Tecniche ottiche di caratterizzazione della morfologia in sistemi dispersi liquido-liquido Sergio Caserta, Marino Simeone, Stefano Guido 1. Introduzione La crescente diffusione dei materiali polimerici rende lo studio della loro processabilità, ovvero del loro comportamento in flusso, un argomento di attuale interesse sia dal punto di vista scientifico che industriale per le ampie possibilità di applicazione. L’elevato peso molecolare delle catene rende estremamente difficile la miscelazione di polimeri differenti in un’unica fase omogenea.Tuttavia la miscelazione di due o più polimeri è una pratica industriale molto spesso utilizzata per progettare nuovi materiali. Le proprietà di tali sistemi, sia allo stato solido (proprietà meccaniche), che allo stato liquido (proprietà reologiche) sono determinate non solo dalle caratteristiche dei loro costituenti, ma anche dalla loro morfologia. La morfologia, o microstruttura, del materiale è dettata dalla sua natura bifasica; infatti un blend polimerico, che durante la processazione si presenta tipicamente allo stato fuso, in opportuni range di concentrazione è generalmente costituito da gocce di una fase disperse nell’altra. La microstruttura del materiale, ovvero la dimensione di queste gocce, e la forma delle stesse (non necessariamente sferiche), influenza fortemente le proprietà macroscopiche del materiale finito. Lo studio dell’influenza del flusso sulla morfologia di blend polimerici, tramite i fenomeni di coalescenza e break-up, è oggetto di molti studi teorici e sperimen- 22 c ~ tali (Chester, 1991; Vinchier, 1998; Lyu, 2002) La caratterizzazione della morfologia rappresenta un problema non semplice, che si scontra con molteplici difficoltà tecniche. In questo lavoro si vuole proporre una metodologia innovativa per la caratterizzazione della distribuzione di dimensioni delle gocce in un sistema disperso liquido-liquido. La tecnica proposta si basa sulla osservazione diretta del campione tramite microscopia ottica e successiva analisi delle immagine tramite algoritmi automatici. Alcuni test hanno dimostrato la efficacia ed affidabilità del metodo applicato a diversi sistemi. Diverse tecniche sono state proposte ed utilizzate per caratterizzare la morfologia di un blend polimerico. Tra queste alcune correlano le proprietà reologiche di un blend polimerico, in particolare i moduli elastico e viscoso (G’, G’’), alla morfologia delle fasi che lo costituiscono (Palierne, 1990), o più precisamente al valore del diametro medio delle gocce; il limite principale di queste tecniche indirette è la necessità di misure dei moduli molto precise in un range esteso di frequenze. Tra le tecniche utilizzabili, la microscopia ottica consente la diretta osservazione delle gocce nel caso in cui le fasi presentino un sufficiente grado di trasparenza. Tuttavia le immagini di questo tipo di sistemi presentano delle marcate componenti fuori fuoco, dovute alle gocce che si ´ παντα ρει Settembre - Dicembre 2005 Morfometria reo-ottica trovano sopra o sotto il piano focale (vedi Fig. 1), che rendono difficile l’individuazione delle gocce tramite i software di analisi delle immagini disponibili in commercio. Inoltre, quando si osserva una goccia in profondità nel campione essa può trovarsi interposta a una o più altre gocce, le quali lungo il cammino ottico si comportano come delle lenti, a causa della loro curvatura e della differenza di indice di rifrazione con la fase continua; questo effetto lente può comportare un’immagine distorta della goccia in esame, ed può falsare la misura finale, introducendo degli artefatti nella distribuzione di dimensioni delle gocce. A causa di queste difficoltà, le misure finora effettuate, reperibili in letteratura, sono spesso frutto di laboriose analisi manuali. Studi statistici (Paine, 1993) hanno dimostrato che è necessaria la misura delle dimensioni di un elevato numero di gocce (si stima dell’ordine delle migliaia) affinchè un campione sia rappresentativo dell’intera popolazione. In particolare, nel caso di una distribuzione dei diametri log-normale, l’analisi di Paine consente di calcolare, nota la varianza della distribuzione, una dimensione critica del campione in esame, ovvero un numero minimo di gocce da misurare, tale da poter stimare efficacemente l’errore statistico legato alla misura dei momenti della distribuzione. Se il numero di gocce misurate N soddisfa la condizione N > Ncrit è possibile stimare l’errore commesso legato alle dimensioni di campionamento. Il numero critico di gocce ha una dipendenza di tipo esponenziale dalla varianza della distribuzione di dimensioni del campione in esame e può facilmente assumere valori dell’ordine delle migliaia. 2. Metodologia di Analisi La metodologia sperimentale proposta per la caratterizzazione della distribuzione di dimensioni delle gocce nei blend polimerici si basa sull’analisi della morfologia tramite microscopia ottica. In base alle considerazioni statistiche su esposte è evidente la necessità di basare la caratterizzazione sull’analisi di un campione di notevoli dimensioni. A tal fine è stato sviluppato un software di analisi delle immagini che consenta la misura automatizzata delle dimensioni delle gocce nei blend. In particolare sono stati sviluppati degli algoritmi specifici ed innovativi per superare i problemi relativi alle componenti fuori fuoco ed agli effetti lente. In questo modo la possibilità di analizzare in modo automatico campioni di notevoli dimensioni (diverse migliaia di gocce) può garantire solide basi statistiche all’analisi della morfologia. 2.1. Acquisizione delle immagini Nella configurazione sperimentale utilizzata le osservazioni sono state effettuate in luce trasmessa (Axioscop FS, Zeiss) con una videocamera CCD bianco e Fig. 1 – Immagine di un blend di Polydimetilsilossano in Polyisobutilene al 5% wt. c ~ ´ παντα ρει Settembre - Dicembre 2005 23 Sergio Caserta, Marino Simeone, Stefano Guido nero a B/W CCD (KP-ME1, Hitachi) connessa con il microscopio. Le immagini analigiche sono state immagazzinate su PC tramite una scheda di digitalizzazione (frame grabber) per successiva analisi off line. Le osservazioni sono state effettuate utilizzando obiettivi a lunga distanza di lavoro (20 X / 0.40 Zeiss Achroplan, profondità di campo di 3.2 µm, Inouè, 1986). Il campione è stato sezionato otticamente traslando il fuoco del microscopio tramite un motore passo-passo. Immagini di piani a differenti profondità nel campione sono state acquisite cambiando il fuoco del microscopio. La distanza tra piani consecutivi è inferiore alla profondità di campo delle lenti utilizzate. La procedura può essere reiterata per acquisire diversi stack di immagini traslando il campione al fine di spazzare una porzione del campione sufficientemente grande da contenere un numero di gocce statisticamente significativo. L’intera procedura di scansione è automatizzata tramite un microscopio motorizzato: il campione è posto su uno stage motorizzato ed il fuoco del microscopio è variato mediante un motore passopasso direttamente connesso alla ghiera di messa a fuoco. Un apposito software consente di effettuare l’intera scansione in totale automazione. 2.2. Analisi delle Immagini Sono stati sviluppati degli algoritmi di analisi per processare automaticamente un grande quantitativo di immagini. I passi principali dell’algoritmo sono: rimozione delle componenti fuori fuoco, segmentazione dell’immagine, riconoscimento dei bordi delle gocce ed individuazione del piano corrispondente alla 24 c ~ miglior posizione focale per ogni goccia rilevata (maggiori dettagli sulla tecnica di analisi sono riportati in Caserta, 2005 b). Viene assunto che le inclusioni siano sferiche, e per ognuna di esse vengono misurate le coordinate tridimensionali del centro ed il raggio. A causa della torbidità delle miscele, una crescente degradazione dell’immagine è stata notata osservando il campione in profondità, a seconda della dimensione e numero delle inclusioni (cioè frazione volumetrica della fase dispersa e distribuzione di dimensioni delle gocce). Una differenza significativa nella qualità delle immagini è anche legata alla differenza nell’indice di rifrazione delle due fasi: in particolare, quando l’indice di rifrazione della fase dispersa è significativamente differente da quello della matrice, la presenza di gocce nei layer precedenti quello focale può indurre gli effetti lente. Come accennato nell’introduzione, questa distorsione può risultare in un falso picco nel range di dimensioni piccole nella distribuzione di dimensioni del campione (Caserta, 2004). Sono stati sviluppati degli specifici algoritmi per la correzione di questo tipo di errore e per minimizzarne gli effetti. L’analisi fornirà come output oltre che una misura delle dimensioni delle gocce, anche la determinazione della posizione del centro delle stesse. Sarà in questo modo possibile ricostruire la distribuzione spaziale delle gocce ed identificare eventuali disomogeneità nel campione esaminato. In Fig. 2 è riportata a titolo di esempio l’analisi delle immagini di una emulsione al 5% in peso di fase dispersa. Si può notare come la maggior parte delle gocce a ´ παντα ρει Settembre - Dicembre 2005 Morfometria reo-ottica Fig. 2 – Esempio di analisi delle immagini di un ‘emulsione di biopolimeri, sistema acqua – alginato di sodio – caseinato di sodio. Fase dispersa 5% wt. fuoco nelle immagini di sinistra è correttamente individuata dal software, come evidenziato dai cerchi neri sovrapposti nelle immagini di destra. 3.Validazione e Risultati L’obiettivo iniziale della metodologia sviluppata è stato quello di stimare almeno i primi due momenti, media e varianza, della distribuzione di dimensioni delle gocce con ragionevole affidabilità (errori inferiori al 10%), il che, a causa degli errori di campionamento accennati in precedenza, perché le misure siano statisticamente significative già può richiedere di analizzare campioni di alcune migliaia di gocce. Per verificare l’attendibilità delle misure ottenute tramite il software di analisi delle immagini implementato, su alcuni campioni è stata effettuata una dettagliata analisi manuale. Tramite un software commerciale di analisi delle immagini (Image Pro Plus) è stato analizzato un esteso numero di immagini misurando i diametri di un numero di gocce statisticamente significativo. In Fig. 3 è riportato uno dei confronti effettuati tra l’analisi manuale ed automatica di uno stesso campione; confrontando la distribuzione numerica e numerica cumulativa dei diametri delle gocce si evince un ottimo accordo tra le due misure. Oltre alla distribuzione di dimensioni delle gocce, un altro risultato di rilievo è la distribuzione tridimensionale delle stesse. In Fig. 4 è riportato un rendering 3D delle gocce rilevate dall’analisi di uno stack di immagini di un campione in cui la sedimentazione aveva iniziato a separare le due fasi. La ricostruzione mostra come le gocce più grandi sono quelle che hanno velocità di sedimentazione maggiore. La metodologia presentata è stata da noi applicata in maniera estesa allo studio del fenomeno della coalescenza in flusso di shear in blend polimerici (Caserta, 2004, 2005 a). 4. Conclusioni In questo lavoro è stata presentata una nuova metodologia per l’analisi della microstruttura di sistemi dispersi liquido – liquido, basata sulla microscopia ottica e l’analisi delle immagini. La tecnica è completamente automatizzata e consente l’analisi di campioni di ampie dimensioni, tali da contenere un numero di gocce statisticamente significativo. Oltre alla distribuzione di dimensioni delle gocce è possibile misurare con accuratezza la loro posizione, ricostruendo tridimensionalmente la microstruttura del sistema. I risultati presentano una buona affidabilità, come si evince dal confronto con analisi manuali. c ~ ´ παντα ρει Settembre - Dicembre 2005 25 Sergio Caserta, Marino Simeone, Stefano Guido Bibliografia 1. Caserta, S. – Simeone, M. – Guido, S., “Evolution of Drop Size Distribution of Polymer Blend under shear flow by optical sectioning”, Rheologica Acta, 43, 2004:491-501. 2. Caserta, S. – Sabetta, L. – Simeone, M. – Guido, S., “Shear Induced Coalescence in Aqueous biopolymer mixtures”, Chemical Engineer Science, 60, 2005: 1019-1027. 3. Caserta, S. – Simeone, M. – Guido, S., “3D Optical Sectioning and Image Analysis of Particles in Biphasic Systems”. Microscopy and Analysis, 19(3) (2005) pp. 9-11. 4. Chesters, A. K., “The Modelling of a coalescence processes in fluid-liquid dispersions: A Review of Current 5. 6. 7. 8. 9. Understandig”, Trans IchemE, 69, 1991: 259 – 270. Inoué S, Video Microscopy, Plenum Press, New York, 1986. Lyu, S. - Bates, F. - Macosko, C. 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