“La Formazione In Terminologia” Portico di Romagna 29 – 30 Aprile 2005 Gli usi terminologici in pubblicità: una prospettiva “orizzontale” e una “verticale” Giuseppe Sergio Università di Milano Milano Italia [email protected] Abstract Il ricorso ai tecnicismi è essenziale e frequentissimo nel linguaggio pubblicitario, all’interno del quale ricopre le due funzioni informativo-divulgativa e fascinatoria (a volte demistificatoria). Non necessariamente in questo ordine, anzi. È proprio la funzione conativo-persuasiva che sta alla base di questa lingua di parte, anche nei contesti in cui pare più denotativa, ad imporre l’uso di tessere terminologiche a garanzia dell’eccellenza del prodotto o servizio da promuovere, indipendentemente dal fatto che il termine venga compreso o meno. “Ventre molle” (Baudrillard) che tutto fagocita, il linguaggio pubblicitario infatti non sempre tiene conto delle diverse enciclopedie dei destinatari, variabile tanto più importante tanto più il medium che veicola la pubblicità è di massa (stampa non specializzata, televisione e radio generaliste). Case history I: i tecnicismi - di varia provenienza, a seconda dei settori merceologici - campionati da una settimana di programmazione pubblicitaria tipo su due radio nazionali. Ad una prospettiva “orizzontale”, che cioè considera l’affioramento di diverse terminologie specialistiche all’interno di un unico medium, l’importanza centrale (nei fatti di lingua) della variabilità diafasica rende necessario affiancarne una di tipo “verticale”, in cui la terminologia di un determinato settore viene variamente impiegata per rivolgersi a target diversi (specialistico, genericamente colto/interessato alla materia, indifferenziato). Case history II: i tecnicismi nelle pubblicità di ambito medico su giornali di attualità, di divulgazione medica (come “Corriere Salute”) e per gli addetti ai lavori. LTiI200547.doc 1