CRONOLOGIA

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NERONE 05 cronologia
4-03-2011
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15 dicembre del 37, primo anno
del regno di Gaio Caligola: nasce
ad Anzio Lucio Domizio Enobarbo,
il futuro Nerone.
È figlio di Gneo Domizio Enobarbo
(console nel 38) e di Agrippina
Minore, pronipote di Augusto
(la madre, Agrippina Maggiore,
era figlia di Giulia e di Marco
Vipsanio Agrippa).
Il nonno materno era Germanico,
amatissimo e valoroso generale.
40: Lucio si trova orfano e privo
della presenza materna: sospettata
di aver partecipato a una congiura
contro Caligola, Agrippina è relegata
a Ponza.
Viene accolto dalla zia paterna
Domizia Lepida e come pedagoghi
ha (secondo Svetonio) un barbiere
e un ballerino.
legittimità dell’unione fra parenti
così stretti.
A Nerone sono affiancati come
precettori: il filosofo Anneo Seneca
(che Agrippina ha fatto rientrare
dall’esilio in Corsica) e, per le materie
militari, Afranio Burro, il prefetto
del pretorio di origine gallica.
25 febbraio del 50: Nerone, a tredici
anni, viene adottato da Claudio
col nome di Nero Claudius Drusus
Germanicus.
Nel quinto consolato di Claudio,
su richiesta del senato, è anticipato
a Nerone il conferimento della toga
virile per poter accedere al Foro.
Gli viene anche conferito il titolo di
“Principe della gioventù”, ricordato
sulle monete.
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C RO N O L O G I A
41: Caligola è ucciso nel palazzo
imperiale sul Palatino; gli succede
lo zio Claudio.
Il nuovo imperatore fa rientrare
a Roma Agrippina, che sposa il ricco
Sallustio Passieno Crispo.
Lucio studia con il filosofo grecoegiziano Cheremone di Alessandria,
il filosofo peripatetico Alessandro
di Ege e l’astronomo Trasillo.
47: prima apparizione di Lucio
Domizio sulla scena pubblica.
Insieme con Britannico,
secondogenito di Claudio e Valeria
Messalina, prende parte con successo
ai “Giochi Troiani”: un torneo
equestre riservato ai giovani
aristocratici, in occasione del “Ludo
Secolare” per gli 800 anni della
fondazione di Roma.
48: Valeria Messalina, moglie di
Claudio, è uccisa dal liberto Narcisso
nei Giardini di Lucullo, dopo la
scoperta della tresca, culminata in un
‘matrimonio’, con il patrizio Gaio
Suilio.
49: Agrippina, rimasta anche lei
vedova, sposa suo zio Claudio:
un decreto del senato garantisce la
53: Nerone pronuncia le prime
orazioni: una a favore di Bologna,
colpita da un incendio, per la quale
fu stanziato un contributo di dieci
milioni di sesterzi; le altre per far
ottenere a Rodi una libera
amministrazione e ai cittadini
di Troia l’esenzione da ogni tributo.
Nerone sposa la sorellastra Ottavia
(12 anni), figlia di Claudio e Valeria
Messalina.
12 ottobre del 54: morte di Claudio
(con ogni probabilità avvelenato
dalla moglie Agrippina).
13 ottobre del 54, mezzogiorno:
Nerone fa la sua comparsa davanti
ai soldati e alla corte, accanto
alla madre e ad Afranio Burro.
Applaudito dalle guardie, è portato
in lettiga al Castro, dove è acclamato
imperator prima della ratifica
da parte del senato.
A 16 anni e dieci mesi sale sul trono
Nero Claudius Caesar Augustus
Germanicus.
Nerone recita l’elogio funebre
di Claudio.
NERONE 05 cronologia
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55: il quattordicenne Britannico,
figlio di Claudio e Messalina, muore
durante un pranzo (la maggior parte
delle fonti letterarie ostili a Nerone
lo accusano di veneficio, ma Seneca
lo assolve; altri indicano la madre).
Seneca elogia Nerone nel De Clementia
per la sua mitezza.
Le misure dei primi anni di governo:
Stipendio annuo ai senatori
in difficoltà economiche.
400 sesterzi a ogni cittadino.
Alleggerimento delle tasse più gravose.
Distribuzione mensile di frumento
ai pretoriani.
Consolato ricoperto almeno per sei
mesi (così vi potevano accedere
quattro senatori ogni anno),
per restituirgli dignità.
Svolgimento pubblico dei processi
giudiziari, non più nel chiuso delle
stanze imperiali (intra cubiculum
principis) come era accaduto
con Claudio.
Giusto onorario per gli avvocati,
deciso prima, dalle singole parti
in causa.
Premi ridotti ai delatori.
Divieto, con un editto, ai governatori
delle Province di organizzare giochi
con animali o gladiatori, per evitare
di estorcere denaro ai sudditi.
Restituzione dell’Erario, che Claudio
aveva affidato ai questori, ai pretori
di provenienza senatoria.
Coniazione di monete EXSC
(per decisione del senato):
un’iniziativa che era caduta in disuso.
Divieto a nuovi liberti di far parte
del senato.
Freno al lusso.
Agrippina si intromette negli affari
di corte e di governo, manda a morte
il liberto Narcisso e Giunio Silano,
discendente di Augusto, suscitando
le proteste di Seneca e Burro.
57: Nerone inaugura il nuovo
Anfiteatro costruito in legno
(almeno per la parte superiore) con
giochi gladiatori ma, scrive Svetonio,
non fa morire nessuno, nemmeno
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i combattenti condannati a morte.
58: Durante il suo terzo consolato,
Nerone presenta una riforma
tributaria.
Prevede l’abolizione delle tasse
indirette, soprattutto riguardo ai dazi
delle diverse province che fanno
lievitare i beni di consumo; per
compensare il mancato introito
all’erario statale, viene proposta
l’introduzione di tasse dirette,
tese a colpire i grandi patrimoni.
Il senato si oppone.
Nerone ottiene soltanto la
pubblicazione della riscossione di
ogni tassa e la punizione degli
esattori rapaci e disonesti. Da questo
braccio di ferro dal quale il principe
esce sconfitto, ha inizio la posizione
sempre più ostile del senato: si
comincia ad attaccare il principe non
per l’azione di governo ma per i suoi
comportamenti, propagandati come
depravati e immorali.
Non a caso le fonti storiche
descrivono un carattere che cede
progressivamente ai vizi e a festini
deplorevoli.
Nerone, che non ha mai amato la
docile Ottavia, ha mantenuto il suo
legame con la liberta Atte, ma tutto
cambia quando a corte arriva Poppea
Sabina. È una donna molto bella,
intelligente, che ha sposato in
seconde nozze Salvio Otone,
compagno di baldoria di Nerone
(che gli succederà sul trono per poco
tempo). Frequentando la corte,
seduce l’imperatore, trovando in
Agrippina una ferrea nemica.
Seneca e Burro non dissuadono
Nerone ricordandogli il suo ruolo,
ma approfittano di Poppea per
mettere contro madre e figlio: non
sopportano più le ingerenze di
Agrippina e le sue iniziative.
Nerone toglie la guardia del corpo
alla madre e la allontana dal palazzo
imperiale; ma Agrippina può sempre
contare sull’appoggio dei pretoriani:
è la figlia di Germanico, anche a lei
è stata intitolata in Germania la città
degli Ubi dove era nata (Colonia
Claudia Ara Agrippinensis), è stata
lei a elargire i donativi all’elezione di
Nerone. I consiglieri dell’imperatore
temono che possa ricorrere a militari
fidati per un ribaltamento politico
e per colpirli personalmente.
In Oriente: (durante il principato
di Claudio i romani avevano perso
alleanze e amicizie. I Parti avevano
incoronato re d’Armenia Tiridate
nella capitale Artaxata).
Con Nerone c’è una mobilitazione
delle truppe: ai confini dell’Armenia
vengono fondati principati nuovi
e le legioni dell’Asia Minore sono
divise tra Gneo Domizio Corbulone
e Ummidio Quadrato, governatore
della Siria.
Con l’aiuto dei nuovi alleati (Iberi,
Moschi e re Farasmane) Corbulone
muove alla conquista dell’Armenia
(dopo irruzioni dei Parti) e distrugge
Artaxata.
T. Plauzio Silvano Eliano,
ex proconsole in Asia, stabilisce
dei presidi romani sul mar Nero.
59: Il 4 marzo muore Agrippina
a 44 anni, nella sua villa di Bacoli,
vicino Baia. Dopo il tentativo
di procurare di notte un naufragio
alla barca che la trasportava, Aniceto
– prefetto della flotta di Miseno e tra
gli educatori del piccolo Nerone – su
comando imperiale, con un gruppo
di armati irrompe nelle sue stanze
e l’uccide.
Il delitto viene considerato “di Stato”,
per la salvezza del res pubblica:
per legge, chiunque attenti alla vita
o all’autorità dell’imperatore, deve
essere eliminato. Così è accaduto
prima e avverrà poi; ma il matricidio
– anche se non compiuto direttamente
e con il consenso dei consiglieri –
provoca sempre sgomento
nell’opinione pubblica e nel
mandante: Nerone fu sempre
perseguitato dal rimorso.
A Roma però si festeggia, i senatori
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accolgono l’imperatore con gli abiti
delle solennità.
Vengono richiamati in patria
le persone che Agrippina ha bandito,
si condonano pene.
Ludi Maximi: Giochi indetti
per onorare l’eternità dell’imperatore
in diversi teatri, con distribuzione
alla folla di buoni-premio (missilia)
per ricevere in dono schiavi, animali,
frumento, gioielli, abiti, olio, e altro.
Inaugurazione sul Celio del Macellum
Magnum.
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Corbulone, nella sua avanzata, riceve
la sottomissione di Tigranocerta,
seconda città dell’Armenia. Tutta
la regione è in mano ai romani,
con l’intervento di solo tre legioni,
diventando un baluardo contro
il potere dei Parti. Nerone non vuole
però arrivare a uno scontro aperto
con la grande potenza orientale, gli
basta creare un regno vassallo. Ferma
le ambizioni di Corbulone, che mira
a creare una provincia romana, e
insedia sul trono d’Armenia Tigrane
V, principe della Cappadocia educato
a Roma
Muore Ummidio Quadrato, Corbulone
diventa comandante della Siria.
In Occidente: Scoppia una rivolta
in Britannia, nel territorio degli Iceni
(Norfolk): per fondare la colonia
di Camulouno, i romani avevano
sottratto terreni agli abitanti. In poco
tempo, si estende fino alla foce del
Tamigi, sotto la guida della regina
Budicca.
(Secondo lo storico Cassio Dione,
l’unico a riferirlo, tra le cause
dell’insurrezione c’era un prestito
con forti interessi dovuto a Seneca,
la cui restituzione era stata pretesa
in blocco).
Nerone invia il generale Gaio Svetonio
Paolino. La ribellione è sedata
con molte vittime romane. Budicca
si uccide.
Lungo la frontiera del Danubio,
T. Plauzio Silvano Eliano ha obbligato
i Daci e altre popolazioni a
sottomettersi ai romani e a pagare
tributi.
Nel bosco vicino al Tevere,
di proprietà imperiale, si svolgono
i Juvenalia, i Giochi della gioventù
istituiti per festeggiare la prima
rasatura della barba dell’imperatore.
È un altro motivo di contrasto
con il senato. Nerone è imbevuto
di ellenismo, promuove un’educazione
alla greca (paideia) che coltiva la
poesia, la musica, il teatro, lui stesso
suona la cetra e interpreta ruoli
tragici (ancora in privato); ma la
classe dirigente, conservatrice,
per i giovani aristocratici vuole
addestramento alle armi, scuole
oratorie e giochi di forza fisica.
Costruzione delle Terme vicino
al Pantheon di Agrippa, con palestra
annessa.
60: Neronia. Prima edizione
di Giochi su modello greco, divisi
in musicali, equestri e atletici.
Nerone non vi partecipa ma viene
premiato come citaredo.
Distribuzione di olio a senatori
e cavalieri.
Il giovane poeta Lucano (l’autore dei
Pharsalia) riceve una corona per le
sue Laudes in onore dell’imperatore.
61: Spedizione in Etiopia (Meroitica)
per nuovi sbocchi commerciali. Sono
stabiliti rapporti con il re di Axum.
Utilizzazione del porto di Assab.
62: Muore il prefetto del pretorio
Afranio Burro che è sostituito
da Fenio Rufo e Ofonio Tigellino.
dopo aver mandato il precedente
marito Salvio Otone in Lusitania
come governatore. Con la morte
di Agrippina e Ottavia, ha reciso
tutti i legami con le famiglie Giulia
e Claudia, esponendosi alle mire
dinastiche di personalità di antico
lignaggio.
Vologese re dei Parti sconfigge
a Randeia i romani, sotto il comando
di Cesennio Peto, responsabile
del settore armeno. Corbulone non
arriva in tempo ma riesce ad aprire
nuove trattative.
63: Corbulone ribadisce il diritto
di intervento di Nerone sulle sorti
dell’Armenia, come protettorato
romano. È stabilita l’incoronazione
di Tiridate a Roma.
Il territorio delle Alpi Cozie, tra Galla
e Italia, già protettorato ai tempi
di Augusto, diventa provincia
romana alla morte del re Cottio II.
Plauzio completa il controllo sulla
costa settentrionale del mar Nero,
che assicura a Roma il grano
proveniente dall’attuale Ucraina.
Nasce Claudia, unica figlia di Nerone.
Le è conferito, insieme con la madre,
il titolo di Augusta.
Muore dopo pochi mesi.
63-64: Riforma monetaria: si coniano
a Roma monete in oro, argento,
oricalco e rame. Viene abbassato
il piede dell’aureus e del denarius
per il prezzo aumentato del materiale
prezioso, con una crescita della
circolazione monetale e vantaggi
per i ceti emergenti.
Seneca chiede di ritirarsi.
Nerone ripudia Ottavia, che è esiliata.
Il popolo insorge, vengono create
false accuse e Ottavia è uccisa
a Pandataria (odierna Ventotene),
dove era stata relegata.
Nerone, in contrasto con l’opinione
pubblica, sposa Poppea Sabina,
Il regno del Ponto viene annesso
alla Galazia con il consenso
del sovrano Polemone: il Mar Nero
è romano.
Iniziano i lavori per scavare un
canale navigabile dal lago Averno,
in Campania, fino a Ostia: deve
assicurare il trasporto delle merci
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di prima necessità dal porto di
Pozzuoli anche con il mare agitato.
Inaugurazione del nuovo Porto
di Ostia, i cui lavori erano iniziati
sotto Claudio, affiancati dai primi
magazzini (horrea).
A Napoli, città di cultura greca,
Nerone si esibisce in teatro
per la prima volta.
Notte tra 18 e 19 luglio: scoppia
un grande incendio mentre Nerone
si trova ad Anzio.
Sono distrutti dalle fiamme intere
regiones e monumenti importanti.
Inizia la ricostruzione a spese
dell’imperatore e con incentivi ai
privati; si promuove la costruzione di
portici, dell’uso di materiali refrattari,
di nuovi punti di rifornimento
d’acqua. Le navi col frumento
provenienti da Ostia rientrano piene
di macerie per prosciugare le paludi
costiere.
È abbassato il prezzo del grano.
I cristiani “che confessarono”
(secondo l’ambiguo racconto
dello storico Tacito) e coloro che sono
coinvolti per delazione, vengono
condannati a morte con torture
e crocifissioni.
Iniziano i lavori per la Domus Aurea
su progetto degli architetti Severo
e Celere.
65: Congiura dei Pisoni con il
concorso di cavalieri, senatori,
pretoriani per uccidere Nerone ed
eleggere al suo posto Gaio Calpurnio
Pisone, di nobile famiglia. Vengono
scoperti i partecipanti e molti sono
uccisi (tra cui il prefetto Fenio Rufo e
il poeta Lucano). Alcuni sono indotti
al suicidio, come l’ex precettore
Seneca e lo scrittore Petronio
Arbitro; altri ancora sono mandati
in esilio o perdonati. Rufo è sostituito
da Ninfidio Sabino.
Seconda edizione dei “Neronia”:
per la prima volta a Roma, Nerone
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si esibisce in pubblico (poesia e canto
con la cetra).
Alla fine dei Giochi, muore Poppea
Sabina che attendeva un altro figlio.
Viene imbalsamata, divinizzata
e onorata con un tempio.
La tradizione ostile parla di un calcio
infertole dal marito; forse le
conseguenze di un litigio, di un
incidente, di una malattia.
66: Incoronazione a Roma di Tiridate.
Il viaggio del dinasta orientale è
costato quanto il reddito annuale
dello stato romano (800.000 sesterzi
al giorno, oltre ai regali). La carovana
di familiari e di altri principi,
composta anche da animali,
e scortata da soldati armeni, partici
e romani, impiega nove mesi
per arrivare a Roma.
Ai Rostri, nel Foro, Nerone pone
la corona sul capo di Tiridate,
inginocchiato davanti a lui in un
tripudio di festeggiamenti pubblici.
Nerone assume il titolo di imperator
come prenome.
Sono chiuse le Porte del tempio di
Giano, simbolo di pace per l’impero:
è la prima volta dopo Augusto
e l’evento è ribadito da emissioni
monetali.
Nerone sposa Statilia Messalina,
più grande di lui e di nobile famiglia:
un matrimonio durato pochi mesi,
se non è citata accanto a Nerone
negli ultimi momenti. Sposata più
volte, è vedova del console Vestinio
Attico, ucciso perché coinvolto
(Tacito lo considera innocente)
nella congiura pisoniana; dopo il 68
Messalina continuerà ad occupare un
posto di spicco nell’élite romana.
Ottobre 66 - fine 67: Viaggio
in Grecia. Nerone partecipa,
da vincitore, ai Giochi Istmici, Pitici,
Nemei, Olimpici.
Lo storico Cluvio Rufo, ex console,
lo accompagna come araldo.
A Roma, a fare le veci di Nerone
è il liberto Elio.
Congiura Viniciana, dal nome
del genero del generale Corbulone,
Annio Viniciano, costituita
da senatori, cavalieri e pretoriani.
Corbulone, invitato a recarsi in Grecia
dall’imperatore, sbarcato a Cencrea
e ricevuta la condanna a morte,
preferisce uccidersi.
Scoppiano sommosse a Gerusalemme
e a Cesarea. Viene inviato il generale
Tito Flavio Vespasiano (futuro
imperatore).
Nerone proclama l’esenzione
dalle tasse per la provincia d’Acaia.
Inizia il taglio dell’istmo di Corinto,
per evitare la circumnavigazione
del Peloponneso alle navi provenienti
dall’Oriente e dirette verso il mar Ionio
(portato a termine per un quinto
dell’opera).
67: secondo la tradizione più
accreditata, vengono uccisi a Roma
i santi Pietro e Paolo.
68: Gennaio. Rientro di Nerone
a Roma e Trionfo per le vittorie
negli agoni greci.
1.800 sono le corone ricevute che
vengono deposte nel Circo Massimo.
La città è decorata con ghirlande,
illuminata a festa, profumata
d’incenso. L’imperatore, nelle
acclamazioni, è paragonato
ad Augusto, Apollo ed Ercole.
Marzo. Giulio Vindice, legato in
Gallia, è a capo di una rivolta contro
la pressione fiscale di Roma.
Invita Salvio Sulpicio Galba
(successore di Nerone), governatore
della Spagna Tarraconense,
a sostituire l’imperatore.
Le province orientali restano fedeli.
I legati delle due Germanie, superiore
e inferiore, si schierano con Nerone,
che ha assunto il consolato unico.
Il senato dichiara Galba nemico
pubblico.
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Nerone decide una spedizione
in Gallia: richiama i legionari inviati
in una spedizione in Oriente, recluta
i marinai della flotta di Miseno
per formare una nuova legione;
fa arruolare anche i migliori schiavi
dei cittadini. Riunisce le truppe
nell’Italia settentrionale sotto
il comando di Petronio Turpiliano
(di lì a poco gli sarà affiancato
Rubrio Gallo).
Imposizione di tasse straordinarie.
Le legioni delle due Germanie,
guidate da Verginio Rufo, vincono
i ribelli di Vindice a Vesontio
(Besançon). Vindice si uccide, Galba
si rifugia a Clunia.
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La ribellione continua in Spagna.
Galba, che aveva ottenuto
precedentemente l’adesione di Otone,
governatore della Lusitania, e di
Alieno Cecina, questore della Betica,
è acclamato imperator dalle truppe.
A Nerone arriva la notizia che Verginio
Rufo ha disertato e Turpiliano lo ha
tradito.
Clodio Macro, legato in Africa, sta
organizzando una rivolta autonoma.
I pretoriani tradiscono il principe:
Tigellino scompare dalla capitale,
Ninfidio Sabino trama con emissari
di Galba.
8 giugno: Nerone, appresa la notizia
delle defezioni e dei sostegni a Galba,
lascia il Palatino e si trasferisce negli
Horti Serviliani. Progetta di andare
in Egitto e invia liberti e soldati
a preparare una flotta a Ostia.
Ninfidio Sabino annuncia
ai pretoriani che Nerone è fuggito
ad Alessandria e promette, a nome
di Galba, un cospicuo donativo.
Il senato dichiara l’imperatore hostis
publicus: chiunque può ucciderlo.
Nerone si accorge che le guardie
lo hanno abbandonato. Fugge
per nascondersi nella casa di Faone,
uno dei liberti che gli sono rimasti
accanto, insieme ad altri tre.
9 giugno: raggiunto da militari legati
a Galba, Nerone si uccide (versione
ufficiale) con l’aiuto di Epafrodito,
il segretario addetto alle petizioni
imperiali.
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