Giovedì 11 Febbraio 2016 La Voce DELTA 21 Ariano, Corbola, Loreo, Papozze, Porto Tolle, Porto Viro, Rosolina, Taglio di Po www.lavocedirovigo.it, e-mail: [email protected], Tel. 0425.200.282 Fax 0425.422584 ELEZIONI Oggi la sentenza che rimette in discussione il voto Falconi vs Bartelle, il rebus al Tar Ketty Areddia ROSOLINA - E’ attesa per oggi la pronuncia del Tar sul caso della presunta irregolarità sulla nomina di Patrizia Bartelle del Movimento 5 Stelle di Corbola, al posto di Stefano Falconi, esponente della Lega Nord di Rosolina. Il Tribunale amministrativo regionale deve decidere sull’interpretazione della legge elettorale regionale, laddove distribuisce i seggi residuali. I legali di Falconi, Giovanni Attilio De Martin e Fulvia Fois, ritengono che la norma in verità contenga due sottogruppi: i residui di lista e i residui dei gruppi di lista. La controparte, invece, ritiene che la distibuzione di voti e dei seggi residuali deve intervenire secondo un unico criterio, che è il criterio crescente. Una discussione, quelle di ieri, in punta di diritto, ma che avrà risvolti politici importanti, visto che, oltre al seggio di Falconi e Bartelle, sono in discussione altri sei seggi. Per Falconi la battaglia giudiziariaservirà a restituire “maltolto” diciamo così - ovvero lo scranno da consigliere regionale. Il ricalcolo dei resti, infatti, lo aveva clamorosamente messo fuorigioco, dando luce verde - per il Polesine - all’elezione di Patrizia Bartelle, Movimento Cinque Stelle. “Un abominio giuridico, un’assurdità, che lascia perplessi anche dal punto di vista umano - era stato il commento di Cristiano Corazzari, che, tra l’altro, è anche avvocato Falconi farà ricorso, e spero torni in consiglio”, aveva detto ancora il numero uno leghista oggi assessore alla cultura e allo sport della giunta di Luca Zaia. © RIPRODUZIONE RISERVATA Stefano Falconi della Lega Nord ECONOMIA Il controllo dell’isola più famosa del nord Adriatico ad un passo dalla cessione Albarella, il futuro parla russo Sul tavolo il 30% di proprietà del gruppo Marcegaglia. E sotto traccia, stavolta, arrivano le conferme ALBARELLA - Questa volta pare proprio che ci siamo. E non si tratta di fantomatici americani in elicottero o di emiri arabi. Secondo le informazioni in nostro possesso da alcune settimane - confermate da numerosi fonti nel mondo economico - il gruppo Marcegaglia pare essere ad un passo dalla cessione della propria partecipazione nell’isola di Albarella. L’interlocutore - secondo queste voci - è un gruppo russo che opera nel mondo del turismo outgoing verso le località balneari. A differenza del passato, quando le smentite arrivarono immediate, questa volta anche nel mondo istituzionale si registrano cauti “no comment”: segno che qualcosa si sta veramente muovendo. Sotto traccia, ovviamente, come sempre quando ad essere coinvolta è una società quotata in Borsa (la Marcegaglia) e sul tappeto c’è una consistente quantità di euro. O di rubli che dir si voglia. La trattativa si troverebbe - e a questo punto il condizionale è d’obbligo in attesa di un eventuale comunicato ufficiale - in stato molto avanzato. Ad un passo dal closing. L’APPROFONDIMENTO Una storia lunga anni fra trattative e ritirate Una veduta panoramica dell’isola di Albarella Ma cosa c’è sul tappeto? Il 30% dell’isola (in cui più di 2300 proprietari privati hanno acquistato una proprietà immobiliare) è di proprietà della famiglia Marcegaglia con 300 case, ville e appartamenti per le vacanze e per la gestione immobiliare, due alberghi e tutte le attività commerciali e sportive. Marcegaglia tourism, la divisione turistica del Gruppo, gestisce gli affitti di case, ville e appartamenti, gli alberghi, la Marina Turisti- ca, il Circolo Golf Albarella e le attività del Centro sportivo. Insomma: sul tavolo c’è la quota di controllo dell’isola. Ma cosa c’è dietro questa decisione più volte annunciata ma che questa volta pare sul punto di andare in porto? Il gruppo Marcegaglia è intenzionato a fare un grosso investimento con l’acquisto dell’Ilva, e potrebbe cogliere l’occasione per riorganizzare la propria attività prestando la massima attenzione al pro- prio core business. In Russia, invece, ci sono numerose società intenzionate ad investire sul turismo in Italia, dopo che la crisi in medioriente (e l’ultimo attentato ad un aereo sul Sinai) ha fatto fuggire turisti e investitori dal Mar Rosso, che nel corso degli anni era diventato la meta preferita dagli ex sovietici. A questo punto, se sono rose fioriranno. E pure in tempi brevi. ALBARELLA (Rosolina) - Una voce che si rincorre da anni, senza mai trovare conferma. Una specie di tormentone invernale che, prima di ogni stagione turistica, vede l’isola di Albarella in cima alla lista dei desideri di gruppi di imprenditori di mezzo mondo. Ma che poi, anno dopo anno, resta sempre solidamente nelle mani del gruppo Marcegaglia, che l’ha acquisita nell’ormai lontano 1988. Gli archivi sono pieni di voci e presunte trattative relative alla cessione dell’isola turistica. Nel novembre del 2012, poco più di tre anni fa, Albarella sembrava sul punto di issare la bandiera a stelle e strisce. Un gruppo di investitore degli States, infatti, si era fatto avanti per rilevare l’isola. Gli imprenditori, provenienti del North Carolina, erano rimasti per due giorni in Polesine, a trattare l’acquisizione direttamente con Emma Marcegaglia. La quale, però, non si era fatta ammaliare dalle sirene a stelle e strisce, e alla fine aveva rifiutato l’offerta mantenendo l’investimento della propria famiglia nell’isola. Pochi mesi più tardi, la pista portava invece in Russia. “Ogni tanto - aveva ammesso due anni e mezzo fa la stessa Emma Mercegaglia - viene qualcuno a chiedere di vederla, e noi siamo ben lieti di mostrare l’isola, ma non c’è alcuna intenzione di vendere”. Ora, però, il canale con Mosca si è riaperto, e l’esito potrebbe essere ben diverso rispetto a quello del 2013. Albarella fu rilevata nel 1988 da Steno Marcegaglia, compianto padre di Emma, la ex presidente di Confindustria, entrando a far parte del gruppo Marcegaglia Tourism. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA PAPOZZE Messo a dimora nel cortile della scuola d’Infanzia Donato un melo alla “Bottoni” Il melo Decio messo a dimora nel cortile della scuola PAPOZZE - A completamento della lezione teorica nella biblioteca comunale di Papozze, condotta con vivacità da Giovanna Zecchin, è stato donato dall’azienda agricola “La Galassa” di Gavello un melo Decio, Dèsso nel dialetto locale, alla scuola dell’infanzia “Francesco Bottoni”, che è stato messo a dimora nel cortile della scuola stessa. L’albero è un’antica varietà che si è adattata all’ambiente. I frutti sono caratterizzati una polpa compatta di colore bianco, un tipico sapore e profumo ancora apprezzati, almeno da chi se li ricorda. Un frutto talmente profumato che veniva usato anche per dare un buon odore alla biancheria negli armadi, nei cassetti e nei guardaroba. Dopo aver ascoltato le origini antiche di questa pianta, i bambini della scuola hanno intonato una canzone dal titolo “Io sono come un albero”, facendo un girotondo e, tutti insieme, hanno partecipato attivamente alla messa a dimora, a conclusione di un percorso educativo didattico sul ciclo vitale delle piante e sul rispetto dell’ambiente. Erano presenti il sindaco Pierluigi Mosca, la consigliera comunale Aldina Chiara Canato e il presidente della biblio- teca Paolo Rigoni. Piano, piano, dunque si è aggiunto un altro piccolo mattoncino della scuola d’infanzia “Francesco Bottoni” per “voler bene alla terra”. Perciò, alla teoria seguono i fatti: dopo l'incontro in biblioteca, un melo Decio è stato posto a dimora nel cortile. E i bambini in cerchio hanno fatto una danza propiziatrice nella speranza che gli adulti di Papozze abbiano maggior rispetto del loro paese collocando i rifiuti nei posti e nei contenitori assegnati. Cosa che spesso non accade. © RIPRODUZIONE RISERVATA