[327] - 329 GIUSEPPE SILVIO TONINI Quanti conobbero SILVIO TONINI, od ebbero la fortuna di essergli collaboratori o discepoli non possono a meno di far a meno di rammentare quali furono i Suoi meriti, le Sue opere, le Sue Virtù, né possono aver dimenticato quale Uomo integerrimo, leale e gradito ad ognuno Egli fosse. Perciò ricordando i fatti più salienti della Sua vita attivissima non faccio che ripetere quanto a molti è già noto; ed accennando alle Sue opere rievoco cognizioni care a chi lo ebbe maestro, ed ormai patrimonio di tutti i cultori della psichiatria. Giuseppe Silvio Tonini nacque a Modena il 26 aprile 1858; compì i primi studi nella Sua città, e in quell'Ateneo conseguì la laurea in medicina e chirurgia il 6 luglio 1883. Appena laureato non ebbe titubanza sulla via da seguire, ed abbracciò immediatamente quella disciplina che doveva continuare senza pentimenti fino alla dignità più elevata. Fu assistente da prima nell'ospedale psichiatrico di Ferrara, indi nel manicomio della Congregazione di Carità di Imola. Nel dicembre 1884 vinse per concorso il posto di Direttore nel manicomio di Catanzaro in Girifalco, che fu poi da Lui ricostruito. Da Girifalco fece ritorno ad Imola nel manicomio dell'Osservanza, e nell'anno 1890 conseguì la libera docenza. Andò allora a dirigere il manicomio di Mezzo Monreale in Sicilia ove rimase per cinque anni, finché il 1° aprile 1895 gli fu affidato l'incarico dell'insegnamento della psichiatria nella R. Università di Cagliari. Nominato quell'anno stesso straordinario per concorso nella medesima Università, ebbe dopo quattro anni 1' incarico della psichiatria nello Ateneo di Messina ove divenne ordinario con R. D. 20 luglio 1904. Non a lungo però Egli rimase in quell'Università siciliana, perché dopo un anno e precisamente il 14 dicembre 1905 fu chiamato alla Cattedra di psichiatria dell'Ateneo Bolognese che lo ebbe fra i Suoi più amali Maestri fino a pochi mesi della Sua fine. Del Tonini ci restano scritti di molto rilievo. Nel 1884 pubblicò insieme all'Amadei una monografia intitolata «La paranoia e le sue forme», per i tipi dei Fratelli Rechiedei di Milano, lavoro pubblicato inoltre in due fascicoli dell'«Archivio Italiano per le malattie nervose e mentali». In quest'opera è analizzato il processo di evoluzione storica del concetto di paranoia, e alla discussione critica delle varie classificazioni fino allora dai diversi Autori proposte, fa seguito una classificazione originale fondata su di elementi più pratici che teorici, scaturita dall'osservazione diretta degli ammalati, di cui sono riportati numerosi ed interessanti testi mentali. Le Epilessie furono il tema della Sua tesi di libera docenza (1890); ma l'argomento vasto ed interessante lo tentò ancora e il fruito dei Suoi studi ulteriori fu raccolto in un libro apparso l'anno dopo e intitolato «Le Epilessie in rapporto alla degenerazione» (Fratelli Bocca, Torino, 1891). Mentre nella prima di queste due opere venivano studiati principalmente i fenomeni di assimetria presentati dagli epilettici, con richiami fatti da Lui pel primo sull'ineguale sviluppo muscolare ai due lati del corpo, sulle disuguaglianze di temperatura e su d'altri sintomi organici; nella seconda opera viene svolto il concetto di degenerazione psichica, la patogenesi di questa, le sue forme, i suoi caratteri obbiettivi, e da ultimo la sua profilassi. L'A., favorevole al concetto unitario delle epilessie che è quello che ancor oggi detiene il primato dei consensi, espone una abbondante casistica, e tratta della sintomatologia speciale degli epilettici, nonché della loro antropologia e psicologia. Notevole inoltre il capitolo sulla anatomia patologica di questa forma, e quello sull'etiologia e patogenesi nel quale è sostenuta con ricca documentazione statistica la teoria eredo-degenerativa. Ma dove più viva e brillante rifulge 1' ampia e multiforme cultura del Tonini è nel libro «Psicologia della civiltà Egizia» edito a Torino dai Fratelli Bocca nell'anno 1906. Questo libro è il frutto delle osservazioni e degli studi fatti durante un suo viaggio in Egitto (1904). Il volume di 500 pag., ricco di illustrazioni (un centinaio) e di tavole, è di lettura piacevolissima ed istruttiva ad un tempo. Precede una parte generale sulla storia dell'antico Egitto, sulla religione, i miti, le superstizioni, la psicologia, gli usi e i costumi degli egiziani. Poi la descrizione dei luoghi che è tracciata con spirito di acuto osservatore non disgiunto da un impressionismo pittorico. Segue la parte speciale dedicata all'antropologia e all'etnografia, ove allo storico ed al turista succede il più obbiettivo scienziato. In collaborazione con l'Amadei il Tonini ci diede poi la versione del «Trattato clinico pratico delle malattie mentali» del Kraft-Ebing (Torino, Fratelli Bocca, vol. 2, 1885-86); e tradusse inoltre la «Breve guida allo studio della psichiatria» del dott. A. Koch. Collaborò al capitolo sull'«Isterismo» pel trattato italiano di patologia e terapia medica, diretto dal Maragliano (vol. 2°), e pubblicò molte altre interessanti memorie e lavori sui più varii argomenti, come la pellagra, la demenza precoce, ecc. Il Rivari ricorda che oltre alla parte più strettamente scolastica della Sua materia Egli fu solito anno per anno di illustrare diffusamente alcuni speciali argomenti quali: il problema anatomo-patologico delle malattie mentali, il concetto clinico dell' infantilismo, lo sviluppo storico della psichiatria, la struttura e la proprietà degli elementi nervosi, le afasie, la psico-fisica, la psico-fisiologia, la antropologia generale con spedale riguardo alla psichiatria, il mendelismo, e così via fino alle più recenti lezioni sulla dottrina del Freud, e sulla encefalite letargica. Chi fu suo allievo ricorda quanto mai arguto e incisivo Egli fosse nell'analizzare e nell' interpretare le risposte degli alienati e quali acute osservazioni psicologiche scaturissero dalla Sua mente. Animava così la scuola del Suo spirito vivacissimo e della Sua verve bonaria. Aveva da pochi mesi lasciato l'insegnamento, quando si spense in Milano il 10 luglio 1928. Egli rimarrà vivo nel ricordo di lutti coloro che lo conobbero e lo amarono Bologna, novembre 1928 - anno VII.