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DOCUMENTI
CAMERA DEI DEPUTATI
N. 3036
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PROPOSTA DI LEGGE
D’INIZIATIVA DEI DEPUTATI
FRASSINETTI, BARANI, BARBIERI, BERGAMINI, BERNARDO, BOCCIARDO, CARLUCCI, CASTIELLO, CATANOSO GENOESE, CENTEMERO, CIRIELLI, COLUCCI, COSENZA, DE BIASI, DE CORATO,
DESIDERATI, DI VIRGILIO, DIVELLA, RENATO FARINA, FERRARI,
GIRLANDA, GOISIS, HOLZMANN, LAINATI, LAMORTE, LUSETTI,
MANCUSO, MANTINI, ORSINI, PELUFFO, PETRENGA, PIANETTA,
POLLEDRI, RAISI, REGUZZONI, SAMMARCO, SCANDROGLIO, STUCCHI, TORAZZI, TORRISI, VELLA, VIGNALI
Disposizioni per la valorizzazione della chiesa
di Santo Stefano Maggiore in Milano
Presentata l’11 dicembre 2009
ONOREVOLI COLLEGHI ! — La chiesa di
Santo Stefano Maggiore in Milano rappresenta un monumento di straordinario interesse storico e artistico, soggetto alla
tutela prevista dall’articolo 12 del codice
dei beni culturali e del paesaggio, di cui al
decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42,
e successive modificazioni, oltre a rivestire
una grande importanza di carattere sociale per l’intera comunità cristiana milanese.
Cenni storici.
Le origini della chiesa di Santo Stefano
Maggiore sono antichissime. L’edificio sarebbe stato fondato dall’Arcivescovo di
Milano Martiniano nel luogo detto ad
innocentes in cui, per volere dell’Imperatore Valentiniano I, nel 367 dopo Cristo
furono giustiziate quattro personalità addette alla magistratura e riconosciute
come martiri. In seguito, nell’anno 417,
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l’arcivescovo Martiniano decise di erigere
in quel luogo una basilica per porre fine
alla venerazione della memoria dei quattro martiri e rivolgere a Dio quel culto.
Durante tutto il Medioevo per distinguere questa chiesa dalle altre presenti in
Milano e dedicate a Santo Stefano, viene
denominata « Santo Stefano in Brolo », dal
nome storico del luogo, o « alla Porta », in
riferimento alla pusterla (termine tecnico,
riferito agli edifici antichi, per indicare
un’angusta porta d’accesso nascosta nelle
mura) ora non più esistente.
Un altro appellativo dato a questo edificio era quello di « Santo Stefano alla
Ruota » poiché, secondo un’antica leggenda cristiana, all’epoca di Sant’Ambrogio, in un combattimento tra ariani (seguaci dell’Arianesimo) e cristiani, il sangue
versato da questi ultimi si rapprese a
forma di ruota: nel nartece esterno veniva
infatti conservato un bassorilievo in mattone riportante l’iscrizione « Rota sanguinis fidelium », poi andato perso durante i
restauri dell’ottocento.
Gli anni 1071 e 1075 risultano fatali
per la chiesa di Santo Stefano Maggiore
che viene prima danneggiata e poi interamente distrutta da due incendi che colpirono la città di Milano; vescovo in quel
periodo era Guido da Velate, che prontamente diede ordine di ricostruire ex novo
l’edificio. Secondo autorevoli fonti la basilica medievale andata distrutta nei due
incendi del 1071 e del 1075 presentava
una struttura del tutto simile a quella
realizzata nella ricostruzione del 1076: la
pianta dell’edificio doveva essere simile a
quella di San Pietro in Ciel d’Oro a Pavia
e presentava tre navate absidate divise in
sei campate, rettangolari quelle centrali e
quadrate quelle laterali, la facciata era a
due spioventi con una grande finestra
circolare in corrispondenza della navata
mediana e la torre campanaria si trovava
sul lato della basilica, verso San Bernardino. La chiesa di Santo Stefano Maggiore,
per tutto il Medioevo e fino al 1620 era
preceduta da un nartece a cinque campate, di cui rimane a testimonianza un
pilone con capitello nella sua postura
originaria, rinvenuto nel 1924 in seguito
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alla demolizione di alcuni edifici addossati
al campanile seicentesco.
Grande era la devozione delle famiglie
nobili milanesi e l’interesse verso questa
basilica. Nel 1342 un membro della famiglia Arcimboldi recatosi a Roma e in Palestina ottiene i corpi dei Santi Mammete e
Agapito e li dona alla basilica di Santo
Stefano Maggiore e le reliquie vengono riposte nella cappella già dedicata alla Beata
Vergine Assunta, detta « della Stella ».
Il 26 dicembre 1476 la chiesa di Santo
Stefano Maggiore fu teatro dell’assassinio
del duca Galeazzo Maria Sforza, giunto
alla basilica per le celebrazioni del Santo
patrono.
Il secolo XVI è un periodo di grandi
interventi di restauro e di ammodernamento.
Nel 1532 Teodoro Trivulzio lasciò la
somma di 10.000 ducati per erigere una
cappella gentilizia dedicata a San Teodoro
martire e per opere di abbellimento della
chiesa stessa. Questo legato testamentario
non trova compimento se non nel 1591,
quando l’Arcivescovo Gasparre Visconti dà
inizio a ingenti lavori di restauro, in
attuazione delle disposizioni dettate da
Carlo Borromeo in occasione della sua
prima visita pastorale, risalente al 1567.
Gli interventi di maggiore rilievo voluti
dall’arcivescovo Borromeo sono: la ricostruzione della cappella maggiore, che prevedeva l’allungamento del presbiterio e
l’edificazione di una nuova abside, l’eliminazione degli altari addossati ai pilastri
della navata e la sostituzione di alcuni
altari delle cappelle laterali. A causa della
scarsezza di mezzi finanziari, il restauro
delle cappelle e delle navate laterali fu
disposto solo nel 1609 da Federico Borromeo.
Una nota di particolare interesse è la
trasformazione nel 1572 della chiesa di
Santo Stefano Maggiore in basilica stazionale per la concessione di indulgenze,
sull’esempio delle sette basiliche di Roma.
Nel corso del XVII secolo vengono
ultimati i lavori di ristrutturazione della
chiesa.
Nel 1620, e precisamente il 18 giugno,
la soprastanzeria di Santo Stefano ottiene
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il permesso di atterrare il portico, perché
cadente e rovinoso ed è proprio in questa
occasione che viene fatta riadattare la
facciata su disegno dell’architetto Aurelio
Trezzi. Il progetto prevedeva, inoltre, di
allungare l’edificio di due campate occupando lo spazio del portico e dando maggior ampiezza alla chiesa. I lavori di
restauro delle navate laterali vengono terminati nel 1637.
Nel 1642 crolla il campanile medievale
e viene scelto il disegno dell’architetto
Buzzi per erigere quello nuovo. Il crollo
del campanile provocò ingenti danni anche
alla facciata dell’edificio, che fu prontamente restaurata, nonostante la penuria di
risorse finanziarie.
Nel corso del XVIII secolo continuano
i lavori di restauro, cercando di dare un
aspetto uniforme allo spazio interno della
chiesa. Nel 1702 il canonico Giovanni
Visconti dona alla parrocchia di Santo
Stefano la sua casa, che viene rasa al suolo
per costruire la nuova sacrestia, opera
dell’ingegnere Francesco Bianchi, a fianco
della cappella Trivulzio.
Il 18 maggio 1798 il Direttorio della
Repubblica Cisalpina ordina la soppressione della collegiata e tutti i suoi beni
vengono avocati alla nazione.
Il XIX secolo è caratterizzato da una
serie di modifiche apportate all’edificio. I
restauri attuati in questo secolo sono volti
a operare un ammodernamento della navata centrale rendendola più attinente allo
stile delle cappelle, che sembravano appartenere a un altro edificio.
Un altro terribile incendio colpì la
basilica nel 1873 e si dovette quindi procedere a nuovi restauri: nel 1876 si intervenne sulla facciata e nel 1883 venne
restaurato il campanile, per opera dell’ingegnere Battista Salvioni. Nell’ultimo decennio dell’Ottocento furono attuati i lavori di restauro nell’interno dell’edificio:
nel 1832 Gaetano Besia rinnova la navata
centrale, appoggiando ai pilastri emicolonne scanalate di ordine ionico e appesantendo la trabeazione; Cesare Nava orna
le pareti e l’ordine della navata secondo il
gusto dell’epoca, con fregi in stucco, dorature e intarsi marmorei; sono rinnovati
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l’altare, il pulpito e le cantorie e sono
restaurati i dipinti. Nel 1875 fu restaurata
anche la facciata nelle cui nicchie furono
collocate alcune statue di Antonio Brilla.
Tra le opere pittoriche conservate nella
basilica di Santo Stefano Maggiore meritano particolare menzione il « Noli me
tangere » di Fede Galizia del 1616 e la
« Trasfigurazione » di Giulio Cesare Procaccini, oggi depositati momentaneamente
presso la pinacoteca di Brera per interventi di restauro, in attesa di essere ricollocati presso il presbitero della chiesa
di Santo Stefano Maggiore una volta che
saranno ultimate le operazioni di restauro.
Le cappelle custodiscono, inoltre, tele di
notevole pregio artistico, alcune delle quali
d’incerta attribuzione a causa del cattivo
stato di conservazione. Tra queste opere
sono meritevoli di menzione: una « Natività » del Fiammenghino, « Sant’Anna »,
« La Madonna e il Bambino » di Federico
Bianchi e « Il Martirio di Santo Stefano »
attribuito a Francesco Cairo.
Nella chiesa ebbero sepoltura illustri
personaggi, tra cui il cardinale Giangiacomo Teodoro Trivulzio e Alessandro Rovida, il cui monumento funerario è collocato nella terza cappella di destra. La
chiesa fu chiusa al pubblico negli anni
ottanta per trasformarla in archivio diocesano e nel 2002 è stata riaperta per
attività di culto.
Di grande interesse, infine, è il ritrovamento avvenuto nel febbraio 2007, tra i
documenti dell’archivio della chiesa, ora
conservati nell’archivio diocesano di Milano, del certificato di battesimo del pittore Michelangelo Merisi, detto « il Caravaggio » avvenuto il 30 settembre 1571
proprio nella chiesa di Santo Stefano Maggiore di Milano.
Importanza sociale.
La chiesa di Santo Stefano Maggiore,
essendo una delle più antiche chiese milanesi e sorgendo nel centro della città,
riveste l’importantissimo ruolo di struttura
satellite per tutte le celebrazioni che
hanno sede nel Duomo e cruciale sarà la
sua funzione nel 2012, quando la città di
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Milano ospiterà l’importante sinodo mondiale delle famiglie, con la visita ufficiale
del Papa e con un afflusso di fedeli
provenienti da ogni parte del mondo stimato in diverse migliaia.
Per tale evento, la piena funzionalità
della chiesa di Santo Stefano Maggiore sarà
determinante per consentire un ottimale
svolgimento delle celebrazioni e un’adeguata accoglienza di tutti i partecipanti.
Attualmente la chiesa di Santo Stefano
Maggiore è concessa in uso alla comunità
latino-americana.
Ogni domenica questo edificio accoglie
più di duemila latino-americani, costituendo un centro nevralgico dell’intero
ufficio per la pastorale dei migranti della
diocesi di Milano. Tale ufficio ha il compito di promuovere:
a) lo studio del fenomeno immigratorio e il suo monitoraggio;
b) una concreta accoglienza con interventi di aiuto, di coscientizzazione e di coinvolgimento dell’intera comunità cristiana;
c) l’evangelizzazione degli immigrati;
d) la formazione degli operatori delle
strutture ecclesiali che si interessano del
fenomeno immigratorio;
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Interventi di ristrutturazione.
Sulla base di un’attenta analisi dello
stato delle varie strutture e dei diversi
elementi interni ed esterni, la Chiesa di
Santo Stefano Maggiore necessita dei seguenti interventi:
1) completamento degli interventi sugli esterni;
2) un nuovo impianto di riscaldamento a pannelli radianti sotto la pavimentazione per tutto l’edificio, completo
di una nuova centrale termica e delle
canalizzazioni necessarie;
3) realizzazione di nuova pavimentazione in marmo per tutta la chiesa, ad
eccezione della cappella Trivulzio e della
sacrestia;
4) bonifica degli ambienti maggiormente interessati da umidità da risalita,
consolidamento strutturale con inserimento di barre filettate e con interventi
sugli elementi e verifica del tensionamento
delle catene;
5) revisione dei serramenti lignei e
metallici e dei vetri;
e) il collegamento tra le diverse iniziative ecclesiali e il loro coordinamento;
6) restauro dei manufatti lignei: pulpito, balconate, coro, boiserie (intarsi e
incisioni) del presbiterio, capocielo, bussole e scultura sopra la bussola centrale,
portoni e copertura del fonte battesimale;
f) l’attuazione di più adeguati provvedimenti da parte dell’autorità civile.
7) nuovo impianto elettrico, di illuminazione, di diffusione sonora e antintrusione;
Sicuramente meritevole di menzione è
l’appuntamento annuale, di grandissimo
richiamo per l’intera comunità dei migranti, della processione del Señor de los
Milagros, che in un contesto di migrazione
è diventata devozione molto sentita da
moltissimi latino-americani e italiani.
La devozione è rivolta alla sacra Imagen del Cristo Crocifisso – risalente al
XVII secolo – disegnata da uno schiavo
angolano sul muro di una povera casa di
Lima e sopravvissuta nei secoli a numerosi
eventi calamitosi. Copia di tale Imagen è
appunto conservata presso la chiesa di
Santo Stefano Maggiore, attuale sede della
confraternita.
8) restauro delle superfici decorate di
elementi in marmo e in pietra naturale,
intonaci, stucchi e suppellettili varie;
9) installazione di centraline per la
deumidificazione elettrofisica, allo scopo
di eliminare l’umidità contenuta nelle murature;
10) restauro e riposizionamento delle
tele a parete e delle pale d’altare, attualmente rimosse per preservarle dal degrado;
11) installazione di linee vita lungo il
cornicione;
12) realizzazione del nuovo arredo
liturgico;
13) restauro completo dell’organo.
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PROPOSTA DI LEGGE
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ART. 1.
(Finalità).
1. In considerazione della rilevante importanza storica, artistica e sociale della
Chiesa di Santo Stefano Maggiore in Milano è disposta la realizzazione di un
progetto finalizzato alla valorizzazione
culturale, ambientale ed architettonica
della Chiesa, di seguito denominato « progetto ».
ART. 2.
(Caratteristiche del progetto).
1. Il progetto è realizzato attraverso
azioni di analisi, monitoraggio e risanamento strutturale, interventi di ristrutturazione architettonica e di restauro del patrimonio artistico, nonché attraverso azioni di
promozione di eventi socio-culturali.
ART. 3.
(Istituzione di un fondo per l’attuazione del
progetto).
1. Per la realizzazione del progetto è
istituito un fondo speciale, nello stato di
previsione del Ministero per i beni e le
attività culturali, con una dotazione di
3.900.000 euro per ciascuno degli anni
2010, 2011 e 2012.
ART. 4.
(Istituzione del Comitato nazionale per la
valorizzazione della Chiesa di Santo Stefano
Maggiore in Milano e per la gestione del
fondo speciale).
1. Il fondo speciale di cui all’articolo 3
è gestito dal comitato nazionale per la
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valorizzazione della Chiesa di Santo Stefano Maggiore in Milano, nominato con
decreto del Presidente del Consiglio dei
ministri e posto sotto la vigilanza del
Ministero per i beni e le attività culturali.
2. Sono membri del comitato nazionale
per la valorizzazione della Chiesa di Santo
Stefano Maggiore in Milano:
a) il presidente, nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri tra soggetti aventi comprovata esperienza nel campo della valorizzazione dei
beni culturali;
b) un rappresentante del Ministero
per i beni e le attività culturali;
c) un rappresentante del Ministero
dell’ambiente e della tutela del territorio e
del mare;
d) un rappresentante del Dipartimento per lo sviluppo e la competitività
del turismo della Presidenza del Consiglio
dei ministri;
e) il sindaco del comune di Milano o
un suo delegato;
f) un rappresentante della provincia
di Milano;
g) un rappresentante della regione
Lombardia;
h) il legale rappresentante dell’ente
parrocchia di Santo Stefano Maggiore;
i) il direttore regionale per i beni
culturali e paesaggistici della regione Lombardia o un suo delegato;
l) il delegato diocesano per i rapporti
con le soprintendenze;
m) il vicario dell’arcivescovo per la
città di Milano;
n) due esperti nominati, tra ricercatori o docenti universitari, con decreto del
Ministro per i beni e le attività culturali.
3. Ai componenti del comitato di cui al
comma 2 spettano solo i rimborsi delle
spese sostenute nell’ambito delle attività
svolte in seno al medesimo comitato e
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autorizzati dal Ministero per i beni e le
attività culturali.
ART. 5.
(Copertura finanziaria).
1. Agli oneri derivanti dall’attuazione
dell’articolo 3, pari a 3.900.000 euro per
ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012, si
provvede mediante corrispondente riduzione della dotazione del Fondo per interventi strutturali di politica economica
di cui all’articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27
dicembre 2004, n. 307.
2. Il Ministro dell’economia e delle
finanze è autorizzato ad apportare, con
propri decreti, le occorrenti variazioni di
bilancio.
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