Le istituzioni politiche
dell’antico regime
Cosa sono le «istituzioni politiche»?
 Trovare
l’essenza del potere: ciò che è
istituito e ciò che è naturale in piena età
moderna la famiglia è una istituzione di
carattere politico, pubblico
 Dall’assetto «naturale» a quello «posto»
 Stato, stati e istituzioni
Come è fatto lo Stato: una struttura plurale
 Una
pluralità di centri politici
 Amicizie, inimicizie e… identità
 Uno Stato «mosaico»
 Che cosa è una Costituzione?
❖Norma emanata
dall’imperatore (nell’impero
romano e in seguito)
❖Carta costituzionale
❖Assetto del processo di governo e delle relazioni
tra i diversi poteri e soggetti agenti sul territorio 
miriade di contratti di signoria
Tra potere e diritto
 Il
primo dei giudici: mediazione ed equilibrio
 Henri di Bracton (XIII sec.): apparente
contraddizione del pensiero costituzionale
 Fare il diritto e dire il diritto: i vincoli del
sovrano
 «Quod omnes tangit, ab omnibus audiri et
approbari debet»
Stato e Stati: le assemblee rappresentative
 La
pluralità del potere
 In
Inghilterra: il Parlamento più forte
❖
Il King in Parliament
❖Bill
 Divisi
of Rights (1689)
e deboli: i ceti
 «Il»
Parlamento o «i» Parlamenti?
 Lo
Stato misto
Stato e Stati: le assemblee rappresentative
La «pubblica amministrazione»
 Ufficiali,
giudici, commissari
 Assenza
di funzione amministrativa tipizzata
 Venalità
delle cariche
 Mentalità
 Per
giuricentrica
chi lavorano i «magistrati»?
Il governo dello Stato
 Un
nuovo ruolo per il re: forza esterna,
ordine interno
 Il declino dei parlamenti
 Tra centro e periferia
 I diritti degli inglesi: da governo misto a
governo bilanciato
La Regina Margot (1994)
Metamorfosi dello Stato
 La
nascita delle istituzioni: un mondo «artificiale»
 Leggi «immutabili» e leggi «arbitrarie»
 L’ordine e la classe
 Un mondo completamente nuovo
 «un ordine plurale della convivenza attraverso
strumenti rispettosi dell’individualità di ogni
membro»
Henry di Bracton (XIII sec.)
 Il
re agisce «secondo la lex regia che è stata
fatta riguardo alla sua autorità »
 «Né i giudici né le persone private possono o
devono discutere intorno agli editti o agli atti
del re»
 «Nessuno può giudicare un editto o un atto
regale, fino ad annullare l’atto stesso del re»
Il Parlamento di Parigi

“La corte, a camere riunite […] dichiara che la Francia è una monarchia
governata dal Re secondo le leggi. Che queste leggi, molte delle quali
fondamentali, riguardano il diritto della casa regnante al trono […] il
diritto della nazione di concedere liberamente sussidi tramite gli Stati
generali […] l’inamovibilità dei magistrati; il diritto delle corti di verificare
in ogni provincia le volontà del re e di disporne la registrazione solo se
conformi alle leggi costitutive della provincia e al diritto fondamentale
dello Stato […] Dichiara che nessuno dei membri che compongono
questa corte deve, né intende, autorizzare con la propria condotta la
minima innovazione su tale materia […]. E nel caso che questa corte fosse
dispersa con la forza e ridotta all’impotenza […] dichiara di consegnare fin
d’ora il deposito inviolabile della legge fra le mani del Re […] degli Stati
generali e di ciascuno degli ordini sia riuniti sia separati che formano la
nazione.” - Dichiarazione del 3 maggio 1788
Bill of Rights (1689)
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Non si tratta di una richiesta presentata al sovrano, bensì di una
autonoma affermazione di diritto. Non a caso, il nome completo è
«Atto che dichiara i diritti e le libertà dei sudditi, e che dispone sulla
Successione della Corona»
1. che il preteso potere di sospendere le leggi o l’esecuzione delle leggi, in forza
dell’autorità regia, senza il consenso del Parlamento, è illegale;
4. che levare tributi per la Corona o per il suo uso, su pretesa di prerogativa,
senza la concessione del Parlamento, per un tempo più prolungato o in un modo
diverso da quello che è stato o sarà stato concesso, è illegale;
8. che le elezioni dei membri del Parlamento debbono essere libere;
9. che la libertà di parola e di dibattiti o procedura in Parlamento non possono
esser poste sotto accusa o in questione in qualsiasi corte o in qualsiasi sede fuori
dal Parlamento
Il dibattito del 20 febbraio 1784
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“Se questa Camera ha i mezzi di rifiutare la nomina dei ministri, voi trasferite il
potere esecutivo nel suo seno” - Pitt il Giovane
“ Sua Maestà ha incontestabilmente il potere di scegliere i suoi ministri come la
Camera dei Comuni ha quello di rifiutare i crediti. Ma se sua Maestà prendesse al
suo servizio ogni uomo o gruppo di uomini che fosse in accordo col suo favore,
senza alcuna considerazione sull’effetto che tali nomine potrebbero avere sul
pubblico, la Camera non potrebbe non trattenere così giustamente il denaro
pubblico” – Charles James Fox
“Che una dichiarazione da parte della Camera di disapprovazione di ministri di sua
Maestà dovrebbe, ipso facto, in ogni istanza, obbligare e costringere il Sovrano a
revocare tali ministri, o obbligarli a dimettersi, era un punto che non avrei ammesso
mai e non avrei permesso mai. Un tale atteggiamento di disapprovazione mette
sicuramente i ministri in situazioni imbarazzanti e spiacevoli; ma che li avrebbe
obbligati a ritirarsi […] era una dottrina incostituzionale, ostile alla prerogativa della
Corona, e all’equilibrio di potere da cui l’eccellenza del nostro governo dipende” Pitt il Giovane