MODULO 1 – B LA CELLULA PROCARIOTICA Tutte le cellule possono essere grossolanamente ricondotte a due generici tipi: - PROCARIATICHE; - EUCARIOTUCHE. procarioti eucarioti Batteri e archeobatteri ORGANISMI TIPICI Protisti, funghi, piante ed animali Nucleoide: nessun nucleo definito TIPO DI NUCLEO CELLULARE Nucleo racchiuso da doppia membrana circolare DNA Molecole lineari 50S + 30S RIBOSOMI Poche strutture STRUTTURE CITOPLASMATICHE 60S + 40S Numerose strutture racchiuse da membrane e citoscheletro Flagelli (tubuli formati da un monomero di proteina) Nessuno MOVIMENTO CELLULARE Flagelli e ciglia composti da tubulina MITOCONDRI Da uno a diverse migliaia Nessuno Presente; costituita da amminozuccheri e proteine Unicellulare CLOROPLASTI ORGANIZZAZIONE Nelle alghe e nelle piante Presente nelle piante, formata da glucosio (cellulosa) Unicellulare e pluricellulare Fissione binaria DIVISIONE CELLULARE Mitosi e meiosi PARETE CELLULARE A sua volte vi sono due tipi di cellula procariotica, secondo la proposta tassonomica del 1990 di Carl Woese. Essi costituiscono due dei tre domini viventi: gli EUBACTERIA o BACTERIA e gli ARCHAEA. La cellula batterica è una cellula procariotica; il termine ‘batterio’ è sinonimo di organismo procariotico. I batteri in precedenza chiamati anche SCHIZOMICETI, sono organismi unicellulare di dimensioni microscopiche. Secondo il sistema tassonomico proposto da Robert Whittaker nel 1959, insieme alle cosiddette alghe azzurre e cianobatteri, costituiscono il regno delle monere. La forma più semplice per un procariote a cellula singola e quella sferica; gli organismi unicellulari sferici prendono il nome di COCCHI. Alcuni cocchi crescono e si dividono lungo un solo asse. Altri si dividono in modo regolare lungo due assi e prendono il nome di DIPLOCOCCO; altri cocchi si riproducono in gruppi di quattro e prendono il nome di TETRACOCCHI; altri cocchi al gruppo di 8 cellule e prendono il nome di SARCINA; altri cocchi si riproducono in modo casuale producendo ammasso (grappolo) il regolare di cellule detto strafilo cocco. Tuttavia la forma più comunemente osservabile nel mondo procariotico non è la sferica, ma un cilindro con estremità smussate che prende il nome di BASTONCELLO o BACILLO. Una forma meno comune fra i batteri unicellulari è quella aspirale. Una cellula spiraliforme molte corte è detta BASTONCELLO RICURVO o VIBRIONE; una cellula spiraliforme più lunga è detta SPIRILLO se la struttura e rigida e non pieghevole, oppure grande SPIROCHETA se il microrganismo è flessibile e capace di modificare la sua forma durante il movimento. Alcuni batteri producono appendici che sono in realtà prolungamenti della cellula; detti PROSTECHE, che conferiscono alla cellula un aspetto a stella. --Anche le forme dei procarioti pluricellulari sono molte. Un gruppo è costituito dagli ACTINOBATTERI, microrganismi bastoncellari che producono lunghi filamenti contenenti numerose cellule, formando delle vere e proprie reti di cellule; tale rete è detta MICELIO. Un’altra forma pluricellulare è il TRICOMA, osservabile fra i cianobatteri. I CIANOBATTERI sono quei batteri che sono comparsi sulla terra primi tra tutti, e che hanno fatto si che si formasse l’atmosfera. Oltre che sulla base della forma, la classificazione dei batteri può essere operata sulla COLORAZIONE DI GRAM, un procedimento di laboratorio in cui i batteri vengono sottoposti ad alcuni semplici trattamenti. Quelli che reagiscono positivamente, colorandosi di viola scuro, sono classificati nelle categorie dei GRAM +, viceversa, quelli che non si colorano (viola chiaro) vengono chiamati GRAM -. Questa classificazione ha una valenza importante in campo medico e farmacologico, in quanto GRAM + e – presentano diversa sensibilità ai vari antibiotici. La cellula batterica, dall’interno verso l’esterno, è formata da citoplasma, circondato dalla membrana cellulare al cui esterno si trova la parete cellulare e la capsula. Infine vi sono i flagelli impiantati sulla membrana. 1) LA CAPSULA. La capside costituisce la barriera polisaccaridica (polisaccaridi: polimeri degli zuccheri) che protegge la cellula dall’ambiente esterno. Dunque la maggior parte della capsula è formata da polisaccaridi, di cui i DESTRANI, polimeri del glucosio, e i LEVANI, polimeri del fruttosio, rappresentano gli OMOPOLIMERI, polimeri composti da sub unità identiche; alcuni batteri producono ETEROPOLIMERI, che contengono più di un tipo di sub unità monometriche. La capsula ha le seguenti funzioni: · protezione dall’esterno; protezione da infezioni virali; · riserva nutrizionale; · deposito di sostanze di rifiuto;, · favorisce l’adesione del batterio a determinate superfici o ad altri batteri; · ricopre un’importante funzione antifagocitaria e protettiva nei confronti di sostanze antibatteriche. È un involucro voluminoso, morbido, gelatinoso ma compatto, resistente e ben organizzato, costituito essenzialmente da acqua e mucopolisaccarid i, che gli conferiscono una certa viscosità. La capsula può favorire l’azione patogena dei batteri opponendo resistenza alla fagocitosi. Questi batteri che resistono alla fagocitosi sono: lo STREPTOCOCCUS ANEUMONIOE; STAPHILOCOCCUS AURENS, BACILLUS ANTHRECIS, NEISSERIA MENINGITIOIS, SALMONELLA TYPHI. 2) LA PARETE CELLULARE. La parete cellulare, e la membrana cellulare vengono definite INVOLUCRO CELLULARE o ENVELOPE CELLULARE. La parete cellulare è collocata al di sotto della capside e al di sopra della membrana citoplasmatica. La parete cellulare favorisce al batterio rigidità e robustezza, evitando che si danneggi quando di trova in un ambiente con ridotta pressione osmotica; inoltre svolge funzioni di difesa contro la fagocitosi e di regolatrici sullo scambio di nutrienti e metaboliti con il mondo esterno. La parete cellulare può essere organizzata in maniera diversa in base ai diversi batteri: · GRAM - : vi è la MEMBRANA ESTERNA e una struttura interna, chiamata PEPTIDOGLIC ANO; · GRAM + : vi è esclusivamente la peptidoglicano. Dunque, la parete cellulare si differenzia nei gram + e nel gram – per la sua composizione chimica e strutturale. È costituita da: · MEMBRANA ESTERNA: lipopolisaccaride e porine (GRAM ); · PEPTIDOGLIC ANO: struttura esterna (GRAM +) e struttura interna (GRAM -).ù a) La MEMBRANA ESTERNA: è tipica dei gram – e si associa alla parete batterica mediante LIPOPROTEINE. Essa delimita uno spazio contenuto tra la sottoscritta membrana esterna e la membrana citoplasmatica; tale spazio è chiamato SPAZIO PERIPLASMICO. Nel caso dei gram +, lo spazio periplasmico è delimitato dalla membrana citoplasmatica inferiormente, e dal peptidoglicano superiormente. La differenza che vi è tra lo spazio periplasmico dei gram + e – è che quello dei gram – contiene tante attività biologiche; quelle dei gram + non contiene attività biologiche. Le funzioni della membrana esterna sono: · protettiva: dalla fagocitosi o da un attività di un agente protetico, cioè è un attività esplicata da quegli enzimi che sono proteine. · Permeabilità: cioè per poter passare dalla sostanze, dovranno esserci dei canali o sistemi di trasporto (trasporto attivo perché la cellula spende energia). La membrana esterna è formata da due foglietti, di cui: · Il più interno è costituito da fosfolipidi; · Il più esterno è costituito da una molecola liposaccaridica ripetuta, il cosiddetto LPS o LIPOPOLISACCARIDE. Il lipopolisaccaride è a sua volta suddivisibile in 3 strati (gli strati sono detti REGIONI): · R-III : quello più interno, di natura lipidica, è chiamata LIPIDE A. è uguale per tutti i batteri GRAM – e ne costituisce la componente tossica (ENDOTOSSINA) ; il lipide A è a sua volta costituito da 2 strutture: acidi grassi e disaccaridi di fosfati. · R-II : la parte centrale, di natura polisaccaridica, è chiamata C o CORE ed è uguale per tutti i batteri; · R-I : la parte esterna è chiamata ANTIGENE O, di natura polisaccaridica, ma è diversa da batterio a batterio. Tutti i batteri GRAM – ad eccezione della NEISSERIA, hanno il lipopolisaccaride; la neisseria ha invece il LIPODIGOSACCARIDE o LOS, che ha le stesse funzioni del LPS, ma una composizione chimica differente. b) Nella membrana esterna si riconoscono anche piccolissime proteine, chiamate PORINE, che regolano l’assunzione di nutrienti, ma anche di altre sostanze come gli stessi antibiotici. Le porine sono le principali proteine della membrana esterna, le più abbondanti. Sono proteine organizzate in triplette, ciascuna sub unità è formata da 16 domini in disposizione parallela che danno origine ad una struttura cilindrica cava. La struttura permette il passaggio di piccole molecole idrofile con dimensione come il glicerolo o più piccolo. Vi sono canali di passaggio di vario tipo: canale a imbuto tripartito; canale con struttura a clessidra che determina la selettività ionica. Tuttavia, sono pressoché tutti uguali. Le porine interagiscono sia con la membrana esterna, sia con la struttura interna, cioè il PETIDOGLICANO. Alcune porine hanno una scarsa selettività, altre sono molto selettive. È molto importante sottolineare quello che le porine potrebbero rappresentare per l’attività degli antibiotici; ad esempio la mutazione di una porina che veniva prima attraversata da un antibiotico, potrebbe determinare la resistenza di una specie batterica. c) Il PEPTIDOGLICANO o MUREINA è una struttura polimerizzata durante il processo di sintesi di un batterio, i cui geni preposti alla sua formazione esistono solo nei procarioti, in particolare solo negli Eubatteri. È una struttura rigida, costituita da catene polisaccaridi che legate a degli amminoacidi, ognuno dei quali ha una funzione ben precisa. Dei 5 amminoacidi, il 1° e il 2° possono variare, il 3° deve avere due gruppi amminici per poter fare ramificazioni (perché i gruppi amminici e carbossilici formano legami peptidici). Il peptidoglicano è una struttura a rete (cioè i piani superiori e quelli inferiori sono tutti colleati tra di loro) che ha la funzione di, in mancanza defli steroli, far resistere la cellula alla pressione interna. Il primo amminoacido con cui più frequentemente cominciano le catene è la GLICINA, oppure LENO-ALANINA o la LEVOSTERINA. Il secondo amminoacido potrebbe essere l’ ACIDO DGLUTAMMICO, o la D-ALANINA, o altre forme come la glimica NH2. In terza posizione non vi è sempre l’ ACIDO MESODIAMINODIMELICO o la LISINA, ma può esserci la LEVO ORNITINA, e cosi via. Quindi è un pentapeptide esternamente variabile, ognuno di questi peptidi nella sua forma definita è peculiare di una specie. Inoltre nel mondo dei batteri vi è la presenza degli amminoacidi DESTROGIRI, i quali non esistono nel mondo degli Eucarioti. Il peptidoglicano è una struttura di contenimento, in cui il legame che si viene a formare tra la posizione 3 e 4 della catena adiacente serve a creare una struttura rigida. Se a uno dei saccaridi è attaccato un peptide di 5 amminoacidi, per rendere la struttura molto più rigida, le catene amminoacidi che legate al saccaride (in questo caso all’acido muramico), formano un legame che prende il nome di PONTE; ed è quindi un ponte peptidico che si forma tra il gruppo amminico - secondario dell’amminoacido in posizione 3 e il gruppo carbossilico dell’amminoacido in posizione 4. Questo ponte può essere costruito da altri amminoacidi, ed ogni ponte è generalmente specifico. L’amminoacido in posizione 3 deve avere due gruppi amminici, perché uno è impegnato a fare il legame peptidico con l’amminoacido che gli sta sotto, l’altro invece è libero per fare il ponte. Organizzazione strutturale del peptidoglicano. Inizialmente si pensava fosse simile ad un foglio messo su un piano che formasse legami tra l’una e l’altra catena glicanica (attraverso tali ponti per giustificare la resistenza del peptidoglicano); ma in realtà successivamente non si riuscì a spiegare come mai la tipologia di struttura fosse notevolmente più resistente alla pressione che vi è all’interno di una catena batterica. L’ipotesi conformazionale più plausibile per garantire che il peptidoglicano non facesse esplodere la cellula batterica è quella di possedere un sistema formato da peptidi posizionati in modo da formare una struttura ad esagono che consenta di formare legami su tutti i piani e consenta, inoltre, legami dove vi è un gruppo peptidico con legato; ciò spiegherebbe l’estrema resistenza del peptidoglicano dei gram -, dal punto di vista fisico-chimico questa è la struttura ottimale. Nei gram + la struttura ottimale è stata meno intenzionata in quanto il peptidoglicano è più spesso (80% del peso totale di una cellula batterica); tuttavia in essi non è presente la membrana esterna; può esserci la capsula, ma ciò che è importante è che nel peptidoglicano dei gram + ci sono delle STRUTTURE ACCESSORIE, ovvero dei componenti quantitativamente minori della parete dei gram + e sono: · ACIDI TEICOICI: strutture formate da vari zuccheri, di solito glicerolo e ribitolo; questi zuccheri sono ancorati all’OH del C6 dell’acido muramico. · ACIDI LIPOTEICOICI: prendono origine dalla membrana citoplasmatica. Essendo carichi – potrebbero influenzare il passaggio preferenziale di ioni +. 3. LA MEMBRANA CITOPLASMATICA. È la componente più cospicua della parete dei gram -. È una membrana a doppio strato, costituito da fosfolipidi. La membrana costituisce una prima barriera del passaggio di sostante. Essa regola il trasporto dei nutrienti. Regola il trasporto dei rifiuti. Percepisce il segnali chimici che vengono dell’ambiente. Nella cellula batterica, la membrana citoplasmatica serve per la sintesi dei lipidi e per assemblare le proteine. Nella membrana citoplasmatica avviene la sintesi del peptidoglicano. 4. PILLI o FIMBRIE. Sono appendici proteiche filamentose che si trovano sulla superficie delle cellule batteriche. Originano nella membrana citoplasmatica. Ne esistono di 4 tipi: · Pili di tipo I: assomigliano a dei capelli. Possono agglutinarsi cioè legarsi su di essi. · Pili di tipo II: assomigliano a quelli di tipo I. non sono capaci di agglutinarsi, per una differenza sulla parte superiore. · Pili di tipo III: sono più sottili hanno gli amminoacidi idrofobi. · Pili di tipo IV: hanno un ruolo nella patogenesi di molti batteri. La cellula batterica può trovarsi in uno stato di vita privo di pilli e in uno stato con elevata produzione di pili. La presenza di pili è controllata geneticamente. I pili crescono con una sintesi bado-laterale e con una sintesi apicale: man mano che si formano i pili fuoriescono verso l’esterno con un accrescimento che avviene dal basso. 5. FLAGELLI. Sono delle strutture mobili, a differenza dei pili, deputato al movimento batterico. I flagelli della cellula eucaristica sono organizzati in 9+2 fibre di flagellina ricoperta da un tubulo, mentre quella della cellula procariote hanno un unico tubo costituito da flagellina. La crescita dei flagelli avviene per aggiunta di proteine sulla parte apicale; tali proteine vengono portate dall’interno della cellula. I flagelli hanno un corpo basale, un uncino ed un filamento. In una sistema dove si ha più di un filamento il movimento è più complicato. Quando il batterio muove più flagelli in modo antiorario commina, viceversa no. Il cambiamento di movimento orario-antiorario serve al batterio per cambiare direzione. Il movimento avviene attraverso un sistema di percezione chimica, detto CHEMIOTATTICO. 6. NUCLEOIDE. I batteri sono organizzati con un cromosoma, che è diviso in più pezzi di forma circolare, lineare, ecc.. Il nucleoide è strutturale in alcune zone particolari, cioè zone con ribosomi, e DNA; zone con solo DNA; zone con DNA, ribosomi e proteine. Il nucleo batterico non è costituito da unità omogenea, ma da due strutture nucleari di tipo differente: · RNA, proteine, lipidi; · quantità diverse per tipo di composizione.