I - 5-0620 TUM ORI DEL R JM La ENE HERVÉ TC è l’esame di scelta per la diagnosi e la stadiazione preterapeutica dei tumori renali. ~ 2000 Editions Scientifiques et Médicales Eisevier SAS. Tutti i diritti riservati. INT.ONE CLASSIFICA ATOLOGICA E I tumori del rene varie situazioni dalla cisti benigna alla istologiche, neoplasia estremamente aggressiva. Rappresentano, con 5.000 nuovi casi l’anno, il terzo tumore urologico in ordine di frequenza. L’intero iter diagnostico è condizionato dal fatto che ogni tumore renale deve essere considerato maligno fino a prova contraria, tanto più che solo il 10% dei tumori solidi si rivela benigno e che la certezza diagnostica è di solito fornita unicamente dall’esame anatomopatologico del reperto di exeresi. che comprendono È riassunta nella tabella i. vanno ITER Stico L’iter diagnostico, orientato dalle manifestazioni diniche che esamineremo più avanti in dettaglio a seconda del tipo di tumore, è attualmente condizionato dai risultati dell’ecografia, della TC e della risonanza magnetica (RMN) (figura 1).). TUM IGNI fardnoma a cellule renali Epidemiologia Rappresenta il 3% di tutte le neoplasie, il che lo rende un tumore relativamente raro. Esso colpisce gli uomini in misura doppia rispetto alle donne, tra i 40 e i 60 anni. Il rischio raddoppia in caso di tabagismo. L’incidenza è più elevata nella malattia di von Hippel-Lindau e in caso di rene policistico. Si osservano, infine, forme familiari. Istologia Si possono distinguere quattro tipi istologici diversi: il carcinoma a cellule chiare: rappresenta il 60-80% delle neoplasie renali ed è caratterizzato - 1 Iter diagnostico in predi una massa renale. senza dalla delezione del braccio corto del cromosoma 3 (3p).È costituito da contingenti di cellule chiare, eosinofile o fusiformi. ii grado nucleare di Fuhrmann distingue quattro tipi di significato istoprognostico indipendente dalla stadiazione morfologica; il carcinoma tubulopapillare: rappresenta il 10-15% delle neoplasie renali ed è caratterizzato dalla presenza di trisomia 7, 16 e 17, traslocazione dei cromosomi 1 e X, e delezione del cromosoma Y. La sua prognosi è migliore di quella del carcinoma a cellule chiare; - il carcinoma a cellule cromofobe: rappresenta il 4-7% delle neoplasie renali e ha prognosi forse più favorevole del carcinoma a cellule chiare; - 1 il carcinoma dei tubi collettori di Bellini: costituisce l’l-6% delle neoplasie renali e ha prognosi decisamente infausta. La dipendono sia dallo sviluppo locale del tumore, sia da quello delle metastasi, sia infine dalla produzione eccessiva e non regolata di sostanze prodotte fisiologicamente o meno dal rene, e in tal caso responsabile di sindromi paraneoplastiche. Dolore al fianco ed ematuria sono i sintomi più frequenti: costituiscono la triade classica quando si riscontra una massa al fianco. Dimagrimento, di cisti semplice risponde anche in criteri molto rigorosi riguardanti la questo benignità: densità idrica, assenza di parete cistica visibile, assenza di modificazione di questi elementi dopo iniezione di mezzo di contrasto, margini regolari, assenza di tessuto, di sangue o di calcificazioni all’intemo della dsti. La cisti che non risponde a tutti questi criteri è considerata atipica e se ne deve sospettare la malignità. L’utilità della TC nelle neoplasie renali è duplice: la diagnosi è spesso evidente in presenza di un tumore parenchimatoso più o meno voluminoso e irregolare, più o meno eterogeneo, che deforma il contorno del rene, con ripercussioni sul dotto febbre, sudorazione nottuma, comparsa recente di escretore; varicocele non sono infrequenti. L’ipertensione arteriosa può essere secondaria all’ocdusione da parte del tumore di un ramo delfarteria renale, o alla produzione, ad opera del tumore, di una sostanza simile alla renina. Tra le sindromi paraneoplastiche, sono note: l’ipercalcemia, che può essere legata a una produzione tumorale che interferisce con il metabolismo della vitamina D oppure allo sviluppo di metastasi ossee; la policitemia, dovuta a una produzione anormale di eritropoietina; la sindrome di Stauffer, caratterizzata da epatomegalia, febbre, leucopenia, aumento delle fosfatasi alcaline, zone di necrosi epatiche senza la stadiazione: il grado di estensione locale (capsula e tessuto adiposo perirenale), le condizioni del rene contro laterale (funzionalità, tumore bilaterale), l’interessamento linfonodale (che ha tuttavia dei falsi positivi), l’interessamento venoso (trombo nella vena renale, nella vena cava), l’estensione metastatica per contiguità (peritoneo, parete muscolovertebrale posteriore, tratto digerente) o a distanza (epatica, polmonare, - Sintomatologia I sintomi presenti in caso di tumore del rene un - diagnosi caso a - - cerebrale, ossea). - - metastasi; sindromi da produzione tumorale di varie sostanze (glucagone, paratormone, betagonadotropina umana corionica IhcG], insulin-like - growth fador IIGF]). queste sindromi possono regredire dopo o ricomparsa indica una ripresa evolutiva della malattia. Gli interessamenti metastatici più comuni riguardano il polmone, il fegato, le ossa, fencefalo. Tutte nefrectomia; la loro persistenza Diagnosi radiologica La diagnosi dei tumori renali è stata radicalmente trasformata dalfawento dell’ecografia e della TC. Si ritiene che due terzi dei tumori renali con sviluppo limitato siano scoperti fortuitamente, e quindi a uno stadio più precoce e asintomatico, migliorando cos la prognosi. L’ecografia permette di distinguere i tumori liquidi àstici dai tumori solidi tissutali. La diagnosi di cisti semplice benigna è definitivamente confermata dall’ecografia, a condizione che siano presenti tutti i criteri di benignità: assenza di ecogenicità del contenuto della cisti, parete cistica sottile e regolare, forma arrotondata regolare, rinforzo ecogenico posteriore ad opera della parete della cisti. Qualunque dsti che non presenti tutti questi criteri è considerata atipica e richiede ulteriori accertamenti, anzitutto con la TG I tumori solidi del rene hanno un’ecogenicità variabile, superiore o inferiore rispetto al tessuto renale; la loro forma può essere irregolare con margini poco netti, ad eccezione dei piccoli tumori che hanno raramente un impatto sulle cavità renali. La TC è l’esame di scelta per la diagnosi e la stadiazione preterapeutica delle neoplasie renali. Unica limitazione al suo impiego è l’insufficienza renale, che può essere aggravata dall’iniezione di iodio. a Esami richiesti in un secondo tempo Nella grande maggioranza dei casi la TC permette di porre diagnosi di tumore del rene e di stabilime la stadiazione. Vi sono tuttavia casi in cui è necessario modificare o completare la valutazione. In caso di insufficienza renale, in cui è sconsigliata l’iniezione di iodio, la RMN con iniezione di gadolinio dà garanzie di precisione paragonabili a quella della TC, salvo in caso di lesioni di piccole dimensioni (diametro inferiore ai 3 cm). In presenza di dsti atipica, nei casi in cui la RMN non sia dirimente, si può ricorrere all’agoaspirazione del liquido cistico per effettuare un’analisi citologica. Tuttavia, solo la presenza di cellule maligne nel liquido stabilisce la diagnosi e la loro assenza non I’esdude. Si può allora ricorrere all’esplorazione chirurgica per dare una conferma o una smentita istologica. Si può anche prendere in considerazione una soluzione intermedia, quale la ricerca di un argomento di evolutività tramite esecuzione di una TC comparativa a 3-6 mesi di distanza. In caso di trombo nella vena cava, la RMN permette una perfetta visualizzazione dell’estremità superiore del trombo, e specialmente dei suoi rapporti con le vene sovraepatiche e l’at~o destro, che condizionano l’accesso chirurgico. L’awento della RMN ha apparentemente reso inutile il ricorso alla cavografia. L’arteriografia renale selettiva non ha quasi più indicazioni oggi, salvo nel quadro di una valutazione anatomica preoperatoria nelle indicazioni di tumore su rene unico o di tumori bilaterali per i quali è in discussione una nefrectomia parziale. Classificazioni La dassificazione di Robson è storicamente la più ma deve essere abbandonata a vantaggio della dassificazione TNM (tumor, nodes, metastasis) che meglio riflette la situazione conosciuta, prognostica (tabella 11). Fattori prognostici - 10 Le dimensioni: i tumori di diametro superiore ai hanno una prognosi molto sfavorevole cm 2 a quelli di diametro inferiore ai 5 cm, essi stessi di prognosi migliore rispetto ai tumori di 5-10 cm. Il grado nucleare di Fuhrmann dà buone previsioni sulla soprawivenza a qualunque stadio. La presenza di un trombo tumorale nella vena renale, e persino nella vena cava inferiore, non sembra influenzare la prognosi, purché se ne sia potuta effettuare l’exeresi completa (soprawivenza a 5 anni del 50-70% in assenza di altri segni di estensione metastatica). L’infiltrazione linfonodale è al contrario un elemento di prognosi molto infausta (soprawivenza a 5 anni dello 0-30%). L’estensione locoregionale oltre la fascia di Gerota (che limita la loggia renale) è di prognosi sfavorevole (soprawivenza a 5 anni del 45%), che diventa ancora più infausta in caso di interessamento di organi adiacenti (soprawivenza a 5 anni: rispetto - - - - 0%). Terapia del tumore localizzata del rene . Nefrectomia radicale Il trattamento del tumore localizzato si basa sull’exeresi di tutto il tumore, con margini in tessuto sano. L’intervento di riferimento è la nefrectomia radicale, con asportazione della loggia renale nei limiti della fasda di Gerota e del suo contenuto: rene, surrene e linfonodi del peduncolo renale. La linfoadenectomia non sembra avere virtù curative, ma la sua utilità nel quadro della stadiazione prognostica è evidente. La via di accesso anteriore transperitoneale permette una legatura primaria delfarteria e della vena senza manipolare né il rene né il tumore. Permette inoltre il controllo diretto della vena cava inferiore in caso di trombo tumorale a livello della renale o della cava. Altre vie di accesso sono la lombotomia sull’l 1 a costola, la via laterale e la via toracoaddominale. La via celioscopica è agli inizi. In presenza di un voluminoso tumore ipervascolariaato o di un trombo nella vena cava, è talora utile praticare un’embolizzazione selettiva preoperatoria dell’arte~a renale, allo scopo di ridurre il rischio emorragico venoso legato alla vascolarizzazione collaterale. In caso di trombo nella cava che risale oltre il diaframma (fino all’atrio destro), è necessario ricorrere alla via toracica associata per controllare l’estremità superiore del trombo, o persino utilizzare le tecniche di circolazione extracorporea. Globalmente, i risultati della nefrectomia radicale in termini di soprawivenza a 5 anni sono del 95% nello stadio T1; del 60-80% negli stadi T2, T3a, T3b, NO, MO ; dallo 0 al 35% negli stadi T3c, T4, N +, M +. In caso di tumore residuo, l’assoàazione di una radioterapia pre o postoperatoria non influisce sulla soprawivenza, ma potrebbe ritardare la recidiva locale. paraneoplastiche, compressione di organi viscerali adiacenti, sempreché le condizioni generali lo consentano; di metastasi uniche o paucipolari anche in questo caso a seconda delle condizioni generali; nel quadro di protocolli immunoterapici in cui la nefrectomia è necessaria per il recupero e la selezione dei TILs, o è mirata alla riduzione tumorale. L’estrema rarità delle regressioni spontanee dei siti metastatici dopo nefrectomia, sempre evocate miticamente, non può di per sé giustificare indicazione operatoria. - in caso (polmonari) estirpabili, - Nefrectomia parziale Sviluppata inizialmente per i tumori bilaterali o su ottimi risultati in termini di 5 anni, questa tecnica desta un interesse sempre maggiore in caso di diagnosi ecografica fortuita di un piccolo tumore asintomatico. Difatti, la percentuale di recidive locali osdlla tra il 6 e il 10%, e sarebbe in realtà legata alla molteplicità di alcune lesioni. Questa tecnica di conservazione renale sarebbe valida per i tumori di diametro non superiore ai 4 cm, in funzione inoltre della loro posizione all’interno del parenchima renale, che deve essere tale da permettere l’exeresi in tessuto sano con un margine di sicurezza rene unico, con soprawivenza a sufficiente. Terapia del tumore renale metastatizzato . Chemioterapia Il tumore del rene è chemioresistente, con di risposta non superiori al 6%. L’associazione 5-fluorouracile, interleuchina (IL) 2 e interferone alfa consentirebbe di ottenere il 15% di percentuali risposta oggettiva. . Ormonoterapia La sensibilità del tumore del rene ai trattamenti antiestrogenici non trova conferma nella pratica dinica. a Immunoterapia L’interferone alfa (linfochina) ha un’efficacia limitata, delfordine del 15%, e pare che risulti utile unicamente in presenza di metastasi poco numerose, essenzialmente polmonari; pare che non migliori la prognosi quoad vitam. L’IL 2, modulatore dei linfociti T (lymphokine adivated killer cells [LAK]) e delle natural killer cells (NK) ottiene risposte pari al 15%, con regressioni impressionanti in caso di risposta completa, sia pur al prezzo di effetti secondari che ne autorizzano l’impiego solo nei pazienti in buone condizioni generali. L’associazione IL 2-interferone alfa permetterebbe di ridurre la tossicità, modulando le somministrazioni per via endovenosa e sottocutanea, con percentuali di risposta sovrapponibili. Il ricorso ai tumor infiltrating lymphocytes (TILs) che utilizzano i linfociti T intratumorali, attivati in vitro dall’IL 2 e reimmessi nel paziente, ha lo scopo di aumentare l’attività antitumorale naturalmente sviluppata dalle difese del paziente. Sono attualmente in atto diversi protocolli che associano interferone, cidofosfamide, CD8 purificati e IL 2. La terapia genica è ancora agli inizi. Nella pratica clinica, il miglioramento della prognosi in caso di cancro metastatizzato o localmente avanzato è attualmente scarso con i vari trattamenti adiuvanti esistenti, e rimane limitato nell’attesa di nuove molecole e di nuovi protocolli di immunoterapia. . Nefrectomia palliativa Si può ricorrere alla nefrectomia in alcune indicazioni limitate, nel paziente con metastasi: in presenza di gravi sintomi quali le sindromi emorragiche gravi, dolori difflcili da lenire, sindromi - Altri tumori maligni del rene TUMD~~~ Rappresentano f1-3% dei tumori solidi del rene e la loro frequenza aumenta con l’età. Dal punto di vista clinico si tratta spesso di voluminose masse laterali, talora associate ai classici sintomi di neoplasia renale (dolore, ematuria). Alla TC, l’immagine di queste masse spesso voluminose è poco specifica, ma l’assenza di adenopatie associate può indurre al sospetto. I leiomiosarcomi rappresentano il 60% dei sarcomi. Il loro trattamento è l’exeresi chirurgica, con prognosi favorevole quando essa è completa, persino iterativa in caso di recidiva locale. Chemioterapia e radioterapia di supporto non si sono dimostrate eff cad. i liposarcomi rappresentano il 20% dei sarcomi. Sono facilmente confusi con l’angiomiolipoma e il loro trattamento consiste nell’exeresi chirurgica associata, in caso di malattia residua, a radioterapia postoperatoria e a chemioterapia. i sarcomi osteogeni e i rabdomiosarcomi sono molto rari, di prognosi assai infausta per il loro forte potenziale metastatico. Gli istiofibrocitomi maligni si sviluppano spesso nello spazio retroperitoneale. In caso di interessamento renale, l’exeresi chirurgica può essere integrata dalla radioterapia a causa della facilità di reddiva locale. Gli emangiopericitomi sono tumori in genere benigni, che hanno tuttavia un potenziale metastatico nel 15% dei casi. L’exeresi chirurgica può essere resa difficile dalla loro ipervascolarizzazione. Linfomi La diagnosi di linfoma, eccetto nei casi di manifestazione renale di una malattia sistemica già nota, può essere posta in presenza di una massa renale isolata in diagnosi differenziale del carcinoma a cellule renali. L’aspetto alla TC può far sospettare la diagnosi in presenza di molteplici noduli intraparenchimali, di un’infiltrazione diffusa del parenchima renale, dell’associazione con adenopatie aorticocavali. La biopsia della massa linfonodale o renale guidata dalla TC consente di porre diagnosi. Il trattamento è owiamente quello del linfoma con chemioterapia adeguata; la nefrectomia è consigliabile solo in caso di sintomi gravi, quali un’emorragia incontrollabile. Metastasi sono spesso localizzate delle metastasi, soprattutto in caso di tumore maligno del polmone. Esse sono raramente sintomatiche. Il loro aspetto alla TC quasi non le distingue dalle lesioni primitive, 3 IGNII 0 Oncodtoma renale il 10-15% dei tumori solidi del rene. le circostanze della sua sono in fortuite ed è spesso in scoperta genere occasione di un’ecografia richiesta per un altro motivo che si diagnostica il tumore. La diagnosi può essere ipotizzata in fase preoperatoria grazie al suo aspetto alla TC di tumore ben incapsulato, con un centro più denso, bande centrifughe come «i raggi di una ruota», senza che queste caratteristiche siano sufflcientemente specifiche per escludere un carcinoma a cellule renali. La conferma della benignità è data unicamente dall’analisi istologica definitiva, nel quadro di una chirurgia possibilmente conservativa, discussa in caso di tumore di dimensioni inferiori a 4 cm o di biopsie preoperatorie. Rappresenta Resta Sarcomi Nel rene la questione può porsi in caso di lesione polmonare associata: si tratta di un tumore primitivo polmonare con metastasi renale, o di un tumore renale con metastasi polmonare? La biopsia della massa renale guidata dalla TC, o la biopsia transbronchiale della lesione polmonare permettono di risolvere questo dubbio. e a lungo asintomatico; Angiomiolipoma renale È un tumore benigno che rappresenta il 3% dei tumori solidi del rene. Può insorgere in modo isolato o nel quadro di una sclerosi tuberosa di Boumeville. Quasi il 50% dei pazienti portatori di angiomiolipoma ha almeno una stigmata di sclerosi tuberosa; è per questo che è necessario uno screening rigoroso alla ricerca di un angiomiolipoma in caso di sclerosi tuberosa, e viceversa. Le circostanze della diagnosi sono varie: diagnosi spesso fortuita a seguito di un’ecografia richiesta per altre ragioni, o nel quadro di esami per una sclerosi tuberosa; in presenza di sintomi addominali con disturbi o ripercussioni di tipo digestivo; infine, in caso di rottura emorragica del tumore. Il quadro clinico è caratterizzato da un violento dolore al fianco e da ipotensione, a seconda delfintensità delfemorragia. AI di fuori di questo quadro emorragico, l’immagine radiologica riflette le componenti del tumore da cui deriva il suo nome: all’ecografia, il tumore è fortemente iperecogeno per la presenza di tessuto adiposo e alla TC la presenza di grasso è quasi patognomonica. Sono possibili forme bilaterali, e persino multiple, specialmente in caso di sderosi tuberosa. Sul piano terapeutico, le indicazioni variano a seconda delle dimensioni e dell’evolutività dell’angiomiolipoma. Infatti, il rischio evolutivo specifico di questo tumore è la rottura emorragica. Si può quindi proporre il seguente schema terapeutico: in caso di angiomiolipoma asintomatico di dimensioni inferiori ai 4 cm, è sufficiente effettuare un controllo ecografico annuale in assenza di aumento di volume; il controllo deve invece essere semestrale in caso di tumori di dimensioni superiori ai 4 cm; se il tumore cresce, o per i tumori voluminosi, o in presenza di sintomi gravi, si può proporre, se - - - - - praticabile, urí emboliaazione selettiva o un’exeresi chirurgica che preservi la parte restante del parenchima renale; in caso di rottura emorragica, si ricorre di norma all’emboliaazione in prima istanza, seguita dall’exeresi chirurgica possibilmente conservativa in CO co ,- M’ * ONI - caso di tumore voluminoso. La diagnosi dei tumori del rene è dominata, nella maggior parte dei casi, dal carcinoma neoplasia Jean-Marie Hervé : Ancien interne des hópitaux de Paris, ancien hópital Foch, 40, renale. L’exeresi chirurgica con nefrectomia radicale è attualmente l’unico trattamento potenzialmente curativo, con prognosi estremamente favorevole in caso di tumore localizzato. Fortunatamente questa situazione è sempre più frequente grazie al numero crescente di tumori scoperti fortuitamente con l’ecografia a uno stadio asintomatico. chef de clinique-assistant des hópitaux de Paris, assistant dans le service d’urologie, rue Worth, 92151 Suresnes cedex, France. Ogni riferimento a questo articolo deve portare la menzione: JM Hervé. Tumori del rene. Encycl Méd Chir (Editions Scientifiques et Médicales Elsevier SAS, Paris. Tutti i diritti riservati), AKOS Enciclopedia Pratica di Medicina, 5-0620, 1999, 4 p [1] Campbell’s urology. 7~" edition. 1998 : vol 3 ; 76 : 2283-2326 [2] Symposium du comité de cancérologie de l’association frangaise d’urologie, septembre 1996. Prog Urol 1998 ; 8 (suppi 3) : 9-23 octobre 1990, 4