RICONOSCERE LA FASE TERMINALE E AGONICA NEL MALATO NEOPLASTICO Il trattamento palliativo e la gestione in équipe del paziente terminale Legnago, 09-02-2011 Dott.Giuditta Motta Medico di Medicina Generale ULSS 21 Master di II livello in Medicina Palliativa Nucleo per le Cure Palliative ULSSL 21 Legnago TRAIETTORIA DELLA PATOLOGIA ONCOLOGICA (2003) TERMINALITÀ “ three conditions to be met before defining cancer as terminal disease: a firm diagnosis of progresive malignant disease, the recognition of an approaching death, and the exhaustion of all therapeutic alternatives offered by conventional anticancer therapy”. (Calman, 1978) RIDEFINIRE GLI OBIETTIVI “ as the time when goals must be redefined and it is appropriate to shift form treatments aimed at the control of the tumor to treatments primarily prescribed for symptom control”. (Twycross and Lichter, 1993) Dalla medicina curativa → GUARIRE alla medicina palliativa (care) → QUALITA' DI VITA!!! SOLO NEL PAZIENTE IN FASE TERMINALE? CURE PALLIATIVE SIMULTANEE L egge n. 38 del 15.03.10 art 2 comma 1 paragrafo a) ” cure palliative “: l'insieme degli interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali, rivolti sia alla persona malata, sia al suo nucleo familiare, finalizzati alla cura attiva e totale dei pazienti la cui malattia di base, caratterizzata da un'inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta, non risponde più a trattamenti specifici ACR 2005 Per pazienti “terminali” si concorda la seguente definizione: pazienti con malattia neoplastica, o comunque inguaribile, nelle fasi terminali della vita (orientativamente con più di 8 giorni e meno di 90 giorni di aspettativa di vita),... ...i quali, alla valutazione della UVMD, presentino le caratteristiche seguenti: un grado iniziale di disabilità (punteggio del test di Barthel – attività di base - uguale o superiore a 15 o, per i malati oncologici, ad un punteggio del test di Karnofsky uguale o inferiore a 40%); la presenza, inoltre, di almeno uno dei seguenti problemi: - dolore, - altri sintomi, - ansia del paziente, ansia della famiglia, con un punteggio di 3 o più (scala da uno a cinque dello STAS); la necessità, già al momento della presa in carico, di uno o più accessi settimanali del Medico di Assistenza Primaria. SCALA OMS K% Descrizione delle condizioni del soggetto. Abile nell'espletare senza alcuna restriz tutte le normali attività 100 Normale-non ha sintomi né segni di malattia. 0 90 Abile nell'espletare le normali attività. Minimi segni o sintomi di malattia. Limitato nell'att. fisica intensa, ma ancora in grado di svolgere l'att. lavorativa 80 Svolge le normali attività con qualche sforzo. Qualche segno o sintomo di malattia. 70 Preoccupato per la salute, non è più in grado di svolgere le normali attività o compiere un lavoro attivo. Può accudire sé stesso. 60 Necessita occasionalmente di assistenza ma è in genere autosufficiente. È in grado di accudire alla maggior parte delle proprie necessità 50 Necessita di particolare assistenza e di frequenti interventi medici. 1 Non è necessaria alcuna particolare assistenza È richiesto un certo grado di assistenza KARNOFSKY < O = 40% 40 Scarsamente autosufficiente: costretto a letto o su sedia per più del 30 50% delle ore di veglia 20 Completamente inabile e assolutamente non autosufficiente, totalmente costretto a letto o su una 10 sedia 5 Richiede Inabile, necessita di speciale assistenza e di particolari interventi assisten za totale sanitari Gravemente inabile (consigliabile l'ospedalizzazione) anche se non corre un immediato pericolo di vita (richiede assistenza totale) In condizioni gravi: (ospedalizzazione necessaria) necessita di intensi ttrattamenti sanitari di supporto (richiede assistenza totale) In condizioni gravissime: (moribondo) in preda ad eventi morbosi rapidamente progressivi (richiede assistenza totale) STAS 1- CONTROLLO DEL DOLORE (effetti del dolore sul paziente) 1. Nessuno. 2. Un unico dolore occasionale o dolore continuo e fastidioso.Il paziente non è preoccupato di liberarsi dal dolore. 3. Sofferenza moderata, alcuni giorni difficili.Il dolore limita alcune attività possibili nel contesto della malattia. 4. Dolore forte e frequente.Le attività e la concentrazione ne sono fortemente influenzate. 5. Dolore forte continuo ed opprimente.Impossibilità di pensare ad altro. 2- CONTROLLO DI ALTRI SINTOMI (effetti dei sintomi sul paziente – escluso il dolore) 1. Nessuno. 2. Presenza occasionale o continua ma fastidiosa di un solo sintomo o di pochi sintomi.Il paziente svolge le proprie attività normalmente e non è preoccupato di liberarsi dai sintomi. 3. Sofferenza moderata, alcuni giorni difficili.I sintomi limitano alcune attività possibili nel contesto della malattia. 4. Sintomo/i grave/i e frequente/i.Le attività e la concentrazione ne sono fortemente influenzate. 5. Sintomo/i grave/i, continuo/i ed opprimente/i. Impossibilità di pensare ad altro. 3-/4- ANSIA DEL PAZIENTE /DELLA FAMIGLIA(effetti dell’ansia sul paziente) 1. Nessuno. 2. Preoccupato del proprio andamento generale.Nessun sintomo di ansia, né fisico né comportamentale.La capacità di concentrazione non è influenzata. 3. In ansiosa attesa dei cambiamenti o di altri problemi.Sintomi occasionali di ansia, sia fisici che comportamentali. 4. Ansia frequente. Sintomi fisici e comportamentali.Capacità di concentrazione fortemente influenzata. 5. Totalmente assorbito dall’ansia e dalle preoccupazioni.Incapacità di pensare ad altro. 5- /6- CONSAPEVOLEZZA DEL PAZIENTE /DELLA FAMIGLIA(livello di consapevolezza della prognosi) 1.Completa consapevolezza della prognosi. 2.Sovrastima o sottostima della prognosi fino al 200% (es: il pz/la famiglia pensa che la prognosi sia di 6 mesi quando invece è probabile che sia solo di 2 o 3). 3.Incertezza sulla possibilità di guarigione o di una prognosi lunga (es: “alcune persone con questa malattia muoiono e anch’io/lui potrei/potrebbe morire presto”). 4.Aspettative non realistiche (es: il paziente crede di poter tornare a svolgere le normali attività o di poter lavorare per un anno quando invece la prognosi è di soli 3 mesi). 5.L’attesa di una completa guarigione. Che succede a STAS e Karnofsky nel tempo? Definizione di fase agonica Paziente prossimo alla morte: da più di 14 giorni a meno di 24 ore RIDEFINIRE GLI OBIETTIVI dalla medicina palliativa → QUALITA' DI VITA all'accompagnamento → QUALITA' NEL MORIRE!!! COME IDENTIFICARE LA FASE AGONICA PREVISIONE CLINICA DI SOPRAVVIVENZA: “quali tra i pazienti che sto curando sono tanto malati che non mi sorprenderei se morissero entro tre giorni, una settimana, un mese?” (Agency of Health Research andQuality 2004. End of life care and outcomes) Alcuni segni clinici... • • • • • Allettamento totale (Karnofsky< o= 20%) Astenia profonda e lunghi periodi di sonnolenza Rifiuto di alimentazione e idratazione Disorientamento temporo-spaziale progressivo ingravescente fino ad allucinazioni(delirium) Consapevolezza nel malato e nei familiari dell'ineluttabilità della morte (esplicita o non) (Lora Aprile- 2004 CP in Medicina Generale) Criteri prognostici validati • • • • • • Previsione clinica di sopravvivenza KPS Stato nutrizionale Dispnea Alterazioni di funzioni neurologiche superiori Score prognstici (es PaP Score) (Mercadante Ripamonti 2002- Medicina e CP in oncologia) PaP (Palliative Prognostic)score • • • • • • Dispnea Anoressia KPS Previsione clinica di sopravvivenza Leucociti Quota linfocitaria classi di rischio • A sopravvivenza a 30 gg >70% • B sopravvivenza a 30 gg 30-70% • Csopravvivenza a 30 gg 30% Considerare tutte le possibili cause di alterazione delle condizioni del paziente: – Disidratazione – Infezione – Ipercalcemia – IRA – Sovraddosaggio oppioidi Discutere la prognosi nel team curante e gli obiettivi di cura (mantenimento del benessere) Le tre fasi della sindrome della morte imminente Fase agonica precoce Fase “agonica” intermedia Fase “agonica” terminale Allettamento prolungato o totale Riduzione dell'autonomia e perdita di interesse Modificazioni cognitive(es. Aumento delle ore di sonno, possibili segni precoci di delirium) Ulteriori moificazioni cognitive(obnubilamento, pz lento a rispondere agli stimoli, sveglio solo a tratti) Rantolo (2 gg) Coma Febbre(per lo più da stato settico) Alterazioni del respiro(periodi di apnea, polipnea, irregolarità) (8 ore) Raffreddamento delle estremità Diminuzione della PA, e della FC, COME MORIAMO? • Sonnolenza → letargia → coma → decesso OPPURE • Irrequietezza → confusione → tremori → allucinazioni → DELIRIO → mioclonie → convulsioni → coma → decesso FINE Che fare? • Considerare tutte le possibili cause di alterazione delle condizioni del paziente: – – – – – • • Disidratazione Infezione Ipercalcemia IRA Sovraddosaggio oppioidi Discutere la prognosi nel team curante e gli obiettivi di cura (mantenimento del benessere) Stop esami clinici ed obiettivi inappropriati ed inutili • Rivedere la terapia almeno 1 volta al giorno – – – • Eliminare farmaci non necessari al controllo dei sintomi Valutare la via s.l., s.c., rettale per somministrazione dei farmaci Valutare la prescrizione anticipata: istruire su come affrontare possibili sintomi con farmaci al bisogno (anticipare le complicanze) Idratazione – – – Se stato di coscienza ridotto o secrezioni bronchiali abbondanti ridurre apporto in PEG per rischi di broncoasprazione L'iperidratazione fa aumentare le secrezioni bronchiali ed il rantolo Sufficienti 500 cc al dì • NON SOSPENDERE GLI OPPIOIDI: evita crisi di astinenza e l'insorgere del sintomo dolore • Sonnolenza e alterazione sono sintomi della fase terminale, mantenere la terapia sintomatica, anche se dovessero insorgere questi sintomi • Comunicazione attenta, continua e il più possibile franca col pz e i familiari • Rassicurare i familiari: – Anticipare i passi, istruire su come affrontare possibili sintomi con farmaci al bisogno – Anticipare le complicanze – Anticipare cosa fare nel momento del decesso • • • Consigliare il contatto fisico tra il pz ed i suoi cari Eliminare gli intrusi Rispettare bisogni spirituali trattare rantolo, dispnea,delirio e stato di agitazione, secchezza cavo orale