Rispetto al quartetto, ma anche al quintetto,l'ottetto
d'archi è una composizione da camera rara; l'organico
raddoppia quello del quartetto, abbiamo quindi 4
violini, 2 viole e 2 violoncelli. L'Ottetto di
Mendelssohn, scritto a 16 anni nel 1825, è il più
importante lavoro della letteratura cameristica dell'800
con questo organico (Brahms, Dvorak e Ciakovski non
andarono oltre il sestetto d'archi). Un altro Ottetto
importante, quello di Schubert, scritto nello stesso
periodo, non è per soli archi (ci sono tre strumenti a
fiato).
L'Ottetto di Mendelssohn non è opera di un
compositore alle prime armi, ma di un genio che in
tempi brevissimi aveva già maturato una notevole
esperienza di composizione. A 16 anni aveva già scritto
tre Quartetti, un Quintetto e le 12 Sinfonie per
orchestra d'archi, per dire solo dei lavori senza
pianoforte.
L'Ottetto è in quattro movimenti. Due brevi cenni al
terzo e al quarto movimento. Lo Scherzo,caratterizzato
da una particolare leggerezza (Allegro leggerissimo),
che troviamo anche in altre composizioni di
Mendelssohn, non è nel consueto metro ternario, ma in
metro binario, come lo Scherzo della seconda Sinfonia
di Schumann. Nell'ultimo movimento viene fatto un
uso abbondante del contrappunto, con risultati
eccellenti; nella musica da camera di Mendelssohn,
come in quella di Schumann, non sono rari gli episodi
contrappuntistici.
Novantacinque anni separano l'Ottetto per archi di
Bruch da quello di Mendelssohn, ma solo 30 le date di
nascita dei due compositori. Max Bruch è nato nel
1838, cinque anni dopo di Brahms. Il suo Ottetto
appartiene però al '900, essendo stato scritto nel 1920,
20 anni dopo gli Ottetti per archi di Enescu e Respighi,
compositori molto più giovani, che nel 1900 erano sui
20 anni. Nei suoi ultimi anni Bruch tornò alle
composizioni cameristiche (da giovane aveva scritto
due Quartetti), con due Quintetti e l'Ottetto. Oggi
Bruch è noto sopratutto per il Concerto per violino n.1
del 1866, che è rimasto nel repertorio. Il linguaggio
musicale di Bruch è quello di un compositore dell'800.
realizzato con il contributo
della Fondazione Pisa
Ottetto d'archi dell'ORT
violini
Andrea Tacchi, Daniele Giorgi,
Patrizia Bettotti, Susanna Pasquariello
viole
Stefano Zanobini, Caterina Cioli
Violoncelli
Luca Provenzani, Giovanni Simeone
Chiesa di Sant’Anna
Domenica 19 maggio 2013
ore 21.15
Ingresso libero
con il patrocinio di:
Arrigo Lupo Berghini
Assessorato alla Cultura
Ottetto d'archi dell'ORT
Il gruppo nasce in seno all'ORT (Orchestra
Regionale della Toscana), formazione nata nel
1980 su iniziativa della Regione Toscana, del
Comune e della Provincia di Firenze e che da
allora si è affermata come una delle realtà
musicali più interessanti nel panorama italiano
ed internazionale. La duttilità nell'affrontare i
repertori più diversi, insieme al costante
impegno nel valorizzare il lavoro d'insieme,
sono le caratteristiche che contraddistinguono
l'Orchestra della Toscana e contribuiscono alla
formazione dei gruppi da camera al suo interno.
Tra questi si distingue l'Ottetto d'Archi, che ha
partecipato a rassegne e festival di prestigio
affrontando con curiosità ed entusiasmo un
repertorio ricercato; il gruppo riesce a far
confluire le idee e le esperienze dei singoli in un
lavoro armonico ed equilibrato, in cui il suonare
insieme bella musica è la più grande
gratificazione possibile.
I suoi componenti sono approdati a questa
formazione dopo aver ampiamente sperimentato
gli organici cameristici più consueti e
tradizionali.
La ricchezza, la duttilità e la preziosità del
doppio quartetto risultano di particolare
bellezza, dando vita ad atmosfere uniche e
sonorità ricercate.
Affascinato da queste caratteristiche Bruno
Moretti ha recentemente composto per l'Ottetto
d'archi dell’ORT il brano 'The Landscape
Garden' presentandolo all'ultima edizione del
Festival Play it di Firenze.
Max Bruch (1838-1920)
Ottetto in Si bem. Magg. op. posth.
Allegro Moderato
Adagio
Andante con molto di moto Tempo I
Allegro molto
Bruno Moretti (1957)
The Landscape Garden
Notturno per ottetto d'archi (2012)
dedicato all'Ottetto d'archi dell'ORT
°°°
Felix Mendelsshon Bartholdy (1809-1947)
Ottetto in Mi bem. Magg. op. 20
Allegro moderato ma con fuoco
Andante
Scherzo - Allegro leggierissimo
Presto
Ci sono delle volte in cui il processo creativo è un atto del
tutto naturale che ci riporta a uno stato infantile nel
quale la fantasia non ha filtri razionali. Questo è,
secondo me, ciò che deve avere ispirato gli autori dei
“Landscape gardens”, un tipo di giardino molto in voga
nell’Inghilterra del XVIII secolo nel quale ogni cosa
doveva apparire come disposta da un’apparente
casualità. Tipici di questi giardini, erano elementi di
carattere fantastico e a volte soprannaturale. Tuttavia,
quasi due secoli prima, nel Lazio settentrionale, il
principe Pier Francesco Orsini commissionò
all’architetto Pirro Ligorio quello che può essere
considerato come il prototipo di tutti i Landscape
gardens, il così detto “Parco dei Mostri”, popolato da
creature fantastiche e mitologiche. Questo “Ottetto” è
un omaggio allo spirito che deve aver animato il suo
realizzatore, che accoglie l’attonito visitatore con una
pietra all’ingresso del Parco su cui è incisa la scritta:
“Sol per sfogare il core”.
Bruno Moretti