Dal 24 novembre al 6 dicembre

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Corte
Tribolazioni coniugali di un plebeo
arricchito che ha voluto sposare una
ragazza nobile e libertina. Il teatro di
Molière insegna come gli esseri umani
sappiano farci ridere sino alle lacrime,
rivelandoci contemporaneamente
la parte più nascosta di noi stessi.
Dal 24 novembre al 6 dicembre
George
Dandin
Molière
regia di Massimo Mesciulam
Per saperne di più
leggere
vedere
ascoltare
Il silenzio di Molière
di Giovanni Macchia (Mondadori)
Le avventure galanti del giovane Molière (2007)
di Laurent Tirard
George Dandin
di Charles Gounod
Vita del signor di Molière
di Michael Bulgakov (Rizzoli)
Molière (1978)
di Ariane Mnouchkine
Così fan tutte
di W. A. Mozart
Il ridicolo nel teatro di Molière
di Francesco Fiorentino (Einaudi)
Il marito (1957)
di Nanni Loy e Gianni Puccini
The Gypsy’s Wife
di Leonard Cohen
George Dandin, contadino arricchito sposa per l’ambizione di preIl
testo
stigio sociale la giovane figlia di aristocratici sull’orlo del fallimento.
Mal gliene incoglie, però, perché la moglie, considerandosi degradata da quel matrimonio
combinato, lo tradisce senza ritegno e lo umilia ripetutamente con l’appoggio dei genitori,
consapevoli di essere stati salvati dal lastrico dal genero plebeo, ma ben decisi a fargli
sentire il peso del divario di classe. Molière consegna a Luigi XIV e agli spettatori di tutti i
tempi una farsa feroce e divertente, sottesa da una sorridente critica sociale.
Rappresentato per la prima volta nel 1668,
Lo
spettacolo
George Dandin fu subito oggetto di forti critiche
da parte dei benpensanti, ma lo spettacolo piacque al Re e alla sua corte e, alcuni anni
dopo Voltaire tagliò bruscamente ogni polemica: «Alcuni si ribellarono contro una commedia nella quale una donna sposata dà un appuntamento al suo amante. Potevano considerare che la civetteria di questa donna non è che la punizione per la stupidità di George
Dandin che sposò la figlia di un gentiluomo ridicolo». Oggi la commedia è ormai un “classico”, del quale il letterato Désiré Nisard poté scrivere: «Mentre Corneille e Racine fanno più
effetto alla lettura che in teatro, la lettura di Molière dà il desiderio di vederlo sulla scena,
e la scena voglia di rileggerlo». Il regista Massimo Mesciulam, accingendosi a metterlo in
scena per l’interpretazione di Tullio Solenghi, annota: «In George Dandin – tragica farsa,
che ci illustra modernamente e universalmente la caduta dell’uomo laddove il “Mercato”
e le convenzioni si sono sostituite alla sua anima – Molière articola in tre “round” un meccanismo spietato, dove il protagonista continua a perdere il “match”, e ci fa meravigliare
del fatto, già noto, che la “Verità”, balbettante, perde l’incontro con l’”Inganno”, facondo
e convincente. Ancora più “meraviglioso”, poi, è che la vittima preveda la sua inevitabile
sconfitta, parlandone al pubblico con la consapevolezza di un cabarettista. "Te la sei voluta, George Dandin!": battuta cult che a un più alto livello di astrazione, esemplifica la condizione della verità che si autoinquina con la mistificazione dei sentimenti, il cui linguaggio,
cioè l’”Amore”, è di fatto il grande assente dalla commedia».
Jean-Baptiste Poquelin (1622-1673) assunse lo pseudonimo di
L’autore
Molière per inseguire i suoi sogni teatrali. Attore e drammaturgo,
egli fece una lunga gavetta prima di diventare commediografo di corte del re Luigi XIV.
Molière è considerato il più grande autore di commedie del teatro occidentale, particolarmente apprezzato per uno stile di scrittura (i suoi contemporanei testimoniarono anche
di recitazione) meno legato alle convenzioni dell'epoca, e proteso verso una naturalezza
realistica, che descrivesse al meglio le situazioni e la psicologia dei personaggi. Un nuovo
stile quello di Molière che egli accompagna a una critica feroce della morale dell'epoca.
Cosa che più volte rese difficile la rappresentazione in pubblico delle sue commedie. L’acuta osservazione della realtà fu spesso per Molière fonte di guai, specialmente quando i
nobili e i benpensanti oggetto delle sue satire si riconobbero nei personaggi da lui portati
sulla scena.
produzione
Teatro Stabile di Genova
versione italiana
Valerio Magrelli
interpreti
Tullio Solenghi
Gennaro Apicella
Maria Basile Scarpetta
Massimo Cagnina
Angela Ciaburri
Daniele Madeddu
Barbara Moselli
Alex Sassatelli
scene e costumi
Guido Fiorato
musiche
Andrea Nicolini
luci
Sandro Sussi
SOCI ISTITUZIONALI
COMUNE DI GENOVA
si ringrazia
Liguria
REGIONE LIGURIA
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