SPETTACOLI L’ECO DI BERGAMO VENERDÌ 26 GENNAIO 2007 35 Musica popolare e solidarietà al Donizetti Stasera Carlo Pastori e «La Signora stracciona» in scena per Avsi e Associazione Sant’Agostino Canti e musiche della tradizione popolare europea per dare voce e visibilità alla campagna Tende 2006-2007 di Avsi. Questa sera torna al teatro Donizetti la quinta edizione dei concerti «La mia Terra», l’appuntamento di musica e solidarietà organizzato dall’Associazione volontari per il servizio internazionale di Bergamo e dall’Associazione Sant’Agostino in collaborazione con il Comune di Bergamo e con il patrocinio della Provincia e della Regione. Dopo i canti del Coro della Sat, formazione d’eccellenza a livello mondiale di origine trentina, quest’anno «La mia Terra» propone «La Signora stracciona», un gruppo nato nel 1975, sciolto e ricostituito varie volte. Questa sera, grazie a Carlo Pastori, il gruppo, formato da musicisti di diversissima esperienza ed estrazione, torna ad esibirsi sul palcoscenico del Donizetti per sensibilizzare i cittadini bergamaschi nei confronti dei progetti umanitari promossi da Avsi. Organizzazione non governativa senza scopo di lucro, l’Avsi è nata nel 1972 ed è impegnata con circa 100 progetti di cooperazione allo sviluppo in 40 Paesi del mondo. In particolare il concerto di questa sera intende raccogliere fondi per sostenere la campagna Tende 2006-2007, cinque progetti di sviluppo, formazione e sostegno alla maternità avviati in Libano, Terrasanta, Kosovo, Nord Uganda e Perù. «La carità sarà sempre necessaria, anche nella società più giusta», con questo richiamo alle affermazioni fatte da Benedetto XVI nella sua enciclica Deus Caritas Est, Avsi continua il suo impegno affinché ci sia tra i Paesi un rapporto sussidiario che permetta un reale sviluppo e non una sorta di nuova colonizzazione. Per sottolineare proprio questa comunione tra i popoli la scelta di Avsi è stata dunque quella di proporre per il concerto di questa sera la musica che maggiormente esprime l’anima di un popolo, la musica popolare. «La nostra musica – ha dichiarato Carlo Pastori, attore comico e fisarmonicista di Zelig e Colora- do Cafè, attualmente impegnato nel Musicomedians tour con Flavio Oreglio – nasce dalla rivisitazione del canto popolare di ricerca con una forte componente rock. Con le nostre canzoni vogliamo creare un clima di festa sull’aia dove il pubblico si sente coinvolto e condivide con noi la gioia di far musica». La ricerca di musiche popolari italiane ed europee, il gusto per una proposta di chiara identità culturale, il piacere di suonare insieme, all’interno di un progetto di fusione di sonorità ed arrangiamenti che spaziano dal rock al jazz, al modo di suonare delle improvvisate orchestre contadine, hanno fatto della Signora stracciona uno dei gruppi più interessanti ed originali nel panorama della musica popolare degli anni ’80. Questa sera sul palco del Donizetti la nuova formazione del gruppo si esibisce per la prima volta dopo anni di inattività: «L’idea di ricostituire il gruppo – ha spiegato Pastori che ha sempre fatto parte insieme a Maria Consigli, voce, e Marcello Colò, batteria, delle diverse formazioni nate dopo la prima esperienza del ’75 – mi è stata suggerita da Gabriele Allevi, amico e direttore del Centro Rezzara e del festival teatrale "DeSidera", proprio perché voleva che per questa edizione di “La mia Terra” proponesse il gusto di cantare insieme le canzoni della musica popolare. La prima formazione del nostro gruppo, tra l’altro, è nata proprio così, da un gruppo di amici appassionati di canto popolare italiano di ricerca. Attenzione però, non siamo dei puristi, raccontiamo la tradizione facendola nostra». «"La Signora stracciona" – ha sottolineato Pastori – è come l’araba fenice, risorge dalle sue ceneri sempre più bella. Così ci siamo ritrovati, vecchi e nuovi compagni di ventura, con un’intesa e unione ancora più forte di quella che avevamo tanti anni fa. Così, dopo lo scioglimento avvenuto nel 1985, il gruppo si ripropone in una formazione quasi integralmente originale, fatta eccezione per il bassista, Giovanni Scarpanti, "sostituto" di Stefano Dall’Ora nel concerto di questa sera, e per il polistrumentista Francesco Di Chiara. La scaletta della serata sarà composta da una prima parte in cui il gruppo riproporrà i brani del suo repertorio e da un secondo momento di grande coinvolgimento in cui tutto il pubblico sarà invitato a partecipare al canto o all’accompagnamento ritmico». L’inizio dello spettacolo è alle 21, per informazioni e prenotazioni è possibile telefonare allo 035-226741. Carlo Pastori stasera sarà al Teatro Donizetti con il gruppo «La Signora stracciona» AD AZZANO C’È PROTRUDI ALLO ZERO MUSIC CLUB Sono passati più di vent’anni da quando Rudi Protrudi venne in tour in Italia con i suoi Fuzztones e fu protagonista di una leggendaria esibizione al Motion di Madone. Oggi i Fuzztones non esistono più; anzi,in realtà durarono poco,ma lasciarono un segno profondo nella storia del garage rock americano,tanto che il nuovo tour in arrivo in questi giorni in Italia e stasera nella nostra provincia vede il performer nato in Pennsylvania e cresciuto artisticamente a New York accolto come una vera e propria leggenda. Questa volta ad ospitarlo sarà lo Zero Music Club di Azzano San «Lysergic emanations» costituiscono la discografia dei Fuzztones,separatisi nel 1985 all’apice della loro popolarità. Un tentativo di reunion venne effettuato due anni più tardi con nuova formazione incidendo ancora un mini e un lp. Al fianco di Rudi Protrudi troviamo oggi Lana Loveland & the Sextress. Il concerto di Azzano sarà preceduto, alle ore 22, dall’esibizione dei bergamaschi Fiub, autori dell’album «Ciubirismeicheuan» su etichetta Jestrai; il biglietto di 10 euro comprende la prima consumazione. Diego Ancordi Paolo. Protrudi iniziò la sua carriera a New York nel 1976 fondando i Tina Peel insieme alla tastierista Deb O’Nair. Alla fine del 1980 il gruppo cambiò il nome in Fabulous Fuzztones prima e in Fuzztones. La leggenda fa risalire la nascita dei Fuzztones a un concerto tenuto il 30 aprile 1983 al Metron di Harrisburg,la città natale di Protrudi; oltre ai due fondatori,in formazione c’erano Michael Jay,Elan Portnoy e l’ex Drive-Ins Ira Elliott. Un mini lp live,un altro mini live,oltre a un album pure registrato dal vivo durante il tour europeo, un’antologia e un solo disco in studio intitolato Tiziana Sallese «Don Chisciotte», la scommessa di Marzocca L’attore romano sarà in scena domani sera al Creberg Teatro nel ruolo di Sancho Panza accanto a Paolo Migone Oltre il cabaret, con i ni diverse dal solito, proIN BREVE lo spettacolo mezzi del cabaret. Tra gli porci in una veste differenIL JAZZ CLUB RIPARTE DAL TANGO Il Jazz club Bergamo dà appuntamento agli appassionati questa sera per presentare l’attività sociale dei prossimi mesi,e lo fa abbinando alla illustrazione del proprio cartellone di attività l’esibizione di un duo d’indubbia qualità. Tornano infatti a Bergamo Fausto Beccalossi,fisarmonicista,e Oscar Delbarba,pianista,entrambi convincenti fautori di una via jazzistica al tango e già più volte meritatamente apprezzati dal pubblico bergamasco per il rigore appassionato della loro proposta. Beccalossi,diplomatosi a Brescia,è stato scoperto da Rava e ha collaborato,oltre che con i bergamaschi Trovesi e Bombardieri,con il Gramelot ensemble di Simone Guiducci. Anche Del Barba ha studiato e si è diplomato al conservatorio di Brescia,frequentando poi diversi generi musicali e segnalandosi per l’intensa attività di arrangiatore e compositore, lavorando tanto al fianco di un popolare cantautore qual è Francesco Guccini quanto con solisti jazz di vaglia,da Markus Stockhausen a Javier Girotto,da Ares Tavolazzi a Ralph Alessi. La loro performance,ospitata nella sede operativa del club,il Caffè Bergamo di via Borfuro 6,intitolata Homenaje Cordoba,è un tributo al genio compositivo di Astor Piazzolla. In apertura di serata,alle ore 21,il brindisi benaugurale del club giunto al quarto anno di attività. spunti che la stagione del Creberg Teatro Bergamo offre, c’è anche questo: una panoramica su una tendenza che accomuna molti attori cresciuti nel cabaret e resi famosi dalle sue diramazioni e proiezioni televisive. Lo spettacolo di domani sera al palatenda di via Pizzo della Presolana (ore 21) giunge a proposito: il Don Chisciotte di Paolo Migone, anche interprete con Marco Marzocca, rappresenta proprio il tentativo di tornare a un forma di teatro comico a tutto tondo, nelle dimensioni e con le ambizioni che la notorietà ottenuta consente di avere. Non è una fuga dal cabaret. È piuttosto il riposizionamento di un gruppo di attori che, altrimenti, rischiano di restare intrappolati in un cliché, ed è un aggiustamento anche inevitabile, nel momento in cui si passa dai locali al teatro. Per qualcuno – come Migone – è anche il ritorno a una vocazione originaria per la scena. Per altri – come Marzocca, che ha sempre variato la propria attività passando dal cabaret dal vivo alla tv, dal comico alla fiction – è la prosecuzione di una linea di lavoro. Per questo l’abbiamo intervistato. Da qualche stagione i cabarettisti strizzano l’occhio UNA COPPIA INEDITA Marco Marzocca e Paolo Migone al teatro, con vari risultati. Vi ribellate al cliché televisivo o è un passaggio generazionale? «Niente di così impegnativo, almeno per me. Questo Don Chisciotte è una nostra scommessa: divertire il pubblico dando allo spettacolo un sia pur minimo sfondo culturale. Fare cabaret in tv è anche divertente, personalmente mi sono sempre trovato benissimo, ma ti costringe comunque ad essere superficiale. D’altra parte, ci chiedono sempre di rifare i nostri personaggi: il filippino per me e l’occhio nero per lui. Qui è diverso. Il sogno è che la gente esca dal teatro dicendo: "Non ci hanno fatto i loro personaggi, ma ci siamo divertiti lo stesso". È una scommessa che desideravamo fare, anche dal punto di vista economico, visto che partecipiamo alla produzione al 75%». Eppure sempre più cabarettisti si rivolgono al teatro con progetti diversi dai soliti recital. Siete arrivati a un punto di saturazione? «Difficile fare discorsi per tutti. Per me posso dire che ho sempre fatto con molto piacere i miei recital Un progetto accarezzato a lungo e finalmente realizzato. Questo «Don Chisciotte», sia pure «Senza esagerare» come recita il sottotitolo, era nella testa di Paolo Migone da anni. Ora è sulla scena, con il comico livornese nei panni dello stralunato hidalgo della Mancia e il romano Marco Marzocca in quelli di Sancho Panza. Francesca Censi è tutto il resto: amici e nemici, presenze reali o immaginarie. La regia è di Laura Cantarelli. Producono Bananas e Sosia&Pistoia. Due i punti salienti di questa produzione, da verificare alla visione. Uno è il rapporto con il romanzo di Cervantes: la drammaturgia cerca di catturarne alcuni umori, focalizzandosi sulla coppia dei protagonisti. Il secondo è l’inedita coppia d’attori. Migone viene dal teatro comico e dal mimo (ha studiato con Yves Lebreton, vinse nell’87 il Premio Scenario con «Manteniamo la calma»), prima di raggiungere il grande pubblico con «Zelig». Marzocca è un cabarettista che ama svariare: l’Ambra Jovinelli di Roma, le collaborazioni con Corrado Guzzanti e Serena Dandini, la fiction «Distretto di polizia» (nel ruolo di Ugo Lombardi). Tutti e due cercano uno spazio diverso, in teatro. Questo è il risultato. Inizio 21, euro 25/15. Prevendita presso Teatro Donizetti, Elle World di Porta Nuova, Box Office di viale Giulio Cesare, circuito TicketOne. Info: www.crebergteatro.it, tel. 199-177199. con i personaggi della tv e altri proposti dal vivo, e credo che continuerò a farli anche in futuro. Solo, mi stimola l’idea di provare a toccare altre corde del mio mestiere, e il piccolo brivido di proporsi in questo modo diverso al pubblico mi solletica e gratifica. Credo che un discorso simile valga anche per Paolo, visto come ci siamo incontrati su questo progetto. Per gli altri non so, anche se penso che, al di là delle motivazioni strettamente personali, non ci sia attore che non desideri mettersi alla prova». Volendo cambiare pelle, «Don Chisciotte» è una scelta molto impegnativa. «Cambiare pelle è troppo, e non sarebbe neppure giusto. Questo spettacolo reca la nostra impronta ed è uno spettacolo comico e, credo, molto divertente. Semplicemente, abbiamo inteso dare alla comicità una dimensione non puramente d’intrattenimento. E abbiamo voluto riservarci il piacere, la curiosità e anche il rischio di lavorare in maniera diversa. Questo è il punto: variare, mettersi alla prova in contesti e situazio- te. Il che non vuol dire abbandonare, o peggio rinnegare, quello che abbiamo fatto e continuiamo a fare». Che «Don Chisciotte» dobbiamo aspettarci? «Non certo un adattamento fedele della trama del romanzo. Abbiamo concentrato l’attenzione sui due personaggi principali e sul loro rapporto, che simboleggia le dinamiche di una qualsiasi coppia, ma anche e soprattutto il dualismo che è in ciascuno di noi: Chisciotte rappresenta la parte visionaria e sognatrice, Sancho Panza la parte concreta, che peraltro si lascia tentare e contaminare dalla pazzia del primo». Fra televisione e teatro, come si trova? «Sono due dimensioni diverse, con i loro pro e contro. Di certo per un attore l’esperienza dello spettacolo dal vivo è irrinunciabile. Per quanto mi riguarda, poi, questo Don Chisciotte soddisfa il mio desiderio di crearmi una credibilità anche agli occhi del pubblico teatrale, che è diverso non solo da quello della televisione o del cinema, ma anche da quello del cabaret, che si svolge prevalentemente nei locali e, in ogni caso, segue modalità diverse». Baglioni Bis a Treviglio Nuova data per Claudio Baglioni al Palasport di Treviglio. Al concerto già in programma per domenica 11 febbraio si aggiunge quello di lunedì 12 febbraio, sempre al Palasport di Treviglio, ore 21. I biglietti per la seconda data sono in vendita già da ieri nelle consuete prevendite di città e provincia. Ricordo di Maria Carta A cura del Circolo culturale sardo «Maria Carta» e col patrocinio dell’assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo, domani, ore 18, nell’ex sala consiliare del Comune (via Tasso 4) sarà presentato «Nottes de incantu - Maria Carta: una voce sarda per il mondo». Il cd raccoglie brani dal vivo della compianta cantante. In programma la proiezione di vecchi filmati, foto inedite e l’ascolto di brani del cd. Relatori Luigi Cataldi («I misteri della maternità. Maria Carta madre»), David Mancini («Mia madre Maria Carta»), Gavino Maieli («Maria Carta: una voce sarda per il mondo»); interverranno Enrico Fusi, Luciana Gattinoni; moderatore Giacomo Bassi. Pier Giorgio Nosari La pianista Angiolina Sensale, con brio, piglio e brillante disinvoltura, ha trasformato il pomeriggio musicale in un avvincente concerto-conferenza Treviglio: due bis per un recital lirico nel solco della tradizione SERIATE: SOLO IN DIECI PER LA SPAAK cato,perché le possibilità ci sono tutte. C’è la materia: l’anima di un’artista che ha vissuto intensamente ogni atto,che ha cercato e cantato l’amore come è meglio dei poeti,che portava con sé il romanticismo dei bassifondi parigini, ma anche le cicatrici del loro squallore e della loro miseria. E ci sono i mezzi: una Spaak dalla recitazione fin troppo sobria, ma perfettamente aderente alla storia che vuole raccontare; l’esecuzione dal vivo di Matteo Cremolini; le immagini curate da Pierluigi Iviscori. Tutto questo potrebbe andare oltre la galleria degli uomini che hanno riempito o variamente aggredito la vita della Piaf (Montand, Aznavour, Cerdan, Moustaki, Pills, Theo Sarapo) o la mera ricostruzione di una biografia. Potrebbe,e a tratti succede: per esempio quando la Spaak scioglie la voce in una canzone,o quando la voce narrante le si accende abbastanza da infrangere il fin troppo ordinato copione dello spettacolo. P. G. N. natasi successivamente sua voce morbida e corpocon Piero Rattalino, si è sa, specialmente nel reperspecializzata nella veste di torio buffo, divertendo e ripianista accompagnatrice scuotendo ripetuti consene, in tale ruolo, si è distin- si, da parte del pubblico, ta per aver assecondato ed nelle arie rossiniane Miei accompagnato con verve e, rampolli femminini dalla al contempo, con garbo i Cenerentola e A un bel diversi candottor della tanti. Samia sorte pientemendal BarbieOttima la prova del te ha sapure. Di tutto baritono Eugenio to catturare rispetto anLeggiadri-Gallani, di che il saggio l’attenzione degli ascoltutto rispetto il tenore del tenore tatori narMauro PaMauro Pagano, rando, in gano, che dignitosa il soprano forma anedha avuto codotica, le vime mentoSusie Georgiadis cissitudini, i re, agli inizi fiaschi e le della sua curiosità che hanno con- carriera, il celebre baritotraddistinto la storia delle no genovese ultra-novanopere da cui sono state tenne Giuseppe Taddei. tratte le singole arie pre- Con elegante gestualità ed senti nel programma. Otti- atteggiamenti spiccatama la prova del baritono mente teatrali, il tenore ha Eugenio Leggiadri-Gallani, fatto sfoggio di un mestieche ha ben figurato, con la re e di una caratterizzazio- ne tipici del repertorio da lui ripercorso, sia nelle vesti di Caravadossi in E lucean le stelle, quanto nelle vesti di Andrea Chenier nell’Intermezzo e, per finire, in quelle di Canio nella struggente Vesti la giubba da I pagliacci di Leoncavallo, al termine della quale ha strappato una lunga ovazione al pubblico. Dignitosa l’esibizione del soprano Susie Georgiadis, dalla quale tuttavia ci si aspettava una prova più vibrante e maggiormente emotiva, visti i ruoli drammatici e fondamentali a lei destinati come Tosca in Vissi d’arte e Madama Butterfly in Un bel dì vedremo. Il concerto si è concluso con due celebri bis per deliziare gli spettatori, che hanno manifestato il loro consenso entusiasta con ripetuti applausi. Stefano Cortesi 373716_7 Il mito inossidabile di Edith Piaf (1915-1963), la più grande cantante francese del ’900. Questa è la sostanza di «Storie parallele», la lettura teatrale di e con Catherine Spaak (nella foto) andata in scena a Seriate, in un cineteatro Gavazzeni sfortunatamente deserto (poco più di 10 spettatori). Sfortunatamente, sì. Non solo per lo spettacolo: la prova della Spaak è appassionata, anche se non troppo avvincente sul piano drammaturgico e fin troppo asciutta sul piano della recitazione. Ma erano la storia e la voce della Piaf a meritare qualcosa (e qualcuno) di più,perché è la storia straordinaria di una vita straordinaria, vissuta senza rimpianti come nella celebre canzone. Di quella vita, «Storie parallele» è la cronaca fedele. Questo è il suo merito, questo è il suo limite: solo a tratti si ha l’impressione che il racconto (punteggiato da testi,canzoni,foto e filmati) si faccia evocazione della donna, della sua opera, del suo tempo. Solo a tratti, in altre parole,la cronaca si fa interpretazione: è un pec- Dopo il singolare esordio dedicato alla musica tzigana, il secondo appuntamento della «Stagione di Musica», svoltosi domenica al Teatro Filodrammatici di Treviglio, ha segnato una tappa nel solco della tradizione proponendo un recital lirico nel senso più comune del termine. Tradizionale tanto nella scelta del repertorio, esclusivamente dedicato al «bel canto» e al melodramma italiano, quanto nella scelta degli esecutori, che hanno manifestato qualità canore rispettabili e dignitose. Trascinatrice del recital è stata tuttavia Angiolina Sensale che, con brio, piglio e brillante disinvoltura, ha trasformato il pomeriggio musicale in un’avvincente concerto-conferenza. Diplomatasi brillantemente al Conservatorio «Verdi» di Milano e perfezio- Questa sera vi aspettiamo per una grande serata di ballo e musica con l’orchestra MIKY FERRARA Domani sera orchestra DON MIKO URGNANO (BG) STATALE PER CREMA TEL. 035/89.30.53 364733_6 RICKY RENNA