Le università europee: per superare la crisi

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Le università europee:
per superare la crisi
di Doris Pack
Presidente della
Commissione Cultura
e Istruzione
del Parlamento europeo
L’Europa è una delle aree più multiculturali del mondo. Tuttavia, nel corso della sua
storia, che l’ha vista talvolta teatro di aspri conflitti, è sempre stata anche una
zona pronta per un vasto interscambio culturale e per una solida crescita socioeconomica, laddove i dovuti fattori vengano debitamente riconosciuti e adeguatamente sostenuti.
Uno dei punti che meritano particolare attenzione dovrebbe essere l’educazione superiore, e più precisamente le università, che oggi, con l’aumentare della mobilità
nella popolazione europea, costituiscono un punto di incontro per una varietà di
idee e ambienti culturali e hanno le potenzialità per favorire una comprensione ancora migliore di diverse eredità culturali, e quindi per sviluppare un’ulteriore cooperazione interculturale e migliorare le relazioni esterne.
Fino a non molto tempo fa le università erano, più o meno, luoghi di trasferimento
culturale, dove la conoscenza veniva trasmessa dai docenti agli studenti, lasciando
pochissimo spazio al tipo di collaborazione che oggi è ampiamente considerata
come il modello più produttivo di apprendimento.
Università: luoghi di collaborazione
Oggi, tuttavia, le università si stanno lentamente ma sicuramente trasformando in
istituzioni capaci non solo di un rapporto più interattivo tra docente e studente, ma
anche di una comunicazione interculturale significativa, come pure di collaborazione intersettoriale. Il loro ruolo si sta ampliando di giorno in giorno, coinvolgendo
le comunità locali e raggiungendo anche i massimi livelli delle economie nazionali,
il che le rende uno dei luoghi generatori di sviluppo e promotori di cooperazione e
solidarietà internazionale. Le università, oltre a garantire una solida base di conoscenza ed emancipazione che eleva la consapevolezza della propria identità culturale, forniscono un terreno comune per interagire con persone dai diversi
orientamenti culturali, il che può produrre soluzioni creative e innovazioni cruciali
per un ulteriore sviluppo in ogni ambito della vita quotidiana, sociale o economica.
Il “capitale umano” che emerge da tale processo è assai prezioso nella società della
cultura e dell’informazione, dove gli affari sono sempre più basati sul know-how e
sui servizi, piuttosto che sui prodotti materiali.
Una nazione che aspiri a raggiungere quel livello di libero flusso di comunicazione,
dovrebbe lavorare per creare le condizioni di una cooperazione a livello regionale e
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locale, e accertarsi che le iniziative generate dalle università siano adeguatamente
appoggiate e finanziate, nella chiara consapevolezza che l’unico modo per superare
la crisi che sta momentaneamente opprimendo l’economia mondiale consiste nel
comprendere che il modo per superarla passa proprio attraverso la ricerca e l’educazione, conquistate e condivise a livello mondiale.
Educazione e mondo del lavoro
Per consentire ciò dovremmo esplorare nuove idee, come le opportunità di un’interazione tra educazione e mondo del lavoro che sono state recentemente proposte
al Comitato per la Cultura e l’Educazione, dedicando al tempo stesso sforzi ancora
maggiori per favorire la mobilità della popolazione e implementare il lavoro creativo nei programmi educativi.
Ciò è stato già appoggiato dal progetto “Erasmus” all’interno del programma di
“Apprendimento permanente”, che sostiene la mobilità degli studenti universitari e
del personale in ambito europeo a fini lavorativi ed educativi, come pure da “Erasmus Mundus” che mira ad accrescere la qualità della formazione universitaria tramite borse di studio e cooperazione accademica tra l’Europa e il resto del mondo.
Presentando un’ulteriore sfida, il Processo di Bologna, nonostante le sue difficoltà
non ancora del tutto superate, ci ha pure condotto un passo più vicino a un sistema educativo creativo e diversificato che offre agli studenti svariate opportunità
di ampliare le proprie conoscenze e orizzonti, creando anche un’area di educazione
superiore più omogenea e perciò anche più accessibile.
“Tempus” è un altro progetto dell’Unione europea, rivolto ai paesi che circondano
l’Unione, che incoraggia la collaborazione multilaterale tra istituti di educazione
superiore nell’Unione europea e i paesi partner, consentendo loro, tra l’altro, di sviluppare, modernizzare e diffondere nuovi programmi di studio, metodi e materiali
didattici.
A parte questi programmi tradizionali, è partita anche l’iniziativa molto interessante e relativamente nuova di creare università virtuali o ramificazioni virtuali dei
modelli tradizionali. L’iniziativa ha già riscosso un relativo successo in tutto il
mondo, consentendo a studenti provenienti da diversi ambienti culturali di comunicare, apprendere e interagire, portando ultimamente a effetti economici positivi sui
Paesi interessati.
Parlando di educazione virtuale e scambi culturali è importante menzionare la
Deutsch-Französische Hochschule che intraprende, coordina e finanzia corsi di studio tra università partner tedesche e francesi, consentendo agli studenti di ottenere
un duplice diploma da entrambe le istituzioni cooperanti.
Considerando i ruoli svolti dalla cultura, dall’educazione e dalla loro correlazione
nel processo di integrazione sociale, e ancor più, in un’orizzonte più ampio, le sfide
e le opportunità offerti da tali concetti, è oltremodo necessario che essi siano riconosciuti, per il bene dell’Europa e del mondo intero.
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