Rosanna Marsico 342 LUCA SERIANNI UN TRENO DI SINTOMI. PERCORSI LINGUISTICI NEL PASSATO E NEL PRESENTE Milano: Edizioni Garzanti, 2005. 316 pp. l linguaggio della medicina rientra nell ambito più ampio dei sottocodici, che, usati in rapporto a determinate discipline ad alto grado di specializzazione, esplicano funzioni nettamente differenti rispetto alla lingua comune. All esplorazione del linguaggio medico e conseguentemente al rapporto di comunicazione che si istituisce tra medico e paziente è dedicato l ultimo pregevole lavoro di Luca Serianni che, tra l altro, offre interessanti spunti di riflessione validi per tutte le categorie socio-professionali, inducendo a riflettere sulla lingua che si usa nel proprio mestiere. Partendo dal rapporto tra medicina e letteratura, l autore conduce il lettore in un affascinante viaggio tra passato e presente, aiutandolo a comprendere i percorsi che hanno portato alla nascita di nuovi termini, la tipologia dei tecnicismi e la loro divulgazione, a mettere a confronto l ottica dei medici antichi e quella dei moderni. La trattazione invita a riflettere sulle differenze tra le metodologie comunicative dei primi e le nuove strategie di divulgazione dei secondi, anche in rapporto alle altre lingue (ed in particolare all inglese, che è ormai diventato una sorta di lingua franca, una vera e propria koinè della comunità scientifica). Attraverso una scrittura chiara e piacevole Serianni focalizza l attenzione sulla necessità di conciliare le esigenze di informazione con quelle di sintesi e divulgazione. Sia i testi specialistici scritti che i discorsi di carattere medico devono necessariamente bilanciare la complessità, la densità informativa e la molteplicità dei chiarimenti da trasmettere, ed attenersi ai limiti di spazio (nel caso della scrittura) e di tempo (nel caso del discorso orale) a disposizione per comunicare i contenuti; ma devono anche adeguarsi agli scopi, alle situazioni comunicative e soprattutto alla diversità dei destinatari e alle loro molteplici e diversificate esigenze di ricezione. Da tali osservazioni scaturisce una disamina puntuale di buona parte della classe medica, meticolosamente documentata (dalla redazione delle cartelle cliniche con relativi eufemismi ai bugiardini delle confezioni di medicinali, dai saggi scientifici alla divulgazione presso la grande stampa) e a tratti impietosa. Emerge così tutta l inadeguatezza comunicativa della categoria medica che, pur essendo investita di un ruolo fondamentale per la società (ossia quello di leggere i sintomi ed individuare eventuali terapie), si mostra spesso incapace di veicolare in modo appropriato le informazioni ai propri pazienti. Quello dei medici è un codice costantemente sospeso tra comunicazione verbale e scrittura; un codice che, senza rinunciare alle proprie peculiarità PERCORSI LINGUISTICI NEL PASSATO E NEL PRESENTE 343 scientifiche quali la precisione, l appropriatezza e il rigore, non dovrebbe mai rinnegare le proprie origini umanistico-letterarie. Diagnosi indecifrabili con una terminologia eccessivamente tecnica, irta di sigle arcane e acronimi, ingenerano nel paziente un senso di inadeguatezza e di distanza nei confronti della classe medica che spesso viene vissuta come una elite inavvicinabile ed incomprensibile. Nella prassi comunicativa si osserva infatti una sorta di ambiguità che deriva dalla mancata intesa comunicativa (e anche pragmatica) tra medico e paziente. La matrice di tale ambiguità non è legata alla situazione o al messaggio né va ricercata nel linguaggio criptico e astruso che pure spesso lo specialista utilizza. Il problema è piuttosto generato dal fatto che le cose di cui si parla non hanno, per il medico e per il paziente, il medesimo significato. Ovviamente gran parte dello sforzo comunicativo spetterebbe al primo, che dovrebbe farsi latore di uno spazio comunicativo nuovo, che contenga conoscenze condivise con l interlocutore. Al di là delle iniziali ipotesi che potrebbero spiegare i motivi che inducono il medico a usare un linguaggio tecnico ai limiti dell incomprensibilità (volontà di stabilire la propria superiorità scientifica ponendo l interlocutore in una posizione subordinata, presunzione nell approccio dettata dal considerarsi l unico detentore di un sapere, ostinazione nel voler difendere un interesse di categoria, ecc.), il libro è una miniera in cui scavare e da cui estrarre esempi, osservazioni, spunti che devono far riflettere. D altra parte oggi la comunicazione di carattere sanitario trascende il rapporto personale medico-paziente, avvalendosi di nuove strategie e di nuovi strumenti di informazione. In questo senso i mass-media svolgono un ruolo fondamentale ai fini dello sviluppo e dell aggiornamento delle conoscenze del pubblico, ma allo stesso tempo possono provocare distorsioni e carenza di informazione efficace e corretta. Rispetto al passato, grazie alla maggiore accessibilità alle notizie di carattere sanitario, il paziente medio è infatti generalmente in grado di comprendere le problematiche relative alla salute e di prendere a tal proposito decisioni consapevoli relative al proprio benessere. Eppure, nonostante le conoscenze in materia siano molto più elevate e si assista sempre più ad una progressiva evoluzione verso una volontà di autodeterminazione della propria salute, il livello di alfabetizzazione è totalmente inadeguato ed è assai frequente che i soggetti meno istruiti non comprendano il linguaggio utilizzato per affrontare temi legati alla salute, travisando così le informazioni e accrescendo le proprie ansie collettive. Anche a livello di scrittura, l informazione medica risulta essere complessa ed espressa in un linguaggio tecnico e scientifico che provoca difficoltà nella lettura e nella comprensione (ne sono esempi lampanti le prescrizioni, le Rosanna Marsico 344 istruzioni dei medicinali, gli opuscoli informativi sulle malattie e sui trattamenti, le forme di consenso, ecc.). Altro aspetto non secondario messo in luce da Serianni è l inserzione, favorita dalla relativa diffusione anche presso un pubblico di massa di nozioni mediche, di tecnicismi nella lingua comune. Che il linguaggio medico sia, tra i linguaggi settoriali, quello che ha avuto una maggiore capacità di penetrazione nella lingua del parlante medio è un dato di fatto facilmente accertabile: di un vocabolario della lingua italiana (il calcolo è stato fatto dall autore sul Sabatini-Colletti) fanno parte oltre 5.000 termini tecnici medici (poco più del 5 per cento del totale delle parole riportate). Tale presenza ingombrante si deve secondo Serianni a tre principali motivazioni: 1. La medicina, attingendo alle lingue classiche per coniare una nuova terminologia specialistica passata poi nella lingua comune, ha intrapreso un percorso inverso a quello di molte altre scienze, che hanno invece applicato alla scienza parole di uso comune. 2. Il medico, quasi in virtù di un innato individualismo legato alla sua professione, aspira a lasciare anche attraverso la lingua utilizzata un segno tangibile di sé e della propria professionalità 3. La ricchezza terminologica della medicina si riflette nell uso corrente dal momento che questo settore della scienza suscita un interesse generalizzato. L autore individua una spiccata tendenza della classe medica ad impiegare non solo i tecnicismi indispensabili per una diagnosi corretta, ma anche il cospicuo numero dei cosiddetti tecnicismi collaterali , che potrebbero essere adeguatamente espressi con parole più facilmente comprensibili al paziente. Ne deriva il quadro di una lingua che tende a divenire anonima e asettica, con un abuso degli aggettivi di relazione (del tipo manifestazioni anginose in luogo di angina , patologia abortiva in luogo di aborto ), con un uso scorretto (e spesso inutile) delle preposizioni e delle locuzioni preposizionali o con una destrutturazione della microsintassi originata dall elisione dell articolo. Ad essi andranno aggiunti i tecnicismi collaterali lessicali , cresciuti in maniera esponenziale negli ultimi due secoli. Serianni individua sei principali tipologie di prestiti lessicali (penetrati in periodi successivi e con alterne fortune): grecismi, latinismi, arabismi, francesismi, germanismi e inglesismi. Il ricorso alle lingue classiche e straniere è un tratto stilistico peculiare del linguaggio scientifico ed uno dei mezzi attraverso i quali esso può godere di un certo prestigio sulle altre varietà di lingua. L autore spiega le diverse radici dei termini medici attraverso un breve excursus storico-linguistico: le componenti latine e arabe sono le più antiche (risalgono infatti al Medioevo), mentre l inserzione di grecismi nella terminologia medica è molto più recente (Otto-Novecento). Ruolo ben diverso è quello svolto dal francese, che è penetrato per lo più attraverso i PERCORSI LINGUISTICI NEL PASSATO E NEL PRESENTE 345 cosiddetti xeno-latinismi e xeno-grecismi, ossia parole francesi derivate da radice latina o greca e importate in Italia. Discorso a parte meritano il tedesco la cui influenza è stata fugace ma soprattutto l inglese, divenuto ormai in senso lato la lingua ufficiale della scienza. L influenza dell inglese è significativa non solo al livello lessicale ma anche al livello di costruzione e ordine dei costituenti frasali (ad esempio la tendenza a preporre il soggetto al predicato quando non necessario). Particolare attenzione è data da Serianni all analisi variazionale e agli allotropi fonetici e grafici. È indubbio che, sul piano lessicale, la concentrazione di tecnicismi collaterali e termini obsoleti o appartenenti ad un registro non adeguato abbassi notevolmente il grado di comprensibilità. Ciononostante, è anche vero che la questione della semplificazione del testo specialistico deve comprendere nelle sue aree d intervento anche altri livelli testuali o, se non altro, includerli nella stessa misura in cui include i problemi di natura lessicale: l organizzazione logico-concettuale; l attenzione al contesto reale della comunicazione; il rapporto tra testo e altri testi della stessa tipologia; le funzioni comunicative; tutti gli aspetti retoricoargomentativi. Le scelte lessicali e sintattiche non sono le sole che permettono di ridurre il divario, in ogni caso ineliminabile, tra emittente e ricevente. La complicazione e la difficile comprensibilità del testo specialistico sono causate anche dalla mancanza di chiarezza sugli scopi, i contenuti e la destinazione del testo o del discorso, dall errata disposizione dei temi e dall inadeguata gestione del rapporto medico-paziente. Merita un cenno la parte finale del lavoro, in cui il medico viene considerato, sotto il profilo della lingua, più vicino alla figura del giurista che a quella dello scienziato: come il giurista, anche il medico è infatti attento a calibrare il significato dei termini che usa. A conclusione di queste brevi osservazioni, riteniamo che Un treno di sintomi. Percorsi linguistici nel passato e nel presente, mettendo a nudo il rischio elevatissimo di comunicazione difettuale e di incomprensibilità del linguaggio medico-scientifico, abbia il pregio di offrire interessanti spunti utili a coloro che indossano il camice bianco, affinché rifuggano l eccessivo meccanicismo e il freddo rigore descrittivo e si rendano latori di quella empatia comunicativa che dovrebbe instaurarsi tra medico e paziente e che dovrebbe attenuare la sofferenza che la malattia spesso comporta. ROSANNA MARSICO Università degli Studi di Roma La Sapienza