ABSTRACT Pur non avendo la pretesa di essere esaustiva, la seguente monografia cerca di analizzare i primi anni di carriera dei King Crimson dalla genesi alla pubblicazione del primo album, servendosi anche di alcune nozioni biografiche, riguardanti Robert Fripp, e storico-musicali, per capire meglio il contesto in cui la band si colloca. Il tipo di analisi proposta è condotta dal punto di vista storicomusicologico e prende spunto dai pochi documenti esistenti sull’argomento e da testimonianze esistenti sotto forma di intervista. 1 INDICE Premessa pag. 3 I King Crimson dalla genesi a “In the court of the Crimson King” 4 1. Robert Fripp: brevi cenni biografici ed estetici del periodo pre-Crimson 4 2. Giles, Giles & Fripp 5 3. Genesi dei King Crimson 6 3.1 Gli inizi 7 3.2 La scelta del nome 7 3.3 l’approccio compositivo 8 4. In the court of the Crimson King – An observation by King Crimson Bibliografia 10 12 2 PREMESSA I King Crimson sono da sempre considerati un punto di riferimento per la scena rock anni ’70, in particolar modo a quella corrente simbolo di quegli anni denominata progressive rock (o prog rock) da cui, hanno sempre mantenuto una certa distanza seppur assorbendone inevitabilmente i tratti salienti. Questa nuova corrente musicale nasce in Inghilterra a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 e si sviluppa quasi unicamente in Europa per tutto il decennio successivo, subendo un brusco declino a partire dal 1977 a causa della nascita del movimento punk1, ma sopravvivendo comunque fino ai nostri giorni. Le caratteristiche principali del prog rock sono principalmente: − abbandono della forma-canzone tipica del pop per strutture più libere e dilatate con complessi intrecci strumentali (uso soprattutto della forma suite, ereditata dalla musica barocca, ovvero composizioni composte da più temi musicali dal carattere solitamente epico) − utilizzo di molte influenze provenienti dal mondo della classica e del jazz; − attenzione spostata verso le abilità esecutive dei singoli artisti, i quali molto spesso le mettono in mostra tramite lunghi assoli; − uso di strumenti classici (pianoforte, archi, fiati…), etnici (sitar…), elettrici o elettronici (organo Hammond, mellotron, sintetizzatori in aggiunta o, talvolta, in sostituzione della classica combinazione rock formata da chitarra elettrica, basso elettrico e batteria; − utilizzo di tempi dispari e inconsueti, frequenti cambi di tempo e variazioni di intensità e velocità nello stesso brano; − presenza di testi di alto spessore culturale, con riferimenti a figure, opere letterarie o teatrali, allusioni a fatti storici, difficilmente comprensibili e quasi mai con riferimento diretto al contesto politico e sociale in cui vivono; − importanza data all'aspetto grafico dell'album, sia per le illustrazioni che per i particolari tipi di packaging del disco2. In altre parole è direttamente influenzato dalla corrente psichedelica americana degli ultimi anni della decade precedente, che qui però è portata ai limiti estremi (non è un caso che numerosi nomi del progressive abbiano esordito proprio nell'ambito della psichedelia)3. Se però la psichedelia era stato un fenomeno spontaneo e legato a pratiche sociali, il progressive nasce come musica intellettuale, esercizio colto di ricerca che trova nell'album, più che nei singoli pezzi, la sua forma ideale. Tra i primi artisti a sperimentare i nuovi spunti musicali vanno citati i Pink Floyd, The Nice, Aphrodite's Child e Moody Blues, bands che anticipano questa nuova corrente mischiando elementi classici del blues con la musica classica. Ma è nel primo lustro degli anni '70 che il genere raggiunge il suo apice musicale e commerciale con bands come Genesis, Yes, gli stessi Pink Floyd, King Crimson, Emerson, Lake & Palmer, Gentle Giant, Van der Graaf Generator, Jethro Tull, Camel e molte altre4. Gli anni '70 sono stati, inoltre, periodo dell'evoluzione del Rhythm & Blues (o R'n'B) in Disco Music, genere musicale di origine afro-americana e legato per lo più alla cultura nera (che diventerà un'altra influenza per Fripp e soci), per certi aspetti totalmente opposto al progressive rock (perché musica scritta appositamente per il ballo, con forti riferimenti politicoemancipativi nei testi), ma aventi in comune l'influenza per certi arrangiamenti derivati dalla musica 1 I. ALFANO, Fra tradizione colta e popular music: il caso del rock progressivo, Roma: Arache, 2004. 2 J. LUCKY, The progressive Rock Handbook, Burlington, Ontario: Collector's guide Publishing Inc., 2008. 3 AA. VV., Il progressive rock e Canterbury, reperibile all’URL http://www.storiadellamusica.it/Il_progressive_rock_e_Canterbury.p1-s15, consultato il 03/12/2011 alle h 8:23. 4 Ibidem. 3 classica5. Furono anche gli anni del declino del free jazz e la nascita della corrente che verrà denominata fusion, rappresentata da nomi come Jaco Pastorius, Chick Corea, John McLaughlin caratterizzata da sonorità più morbide e leggere6. Questa panoramica musicale analizza, seppur in modo sbrigativo, lo status dell'arte musicale negli anni in cui si formarono i King Crimson, i quali, operando in quel contesto specifico, inevitabilmente ne assorbirono i tratti distintivi più o meno volutamente, più o meno direttamente. I KING CRIMSON DALLA GENESI A “IN THE COURT OF THE CRIMSON KING” Emilio Larocca Conte SOMMARIO: 1. Robert Fripp: brevi cenni biografici ed estetici del periodo pre-Crimson; 2. Giles, Giles & Fripp; 3. Genesi dei King Crimson; 3.1 Gli inizi; 3.2 La scelta del nome; 3.3 l’approccio compositivo; 4. In the court of the Crimson King – An observation by King Crimson. 1. Robert Fripp: brevi cenni biografici ed estetici del periodo pre-Crimson ...è evidente che, anche se non sarebbe effettivamente vero che Fripp “è” i King Crimson o che i King Crimson “sono” Robert Fripp, ne è stato comunque il minimo comune denominatore in tutte le molteplici incarnazioni della band7 per cui mi sembra opportuno menzionare alcune informazioni biografiche sul chitarrista e fondatore. La vita di Robert Fripp (nato a Wimborne Minster, nel Dorset, Inghilterra, il 16 Maggio 1946) precedente alla sua consacrazione al grande pubblico appare molto enigmatica a causa del suo carattere schivo e riservato nei confronti della stampa, a tal punto da domandare agli intervistatori, prima di rilasciare un'intervista, di quante parole necessitano per l'articolo, in modo da dosarsele con una precisione a dir poco spiazzante (come riferisce un intervistatore della rivista rock americana Creem8). Iniziò a suonare con difficoltà una Manguin Free acustica all'età di undici anni, rendendosi subito conto di non aver nessun talento musicale e che l'unico modo per raggiungere qualche risultato era uno studio intenso e costante dello strumento, a cui dedicava dalle 6 alle 12 ore giornaliere. Decise così di iscriversi ad una scuola di musica a poche miglia dalla sua città natale, ed in seguito di prendere lezioni private presso più musicisti (tra cui Don Strike, Tony Alton e la pianista Kathleen Gartell, da cui apprese molte nozioni di armonia), acquisendo in questo modo conoscenza e padronanza di più stili che confluiscono nel suo modo di suonare e traspaiono dalle sue composizioni. Inoltre fino all'età di 21 anni tutti i tentativi di inserirsi in un gruppo svanirono a causa di divergenze musicali legati soprattutto alla sua frustrazione per non aver ancora trovato un linguaggio musicale soddisfacente e appagante (fatta eccezione per un gruppo di liscio di Bournemouth, formato da persone molto più anziane di lui, con cui suonò per circa tre anni, prendendo il posto di Andy Summers, futuro chitarrista dei Police; esperienza che si rivelò 5 AA. VV., Disco Musica story, la storia della Disco Music, reperibile all’URL http://www.dance70.com/modules/news/article.php?storyid=219, consultato il 03/12/2011 alle h 9:47. 6 V. SCARUFFI, A history of jazz music. Consultabile all'URL http://www.scaruffi.com/history/jazz17e.html, consultato il 03/12/2011 alle h 10:00. 7 E. TAMM, Robert Fripp – From Crimson King to Crafty Master, premessa. Reperibile all'URL http://www.progressiveears.com/frippbook/contents.htm , consultato il 04/12/2011 alle h 19:37. “...it became clear that although it would not be precisely true to say that Fripp "was" King Crimson or that King Crimson "was" Fripp, he was nevertheless the sole common denominator throughout the band's many incarnations, and had been involved in a variety of projects having nothing to do with King Crimson per se”. 8 Ibidem, cap. 1. 4 estremamente appagante e stimolante per il giovane chitarrista)9. All’età di venti anni decise di avventurarsi nel mondo del music business e fondò i Cremation, band che ebbe vita breve e che suscitò vergogna in Fripp. Accolse con molto entusiasmo l’ondata creativa del rock di fine anni ’60 (in particolar modo Sgt. Pepper dei Beatles) e crebbe ascoltando soprattutto Hendrix, Clapton con i Bluesbreakers di John Mayall, Bartok, Stravinskij, Dvorak, sviluppando una sensibilità per la musica che andava oltre le differenze di genere10, ben riassunta nella celebre frase che rilasciò nel 1973: <<cosa ne verrebbe fuori se Hendrix suonasse Bartok?11>> . Fripp non è mai stato un amante del rock'n'roll, rifiutandone soprattutto l' atteggiamento “anti-intellettuale” della filosofia e la tendenza al successo commerciale mainstream di molti dei suoi esponenti, le quali inevitabilmente condannano la musica (e l'arte in generale) ad una sentenza mortale dal punto di vista estetico12. Ciononostante il rock è alla base di tutta la produzione frippiana a causa della sua capacità di essere flessibile a qualsiasi tipo di influenza e della caratteristica di essere il connubio perfetto tra energia mentale (armonia) e fisica (ritmo): <<Robert Fripp ha colto il paradosso agonizzante del rock: da un lato, la possibilità di una sintesi vera e magica, la fusione di corpo/anima/ritmo con mente/spirito/armonia, la malleabilità apparentemente infinita delle forme di base, il potenziale di comunicazione diretta tra artisti, che si sono impegnati con passione ad idee, e pubblico che attraversa pretesa artistica e snobbismo. Dall'altra parte, la realtà del rock come intrattenimento d'evasione, avidità, omogeneizzazione del gusto attraverso la struttura aziendale delle industrie d'incisione e delle radio, la tendenza a puntare al minimo comun denominatore della cultura di massa, la ripetizione di formule senza senso, lo stile di vita auto-distruttivo del rock stesso: la sindrome da star, le droghe, l'inutilità di talenti e vite sprecate13>>. Su questo approccio metafisico della musica si fonda tutto il pensiero frippiano (che tuttora non è stato smentito dal chitarrista) il quale ha grande valenza musicologica, essendo Fripp uno dei pochi esecutori di musica leggera dell'epoca ad esprimersi anche in materia di estetica musicale (tali intuizioni sono in linea con la visione catastrofista delle industrie culturali tipica dei teorici della scuola di Francoforte, capeggiata da Horkheimer e Adorno14). La musica non è più riferita all'oggetto ma al soggetto, non al suono ma all'ascoltatore. L'attenzione si sposta dal “contenuto” in sé al processo di conoscenza con cui questo è recepito dall'ascoltatore15 e la musica diventa <<solo un mezzo per creare uno stato magico16>>. 2. Giles, Giles & Fripp 9 D. A. KIRKDORFFER, Interview with Robert Fripp, in Rock and Folk. Reperibile all'URL http://web.archive.org/web/20050208142933/http:/www.elephant-talk.com/intervws/fripp-ro.htm, consultato il 03/12/2011 alle h: 10:13. 10 Ibidem. 11 E. TAMM, op. cit. “...what would Hendrix sound like playing Bartok?” 12 D. A. KIRKDORFFER, op.cit. 13 E. TAMM, op. cit., cap. 3. “Robert Fripp has felt the agonizing paradox of rock: on the one hand, the possibility of a real magic synthesis, the merging of body/soul/rhythm and mind/spirit/harmony, the seemingly infinite malleability of the basic forms, the potential for direct communication between artists who are passionately committed to ideas and an audience that cuts through artistic pretension and snobbery; on the other hand, the reality of rock as escapist entertainment, the greed, the homogenization of taste through the corporate structure of the recording and radio industries, the tendency to aim for the lowest common denominator of mass culture, the meaningless repetition of formulas, the very unhealthiness of the typical rock lifestyle itself: the star syndrome, the drugs, the pointlessness of wasted talents and lives”. 14 M. HORKHEIMER, T. ADORNO, La dialettiica dell'lluminismo, Amsterdam 1947, traduzione italiana Einaudi, 1966. 15 In linea anche con le accuse che vengono mosse alla semiotica da parte dell'estetica e della sociologia a partire da quegli anni. 16 E. TAMM, op. cit. 5 Nella primavera del 1967 a Bournemouth, mentre si guadagnava da vivere suonando con l'orchestra di liscio frequentando parallelamente il college, Fripp rispose ad un annuncio dei fratelli Giles: il batterista Michael (Bournemouth, 1942) e il bassista Peter (Bournemouth, 1944). Nacque così il trio che rappresenta lo stato embrionale dei King Crimson: Giles, Giles & Fripp. I tre si trasferirono a Londra per tentare il successo, con la scusa di fare da spalla ad un cantante per un concerto in un ristorante italiano, rinunciando all'ingaggio una settimana dopo l'arrivo. Nel frattempo continuarono a promuovere la band riuscendo ad ottenere nel 1968 un contratto con la Deram, sotto-etichetta della Decca, grazie al quale registrarono due singoli (One in a million e Neawlywed) e successivamente l'unica prova discografica della band: The cheerful insanity of Giles, Giles & Fripp. Parteciparono, inoltre, ad alcuni shows televisivi e ad uno spot della Dunlop. Il riscontro commerciale fu piuttosto scarso (660 copie vendute) e l'album si presentò ben lontano e dalle aspettative di Fripp e dai suoi postumi lavori: Cheerfull Insalnity è un disco molto inglese. L'ungherese Bartok non aveva ancora fatto la conoscenza dell'americano Hendrix; l'albums suona come una collaborazione tra Monty Python e il Moody Blues in uno dei loro stati d'animo meno pretenziosi. Dopo Giles, Giles & Fripp il senso dell'umorismo di Fripp può essere rimasto intatto nella sua vita privata, ma è andato decisamente in fondo alla superficie della sua musica17. 3. Genesi dei King Crimson Tracciare delle linee guida nella carriera dei King Crimson comporta una serie di difficoltà metodologiche notevoli per la carenza di fonti a riguardo, nonostante essi siano considerati un pilastro della musica che appartiene alla decade ’70 -’80, soprattutto in riferimento al vasto filone progressive rock, a cui spesso vengono, più o meno legittimamente, etichettati. Questa carenza di informazioni non deriva da un disinteresse da parte della critica musicologica, bensì principalmente da quell’atteggiamento schivo e nichilista che da sempre ha contraddistinto la band (incarnato soprattutto nella figura di Robert Fripp), caratteristica della nuova furia creativa di quegli anni che in molti hanno definito Neo Romanticismo18 ma che il gruppo in questione ha estremizzato, anticipando così dei tratti propri della postuma filosofia punk. Questo atteggiamento rispecchia anche l'ammirazione di Fripp verso la musica Disco: Sia il punk/new wave che la Disco, esplosioni musicali di metà anni '70 che molti hanno ritenuto di essere diametralmente opposte tra di loro, sono state percepite da Fripp come un'ondata di aria fresca. Entrambe le correnti gli apparivano come musica del popolo, che getta fuori pista i dinosauri della vecchia industria musicale, anche se solo temporaneamente...[segue] Fripp dice: “Quando ho ascoltato il punk ho pensato: erano sei anni che l'aspettavo!”. Per quanto riguarda la Disco Fripp lo definisce “un movimento politico che abbandona il luogo di voto. Iniziò come espressione di due comunità svantaggiate – i gay e i neri”. Come forma di espressione musicale Fripp vede la discoteca come “nichilista, ma passivamente nichilista”, un movimento che semplicemente ignora il quadro sociale tradizionale esistente al di fuori dei suoi confini.19 17 E. TAMM, op. cit., cap. 4. 18 I. ALFANO, op.cit. 19 E. TAMM, op. cit., cap. 3. “Both punk/new wave and disco, those musical explosions of the mid-1970s that so many felt to be diametrically opposed to each other, Fripp felt as a breath of fresh air. Both seemed to him to be music of the people, to return music to the people, throwing the dinosaurs of the music industry off track, however temporarily. The raw energy of punk had been prefigured by the aggressive intellectual heavy metal sound of King Crimson III - and even earlier by the intense negative energy and profound frustration that bursts through King Crimson I songs like "21st Century Schizoid Man." Fripp said, "When I heard punk I thought, I've been waiting six years for this." As for disco, Fripp called it "a political movement that votes with its feet. It started out as the expression of two disadvantaged communities - the gays and the blacks." As a vital form of social expression, Fripp viewed disco as "nihilistic, but passively nihilistic," a movement that simply ignored the traditional social framework outside its boundaries.” 6 3.1 Gli inizi Secondo Fripp20, la nascita dei King Crimson si può attribuire al 15 Novembre 1968 quando, dopo una lunga sessione di registrazione infruttuosa dei Giles, Giles & Fripp, egli e Michael Giles discutono sul futuro della band in cucina. Le cause dell'imminente scioglimento furono molteplici: l'incapacità di riuscire a guadagnarsi un concerto nei 15 mesi di attività, l'insuccesso commerciale dell'album d'esordio, il distacco di Peter Giles a causa dei suoi studi informatici e giuridici. I due decidono così di formare una nuova band arruolando inizialmente Greg Lake, altro nativo di Bournemouth, ex chitarrista e cantante degli Shame ed ex bassista dei Gods. In seguito si misero alla ricerca di persone che potessero aiutarli nel processo di songwriting, riuscendo a reclutare in questo modo il paroliere Peter Sinfield e il compositore e polistrumentista Ian McDonald (suonava molti tipi di fiati e legni, oltre a vibrafono, chitarra e tastiera), entrambi provenienti dagli Infinity, definita da entrambi come “il peggior gruppo del mondo21”. Nacque così la prima formazione dei King Crimson, la quale rimase stabile fino al 1970: Robert Fripp (chitarra), Greg Lake (basso, voce), Ian McDonald (fiati, legni, vibrafono, tastiere), Michael Giles (batteria). Peter Sinfield rimase un membro invisibile dei King Crimson (fino alla sua dipartita dalla band nel 1972), scrivendo i testi e assumendo i ruoli di tecnico da palco e tour manager. Fu per la band anche un consulente d'immagine e musicale (ebbe un importante ruolo di “primo spettatore” durante le session in studio dei King Crimson, fornendo pareri esterni sulle composizioni), procurava loro, inoltre, contatti utili grazie alle sue molteplici conoscenze londinesi, configurandosi in ultima analisi come una sorta di cerniera tra le nuove tendenze di Londra e i membri dei King Crimson. Anche se non si è mai esibito sul palco, fu una figura fondamentale nelle dinamiche di gruppo e nella sua continua evoluzione. Inoltre è suo il merito, (come si vedrà in seguito) di aver dato il nome alla band. La prima prova ufficiale avvenne il 13 Gennaio 1969 nel seminterrato del Fuhlam Palace Cafè di Londra, luogo che divenne la loro sala prove per i due anni successivi. Divenne consuetudine invitare un pubblico di amici alle loro prove, cosa che aiutò a diffondere il passaparola tra i londinesi, stupefatti dal sound originale e potente della band. La maggior parte dei pezzi sono stati totalmente composti in sala prove, ma uno di essi uscì direttamente dal repertorio dei Giles Giles & Fripp: I talk to the wind. Inoltre erano in repertorio alcune cover come Lucy in the sky with diamonds dei Beatles e Michael from mountains di Judy Collins (che era a sua volta una cover di Joni Mitchell), artista che influenzò molto i Crimson nell'utilizzo di atmosfere più soft e pacate tipiche delle ballads (un giornalista racconta come fosse una consuetudine per la band ascoltare Judy Collins dopo lunghe ore di estenuanti prove)22. 3.2 La scelta del nome Fu suggerito da Peter Sinfield: <<Il nome King Crimson è mio. Volevo qualcosa di potente come Led Zeppelin, qualcosa che evocasse un po'di potere in essa. Qualsiasi cosa migliore di Giles Giles & Fripp. Il nome King Crimson possedeva arroganza. 23>> 20 D. A. KIRKDORFFER, op.cit., consultato il 05/12/2011 alle h 10:48. 21 An interwiev with Peter Sinfield, reperibile all’URL http://www.interx.net/~jgreen/Sinfield.html, consultato il 05/12/2011 alle h 11:19. 22 E. TAMM, op. cit. 23 J. GREEN, Song soap on sea, http://www.songsouponsea.com/Promenade/Metaphysical.html, consultato il 07/12/2011 alle h 10:58. “The name King Crimson was mine - I wanted something like Led Zeppelin, something with a bit of power to it. Anything better than Giles, Giles, and Fripp. King Crimson had arrogance to it.” 7 Nel booklet della raccolta Frame by frame – The essential King Crimson24 Robert Fripp afferma: <<Il nome King Crimson è un sinonimo di Belzebù, anglicizzazione della frase arabica B'il Sabab che letteralmente significa “uomo senza uno scopo.”>> Belzebù, o Ba'l-Z'bub, è anche il nome di un dio ebraico filisteo della città di Accaron, che letteralmente si traduce in “uomo senza scopo” o “il signore delle mosche25”, nome associato in molte religioni politeiste al dio del sole come auspicio di lunga vita (le mosche, essendo presenti ovunque ci siano cadaveri, erano associate alla morte). Tuttavia Ba'l Z'bub non era un dio del sole, per cui l'ipotesi più convincente è quella che lo vede come invocazione per scacciare le mosche a seguito di un sacrificio, riconducibile alla divinità greca Zeus, soprannominato dai cirenei “Apomyios”, ovvero colui che scaccia via le mosche (da Olimpia). Queste analogie possono essere capite meglio analizzando la passione di Robert Fripp verso i tarocchi (a tal punto da incaricare Fergus Hall, un celebre disegnatore di tarocchi, per l'artiwork delle raccolte A young person's guide to King Crimson26 e The compact King Crimson27). Il personaggio della carta dei tarocchi raffigurante “l'imperatore” è Zeus. L'”uomo con l'obiettivo” è Zeus, a.k.a. Belzebù, che in quella raffigurazione indossa un mantello rosso (cremisi)28. 3.3 L'approccio compositivo <<Dopo diversi anni di fallimenti guardammo i King Crimson come l'ultima occasione per suonare qualcosa in cui crediamo. La frustrazione creativa fu la ragione principale dell'energia disperata della band. Fissammo a noi stessi standard elevati impossibili da raggiungere, ma lavorammo sodo per realizzarli...[segue] grazie al fervore di questi mesi sono riuscito a scrivere un volantino pubblicitario: “lo scopo principale dei King Crimson è organizzare l'anarchia, per utilizzare il potere latente del caos e permettere alle varie influenze di interagire e trovare il loro equilibrio. La musica, quindi, si evolve naturalmente, piuttosto di svilupparsi su linee predeterminate. La larga differenza di repertorio ha un tema comune rappresentato dai cambiamenti di umore delle solite cinque persone29.>> Fripp ha sempre inteso i King Crimson come “un modo di fare le cose30”. Anche se non è mai entrato nello specifico riguardo al significato di quest'affermazione, esso può essere intuito collegandola alle delucidazioni musicologiche discusse nel paragrafo precedente e alla storia della band, molto esplicativa ed efficace sotto questo punto di vista: l'idea di fare musica con altri musicisti, sulla base di una concezione comune della musica in quanto suono organizzato secondo criteri che vanno ben oltre il puro aspetto formale, mirando allo stato magico descritto sopra, ed azzardare anche un coinvolgimento del pubblico, nella speranza di allargare questo stato a più soggetti. Fripp ha sempre sottolineato come i King Crimson fossero principalmente una live band, 24 25 26 27 28 29 KING CRIMSON, Frame by frame – the essential King Crimson, Caroline, 1991. J. GREEN, op. cit. KING CRIMSON, A young person's guide to King Crimson, 1976, EG, EGKC-10. KING CRIMSON, The compact King Crimson, 1990, EG.. J. GREEN, op. cit. E. TAMM, op. cit. "Following several years of failure we regarded King Crimson as a last attempt at playing something we believed in. Creative frustration was a main reason for the group's desperate energy. We set ourselves impossibly high standards but worked to realize them and with a history of unemployment, palais and army bands, everyone was staggered by the favorable reactions from visitors ... With the fervor of those months I could write for a publicity handout: 'The fundamental aim of King Crimson is to organize anarchy, to utilize the latent power of chaos and to allow the varying influences to interact and find their own equilibrium. The music therefore naturally evolves rather than develops along predetermined lines. The widely differing repertoire has a common theme in that it represents the changing moods of the same five people.” 30 D. A. KIRKDORFFER, op. cit. 8 giudicando da sempre le sessioni di registrazione come un peso e un fastidio, non riflettendosi nei suoi canoni estetici. La musica è un processo, e ogni registrazione ne provoca inevitabilmente una costrizione entro dei limiti essendo riferita solo a quel determinato prodotto e quindi limitandone o annichilendone totalmente il suo carattere improvvisativo. A prova di ciò, in questa fase della band i doveri compositivi tendevano ad essere distribuiti su tutti i componenti. Non è mai successo, infatti, che uno di loro arrivasse in sala prove con un'idea precisa, sviluppata o meno, con la pretesa di spiegarla agli altri con indicazioni precise da seguire alla lettera. Piuttosto la band ha perseguito un atteggiamento tale da porsi allo stadio iniziale delle composizioni come tabula rasa, cercando di catturare le idee migliori nate da lunghe jam (non mancano registrazioni, integrali o quasi, a carattere puramente improvvisativo, che poi sono state inserite nelle tracklists degli album). La maggior parte delle registrazioni dei King Crimson sembra essere saldamente strutturata, ma in realtà ogni parte della struttura è molto flessibile: le linee guida delle composizioni sono generalmente fisse (anche se spesso sono passibili di variabili), mentre le congiunture e altri elementi (come le parti di batteria, alcune linee melodiche, ecc.) sono totalmente improvvisate nel momento in cui i brani vengono riproposti dal vivo. L'approccio improvvisativo proposto dalla band non si limita ad un'improvvisazione fine a sé stessa ma, al contrario, essa è un fine avente come presupposto la consapevolezza totale degli impianti teorico-armonici di riferimento. Infatti, lo studio dell'armonia è fondamentale perché la musica è vista come un infinito processo di miglioramento, di cui fanno parte anche le conoscenze tecniche. Suonare rock molto spesso porta ad utilizzare sempre le stesse tre o quattro scale – pentatoniche, scale maggiore e relative minori; ma i King Crimson vanno oltre, facendo uso di tutta la gamma di scale modali esistenti nel sistema musicale occidentale, più altre scale “importate” da altri sistemi31. Di seguito due tabelle esplicative32 che mostrano esempi delle due categorie di scale appena citate, fornendo per la seconda un elenco di scale derivanti dal sistema ungherese, molto utilizzato da Fripp e soci come conseguenza dell'ammirazione che provavano verso Béla Bartòk: DENOMINAZIONE SCALA MODALE NOTE (Modi del sistema occidentale, scala maggiore) Ionico CDEFGAB Dorico C D Eb F G A Bb Frigio C Db Eb F G Ab Bb Lidio C D E F# G A B Misolidio C D E F G A Bb Eolico C D Eb F G Ab Bb Locrio C Db Eb F Gb Ab Bb DENOMINAZIONE SCALA MODALE NOTE (Modi del sistema ungherese, scala minore) Scala minore ungherese C D Eb F# G Ab B 31 J. LOCKE, op. cit. 32 Per comodità e chiarezza le scale sono costruite partendo dalla stessa fondamentale, in questo caso C. 9 II modo C Db E F Gb A Bb III modo C D# E F G# A B IV modo C Db Ebb F G Ab B V modo C Db E F G Ab B VI modo C D# E F# G A# B VII modo C Db Eb Fb G Ab Bbb In conclusione è un approccio istintivo, quasi terapeutico, derivante dal free jazz33 ma da esso distante in quanto gli stessi musicisti non lo riuscivano a spiegare e, di conseguenza, ricreare quando esso svaniva. 4. In the court of the Crimson King – An observation by King Crimson34 Molto spesso Fripp ha definito il 1969 come un anno “magico” riguardo allo sviluppo musicale sia personale sia dei King Crimson. Nel 1984 disse: <<è stata una questione di magia...[segue] come si fa a trovare le condizioni in questa magia esiste? Questo è stato un processo di quel periodo che finì in quel periodo35>>. Il risultato di questa magia è l'album d'esordio In the court of the Crimson King, disco considerato uno dei massimi capolavori di tutti i tempi36. Nell'estate 1969 I King Crimson avevano tentato già due volte a registrare il loro repertorio in due studi di incisione diversi, senza però rimanere soddisfatti: tali registrazioni, incompiute, sono andate perdute, anche se il lavoro non fu totalmente invano perché contribuì loro ad acquisire maggiore esperienza in studio. Nel frattempo il gruppo aveva conquistato una relativa notorietà fra stampa, pubblico e addetti ai lavori, grazie ai numerosi concerti tenuti nell'arco di cinque mesi prevalentemente nell'area londinese. Tra questi, fu decisiva al successo della band un'apparizione come gruppo spalla dei Rolling Stones a Hyde Park, concerto in onore di Brian Jones, un'altra al Revolution Club di Mayfair il 14 Meggio 1969 (in cui ricevettero personalmente i complimenti da Jimi Hendrix37, il futuro chitarrista dei Genesis Steve Hackett38, nonchè i futuri membri dei King Crimson Bill Bruford39 e Jamie Muir40). Le registrazioni iniziarono il 21 luglio 1969 nei Wessex Studios a Islington, Londra, a poche ore dal primo sbarco dell'uomo 33 E. TAMM, op.cit. 34 KING CRIMSON, In the court of the Crimson King – An observation by King Crimson, 1969, Island. 35 E. TAMM, op. cit. “It was a question of: magic has just flown by, how does one find conditions in which magic flies by? I'd experienced it - I knew it was real. So where had it gone, how could one entice it back? That's been the process from then till now." 36 http://www.scaruffi.com/vol2/kingcrim.html#title, consultato il 07/12/2011 alle h 11:57. 37 J. BURKS, An interview with Jimi Hendrix, Rolling Stone, 4 Febraio 1970, reperibile all’URL http://jimihendrixitalia.blogspot.com/2009/01/jimi-hendrix-interview-4-febbraio-1970.html, consultato il 07/12/2011 alle h 12:31. 38 G. DESALLA, Interview with former Genesis guitarist Steve HackettI, reperibile all'URL http://www.audioholics.com/news/editorials/musicians-corner/interview-with-former-genesis-guitarist-stevehackett-1, consultato il 07/12/2011 alle h 12:36. 39 R. KAYNE, Bill Bruford interview, consultabile all'URL http://www.abstractlogix.com/interview_view.php?idno=61, consultato il 07/12/2011 alle h 12:38. 40 B. MURPHY, Bill's Jamie Muir Interview – Part 1, reperibile all'URL http://www.projekction.net/phpBB3/viewtopic.php?f=47&t=2754, consultato il 07/12/2011 alle h 12:40. 10 sulla luna, avvenimento annunciato la sera prima delle registrazioni da Lake durante uno storico concerto al Marquee Club di Londra41. Il disco fu prodotto da Tony Clarke, allora conosciuto per il suo lavoro con i Moody Blues42, e fu l'unico album ad avvalersi di una produzione esterna (I successivi saranno totalmente autoprodotti). Il master fu inciso con un registratore ad 8 canali, con l'aiuto del fonico Robin Thompson, e fu caratterizzato da un lavoro maniacale di sovraincisioni, soprattutto per quanto riguarda le parti orchestrate arrangiate e suonate da McDonald, costitute da molte tracce di Mellotron e legni43. Appena dopo aver completato le registrazioni, che durarono circa un mese, spesso interrotte da alcuni concerti intermedi, si scoprì che l'apparecchio utilizzato per la registrazione aveva le testine disallineate, causando una perdita di alte frequenze e distorsioni indesiderate su alcune parti dei brani (soprattutto per quanto riguarda la prima traccia: 21th Century Schizoid Man)44. Per cui le prime copie del master finale furono archiviate, utilizzandone uno in cui si è cercato di correggere questi errori, anche se non in modo definitivo, che poi divenne quello utilizzato per la prima edizione con l'etichetta americana Island. Al termine delle registrazioni, i King Crimson ripresero a pieno ritmo l'attività concertistica fino alla fine dell'anno, dapprima in patria, poi negli USA. L'artwork dell'album è opera di Barry Godber (1946-1970), un programmatore di computer, e rappresenta la sua unica opera su tela prima di morire: <<Peter ha portato questo dipinto e alla band è piaciuto. Recentemente ho recuperato l'originale presso gli uffici della EG Records...[segue] Il volto sulla parte esterna è lo “Schizoid Man” e all'interno è raffigurato il Re Cremisi. Se si copre il volto sorridente, gli occhi rivelano una tristezza incredibile. Che cosa si può aggiungere? Essa riflette la musica.45>> L'album fu un successo immediato e raggiunse il terzo posto delle classifiche inglesi tra il 1969 e il 197046. Ebbe un impatto notevole sia sulla scena musicale contemporanea, sia in quelle future: <<Le sonorità di In the court of the Crimson King (soprattutto della traccia 21th century schizoid man) è stato descritto come scenario per le basi dell'alternative rock e il grunge47.>> In contrasto con l'hard rock basato sul blues delle scene musicali contemporanee inglesi ed americane, i King Crimson rappresentarono un approccio più europeizzato grazie alla fusione di tradizione antica e moderna. L'album è un compendio delle vaste influenze dei singoli componenti: musica classica romantica e moderna, rock psichedelico, folk, jazz, musica militare (quest'ultima deriva soprattutto dall'esperienza di McDonald come musicista nella banda militare), improvvisazione ambient e free jazz e musica pop inglese48. Il disco contiene cinque tracce, ciascuna delle quali ha titoli specifici che si riferiscono alle varie sezioni (anche se le singole tracce non sono nettamente suddivise in sezioni, come di lì a poco sarebbe stato frequente costume nelle 41 K. BARROSO, King Crimson biography, reperibile all’URL http://www.themarqueeclub.net/king-crimson, consultato il 07/12/2011 alle h 12:51. 42 THE MOODY BLUES, Days of future passed, 1967, Deram Records; THE MOODY BLUES, In search of the Lost Chord, 1968, Deram Records. 43 Ivi, nota n. 21. 44 E. TAMM, op. cit. 45 J. HAGE, Robert Fripp, interview February 10th 1999, reperibile all'URL http://www.staff.science.uu.nl/~hage0101/interviews/fripp.100299.html, consultato il 07/12/2011 alle h 13:30. “Peter brought this painting in and the band loved it. I recently recovered the original from EG's offices because they kept it exposed to bright light, at the risk of ruining it, so I ended up removing it. The face on the outside is the Schizoid Man, and on the inside it's the Crimson King. If you cover the smiling face, the eyes reveal an incredible sadness. What can one add? It reflects the music”. 46 E. TAMM, op. cit. 47 Ibidem. 48 Ibidem. 11 lunghe suites del rock progressivo49). Questa scelta deriva dal fatto che il mercato discografico americano attribuiva le royalties di un disco in base al numero di titoli presenti in esso50. La traccia di apertura è la più volte menzionata 21th Century Schizoid Man, che fu cronologicamente l'ultima ad essere incisa. Registrata in diretta in una sola take (a eccezione della voce e di due linee, rispettivamente di chitarra e sax) è caratterizzata da un uso massiccio della distorsione sia nella chitarra che nella voce, e da un incedere generalmente marziale e aggressivo come cornice ad un testo sull'alienazione dell'uomo nel Terzo Millennio. Le strofe cantate precedono e seguono una lunga digressione strumentale eseguita a velocità molto sostenuta e con grande virtuosismo da tutti i musicisti, e con interventi solisti di sax e chitarra. Prima di ritornare al tema principale, la digressione culmina in un veloce break all'unisono. Il finale è volutamente cacofonico e tronco, quasi a rappresentare l'intento "traumatico" - tanto nel testo quanto nella musica - di tutto il pezzo. I Talk to the Wind è brano di natura totalmente opposta al precedente: una delicata ballata, a tratti cantata a due voci, e punteggiata dagli interventi del flauto, il quale resta in primo piano anche lungo tutta la coda strumentale. Sulla dissolvenza di quest'ultima s'innestano, senza soluzione di continuità, i timpani che introducono il terzo e ultimo brano del lato A: Epitaph inserisce un terzo e nuovo elemento nel sound del disco e del gruppo: l'uso sinfonico del Mellotron che qui accompagna una performance vocale di Lake particolarmente lirica, su un testo ancora una volta pregno di pessimismo ed elegia. Il lato B comincia con Moonchild, la traccia più lunga dell'album: la prima sezione, cantata, è una breve ballata accompagnata dall'arpeggio di Fripp e da un uso quasi "classico" di percussioni in sordina da parte di Mike Giles; il resto del brano è una lunga e sommessa digressione, totalmente improvvisata - affidata ai soli Fripp (chitarra), McDonald (vibrafono) e Giles (percussioni) - la cui inclusione nel disco obbedì anche a esigenze di riempimento: gli altri brani del repertorio erano stati scartati e restavano perciò a disposizione poco più di trenta minuti di musica, insufficienti a riempire un 33 giri. La chiusura dell’album è affidata a The Court of the Crimson King, altro lungo brano che alterna i momenti “sinfonici” già proposti in Epitaph alle atmosfere più intimiste proprie di I talk to the wind e Moonchild51. Dopo un periodo di tournée inglesi, la band si trasferì negli Stati Uniti per un lungo tour, esibendosi al fianco di molti musicisti popolari contemporanei e bands. Mentre il loro sound originale sbalordisce la critica e il pubblico dell'epoca, si stavano già sviluppando le prime tensioni all'interno della band, in particolare da parte di Michael Giles e Ian McDonald, i quali non riuscivano più a sostenere lo stress di una vita perennemente on the road, oltre a divergenze musicali, e decisero di lasciare la band dopo il tour californiano, nonostante l'insistenza di Fripp. La line up originale fece il suo ultimo spettacolo al Fillmore West a San Francisco, il 16 Dicembre 196952. . 49 I. ALFANO, op. cit. 50 E. TAMM, op. cit. 51 In the court of the Crimson King, recensione reperibile all’URL http://www.jamyourself.com/recensioni/k/kingcrimson/in-the-court-of-the-crimson-king.html, consultato il 07/12/2011 alle h 16:03. 52 E. TAMM, op. cit. 12 BIBLIOGRAFIA Di documento: E. TAMM, Robert Fripp – From Crimson King to Crafty Master, reperibile all’URL http://www.progressiveears.com/frippbook/contents.htm. J. 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