso. RACCOLTA E SMALTIMENTO DEI RIFIUTI SANITARI Sono da considerarsi rifiuti a rischio infettivo: • tutti i rifiuti provenienti da ambienti di isolamento infettivo, nei quali sussista un rischio di trasmissione biologica aerea; • tutti i presidi ed i dispositivi utilizzati e da smaltire, che provengano da ambienti di isolamento infettivo e siano venuti a contatto con qualsiasi liquido biologico, secreto o escreto, dei pazienti isolati, o siano contaminati da sangue. Il confezionamento di detti rifiuti deve avvenire nell'apposito sacco rosso o giallo con contenitore esterno rigido a chiusura ermetica, apponendo sul coperchio data di confezionamento e reparto/servizio di provenienza; • i rifiuti taglienti (aghi, lame, bisturi monouso ecc.) devono essere raccolti negli appositi contenitori rigidi a 20 Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Toscana chiusura ermetica e per lo smaltimento, confezionati come gli altri rifiuti a rischio infettivo. I rifiuti assimilati agli urbani, ad eccezione del caso di trasmissione biologica per via aerea, devono essere raccolti e smaltiti secondo le modalità utilizzate negli ambienti sanitari non di isolamento. Al fine di garantire la sicurezza degli operatori è necessario osservare le seguenti norme comportamentali: • sistemare i contenitori in posizione comoda, sicura e vicino al posto dove devono essere utilizzati; • evitare, nel modo più assoluto, di prelevare materiale dai contenitori per rifiuti; • utilizzare dispositivi per la protezione della cute e delle mucose durante la fase di raccolta e di confezionamento dei rifiuti; • trasportare e manipolare solo contenitori correttamente chiusi, al fine di evitare accidentali fuoriuscite e spargimento di rifiuti; • evitare di trascinare i contenitori dei rifiuti, di appoggiarli al corpo e di effettuare qualsiasi altra manovra che possa pregiudicare la propria ed altrui sicurezza; COMUNICAZIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE La comunicazione di soccorso o di trasporto di un paziente con sospetta o accertata patologia infettiva può giungere alla Centrale Operativa del 118 da: 1. presidi ospedalieri (DEA e degenze) a rischio infettivo; 2. case di Cura, RSA, ecc. a rischio infettivo; 3. richiesta medica scritta (MMG e/o PLS) a rischio infettivo; 4. equipaggio dei mezzi di soccorso a rischio infettivo: • quando, dalla valutazione di segni e sintomi, l'operatore sanitario sospetta una caso di patologia infettiva deve avvertire telefonicamente la Centrale Operativa 118, in modo tale che la stessa possa pre-allertare il DEA di riferimento; 5. La Centrale Operativa del 118 comunica il soccorso o il trasporto di un paziente con sospetta o accertata patologia infettiva trasmissibile all'equipaggio dei mezzi di soccorso, avendo cura di: • considerare l'epidemiologia del microrganismo, la tipologia del paziente ed i rischi per i soccorritori; • trasmettere all'equipaggio l'informazione del rischio infettivo; • supportare l'equipaggio nell'adozione delle precauzioni necessarie alla propria ed altrui tutela. 21 Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Toscana KIT DI BIOPROTEZIONE COMPOSIZIONE • • • • n. 4 camici monouso n. 4 maschere con filtro FFP3 (per operatori) n. 2 maschere senza filtro (per paziente) n. 4 occhiali protezione (o visiere) PROCEDURA • prima di venire in contatto con il paziente con sospetta o accertata patologia infettiva, indossare camice monouso, maschera facciale, occhiali (o visiera), guanti. VESTIZIONE DPI: 1. lavaggio mani; 2. camice monouso: • indossarlo in modo che protegga il tronco dal collo alle ginocchia e le braccia fino ai polsi, quindi allacciarlo dietro al collo e alla vita; 3. maschera facciale; • posizionarne gli elastici a metà della testa e sul collo; • adattarla sul viso e sotto il mento; 4. occhiali di protezione (o visiera); 5. guanti: • sceglierli della misura adeguata alla mano; • fare in modo che ricoprano i polsini del camice monouso; al paziente deve essere posizionata la maschera senza filtro quando il sospetto di patologia riguarda il contagio per via aerea; in caso di sospetta o accertata patologia infettiva, contattare la Centrale Operativa prima del ricovero, per avere indicazioni sull'eventuale accesso preferenziale per il reparto malattie infettive; i DPI dovranno essere tolti dopo la sanificazione dell'ambulanza, ed il tutto messo in un sacco contraddistinto dalla scritta "attenzione materiale infetto". RIMOZIONE DPI: 1. guanti: • afferrare il bordo esterno di uno dei due guanti e sfilarlo dalla mano; • il guanto sarà così rovesciato, con la parte esterna contaminata all’interno; • infilare una o due dita della mano non guantata all’interno dell’altro guanto, sfilandolo quindi dall’interno ed ottenendo un “sacchetto” che conterrà anche l’altro guanto; • smaltire i guanti nell’apposito contenitore; 2. lavaggio mani; 3. occhiali (o visiera): • rimuoverli afferrandoli con le mani non guantate per le stanghette o per il supporto a livello delle orecchie (la parte anteriore deve essere considerata contaminata equindi non va mai toccata); • allontanarli dal viso; • riporli dove previsto o smaltirli se monouso; 4. camice monouso: • slacciare il camice al collo e alla vita; • sfilarlo dal collo e dalle spalle; • avvolgerlo in modo che la parte esterna contaminata sia all’interno; • arrotolarlo e smaltirlo nell’apposito contenitore; 5. maschera facciale: • slegarne i lacci, prima alla nuca e poi al collo; • la parte anteriore deve essere considerata contaminata e quindi non va mai toccata; • allontanarla dal viso toccandone solamente i lacci. • smaltirla nell’apposito contenitore; 6. lavaggio mani. • • • 22 Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Toscana GLOSSARIO Decontaminazione • in base al D.M.28/9/95, tutti i presidi riutilizzabili venuti a contatto con liquidi biologici devono, prima di qualsiasi manovra di smontaggio o di lavaggio-pulizia, essere immersi in un disinfettante di provata efficacia per l' HIV. Tale Decreto Ministeriale ha il fine di proteggere l' operatore da un possibile contagio. Pulizia/sanificazione • rimozione meccanica dello sporco (e con esso dei microrganismi). La pulizia provoca la riduzione della carica microbica per allontanamento dei microrganismi. Si può ottenere la pulizia con acqua e detergente, aria sotto pressione o aspirazione. E' preliminare alla disinfezione. Disinfezione • è la procedura che mira ad ottenere una marcata riduzione della carica microbica. La differenza tra disinfezione e sterilizzazione è quantitativa e non qualitativa. Il termine DISINFEZIONE si riferisce alla distruzione di microrganismi presenti su oggetti inanimati, mentre ANTISEPSI e ANTISETTICO riguardano procedure germicide su tessuti viventi. 23 Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Toscana • • • 24 BIBLIOGRAFIA: CDC Guideline for Isolation Precautions: Preventing Transmission of Infectious Agents in Healthcare Settings - 2007 Servizio Sanitario regionale Emilia Romagna AUSL di Modena: Misure di isolamento nelle Strutture Sanitarie - 2010 Azienda Sanitaria Firenze: Gestione del paziente colonizzato/infetto in ambito di emergenza territoriale – 2013