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FOCUS FITOSANITARIO LOTTA OBBLIGATORIA ACER
© Il Verde edItorIale
MIlano
Tra le malattie di origine batterica rilevabili nei nostri parchi e giardini merita un approfondimento il colpo di fuoco causato da Erwinia amylovora. Fin dall’introduzione in Europa (1957) è considerato un flagello per la straordinaria velocità di diffusione oltre che la polifagia, che gli consente di
attaccare un ampio numero di diverse specie della famiglia delle Rosacee. La sua pericolosità ha
indotto la Comunità europea a inserire E.amylovora come patogeno da quarantena nella Direttiva
2000/29/CE, recepito in Italia con il D.M. 214/2005 e il D.M. 10/09/1999 n. 356 “Regolamento recante misure per la lotta obbligatoria contro il colpo di fuoco batterico nel territorio della Repubblica”
Identità
del patogeno
Nome comune: colpo di fuoco
batterico (fire blight)
Nome scientifico: Erwinia amylovora
(Burril) Winslow et al. 1920
Paolo de Col, sfr-ersaf
Sinonimi: Bacillus amylovorus
(Burrill) trevisan, Bacterium
amylovorum (Burrill) Chester,
Erwinia amylovora f. sp. rubi starr,
Cardona & folsom
Micrococcus amylovorus Burrill
Posizione tassonomica
regno: Bacteria
Classe: Gamma Proteobacteria
ordine: Enterobacteriales
famiglia: Enterobacteriaceae
Genere: Erwinia
specie: Erwinia amylovora (Burril)
Winslow et al. 1920
Sintomi di E. amylovora: a sinistra
su Crataegus spp.; a destra, dall’alto,
apice ripiegato a “pastorale” su Pyrus
spp., imbrunimenti e essudati batterici
su frutti di Malus spp. infetti.
Colpo di fuoco batterico
l colpo di fuoco ha origine nordamericana. L’ipotesi più accreditata è
che in origine sia stata una malattia
endemica di piante spontanee della costa
atlantica quali Malus sylvestris, Crataegus
spp., Sorbus spp. e Amelanchier spp.
Sarebbe poi passato ai primi frutteti negli
Usa orientali a seguito dell’importazione
di varietà europee nella prima metà del
’600. I primi dati sulla possibile presenza
di una malattia riconducibile al colpo di
I
fuoco si ritrovano nel 1794 su meli, peri
e cotogni ma solo nel 1817 si ha la prima
descrizione dettagliata del quadro sintomatologico, a opera di William Coxe.
Evoluzione della malattia
Dai primi focolai la malattia si diffonde
principalmente verso Ovest fino a giungere in California (1888), da dove inizia la
sua espansione verso Nord, in Oregon
(1905) e Montana (1908). Nel 1915 è già
endemico in tutti gli Usa. Nel 1911 arrivano le prime segnalazioni anche dal Canada e in poco tempo tutte le aree coltivate
a melo e pero ne sono interessate (1924).
Nel 1919 vengono segnalati casi anche
in Nuova Zelanda, probabilmente a
seguito dell’importazione di materiale
infetto. Il 1957 è l’anno dell’approdo in
Europa, in Inghilterra. Anche in questo
caso l’introduzione è probabilmente legata alla vendita di materiale infetto prove-
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ACER
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TABELLA 1 - SPECIE VEGETALI
MAGGIORMENTE ATTACCATE
DA ERWINIA AMYLOVORA
niente da Oltreoceano. I tentativi di eradicazione falliscono e nel 1966 arriva in
Europa continentale (Polonia). Da allora la
diffusione è rapidissima, viene rinvenuta
in Olanda e Danimarca (1966-1970);
Belgio, Francia e Germania (1971-1980);
Lussemburgo (1982) e Cipro (1984). Tra
il 1985 e il 1989 è segnalata in Israele,
Turchia, Svezia, Norvegia, Irlanda, Grecia,
ex Cecoslovacchia, Libano, Svizzera.
L’invasione della nostra Penisola è datata
1990 e l’introduzione comincia dall’Italia
meridionale, con i primi casi scoperti in
coltivazioni di pero in provincia di Brindisi
e di Lecce. Nel 1991 si apre un nuovo
fronte in Italia settentrionale, con rinvenimento di un caso in provincia di Ravenna.
Nel 1994 ne sono segnalati di nuovi nel
Bolognese e nel 1997 tocca alla Lombardia, con 11 casi accertati tra le province
di Mantova e di Bergamo su piante di
pero. Altri casi sono successivamente
registrati in provincia di Como (2009).
Le principali piante ospiti del colpo di
fuoco appartengono alla famiglia delle
Rosaceae Maloideae tra cui anche piante di interesse forestale e ornamentale, in
particolare le appartenenti ai generi
Crataegus spp. Sorbus spp., Cotoneaster
spp., Chaenomeles spp. e Pyracantha
spp. In tabella 1 sono riportate le principali specie interessate dalla malattia.
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disseccamenti
sopra, disseccamenti rameali
e necrosi su Cotoneaster spp.
Sotto, sempre su Cotoneaster
spp., disseccamenti apicali
e persistenza delle foglie cuoiose
al di sopra di un cancro rameale
provocato da Erwinia amylovora.
Biologia e epidemiologia
La penetrazione di E. amylovora nella
pianta ospite suscettibile è di tipo passivo, essendo in grado di sfruttare stigmi
e nettari fiorali, lenticelle e ferite di varie
dimensioni, incluse le microferite di
deiscenza delle antere. Alla ripresa
vegetativa, una via di ingresso preferenziale è costituita dalle infezioni fiorali.
Giunto presso gli stigmi, il batterio può
dar origine a una fase epifitica asintomatica di durata sino a quattro settimane, in
assenza di umidità ideale, senza dar
origine a infezioni. Quando l’ambiente
diviene umido, la popolazione stigmatica si accresce e i batteri passano a colonizzare i nettarii, le più importanti sedi
fiorali di penetrazione. Nella stagione
vegetativa le sedi di penetrazione principali sono costituite invece dalle ferite e
dalle lenticelle dei fusti. Attuata la penetrazione, E. amylovora si ancora nei
tessuti vegetali, colonizzando gli spazi
intracellulari e/o le cavità dello xilema,
all’interno dei quali si riproduce molto
velocemente e le colonie assumono un
forte carattere igroscopico. L’accumulo
imbrunimenti
Sopra, nell’infezione da colpo di
fuoco su perine: l’osservazione
parte dal picciolo. Sotto, un cancro
sottocorticale su Cotoneaster spp.:
osservazione degli imbrunimenti
sottocorticali e verifica della
presenza del punto “sano-malato”.
di acqua fa sì che si crei una pressione
nelle cavità colonizzate tale da spingere
esternamente, attraverso fratture,
gocciole mucose di essudato batterico,
che costituisce il modo di evasione
passivo dalla pianta ospite.
La crescita delle colonie avviene per scissione binaria ed è ottimale tra 25-27 °C,
quasi nulla a 6 °C e inibita a 33-34 °C. Ai
fini epidemiologici il range di temperatura ottimale si attesta quindi tra 18-30 °C.
I cancri perennanti presenti su formazioni di due o più anni costituiscono le principali sorgenti di inoculo della malattia in
campo. Alla ripresa vegetativa i batteri
svernanti all’interno di esso riprendono
l’attività allargando la superficie attaccata, fenomeno concomitante alla produzione di inoculo sotto forma di essudato.
L’inoculo fresco viene disseminato anche
da insetti pronubi e da aerosol su fiori e
germogli, costituendo nuove infezioni
primarie. Nel D.M. 10/09/99 si trovano
indicazioni solo esclusivamente alle api,
con il divieto dello spostamento di alveari, nei periodi a rischio, da aree o campi
contaminati verso aree indenni.
▼
Genere
Nome comune
Pero corvino
Amelanchier ovalis
Chaenomeles japonica Cotogno
giapponese
Crataegus spp.
Biancospino
Cotoneaster spp.
Cotognastro
Cydonia vulgaris
Cotogno
Eryobotria japonica
Nespolo
del giappone
Malus spp.
Meli
Mespilus germanica
Nespolo
Potentilla spp.
Cinquefoglia
Pyracantha spp.
Piracanta
Pyrus spp.
Peri
Rubus idaeus
Lampone
Sorbus spp.
Sorbo
Stranvesia davidiana Stranvesia
FOCUS FITOSANITARIO
▼
Sintomi della malattia
I sintomi indotti da infezioni di E. amylovora sono abbastanza simili per tutte le
specie ospiti. Le foglie, in caso di infezione diretta, appaiono annerite, umide.
L’area annerita si allunga dalla nervatura
centrale verso l’esterno, lungo le secondarie, e può spingersi sino al picciolo. I
sintomi fogliari per infezioni primarie su
germoglio o branca portante sono costituiti da imbrunimenti generalizzati della
lamina, che tende ad accartocciarsi e
avvizzire assumendo una connotazione
cuoiosa. Tali foglie, indirettamente colpite,
rimangono attaccate ai rami anche dopo
l’abscissione autunnale. Tali sintomi fogliari hanno indotto all’assegnazione del
nome comune “colpo di fuoco”: le piante
attaccate da E. amylovora paiono come
arse, in modo estemporaneo, da una viva
fiamma. I sintomi fiorali sono i più precocemente visibili alla ripresa vegetativa: l’attacco si mostra con l’avvizzimento degli
organi fiorali e la comparsa di aree idropiche sul ricettacolo che si estendono basipetamente prima di imbrunire. Il fiore
imbrunito di solito resta attaccato alla
pianta. L’infezione coinvolge i singoli fiori
o l’intera infiorescenza. Sulle branche e sul
tronco determina cancri rameali più o
meno estesi, che si manifestano come
aree scutiformi lievemente depresse di
corteccia più scura o talora con screziature nocciola, in base alla pianta colpita.
Asportando con un coltello il tessuto corticale si può rilevare la presenza di marcate striature bruno rossastre nel giovane
legno. Quando il cancro circoscrive tutta
la branca o il germoglio, la parte distale
avvizzisce e, in molte specie suscettibili,
tende a ripiegarsi su se stesso in modo
rassomigliante a un bastone pastorale.
Sui frutti i sintomi possono manifestarsi
sotto forma di aree necrotiche dall’allegagione all’invaiatura. Tali sintomi possono
essere originati da infezioni primarie. In tal
caso l’area necrotica interessa principalmente l’area peduncolare estendendosi
verso l’estremità calicina. L’intero frutto di
seguito avvizzisce per poi cadere oppure mummificarsi al peduncolo.
Prevenzione e controllo
Il controllo del colpo di fuoco batterico è
difficile da attuare per la complessità della
visti da vicino
crescita di colonie di Erwinia
amylovora su substrato
agarizzato, per l’identificazione
con analisi di tipo batteriologico
“classico” e molecolari.
malattia e la mancanza nella farmacopea
agricola di battericidi davvero efficaci.
Poiché E. amylovora è un patogeno da
lotta obbligatoria (D.M. 10/09/1999 n. 356
e allegati I - II), il Servizio fitosanitario (Sf)
attua controlli sistematici per prevenirne
l’introduzione e la diffusione, ispezionando a maggio-luglio e settembre-ottobre i
punti prestabiliti sulle reti di monitoraggio
nazionali permanenti e con controlli in
vivai, frutteti, giardini, parchi pubblici e
privati su ospiti suscettibili. La rete nazionale si compone di tre reti interregionali
continentali (settentrionale, tirrenica e
adriatica) e due insulari (Sardegna e Sicilia). Se si accerta la presenza del colpo di
fuoco batterico, tramite analisi batteriologiche ufficiali il Sf regionale dichiara contaminata l’area o il campo da cui si è raccolto il campione e istituisce la zona focolaio.
Applicando misure ufficiali, il Sf deve far
estirpare e distruggere anche le piante
ospiti asintomatiche attorno alle piante visibilmente infette fino a un raggio di 10 m.
Deve inoltre istituire una zona di sicurezza, fare un’indagine tecnico-amministrativa per conoscere l’origine delle piante
infette e denunciare subito ogni caso
accertato di colpo di fuoco al Sf centrale.
La segnalazione di eventuali casi di colpo
di fuoco da parte dei cittadini è fondamentale per eradicarlo. Vi è l’obbligatorietà di notificare casi sospetti al Sf regionale competente, affinchè proceda ad analisi, accertamenti ed eventuale applicazione dei provvedimenti di legge. È inoltre
evidente che la gestione non può prescindere da strategie preventive. Innanzitutto
è bene considerare la scelta di materiale
LOTTA OBBLIGATORIA
vegetale, che deve essere sano e certificato per tutti i nuovi impianti. Altrettanto
importante è la disinfezione delle attrezzature da taglio in seguito a lavorazioni su
piante suscettibili mediante candeggina
o prodotti a base di sali quaternari d’ammonio. Poiché il batterio gode di situazioni di alta umidità relativa, è utile scegliere
metodi di allevamento che favoriscano
una buona ventilazione dell’impianto. È
buona norma preventivare trattamenti fitoiatrici con prodotti fitosanitari in zone a
ridosso di situazioni a rischio infezione. Tra
i principi attivi sul mercato, una blanda
azione batteriostatica è esercitata da
composti a base di rame. Altri quali Fosetyl-Al, Chitosano, Acibenzolar-S-Metile
sono segnalati come attivatori delle autodifese della pianta e possono contribuire
a contenere la batteriosi. Tra gli antagonisti naturali si segnala la possibilità di trattamenti preventivi a base di Bacillus subtilis, epifita che compete con una serie di
batteri e microrganismi fitopatogeni tra cui
E. amylovora. Prodotti fitosanitari a base
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Stefano Sacchi, Francesca Gaffuri,
Beniamino Cavagna
Laboratorio fitopatologico, Servizio
fitosanitario della Regione Lombardia
([email protected])
Bibliografia
1) AA.VV., 2003. Colpo di fuoco batterico
(Erwinia amylovora): risultati della ricerca
in Emilia Romagna. Notiziario tecnico
Centro ricerche produzioni vegetali, 66.
2) D.M. 10 settembre 1999, n. 356 “Regolamento recante misure per la lotta obbligatoria contro il colpo di fuoco batterico
(Erwinia amylovora) nel territorio della
Repubblica”. Gazzetta ufficiale n. 243.
3) Ellis M.A., 2008. Fire blight of apples
and pears. Fact sheet agriculture and
natural resources. Ohio state university.
4) Eppo, 2013. PM 7/20 (2) Erwinia amylovora. Eppo bulletin, 43,1: 21-45.
5) Mazzucchi U., 1992. Atti delle giornate
di studio sul colpo di fuoco da Erwinia
amylovora. Università di Bologna.
6) Vanneste J.L., 2000. Fire blight. The
disease and its causative agent, Erwinia
amylovora. Cabi.
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pubbliredaz 1_quattro colonne acer nuovo 18/07/13 11:03 Pagina 94
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