I Batteri di interesse medico: criteri fondamentali per lo studio Inquadramento dei batteri in un contesto generale • Comprensione delle caratteristiche morfofunzionali (conoscenza del meccanismo dell’azione patogena e dei metodi di identificazione) • • • • • Esempio: se diciamo “cocco gram positivo” deduciamo automaticamente che: È un batterio di forma rotondeggiante Asporigeno Immobile Produttore di esotossineanna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right I batteri di interesse medico: criteri fondamentali per lo studio Aerobio o anaerobio? La maggior parte sono aerobi-anaerobi facoltativi Eccezione: brucella o batteri anaerobi obbligati Sporigeno o asporigeno? Gli sporigeni sono solo bastoncini Gram+ del genere Bacillus e Clostridium Quali terreni e condizioni di crescita? Terreni ricchi, condizioni particolari (+ O2, CO2) anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right Cosa dobbiamo sapere? Caratteristiche generali del batterio Meccanismo dell’azione patogena Quadro clinico Diagnosi di infezione Farmaci/vaccini anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right GLI STAFILOCOCCHI GRAM POSITIVI ASPORIGENI CAPSULATI IMMOBILI AEROBI-ANAEROBI FACOLTATIVI anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right Varie modalità di divisione dei cocchi gram positivi anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right Il genere Staphylococcus: Al questo genere appartengono moltissime specie estremamente diffuse nell’ambiente e tra gli animali ma tra esse spicca per importanza clinica S.aureus, una specie caratterizzata da cellule di colore giallo (l’aggettivo aureus indica il colore dell’oro) Altra specie importante è S. epidermidis. anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right Staphylococcus aureus CRESCITA su comuni terreni di coltura A Catalasi positivo Produzione carotenoidi Diffuso in uomo e animali di cui costituisce parte della flora normale (localizzato soprattutto a livello del rino-faringe e sulla cute) A. Colonie pigmentate in terreno solido B. Coltura pura di Staphylococcus colorata con colorazione di Gram B anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right Staphylococcus aureus: i principali quadri patologici Cute e tessuti Sistema molli: foruncoli, favi, orzaiolo nervoso centrale: ascessi cerebrali ed epidurali sinusite Apparato respiratorio: polmonite Apparato scheletrico: osteomielite Apparato genito urinario: ascesso renale, infezione basse vie urinarie foruncoli Batteriemia: Diffusione ematica polmonite endocardite impetigine vomito diarrea TSS SSS osteomielite cistite anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right complicata da ascessi Sindrome da shock tossico: TSS-1 e tossine pirogene Intossicazione alimentare: gastroenterite (enterotossina) Infezioni associate a impianti anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right Strutture superficiali anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right Metodi di identificazione Campioni: tamponi, materiale purulento, sangue, broncoaspirato e liquor. Esame microscopico: l’esame microscopico (cocchi Gram-positivi con la tipica disposizione a grappolo) del campione, purché si tratti di materiale proveniente da raccolte ascessuali chiuse o comunque da zone dell’organismo senza comunicazioni con l’esterno Esame colturale: piastre di agar sangue addizionato del 7,5% di NaCl con l’aggiunta di mannitolo (terreno di Chapman). Colonie di S. aureus anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right Colonie emolitiche Le emolisine Emolisina alfa: attività principale su eritrociti di conigli Emolisina beta: attività principale su eritrociti di pecora e bue Emolisina gamma: attività principale su eritrociti di coniglio. uomo, pecora Emolisina delta: attività principale su eritrociti di uomo, coniglio, pecora, scimmia anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right Staphylococcus aureus: varie emolisine Alfa-emolisi anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right Beta-emolisi produzione di ureasi (URE); produzione di arginina deidrolasi (ADH); produzione di ornitina decarbossilasi (ODC); produzione di β-glucosidasi (ESC); fermentazione del glucosio (GLU); fermentazione del fruttosio (FRU); fermentazione del mannosio (MNE); fermentazione del maltosio (MAL) fermentazione del lattosio (LAC); fermentazione del trealosio (TRE); fermentazione del mannitolo (MAN), fermentazione del raffinosio (RAF); fermentazione del ribosio (RIB); fermentazione del cellobiosio (CEL); riduzione dei nitrati (NIT); produzione di acetoina (VP); produzione di β-galattosidasi (βGAL); produzione di arginina arilamidasi (ArgA) produzione di fosfatasi alcalina (PAL); produzione di pirrolidonil-arilamidasi (PYRA); resistenza alla novobiocina (NOVO); fermentazione del saccarosio (SAC); fermentazione della N-acetil-glucosamina (NAG); fermentazione del turanosio (TUR); fermentazione dell’arabinosio (ARA); produzione di β-glucuronidasi (β-GUR). anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right TEST BIOCHIMICI di API 20 STAPH • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Identificazione mediante test biochimici automatizzati anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right Metodi di identificazione tradizionali e fondamentali Test della catalasi: una goccia di soluzione al 3% di acqua ossigenata viene posta su un vetrino a una piccola quantità della colonia sospetta viene aggiunta alla soluzione. La formazione di bolle (rilascio di ossigeno) indica la positività del test. I batteri produttori di catalasi causano la liberazione di ossigeno che, svolgendosi in forma gassosa, provoca la formazione di una schiuma evidente intorno e sopra la patina batterica. S.aureus + H O 2 2 Distinzione con streptococchi e pneumococchi. O2 anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right Metodi di identificazione Test della coagulasi: mescolare, in una provetta, una piccola quantità di una brodocoltura dello stafilococco in esame con 1 o 2 ml di plasma citratato, ricco in CRF (preferibilmente di coniglio) e incubare a 37°C; nel caso di stafilococchi patogeni, entro 3 ore si produce un evidente coagulo, mentre gli stafilococchi apatogeni lasciano inalterata la fluidità della miscela. anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right Meccanismo dell’azione patogena: infezione piogena Capsula e proteina A moltiplicazione negli spazi intercellulari Protezione dal killing produzione di catalasi e superossidodismutasi Lesione di elementi cellulari e diffusione Tossine, esoenzimi anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right Meccanismo dell’azione patogena: le tossine Enterotossina: resistente all’azione di numerosi enzimi proteolitici e mantiene inalterata la sua azione anche dopo esposizione a 100°C (<30 min). [carni salate, cibi ricchi di carboidrati] Sintomatologia nell’uomo: vomito, accompagnato in alcuni casi da diarrea, dopo 1-6 h dall’ingestione del cibo. Inoltre salivazione, crampi addominali e prostrazione. Le enterotossine sono essenzialmente degli emetici, in grado di agire sui visceri addominali dove lo stimolo raggiunge i nervi simpatici e il vago. anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right Meccanismo dell’azione patogena: le tossine Cibo (Enterotossina) Intestino (Attivazione linfociti T) Liberazione di citochine proinfiammatorie Infiammazione della mucosa anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right (IL-1 febbre) (diarrea) Meccanismo dell’azione patogena: gli enzimi Coagulasi: in combinazione con un fattore denominato CRF (coagulase reacting factor) presente nel plasma di uomo e di altre specie animali provoca la trasformazione del fibrinigeno in fibrina. E’ in grado di creare la formazione di uno strato protettivo di fibrina interno alla cellula batterica (ostacolo alla fagocitosi) Stafilochinasi: converte il plasminogeno presente nel plasma in plasmina, permettendo una maggiore invasività Ialuronidasi: depolimerizza l’acido ialuronico (presente nella sostanza fondamentale del connettivo). Agisce da fattore diffusore, facilitando la diffusione del processo infettivo e dei prodotti tossici elaborati dai batteri. Lipasi, esterasi, fosfatasi e DNAsi. anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right No! Maggiore invasività anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right Meccanismo dell’azione patogena: le tossine Tossina epidermolitica o tossina esfoliativa: provoca la cosiddetta sindrome della cute ustionata (scalded skin syndrome-SSS) o necrolisi epidermica acuta (prima infanzia). Scollamento spontaneo di ampie zone degli strati superficiali dell’epidermide a causa della rottura dei desmosomi. La tossina raggiunge l’epidermide per via ematica Aree di scollamento epidermico superficiale anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right La Sindrome da Shock Tossico Colonizzazione vaginale ad opera di alcuni ceppi, favorita dal flusso mestruale e dall’uso di particolari assorbenti interni. Alcuni casi anche nell’uomo come conseguenza di moltiplicazione del batterio a livello delle mucose. Produzione di una tossina in grado di funzionare come superantigene: capace di produrre e rilasciare una serie di citochine e una iperproliferazione delle celluleT. Casi 1981-1993 p.i. 2 giorni. febbre improvvisa e molto alta, diarrea, vomito, esantemi simili a scottature, vertigini, confusione mentale, indolenzimento muscolare. Elevata la letalità. anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right Sensibilità agli antibiotici e chemioterapici Lo Stafilococco è uno dei batteri che più frequentemente presenta il fenomeno della farmaco-resistenza (soprattutto nell’ambito dei ceppi diffusi in ambito ospedaliero) a causa dell’uso indiscriminato di antibiotici Staphylococcus aureus rappresenta la prima causa delle infezioni ospedaliere negli Stati Uniti (resistenza alla vancomicina) Resistenza alla meticillina: il 30-50% degli isolati in ambiente ospedaliero presenta meticillino-resistenza (e a tutte le penicilline semisintetiche resistenti alle penicillinasi (cloxacillina, nafcillina etc) anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right Storia della resistenza alla meticillina 1944 introduzione penicillina - Ceppi di S.aureus resistenti 1961 introduzione Meticillina - MRSA nel 1961 - attualmente il 40% degli S.aureus isolati sono MRSA - oltre il 60% degli CNS isolati è meticillino-resistente Fine anni ’70 utilizzazione dei farmaci glicopeptidici - 1986 riconosciuta resistenza ai glicopeptidici nei CNS - 1997 compaiono S. aureus con bassa resistenza alla vancomicina - 2002 vengono isolati due ceppi di S.aureus altamente resistenti alla vancomicina che hanno i l determinante di resistenza degli enterococchi anna grossato:non copiarecopiare-immagine vanco-R protetta da copycopy-right anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right Genere Staphylococcus STAFILOCOCCHI Gram-positivi immobili anaerobi facoltativi fermentanti glucosio Coagulasi-positivi S. aureus Coagulasi-negativi (CNS) S. epidermidis S. haemolyticus anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right Stafilococchi coagulasi negativi •Capacità di produrre biofilm •Elevata resistenza agli antibiotici beta-lattamici •Diminuita sensibilità ai farmaci glicopeptidici anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right Patologie provocate dagli stafilococchi S. aureus sindrome da shock tossico intossicazione alimentare infezioni di ferite polmoniti follicolite CNS batteriemie endocarditi infezioni da protesi articolari infezioni da catetere infezione cronica polimero associata anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right Il Biofim S. epidermidis colonizza la superficie di un polimero e accumula ammassi di cellule multistratificate e circondate da materiale extracellulare amorfo. L’insieme dei batteri colonizzanti il polimero e il materiale extracellulare, per lo più derivante dai carboidrati presenti nell’ambiente di coltura dei microrganismi, costituiscono il cosiddetto biofilm. Il biofilm sembra proteggere gli stafilococchi, che vi sono inglobati, contro i meccanismi di difesa dell’ospite e contro l’azione degli antibiotici e quindi esso appare, in qualche modo, responsabile della virulenza di quei ceppi batterici che sono genotipicamente antibiotico-resistenti e che, mostrando una elevata adesività, sono difficili da eliminare anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right Biofilm con Stafilocchi anna grossato:non copiarecopiare-immagine protetta da copycopy-right