La morte è stata sconfitta

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N OTIZIARIO PARROCCHIALE
ANNO VIII NUMERO 03 - PARROCCHIA SAN NICOLA DI MIRA - VIA MUNICIPIO, 1 - TEL. 0881/556088 - 71030 SAN MARCO LA CATOLA (FG)
Pasqua 2008
La morte
è st at a
sconfitt a
La morte è st at a ingoiat a per la vittoria.
Dov'è, o morte, la tua vittoria?
Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?
1 Cor. 15,54-55
2
L'Angolo dello Spirito
Notiziario Parrocchiale
La posizione dei vescovi in vista delle prossime elezioni poltiche
La Redazione
Gesù ha sempre saputo nitidamente
l'epilogo della sua vita terrena: la morte
sulla croce e la risurrezione il terzo giorno.
Questa verità di morte e di vita, di
umiliazione e di glorificazione, è stata
svelata gradatamente dal Signore ai
discepoli e a quanti accorrevano a lui.
Gesù non ha mai omesso di annunciare
la risurrezione accanto alla passione e
alla morte. Gesù era ugualmente teso,
sia al dono della vita per la salvezza degli
uomini, sia alla propria glorificazione
mediante la risurrezione da morte e il
ritorno al Padre. Sia la morte che la
risurrezione erano dono d'amore per
l'umanità, in vista della purificazione e
della giustificazione. In qualche modo,
bisogna osservare che Gesù, nel suo
dialogo con il Padre, non ha chiesto la
morte, ma l'ha solo accolta nella
obbedienza d'amore:"Non si compia la
mia, ma la tua volontà". Gesù però ha
chiesto al Padre la glorificazione sua e
la beatitudine per tutti quelli che avrebbero
creduto nel suo nome:"Padre, è venuta
l'ora:glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio
glorifichi te...Padre,voglio che quelli che
mi hai dato siano anch'essi con me dove
sono io, perché contemplino la mia gloria,
quella che tu mi hai dato; poiché tu mi
hai amato prima della creazione del
mondo" (Gv.17,2.24). La glorificazione di
Gesù coincide certamente con la
risurrezione, ma inizia già nella
crocifissione. L'innalzamento sulla croce
costituisce la misteriosa intronizzazione
del nostro divino Re. Tra la Passione e
la Risurrezione c'è un legame inscindibile,
c'è la continuità dell'Opera salvifica, c'è
il dono di sé e l'immediata restituzione
gioiosa. Giovanni ci invita a guardare a
Gesù trafitto sulla croce. La nostra
spiritualità deve alimentarsi nell'impegno
di condivisione della sofferenza del
Redentore. La contemplazione di Gesù
sofferente però dispone subito all'abbaglio
di luce del Risorto. E' il Risorto che il
cristiano è chiamato a testimoniare nel
mondo come certa speranza di salvezza.
Se la crocifissione e il segno tanto umano
dell'amore salvifico di Dio-Trinità, la
risurrezione è la garanzia della volontà
di Dio di averci beati con lui e per sempre.
Il nostro cammino è verso il calvario che
è il luogo della Passione e della
Risurrezione. Il nostro impegno è fare
nostra la sofferenza del Signore, la nostra
sorte è partecipare con lui della gloria.
La Risurrezione di Cristo è la più grande
offerta di speranza per il mondo. Se
viviamo da risuscitati, perché tali siamo
costituiti dal Battesimo e dalla Fede,
diventeremo motivo di fiducia per tutti i
fratelli.
I vescovi italiani chiedono larghe
intese nel prossimo Parlamento per
affrontare «le attese più urgenti» e i
«problemi indilazionabili» della maggior parte della popolazione italiana:
ovvero «l'aumento dei salari minimi,
la difesa del potere d'acquisto delle
pensioni, l'emergenza abitativa, la
maggiore sicurezza nei posti di
lavoro». È quanto ha detto il card.
Angelo Bagnasco, presidente della
Cei, nel discorso che ha aperto i
lavori del Consiglio Permanente della
Conferenza Episcopale Italiana.
«Vorremmo che all'indomani del voto
ci fosse una spinta convergente, nel
rispetto dei ruoli che il corpo elettorale
vorrà assegnare, per affrontare realmente queste situazioni, stando al
largo dalle strumentalità e dalle speculazioni, per dare un miglioramento
effettivo alle condizioni di vita della
pa r t e p i ù c o n s i s t e n t e d e l l a
popolazione».
Il presidente della Cei ha sintetizzato
in un'espressione, «il problema della
spesa», l'emergenza delle emergenze italiane. E lo ha detto non in astratto, ma sulla base dell'esperienza
capillare della Chiesa italiana. «Non
possiamo tacere - ha detto - quello
che raccogliamo dalla voce diretta
della gente tra la quale e per la quale
noi, con i nostri sacerdoti, viviamo,
condividendo pure tensioni e sofferenze... le attese più urgenti e i problemi indilazionabili che la popolazione avverte con crescente disagio
e per i quali attende risposte credibili,
concrete e rapide». «Dobbiamo uscire dall'individualismo - esorta il card.
Bagnasco - dal pensare egoisticamente a se stessi e alla propria categoria nella dimenticanza di tutti gli
altri: ce la faremo se anche la politica
farà la sua parte».
«Occorre che il personale politico
questo lo tenga presente sempre,
abbandonando a sua volta una politica troppo politicizzata, per restituire
alla stessa uno spessore etico che
solo può fare da collante».
La Chiesa non influenzerà le prossime elezioni politiche. I vescovi italiani
non si schierano con nessun partito
o movimento politico, ma richiamano
i «valori fondamentali» della difesa
della vita umana, in tutte le sue fasi,
e della famiglia tradizionale.
I vescovi italiani auspicano che la
campagna elettorale sia «un occasione di crescita politica e morale»,
al di là dell'inevitabile «dialettica».
Occorre che il Paese prenda coscienza che «c'è uno zoccolo comune che
unisce tutti prima delle fisiologiche
d i v e r s i t à e d e l l e i n e v i ta b i l i
competizioni»,
In occasione dell'inaugurazione dell'Anno Accademico
di Ennio Bergantino
“Vittoria”, “abbiamo vinto”.
Queste sono le espressioni usate da
alcuni studenti e professori della
università di Roma alla notizia della
rinuncia del Papa a partecipare alla
inaugurazione dell’anno accademico.
Tutto questo in una prestigiosa università dal nome altisonante: “La
Sapienza”. …Di sapienza in questa
circostanza vi è rimasto solo il nome.
Questi personaggi, non si sono resi
conto di aver concesso al Papa una
grande vittoria morale, e di averne
rafforzato ulteriormente l’immagine.
Quando ero giovane studente di filosofia nella stessa università, un nos t r o s l o g a n e r a : “ V I E TATO
VIETARE”; tutti avevano il dirittodovere di intervenire.
La nostra Costituzione, nata dalla
Resistenza, garantisce a tutti la libertà di manifestare il proprio pensiero.
Il Papa, oltre che Papa è un professore, un intellettuale di grande prestigio, perché non sarebbe stato giusto invitarlo?
Nulla e nessuno vieta di avere idee
diverse da quella del Papa, se non
si condividono le si possono confutare. L’intolleranza, l’impedire la libertà di parola, l’arrogarsi il diritto di
decidere quale sia la verità, negare
il dialogo, sono elementi distintivi dei
regimi totalitari.
A quando il rogo dei libri?
È tutto triste, molto triste. Questi, il
laicismo non sanno neppure cosa
sia o dove stia di casa.
3
Notiziario Parrocchiale
Il libro del mese
di Raffaella Colagrossi
(...Per un Paese che non esiste più, per le
colonne dei deportati, per una famiglia morente
sotto il sole velenoso, per le tombe sconosciute
lungo le polverose strade e i sentieri
d'Anatolia...Ma anche per tutto ciò che scompare
con loro di vivo e odoroso, di fatica e di gioia,
di pena e di consolazione: l'anima del Paese).......
Antonia Arslan, riscopre la sua identità armena,
cura e raccoglie testimonianze dei sopravvissuti
e con il libro “La Masseria delle Allodole” (Rizzoli
Editore, 2004, 233 p. € 15,00) dà voce ad un
popolo vittima del primo genocidio del XX secolo
da parte dei turchi.
Vero e verosimile si mescolano egregiamente,
e da una autobiografia famigliare si arriva al
tragico affresco dell’olocausto armeno, attingendo dai ricordi di famiglia arriva a comporre un
romanzo storico.
“La Masseria delle Allodole” è la saga degli
Arslanian.
Il figlio maggiore Yerwant lascia l’Armenia da
ragazzo, studia a Venezia e diventa medico.
Sempad, il fratello più tranquillo e tradizionalista
resta al villaggio in Anatolia, facendo della sua
farmacia una finestra sull’occidente. La sua
numerosa famiglia incarna i valori e la cultura
del popolo armeno: l’ospitalità, l’intraprendenza
mercantile, la religiosità tollerante. Fra i due
fratelli un fitto rapporto epistolare finché Yerwant
decide di tornare in visita al suo paese e si
organizza per la partenza.
Sempad inizia il restauro della “Masseria delle
Allodole” per ospitare al meglio la famiglia in
visita dall’Italia. Commovente l’amore con cui
Sempad prepara l’accoglienza, l’ansia del conto
dei giorni che mancano all’arrivo della famiglia
ospite. Ma è la primavera del 1915, la grande
guerra incombe, le frontiere vengono chiuse, il
viaggio…inevitabilmente annullato. La Masseria,
centro della gioia del ritrovarsi, si trasforma nel
teatro del massacro, è proprio lì che tutti i maschi
della famiglia vengono uccisi.Tangibile l’angoscia
che attanaglia il fratello in Italia che non ha più
notizie e non saprà nulla fino alla fine della
guerra.
Le donne uniche sopravvissute vengono deportate con vecchi e bambini in una marcia estenuante, dopo inenarrabili violenze e privazioni,
il convoglio giunge ad Aleppo dove un altro
fratello di Yerwant organizza la fuga in Italia dei
quattro famigliari sopravvissuti.
Il fulcro di tutto il romanzo, si concentra su due
punti interessanti: il coraggio delle donne che,
sullo sfondo del deserto, tra atroci sofferenze,
umiliazioni e crudeltà, tentano di tenere unito
quel po’ che resta della famiglia in una solidarietà
senza parole fino al sacrificio estremo, e gli umili
mendicanti a cui è legata la salvezza dei pochi
sopravvissuti. In tutto il romanzo quest'ultimi
restano ai margini dei personaggi principali, ma
tanta parte avranno nell’epilogo. “Capiscono, i
mendicanti, che in un mondo senza Dio anche
il loro mestiere diventa difficile, e la carità rara”!
di Antonia Matozza
"Uomini e donne"
“Ricomincio da qui”...........
Canale 5, dal Lunedì al Venerdì Rai 2, dal Lunedì al Venerdì
ore 14,45.
ore 15,50
Uhm…vediamo, ci sono i
“tronisti”, che sono il fine, la meta,
di quanti si affannano nel tentativo
di farsi notare. Sono questi ultimi,
infatti, a decidere chi resta e chi
và. Si alternano fra loro, un giorno
le ragazze “corteggiano” i ragazzi;
il giorno dopo i ragazzi
”corteggiano” le ragazze. Ci sono
gli opinionisti che, credo, dovrebbero rappresentare l’imparzialità..!..
C’è un pubblico totalmente coinvolto che, al pari degli opinionisti,
è assolutamente indiscreto, invadente e petulante!
Guardo. Ascolto. Mi chiedo: Cosa
spinge questi “Uomini e donne”?
Sono carini, simpatici, non sembrano stupidi (i più non lo sono)
perchè “vendersi” così? Perché
voler essere vacui a tutti i costi?
Possibile che si sentano tanto
trasparenti, da trovare dignità solo
in video? Ascolto, e le immagini
mi dicono che queste persone
sono belle, famose e libere. Libere! Mi si dice che furbo è bello!
Se vuoi vincere è questo che devi
essere!! Mi si mette in testa che
essere educati è da perdenti! Si
fa l’equazione: educato = fesso!
Ho chiesto un po’ in giro e la risposta è stata: “E’ un
passatempo”! …Un passatempo?! Cioè, guardare questi che
si insultano e si maltrattano senza
un briciolo di sensibilità o un minimo di educazione: è un
passatempo… e pur sapendo che
ognuna delle persone in studio è
pagata, le lasciamo entrare nelle
nostre case, nel nostro cervello
e permettiamo che tutto questo
ci mangi la ragione. Quindi, se
ho capito bene, vogliamo essere
presi in giro, spegnere il cervello
e riempire il “buco” con tanto assurdo e assordante rumore!
E’ la televisione che decide chi
esiste e chi no?
Alda D’Eusanio è una signora, è
ironica, ascolta, domanda…Una
che il suo lavoro lo conosce e lo
domina, non né è dominata, insomma è una brava giornalista.
Non ha modi sguaiati, non rimesta
nel torbido…non invade. Prende
per mano i suoi ospiti e li accompagna, passo passo, mentre raccontano la loro storia. Solitamente
sono storie di dolore, di grandi
sofferenze, di sconfitte laceranti…
di battaglie affrontate e perse…di
battaglie a cui si è voltato le spalle
per fuggire…Per tutto questo si
rivolgono a lei, che con uno staff
di professionisti, cerca soluzioni,
contatta associazioni, medici, avvocati, tutto quanto insomma può
servire.
Questo programma ha radici comuni con quello (quelli) di Maria
De Filippi; vive delle lacrime di
chi partecipa, fa leva sul bisogno
di apparire. Dalla D’Eusanio, va
gente che ha patito grandi sofferenze, donne (ma anche uomini)
che per anni hanno sopportato
situazioni di sopraffazione, di maltrattamenti, senza sapere o poter
chiedere aiuto a nessuno…e poi
prendono coraggio davanti ad
una telecamera, confortati da perfetti sconosciuti, gentili certo, disponibili, senza dubbio, ma sconosciuti! Di nuovo mi chiedo:
Cosa spinge queste persone a
comporre quel numero telefonico
per poi mettere a nudo se stessi
davanti ad una telecamera? Mi
vedo in televisione, dunque esisto. Davvero è tutto qui? E’ questa
la TV di “servizio”?
Giudizio: Molto insufficiente!...... Giudizio: Quasi sufficiente!.........
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Notiziario Parrocchiale
GLI APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA SANTA
Domenica delle Palme:
Presso la Chiesa Madre:
Alle ore 10,15 benedizione delle palme in Largo Amedeo.
Alle ore 10,30 e 18,30 Santa Messa.
Presso il Convento dei Padri Cappuccini:
Alle ore 10,45 benedizione delle palme sul sagrato del Convento.
Alle ore 11,00 Santa Messa.
Mercoledì Santo:
Presso la Basilica Cattedrale di Lucera:
Alle ore 17,00 Messa Crismale presieduta da Sua Ecc. Mons. Domenico
Cornacchia, Vescovo di Lucera-Troia.
Giovedì Santo:
Presso la Chiesa Madre:
Alle ore 18,30 Messa in Caena Domini.
Adorazione Eucaristica all’altare della reposizione fino alle ore 24,00.
Presso il Convento dei Padri Cappuccini:
Alle ore 18,00 Messa in Caena Domini.
Adorazione Eucaristica all’altare della reposizione fino alle ore 24,00.
Venerdì Santo:
Presso la Chiesa Madre:
Alle ore 8,00 Lodi Mattutine e Ufficio delle Letture.
Dalle ore 9,00 alle ore 12,30 Confessioni.
Alle ore 15,30 Celebrazione della Passione del Signore; al termine della
Celebrazione processione delle statue del Cristo morto e della Madonna
Addolorata con contemporaneo rito della Via Crucis.
Sabato Santo:
Presso la Chiesa Madre:
Alle ore 8,00 Lodi Mattutine e Ufficio delle Letture.
Dalle ore 9,00 alle ore 12,30 e dalle ore 16,30 alle ore 20,00 Confessioni.
Alle ore 22,30 Veglia Pasquale.
Presso il Convento dei Padri Cappuccini:
Alle ore 8,00 Lodi Mattutine e Ufficio delle Letture.
Alle ore 23,15 Veglia Pasquale.
Domenica di Pasqua:
Presso la Chiesa Madre:
Alle ore 10,30 e alle ore 18,30 Santa Messa;
Presso il Convento dei Padri Cappuccini:
Alle ore 11,00 Santa Messa.
Alle ore 17,00 processione della Statua della Madonna di Giosafat dal
Convento dei Padri Cappuccini alla Chiesa Madre.
Lunedì dell’Angelo:
Alle ore 17,00 processione delle Statue del Cristo Risorto e della Madonna
di Giosafat. Santa Messa presso il Convento. Al termine della Santa
Messa, ritorno della Statua del Cristo Risorto nella Chiesa Madre.
x 1000
Anche quest'anno abbiamo bisogno di una mano. Sulla prossima dichiarazione dei redditi,
scegli di destinare il 5/mille alla
Comunità delle Piccole Ancelle
del Cuore Immacolato di Maria
scrivendo
91014920713
ADORAZIONE
EUCARISTICA
Tutti i giorni
(escluso la domenica
e i giorni festivi)
dalle 11 alle 12
Presso la
Chiesa Parrocchiale
SANTO
ROSARIO
COMPLETO
Tutti i giorni
alle ore 20,00
presso la
Chiesa Parrocchiale
Notiziario Parrocchiale
REDAZIONE
Parrocchia
San Nicola di Mira
Via Municipio, 1
E-Mail:
[email protected]
c.c.p. N° 16831711
Tel. 0881/556088
71030 San Marco la Catola (Fg)
HANNO COLLABORATO
Raffaella Colagrossi
Antonia Matozza
Ennio Berantino
STAMPA
Grafiche Catapano Lucera
IMPAGINAZIONE
Segreteria Parrocchiale
ANNO VIII
NUMERO 03/2008
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