Pdf Seminario 26 Settembre Dr.ssa Zannini

XI Ed. Settimana della Salute Mentale
Reggio Emilia 26/09/2016
Migranti carcere riduzione del danno : il sistema
curante messo alla prova dalle nuove sfide
Il consumo di cocaina -crack
Zannini Angela*
Oddi Luana*, Catozzi Mariangela*, Magnavacchi Luca°
zannini angela
*SerT DSM-DP Ausl RE, Cooperativa La Quercia°
Analisi e riflessioni sul consumo di cocaina e crack in una realtà cittadina italiana.
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Spesso la diffusione di una droga è determinata dalla sua disponibilità in uno specifico territorio geografico, in relazione a fattori climatici,
economici, politici e storici.
•
Le vie di comunicazione che hanno avvicinato i continenti e le culture, hanno reso le droghe sempre più disponibili e soprattutto
“sradicate” dai loro abituali e tradizionali contesti di uso.
•
Le vie di scambio e di comunicazione permettono, poi, a droghe tipicamente diffuse in specifici contesti geografici, comparire in paesi
distanti spazialmente e culturalmente, con mantenimento o meno, delle caratteristiche di consumo.
•
Questo sembra in parte accaduto ad una sostanza nata e diffusa nel Sud America ed in particolare in Brasile: la cocaina ed un suo
derivato, il crack, entrambe, tra le sostanze più consumate e conosciute anche sul nostro.
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«Crack» è un'espressione gergale riferita alla cocaina trattata per essere fumata
ovvero per inalarne i vapori
Per poter inalare la cocaina è necessario trasformare il prodotto in polvere nella forma di base, che ha un punto di fusione
più basso rendendola più idonea ad essere scaldata e trasformata in vapore.
•
•
Il crack è composto da cristalli, dall'aspetto del tutto simile a piccole pepite, prende il nome dal rumore “crepitio” che
produce quando è sottoposto al riscaldamento per essere assunto e molto spesso non viene trattato nella maniera
corretta, rendendolo ancora più letale di quanto non sia già nella sua essenza normale.
•
Il cloridrato di cocaina diluito in acqua, viene mescolato con bicarbonato di sodio o ammoniaca e scaldato per eliminare il
cloridrato.
•
Da tale reazione si ottengono piccoli agglomerati solidi detti rocks. Questi cristalli sono bruciati, per essere inalati, in una
pipa d'acqua. Possono anche essere venduti preconfezionati in piccoli sacchetti o contenitori di plastica, già pronti per
essere utilizzati.
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Fumare crack,
Si ricorre generalmente a pipe speciali, il cui fornello è coperto da una maglia metallica (o stagnola
traforata). Su tale fornello è posta la sostanza, che scaldata con la fiamma produce il vapore da
aspirare.
Distinta dalla modalità fumata che introduce prodotti anche della combustione.
I vapori sono assorbiti molto più velocemente del fumo, il che attribuisce al crack proprietà
farmacocinetiche molto simili a quelle della cocaina assunta per via endovenosa
La respirazione dei vapori di crack permette la rapida entrata in circolo e quindi nel sistema nervoso
centrale della cocaina, riuscendo così a fornire euforia in modo quasi istantaneo.
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Il fumatore di crack inala profondamente i vapori trattenendoli nei polmoni per il più lungo tempo
possibile, in modo da aumentare al massimo l'assorbimento.
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La via inalatoria, così come quella endovenosa, garantisce la maggiore rapidità d’effetto grazie
alla vastità del letto vascolare polmonare che permette un subitaneo assorbimento.
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La rapidità degli effetti è analoga all'assunzione di cocaina via endovenosa(e.v.), la potenza
dell'effetto di una dose di cocaina fumata è equivalente a circa il 60 % della stessa dose assunta
e.v.(cioè per raggiungere un determinata intensità d’effetto per via inalatoria, è necessario
assumere una quantità maggiore rispetto alla via endovenosa).
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Caratteristica farmacocinetica e cliniche del crack :
1. le concentrazioni ematiche e cerebrali si elevano rapidamente
2. un intenso stato di benessere ed una intensa euforia (rush)
3. durata altrettanto breve degli effetti, che si prolungano per pochi minuti (dai due ai cinque minuti).
Passato l'effetto, l'umore si abbassa ed il consumatore abituale di crack raggiunge uno stato di profondo malessere
(crash o crollo) la cui intensità è proporzionale all'intensità dell'euforia.
•
Gli effetti del crack sono così intensi che il consumatore concentra i suoi comportamenti esclusivamente in tutte
quelle azioni che mirano alla ricerca e al consumo della sostanza.
•
Il crackomane dopo essere stato invaso dagli effetti di potente euforia, sviluppa un'incontrollabile compulsione e
un’ irrefrenabile desiderio di ripetere il consumo della sostanza ed è spinto alla ricerca urgente di altro crack.
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Desiderio invasivo ed irrefrenabile, craving, sintomo nucleare della dipendenza
patologica, che ne sostiene la patogenesi e la recidiva.
Perdita di interesse per quelli che fino ad allora erano stati elementi prioritari della vita del consumatore, fino alla
perdita dei normali ritmi fisiologici : dormire, alimentarsi e bere ecc.
- processo di declino e perdita di affetti, lavoro, relazioni, salute.
La necessità di procurarsi la sostanza, spinge la persona a furti, spaccio, prostituzione
•
•
Frequentemente associato ai contesti più marginali e poveri.
La compulsività dell'uso associata alla caduta delle inibizioni e alla riduzione della percezione dei rischi, tipici effetti
delle sostanze ad azione psicostimolante,
espone
a rischi sanitari rilevanti,
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NIDA
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CRAVING
Il craving indotto da stimoli condizionati presenta una natura neurobiologica diversa.
La secrezione di DA(dopamina) è associata all’ aspettativa della gratificazione, l’aspettativa che precede la fruizione di
un oggetto piacevole appare correlata ad un aumento del DA nel nucleo occubens.
DA è il neurotrasmettitore del “ wanting “ dell’attesa del piacere che deve essere ancora colto, dell’aspettativa del
desiderio rispetto agli stimolo piacevoli.
I neurotrasmettitori delle fruizioni delle grartificazioni ( Il sistema linking per i nuovi stimoli piacevoli) il “linking”
sembrano essere gli oppiodi ed il GABA in un articolato equilibrio con il DA..
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Vivere gli effetti euforizzanti e psicotropi del crack può significare, l’inizio di una
spirale, in cui il consumatore quotidianamente vede come sua unica priorità il
crack ed i mezzi per procurarselo,
non razionalizza le conseguenze dannose ad esso associato:
è stato definito “rock bottom”, una lotta continua di sopravvivenza nonostante
tutto ciò questo comporti
Il consumatore di crack assume mediamente una quantità 10 volte superiore rispetto
all’assuntore di cocaina per via intranasale:
•
può assumere la sostanza in modalità binge (letteralmente abbuffata), cioè
continuativamente, ininterrottamente per ore o giorni e fino ad esaurimento delle
scorte (run, ad indicare per l’appunto, una maratona di assunzione)
•
Binge si riferisce al consumo in elevate quantità e in un breve periodo di tempo, in
modo continuativo senza interruzione di una sostanza interrompendosi solo per
indisponibilità ulteriore della sostanza o per esaurimento psico-fisico.
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EFFETTI FARMACOLOGICI E CONSEGUENZE SANITARIE
•
I consumatori di crack possono diventare rapidamente dipendenti,
più alto rischio (circa il doppio) di sviluppare dipendenza perché usano la sostanza con più frequenza,
in più elevate quantità e sono più sensibili agli effetti della sostanza, più intensi rispetto a quelli
sperimentati con la cocaina per via nasale.
Euforia. caratterizzato da euforia, labilità affettiva, accresciuta performance cognitiva e motoria,
ipervigilanza.
L’intensa euforia, virilità è descritta come un’irrefrenabile eccitazione sessuale (full body orgasm),
senso di onnipotenza e sicurezza e una ridotta percezione della fatica oltre che dei propri limiti.
•
L'interruzione del consumo di crack nei soggetti da esso dipendenti:
insorgenza di un quadro di malessere: è la crisi di astinenza anche dopo un breve periodo di consumo,
specie quando questo sia stato caratterizzato da forte compulsività o qualora siano presenti
fragilità psicologiche e sociali, fattori predisponenti allo sviluppo di un disturbo da uso.
•
L'astinenza da crack è caratterizzata da tre fasi
La velocità di progressione tra i diversi stadi, dipenderà dalla frequenza, intensità, tempo di
assunzione, ma anche dallo stato psicologico, fisico e socio-sanitario della persona.
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Fase I - Crash: si verifica quando le scorte di dopamina si esauriscono e compare il senso di fatica.
Fase iniziale dell’astinenza da cocaina: drastico abbassamento del tono dell'umore (depressione) e
della energia fisica, che compare già dopo 15-30 minuti la cessazione dell'uso e che persiste per
almeno 8 -24 ore con ipersonnia e astenia fisica e può durare fino a 4 giorni.
•
Fase II - Sindrome disforica tardiva: che inizia 12-96 ore dopo l'uso
Disforia( alterazione dell'umore in senso depressivo), ma associata ad agitazione e irritabilità,
sensazioni di frustrazione, fino a manifestazioni di aggressività sia fisica che verbale.
Il consumatore sperimenta in questa fase depressione, che può presto diventare disforia, ansia, paranoia,
malinconia, apatia, difficoltà di attenzione e di concentrazione, anoressia, insonnia
e craving con accentuazione dell’ansia, dell'irritabilità e della paranoia, fino a sviluppare un vero e proprio
quadro psicotico caratterizzato da anedonia.
Potranno seguire poi alcune settimane di profonda anedonia, possibili allucinazioni, idee di persecuzione, delirio
e di craving “feroce”.
Se il soggetto supera le 10 settimane, rientra dalla fase disforica e con la persistenza dell’astensione, si osserva
una risoluzione progressiva del tono dell’umore e un’attenuazione dell’intensità e frequenza del craving.
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Fase III – Estinzione: i sintomi disforici e di malessere della precedente fase iniziano a
diminuire o si risolvono completamente e il craving diventa ridotto in intensità e frequenza.
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Dal punto di vista medico tra i principali sintomi da monitorare e trattare vi sono quelli
psichici, che possono caratterizzare sia la fase di intossicazione acuta sia quella di astinenza e che
spesso sono anche il motivo primario di ricorso alle cure mediche e farmacologiche
L'attenzione medica al riconoscimento e al trattamento di tali quadri deve essere primaria in quanto
essi peggiorano la prognosi, pongono a rischio non solo di ricaduta, ma anche di autolesione (fino
al suicido), o di abbandono delle cure.
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L'alta percentuale di disturbi psichici, elemento clinico caratterizzante i consumatori di crack puo’
essere dovuto alla continuativa azione della cocaina sui circuiti neuronali (depressione, psicosi,
discontrollo degli impulsi e della rabbia),
• altre volte sono preesistente al consumo di crack, sintomi di un disturbo di personalità che la
persona tenta di autocurare.
Frequentemente il crack si inserisce all'interno di una gamma di policonsumo, alcol, cannabis,
benzodiazepine anche iniettate .
Al fine di ridurre l'angoscioso stato emotivo tipico del crash o per attenuare l'ansia e la paranoia
conseguente al ripetuto consumo di cocaina, i consumatori cronici di crack, sono soliti ricorrere
all'uso di sostanze ad azione sedativa quali alcol, le benzodiazepine ( clonazepam sono gli
ansiolitici più abusati) o ancora l'eroina.
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È bene specificare che l'uso di alcol combinato con la cocaina sniffata ha un
significato farmacologico e clinico diverso dall'associazione con il crack
•
Nel cocainomane l'alcol serve principalmente a rinforzare gli effetti positivi della Cocaina
(prolungando ed attenuando l'intensità dell'azione euforizzante, impedendo che questa viri verso
sentimenti di ansia ed eccessiva agitazione psico-fisica) ed è assunta prima o in contemporanea
alla cocaina,
•
Associazione con Crack ha soprattutto la finalità di auto-trattamento e prevenzione della disforia e
dell'agitazione e degli altri effetti indesiderati del crack, oltre a ridurre la secchezza della bocca
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Possibile anche con il crack un uso controllato anche se
rappresenta una delle sostanze a maggior potere additivo per il rapido
raggiungimento del SNC
•
L'azione diretta della cocaina sui centri del piacere, ma anche la rapida estinzione dell'effetto, fanno il resto
•
Il piacere della cocaina e l'effetto euforizzante è preferito a quello della morfina e della nicotina dall'animale da
esperimento, che tende a compiere un numero di auto-somministrazioni più alto che con le altre due sostanze
sopra citate.
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Impatto sulla salute fisica
•
Da non dimenticare poi, l'impatto sulla salute fisica, con aumentato rischio di contrarre malattie
infettive specie sessualmente trasmissibili o conseguente a scambio di attrezzatura per il
consumo
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La compulsività dell'uso associata alla caduta delle inibizioni e alla riduzione della percezione dei
rischi, tipici effetti delle sostanze ad azione psicostimolante,
espone
a rischi sanitari rilevanti, ad iniziare da quello infettivologico (HIV, HCV):
scambio di materiale di consumo
relazioni sessuali promiscue e senza ricorso al condom, aumentando la probabilità
di malattie sessuali e gravidanze indesiderate
•
di trasmissione
La compulsività e la frequenza d'abuso sono fattori in grado di influire su tali rischi:
i consumatori giornalieri hanno un rischio di contrarre l'HIV superiore di 4 volte rispetto ai consumatori
non abituali .
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How stimolanti /methamphetamine Increases HIV Replication
(Methamphetamine Inhibits HIV-1 Replication in CD4D T Cells by Modulating AntieHIV-1 miRNA
Expression. Chinmay K. Mantri, Jyoti V. Mantri, Jui Pandhare, and Chandravanu Dash, Am J Pathol
2014 , 184: 92e100; )
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Quando le cell dendritiche in coltura di laboratorio sono esposte ad metamfetamina aumentano l’atttività a livello
di un recettore, CCR5,(attività aumentata anche a livello genico specifico ): tale recettore viene utilizzato dal virus
HIV per entrare nelle cellule.
•
Se si blocca la produzione del recettore si impedisce alla metamfetamina di produrre questo effetto.
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E’ stato dimostrato che le metamfetamine come gli stimolanti in generale ( cocaina, crack ecc) stimolano la
produzione di tale recettore : come conseguenza facilitano l’ entrata del virus HIV nelle cellule dentritiche .
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Si è visto che :
in coltura le cell dentritiche esposte a metamfetamine generano in quantità elevata recettori CXCR4 and CCR5
entro 24 ore se comparate con le cellule non esposte a cocaina.
•
La percentuale di cellule infettate con HIV in presenza di stimolanti è 7 volte maggiori di quelle cellule non
esposte e la replicazione virale era dentro la cellula è aumenta del 57 % .
•
Il meccanismo iniziale di produzione del recettore sulle cellule dendritiche indotta da stimolante sembra essere
la stessa di quella sottostante agli effetti psicoattivi degli stimolanti: iperattivazione del sitema
neurotrasmettitoriale della dopamina.
•
Quando i ricercatori hanno esposto le colture cellulari HIV-infettate con una sostanza chimica che impedisce alla
dopamina di influenzare le cellule dendritiche, l'aumento di recettori CCR5 e CXCR4 delle cellule dendritiche è
stata soppressa.
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Positron emission tomography (PET) scan of a person on Cocaine and no Cacaine
(NIDA)
•
La cocaina nel cervello stimola i circuiti della ricompensa ma non solo
- attiva anche altre parti del cervello che possono all'attuale essere studiate con la PET
•
La PET scan ci aiuta anche a vedere come il cervello sfrutta il glucosio che viene utilizzato dai neuroni come
energia per la propria attività
•
La PET scans mostra che la cocaina interferisca sull' utilizzo di glucosio da parte del cervello e sulla sua attività
metabolica
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Fig.
A sx persone non assuntrici,mostrano in rosso zone del cervello in cui vi sono alti livelli di glucosio, il giallo
rappresenta una minor utilizzazione , il blu le zone di minima utilizzo.
•
A dx persone consumatrici di cocaina mostrano come il cervello utilizzi lo zucchero in maniera diversa
riducendo molto l' utilizzo del glucosio, vi sono aree di ridottissima attività metabolica .
•
La continua riduzione di utilizzo di glucosio da parte dei neuroni corrisponde ad una riduzione dell'attività
neuronale fino alla morte dei neuroni e distruzione di zone del cervello interessate .
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NIDA
NIDA
Transizione dall’ utilizzo di prime sostanze al crack/ cocaine: fattori predittivi di
rapida progressione all’addiction e caratteristiche cliniche dell’ uso di crack
/cocaina in adolescenti
•
(Thiago Pianca, R.L. Rosa2, A.P. de Assis Begnis3, P.B. Ferronato1, M.C. Jensen3, L.A.P. Rohde1, F. Pechansky1, C.M.
Szobot1.1Hospital de Clinicas de Porto Alegre, Universidade Federal do Rio Grande do Sul, Brazil; 2Hospital Psiquiátrico São Pedro,
Brazil;3Universidade Luterana do Brasil, Brazil)
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Obiettivo: valutare i fattori predittivi di transizione rapida dalla sperimentazione di una qualunque
sostanze al passaggio di consumo/dipendenza da crack-cocaine
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Descrizione delle caratteristiche cliniche di adolescenti presso strutture residenziali in cura per crackcocaine addicts.
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Metodi: 90 adolescents in corso di crack-cocaine detoxification in strutture neuropsichiatriche
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- la comorbilità era rapportata ad un gruppo di controllo non TD
Results:
-età media 15.6, (85.55% boys; 14.44% girls).
- tutti erano utilizzatori di sostanze prima del crack in età adolescenziale precoce 13-16 anni di cui :
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- 61.4% tobacco
- 44.3% alcohol
- 54.5% cannabis.
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Transizione dall’ utilizzo di prime sostanze al crack/ cocaine: fattori predittivi di
rapida progressione all’addiction e caratteristiche cliniche dell’ uso di crack
/cocaina in adolescenti
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La comorbilità maggiore è legata a disturbi della condotta (81.8%),
•
seguito da Disturbo Oppositivo Provocatorio(52.3%)
•
Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder (44.3%)
In questi disturbi l ‘utilizzo di crack-cocaina era significativamente maggiore rispetto al gruppo di controllo
Il tempo intercorso dal primo utilizzo di sostanze all’addiction da crack era circa 2.5-3 anni.
•
Conclusioni: pazienti nonostante la giovane età hanno mostrato problemi (sec ASI) in diverse aree della
loro vita supportando l’ idea che dovrebbe essere un trattamento da parte di un team multidisciplinare
per la cura.
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Inizio precoce di sostanze quali tabacco, cannabis , alcool giocano un ruolo nella progressione e
iniziazione precoce di sostanze piu pesanti quali crack e cocaina .
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Osservatorio europeo :
“Chi consuma cocaina ad uso ricreativo è altra cosa
rispetto ai gruppi emarginati, persone senza fissa dimora, persone che si
prostituiscono , consumatori di eroina
che fumano cocaina «base/crack», oppure si iniettano cocaina con eroina, “
•
Negli ultimi anni ed anche nella nostra città :
- crescente sfumatura del confine tra cocaina e crack, sia per la diffusione di tale
tipologia di sostanza tra i consumatori della notte, sia per le ”tendenze” del mercato
delle droghe, che evidentemente offre di più questo tipo di sostanza.
•
Sempre l'Osservatorio Europeo inoltre, segnala la diffusione in vari paesi dell'EU
compresa l'Italia, di utilizzo della cocaina «base/crack» con il tabacco in un «joint» da
fumare.
Crack già pronto, con il nome di “stone/pietra” o “rocks/sassi” rende questo pronto
all'uso e più appetibile da un punto di vista dell'immagine sul mercato ed
avvicinandola alla cocaina in polvere.
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Crack e consumo a Reggio Emilia
A differenza del cocainomane da oltre un anno hanno iniziato ad accedere ai nostri servizi con
richiesta di cure i “crackomani”, consumatori di crack, con gradi diversi di consumo e di
problematicità
Il profilo del crackomane reggiano è sovrapponibile a quello delineato negli studi epidemiologici di altri
stati:
-
giovane adulto, uomo, scarso livello educativo, disoccupato, scarsa disponibilità economica, alta
vulnerabilità sociale, difficoltà di accedere ai servizi di cura, rendendo le conseguenze correlate
all'uso di crack ancor più pesanti.
La popolazione migrante che vive in stato di irregolarità, con mancanza di una dimora, di un lavoro, di
una rete sociale ha incontrato la sostanza .
La lontananza dai legami famigliari, il fallimento di un progetto migratorio su cui era fondata la
speranza di riscatto personale ma anche di tutta la famiglia, porta la persona a rifugiarsi in un
oblio chimico che annulla temporaneamente le preoccupazioni, i pensieri, la sofferenza e che
rende meno duro vivere in strada all'interno di case abbandonate.
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GLI ASPETTI SOCIALI DEL CRACK.
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il declino socio-sanitario è legato alle caratteristiche :
farmacologiche della sostanza
alla estrema fragilità sociale dei contesti
condizioni di marginalità, economica e sociale, abitativa (sono spesso sfd), - coinvolti in atti di
criminalità
una esistenza pluri-disagiata (scarse risorse lavorative ed economiche)
grave solitudine primariamente dal punto di vista relazionale
mancanza di contesti famigliari di riferimento o pluri-problematici che è noto rappresentare uno
dei fattori di rischio maggiori associati alle condotte di consumo.
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Trattamento
-Team multidisciplinare con competenze:
-educative , sociali, internistiche tossicologiche, psicologiche / psichiatrriche
Servizi a bassa soglia di accesso , servizi di prossimità (US; UP)
. Favoriscono l’emersione del sommerso specie della frangia più marginalizzata dei consumatori e sono luoghi appropriati
per primo accesso e accoglienza di consumatori di cocaina /crack .
L’approccio, tipico dei servizi a bassa soglia:
-Non giudicante
-Attento alle problematiche tossicologiche, alle pratiche di riduzione dei danni e tutela della salute dell’ utenza e della
salute pubblica ed all’autoregolazione del consumo.
-Attento alle ragioni e alle fragilità sociali
-In grado rispondere ai bisogni primari, e come tali più sentiti, dell’utenza (pasti, servizi igienici e docce, bagagliaio, un letto
dove riposare, lavatrice)
-Professionalmente abili e snelli nel costruire una relazione e un lavoro di rete inter/intra servizi pubblici, enti privati
accreditati e di volontariato
- ATTENTI ALLA RIDUZIONE DEL CONSUMO, ORIENTANO AD UN PROCESSO MOTIVAZIONALE DI CAMBIAMENTO
DELLE CONDOTTE DI CONSUMO E ALL’AFFRANCAMENTO CON PERCORSI RIABILITATIVI SE NE RAVVEDONO LA
MOTIVAZIONE E RICHIESTA
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Riduzione del danno e rischi per la salute
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- la distribuzione di materiali sterili e sicuri necessari per fumare o almeno una serie di precauzioni da
adottare in caso in cui lo scambio della pipa diventi inevitabile (ad esempio usare dei boccagli).
- ridurre il rischio di diffusione delle malattie infettive, così come di lesioni locali della bocca legate allo
scambio e al riuso della pipa (bruciature, tagli, ulcere).
- Alcuni paesi hanno avviato l’apertura di:
luoghi in cui poter inalare il crack, permettendo un aumento dell’accesso a pipe per il crack pulite, di
ridurre lo scambio e fornire un ambiente più sicuro dove consumare.
Inoltre le stanze di consumo portano beneficio anche alla comunità circostante termini di riduzione
delle scene aperte di consumo.
- Servizi che offrono interventi ciascuno rispondente a fasi motivazionali diverse della persona:
- la riduzione del danno si integra con interventi terapeutici di tipo farmacologico e psicologico che sono
quelli con il migliore esito
- esperienze di autocontrollo del consumo, cioè modalità di uso del crack che si accompagnino a strategie
o attività in grado di alleviare il craving ad esso associato .
- Il kit fornito per il consumo di crack si costituisce generalmente di tubo in vetro, filtri, boccagli, condoms,
balsamo per le labbra, compresse sterili e chewing gum per la salivazione. Recentemente è l’ipotesi di
introdurre vaporizzatori che possano ulteriormente limitare i danni da uso continuativo di crack legato
ai prodotti della combustione.
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Trattamento
Attualmente non esiste nessun farmaco per trattare nello specifico la dipendenza da cocaina. Per
questo motivo il NIDA sta procedendo ad identificare e sperimentare nuovi trattamenti:
- Il topiramato e il modafanil, due farmaci hanno dato segnali promettenti come potenziali agenti nel
trattamento della cocaina.
- il baclofene (antagonista del GABA) dimostrato promettente quando somministrato in un sottogruppo
di dipendenti da cocaina con caratteristiche di uso pesante della sostanza
-
Gli antidepressivi hanno mostrato dare qualche beneficio contro i cambiamenti d’umore che si
verificano nel momento in cui il paziente inizia ad essere in astinenza.
-
Il Disulfiran associato a terapie comportamentali
-
-
La terapia cognitiva comportamentale
Trattamenti in regime residenziale (comunità terapeutiche )
-
L’overdose da cocaina è causa di molti
decessi tutti gli anni, e si stanno mettendo
a punto trattamenti medici per affrontare
le emergenze causate dall’abuso di
cocaina.
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By David Anderson,
NIDA Notes Editor
A few years ago Dr. Diana Martinez and Dr. Marco Diana decided to investigate a new technology that
uses magnetic pulses to stimulate brain cells.
Both had been trying to develop medications to treat cocaine addiction, and both had come to feel that
the pace of progress—their own and others'—was unequal to the urgency of the need.
In the new technology, transcranial brain stimulation (TMS), they saw a potential treatment that might
be developed relatively rapidly for clinical use.
Psychosocial conditions of migration and drug abuse in women
(Ricardo Sanchez-Huesca
R. Sánchez-Huesca1, J.L. Arellanez-Hernández2, V. Pérez-Islas2. 1Research and Training, Centros de Integración Juvenil,
Mexico; 2Psychosocial Research Department, Centros de Integración Juvenil, Mexico
)
-
Fattore protettivo dall’uso di droghe nelle donne migranti sono in genere legati alla maternità, che
riduce la sperimentazione e induce la donna a sottoporsi a trattamento.
-
Le principali ragioni del consumo per le donne sembrano essere lo stato depressivo e
l’adattamento difficoltoso durante la migrazione.
-
These results about protective and risk conditions linked to gender condition in the
use of drugs in migrant women might be similar among women from other countries.
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Osservatorio Europeo
Insieme alla Spagna e alla Gran Bretagna, l'Italia si configura tra i paesi con il
maggior numero di consumatori e quella con il numero più alto di richieste di
trattamento per cocaina e crack:
•
Alta diffusione fra le donne in specifici contesti di marginalità: come fattore favorente,
la maggiore diffusione della prostituzione (Dutt, 2013).
•
Studi etnografici descrivono la spirale del crack che può portare a ricorrere all'attività
della prostituzione amplificando il deterioramento a questo associato (le donne dedite
alla prostituzione ed al crack sono più frequentemente vittime di violenza, scambino
maggiormente materiale d'uso, fanno meno ricorso al preservativo.
•
In Italia ed in Europa la cocaina figura come la sostanza illegale più frequentemente
consumata dopo la cannabis. La modalità d’uso di gran lunga prevalente è lo “sniffo”
(89,7%), considerato la modalità “normale”, in contrasto col “fumo” (crack), sia per
l’eccessiva intensità degli effetti che per le culture di marginalità in cui è perlopiù
inserito.
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Nel 2014, quasi 5500 consumatori che si sono sottoposti a trattamento in Europa
hanno dichiarato il crack come droga primaria, di cui oltre la metà nel Regno
Unito (3 000) (EMCDDA, 2016).
•
In Italia sono carenti gli studi sul crack.
•
(Toscana) ARS delinea tra l'altro la percezione della modalità inalatoria da parte dei consumatori
di cocaina e di crack, oltre alle motivazioni che spingono al consumo di crack (Zuffa, 2012).
- nel report :
-il 29,5% usa o ha usato i cristalli di cocaina sotto forma di fumo (crack)
-il 2,6% l’ha iniettata
Lo rendono impopolare l'uso continuativo di crack gli effetti psichiatrici quali le allucinazioni (“Mi facevo schifo,
perché mi inginocchiavo a cercare le rocchette che non c’erano e i miei amici mi evitavano .. è brutto”) e la
compulsività, interpretato come un bisogno di usare, e non il piacere di consumo (Zuffa, 2012 )
•
La difficoltà di accesso appare ancora più grande per alcune categorie ad esempio le donne, che
abbiamo visto sopra, essere tra le più interessate dal problema del crack, sia in termini di
diffusione che di danni sociosanitari correlati: la paura dello stigma, delle ripercussioni sulla
custodia dei propri figli.
zannini angela
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Studio ESPAD
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Dati ESPAD 2016
European School Survey Project on Alcohol and other Drugs),
Nei Paesi partecipanti, il 4% degli studenti ha sperimentato le nuove sostanze psicoattive (Nps)
(dall’1% al 10%) almeno una volta nella vita, mentre il 3% ne ha riferito un uso recente (almeno
una volta nell’ultimo anno) (dall’1% all’8%).
In media, le Nps sembrano oramai più diffuse di altre sostanze conosciute, come amfetamine,
ecstasy, cocaina /crack o Lsd, che hanno tutte percentuali di consumo più basse. Questo
evidenzia la necessità di approfondire il monitoraggio delle nuove droghe che vengono
quotidianamente immesse sul mercato.
Anche in Italia, la sostanza illecita più diffusa è la cannabis, con una percentuale ben più alta rispetto
al resto d’Europa (27% contro il 16%), ed in netto aumento rispetto al 2011 (21%). Ad aver
provato cannabis negli ultimi trenta giorni è il 15% degli studenti, secondi solo ai coetanei francesi
(17%).
Il 5% degli studenti riferisce di aver provato Nps almeno una volta nell’ultimo anno, attestandosi al
sesto posto su 35 Paesi europei. (."In Italia questa è una sostanza che è arrivata ed è iniziata a
circolare molto perché ha un basso costo," ( Sabrina Molinaro, autrice della ricerca ESPAD per
l'Italia).
zannini angela
BIBLIOGRAFIA
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