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48 Pubblicazioni
Maria Grazia Mainardi
Infermiera, operatrice
umanitaria
RN, Aid worker
N.12/2014
IJN
Emergenza Ebola:
in Liberia con Medici senza
Frontiere
Ebola state of Emergency: in Liberia with MSF
(Doctors without Borders)
Sono un’operatrice umanitaria
per scelta: da
due anni lavoro con Medici
senza Frontiere (MSF), dopo una lunga esperienza
professionale in ospedale, prevalentemente come infermiera
strumentista di sala operatoria presso l’ospedale Maggiore di
Novara. Ho al mio attivo sette missioni in diversi centri ospedalieri: Sud Sudan, Striscia di Gaza, Repubblica Centro africana e
Liberia, di cui vi racconto in questo articolo. Dalla Liberia sono
rientrata da poco, il 31 ottobre scorso, dove ho lavorato per circa
un mese e mezzo in un centro di assistenza di MSF nel nord di
questo Paese, al confine con la Guinea, nella città di Foya (contea di Lofa). Premetto che MSF è presente in Liberia da almeno
10 anni e ha portato avanti diverse progetti, in strutture prevalentemente costituite da tende, come quelli volti a combattere
le epidemie di HIV e tubercolosi. Con lo scoppio dell’epidemia
dell’Ebola MSF ha sospeso questi progetti per concentrarsi sulla nuova emergenza sanitaria. Quando sono arrivata a Foya, a
metà settembre, la situazione nella contea di Lofa era già migliorata per quanto riguarda il numero di casi riscontrati; infatti,
alla partenza, non vi era più nemmeno un paziente. Purtroppo
in altre zone, soprattutto la Guinea, si contano ancora decine di
casi di persone ammalate in diverse località. Quando sono stati
riscontrati i primi casi mortali di infezione da Ebola, tra marzo e
aprile, vi è stata la fuga del personale sanitario con conseguente chiusura di ospedali e centri di cura; ciò ha favorito la rapida
diffusione del virus, proprio come conseguenza di mancanza
di personale dedicato e di mezzi e conoscenze da applicare su
larga scale per prevenire il contagio nella popolazione. In Liberia
si è arrivati al traguardo di “zero pazienti” grazie alla Associazioni
umanitarie che hanno portato avanti un capillare lavoro di istruzione delle popolazioni locali, ad esempio per quanto riguarda il
recupero dei cadaveri e le sepolture, una delle principali fonti di
trasmissione del virus. L’informazione è avvenuta con un sistema
“a cascata”: io istruisco cinque persone, e ognuna di queste ne
istruisce altre cinque, e così via fino a coprire l’intera popolazione
di un villaggio. È stata avviata sul territorio anche la distribuzione di “kit comunità” e “kit famiglie” che comprendono un camice
monouso e altri strumenti volti ad evitare nuovi contagi. Infatti
la prevenzione la si può fare solo isolando le persone ammalate
e fornendo alla comunità disinfettanti, sapone, acqua corrente
pulita, guanti per proteggersi. Nel centro di MSF é stata costruita una struttura in cemento con delle piccole camere singole, più facili da pulire e disinfettare rispetto alle tende da campo. I casi sospetti venivano isolati da quelli
probabili e da quelli confermati. Un grosso aiuto è poi arrivato in settembre
dall’Unione Europea, che ha fornito un laboratorio di analisi e personale tecnico per effettuare le analisi; in questo modo, nel giro di quattro ore, le persone che arrivavano al centro sapevano se erano state contagiate dal virus o
se erano semplicemente influenzate, visto che i sintomi sono molto simili. Va
detto che Foya è una piccola città della Liberia, e quindi la lotta all’epidemia è
risultata più facile rispetto ad aree, come la capitale Monrovia, dove esistono
quartieri densamente popolati e quindi il rischio di contagio è senz’altro più
elevato.
Dati epidemiologici e mappa dei Paesi colpiti dall’epidemia di Ebola
Dall’inizio dell’epidemia da malattia da virus ebola (Evd) al 14 dicembre 2014,
sono stati segnalati all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) un totale
di 18.603 casi sospetti, probabili e/o confermati di Evd e 6.915 decessi, in cinque paesi tuttora colpiti (Guinea, Liberia, Mali, Sierra Leone e Stati Uniti d’America) e tre paesi (Nigeria, Senegal e Spagna) in cui l’Oms ha ufficialmente
dichiarato la fine dei focolai di Evd.
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