Falconi vs Bartelle, il rebus al Tar Oggi la

Giovedì 11
Febbraio 2016
La Voce
DELTA
21
Ariano, Corbola, Loreo, Papozze,
Porto Tolle, Porto Viro, Rosolina, Taglio di Po
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ELEZIONI Oggi la sentenza che rimette in discussione il voto
Falconi vs Bartelle, il rebus al Tar
Ketty Areddia
ROSOLINA - E’ attesa per oggi la
pronuncia del Tar sul caso della
presunta irregolarità sulla nomina
di Patrizia Bartelle del Movimento
5 Stelle di Corbola, al posto di
Stefano Falconi, esponente della
Lega Nord di Rosolina. Il Tribunale
amministrativo regionale deve decidere sull’interpretazione della
legge elettorale regionale, laddove
distribuisce i seggi residuali. I legali di Falconi, Giovanni Attilio De
Martin e Fulvia Fois, ritengono che
la norma in verità contenga due
sottogruppi: i residui di lista e i
residui dei gruppi di lista. La controparte, invece, ritiene che la distibuzione di voti e dei seggi residuali deve intervenire secondo un
unico criterio, che è il criterio crescente. Una discussione, quelle di
ieri, in punta di diritto, ma che
avrà risvolti politici importanti,
visto che, oltre al seggio di Falconi
e Bartelle, sono in discussione altri
sei seggi.
Per Falconi la battaglia giudiziariaservirà a restituire “maltolto” diciamo così - ovvero lo scranno da
consigliere regionale. Il ricalcolo
dei resti, infatti, lo aveva clamorosamente messo fuorigioco, dando
luce verde - per il Polesine - all’elezione di Patrizia Bartelle, Movimento Cinque Stelle.
“Un abominio giuridico, un’assurdità, che lascia perplessi anche dal
punto di vista umano - era stato il
commento di Cristiano Corazzari,
che, tra l’altro, è anche avvocato Falconi farà ricorso, e spero torni in
consiglio”, aveva detto ancora il
numero uno leghista oggi assessore alla cultura e allo sport della
giunta di Luca Zaia.
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Stefano Falconi della Lega Nord
ECONOMIA Il controllo dell’isola più famosa del nord Adriatico ad un passo dalla cessione
Albarella, il futuro parla russo
Sul tavolo il 30% di proprietà del gruppo Marcegaglia. E sotto traccia, stavolta, arrivano le conferme
ALBARELLA - Questa volta
pare proprio che ci siamo. E
non si tratta di fantomatici
americani in elicottero o di
emiri arabi. Secondo le informazioni in nostro possesso da
alcune settimane - confermate da numerosi fonti nel
mondo economico - il gruppo
Marcegaglia pare essere ad
un passo dalla cessione della
propria partecipazione nell’isola di Albarella. L’interlocutore - secondo queste voci - è
un gruppo russo che opera nel
mondo del turismo outgoing
verso le località balneari.
A differenza del passato,
quando le smentite arrivarono immediate, questa volta
anche nel mondo istituzionale si registrano cauti “no
comment”: segno che qualcosa si sta veramente muovendo. Sotto traccia, ovviamente, come sempre quando
ad essere coinvolta è una società quotata in Borsa (la Marcegaglia) e sul tappeto c’è una
consistente quantità di euro.
O di rubli che dir si voglia.
La trattativa si troverebbe - e a
questo punto il condizionale è
d’obbligo in attesa di un
eventuale comunicato ufficiale - in stato molto avanzato. Ad un passo dal closing.
L’APPROFONDIMENTO
Una storia lunga anni
fra trattative e ritirate
Una veduta panoramica dell’isola di Albarella
Ma cosa c’è sul tappeto? Il 30%
dell’isola (in cui più di 2300
proprietari privati hanno acquistato una proprietà immobiliare) è di proprietà della
famiglia Marcegaglia con 300
case, ville e appartamenti per
le vacanze e per la gestione
immobiliare, due alberghi e
tutte le attività commerciali e
sportive. Marcegaglia tourism, la divisione turistica del
Gruppo, gestisce gli affitti di
case, ville e appartamenti, gli
alberghi, la Marina Turisti-
ca, il Circolo Golf Albarella e
le attività del Centro sportivo.
Insomma: sul tavolo c’è la
quota di controllo dell’isola.
Ma cosa c’è dietro questa decisione più volte annunciata
ma che questa volta pare sul
punto di andare in porto? Il
gruppo Marcegaglia è intenzionato a fare un grosso investimento con l’acquisto dell’Ilva, e potrebbe cogliere l’occasione per riorganizzare la
propria attività prestando la
massima attenzione al pro-
prio core business. In Russia,
invece, ci sono numerose società intenzionate ad investire sul turismo in Italia, dopo
che la crisi in medioriente (e
l’ultimo attentato ad un aereo sul Sinai) ha fatto fuggire
turisti e investitori dal Mar
Rosso, che nel corso degli anni era diventato la meta preferita dagli ex sovietici. A
questo punto, se sono rose
fioriranno. E pure in tempi
brevi.
ALBARELLA (Rosolina) - Una voce che si rincorre da anni,
senza mai trovare conferma. Una specie di tormentone
invernale che, prima di ogni stagione turistica, vede l’isola
di Albarella in cima alla lista dei desideri di gruppi di
imprenditori di mezzo mondo. Ma che poi, anno dopo
anno, resta sempre solidamente nelle mani del gruppo
Marcegaglia, che l’ha acquisita nell’ormai lontano 1988.
Gli archivi sono pieni di voci e presunte trattative relative
alla cessione dell’isola turistica. Nel novembre del 2012,
poco più di tre anni fa, Albarella sembrava sul punto di
issare la bandiera a stelle e strisce. Un gruppo di investitore
degli States, infatti, si era fatto avanti per rilevare l’isola.
Gli imprenditori, provenienti del North Carolina, erano
rimasti per due giorni in Polesine, a trattare l’acquisizione
direttamente con Emma Marcegaglia. La quale, però, non
si era fatta ammaliare dalle sirene a stelle e strisce, e alla
fine aveva rifiutato l’offerta mantenendo l’investimento
della propria famiglia nell’isola. Pochi mesi più tardi, la
pista portava invece in Russia. “Ogni tanto - aveva ammesso due anni e mezzo fa la stessa Emma Mercegaglia - viene
qualcuno a chiedere di vederla, e noi siamo ben lieti di
mostrare l’isola, ma non c’è alcuna intenzione di vendere”. Ora, però, il canale con Mosca si è riaperto, e l’esito
potrebbe essere ben diverso rispetto a quello del 2013.
Albarella fu rilevata nel 1988 da Steno Marcegaglia, compianto padre di Emma, la ex presidente di Confindustria,
entrando a far parte del gruppo Marcegaglia Tourism.
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PAPOZZE Messo a dimora nel cortile della scuola d’Infanzia
Donato un melo alla “Bottoni”
Il melo Decio messo a dimora nel cortile della scuola
PAPOZZE - A completamento della lezione teorica nella biblioteca comunale di
Papozze, condotta con vivacità da Giovanna Zecchin, è stato donato dall’azienda agricola “La Galassa” di Gavello un
melo Decio, Dèsso nel dialetto locale, alla
scuola dell’infanzia “Francesco Bottoni”,
che è stato messo a dimora nel cortile
della scuola stessa. L’albero è un’antica
varietà che si è adattata all’ambiente.
I frutti sono caratterizzati una polpa compatta di colore bianco, un tipico sapore e
profumo ancora apprezzati, almeno da
chi se li ricorda.
Un frutto talmente profumato che veniva
usato anche per dare un buon odore alla
biancheria negli armadi, nei cassetti e
nei guardaroba.
Dopo aver ascoltato le origini antiche di
questa pianta, i bambini della scuola
hanno intonato una canzone dal titolo
“Io sono come un albero”, facendo un
girotondo e, tutti insieme, hanno partecipato attivamente alla messa a dimora,
a conclusione di un percorso educativo
didattico sul ciclo vitale delle piante e sul
rispetto dell’ambiente.
Erano presenti il sindaco Pierluigi Mosca, la consigliera comunale Aldina
Chiara Canato e il presidente della biblio-
teca Paolo Rigoni.
Piano, piano, dunque si è aggiunto un
altro piccolo mattoncino della scuola
d’infanzia “Francesco Bottoni” per “voler
bene alla terra”.
Perciò, alla teoria seguono i fatti: dopo
l'incontro in biblioteca, un melo Decio è
stato posto a dimora nel cortile.
E i bambini in cerchio hanno fatto una
danza propiziatrice nella speranza che gli
adulti di Papozze abbiano maggior rispetto del loro paese collocando i rifiuti
nei posti e nei contenitori assegnati. Cosa
che spesso non accade.
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