Lezione 2
Il giornale quotidiano
La titolazione
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La titolazione
La titolazione (mettere il titolo ad un articolo) è un’arte difficile: occorre richiamare
l’attenzione del lettore, fornire le informazioni essenziali, invitare a leggere il resto dell’articolo. I
titoli assumono molta importanza perché sono ciò che viene letto dalla maggior parte dei lettori,
che non possono leggere tutto il contenuto del giornale e approfondiscono solo gli articoli che li
interessano.
La struttura del titolo
Le varianti sono numerose ma i titoli sono sostanzialmente fatti così: l’occhiello introduce la
notizia, il titolo la dà e il sommario la chiarisce o aggiunge un particolare che non è stato dato né
nel titolo né nell’occhiello.
Occhiello
Titolo
Sommario
Qualche volta sotto il sommario compare una ulteriore scritta che si chiama catenaccio.
BUSKERS A FERRARA: UN AMORE LUNGO 20 ANNI
LA STRADA DELL’ARTE
NESSUNO NEL 1988 SI SAREBBE ASPETTATO UN SIMILE SUCCESSO.
Catenaccio
La storia di Eugene, chitarrista per «colpa» della rassegna estense
Il catenaccio può a volte presentarsi
come una vera e propria introduzione
all’articolo
NB.
La presenza dei quattro elementi (occhiello, titolo, sommario e catenaccio) non è, ovviamente,
obbligatoria. Molti giornali, ad esempio “La Repubblica”, usano raramente l’occhiello e
praticamente mai il catenaccio.
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La titolazione
La lingua dei titoli
Vediamo ora i principali aspetti linguistici dei titoli dei quotidiani.
Uso prevalente di verbi al participio passato e all’infinito, oppure soppressione (ellissi) del
verbo (soluzione molto frequente) a favore della tecnica della frase nominale.
Invadenza del discorso diretto.
Abbondanza di figure retoriche, in particolar modo metafore e iperboli.
Sintassi semplificata, frequente soppressione di articoli e preposizioni.
Uso frequente di parole staniere.
Uso frequente di acronimi, parole composte e “parole-macedonia” (come polfer - polizia
ferroviaria, polstrada – polizia stradale, confindustria - associazione che rappresenta gli
industriali, confcommercio - organismo che rappresenta le imprese impegnate nel
commercio).
Una parola macedonia, è un neologismo (nuova parola) formato dalla fusione di due parole
diverse, che il più delle volte hanno un segmento (una lettera o una sillaba) in comune.
Esempi di parole macedonia entrati nell’uso comune:
cantautore
canta (nte) + autore → fusione delle lettere
musicassetta
musica + cassetta→ fusione delle sillabe
emoticon
emoti (on) + icon→ fusione delle le ere
La pubblicità inventa continuamente parole macedonia: digestimola, ultimoda, ecc.
In alcune parole-macedonia le parole coinvolte non mettono in comune alcuna sillaba: palascienza,
palasport, videofonino.
Adesso rintracciamo alcune di queste caratteristiche nei seguenti titoli.
L’occhiello è costituito da una frase nominale, ossia senza verbo. Le virgolette
introducono il discorso diretto.
Anche il titolo è costituito da una frase nominale, sintatticamente molto
semplice .
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La titolazione
Nel sommario compaiono tre verbi (durato, fotografato, filmato) al participio
passato.
Occhiello costituito da tre brevi frasi separate da un punto. Le prime due
nominali. Le virgolette non introducono in questo caso il discorso diretto, che
si trova invece senza virgolettatura dopo i due punti.
Titolo sintatticamente molto semplificato. La prima parte della frase enuncia
l’argomento, la seconda dà la notizia.
Sommario costituito da una frase nominale.
Occhiello costituito da due brevi frasi separate da un punto. La seconda
contiene un verbo al participio passato. Le squadre sono indicate con il colore
delle rispettive maglie (metonimia).
Titolo costituito da una frase nominale, fortemente ellittica (cioè sono stati
soppressi tanti elementi, come l’articolo davanti a “Juve”, il verbo ecc.)
L’espressione “Via col vento” è una metafora. Questo titolo, composto di sole
quattro parole, si può spiegare così: La Juve ha fatto un balzo in avanti in
classifica, come sospinta dal vento. “Via col vento” è inoltre il titolo di un
famoso film, che quindi viene citato.
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La titolazione
Nel sommario è presente il discorso diretto. “Esplode” è una iperbole.
Catenaccio sintatticamente molto semplice. Come avrai ormai notato, spesso
nella titolazione compaiono frasi nettamente suddivise in due parti da un
punto fermo, dalla virgola o dall’introduzione del discorso diretto.
Nell’occhiello, due metafore (è calato il sipario sulla coppa del mondo = è finito il
campionato mondiale; il verdetto = il risultato).
Titolo costituito da una frase nominale, fortemente ellittica (sono stati
soppressi verbi e articoli) e come al solito divisa in due parti dai due punti;
“urlo azzurro” è una sinestesia, ossia la sovrapposizione di due campi sensoriali
distinti, udito (urlo) e vista (azzurro). Per rendere manifesto tutto quello che è
racchiuso in questo efficacissimo titolo di sole tre parole sarebbe necessaria
una lunga frase. Provate a scriverla.
Nel linguaggio comune “mondiale” viene usato anche nel significato di “eccezionale”,
“fuori dal comune”. Una “partita mondiale” è quindi una partita veramente bella, un
“gelato mondiale” è un gelato veramente buono. L’italia dunque è nel sommario
“Mondiale” (scritto maiuscolo) in un doppio senso, perché ha vinto il campionato
mondiale e perché è una squadra fuori dal comune.
A proposito di parole straniere e di acronimi:
Spraed= differenziale tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi.
Rally (qui usato in senso metaforico) = corsa automolistica su percorsi lunghi e accidentati.
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La titolazione
Moody’s = società con sede a New York che esegue indagini finanziare e valuta la solidità delle
economie dei vari stati.
Deficit = parola di origine latina (verbo deficio) ormai d’uso comune, usata per indicare la somma
che manca per pareggiare le entrate con le uscite.
FMI= acronimo per “Fondo Monetario Internazionale”, organismo internazionale che ha l’obiettivo
di promuovere la cooperazione monetaria tra gli stati e di offrire prestiti ai paesi in difficoltà
economica.
Titoli caldi e titoli freddi
La scelta delle parole può dare maggiore o minore risalto ad una notizia: se le informazioni
vengono date con un tono neutro, i titoli si chiamano freddi, se invece sono usati termini accesi ed
enfatici, i titoli si chiamano caldi.
Riproponiamo questo titolo:
È chiaramente un titolo caldo che non si limita a dare in tono distaccato la notizia ma rivela, o
vuole suscitare, una grande partecipazione emotiva. Raffeddiamolo: “l’Italia vince il campionato
mondiale”. Un titolo del genere ha invece un carattere puramente informativo.
Il giallo, il gelo e la bufera - espressioni ricorrenti nei titoli dei quotidiani
Indichiamo qui alcune espressioni che appaiono molto frequentemente nei titoli dei giornali (ma
anche all’interno degli articoli) e sono veri e propri luoghi comuni della tecnica della titolazione.
giallo
Qualunque avvenimento poco chiaro diventa “giallo”
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La titolazione
bufera
Significa che su qualcuno o qualcosa si sono scatenate polemiche
molto eccese. Se la bufera è “giudiziaria”, significa che qualcuno è
stato indagato dalla magistratura.
gelo
Indica che X e Y non vanno d’accordo
Altre parole ricorrenti:
Rischio (scissione, alluvione, valanga ecc.)
Emergenza (rifiuti, criminalità, lavoro ecc.)
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La titolazione
Per ridere un po’
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