Capitolo 8 Interazione debole La teoria di Fermi del decadimento β nucleare è modellata sulla interazione elettromagnetica. Consideriamo lo scattering elettrone-protone. La hamiltoniana classica ha la forma corrente⊗corrente. Al limite quasi statico: " # Z 0) 0) ~ ~ ρ (~ r )ρ (~ r j (~ r ) · j (~ r 1 p e p e 0 Hem = d3 rd3 r0 − 2 |~r − ~r0 | c |~r − ~r0 | nel sistema di unità di Gauss. In notazione quadridimensionale la parentesi quadrata nell’espressione dell’hamiltoniana è il prodotto scalare delle quadricorrenti jpα = (cρp , ~jp ) e jeα = (cρe , ~je ) diviso per c2 : 0 Hem 1 = 2 c Z d3 rd3 r0 jp (~r) · je (~r0 ) |~r − ~r0 | da cui il termine ’interazione corrente-corrente’. Nel caso nucleare il termine spaziale è trascurabile perchè le velocità sono piccole rispetto a c (per la parte convettiva di ~jp vale la relazione ~jp = ~vp ρp ) e ci si può limitare al termine coulombiano di interazione ρp · ρe , che per particelle puntiformi (ρp (~r) = eδ 3 (~r − ~rp ), ρe (~r) = −eδ 3 (~r − ~re )) dà: e2 0 Hem =− |~rp − ~re | Nel passaggio alla meccanica quantistica non relativistica, che vale per il protone alle energie tipiche della fisica nucleare (E 1GeV ) ma non per l’elettrone, ρp (~r) diventa l’operatore ρ̂p (~r) di cui bisogna calcolare l’elemento di matrice tra lo stato iniziale ψα (~rp ) del protone e lo stato finale ψβ (~rp ) del protone: Z cl. ρp (~r) → d3 rp ψβ∗ (~rp )ρ̂p (~r)ψα (~rp ) = eψβ∗ (~r)ψα (~r) La densità di probabilità |ψ(~r)|2 del caso stazionario è diventata la densità di probabilità di transizione ψβ∗ (~r)ψα (~r). L’elettrone deve essere trattato relativisticamente ma il risultato è lo stesso: ρcl. r) → −eψδ∗ (~r)ψγ (~r) e (~ Se |γi e |δi sono gli stati iniziale e finale dell’elettrone. Se si tiene conto anche dello spin, ψ ∗ diventa ψ † . 1 Consideriamo ora lo scattering elettrone-nucleo. La densità di carica del nucleo X che contiene Z protoni è Z X ρX (~r) = i=1 A (i) X 1 + τ3 3 eδ (~r − ~ri ) = δ (~r − ~ri ) e 2 3 i=1 Il proiettore sullo stato di protone permette di estendere la somma su tutti i nucleoni A. La funzione d’onda dello stato iniziale α e finale β del nucleo ha la forma: ~ ~ eikα ·R 0 ) ψα (~r1 , ..., ~rA ) = √ φ(~r10 , ..., ~rA V Il termine di onda piana descrive il moto del centro di massa nucleare ed è normalizzato nella scatola di volume V . Le coordinate dei nucleoni rispetto al centro di massa non sono tutte indipendenti perchè: A X ~ = 1 ~ri R A i=1 ~ ⇒ ~ri0 = ~ri − R A X ~ri0 = 0 i=1 Quindi A 0 3 dr = d3 r1 ...d3 rA = d3 Rd3 r10 ...d3 rA δ ( 1 X 0 ~ri ) = d3 Rdr0 A i=1 L’elemento di matrice di ρ̂X (~r) diventa: Z hβ|ρ̂X (~r)|αi = e drψβ∗ (~r1 , ...) A (i) X 1+τ 3 i=1 Z e 2 δ 3 (~r − ~ri )ψα (~r1 , ...) = A ~ ~ ~ (i) i~kα ·R X 1 + τ3 3 e i k α ·R ~ − ~ri0 ) e√ φα (~r10 , ...) = δ (~r − R dr0 d3 R √ φ∗β (~r10 , ...) 2 V V i=1 ~ =e ~ ei(kα −kβ )·~r V Z dr0 φ∗β (~r10 , ...) A (i) X 1+τ 3 i=1 2 ~ ~ 0 e−i(kα −kβ )·~ri φα (~r10 , ...) ~ − ~r0 ) per integrare su d3 R. Ovviamente lo stesso fattore avendo usato la δ 3 (~r − R i nell’elemento di matrice di ρ̂p : hβ|ρ̂p (~r)|αi = eψβ∗ (~r)ψα (~r) 1 i(~kα −~kβ )·~ r Ve compare Prima di considerare il decadimento β del neutrone e di un generico nucleo conviene vedere lo scattering debole νe + n → e + p che è più simmetrico. L’elemento di matrice dell’hamiltoniano debole secondo Fermi è: Z Z 1 1 0 3 3 0 0 3 0 hep|Ĥw |νe ni = 2 d rd r (jνe e (~r ) · jnp (~r))δ (~r − ~r ) = 2 d3 r(jνe e (~r) · jnp (~r)) = c c Z 1~ 3 ~ = d r ρνe (~r)ρnp (~r) − 2 jνe (~r) · jnp (~r) c 2 Figura 8.1: Scattering debole ρnp (~r) = hp|gδ 3 (~r − ~rN )|ni = ghN 0 |t+ δ 3 (~r − ~rN )|N i dove g è la carica di interazione debole del nucleone. Il formalismo di isospin permette di descrivere il cambiamento di stato (da neutrone a protone) del nucleone nell’interazione. L’operatore t− serve per il cambiamento da protone a neutrone. Indicando con α, β lo stato iniziale e finale del nucleon: ~ ~ ei(kα −kβ )·~r † =g ρnp (~r) = χ 1 m0 η †1 ν 0 t+ χ 1 m η 1 ν 2 2 V 2 2 χ 1 m è lo spinore, η 1 ν l’isospinore del nucleone nello stato α; χ 1 m0 è lo spinore, η 1 ν 0 l’isospinore del nucleone 2 2 2 2 nello stato finale β. Per la densità di corrente debole leptonica ρνe (~r) si ottiene l’espressione analoga: gψβ∗ (~r)t+ ψα (~r) 0e i(~kν −~ke )·~ r χ†e χν V La carica debole lepronica g 0 è sperimentalmente maggiore (di poco) della carica debole adronica g. Nel decadimento β nucleare compare sempre il loro prodotto gg 0 = Gβ , che è detta la costante di Fermi. Nel caso di scattering ν + X → e + Y , la parte leptonica non cambia, quella adronica diventa: Z Z A A ~ ~ X X ei(kX −kY )·~r ~ ~ (i) 3 (i) ∗ ρXY (~r) = drψY (~r1 , ...) t+ δ (~r−~ri )ψX (~r1 , ...) = g dr0 φ∗Y (~r10 , ...) t+ e−i(kX −kY )·r φX (~r10 , ...) V ρνe (~r) = g 0 ψe∗ (~r)ψν (~r) =g i=1 i=1 Passiamo al decadimento β: Non ci sono cambiamenti per la parte adronica se non una semplificazione Figura 8.2: Decadimento β dovuta al fatto che il Q-valore di decadimento è dell’ordine dei M eV nella maggioranza dei casi. Gli impulsi R sono dell’ordine del MceV e quindi (~kX − ~kY ) · ~ri0 in ρXY è piccolo rispetto a 1 (' M~ceV · R ' 200f m ; R è il ~ ~ 0 raggio nucleare) e si può porre e−i(kX −kY )·~ri = 1. Si parla allora di transizioni permesse per le quali: Z A ~ ~ X ei(kX −kY )·~r (i) ρXY (~r) = g dr0 φ∗Y (~r10 , ...) t+ φX (~r10 , ...) V i=1 3 Per la parte leptonica il cambiamento è notevole: he|ρ̂(~r)|νi ⇒ heν̄|ρ̂(~r)|0i Occorrerebbe saper calcolare l’elemento di matrice dell’operatore densità ρ̂(~r) tra il vuoto e lo stato di due leptoni, che non sappiamo fare. Possiamo però intuire che sarà: ~ heν|ρ̂(~r)|0i = g 0 ψe∗ (~r)ψν̄∗ (~r) = g 0 ~ e−i(ke +kν̄ )·~r ... V dove i puntini stanno per la parte spinoriale (che non ci interessa). In conclusione abbiamo trovato per le transizioni permesse di Fermi il risultato: heν̄Y |Ĥw0 |Xi = Gβ Z ~ ~ ~ ~ Gβ ei(kX −kY −ke −kν̄ )·~r Mf i d3 = 2 V δ~k3 ,~k +~k +~k Mf i 2 ν̄ e X Y V V Z Mf i = hY |T+ |Xi = dr0 φ∗Y T+ φX T+ = A X (i) t+ i=1 N.B.: Mf i è un elemento di matrice intrinseco, cioè nel sistema del centro di massa nucleare. 4