Gekko, la profezia di Oliver Stone sul capitalismo

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Gekko, la profezia di Oliver
Stone sul capitalismo
Di Valentino Salvatore
Tra le novità dell’ultima edizione del Festival di Cannes,
arriva fuori concorso Wall Street: Money Never Sleeps, ultima
fatica di Oliver Stone. A ventritrè anni dal grande successo
di Wall Street, tagliente raffigurazione di un mondo
finanziario cinico e proteso unicamente alla ricerca del
successo e del denaro, il regista statunitense tenta la carta
del sequel e rispolvera un tenace Micheal Douglas, che già nel
1987 si era guadagnato l’Oscar per aver interpretato Gordon
Gekko, ormai icona del manager rampante e senza scrupoli.
Nel nuovo film, Gekko ha ormai saldato il suo debito con la
giustizia, è cambiato e si è lasciato alle spalle il passato
di corruzione e cinismo. Si ritrova però drammaticamente solo,
con una vita da ricostruire e rapporti umani da riallacciare.
Le suo quotazioni sono basse, ma tenta il riscatto. Cerca di
riavvicinarsi alla figlia Winnie alias Carey Mulligan, che
però non ne vuole sapere e lo considera responsabile del
suicidio del fratello. Prova a redimersi aiutando il fidanzato
di lei, l’ambizioso agente di borsa Jake Moore (Shia LaBeouf),
un giovane in bilico tra il rampante e l’ambientalista,
sostenitore della green economy e alla ricerca della verità
sulla misteriosa morte del suo mentore interpretato da Frank
Lagella, per la quale sospetta alcuni ambienti finanziari.
L’ormai vecchio squalo pentito rivede in Jake ciò che non è
riuscito ad essere in passato e aiutandolo aiuta anche se
stesso. Risale la china, riesce a ricostruire con fatica i
rapporti umani, affetti, amicizia. Come una nuova Cassandra,
Gekko ha anche previsto il crollo del sistema finanziario in
un libro scritto in carcere, ma nessuno negli ambienti
finanziari gli dà credito, perché il suo passato pesa come una
maledizione.
In questo nuovo capitolo appare ancora più evidente il
contrasto tra ricerca di sentimenti genuini e corsa alla
conquista del successo e del denaro. Inevitabilmente più
crepuscolare e intimista, Money Never Sleeps mette in luce la
vacuità dello yuppismo sotto i colpi inesorabili del tempo,
tant’è che, passate la febbre e le vertigini degli anni
Ottanta, a Gekko non rimane più niente oltre che rivalutare
l’importanza dei rapporti umani. Stone ha infatti descritto il
nuovo film proprio come “una storia di famiglia, una storia di
persone che barattano il loro amore per la potere e il denaro
con il loro bisogno d’amore”.
Il nuovo capitolo appena presentato da Stone a Cannes sembra
fatto apposta per essere un attualissimo (e profetico?) atto
d’accusa contro un sistema finanziario senza regole e senza
limiti che attraversa una pesantissima crisi a livello
internazionale. Stone ha infatti buon gioco nel dichiarare in
conferenza stampa che “il capitalismo è in crisi e andrebbe
riformato: almeno, io non ne vedo l’ora”. “La situazione
globale è tremendamente problematica. Dalla Grecia
all’Inghilterra, passando per Spagna e Portogallo. Circa 23
anni fa, pensavo che il sistema avrebbe corretto se stesso:
non è stato così, e quanto siano peggiorate le cose lo vediamo
tutti”, ha detto il regista.
Dal canto suo, Micheal Douglas ha espresso una certa
preoccupazione, dato che la sua interpretazione di Gordon
Gekko è ormai diventata non solo un classico, ma anche un vero
e proprio modello negativo cui tanti si ispirano: “Gekko era
un broker senza scrupoli, uno che distrugge le aziende, che
distrugge le persone, era un cattivo molto ben scritto e le
persone sono attratte da cattivi. Non abbiamo mai pensato che
tutte queste persone alla scuola del business avrebbero fatto
fuoco e fiamme per essere come lui. Eppure 22 anni dopo,
scommetto che molti di quegli studenti MBA sono a capo di
queste società di investment banking”. Ci sarebbe d’altronde
da riflettere su quanto un personaggio come Gekko abbia
influenzato l’immagine dell’economia finanziaria trasmessa dai
mass media e di quanto abbia potuto generare un torbido
fascino: forse anche per questo, Money Never Sleeps sembra, in
maniera didascalica e anche inevitabilmente moralistica,
correggere il tiro per mostrare un Gekko dal volto più umano.
La situazione del mondo della finanza, sostiene Oliver Sone, è
peggiorata rispetto al 1987: “il fattore di avidità si é
moltiplicato molto. Nel 1987 ho pensato che la situazione
stesse migliorando, ma non è accaduto: azionisti e
amministratori delegati hanno fatto i soldi, la gente che
lavora invece no”.
Il 15 ottobre il film uscirà nelle sale italiane e molti di
sicuro lo aspettano con trepidante interesse, in sontonia con
la situazione economico-finanziaria assai incerta. Il navigato
Micheal Douglas però fa notare: “Non si deve pensare che
siccome la situazione dei mercati occupa le news questo si
rifletterà necessariamente sul film in maniera positiva. Anzi,
credo sarà il dilemma del marketing: come convincere il
pubblico che
telegiornale?”.
non hanno già visto questo film
Avrà ragione lo scaltro Douglas in Gekko?
al
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