Stabilimento di Colà di Lazise (VR)
SCHEDA DI INFORMAZIONE SUI RISCHI DI INCIDENTE RILEVANTE
PER I CITTADINI ED I LAVORATORI
(D.Lgs 334/99 e s.m.i.)
Colà di Lazise (VR), 05 Dicembre 2011
SEZIONE 1
Ragione sociale:
Novaresine Srl
Sede dello Stabilimento:
Via Confine 23, 37017 Colà di Lazise (VR)
Telefono:
045-6445511
Fax:
045-6450135
Responsabile dell’Attività
Dott. Stefano Fioratti
e portavoce:
Telefono:
045-6445511
Fax:
045-6450135
La società ha presentato Rapporto di Sicurezza, come prescritto dall’art. 8 del D.Lgs.
334/99, e s.m.i..
Gestore dell’impianto
Scheda informativa ai fini del
D. Lgs. 334/99 e s.m.i.
Dott. Stefano Fioratti
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SEZIONE 2
La presente Scheda informativa e la notifica ex art. 6 sono state inviate a:
-
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio – SIAR, Via Cristoforo Colombo, 44
– 00147 ROMA
-
Regione del Veneto - Segreteria Regionale Ambiente e Territorio, Calle Priuli Cannaregio, n. 99 - 30121 Venezia
-
Provincia di Verona . Via Santa Maria Antica, n. 1 - 37121 VERONA - VR
-
Sindaco del Comune di Lazise (VR) – P.zza Vittorio Emanuele II, n. 20 – 37017 –
Lazise (VR)
-
Prefetto di Verona, Via Santa Maria Antica, n. 1 - 37121 VERONA - VR
-
Comitato Tecnico Regionale, presso Ispettorato Regionale dei VV.F. della Regione
Veneto e Trentino, Via Dante 55 - 35100 Padova
-
Comando Provinciale dei VV.F.di Verona, Via Polveriera Vecchia n. 2 - 37100 (VR)
Autorizzazioni e certificazioni in campo ambientale
Lo Stabilimento dispone delle autorizzazioni in campo ambientale richieste dalla
normativa italiana per quanto riguarda: emissioni in atmosfera, stoccaggio provvisorio
rifiuti, acque di scarico.
SEZIONE 3
DESCRIZIONE DELLA/DELLE ATTIVITÀ SVOLTA/SVOLTE NELLO
STABILIMENTO
I prodotti lavorati nello stabilimento di Colà di Lazise, sono resine formate attraverso
reazioni di policondensazione ed esterificazione che vengono prodotte in contenitori
chiamati “Reattori”, con procedimento discontinuo (batch).
La prima fase del processo lavorativo prevede il carico in reattore delle materie prime
utilizzate, sia solide che liquide. Il carico é parzialmente automatizzato.
La fase successiva prevede la reazione tra le materie prime caricate in reattore, con la
formazione della resina.
Terminata la reazione il prodotto è diluito in solvente adeguato (generalmente solventi
organici), filtrato e trasferito a stoccaggio o in fusti.
L’impiego delle resine ottenute é il più vario nell’industria di fabbricazione delle vernici.
Gli impianti dove sono effettuate le varie produzioni sono collocati in un edificio in
muratura ed in carpenteria metallica.
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Nello Stabilimento sono presenti le seguenti aree di stoccaggio al servizio dei reparti
produttivi:
• Parco serbatoi di stoccaggio solventi (serbatoi orizzontali interrati);
• Area serbatoi di stoccaggio materie prime fuse e prodotti finiti (serbatoi verticali fuori
terra);
• Area serbatoi di stoccaggio materie prime liquide (oli e glicoli) (serbatoi verticali fuori
terra);
• Area serbatoi di stoccaggio rifiuti liquidi sfusi (serbatoi verticali fuori terra);
• Parco serbatoi di stoccaggio prodotti finiti (resine liquide a solvente) (serbatoi
orizzontali fuori terra);
• Area serbatoi di stoccaggio prodotti finiti (resine liquide poliestere a solvente) (serbatoi
verticali fuori terra);
• Silos di stoccaggio materie prime in polvere (acido isoftalico e pentaeritrite), con
impianto di trasporto automatico in azoto verso i reattori;
• Area stoccaggio rifiuti confezionati liquidi/solidi (container, fusti e sacchi sotto tettoia);
• Area Magazzini Materie Prime in polvere (tettoia aperta su due lati);
• Area deposito Prodotti Finiti e Materie Prime liquidi in fusti e cisternette (tettoia);
• Aree deposito Materie Prime non fluide a temperatura ambiente (camere calde).
Nello Stabilimento è presente un sistema di abbattimento centralizzato degli sfiati
mediante termodistruzione (combustore termico).
Lo Stabilimento di Colà di Lazise ha conseguito la certificazione UNI EN ISO-9001:2000.
L’azienda aderisce, inoltre, al Programma Responsible Care.
Le aree adiacenti lo stabilimento sono occupate:
sul lato NORD da capannoni adibiti a piccole attività artigianali (lavorazione del
ferro, depositi, impresa di costruzioni) nonché da un’abitazione isolata, più distante
si trovano il capannone e gli uffici di un’azienda calzaturiera;
sul lato ovest dalla strada provinciale n. 30 e, più distante da attività agricole (es.
coltivazioni di mais);
sul lato sud da una cava in fase di riqualificazione e da prato e, a circa 1 km, la S.S.
11;
sul lato est dal letto del rio Bisaola e dalla strada comunale della “Praia”, più in là
insistono ancora coltivazioni agricole e la strada a scorrimento veloce AffiPeschiera.
La destinazione urbanistica dell’area su cui insiste il sito è di tipo: “industriale –
artigianale”, così come da PRGC vigente. . L’area di proprietà ha la forma di una “L” che
si estende tra la strada provinciale n. 30 e la strada a scorrimento veloce che collega
Affi e Peschiera del Garda. L’estensione è di 81400 m2, per la gran parte occupati da
aree verdi. Le aree pavimentate e/o edificate hanno un’estensione di circa 13200 m2.
Tutti gli edifici in prossimità dello stabilimento hanno altezze indicative intorno agli 8-10
m.
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NOVARESINE Srl
SEZIONE 4
SOSTANZE E PREPARATI SUSCETTIBILI DI CAUSARE UN EVENTUALE
INCIDENTE RILEVANTE
Le sostanze sotto elencate sono quelle coinvolte negli eventi incidentali individuati.
Nome comune
generico
Numero
CAS
DIISOCIANATO
DI TOLUENE
(TDI)
584-84-9
Classificazione di
pericolo
Molto tossico
Principali caratteristiche di
pericolosità
R 26 Molto tossico per inalazione
Max quantità
presente (t)
2
R36/37/38 Irritante per gli occhi, le
vie respiratorie e la pelle
R40 Possibilità di effetti
cancerogeni — prove insufficienti
R42/43 Può provocare
sensibilizzazione per inalazione e
contatto con la pelle
R52/53 Nocivo per gli organismi
acquatici, può provocare a lungo
termine
effetti
negativi
per
l'ambiente acquatico
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Nome comune
generico
Numero
CAS
SOLVENTI E
RESINE
CONTENENTI
SOLVENTI
INFIAMMABILI
VARI
Classificazione di
pericolo
Facilmente
infiammabile
Principali caratteristiche di
pericolosità
Max quantità
presente (t)
235
R 11 Facilmente infiammabile
(Toluene e Acetato di isobutile;
Resine contenenti solventi R11)
1340
R 10 Infiammabile (Acetato di
butile, Xilolo, Ragia Minerale, Ragia
Dearomatizzata, Solvesso 100;
Resine contenenti solventi R10)
ADDITIVI,
SOLVENTI E
RESINE
CONTENENTI
SOLVENTI
PERICOLOSI PER
L’AMBIENTE
VARI
25
R 50 Altamente tossico per gli
organismi acquatici
Pericolosi per
l’ambiente
(Alcool lineare (C12-C15),
Ammoniaca 28 Bè,
Toluidrochinone, Trifenilfosfito, Olio
diatermico (Marlotherm),ecc. )
695
R 51/53 Tossico per gli organismi
acquatici, può provocare a lungo
termine effetti negativi per
l'ambiente acquatico
(Ragia Minerale, Solvesso 100,
Solvesso 150, Solvesso 200,
Resine contenenti solventi R51/53)
SEZIONE 5
NATURA DEI RISCHI DI INCIDENTI RILEVANTI: INFORMAZIONI GENERALI
In base alle sostanze considerate nella sezione 4, gli scenari incidentali ipotizzabili
principali sono lo sversamento sul suolo e l’eventuale incendio:
SOSTANZA
COINVOLTA
INCIDENTE
-
rilascio da ATB nel bacino di contenimento in fase di
carico/scarico;
rilascio nel bacino di contenimento di un serbatoio;
-
rilascio da fusto.
SOLVENTI
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SOSTANZA
COINVOLTA
RESINE
OLIO
DIATERMICO
TOLUENDI
ISOCIANATO
INCIDENTE
-
rilascio nel bacino di contenimento di un serbatoio di
stoccaggio;
-
rilascio da ATB nel bacino di contenimento in fase di
carico;
-
rilascio da manichetta durante il travaso in reparto;
-
rilascio per rottura di un fusto.
-
rottura di tubazione, trafilamento da flangia o valvola
sul circuito dell’olio;
-
rilascio per rottura di un fusto
-
rilascio di TDI da fusto, in zona stoccaggio o durante
il travaso
SEZIONE 6
TIPO DI EFFETTI PER LA POPOLAZIONE E PER L’AMBIENTE
EFFETTI PER LA POPOLAZIONE
Il rischio principale per le sostanze utilizzate è quello ambientale, connesso con
sversamento ed inquinamento delle acque.
il possibile effetto sull’ambiente viene stimato modesto, tenendo conto che, a causa
delle misure di prevenzione e protezione adottate, la quantità di prodotto, che
ragionevolmente potrebbe raggiungere l’ambiente acquatico, sarebbe modesta.
Un altro rischio, anche se improbabile, è la perdita ed il successivo incendio di prodotto
da un serbatoio.
L’analisi di sicurezza dimostra però che l’area di danno rimarrebbe confinata
nelle immediate vicinanze dell’evento e la popolazione non sarebbe interessata.
Dai risultati delle valutazioni delle aree di danno, gli effetti derivanti dagli eventi
incidentali restano comunque emarginati all’interno del confine di proprietà dello
stabilimento.
MISURE DI PREVENZIONE E SICUREZZA ADOTTATE
Misure tecniche
Nel caso dello scarico da autobotte a serbatoio per lo stoccaggio dei solventi, oppure
del carico da serbatoio di solvente rifiuto o di prodotto finito, il travaso avviene all’interno
di baie in calcestruzzo a tenuta, dotate di pozzetti di raccolta .
Le operazioni di carico dei prodotti finiti sfusi e di scarico dei solventi avvengono in
ulteriori bacini di contenimento.
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Le operazioni di carico e scarico dei solventi avvengono in circuito chiuso, per cui in
anche caso di sovrariempimento del serbatoio non possono verificarsi spandimenti di
liquido.
I serbatoi di solvente, interrati, sono costruiti con materiale idoneo per i prodotti stoccati.
La tenuta dei serbatoi viene periodicamente verificata con monitoraggi effettuati da
società specializzate. Il livello del liquido viene misurato costantemente, grazie ad un
controllo di tipo “radar”, con visualizzazione in prossimità dell’area stoccaggio.
Le pompe di trasferimento dei solventi si trovano all’interno di un bacino in calcestruzzo,
con un pozzetto cieco. Il bacino è protetto da una tettoia, contro il sovrariempimento
dovuto alle precipitazioni meteoriche.
I serbatoi di stoccaggio dei prodotti finiti (resine) sono posti all’interno di un bacino di
contenimento.
All’interno dei bacini di contenimento del parco serbatoi orizzontali prodotti finiti sono
installati sensori di rilevazione di gas / vapori infiammabili con attivazione di ventilazione
forzata al primo livello di allarme e sezionamento alimentazione elettrica al secondo
livello.
La tubazione che porta il prodotto finito ai serbatoi corre su rack: l’area sottostante è
asfaltata e priva di caditoie.
Il reparto è dotato di un cordolo di contenimento metallico (dello spessore di almeno 3
cm) annegato nel calcestruzzo su tutte le aperture (porte e portoni). La pavimentazione
del reparto è in cemento.
Le centrali termiche sono ubicate in locali con pavimentazione cementata a tenuta e
dotati di spallette di contenimento alte circa 30 cm in prossimità dei portoni.
I fusti di olio diatermico mantenuti in scorta per i rabbocchi al circuito sono stoccati in
area dedicata sotto la tettoia rifiuti, dotata di pavimento impermeabile.
Nel locale adibito al rabbocco olio diatermico è presente un sistema di scarico
(tubazione) verso una cisterna dedicata.
I fusti di materie prime e prodotti finiti sono sotto una tettoia, all’interno di un’area dotata
di cordoli sui lati lunghi e di “schiene d’asino” sui lati corti così da determinare un bacino
di contenimento per eventuali sversamenti e contenimento dell’acqua antincendio. La
tettoia è munita di impianto di spegnimento tipo Sprinkler ad acqua e schiuma.
Misure procedurali
Sono attive in stabilimento procedure scritte per l'esecuzione ed il controllo delle
operazioni potenzialmente pericolose.
Sono svolti programmi regolari di formazione, addestramento ed aggiornamento per il
personale allo scopo di migliorare la professionalità e le conoscenze di base del singolo
operatore. La formazione è finalizzata alla comprensione delle procedure da seguire in
condizioni di funzionamento dell'impianto normali e anomale.
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Misure organizzative
Dal punto di vista operativo sono attivi programmi di manutenzione e di ispezione,
controllo periodico, verifica dei sistemi di sicurezza e di blocco, applicazione delle
procedure operative e di sicurezza, che considerano anche le manovre da eseguire in
caso di scostamenti anomali dei parametri di processo per la prevenzione dei rischi
associati all'errore umano.
Esiste inoltre un Piano di Emergenza interno che contiene specifiche istruzioni per
affrontare gli eventi incidentali ipotizzabili.
Obiettivo del Piano è fornire al personale interno ed esterno coinvolto le informazioni e
le istruzioni necessarie per:
• la salvaguardia dell’incolumità delle persone;
• la protezione dell’ambiente;
• la protezione degli impianti
Il Piano è oggetto di incontri informativi e formativi periodici con il personale interno. I
contenuti principali vengono inoltre diffusi al personale delle ditte esterne appaltatrici
attraverso dettagliati capitolati di fornitura ed informative circa i rischi presenti in
stabilimento.
E’ inoltre implementato il Sistema di Gestione della Sicurezza, in accordo con quanto
stabilito dal Decreto del Ministero dell’Ambiente del 9 agosto 2000.
SEZIONE 7
MEZZI DI SEGNALAZIONE DI INCIDENTI E COMPORTAMENTO DA SEGUIRE
Previsti dal Piano di Emergenza Interna (PEI)
Lo Stabilimento è dotato di un impianto di allarme interno per mezza di sirene.
La segnalazione di un allarme interno è stabilita su due livelli di gravità a cui
corrispondono suoni diversi: il segnale di allarme generale viene dato tramite un suono
di sirena modulante (durata di 15 secondi, intervallati di 5 secondi); il segnale di
sfollamento viene dato attraverso un suono di sirena modulante permanente.
Il segnale di cessata emergenza viene dato tramite un suono di sirena modulante della
durata di 15 secondi, intervallati di 5 secondi.
Previsti dal Piano di Emergenza Esterna (PEE) redatto dalla prefettura di Verona
Al verificarsi di un evento incidentale, anche se come sopraindicato gli effetti derivanti
dagli eventi incidentali restano emarginati all’interno del confine di proprietà,
Il Gestore dello stabilimento:
-allerta la sala operativa dei Vigili del Fuoco (115) per gli interventi tecnici di
competenza ;
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-allerta il SUEM 118 ( 118) che provvederà al soccorso di eventuali feriti, indicandone il
numero e le condizioni ;
-allerta la Polizia municipale del Comune di Lazise ( tel 0456445117)
-allerta il Comando Compagnia Carabinieri di Peschiera del Garda
0456463000)
( tel. n.
- allerta la Sezione delle Polizia Stradale di Verona ( tel.n. 0458090711)
In via generale i mezzi di soccorso diretti allo stabilimento eviteranno di imboccare Via
Confine percorrendo la rotonda che congiunge la SR.11 con la SR 450, a causa di
possibili congestionamenti del traffico diretto o proveniente dai parchi di divertimento “
Caneva World” e “ Gardaland “. Potranno raggiungere la SP. 30 nella quale si trova
Via Confine imboccando la SR 450, e una volta usciti a Colà, percorrendo Via
Madonna fino alla sua congiunzione con Via Confine.
I Vigili del Fuoco
-Informano subito la Prefettura di Verona e la aggiornano sull’andamento della
situazione ( 0458673411)
Istituiscono il luogo di concentramento dei soccorsi nel parcheggio antistante lo
stabilimento, lungo via Confine.
-Informano l’ARPAV
ambientali.
(tel 348-3167530)
per l’effettuazione di eventuali verifiche
Il SUEM 118
-Colloca se necessario il PMA presso il luogo di concentramento istituito dai Vigili del
Fuoco.
- Accede al piazzale interno per raccogliere eventuali feriti.
La Polizia municipale del Comune di Lazise
-Controlla i seguenti incroci.e località per agevolare il transito dei soccorsi:
Piazzale – parcheggio antistante alla ditta ;
Incrocio SP 30 con Via Belvedere (Strada Comunale della Crosara);
Centro Abitato di Colà.
Il Comando Compagnia Carabinieri di Peschiera del Garda
Invia personale dell’Arma nei seguenti incroci e località per il controllo dell’Ordine
Pubblico e per agevolare il transito dei mezzi di soccorso .
Incrocio SP 30 con Via Derna ;
Cavalcavia sovrapassante SR 450 – strada Comunale di Praia confinante con la parte
retrostante della ditta;
Strada Comunale per Castelnuovo del Garda in località Praia.
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La Polizia stradale
Invia personale nei seguenti incroci e località per il controllo dell’Ordine Pubblico e per
agevolare il transito dei mezzi di soccorso:
Incrocio – rotatoria SR 11 – SR 450;
SR 450 in direzione Castelnuovo del Garda in prossimità della Ditta ( al fine di evitare
rallentamenti del traffico causati da soste di curiosi attratti da un eventuale incidente).
Il Comune di Lazise
-Preallerta la protezione civile comunale ed i servizi tecnici dipendenti per eventuali
esigenze. Informa costantemente la Prefettura di Verona sull’andamento della
situazione.
La Prefettura di Verona
-Segue l’andamento della situazione al fine di convocare tempestivamente il CCS ove
l’evoluzione negativa dell’incidente lo richieda.
-A tal fine preallerta gli enti non impegnati a fronteggiare l’evento da invitarsi se del caso
presso il CSS, in aggiunta a quelli già coinvolti nelle operazioni, in particolare:
• La Questura di Verona
• Il Comando Provinciale Carabinieri di Verona.
• La Provincia di Verona-U.O. Protezione civile.
MEZZI DI COMUNICAZIONE PREVISTI
Si prevede di allertare la popolazione tramite messaggi vocali effettuati dalle pattuglie della
Polizia Locale, del Gruppo Comunale di Protezione Civile e del Comando della Stazione
dei Carabinieri;
PRESIDI DI PRONTO SOCCORSO
I presidi di pronto soccorso in generale disponibili sono: Vigili del Fuoco, Protezione civile
– Prefettura, Comune, Carabinieri, Polizia di Stato, Pronto Soccorso, Ospedale, Vigili
Urbani.
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SEZIONE 8
INFORMAZIONI PER LE AUTORITA’ COMPETENTI SULLE SOSTANZE
ELENCATE NELLA SEZIONE 4
SOSTANZA: OLIO DIATERMICO (MARLOTHERM)
Codice aziendale:
Utilizzazione:
materia prima
solvente
intermedio
catalizzatore
prodotto finito
altro
IDENTIFICAZIONE
Nome chimico:
DIBENZILTOLUENE
Nomi commerciali e sinonimi:
MARLOTHERM
Nomenclatura Chemical Abstract:
BENZENE, METHYLBIS(PHENYLMETHYL)-
Numero di registro CAS:
26898-17-9
Formula bruta:
C21H20
Peso molecolare:
272.41
Formula di struttura:
CARATTERISTICHE CHIMICO FISICHE
Stato fisico:
liquido
Colore:
leggermente giallo
Odore:
debole
Solubilità in acqua:
< 0.001 g/l
Solubilità nei solventi organici:
n.d.
Densità:
1040 kg/m3 a 20°C
Peso specifico dei vapori:
n.d.
Punto di fusione:
- 34 °C
Punto di ebollizione:
390°C
Punto di infiammabilità:
200°C
Limiti di infiammabilità in aria:
n.d.
Temperatura di autoaccensione:
450 °C
Tensione di vapore:
< 0.01 hPa a 20°C
Reazioni pericolose:
nessuna
CLASSIFICAZIONE ED ETICHETTATURA
Di legge
Provvisoria
Non richiesta
Simbolo di pericolo:
N
Indicazioni di pericolo:
Pericoloso per l’ambiente
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Frasi di rischio:
R50/53
Altamente tossico per gli organismi acquatici, può
provocare a lungo termine effetti negativi per
l'ambiente acquatico
Consigli di prudenza:
S60
Questo materiale e il suo contenitore devono
essere smaltiti come rifiuti pericolosi
S61
Non disperdere nell'ambiente. Riferirsi alle
istruzioni speciali/schede informative in materia di
sicurezza
INFORMAZIONI TOSSICOLOGICHE
Vie di penetrazione
Inalazione
Ingestione
Contatto
Tossicità acuta:
LD50 orale ratto
> 2000 mg/kg
LC50 inalazione ratto
= n.d.
LD50 cute coniglio
= n.d.
LC50 inalazione uomo
= n.d.
IDLH =
n.d.
ACGIH: TLV-TWA
= n.d.
OSHA PEL: 8h TWA
= n.d.
Tossicità cronica:
Cute
Occhio
Vie respiratorie
Potere corrosivo:
Potere irritante:
Potere sensibilizzante:
Cancerogenesi:
non riferite evidenze di tale effetto
Mutagenesi:
non riferite evidenze di tale effetto
Teratogenesi:
non riferite evidenze di tale effetto
INFORMAZIONI ECOTOSSICOLOGICHE
Specificare
Aria
Acqua
Suolo
Biodegradabilità
n.d.
n.d.
n.d.
Dispersione
n.d.
n.d.
n.d.
Persistenza
n.d.
n.d.
n.d.
Bioaccumulo / bioconcentrazione
n.d.
n.d.
n.d.
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SOSTANZA: RAGIA MINERALE
(rappresentativo per i solventi pericolosi per l’ambiente e le resine in solvente pericoloso per l’ambiente
Codice aziendale:
Utilizzazione:
materia prima
solvente
intermedio
catalizzatore
prodotto finito
altro
IDENTIFICAZIONE
Nome chimico:
RAGIA MINERALE
Nomi commerciali e sinonimi:
VARSOL 40
Nomenclatura Chemical Abstract:
NAFTA
Numero di registro CAS:
64742-82-1
Formula bruta:
n.a. (miscela complessa di idrocarburi).
Peso molecolare:
141
Formula di struttura:
n.a.
CARATTERISTICHE CHIMICO FISICHE
Stato fisico:
liquido
Colore:
incolore
Odore:
petrolio/solvente
Solubilità in acqua:
trascurabile
Solubilità nei solventi organici:
n.d.
Densità:
0,790 kg/l a 16 °C
Peso specifico dei vapori:
> 1 a 101 kPa
Punto di fusione:
< - 20°C
Punto di ebollizione:
142 – 200°C
Punto di infiammabilità:
> 39°C
Limiti di infiammabilità in aria:
0,6 – 7 (% in volume)
Temperatura di autoaccensione:
> 200 °C
Tensione di vapore:
0,2 kPa (1,5 mm Hg) a 20 °C
Reazioni pericolose:
evitare calore, scintille, fiamme libere ed altre fonti di accesione;
evitare gli ossidanti forti
CLASSIFICAZIONE ED ETICHETTATURA
Di legge
Provvisoria
Non richiesta
Simbolo di pericolo:
Xn - N
Indicazioni di pericolo:
Pericoloso per l’ambiente – Nocivo
Frasi di rischio:
R10
Infiammabile
R65 Nocivo: può causare danni ai polmoni in caso di ingestione
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R66 L’esposizione ripetuta
screpolature della pelle
può
provocare
secchezza
e
R67 L’inalazione dei vapori può causare sonnolenza e vertigini
R51/53
Tossico per gli organismi acquatici, può provocare
a lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico
Consigli di prudenza:
S23
Non respirare i gas/fumi/vapori/spray
S24
Evitare il contatto con la pelle
S57
Usare contenitori adeguati per evitare l’inquinamento
ambientale
S60
Questo materiale e il suo contenitore devono essere
smaltiti come rifiuti pericolosi
S61 Non disperdere nell’ambiente. Riferirsi alle istruzioni
speciali/schede informative in materia di sicurezza
S62 Non provocare il vomito: consultare immediatamente il
medico e mostrargli il contenitore o l'etichetta.
INFORMAZIONI TOSSICOLOGICHE
Vie di penetrazione
Ingestione
Tossicità acuta:
Inalazione
Contatto
Nocivo: può causare danni ai polmoni in caso di ingestione.
L’esposizione ripetuta può provocare secchezza e screpolature
della pelle. L’inalazione dei vapori può provocare sonnolenza e
vertigini. Eccessiva esposizione può causare irritazione agli
occhi, pelle o respiratoria. Può causare depressione del sistema
nervoso centrale.
LD50 orale ratto > 5000 mg/kg
LC50 inalazione ratto = n.d.
LD50 cute coniglio = n.d.
LC50 inalazione uomo = n.d.
IDLH = n.d.
Tossicità cronica:
Concentrazioni di vapori superiori ai livelli di esposizione
raccomandati sono irritanti per occhi e vie respiratorie, possono
causare cefalea e vertigini, avere effetto anestetico e causare
altri effetti sul sistema nervoso centrale. Il contatto ripetuto e /o
prolungato della pelle con materiali a bassa viscosità può
sgrassare la pelle con possibile sviluppo di irritazione e
dermatite. Piccole quantità di liquido, aspirate nei polmoni in caso
di ingestione o vomito, possono causare polmonite chimica o
edema polmonare.
ACGIH: TLV-TWA = n.d.
OSHA PEL: 8h TWA = n.d.
Cute
Occhio
Vie respiratorie
Potere corrosivo:
Potere irritante:
Potere sensibilizzante:
Scheda informativa ai fini del
D. Lgs. 334/99 e s.m.i.
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05 Dicembre 2011
Cancerogenesi:
contiene etilbenzene: ha causato il cancro in studi su animali da
laboratorio. La rilevanza di questi risultati negli umani non è
certa.
Mutagenesi:
non sono riferite evidenze
Teratogenesi:
non sono riferite evidenze
INFORMAZIONI ECOTOSSICOLOGICHE
Specificare
Aria
Acqua
Suolo
Biodegradabilità
n.d.
n.d.
n.d.
Dispersione
n.d.
n.d.
n.d.
Persistenza
n.d.
n.d.
n.d.
Bioaccumulo / bioconcentrazione
n.d.
n.d.
n.d.
Scheda informativa ai fini del
D. Lgs. 334/99 e s.m.i.
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05 Dicembre 2011
SOSTANZA: TOLUENE (rappresentativo per i solventi R11 e le resine in solvente R11)
Codice aziendale:
Utilizzazione:
materia prima
solvente
intermedio
catalizzatore
prodotto finito
altro
IDENTIFICAZIONE
Nome chimico:
TOLUENE
Nomi commerciali e sinonimi:
METILBENZENE, FENILMETANO
Nomenclatura Chemical Abstract:
TOLUENE
Numero di registro CAS:
108-88-3
Formula bruta:
C7H8
Peso molecolare:
92.15
Formula di struttura:
CH3
CARATTERISTICHE CHIMICO FISICHE
Stato fisico:
liquido
Colore:
incolore
Odore:
aromatico
Solubilità in acqua:
0,515 kg/m3 a 20 °C
Solubilità nei solventi organici:
miscibile con alcool, cloroformio, etere, acetone, disolfuro di
carbonio
Densità:
0,866 kg/l a 20 °C
Peso specifico dei vapori:
3,2 (rispetto all’aria)
Punto di fusione:
-95 °C
Punto di ebollizione:
110.6°C
Punto di infiammabilità:
4 °C (vaso chiuso)
Limiti di infiammabilità in aria:
1,2 / 7,1 (% in volume)
Temperatura di autoaccensione:
480 °C
Tensione di vapore:
28.4 mm Hg a 25 °C
Reazioni pericolose:
evitare acidi forti e forti agenti ossidanti. Condizioni da evitare:
calore, fiamme, scintille.
CLASSIFICAZIONE ED ETICHETTATURA
Di legge
Provvisoria
Non richiesta
Simbolo di pericolo:
F – Xn
Indicazioni di pericolo:
Facilmente infiammabile – Nocivo
Frasi di rischio:
R11
Facilmente infiammabile
R38 Irritante per la pelle
R48/20 Nocivo: pericolo di gravi danni per la salute in caso di
esposizione prolungata per inalazione
Scheda informativa ai fini del
D. Lgs. 334/99 e s.m.i.
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05 Dicembre 2011
R63 Possibili rischi di danni ai bambini non ancora nati
R65 Nocivo: può causare danni ai polmoni in caso di ingestione
R67
Consigli di prudenza:
L’inalazione dei vapori può causare sonnolenza e vertigini
S9 Conservare il recipiente in luogo ventilato
S16 Conservare lontano da fiamme e scintille — Non fumare.
S25
Evitare il contatto con gli occhi.
S29
Non gettare i residui nelle fognature.
S33
Evitare l'accumulo di cariche elettrostatiche.
S36/37 Usare indumenti protettivi e guanti adatti.
S43
In caso di incendio usare polvere chimica, CO2. Non usare
acqua.
S46 In caso di ingestione consultare immediatamente il medico
e mostrargli il contenitore o l'etichetta.
S62 Non provocare il vomito: consultare immediatamente il
medico e mostrargli il contenitore o l'etichetta.
INFORMAZIONI TOSSICOLOGICHE
Vie di penetrazione
Ingestione
Inalazione
Tossicità acuta:
Contatto
i vapori irritano gli occhi e le vie respiratorie, causano mal di testa
ed arresto respiratorio. L’ingestione provoca vomito e diarrea,
possono seguire danni a fegato e reni.
LD50 orale ratto =636 mg/kg
LC50 inalazione ratto = 49 g/m3 / 4h
LD50 cute coniglio = 14100 µl/kg
LC50 inalazione uomo = n.d.
IDLH = 500 ppm
Tossicità cronica:
l’esposizione ripetuta provoca danni al fegato e al sistema
nervoso. L’elevata esposizione può provocare sonnolenza e
vertigini. Il ripetuto contatto provoca lo sgrassaggio della pelle.
ACGIH: TLV-TWA = 50 ppm (pelle)
OSHA PEL: 8h TWA = 200 ppm
Cute
Occhio
Vie respiratorie
Potere corrosivo:
Potere irritante:
Potere sensibilizzante:
Corrosività - Potere irritante:
- cute:
skn-rbt 435 mg MLD
skn-rbt 500 mg MOD
skn-rbt 20 mg/24H MOD
skn-pig 250 uL/24H MLD
- occhio:
eye-hmn 300 ppm
eye-rbt 870 ug MLD
eye-rbt 2 mg/24H SEV
Scheda informativa ai fini del
D. Lgs. 334/99 e s.m.i.
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05 Dicembre 2011
Cancerogenesi:
IARC: gruppo 3 (non classificabile cancerogeno per l’uomo)
Mutagenesi:
evidenze sugli animali
Teratogenesi:
evidenze sugli animali
INFORMAZIONI ECOTOSSICOLOGICHE
Specificare
Aria
Acqua
Suolo
Biodegradabilità
n.d.
n.d.
n.d.
Dispersione
n.d.
n.d.
n.d.
Persistenza
n.d.
n.d.
n.d.
Bioaccumulo / bioconcentrazione
n.d.
log Pow: 2.73
n.d.
SOSTANZA: TOLUENDIISOCIANATO
Codice aziendale:
Utilizzazione:
materia prima
solvente
intermedio
catalizzatore
prodotto finito
altro
IDENTIFICAZIONE
Nome chimico:
TOLUENE DIISOCIANATO (miscela di toluen-2,4-diisocianato e
di toluen-2,6-diisocianato)
Nomi commerciali e sinonimi:
TDI
Nomenclatura Chemical Abstract:
TOLUENE-DIISOCYANATE
Numero di registro CAS:
26471-62-5
Formula bruta:
CH3C6H3(NCO)2
Peso molecolare:
174.2 (2,4-TDI)
Formula di struttura:
CARATTERISTICHE CHIMICO FISICHE
Stato fisico:
liquido
Colore:
incolore, leggermente giallo
Odore:
pungente
Solubilità in acqua:
insolubile
Solubilità nei solventi organici:
miscibile con etere, benzene, alcoli, chetoni, tetrafluoruro di
carbonio
Densità:
1210 kg/m a 25 °C
Peso specifico dei vapori:
6 (rispetto all’aria)
Punto di fusione:
10 -14 °C
Punto di ebollizione:
250°C
Scheda informativa ai fini del
D. Lgs. 334/99 e s.m.i.
3
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05 Dicembre 2011
Punto di infiammabilità:
127°C
Limiti di infiammabilità in aria:
0.9 – 9.5 (% in volume)
Temperatura di autoaccensione:
>595 °C
Tensione di vapore:
0.01 mmHg a 20 °C
Reazioni pericolose:
Reagisce con l’acqua, sviluppando CO2; evitare il contatto con
acidi, basi, alcoli, ammine, ossidanti forti, metalli pinzati, rame e
leghe relative: la reazione, che è esotermica, diventa
progressivamente più forte e può essere molto violenta a
temperature elevate, se la miscibilità fra i prodotti è buona o è
favorita da agitazione o presenza di solventi.
CLASSIFICAZIONE ED ETICHETTATURA
Di legge
Provvisoria
Non richiesta
Simbolo di pericolo:
T+
Indicazioni di pericolo:
Molto Tossico
Frasi di rischio:
R26
Molto tossico per inalazione
R36/37/38
Estremamente infiammabile
R68
Possibilità di effetti irreversibili
R42/43
Può provocare sensibilizzazione per inalazione e
contatto con la pelle
R52/53
Nocivo per gli organismi acquatici, può provocare
a lungo termine effetti negativi per l'ambiente
acquatico
S23
Non respirare i vapori
S36/37
Usare indumenti protettivi e guanti adatti
S45
In caso di incidente o di malessere consultare
immediatamente il medico (se possibile, mostrargli
l'etichetta)
S61
Non disperdere nell'ambiente. Riferirsi alle
istruzioni speciali/schede informative in materia di
sicurezza
Consigli di prudenza:
INFORMAZIONI TOSSICOLOGICHE
Vie di penetrazione
Ingestione
Inalazione
Tossicità acuta:
l’esposizione può causare irritazione alla pelle, agli occhi ed alle
vie respiratorie, dolori al petto ed all’addome, nausea, vomito,
tosse, broncospasmo, edema polmonare, dispnea, asma,
congiuntivite e sensibilizzazione della pelle.
Tossicità cronica:
Scheda informativa ai fini del
D. Lgs. 334/99 e s.m.i.
Contatto
LD50 orale ratto
> 5000 mg/kg
LC50 inalazione ratto
= 100 – 360 mg/m3/4h
LD50 cute coniglio
> 9000 mg/kg
LC50 inalazione uomo
= n.d.
IDLH =
2.5 ppm
ACGIH: TLV-TWA
= 5 ppb
OSHA PEL: 8h TWA
= 0.02 ppm
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05 Dicembre 2011
Cute Occhio Vie respiratorie
Potere corrosivo:
Potere irritante:
Potere sensibilizzante:
Cancerogenesi:
studi inalatori a lungo termine (ratto, topo) non rivelano
indicazione
di
cancerogenità
potenziale;
intubazione
endogastrica di alte e tossiche dosi di TDI aumentano l’incidenza
di tumori. Pertanto, mentre l’intubazione intragastrica non è una
via di esposizione professionale, lo studio inalatorio è più
importante biologicamente per l’uomo. L’esperienza industriale
negli esseri umani non ha mostrato legami fra il TDI e lo sviluppo
del cancro.
Mutagenesi:
non riferite evidenze di tale effetto
Teratogenesi:
non riferite evidenze di tale effetto
INFORMAZIONI ECOTOSSICOLOGICHE
Specificare
Aria
Acqua
Suolo
Biodegradabilità
n.d.
n.d.
n.d.
Dispersione
n.d.
n.d.
n.d.
Persistenza
n.d.
n.d.
n.d.
Bioaccumulo / bioconcentrazione
n.d.
n.d.
n.d.
SOSTANZA: XILENE (rappresentativo per i solventi R10 e le resine in solvente R10)
Codice aziendale:
Utilizzazione:
materia prima
solvente
intermedio
catalizzatore
prodotto finito
altro
IDENTIFICAZIONE
Nome chimico:
DIMETILBENZENE
Nomi commerciali e sinonimi:
XILENE, XILOLO
Nomenclatura Chemical Abstract:
DIMETHYL BENZENE
Numero di registro CAS:
1330-20-7
Formula bruta:
C8-H10
Peso molecolare:
106.16
Formula di struttura:
Scheda informativa ai fini del
D. Lgs. 334/99 e s.m.i.
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05 Dicembre 2011
CH3
CH3
CARATTERISTICHE CHIMICO FISICHE
Stato fisico:
liquido
Colore:
incolore
Odore:
aromatico
Solubilità in acqua:
0.175 kg/m3
Solubilità nei solventi organici:
solubile in alcoli, eteri e nei più comuni solventi organici
Densità :
0.862 kg/l a 20°C
Peso specifico dei vapori:
n.d.
Punto di fusione:
n.d.
Punto di ebollizione:
137 – 143°C
Punto di infiammabilità:
25°C
Limiti di infiammabilità:
1.1 – 6.6% (volume)
Temperatura di autoaccensione:
500°C
Tensione di vapore:
1 kPa
Reazioni pericolose:
reagisce con acidi forti e con forti agenti ossidanti.
CLASSIFICAZIONE ED ETICHETTATURA
Di legge
Simbolo di pericolo:
Provvisoria
Non richiesta
Xn
Indicazioni di pericolo:
Nocivo
Frasi di rischio:
R10
Infiammabile
R20/21
Nocivo per inalazione e contatto con la pelle
Consigli di prudenza:
R38
Irritante per la pelle
S16
Conservare lontano da fiamme e scintille – Non
fumare
S25
Evitare il contatto con gli occhi
S36
Usare indumenti protettivi adatti
INFORMAZIONI TOSSICOLOGICHE
Vie di penetrazione
Ingestione
Inalazione
Tossicità acuta:
ripetute esposizioni possono provocare danni a fegato, reni e
sistema nervoso
LD50 orale ratto
Contatto
= > 2000mg/kg
LC50 inalazione ratto
= > 5 mg/l
LD50 cute coniglio
= > 2000mg/kg
LC50 inalazione uomo = n.d.
Tossicità cronica:
Scheda informativa ai fini del
D. Lgs. 334/99 e s.m.i.
IDLH
= n.d.
ACGIH: TLV-TWA
= 100 ppm
Pag. 22 di 25
05 Dicembre 2011
OSHA PEL: 8h TWA
Cute
= 100 ppm
Occhio
Vie respiratorie
Potere corrosivo:
Potere irritante:
Potere sensibilizzante:
Potere sensibilizzante:
non riferite evidenze di tale effetto
Cancerogenesi:
non riferite evidenze di tale effetto
Mutagenesi:
non riferite evidenze di tale effetto
Teratogenesi:
test su animali positivi
INFORMAZIONI ECOTOSSICOLOGICHE
Specificare
Aria
Acqua
Suolo
Biodegradabilità
n.d.
n.d.
n.d.
Dispersione
n.d.
n.d.
n.d.
Persistenza
n.d.
n.d.
n.d.
Bioaccumulo / bioconcentrazione
n.d.
n.d.
n.d.
Scheda informativa ai fini del
D. Lgs. 334/99 e s.m.i.
Pag. 23 di 25
05 Dicembre 2011
SEZIONE 9
INFORMAZIONI PER LE AUTORITÀ COMPETENTI SUGLI SCENARI INCIDENTALI
CON IMPATTO ALL’ESTERNO DELLO STABILIMENTO
Evento
iniziale
Condizioni
I zona
(m)
II zona
(m)
III zona
(m)
22
29
33
17
25
n.a.
2
26 m
n.a.
Incendio da recipiente (Tank fire)
INCENDIO
Localizzato in
aria
Sì
Modello sorgente
In fase liquida
Incendio da pozza (Pool fire)
sì
Getto di fuoco (Jet fire)
In fase gas/vapore ad
alta velocità
In fase gas/vapore
No
Incendio di nube (Flash fire)
sì
Sfera di fuoco (Fireball)
Reazione fuggitiva (runaway reaction)
ESPLOSIONE
Miscela gas/vapori infiammabili
Confinata
No
Polveri infiammabili
No
Non confinata
Miscela gas/vapori infiammabili (UVCE)
Transizione rapida di fase
Esplosione fisica
Dispersioni liquido/liquido (fluidi solubili)
RILASCIO
Emulsioni liquido/liquido (fluidi insolubili)
In acqua
In fase liquida
Evaporazione da liquido (fluidi insolubili)
Dispersione da liquido (fluidi insolubili)
Sì
Dispersione
Sul suolo
No
NOTA:
In fase
gas/vapore
Ad alta o bassa
velocità di rilascio
Evaporazione da pozza
si
Dispersione per turbolenza (densità della
nube inf. a quella dell’aria)
Dispersione per gravità (densità della nube
superiore a quella dell’aria)
Incendio Pool Fire: I Zona: 12.5 kW/m2; II Zona: 7 kW/m2; III Zona: 5 kW/m2; ; Flash Fire: I Zona LFL; II Zona ½ LFL; Dispersione:: I Zona
LC50/30’; II Zona IDLH
Le distanze per gli incendi di pozza sono da considerare dal bordo pozza, mentre per il flash fire e per la dispersione di vapori
tossici sono riferite al punto di rilascio.
Scheda informativa ai fini del
D. Lgs. 334/99 e s.m.i.
Pag. 24 di 25
SEZIONE 10
PLANIMETRIA GENERALE CON RETE ANTINCENDIO ED ACCESSI
Scheda informativa ai fini del
D. Lgs. 334/99 e s.m.i.
Pag. 25 di 25